La Coruna: L’oceano dà spettacolo, ma il resto dov’è?

di admin
Vista favolosa sull'Orzan e sul Riazor - 1

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Questo racconto è la seconda ed ultima parte del mio week-end in Galizia di fine novembre/inizio dicembre 2019. Come da titolo parlerò della visita a La Coruna, mentre precedentemente ho descritto la città di Santiago de Compostela (vedi post dedicato) che ho passato al setaccio nel primo dei due giorni di permanenza in Spagna. Le differenze tra le due località, seppur molto vicine geograficamente, sono notevoli. Per questo motivo ho ritenuto opportuno dedicare una pagina a ciascuna di loro. La Coruna ha circa 250.000 abitanti, ma non è capoluogo di regione; infatti questo onore spetta alla città del “cammino” la cui popolazione si ferma a 96.000 unità; con le solite e dovute proporzioni, sarebbe come se in Emilia Romagna Piacenza fosse capoluogo al posto di Bologna; questo è uno dei tanti esempi che si potrebbero fare per capire meglio tale stranezza. Oggi ho meno ore a disposizione rispetto a ieri, per cui mi aspetta un tour de force per riuscire a finire tutto prima di tornare a casa. Ce l’avrò fatta? Non resta altro che scoprirlo…

Domenica mattina: la sveglia suona alle 6:45, orario deciso per poter fare le cose con calma e poi uscire dall’albergo di Santiago de Compostela in cui mi trovo ed iniziare la marcia verso la stazione ferroviaria che dista circa 1,4 kilometri. Quando mi butto in strada è buio pesto e lo sarà per molto perchè in Spagna il sole sorge e tramonta più tardi rispetto all’Italia. Ieri è stata una giornata che ha visto molta pioggia scendere ad intermittenza, cosa che deve essere continuata per tutta la notte perchè per terra è tutto ben bagnato. Alle 7:20 sono a destinazione con buon anticipo come piace a me, così mi metto a passeggiare nella sala d’attesa dove guardo il tabellone degli orari in cerca di idee per eventuali futuri viaggi. Per la primissima volta da quando visito questa nazione non è necessario passare lo zaino nel metal detector per accedere ai binari e la cosa è abbastanza strana, ma accetto volentieri. Quando arriva il treno salgo sulla carrozza numero quattro e trovo il mio posto. La tratta dura trenta minuti scarsi che passo insieme a pochissima gente: si sa che da queste parti sono abituati a fare le ore piccole per poi svegliarsi con moooolta calma; oggi poi è domenica, per cui…apriti cielo. La stazione di La Coruna è abbastanza moderna, proprio come me l’aspettavo. Quando metto il naso fuori dall’uscita non c’è ancora traccia del sole; o meglio…lui sarebbe anche al suo posto pronto a fare capolino, ma una coltre di nuvole gli sta dando molto filo da torcere. In parole povere la luce è pochissima ed i lampioni fotosensibili sono ancora accesi alle 8:20 del mattino. Non me la sento di aspettare che la situazione cambi perchè ritengo di avere il tempo contato, per cui mi metto in marcia sin da subito. Servono 8-9 minuti per raggiungere il primo punto di interesse, periodo nel quale mi guardo intorno per capire con che tipo di realtà avrò a che fare e non ci metto molto a capire una cosa che poi risulterà veritiera: anche questa, come un po’ tutte le città portuali che ho incontrato nella mia vita (compresa la mia Livorno), mi dà la sensazione di località incasinata ed anche un po’ trasandata, un qualcosa di strano che non mi fa stare totalmente a mio agio. Purtroppo non riesco mai a trovare le parole giuste per descrivere ciò che provo in certi casi, ma è così che mi sento pure stavolta. Sono di fronte alla “Parroquia de San Pedro de Mezonzo” e già devo pensare a dove mettermi per fotografarla al meglio: infatti un enorme cavalcavia che ricorda vagamente la Tangenziale Est di Roma si trova a breve distanza dall’edificio religioso e taglia parzialmente la mia visuale; alla fine una soluzione la trovo e procedo, ma se il buongiorno si vede dal mattino…le cose non iniziano troppo bene.

