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Premessa: in questo post parlerò della mia esperienza nella CITTA’ di Palma de Mallorca e non nell’isola di Mallorca in generale. C’è una bella differenza tra le due cose. Mi piacerebbe tanto girare con la macchina l’intero territorio di questa parte di Baleari, ma il tempo a mia disposizione per stavolta (un semplice weekend sabato-domenica) non me lo permette. A dire il vero è anche abbastanza strano che io abbia preso questi voli perchè non amo affatto il caos e tale destinazione non è tra quelle più tranquille in assoluto in quanto a numero di turisti presenti. Ma resto del parere che il mondo vada visto tutto e non cambio tale convinzione. A dire proprio tutta la verità…un briciolo di speranza che al 9-10 settembre ci potesse essere un po’ meno affollamento ce l’avevo, ma era evidente già in fase di prenotazione che non sarebbe stato così nella realtà dei fatti. E’ l’ora dunque di prendere il volo…
Che questo viaggio fosse particolare lo si intuisce già dalla partenza (il famoso “buongiorno che si vede dal mattino) perchè il decollo low-cost da Roma Fiumicino verso Palma de Mallorca è schedulato per le 2:35 di notte. Di partenze strane ne ho fatte in passato, ma questa le batte proprio tutte. Il mio è il primo volo che leggo nel tabellone delle partenze ed anche questa è un’altra novità. Ovviamente la puntualità è d’obbligo essendo l’aeromobile già li da ore e non essendoci altro aereo con i motori accesi all’infuori di questo, per cui arrivo sull’isola alle 4:10. Dire che è abbastanza presto è riduttivo, per cui inizio a seguire il programma studiato da casa: fino alle 7:00 mi piazzo su una sedia ed aspetto che scorrano le lancette giocando col mio fedele tablet, compagno immancabile durante i tempi morti. Quindici minuti prima dell’ora “X” esco dall’area arrivi e vado a cercare la fermata del bus n. 1, quello che porta direttamente in centro. Acquisto il ticket alla macchinetta automatica (8 euro se preso andata e ritorno oppure 5 euro a tratta se acquistato singolarmente) e salgo sul primo pullman disponibile. Il tragitto non dura più di 15-20 minuti e scendo alla fermata a me più consona che è “Plaza de Espana”. Appena arrivo noto subito la “Estacion Intermodal” lì a due passi, cioè il luogo unico da dove partono bus a lunga percorrenza, treni e metro che permettono di muoversi agevolmente su tutta l’area insulare. Se ne avessi avuto bisogno (come era in programma) già saprei dove andare. Sono le 7:30 circa ed ho appuntamento con il “tizio della stanza” alle 10:30. Ho quindi circa 2 ore e mezzo per poter fare un primo giro della zona con tutta la calma del mondo, al punto da fermarmi a fare colazione (succo d’arancia e dolcetto) nel primo bar aperto che trovo. Si sà che in Spagna gli orari sono tutti abbastanza ritardati e vedere qualche rara serranda già aperta con personale operativo di primissimo mattino è un mezza sorpresa. Inizio così a districarmi un po’ per la parte storica di Palma de Mallorca, senza nessuno intorno e senza ostacoli fra me e ciò che intendo vedere. Arrivo piano piano fino alla parte più famosa, quella della Cattedrale che fotografo subito cogliendo il primo pallido sole.
