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Ottava ed ultima tappa del mio Tour di Ferragosto 2020 in Portogallo: le ultime ore di permanenza in terra lusitana le passo ad Aveiro, località di circa 78.000 abitanti situata a sud di Porto. Ci tengo a precisare subito che, come da titolo del post, questa città è davvero definita la “Venezia portoghese”, ma ovviamente siamo a livelli assurdi e paradossali: il fatto che un centro urbano abbia una manciata di canali e delle imbarcazioni turistiche che li percorrono non può automaticamente far partire il paragone con la ben nota perla tutta italiana. Posso parlare col senno di poi e veramente chi si azzarda a tale accostamento è fuori come un balcone. Detto ciò, perchè sono proprio qui? La risposta è semplice: dato che in serata avrò il volo di rientro avrei dovuto piazzare per poco più di mezza giornata un giro in una città non enorme e facilmente raggiungibile dal mio punto di partenza; le opzioni trovate in fase di studio del programma sono state due: Aveiro (per l’appunto) e Viseu. Questa partita l’ha vinta la prima località perchè è collegata a Porto con un treno diretto che viaggia con altissima frequenza; l’altra possibilità invece ha solo il bus come mezzo di raccordo, che ovviamente è più lento e maggiormente pericoloso per chi ha orari abbastanza ferrei come me nel caso specifico. E allora che Aveiro sia: andiamo a vedere che cosa è successo…
Giovedi 20 agosto: rientro a Porto da Braga con il ricordo indelebile della giornata appena trascorsa; è ancora presto per andare in stanza ed il sole è ben alto nel cielo, per cui decido di farmi un’ultima passeggiata qui dopo averci trascorso l’80% del tempo a mia disposizione tra lunedi e martedi con un clima invernale (vento e pioggia battente); come ho scritto nel post dedicato, Porto merita tantissimo e per tale motivo cerco di rivederne i punti salienti. Alle 20:30 circa vado al Pingo Doce di Praça da Republica e compro la solita cena per poi dirigermi verso lo stesso hotel di qualche sera fa. Chi ha letto il racconto già sa che ho avuto problemi con la wi-fi e già sa che mi aspetto, data la mia fiducia negli esseri umani ben attestata al di sotto dello zero, di trovare la stessa situazione. Prendo le chiavi e…indovinate un po’…ci ho preso in pieno! Nonostante mi sia fortemente lamentato per quella che nel 2020 è una lacuna vergognosa, nessuno ha mosso un dito in tre giorni pieni. Cerco le fare le cose più urgenti con il tethering gentilmente offerto dal mio smartphone e poi mi metto a mangiare ed a giocare col mio solito calcio manageriale.
Venerdi 21 agosto: la sveglia è alle 6:30 perchè, viste le poche ore a disposizione, voglio raggiungere Aveiro prima possibile. Prima di uscire dalla camera devo anche preparare tutto al meglio perchè non avrò altri appoggi tranne l’aeroporto prima del volo di rientro, quindi meglio fare tutto con calma qui. Arrivo in stazione ed acquisto il ticket virtuale che carico sulla mia carta SIGA, poi vado al binario e salgo sul treno. Serve un’oretta circa per raggiungere Aveiro: appena scendo noto che il meteo è così così, ma più tendente al sereno. Questa è una fortuna perchè un posto simile senza sole perde tantissimo del suo fascino. Per precauzione compro già il biglietto per il ritorno (non si sa mai cosa potrebbe succedere…) e poi mi metto in marcia. Uno dei punti di interesse è proprio la vecchia stazione locale, ma arriva una delusione: i lavori in corso e le impalcature imperversano ed hanno la meglio. Dopo aver depennato il primo punto non devo aspettare molto per trovare il secondo: nel primo piazzale disponibile ecco il “Busto per il Dr Lourenço Simoes Peixinho”, colui che dà il nome al vialone che segue.