Parroquia de San Pedro de Mezonzo

Parroquia de San Pedro de Mezonzo

A due passi di numero c’è il “Parque de Cuatro Caminos” e, già che ci sono, vado a vedere cosa c’è anche se sulla mia mappa non vedo nulla di importante. La mia curiosità viene premiata perchè trovo la singolare scultura in onore di “Alexandre Boveda” il giovane intellettuale galiziano ucciso dall’esercito di Franco nel 1936. Una cosa che ci tengo a sottolineare è la statua dedicata a “Juan Neira”: fu un dottore conosciuto come “il medico dei poveri” perchè durante la sua vita ha fatto tutto il possibile per curare le persone con poche o zero risorse finanziarie; credo sia un dovere ricordarlo come uno degli ultimi eroi che hanno svolto il loro lavoro per vocazione e non per accumulare simultaneamente incarichi pubblici e privati ed avere così 2-3 stipendi pensando solo ad ingrassarsi come avviene oggi. Dò una rapida occhiata anche alla “Fuente de Cuatro Caminos” e poi mi rimetto in moto.

Singolare scultura in memoria di Alexandre Boveda

Singolare scultura in memoria di Alexandre Boveda

Juan Neira, il medico dei poveri

Juan Neira, il medico dei poveri

Funte de Cuatro Caminos

Funte de Cuatro Caminos

Il prossimo obiettivo mi porta in mezzo a palazzoni multipiano che caratterizzano una zona che definire brutta è un complimento. In mezzo ad essi spunta la “Iglesia de la Divina Pastora-Capuchinos” sulla quale campeggia una scritta in spagnolo che festeggia il centenario della confraternita, ma non della chiesa che fu costruita nel 1955. Qui la freddura me la servono su un piatto d’argento: dopo 100 anni di cappuccini, da domani si comincia col latte macchiato!

Iglesia de la Divina Pastora-Capuchinos

Iglesia de la Divina Pastora-Capuchinos

Un’altra passeggiata mi porta da tutt’altra parte; salendo su una scala raggiungo un ponte che mi permette di accedere al “Parque de Santa Margarita”, altra area verde di medio-grandi dimensioni. Mi accoglie il “Monumento per Joaquin Costa” (importante politologo spagnolo del XIX° secolo); punto dritto all’edificio che ospita la “Casa das Ciencias” e mi piace perchè decisamente particolare. Nelle immediate vicinanze c’è l’inattesa presenza di quello che sembra essere a tutti gli effetti un vecchio mulino. Torno sulla strada asfaltata per vedere la “Parroquia de Santa Margarita” seguita dalla “Iglesia Parroquial Franciscanos”, il cui misero piazzale con fondo di terra è usato senza ritegno come parcheggio dagli abitanti del luogo. Poche centinaia di metri e posso ammirare il bel “Palazzo dell’Opera” di La Coruna.

Monumento per Joaquin Costa

Monumento per Joaquin Costa

Casa das Ciencias

Casa das Ciencias

Un vecchio Mulino

Un vecchio Mulino

Parroquia de Santa Margarita

Parroquia de Santa Margarita

Iglesia Parroquial Franciscanos

Iglesia Parroquial Franciscanos

Palazzo dell'Opera di La Coruna

Palazzo dell’Opera di La Coruna

Dopo questo click sento una goccia cadere sulla mia testa: ci risiamo…anche oggi inizia a piovere ad intermittenza proprio come ieri a Santiago de Compostela, così mi tocca mettere l’impermeabile allo zaino per proteggere tutte le mie cose. Una nuova passeggiata mi conduce prima di fronte alla “Parroquia de Santa Lucia” e poi alla “Casa-Museo Picasso” che si rivela la solita cavolata come il 99% delle case-museo del mondo; non darò mai un centesimo a questi luoghi se non sarò sicuro (da fonti ultra-documentate) che ne valga veramente la pena.