Il resto del tempo a disposizione lo passo più che altro ad orientarmi ed a curiosare in giro perchè, a mio parere, la luce presente all’inizio della mattinata non regala l’effetto da me sperato alle foto; così, se posso scegliere, attendo momenti migliori per procedere. Diciamo che sbircio qua e là, magari per vedere se trovo un ristorante che faccia un “sushi-all-you-can-eat” a due soldi (sarà sempre Spagna ma già mi rendo conto che qui non si ha niente a che vedere con le Canarie…) e cose del genere. Tutto ha il suo prezzo, più o meno con in Italia. Quindi niente sushi…lo mangerò a casa quando possibile. Raggiungo l’orario prefissato e mi incammino verso l’indirizzo della stanza. Su questo faccio una piccola digressione: anche chi è abituato a stare quasi più fuori casa che dentro è umano e può sbagliare; gestire così tante destinazioni in così poco tempo non è sempre facilissimo. E’ così che, a 3 giorni dalla partenza, mi accorgo durante il check-in on-line dei voli che nella cartellina non vedo la stampa della prenotazione per la notte. Ovviamente sbianco in maniera pazzesca quando capisco che mi è passata di mente a suo tempo. Cerco sui “motori” ma ottengo ciò che mi aspetto: 97% di camere prenotate e tutto ciò che è rimasto libero non costa meno di 130 euro. Io voglio spenderne al massimo un terzo (ed è pure troppo…) ed alla fine ci riesco senza sapere neanche come. Ma quello che non pago in termini di prezzo lo pago in crollo della qualità. Arrivo in zona e trovo quanto segue: sesto piano di un condominio di dubbia abitabilità; stanza singola composta da un lettaccio tremendo, un mobile scassato ed un comodino che si regge con i fili; l’appartamento è condiviso con altra gente e con un unico bagno; pulizia da dimenticare. Il ragazzo però è premuroso: visto che manca il cuscino mi porta un pezzo morbido del divano che, quando viene scosso, rilascia sostanze che sembrano tossiche. La situazione è drammatica ed i livelli vissuti in Kirghizistan due mesi prima si sono dimostrati addirittura migliori, ma non ho scelta…e faccio di necessità virtù. Mi sarei poi organizzato prima di coricarmi per entrare in contatto con meno cose possibili, ma ora penso solo a congedare il tipo e ad andare via finchè sono in tempo. Prendo le poche cose di cui avrò bisogno nella giornata ed alzo i tacchi. Adesso finalmente inizia la vera visita alla città più importante di quest’isola del Mediterraneo.
La direzione che prendo è nuovamente quella di Plaza de Espana da dove poche ore prima era partita l’avventura, ma prima di arrivarci faccio una deviazione poichè, con la coda dell’occhio, vedo una rotonda con al centro una bella fontana con obelisco che reputo particolare soprattutto per il contesto in cui si trova.
Giunto poi nella bella piazza partono le foto di rito che comprendono il monumento che la caratterizza ed il Barometro di Gaspar Bennassar.
Proseguo la passeggiata che sarà piacevole ma non facile: le vie della parte antica di Palma de Mallorca sono tutte abbastanza strette (in alcuni casi anche strettissime) ed i palazzi sono uno di fronte all’altro, non importa quanti piani abbiano. Per certi edifici/monumenti si preannuncia un problema scattare delle fotografie di qualità decente. Ma non mi tiro certo indietro e ci provo come sempre. Imbocco Carrer de San Miguel e davanti a me trovo la Chiesa Ortodossa della natività proprio li a “fare angolo”.
Subito dopo vedo qualcosa di imprevisto per strada: si sà che io sono il mago che riesce a beccare ovunque feste, sagre, mercatini e chi più ne ha più ne metta SENZA VOLERLO (e soprattutto senza sopportarlo) e quindi potevo evitarlo almeno qui ? Ovviamente no. Noto una calca di gente che si dirige nella mia direzione; stanno scortando una serie di “giganti” che si piazzano poi uno accanto all’altro in un punto convenuto. In più ci sono anche uomini e donne in costume tipico. La verità? Ancora oggi non so cosa fosse tutto ciò e per quale evento questa cosa stesse succedendo. Posto solo un paio di immagini per far capire meglio chi legge.
Ma alla fine si tratta solo di una meteora fortunatamente e la cosa si esaurisce lì. Posso continuare il mio giro fino a raggiungere “Piazza della Madre di Dio e della Salute”: è piena di verde e fiori e ci trovo anche una statua dedicata a “Dona Cosint”. In più, cosa non da poco, di fronte c’è la Chiesa di San Miguel che riesco a “prendere” solo per poco più della metà dato il campo visivo ristrettissimo.
Ancora avanti supero l’arco di ingresso che mi immette in Plaza Mayor. Mi ricorda moltissimo, anche se con le dovute proporzioni e colori differenti, la piazza di Madrid che porta lo stesso nome.
Negozietti, ma soprattutto ristorantini, la affollano senza soluzione di continuità. La nota positiva è che, sempre con la coda dell’occhio, noto un minimarket proprio appena fuori dalla piazza, in un angolo sulla sinistra. Mi sarà molto utile in fase di pranzo/cena e me lo devo tenere ben a mente. Il prossimo obiettivo che raggiungo è la Chiesa Cattolica di Santa Eulalia, davvero imponente sia internamente che esternamente.
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Appena pronto mi rimetto in cammino fino ad arrivare a “Piazza di San Francesco” dove trovo l’omonima basilica con davanti il monumento dedicato a Junipero Serra.