Svolto su Rua do Eng. Oudinot e, totalmente fuori mappa, ecco la “Chiesa Evangelica Metodista” locale; poco dopo aver svoltato l’angolo verso la mia sinistra ho modo di ammirare il “Convento do Carmo”.
Il prossimo obiettivo è la “Capela Nossa Senhora das Febres” e lo depenno dalle cose segnate sulla mappa; proprio lì a pochi passi fotografo uno scorcio niente male, uno dei tanti con le casette colorate tipiche di questa località. Proseguo con la prima passeggiata odierna lungo un canale di Aveiro: per l’esattezza questo sembra più di servizio che turistico perchè l’acqua è poco curata, direi quasi sporca. Il “Ponte dos Carcavelos” però è carino nella sua semplicità.
Prima di buttarmi nel cuore della città che mi ospita faccio la solita deviazione in periferia: una delle attività più famose qui è l’estrazione del sale, per cui mi dirigo nella zona in cui si trova una parte delle saline locali; lo spettacolo in questi casi è sempre affascinante e particolare; ciliegina sulla torta: riesco a scattare un’istantanea che ha come protagonista il riflesso delle nuvole nelle varie vasche. Camminando noto anche dei mucchi di sale abbastanza grandi; per comprenderne bene le dimensioni si può osservare l’ultima immagine del prossimo blocco confrontando l’altezza del mucchio stesso con quella di un casottino posto nelle vicinanze, o anche con la staccionata che delimita l’area pedonale.
Fatto ciò mi rimetto in moto puntando verso una rotonda stradale dove, non senza difficoltà, porto nel mio album dei ricordi il “Monumento a Marnoto e Salineira”; per riuscire nell’intento devo entrare nel cortile di un condominio che immagino essere privato. Mi è andata bene: nessuno mi ha cacciato a calci nel sedere. Pochi metri ancora ed iniziano ad apparire i Moliceiros, ovvero la parte grottesca della storia: con quel termine vengono indicate le barchette usate per far navigare i turisti da gita domenicale sui canali; guarda caso sono abbastanza simili alle gondole, anche se di colore molto diverso. Nonostante sia ancora presto e con una pandemia in corso c’è già un buon movimento di persone sia a bordo dei natanti che in attesa di salire per i successivi viaggi.
Mi trovo a passeggiare lungo il canale principale e provo a carpire qualche scorcio: il risultato non mi dispiace affatto. in Praça General Humberto Delgado (allo stesso tempo funge da piazza, rotatoria e ponte doppio) noto 4 statue: “O Fogueteiro”, “A Parceira do Ramo”, “O Marnoto” e “A Salineira”.
Mi sposto sul Jardim do Rossio e qui vedo prima la “Statua a Joao Alfonso de Aveiro” e poi (al di là della stretta cxarreggiata) il “Museo di Art Nouveau” ospitato da un grazioso palazzo. Su Largo da Praça do Peixe porto via un nuovo scorcio sugli edifici tipici: è vero che ce ne sono tanti, ma alcuni sono più meritevoli. Molto carina è anche la vicina “Capela de Sao Gonçalinho” che presenta anche un simpatico Azulejo personalizzato.
Veramente degna di nota è la ” Chiesa de Nossa Senhora da Apresentaçao” che alla sua base si pregia della “Statua per il Vescovo Joao Evangelista de Lima Vidal”. La piccola “Capela di Sao Bartolomeu” è senza infamia e senza lode; prima di raggiungerla noto in uno slargo il “Monumento ai Pompieri”.
Questa parte di Aveiro è conclusa ed è il momento di dirigermi verso la seconda metà ancora da esplorare; in Rua Domingos Carrancho trovo “l’Obelisco della Libertà”, poi riattraverso la piazza-ponte e giungo in Praça da Republica. Al suo centro c’è la “Statua di José Estevao Coelho de Magalhaes” che guarda la “Camara Municipal” (il Palazzo del Comune, tradotto in italiano). Alla mia sinistra non posso non notare la “Chiesa della Misericordia”, mentre alla mia destra ecco il Teatro Aveirense, davvero troppo grande per entrare nell’obiettivo della reflex.