Parroquia de Santa Lucia

Parroquia de Santa Lucia

Mi sposto sui “Giardini di Mendez Nunez”, ovvero un’area verde che si estende più in lunghezza che in larghezza e che costeggia (o per meglio dire che devia la vista) la fredda e scialba zona portuale industriale che si estende alle sue spalle. Qui ci sono una serie di punti di interesse che a mio avviso valgono davvero poco, ma per dovere di cronaca li riporto nell’ordine in cui sono ubicati: la “Rosaleda” (roseto in lingua italiana) è totalmente spoglia, ma voglio dare la colpa al periodo; oggi è il primo dicembre e sicuramente in primavera lo spettacolo è diverso (o almeno lo spero). La scultura per l’ex politico “Manuel Linares Rivas” non è male, così come il “Calendario Floreale” che indica esattamente la data di oggi; nonostante sia ancora mattina i giardinieri locali hanno già provveduto a modificare il giorno ed il mese correnti modificando l’ordine delle piante. Seguono una serie di monumenti piazzati un po’ a casaccio: sono dedicati a “Enrique Hervada” (medico), “Eduardo Pondal” (poeta), “Juan Fernandez Latorre” (politico) ed “Emilia Pardo Bazan” (scrittrice). Tutto ciò è intervallato da ciò che reputo un vero e proprio schifo: mi riferisco al “Monumento al Nino” che trovo talmente brutto da non avere le parole per descriverlo. Conclude il tutto il Monumento alla poetessa “Concepcion Arenal” che ha davanti una piacevole fontana.

Scultura per Manuel Linares Rivas

Scultura per Manuel Linares Rivas

Enrique Hervada

Enrique Hervada

Eduardo Pondal

Eduardo Pondal

Juan Fernandez Latorre

Juan Fernandez Latorre

Emilia Pardo Bazan

Emilia Pardo Bazan

Monumento al Nino

Monumento al Nino

Fontana dei Giardini di Mendez Nunez

Fontana dei Giardini di Mendez Nunez

Per Concepcion Arenal

Per Concepcion Arenal

Una striscia di asfalto divide questo lato del parco dal successivo che, sulla falsa riga del precedente, ricomincia con le statue di dubbio gusto ed importanza: quella di “John Lennon” ci sta bene come il cavolo a merenda, soprattutto perchè tutti gli altri personaggi la cui memoria viene ricordata qui sono nati in Galizia. E’ poi la volta di “Daniel Carballo” (scrittore e politico), “Wenceslao Fernandez Flores” (scrittore), “Alfredo Suarez Ferrin” (politico) e “Curros Enriquez” (scrittore); l’opera chiamata “Il libro ed i suoi autori” conclude il noioso elenco. Qui si affacciano due edifici da ricordare: il primo è “La Terraza” che oggi funge da sede locale per la televisione pubblica spagnola, mentre il secondo è il “Kiosco Alfonso” che viene usato come galleria d’arte.

John Lennon

John Lennon

Daniel Carballo

Daniel Carballo

Alfredo Suarez Ferrin

Alfredo Suarez Ferrin

Curros Enriquez

Curros Enriquez

Il Libro ed i suoi autori

Il Libro ed i suoi autori

La Terraza

La Terraza

Attraverso la carreggiata per osservare “l’Obelisco” ma faccio una fatica mortale per fotografarlo perchè proprio in questo momento degli operai stanno montando un albero di Natale artificiale ed hanno semi-interdetto al passaggio la parte davanti dell’opera stessa. Alla fine però ci riesco superando un po’ le transenne senza essere rimproverato. E’ poi la volta del palazzo che ospita il “Teatro Colon”.

