Vuoi vedere il video realizzato con le foto più belle di Braga ? Clicca Qui !
Settima tappa del mio tour di ferragosto 2020 in Portogallo: Dedico la giornata di oggi a Braga, una città nel nord del paese che, col senno di poi, mi ha lasciato ricordi fantastici. E’ senza ombra di dubbio la sorpresa più grande di questi nove giorni proprio perchè non ci si aspetta nulla di simile, dato che non fa parte delle rotte turistiche più battute. La cura dei dettagli è maniacale, tutto è perfetto e soprattutto ci sono fiori ovunque al punto di far sembrare certe zone come veri e propri giardini a cielo aperto. Non me lo sarei mai aspettato. Finalmente ho un aiuto anche dal meteo: torna a splendere il sole dopo tante nuvole e pioggia e questo ha dato il tocco in più alla splendida località che sto per raccontare. andiamo a vedere cosa è successo…
Mercoledi 19 agosto: mi trovo alla stazione di Guimaraes dove uso nuovamente la mia card denominata SIGA per caricare il ticket virtuale per il prossimo trasferimento che mi porterà a Braga. Come certe volte succede, due luoghi abbastanza vicini sulla carta (solo 25 kilometri scarsi li separano) sono resi distanti dal trasporto pubblico: per raggiungere la destinazione devo infatti tornare indietro verso Porto scendendo alla fermata di Portela (più o meno a metà strada) dove dovrò cambiare treno. Servono quasi due ore tra viaggi ed attesa della coincidenza, ma lo avevo messo in conto…per cui nessun problema. Scendo dal convoglio che sono già le 19:00 ed ho la stanza prenotata a circa 1,3 kilometri di distanza con check-in previsto sulla conferma di Booking.com non oltre le 20:30. Nel frattempo devo fare la solita spesa al market per poter cenare in camera in santa pace. Metto il naso fuori dalla stazione e vedo che sta piovendo, tanto per cambiare. Aspetto qualche minuto, ma più di tanto non mi posso trattenere proprio perchè ho il tempo contato. Appena l’intensità delle precipitazioni cala esco e, navigatore alla mano, vado fino al Minipreço più vicino dove acquisto ciò che mi piace. Con la solita busta in mano mi butto letteralmente verso la sistemazione che si trova nei pressi della zona pedonale e, per la precisione, dentro ad un centro commerciale. Attenzione: non in un’ala distaccata di un edificio che ospita un centro commerciale, ma proprio all’interno della struttura, in uno dei vari piani dove ci sono anche i negozi. Penso di aver soggiornato in centinaia di camere fino ad oggi, ma questa mi mancava. Tra uno stop ed un altro dovuto sempre alla pioggia più o meno battente arrivo alla reception alle 20:20 con il fiatone, per poi scoprire che il personale dell’hotel è disponibile al banco ventiquattro ore al giorno e che il dato riportato dal noto sito di prenotazioni è sbagliato: un sentito grazie va a tutti coloro (e sono sempre di più…dato che la crescita è esponenziale) che lavorano con i piedi mettendo le persone organizzate in difficoltà. Una volta in stanza dò libero sfogo al mio relax sia durante che dopo la cena. La preghierina della notte (?!?) va al Dio del meteo nella speranza che si ricordi che siamo in piena estate e che sarebbe il caso che la smettesse di rompere le scatole, anche se i soliti siti di previsioni non mi lasciano speranze perchè sono dei maledetti menagrami.
Giovedi 20 agosto: la sveglia è per le 7:30 del mattino perchè vorrei riuscire a sfruttare ogni minuto di questa giornata. Guardo fuori dalla finestra e sembra che stavolta qualcuno abbia preso una bella cantonata: anche se con qualche nuvola di troppo, le prossime ore si prospetteranno serene. Non sto nella pelle e la voglia di poter provare nuovamente il calduccio del sole mi fa sbrigare per poter uscire all’aria aperta appena possibile. La prima visita in programma è un po’ in periferia, ben oltre i miei standard che già sono molto elastici: il Santuario “Bom Jesus do Monte” non è raggiungibile a piedi, bensì utilizzando il bus urbano n. 2 che è di facilissima individuazione:
Data la scritta enorme sopra alla testa del conducente, sbagliare non è ammesso. Il ticket lo si compra a bordo. La tratta dura una ventina di minuti e vengo scaricato al capolinea situato nel parcheggio alla base della collina che porta alla zona religiosa. Qui ci sono due alternative: prendere l’elevador (una sorta di funicolare) che è a pagamento, oppure salire camminando. Non c’è neanche da dirlo: opto per la seconda opzione. Piccolo consiglio: col senno di poi sarei venuto qui da mezzogiorno in poi perchè di mattina il sole si trova sul retro, quindi tutto appare all’ombra. Non potevo saperlo ed ho tentato la sorte che stavolta mi ha girato le spalle.
