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Sesta tappa del mio Tour di ferragosto 2020 in Portogallo: ho una giornata intera da dedicare alla visita di Guimaraes, località poco conosciuta agli stranieri e bazzicata sopratutto dai turisti lusitani che la usano come gita della domenica. Non è molto grande, ma neanche piccolissima e può vantare i suoi circa 160.000 abitanti. E’ ricca di storia e lo dimostra il fatto che il suo centro è stato dichiarato patrimonio UNESCO. Ci arrivo dopo un giorno e mezzo trascorso a Porto, periodo nel quale ho riscontrato un clima invernale per circa l’80% della mia permanenza. La speranza di trovare un meteo decisamente migliore c’è, anche se le previsioni non sono favorevoli. Come succede per tutti i posti poco gettonati e poco battuti, non nutro grandi aspettative, per cui andiamo a vedere se mi sarò ricreduto oppure no…
Martedi 18 agosto: Dalla stazione di Porto Sao Bento partono moltissimi treni al giorno che hanno Guimaraes come fermata; basta acquistare il biglietto e salire su quello più congeniale alle proprie esigenze di orario perchè il ticket è virtuale e viene caricato sulla card magnetica denominata SIGA senza prenotazione della data e dell’ora. E’ esattamente come salire su una metropolitana: entri quando vuoi, convalidi e ti siedi…niente di più semplice. La tratta ha una durata minima di un’ora e massima di ottantacinque minuti che credo dipenda dal numero delle fermate intermedie. E’ pomeriggio inoltrato quando inizio il mio viaggio ed arrivo a destinazione che è quasi ora di cena. Durante il percorso mi documento su dove trovare un supermercato aperto tra la stazione e la stanza prenotata per la notte che si trova a circa un kilometro e mezzo, distanza da coprire rigorosamente a piedi come sempre; la salvezza me la da un Pingo Doce che resterà operativo addirittura fino alle 22:00. Faccio i miei acquisti ormai consolidati e mi dirigo sparato verso la destinazione finale notando che la temperatura è la più bassa tra quelle percepite dall’inizio del mio tour. La struttura è gestita da religiosi, ma questo è solo un dettaglio; la cosa importante è che la mia prenotazione (addirittura già pre-pagata) non si trova sul pc della reception. Alla fine vince la mia organizzazione: cedo alla suora come gentile omaggio la stampa della conferma di Booking.com ed ottengo in cambio le chiavi; per la serie “come passare un problema da me a qualcun’altro”, dato che adesso sarà lei a doversela vedere con il famoso portale. La camera è spartana, ma pulita; organizzo tutto sia per mangiare che per il successivo relax, così posso andare a dormire tranquillo al momento opportuno.
Mercoledi 19 agosto: La sveglia è comoda e prima delle 8:30 non si azzarda a disturbarmi; poi con la massima calma preparo le mie cose ed esco. La giornata non sembra eccelsa, ma il cielo è parzialmente sereno al punto da lasciare spazio anche a qualche raggio di sole. Appiccicata alla mia sistemazione ci sarebbe la Chiesa di Santa Luzia, costruzione molto particolare all’interno per via della forma del suo soffitto, ma non fotografabile esternamente perchè troppo vicina agli edifici posti di fronte. Arrivo su Alameda Dr. Alfredo Pimenta e ci trovo un traffico abbastanza sostenuto ed una serie di fontane che dividono le due carreggiate.
Un lato della medesima strada è costeggiato da aiuole fatte di sola erba che ospitano gli omaggi per “Robert Stephenson Smyth Baden-Powell” (un generale inglese che, oltre ad avere uno dei nomi più strambi d’Europa, è stato il fondatore dello scoutismo) e per “I Pompieri Volontari” che si distinguono per coraggio e generosità verso la collettività.