Prossima tappa chd trovo agevolmente è la Chiesa di Monti-Sion, talmente “incassata” tra le altre costruzioni che l’unica foto decente è comunque uno schifo. A seguire il Monastero di Santa Clara ed il Teatro Municipal Xesc Forteza costruito perfettamente utilizzando il poco spazio libero disponibile. Comunque sia…palazzo troppo moderno per appartenere a quel contesto senza essere un pugno in un occhio.
Eccomi dunque uscire per un attimo dal dedalo delle stradine di Palma de Mallorca; finalmente riesco a sentire un po’ di venticello che mi accarezza la faccia, cosa che quel mezzo labirinto non faceva passare. Mi trovo ora in Piazza della Porta del Campo; da qui tiro dritto salendo qualche gradino che mi permette di godere dall’alto del panorama del mare che ho di fronte.
Ancora pochi secondi e mi ributto nel centro storico di Palma di Mallorca pechè sono ancora abbastanza lontano dalla fine dei punti di interesse. Camminando arrivo fino all’ingresso dei Banys Arabs, situati in una cornice niente male.
Torno ora al pezzo forte di questa città, osservato già di primissimo mattino ma pronto finalmente per la visita vera e propria. Sto parlando della zona della Cattedrale dove non manco di osservare e fotografare i bastioni qui presenti; dall’alto in cui mi trovo riesco anche a riprendere in maniera perfetta un getto d’acqua che zampilla incessantemente proprio di fronte a me.
Diavanti all’enorme Cattedrale c’è il Palazzo dell’Almudaina, costruito dagli arabi con la funzione di fortezza, è oggi un museo ed è utilizzato per eventi di vario tipo. Qui di seguito due immagini che mi sono rimaste impresse.
Arrivo così, passo dopo passo, fino al Municipio di Palma di Mallorca e non me lo lascio scappare; stessa sorte tocca ad un vecchio albero dall’intricato tronco ubicato nella medesima piazza e chiamato “El Olivo de Cort”. Poco più avanti, puntando gli occhi all’insù, si può ammirare un particolare palazzo niente male.
E’ ora di scendere dalla collina e di tornare giù verso la Rambla dove incontro “Plaza de la Reina” e le sfingi che fanno da guardia all’area pedonale del Paseig des Born dove mi tocca vedere anche un tizio con un povero gattino al guinzaglio, ovviamente spaventato perchè non è un cane ed il suo posto è in casa sopra al divano. Ma tanto…ormai provare a spiegare è solo fiato sprecato se i neuroni nel cervello non ci sono. Alla fine della strada c’è Plaza del Rei Joan Carles I° con fontana ed obelisco.
Qui imbocco una strada sulla sinistra che vedo andare in salita: si tratta di una nuova zona della città totalmente da esplorare e non me lo faccio ripetere due volte. Il nuovo giro inizia con la “Eglesia Sant Joan de Malta”, piccola ma carina; arrivo poi a Plaza de la Drassana dove trovo il Monumento/fontana a J. Ferrer; più avanti ancora mi imbatto prima in due piccioni giganti di metallo e poi nel “Device Root out Evil”, ovvero una chiesa totalmente ribaltata che si appoggia sul campanile ed ha la base al cielo…decisamente la piazza delle stranezze questa della Porta di Santa Catalina…
In zona trovo l’ Es Baluard (strano nome per indicare il museo di arte moderna e contemporanea); a me queste cose non piacciono neanche mentre dormo, però la cosa bella del posto è che si possono salire delle scale fino a raggiungere una terrazza dalla quale si ha una vista particolare della città. Tra l’altro, il pavimento della terrazza è realizzato interamente da listelli di legno; ovviamente l’incuria regna sovrana anche qui e tali listelli non sono fissati perfettamente come dovrebbero, al punto che una turista cinese ci inciampa tipo film e si fa male sul serio.
Scendo dalla terrazza e mi dirigo verso il Parc de la Feixina, un’area che divide zone verdi e cemento in egual misura. Spicca la solita fontana/obelisco ed uno strano monumento.
Prima di cambiare di nuovo zona resta da vedere la Parrocchia di Santa Cruz, ma per lo stresso motivo già più volte spiegato, la miglior foto scattata non è degna di essere postata. Quindi lascio questa parte e mi reco altrove, ma la musica non cambia: anche la Parrocchia di Sant Jaume è totalmente non fotogenica. Vedere per credere…
A questo punto inizia la mia camminata di chilometri e chilometri in zone periferiche. Di tempo ne ho a disposizione ed ormai questa giornata voglio sfruttarla tutta. Decido come prima tappa di arrivare al Poble Espanol, quindi mi metto in marcia. Durante il tragitto però non mi faccio sfuggire i punti di interesse che incontro, così vedo il Convento di Santa Magdalena, l’Iglesia Carmelitas e…una pizzeria dentro ad un mulino che non so definire se sia autentico o costruito per l’occasione. Se è autentico lo hanno rovinato; se è costruito ad arte è solo pubblicità e commercio e niente di importante.