Per coloro che non sono allenati dico subito che non è una semplice passeggiata: si sale abbastanza, quindi valutate bene tra le due opzioni appena scesi dal bus. Quando arrivo davanti alla scalinata finale, lo spettacolo che appare ai miei occhi è il seguente:
Questo scenico spazio intermedio regala altre chicche:
Infine, una volta sulla sommità, ecco apparire il Santuario che ha davanti una composizione floreale molto carina. L’intero dell’edificio religioso non è niente di eccezionale, ma ciò che davvero merita è il colpo d’occhio. So di essere ripetitivo, ma mi mordo le mani per aver scelto casualmente la metà peggiore della giornata per visitare questo punto di interesse.
Appena termino di osservare ciò che mi circonda non ho altro da fare se non ripercorrere a ritroso tutta la strada fatta fino ad ora (stavolta in discesa) e prendere il pullman che mi riporta in centro. L’esplorazione della città di Braga inizia da Praça da Republica, una grande piazza con vialetti pedonali e semplici aree tappezzate di solo prato. Nell’ordine vedo la “Chiesa da Penha”, il “Monumento ai Caduti della Grande Guerra”, il “Monumento a Papa Giovanni Paolo II°”, la “Basilica Congregados”, il “Museo Nogueira da Silva” (ubicato oltre la carreggiata ed in stato di possibile abbandono), la “Chiesa da Lapa” e la strana fontana (purtroppo non attiva) che è usata solo come memo telefonico per qualche problema sanitario o qualcosa di simile. Per finire ecco anche i monumenti a “Mestre Josè Veiga” ed a “Maria Ondina Braga”.
Svolto alla mia sinistra, dove la zona pedonale prosegue con un tratto di Avenida de Libertade: ai due lati ci sono i classici negozi di sempre, ma al centro noto una marea di fiori colorati disposti sue due file che danno un tocco di vita notevole alla strada. Camminando in questa direzione trovo il “Teatro Circo” ed il “Busto per il Dr. Joao Penha”.
Proseguo il giro cercando la Chiesa di Sao Lazaro: è senza infamia e senza lode, si salva solo il suo “Cruzeiro”. Passando noto un particolare monumento totalmente fuori mappa: è nel giardino di una casa di riposo e non ce n’è traccia da nessuna parte, neanche on-line; a me piace e lo metto nel mio album dei ricordi.
A brevissima distanza è la volta di osservare la “Fonte dos Granjinhos”, ma soprattutto il “Palacio do Raio” che a mio parere è stupendo sia per architettura che per le sue decorazioni. Segue l’edificio che ospita il “Museo do Traje Dr. Gonçalo Sampaio”. Grande delusione è invece la successiva Fonte do Idolo: il mio consiglio spassionato è quello di non sprecare qui i vostri soldi.
Largo Carlos Amarante è semplicemente stupendo: al centro della piazza c’è uno spazio verde con fiori come decorazione e la “Fonte Seicentesca”; un’estremità è dominata dall’imponente “Chiesa di Sao Marcos” ed un’altra parte vede la “Chiesa di Santa Cruz” come protagonista. In aggiunta, qui è stata posta la scritta turistica col nome della città a caratteri cubitali: il colpo d’occhio lascia a bocca aperta.
Prendo Rua do Anjo e cambio strada. Raggiungo una serie di punti di interesse davvero niente male: inizio con il “Museo Pio XII°”, con l’imponente palazzo che ospita il “Seminario Conciliar di Sao Pedro e Sao Paulo” (nella foto c’è solo l’ingresso) e con la “Fonte Seicentesca di Sao Tiago”; poi supero una porta ed entro in Largo di Sao Paulo: qui osservo la “Capela da Nossa Senhora da Torre”, la “Statua di Dom Frei Bartolomeu Dos Martires”, la “Chiesa di Sao Paulo” e la “Chiesa di Sao Tiago da Cividade”.