L'Obelisco di La Coruna

L’Obelisco di La Coruna

Teatro Colon

Teatro Colon

Faccio ora il mio ingresso in una zona che finalmente regala un bel colpo d’occhio, cioè “Avenida de la Marina”, momento nel quale vedo per la prima volta il mare di La Coruna, anche se si tratta solo del porto. Qui non serve interdire la vista come nel caso raccontato poco fa. Anzi, è tutto il contrario: è un piacere girare su me stesso a 360 gradi e godere del panorama. Da adesso in poi ho un piano tutto mio per vedere uno ad uno i tanti punti di interesse che la mappa mi propone e spero di non aver calcolato male distanze e tempi di percorrenza. L’unica cosa che posso fare per scoprirlo è andare. L’inizio non è fortunato perchè il “Teatro Rosalia Castro” è troppo appiccicato ad altri edifici per poter essere fotografato con sufficiente qualità, per cui devo limitarmi a guardarlo. Fortunatamente la stessa situazione non vale per la “Iglesia San Nicolas” che documento a dovere. Devo attraversare l’area del Mercato San Agustin e l’ambientino che trovo non è proprio per palati fini: extracomunitari senza fine e poco altro stazionano qui, ma c’è anche qualcosa di positivo: un misero forno espone pane e cornetti meravigliosi ed ammetto che la voglia di entrare e strafogarmi un po’ di tutto mi viene, però mi metto il paraocchi e riesco a resistere. “Plaza de l’Humor” è una piccola area che prende questo nome perchè vi si trovano sculture goliardiche, ma bastano pochi passi per tornare di nuovo serio davanti alla “Chiesa di San Giorgio” e, soprattutto, al “Palacio Municipal” ubicato in “Plaza de Maria Pita, un’eroina che difese La Coruna dall’attacco degli inglesi del 1589; a lei è dedicata una statua proprio qui. Ci sono decine di operai intenti a montare un palcoscenico per qualcosa che si svolgerà in loco per festeggiare il prossimo Natale/capodanno e non disdegno di infilarmi tra di loro nonostante stiano lavorando perchè non me ne sarei mai andato senza le foto che bramo.

Avenida de la Marina - scorcio

Avenida de la Marina – scorcio

Iglesia San Nicolas

Iglesia San Nicolas

Plaza de l'Humor - 1

Plaza de l’Humor – 1

Plaza de l'Humor - 2

Plaza de l’Humor – 2

Plaza de l'Humor - 3

Plaza de l’Humor – 3

Chiesa di San Giorgio

Chiesa di San Giorgio

Palacio Municipal - vista frontale

Palacio Municipal – vista frontale

Palacio Municipal - vista laterale

Palacio Municipal – vista laterale

In onore di Maria Pita

In onore di Maria Pita

Siccome sono duro come i sassi, non contento della delusione presa in precedenza vado fin davanti alla “Casa-Museo di Emilia Pardo Bazan” e trovo la solita stupidaggine di sempre. Giro l’angolo e vengo rincuorato dalla vicina “Iglesia de Santiago”. In “Plaza da Constitucion”, dalla parte opposta rispetto al “Palazzo de Capitanìa General” noto una interessante fonte, poi da lì mi sposto in “Plaza do General Azcarraga” dove il sole, appena uscito dopo l’ennesimo acquazzone di pochi minuti, illumina fin troppo la piccola fontana presente.