Svolto a sinistra ed ho davanti lo stadio dove gioca le partite della massima divisione portoghese il Vitoria SC; diciamo che fa la sua figura ogni anno (quando più e quando meno…) in un campionato da sempre dominato da tre-quattro formazioni al massimo e dove tutto il resto partecipa solo per la gloria o quasi. Un po’ perchè è praticamente in centro e non in un’area dedicata ed un po’ perchè ha intorno molta vegetazione, riesco ad immortalare solo la scultura del personaggio rappresentato sullo stemma dal club. A pochi metri, all’interno di una sottospecie di rotonda stradale di forma allungata, ci sono due statue inaugurate il 24 giugno 1997 niente popo’ di meno che dal presidente del Portogallo di turno, ma oggi on-line non esiste traccia di che cosa rappresentino.
Proseguo verso il prossimo obiettivo che è il museo “Casa della Memoria”, frammenti storici contenuti in una costruzione moderna; il Centro Internacional das Artes José de Guimarães è un grande padiglione usato per le esposizioni artistiche e creative il cui slogan “Un museo con un mondo all’interno” mi suona bene. Il “Museo Martins Sarmento” è ospitato da un bell’edificio, peccato che lo si possa fotografare solo da posizione obliqua per i soliti motivi. Concludo la zona con il “Convento di Sao Domingos” e con la “Chiesa di Sao Domingos”.
Il naturale seguito del giro sarebbe svoltare a destra su Rua Paio Galvao, ma tra me e me penso che forse è più opportuno buttami nell’area più turistica prima che arrivi la bolgia di visitatori; per tale ragione mi metto in marcia prima di subito. Durante il tragitto percorso anche (ma non solo) tra viuzze strette e non pavimentate con asfalto ho modo di vedere la fontana al centro della misera rotonda stradale di Rua de Valdonas ed un “Omaggio a Alberto Sampaio” parzialmente coperto (in basso a destra) dalle sedie e dai tavolini rossi di un bar.
Entro nel Jardins do Carmo ed a darmi il benvenuto c’è il “Monumento a Martins Sarmento”; dietro di lui un’altra fontana allieta la mia vista, mentre alla mia destra c’è la “Chiesa Nossa Senhora do Carmo” che mostra un bellissimo azulejo, anche se l’intera struttura è disturbata dagli alberi qui presenti.
Una leggera salita mi porta fin davanti al “Monumento a Dom Alfonso Henriques”, figura che funge quasi da guardiano per il bel “Palazzo dei Duchi di Braganza” che è visitabile per pochi euro. La semplice “Chiesa di Sao Miguel” è l’anticamera dell’attrazione più famosa di Guimaraes: il “Castello”. Ammirarlo è semplicemente uno spettacolo e direi che è giusto lasciar parlare le immagini:
Ho la conferma che questa località sia presa di mira dal turismo quando mi trovo nel retro del castello: c’è un parcheggio sterrato molto grande, assolutamente spropositato per le esigenze cittadine. In fondo trovo la “Chiesa di Sao Damaso” e, dopo aver invertito la marcia perchè qua ho terminato tutto, incontro il “Convento di Santo António dos Capuchos”.
Una breve passeggiata mi conduce di fronte al palazzo che ospita il “Tribunale Giudiziale”; davanti ad esso c’è la “Statua della Contessa Mumadona Dias”, mentre alla mia destra noto un tratto di “Cinta Muraria” perfettamente conservata.
E’ ora di buttarmi a capofitto ad esplorare i vicoletti che formano il centro storico e non me lo faccio dire due volte; inizio col dire che l’atmosfera qui è davvero medievale ed allo stesso tempo tutto è conservato maniacalmente. Largo Conejo Santa Maria Gomes ospita la “Camara Municipal” (ovvero il municipio di Guimaraes) più una piccola fontana. L’edificio esattamente dirimpettaio ha al suo interno la “Biblioteca Municipal Raul Brandao”.