Lascio per un po’ il centro storico nel quale mi ritufferò tra un po’ e punto dritto verso la Chiesa da Conceiçao, ma la trovo chiusa e quindi devo lasciar perdere; mi rifaccio in salita la strada che ho appena sceso e vado verso la “Statua per l’Imperatore Cesare Augusto” che trovo abbastanza inutile e pure pacchiana. Nelle immediate vicinanze, in cima ad una collinetta, c’è la “Chiesa di Sao Sebastiao” che devo fotografare con difficoltà perchè non ci si può avvicinare nè accedere in nessun modo in quanto il cancello d’ingresso è chiuso. Salto totalmente il sito delle Terme Romane perchè dalle immagini viste on-line si tratta di sassi completamente distrutti (chi mi conosce sa che a me piacciono le strutture ancora in piedi, non quelle che si vedono per due centimetri e che vanno materializzate nella mente). Prima di cambiare zona noto il “Museo di Archeologia Diogo de Sousa” e la scultura installata ed inaugurata per i duemila anni della città di Braga che l’artista Pedro Cabrita Reis ha battezzato col nome di “Movimento Perpetuo”. A me non piace affatto.
Stavolta la passeggiata è un po’ più lunga e mi porta fino ad una rotonda stradale: da un lato vedo la “Chiesa de Maximinos” e dall’altro lo stranissimo “Omaggio a Armando Gonçalves Lira”; non riesco a capire cosa sia venuto in mente a chi lo ha realizzato per quanto è brutto. Dato che passo vicinissimo alla “Stazione ferroviaria di Braga” e che l’edificio è inusuale colgo l’occasione per fotografarla, per poi spostarmi verso la piccola “Capela de São Miguel-o-Anjo”.
Faccio un salto a vedere il “Cruzeiro do Campo das Carvalheiras”, ma è un po’ troppo coperto dagli alberi. Ci metto poco a rifarmi gli occhi perchè un altro punto degnissimo di nota è Campo das Hortas: aiuole e fiori curatissimi in quantità industriale abbelliscono questo spazio in maniera incredibile; il tutto è esaltato alla massima potenza dalla classica fontana ubicata al centro e dalla “Casa Grande”, un bell’edificio storico che qui si affaccia.
Dopo aver visto “l’Arco da Porta Nova” a due passi da dove mi trovo, la mia intenzione sarebbe quella di vedere la Casa-Museo dos Biscainhos con relativo giardino ma non è permesso: ci stanno girando proprio in questo momento alcune scene di uno sceneggiato iberico chiamato Vento del Norte o qualcosa di simile; sarà una di quella stra-budinate in cui servono 400 puntate per fare andare avanti la storia di sei minuti netti e così via. Un bel vaffa non glielo leva nessuno. All’interno di uno spartitraffico ovviamente ornato con prato e fiori c’è il “Ricordo per Francisco Salgado Zenha”, anch’esso più unico che raro. La “Chiesa del Popolo” è molto grande e quasi interamente coperta dalle impalcature, ma la facciata si salva permettendomi di portare via uno scatto che le fa onore.
Scopro che la struttura dove si svolge il mercato fisso cittadino è anch’essa oggetto di lavori di restauro, per cui le bancarelle sono state spostate temporaneamente in un tendonato in Praça Conde de Agrolongo; la cosa buffa è che qui è ubicata la “Statua per Josè Francisco Correia” che al momento funge da portiere per i clienti; che fine ingloriosa per lui! La successiva “Chiesa do Salvador” mi appare un pochino abbandonata a se stessa, ma magari mi sbaglio ed è solo chiusa per riaprire in altro orario. Tanto di cappello invece per la “Chiesa do Carmo”, un altro capolavoro di questa meravigliosa città che mi stupisce ogni metro di più.
A questo punto ho indugiato fin troppo ed è arrivato il momento di tornare ad esplorare il centro storico per vedere che altro ancora ha da regalarmi; lo faccio seguendo uno schema logico, per cui allungo un po’ per spuntare in Praça do Municipio. Ovviamente il Palazzo del Comune (“Paços do Conselho de Braga” in lingua locale) è l’attrazione principale, ma anche la “Fuente del Pelicano” fa egregiamente la sua parte.