Iglesia de Santiago

Iglesia de Santiago

Fonte in Plaza da Constitucion

Fonte in Plaza da Constitucion

Fontana in Plaza do General Azcarraga

Fontana in Plaza do General Azcarraga

A breve distanza posso ammirare la “Colexiata Santa Maria do Campo” e passare davanti al “Convento de Santa Barbara” che dall’esterno non ha alcun senso fotografare. Cosa che non vale per il vicino “Colexio Santo Domingo” il cui ingresso è ubicato nell’omonima piazza. E’ la volta di entrare nei “Giardini di San Carlos” e lo si può fare salendo una piccola scalinata; bastano due secondi per osservare la “Tomba di Sir John Moore”, generale dell’esercito britannico che morì proprio a La Coruna colpito da una palla di cannone mentre combatteva la Guerra di indipendenza spagnola contro il Primo Impero Francese guidato da Napoleone. Pochi passi avanti e ci sarebbe un “Mirador”, ma la vista che offre non mi piace. L’unica cosa che mi colpisce è una piscina all’aperto che vedo a poca distanza: il 1° dicembre è piena di nuotatori che indossano solo il costume da bagno; voglio sperare che quell’acqua sia riscaldata almeno un pochino…anche se dalla mia posizione non vedo vapori che si disperdono nell’aria e quindi il dubbio resta. Mi viene freddo solo a pensare a cosa sta facendo quella gente. Con un balzo felino sulle mura di recinzione del giardino riesco a fotografare dall’alto gli edifici del “Museo Militar”; ammetto che l’immagine che segue è di terribile qualità, ma provando a scattarla dal piano strada non avrei ricavato assolutamente nulla, quindi o così o niente.

Colexiata Santa Maria do Campo

Colexiata Santa Maria do Campo

Colexio Santo Domingo

Colexio Santo Domingo

Tomba di Sir John Moore

Tomba di Sir John Moore

Museo Militar

Museo Militar

Adesso non mi resta altro da fare che tornare nella zona di “Avenida de la Marina” e, una volta terminato anche lì, potrò cambiare totalmente zona della città. Passeggiando ho modo di ammirare il bel “Castelo de Santo Anton” che oggi è adibito a Museo Storico ed Archeologico. Il “Monumento a la Virxe do Carme” ed un ultimo sguardo al panorama qui presente anticipano il mio saluto in vista della discreta camminata che mi aspetta.

Castelo de Santo Anton

Castelo de Santo Anton

Monumento a la Virxe do Carme

Monumento a la Virxe do Carme

Avenida de la Marina - il porto

Avenida de la Marina – il porto

Taglio una buona parte dell’agglomerato urbano fin quando incontro prima la “Parroquia de San Tomè Apostolo” e poi il “Cimitero de Santo Amaro” che è ubicato a picco sull’Oceano Atlantico. Quando imbocco il “Paseo Maritimo” inizia per me un altro viaggio; posso addirittura dire che è quasi come se da questo punto in poi cambiassi città, ma di fatto non è così. Finalmente ho una visione del mare aperto senza banchine portuali che condizionano il panorama; ci metto un secondo ad ammirare la potenza delle acque che si infrangono contro le rocce con una forza non indifferente. Da questo stesso momento inizio a sentire addosso un vento clamoroso che non mi abbandonerà per un bel po’, ovvero fin quando fra me e le onde non ci sarà niente a fare da filtro. Ma non è tutto: lo spettacolo già entusiasmante di fronte ai miei occhi migliora ancora di più quando mi trovo davanti la “Spiaggia di Santo Amaro”; qualcosa di più di un fazzoletto di sabbia dorata viene bagnata dall’oceano che assume un colore entusiasmante, come non lo avrei mai immaginato. So bene che giorno è oggi e so ancora meglio che quell’acqua è freddissima anche a metà luglio (quindi figuriamoci adesso…), ma la voglia di fare un tuffo è troppo forte e solo la mancanza di costume e telo mare mi frena.

Parroquia de San Tomè Apostolo

Parroquia de San Tomè Apostolo

Spiaggia di Santo Amaro - 1

Spiaggia di Santo Amaro – 1

Spiaggia di Santo Amaro - 2

Spiaggia di Santo Amaro – 2

Una particolare scultura della quale non ci sono tracce nè in loco, nè on-line e nè da nessuna parte sembra fare da apripista per un percorso meraviglioso che passa dove meglio non potrebbe a picco sull’Oceano permettendo a chi ci cammina di godere del fragore delle onde; vorrei che questo pezzo non finisse più ed è questo uno dei momenti nei quali non vorrei essere solo, ma condividere queste bellezze con qualcuno veramente speciale. Ma la situazione è questa e me la devo sorbire, così faccio di necessità virtù e nel frattempo mi pregio prima della piccola “Spiaggia do Adormideiras” e poi della “Spiaggia dos Mouros”.