Una enorme delusione mi aspetta dietro l’angolo: Praça de Sao Tiago avrebbe dovuto essere molto carina e caratteristica, ed invece è completamente tappezzata dai tavolini e dagli ombrelloni giganti di bar e ristoranti che qui hanno la loro attività; un gioiellino da guardare girando a 360 gradi su se stessi è trasformato quasi in una mensa. Passo tra gli archi dell’Antico Municipio, palazzo che ha una caratteristica particolare: in alto svetta la “Statua di Guimaraes Duas Caras”; tradotto dal portoghese significa Guimaraes due facce: guardando bene l’immagine seguente si nota il normale volto ed una secondo viso sulla pancia. Ci sono almeno un paio di leggende sul perchè quest’opera sia stata realizzata in questo modo, ma forse anche di più. L’unica cosa certa è che nessuno conosce la verità. La “Chiesa de Nossa Senhora da Oliveira” è troppo grande in proporzione allo spazio disponibile per poter entrare tutta quanta nell’obiettivo della mia reflex, così devo fare di necessità virtù. Di fronte ad essa c’è il “Pedrao do Salado” (una loggia gotica), mentre nelle immediate vicinanze ci sono il Museo di Alberto Sampaio e la piccola “Cappella da Senhora da Guia”.
Sono a due passi di numero da un luogo meraviglioso, uno dei più attesi di tutto il mio tour del Portogallo del ferragosto 2020, ma non procedo in quella direzione altrimenti scombussolerei il percorso. Lo ammetto: la voglia di fare una deroga al programma c’è ed è tanta, ma riesco a resistere. Torno un pochino indietro e poi devio verso Largo da Misericordia: qui ringrazio me stesso per la decisione appena presa perchè proprio in questo momento…inizia a piovere; ebbene si, anche oggi! Scatta automatico il mio personale rosario mentre mi riparo sotto un albero in attesa che le nuvole la smettano di rompere le scatole. Per fortuna dura poco (neanche un quarto d’ora), così posso continuare. Qui trovo una nuova fontana, il “Monumento a Joao Franco”, una “Scultura decisamente strana di Dom Alfonso Henriques” e la “Chiesa della Misericordia”.
Prendo Rua Rainha Dona Maria II° e, sempre se le auto parcheggiate me lo consentono, osservo prima la “Casa dos Lobo Machado” (un bell’edificio storico) e poi la “Cappella di Sao Crespim” seguita dalla “Torre das Almadas” che stavolta è disturbata dagli ammenicoli di un bar, ma ormai qui a Guimaraes questo particolare è la normalità. Nel Jardim do Largo Condessa do Juncal trovo il “Monumento in memoria dell’incisore Molarinho” e, appena fuori dall’area pedonamale, l’edificio che ospita il “Conservatorio di Guimaraes”.
Mi sposto in un punto molto particolare della città: Largo do Tural si apre con un tratto delle antiche mura incastonato tra i palazzi colorati che riporta la scritta “Aqui Nasceu Portugal” a caratteri cubitali; il senso della frase è ovvio e fa riferimento alle importanti battaglie per l’indipendenza che proprio qui sono state combattute e vinte, ma anche al fatto che il primo Re della neonata nazione fu Alfonso I°, nato proprio a Guimaraes. Il colpo d’occhio qui è davvero piacevole e tre elementi risaltano su tutto: la “Fontana do Tural”, la “Basilica di Sao Pedro” e la “Statua per Abel Salazar”.
Per cause di forza maggiore dedico più tempo del previsto alla Basilica perchè ricomincia a piovere e la uso spudoratamente come riparo momentaneo. Stavolta le precipitazioni scendono per quasi trenta minuti. Quando la situazione torna alla normalità mi rimetto in moto e mi dirigo qualche centinaio di metri in periferia perchè voglio vedere “Palacio Vila Flor” (una location destinata ad eventi culturali) che affaccia su un curato giardino. E’ inutile dire che in condizioni meteo migliori tutto si sarebbe presentato in maniera differente. La costruzione è molto grande e non fotogenica, ma faccio del mio meglio.