Dirimpettaia è la Biblioteca Pubblica, ma a causa delle dimensioni dell’edificio e dei troppi alberi presenti posso solo guardare e non fotografare. Prendo Rua Eca de Queiros e nuovamente resto senza parole: il “Jardim de Santa Barbara” è un tripudio di fiori colorati in ogni suo centimetro quadro; solo pochi vialetti permettono il passaggio in quello che è davvero un piccolo paradiso. Non so dove girarmi perchè qualsiasi direzione è favolosa. Tralasciando per un attimo questo particolare, fanno da complemento una fontana (è ormai un classico qui), l’ennesima scultura fuori dall’ordinario che stavolta ricorda “Josè Salgado”, “l’Antico Palazzo Episcopale” e la “Fonte do Dragao” situata appena fuori dal perimetro fiorito.
Inizio a pensare che ormai niente mi potrà più sorprendere, ma sarà davvero così? Non resta altro che andare avanti e scoprirlo. E’ con questo spirito che mi sposto verso la “Chiesa della Misericordia” seguita dalla “Fontana do Castelo” che è davanti al “Rettorato dell’Università do Minho”. Dedico tutto il tempo necessario anche ad ammirare la bella “Cattedrale di Braga” (che custodisce anche un Museo del Tesoro) e poi vado al vicino “Monumento agli Arcivescovi”.
La prossima fermata è in Largo de Santa Cruz dove osservo la “Statua per Francisco Sanches” e l’originale “Chiesa di Sao Joao do Souto”. La successiva “Chiesa dos Terceiros” mi dà il via per l’ultima parte della località che mi ospita che ancora mi manca da vedere.
Praça Mouzinho de Albuquerque propina altri fiori a volontà, senza badare a spese. Al centro trovo la “Statua di Dom Pedro V°” e poi spendo qualche minuto ad osservare alcuni dettagli di questo posto prima di passare ad altro. La “Chiesa di Sao Vicente” la individuo con estrema facilità, un po’ come tutto il resto fino ad ora. Fuori dagli schemi (ma non poteva essere altrimenti, visti i precedenti) è il “Monumento ao Sagrado Coração de Jesus”; una delusione enorme ce l’ho con la “Capela de Nossa Senhora de Guadalupe” che provo ad immortalare mettendo la reflex tra le sbarre del cancello che chiude l’accesso, ma non c’è niente da fare: la qualità è pessima e non ho altra scelta che cancellare quanto fatto. Nel caso in cui avessi potuto avvicinarmi avrei portato via un nuovo ricordo.
“Jardim da Senhora a Branca” è un’altra infiorata incredibile che non posso non documentare; il colore del cielo punteggiato da qualche nuvoletta allungata è la ciliegina sulla torta, quel tocco in più che rende le cose perfette. Proseguo la mia passeggiata ammirando il “Monumento ad Alberto Cruz”, la “Chiesa di Nossa Senhora-a-Branca”, la “Statua di Pio XII°” e la “Chiesa di Sao Victor”.
Con un po’ di rammarico guardo la mappa perchè già so cosa mi aspetta, ma spero di sbagliarmi. Invece non succede ed ho la conferma che la visita di Braga termina qui: ho visto proprio tutto. La stazione ferroviaria è dalla parte opposta della città, per cui avrò almeno l’onore di riattraversare i punti migliori per raggiungerla e così faccio. Una volta lì carico il ticket virtuale sulla mia carta SIGA con destinazione Porto Sao Bento: sarà là che passerò la mia ultima notte portoghese, nello stesso hotel di un paio di sere fa. Domani pomeriggio avrò il volo di ritorno a casa ed anche questa avventura sta per finire, ma manca ancora l’ultima tappa della quale parlerò nel prossimo racconto.
E’ il momento della consueta conclusione: posso solo dire che BRAGA E’ STUPENDA quanto inattesa; è senza dubbio la più bella sorpresa di questo tour ed una delle città più piacevoli che io abbia mai visto. E’ abbastanza fuori dalle rotte turistiche (se ne parlo con qualcuno non sa neanche che esiste nè tantomeno dove si trova e viene confusa con Praga perchè è la località più conosciuta col nome simile), ma questa cosa è totalmente ingiusta. Ne sono rimasto estasiato e credo lo si sia capito dalle tremila parole e dalle tante immagini che ho pubblicato. Non consiglio, ma raccomando un viaggio da queste parti, magari da unire con le vicine Porto e Guimaraes. Termino il post pubblicando le foto che dettagliano ancora di più i meravigliosi fiori di Braga.