Scultura che apre la passeggiata a picco sull'Oceano

Scultura che apre la passeggiata a picco sull’Oceano

Spiaggia do Adormideiras

Spiaggia do Adormideiras

Spiaggia dos Mouros

Spiaggia dos Mouros

Dopo aver visto il “Cementerio Moro” posso dedicarmi alla spianata dei Menhires ed ho la fortuna di poter includere anche un discreto arcobaleno in una delle immagini che scatto. Prima di lasciare questa zona mi volto verso il mare e mi prende un colpo: sta passando un tizio che sta facendo footing con i soli pantaloncini, quindi a torso completamente nudo. Il vento gelido mi sta portando via nonostante la maglietta intima che indosso a pelle, il maglione di pile ed il giacchetto…e quel tipo è praticamente nudo. La cosa che mi fa più rabbia è che io sicuramente mi beccherò un raffreddore a breve mentre lui passerà tutto l’inverno senza malanni…perchè è questo che succederà.

Cementerio Moro

Cementerio Moro

Spianata dei Menhires - 1

Spianata dei Menhires – 1

Spianata dei Menhires - 2 con arcobaleno

Spianata dei Menhires – 2 con arcobaleno

Proseguo la passeggiata continuando a godere del bellissimo panorama e sorrido davanti ad una buffa “Scultura di Hercules sulla Nave” realizzata con uno stile tutto particolare; pochi passi ancora e già riesco a vedere nitidamente la “Torre de Hercules” che immortalerò meglio quando sarò a distanza consona. Nel frattempo continuo ad osservare il fragore dell’Oceano Atlantico che accompagna ogni mio passo. Subito dopo la suddetta torre vedo anche la “Statua in onore di Breogan” (da molti definito il fondatore della Galizia, ma siamo nel campo della mitologia pura) al centro di una rotonda stradale e la buffa quanto oscena “Scultura di Caronte” situata a poche decine di metri.

Hercules sulla Nave

Hercules sulla Nave

Torre de Hercules - 1

Torre de Hercules – 1

Torre de Hercules - 2

Torre de Hercules – 2

Statua di Breogan

Statua di Breogan

Scultura di Caronte

Scultura di Caronte

Pochissimi minuti mi separano da un altro capolavoro della natura: in mezzo a questo inferno di correnti c’è lei, la “Spiaggia das Lapas”; personalmente non ho parole per descriverla e continuo a non credere ai miei occhi per quanto è bella. Meglio lasciar parlare le immagini.

Spiaggia das Lapas - 1

Spiaggia das Lapas – 1

Spiaggia das Lapas - 2

Spiaggia das Lapas – 2

Non riesco a staccarmi da cotanta meraviglia, ma devo farlo e chiudo gli occhi per poi voltarmi verso la direzione da seguire. Supero “l’Aquarium Finisterrae” (la struttura è brutta e non merita una foto) e passeggio per alcune centinaia di metri avvicinandomi pian piano a quello che è un altro punto forte di questa città, vale a dire lo spazio composto dalla “Spiaggia di Orzan” e dalla “Spiaggia del Riazor”: è un unico grande arenile diviso però idealmente da una piccola scogliera. La frattura non è solo a livello visivo, ma anche di correnti: la prima parte è più pericolosa e bazzicata da giovani con un pizzico di incoscienza, mentre la seconda parte è più calma ed adatta alle famiglie con bambini. Passo dopo passo scatto fotografie a raffica perchè voglio cogliere la luce migliore possibile; non posso assolutamente andare via da questo posto senza portare via dei mini-capolavori della città di La Coruna che si adagia sul suo arenile più famoso. Verso la metà del percorso ho modo di osservare anche la “Casa del Hombre” (detta anche “Museo Domus”) e, una volta a destinazione, la “Fuente dos Surfistas”.