Ripercorro la stessa strada fatta per arrivare e riparto in centro esplorando i Jardins da Alameda dove trovo un paio di fontane molto simili tra loro, ma non uguali. Al di là della carreggiata ecco due Statue: una per “San Gualter” e l’altra per “San Francisco”. Al piano di sotto (o meglio su una strada che raggiungo scendendo una breve scalinata) osservo la “Chiesa di San Francisco” e la vicina “Sede dell’Ordine di San Francisco” che porto nel mio album dei ricordi perchè davvero meritevole.
Seguo la direzione indicata dalla mia mappa ed arrivo nella zona dei “Tanques de Couros”: sono le vecchie vasche che venivano usate per la lavorazione delle pelli dei bovini. Questa attività ha avuto origini addirittura nel medioevo, per poi subire un brusco declino nella seconda metà del XX° secolo fino alla chiusura dell’ultima azienda avvenuta nel 2005. Più avanti incontro il “Centro Ciencia Viva”, uno spazio espositivo per tutto ciò che è scienza e tecnologia. La “Fonte da Ramada”, la “Statua a D. Domingos Goncalves” e lo stranissimo “Monumento ao Nicolino” mi introducono al prossimo step che è ciò che aspetto fin dal mio arrivo qui a Guimaraes.
Mi trovo in “Largo Republica do Brasil”, un luogo semplicemente incantevole e più bello di come lo avevo visto in foto (ma questo è normale). E’ uno spazio aperto molto ampio formato da due carreggiate asfaltate per il traffico cittadino con in mezzo aiuole piene zeppe di piante e fiori sistemati magistralmente. Per mostrare davvero ciò di cui sto parlando servirebbe un drone, ma purtroppo non fa parte del mio equipaggiamento e quindi sono costretto a fare del mio meglio con la macchina fotografica. Alle due estremità ci sono la bellissima “Chiesa e Oratorio de Nossa Senhora da Consolação e Santos Passos” ed una fontana che prende il nome dalla strada in cui si trova. Dato che l’area non è pianeggiante, il top della visuale si ha guardando dalla fontana (punto più elevato) fino alla chiesa (punto più basso). Ma basta chiacchiere, meglio passare alle immagini:
Spero non me ne voglio il buon “Conde de Arnoso” se lo lascio per ultimo; anche lui si trova in questo spazio meraviglioso, ma credo converrà con me che non può competere. A questo punto ho ancora un asso nella manica che avrei potuto vedere nel caso in cui mi fosse rimasto del tempo da spendere; guardo l’orologio e la risposta al mio dubbio è positiva, per cui mi incammino verso il “Teleferico”. Come dice il nome stesso si tratta di una funivia che conduce (al prezzo di 7,50 euro per andata e ritorno) al Parque de Penha. Su una collina alta 617 metri si apre un’area verde di grandi dimensioni composta da sentieri, grotte e punti panoramici. I locali ci passano intere giornate (magari quando il meteo è migliore di quello odierno…) mentre io ho solo poche decine di minuti, per cui mi butto alla scoperta dei punti salienti. Sto parlando del “Santuario di Penha” (un altro dieci e lode da dare ad occhi chiusi), la “Statua di Pio IX°” e la piccola “Capela de Santa Catarina”. Ciliegina sulla torta è la “Vista su Guimaraes” che da quassù è particolare.
Quando saluto il Teleferico non mi resta altro da fare che tornare verso la stazione ferroviaria perchè anche questa località è stata esplorata centimetro per centimetro. Sono prontissimo per un nuovo trasferimento, sempre nella speranza che il meteo torni ad assistermi proprio come aveva fatto nei primi giorni della mia permanenza qui in Portogallo.
In conclusione, Guimaraes è tanto sconosciuta a noi italiani quanto interessante. Avere il centro storico patrimonio UNESCO non è proprio da tutti; inoltre nel 2012 questa città è stata capitale europea della cultura, un altro punto a suo favore. Vengo via piacevolmente sorpreso e contento che le mie assidue ricerche mi abbiano dato l’ennesima soddisfazione e consiglio a chi ha intenzione di organizzare un tour del Portogallo di inserirla come tappa poichè tale scelta non vi farà pentire.