Proseguo oltre ed incontro il “Busto per Gustavo Ferreira Pinto Basto” che funge da portinaio e mi apre il passaggio in Praça do Marques de Pombal; qui ci sono (nell’ordine) l’enorme edificio che ospita il “Palazzo di Giustizia”, la “Chiesa di Sao Joao Evangelista” e la bellissima “Casa di Santa Zita” completamente ricoperta da azulejos.
Avenida Santa Joana mi offre il particolare “Busto per il Comendador Egas Salgueiro” per poi regalarmi il “Parque Infante Dom Pedro”: si tratta di una zona verde caratterizzata principalmente da un laghetto. ma è tutto l’insieme che offre scorci niente male. Una fontana, “L’Omaggio al Dr. Jaime de Magalhaes Lima” e la “Chiesa del Convento di Santo Antonio” chiudono il cerchio. Provo a fare del mio meglio per spiegare la situazione tramite le immagini pubblicate nel prossimo blocco.
Mi spingo ancora oltre e lo faccio per raggiungere la zona universitaria di Aveiro; quando ci sono noto soprattutto tanto ordine ed organizzazione delle varie aule presenti, oltre ad un corpo centrale che a prima vista ricorda più un’arena. Essendo pieno agosto ed in periodo di Covid non ci sono studenti. Tornando indietro vedo anche la piccola “Capela de Nossa Senhora da Ajuda”.
A questo punto non mi resta altro da fare che andare nuovamente in centro per mettere la parola fine non solo alla visita di questa cittadina, ma anche al mio tour del Portogallo. Una toccata e fuga alla “Fonte das Cinco Bicas” mi permette di proseguire verso una serie di punti di interesse molto vicini tra di loro. Sto parlando della “Statua della Principessa Santa Joana”, del “Museo di Aveiro” e della “Cattedrale”.
Il prossimo obiettivo è il “Monumento al Dr. Alberto Souto” e lo trovo senza difficoltà. Intercetto poi un nuovo canale, stavolta più stretto dei precedenti, nel retro del Centro Commerciale Forum: qui mi diverto a dare una nuova occhiata ai turisti sulle barchette. Vado a vedere il “Monumento ai Caduti della Grande Guerra” al quale seguono il “Ponte Laços de Amizade” ed il “Busto a Manuel Firmino”.
Adesso posso dirlo: è davvero tutto! Fiero che anche questa avventura sia andata a buon fine cammino fino alla stazione ferroviaria dove prendo esattamente il convoglio studiato in fase di programmazione. Appena torno a Porto Sao Bento cammino fino alla fermata di Trinidade e prendo la linea della metropolitana che ha l’Aeroporto come capolinea, quindi niente di più facile.Le solite rogne del controllo di sicurezza e dell’attesa per l’imbarco mi separano dal volo che parte puntualissimo. Arrivo a Ciampino, quindi a pochi kilometri da casa: basta la solita trafila per il rientro e posso così dedicarmi anche stavolta a riordinare le idee in attesa di una nuova partenza.
Conclusione: Come si è visto dal racconto appena concluso, Aveiro è una località molto molto carina e ricca di cose da vedere. L’unica accortezza che assolutamente bisogna evitare (e qui sono anche ripetitivo, ma è davvero importante) è paragonarla con Venezia. Per il resto mi sento assolutamente di consigliarla a tutti coloro che stanno pensando di metterla come tappa di un giro più ampio, proprio come ho fatto io. E’ un’ottima soluzione per chi non ha una giornata piena a disposizione, ma che allo stesso momento non vuole buttar via tempo prezioso avendo Porto come base. Sicuramente il meteo mi ha aiutato molto ad apprezzare questa città, ma ogni tanto un po’ di fortuna ci vuole…