Finalmente arrivo al Poble Espanol. Qui di seguito pubblico le foto dell’ingresso e della particolare vista che si ha su tale zona della città.
Rimetto in moto i piedi: dovranno fare un’altra bella sfacchinata perchè mi dirigo sparato verso lo stadio che fino a pochi anni fa ospitava il top del calcio spagnolo; oggi invece il club RCD Mallorca milita senza troppo successo nella serie cadetta.
Penultima fatica di oggi: arrivare fino alla Plaza de Toros. Sono altri kilometri, ma tanto in un modo o nell’altro li devo percorrere per tonare in stanza, così mi metto in marcia ed arrivo dopo aver seguito alla lettera il fido navigatore.
L’ultima fatica è invece la più gradevole: arrivare fino a poco fuori Plaza Mayor e fare la spesa per la cena al minimarket visto durante il giro del mattino. Altri kilometri ancora da aggiungere, ma saranno gli ultimi e va bene così. Rientro in camera che sono le 19:30 dopo 12 ore esatte di cammino per la città e forse un’ora e mezzo di sonno, visto il volo in piena notte. Inutile dire che sono stanco morto, che ho fame e sete. Ceno subito accendendo il portatile per tenermi aggiornato su eventuali news. Ho bisogno di riposarmi e di tornare in centro per vedere la “movida” non me ne importa un fico secco. Fuori dal condominio in cui dormo c’è una birreria con un’offerta speciale: bicchiere di birra + una tapa ad 1 euro. Dico fra me e me che al massimo sarei andato lì a consumare 2-3 offerte (una è troppo poca…) per passare un po’ meglio la serata, ma il destino mi rema contro (o forse a favore, data la situazione) perchè poco dopo le 20:00 inizia a piovere e non smetterà più fino a quando (appena finita la cena) cado in un comprensibile sonno profondo, ma non prima di aver fatto il possibile per non toccare mai con la pelle quella camera obrobriosa (a casa poi avrei non lavato, bensì sterilizzato pigiama e tutto il resto).
Il mattino seguente ho la sveglia alle 8:00 per uscire al massimo alle 8:30. L’incubo di quello di posto termina qui. Guardo fuori e vedo con piacere che la tempesta sembra finita. Le previsioni del tempo davano pioggia tra le 2:00 e le 5:00 del mattino e poi gradualmente sereno. Che ci abbiano preso per una volta? Non mi resta che andare e scoprirlo. Il mio obiettivo oggi, dopo l’ammazzata del giorno precedente, comprende un bel po’ di relax. Mi incammino quindi verso la Estacion Intermodal per prendere il primo bus disponibile per la bellissima spiaggia di “Es Trenc” della quale ho visto foto da cartolina su internet. Ma i piani qualche volta sono fatti per essere mandati a quel paese perchè appena arrivo a Plaza de Espana inizia di nuovo a piovere e pure in maniera violenta. Per fortuna in zona c’è un’ampissima tettoia di un palazzo che ripara me e tanti altri malcapitati sorpresi da quella tempesta. Il tutto non si placherà prima delle 10:00 circa. Quando succede esco da sotto la tettoia e guardo il cielo come è messo: non promette nulla di buono, ma non posso certo starmene li tutto il giorno. Così prendo il tablet ed inizio a cercare nei 30 minuti successivi tutte le possibili webcams della costa per trovare una degna soluzione. Nel frattempo apprendo che il bus per “Es Trenc” è solo estivo e quindi finisce la sua corsa al 31 agosto. Maledicendo questa cosa, il campo di azione si restringe. Le penso tutte in pochi secondi, addirittura quella di arrivare a Pollença (estremo nord dell’isola) sperando in un meteo migliore. Alla fine però si fanno le 11:00 e la salvata me la dà proprio una webcam: vedo che la spiaggia di ‘S Arenal ha cielo limpido sopra di lei. E’ anche facile da raggiungere, per cui corro a lasciare il borsone al deposito bagagli di zona ( € 3,90 per tutto il giorno) e salgo al volo nel pullman n. 15 che sta passando; resto seduto li fino al capolinea. Fa dodicimila fermate intermedie e ci mette quasi 40 minuti, ma quando arrivo la luce del sole illumina davvero la spiaggia che è uno spettacolo.