La potenza dell'Oceano Atlantico sulle tante rocce presenti

La potenza dell’Oceano Atlantico sulle tante rocce presenti

Vista sulla rotta di avvicinamento al Riazor

Vista sulla rotta di avvicinamento al Riazor

Casa del Hombre

Casa del Hombre

Vista favolosa sull'Orzan e sul Riazor - 1

Vista favolosa sull’Orzan e sul Riazor – 1

Vista favolosa sull'Orzan e sul Riazor - 2

Vista favolosa sull’Orzan e sul Riazor – 2

Fuente dos Surfistas

Fuente dos Surfistas

Spiaggia di Orzan

Spiaggia di Orzan

Ci risiamo: non voglio lasciare questo spettacolo, ma devo farlo…per fortuna solo temporaneamente. Mi aspettano un paio di cosucce segnate sulla mappa in posizione più interna e non voglio lasciare niente di intentato, per cui mi dirigo verso la vicinissima “Parroquia de Maria Auxiliadora”. L’edificio che ospita il “Museo delle Belle Arti” è un tantino più lontano, ma lo trovo senza infamia e senza lode, per cui lo guardo due secondi netti e poi passo oltre perchè è già il momento di tornare sul lungomare.

Parroquia de Maria Auxiliadora

Parroquia de Maria Auxiliadora

Il prossimo punto di interesse è la “Parroquia de San Pio X e San Roque” che raggiungo dopo altri 400 metri di ammirazione verso le due spiagge qui presenti. Alla mia sinistra non posso fare a meno di notare lo “Stadio Riazor” ovvero quello in cui gioca la squadra del Deportivo La Coruna, oggi caduta in un incubo che pare senza fine che la vede all’ultimo posto della Serie B spagnola, serissima candidata a finire in serie C a fine stagione. Sembra incredibile che stia succedendo, ma è davvero così: quello stesso club che anni fa mi diede una gioia clamorosa quando recuperò uno 0-3 subito a San Siro battendo in casa 4-0 il Milan (quella sera persi la voce dagli urli di gioia che feci)…oggi sta finendo nel dimenticatoio. Non mi avvicino più di tanto all’impianto sportivo perchè sono sicuro che lo troverò chiuso e non accessibile, così passo oltre dirigendomi a vedere la “Fontana-Monumento alla Tolleranza” ubicato nell’omonima piazza. Qualche strada più in là incontro il bel palazzo di vetro che ospita il “Museo della Scienza e della Tecnologia”. Mentre sono intento a scattare la solita istantanea mi accorgo che un extracomunitario che sta passando casualmente nella traiettoria del mio scatto si ferma e si copre il volto. “Mica sarai un clandestino…vero?” mi verrebbe tanto da chiedergli, ma come sempre soprassiedo. Personalmente non ho nessun timore di finire nelle foto degli altri perchè non ho proprio un bel nulla da nascondere; evidentemente per certa gente i fatti non sono gli stessi.

Spiaggia del Riazor

Spiaggia del Riazor

Parroquia de San Pio X e San Roque

Parroquia de San Pio X e San Roque

Fontana-Monumento alla Tolleranza

Fontana-Monumento alla Tolleranza

Museo della Scienza e della Tecnologia

Museo della Scienza e della Tecnologia

Mi ributto sul lungomare dove il vento continua ad aumentare la sua spinta che ora è quasi insopportabile; sono costretto a togliermi gli occhiali perchè potrebbero letteralmente volare via in un attimo. Da qui in avanti le spiaggette paradisiache sono finite e tornano le rocce con le onde che vi si infrangono con tutta la loro forza. Mi restano solo due punti di interesse prima di prendere la strada del ritorno verso la stazione e non intendo fermarmi proprio ora. E’ così che raggiungo l’opera chiamata “Millennium” e poi una simpatica scultura colorata di un polpo.