Non c’è praticamente nessuno perchè tutti quanti, come sempre influenzati dalla pioggia, stanno passeggiando sulla strada immediatamente lì dietro senza alcuno scopo preciso. Io, che me ne frego di tutto e di tutti e che ho memoria di bagni fantastici consumati addirittura durante piogge violente, piazzo il telo sulla sabbia e corro in acqua. Tempo venti minuti e questo serve da esempio alla massa, tanto che il calmo e rilassante arenile comincia a riempirsi a dismisura ed il volume delle conversazioni raggiunge il tono delle urla. Odio queste situazioni, per cui riesco a reggere poco più di un’ora prima di riporre l’asciugamano e scappare via. Adesso che vedo anche questa parte posso dirlo tranquillamente: Palma de Mallorca è senza ombra di dubbio una zona attrezzata per ricevere migliaia di turisti contemporaneamente. C’è un posto dopo l’altro in cui mangiare e bere senza soluzione di continuità, ma tutti sono comunque colmi e stracolmi di gente. Una vera fabbrica delle vacanze e quindi un mostro dal mio punto di vista. Ed è settembre…figuriamoci ad agosto che cosa diventa! Dico fra me e me che se mai nella vita deciderò di passare qui una settimana, avverrà solo nei primi giorni di giugno quando probabilmente la situazione è diversa (almeno lo spero…). Riprendo il bus e torno in centro perchè ho ancora da finire di vedere il resto della città. E’ da qui che dirigendomi verso la zona del lungomare, incontro il Convento dei Frati Cappuccini prima e, più avanti, la statua di “Es Foner”.
Costeggio quindi il lungomare zona porto e mostro alcune immagini significative di questo tratto.
Al porto vero e proprio ci vado giusto il tempo di dire “io ci sono stato”, ma poi me ne scappo via senza nessuna immagine. Sinceramente non trovo nessun giovamento nel vedere gli yacths dei benestanti che prendono l’aperitivo sul ponte mentre i marinai li servono e lustrano i pomelli. Reputo la vita molto più di questo revival di medioevo. Guardo l’ora e si sta avvicinando a grandi falcate il momento di tornare a ritirare il borsone alla Estacion Intermodal e, subito dopo, di prendere il bus n. 1 per la tratta di rientro in aeroporto e così faccio. Riesco solo a fare una passeggiata al Parco de les Estaciones che non ha nulla se non un po’ di verde e panchine; per il resto zero di zero. Tutto poi va come dovrebbe e, con un’ora piena di ritardo, la Volotea si decide a portarmi a Pisa dove mi aspetta il treno notturno per Roma. Ma oggi è un giorno particolare e per tutto il tempo provo a prendere informazioni sulla situazione: un’alluvione ha allagato la mia Livorno provocando vittime innocenti e, cosa sicuramente di minor importanza, durante la giornata la circolazione dei treni è stata interrotta per molte ore nella tratta Pisa-Campiglia; in qualche modo devo sapere se il “mio” convoglio passerà o no per potermi eventualmente organizzare. A tutti coloro che hanno subito perdite e danni da questa sciagura mando ciò che posso, cioè la mia solidarietà; sono certo, conoscendo l’ambiente ed il carattere di quella particolare gente più che bene, che non ci vorrà molto per rialzarsi e tornare più forti di prima. Alle povere vittime vanno tutte le mie condoglianze.
Alla fine di tutto riesco a tornare a casa in orario e posso tirare le somme: come mi aspettavo, la cattedrale del turismo che si chiama Palma di Mallorca non mi ha raccontato nulla di particolare. La città è discreta ed ha diversi punti di interesse, ma dopo tutto ciò che ho visto in giro per il mondo affermo che c’è decisamente di meglio. Sicuramente in quanto a servizi non ha niente da invidiare a nessuno, ma per chi come me non ha bisogno dei servizi…questa diventa una cosa totalmente irrilevante. Troppa Troppa Troppa gente a settembre. Non oso pensare cosa possa essere ad agosto, ripeto. Magari spostandosi nelle località più piccole del resto dell’isola la cosa cambia e questo lo valuterò presto in un secondo viaggio studiato per l’occasione, ma Palma de Mallorca in estate è davvero troppo caotica. Quindi chiunque stesse pensando di andarci per un week-end o per le ferie sappia a cosa va incontro. Se vi piace il caos, la località fa al caso vostro. Se non siete tipi per posti del genere, meglio stare alla larga. L’unica consolazione (ed io ne ho visto ben poco purtroppo causa tempo a disposizione e pioggia) è il mare: quello si che è davvero bello.