Millennium

Millennium

Il Polpo

Il Polpo

Saluto l’Oceano Atlantico perchè questa è l’ultima volta che lo vedrò per chissà quanto tempo; prendo una stradina in salita e mi ributto in mezzo ai palazzi. Quella che manca da vedere e che sta per iniziare è una zona della città non proprio edificante, nel senso che passerò in mezzo a quartieri con alta presenza di extracomunitari e ad aree industriali, ma d’altra parte se voglio vedere proprio tutto e non rifare lo stesso percorso dell’andata a ritroso non ho scelta. La “Iglesia Parroquial de Nuestra Senora de los Rosales” apre le danze. E’ poi la volta del “Pavone Reale”, scultura fatta con le piante ed ubicata al centro di una rotonda stradale. Segue la “Fontana-Monumento a Pucho Boedo” (musicista) e tutto si conclude con la vista del “MEGA”, ovvero del Museo della Birra Estrella Galicia che ha qui la sua fabbrica. Del tutto inaspettate sono due belle fontane che trovo molto vicine alla stazione ferroviaria che non perdo occasione di fotografare.

Iglesia Parroquial de Nuestra Senora de los Rosales

Iglesia Parroquial de Nuestra Senora de los Rosales

Pavone Reale

Pavone Reale

Fontana-Monumento a Pucho Boedo

Fontana-Monumento a Pucho Boedo

MEGA - Museo della Birra Estrella Galicia

MEGA – Museo della Birra Estrella Galicia

Fontana nei pressi della Stazione - 1

Fontana nei pressi della Stazione – 1

Fontana nei pressi della Stazione - 2

Fontana nei pressi della Stazione – 2

Beh, che dire? Ho finito tutto il programma di oggi ed ho ancora un’oretta scarsa a disposizione, per cui mi ricordo di non aver messo più niente nello stomaco dalla cena di ieri sera in hotel a Santiago de Compostela e mi infilo in un fast-food dove consumo un menù kebab con tutta la calma del mondo, passando il tempo rimanente ad aggiornarmi su come stanno andando le partite di oggi. Alle 17:40 saluto il gestore e vado alla stazione; stavolta il controllo del bagaglio al metal detector torna ad essere obbligatorio, così lo supero e mi dirigo al vagone numero uno sul binario numero tre. A differenza di questa mattina dove eravamo pochi intimi a viaggiare, adesso il treno è stracolmo in ogni ordine di posto. Alle 18:00 in punto il mezzo pubblico inizia a muoversi ed alle 18:26 rimetto piede nella città del “cammino”; dieci minuti scarsi di passeggiata mi separano dal capolinea del bus che mi riporterà all’aeroporto partendo da “Plaza Galicia” ed ho così modo di infilarmi dentro una botteguccia gestita da asiatici per acquistare da bere ed uno sfizio dolce a prezzo irrisorio per allietare la mia attesa nel piccolo scalo di Santiago; un’altra abile mossa che mi permette di evitare di pagare tre euro una lattina e chissà quanto il pezzo dolce all’interno dei ladrocini autorizzati che si chiamano aerostazioni. Alla fine tutto va liscio, i minuti passano tranquilli ed il volo che mi porterà a Madrid Barajas è puntuale. Una volta nella capitale spagnola cerco un posticino a sedere che abbia una presa di corrente nelle immediate vicinanze dove passare gran parte della notte, possibilmente lontano da eventuali rompicoglioni. Giocando col mio calcio manageriale riempio un paio d’ore, poi mi corico sulle dannate sedie cercando di dormire qualche ora ed evitando di spaccarmi la schiena ma non è affatto facile. Alle 6:30 in punto un altro volo mi riporta a Roma Ciampino, cioè ad un tiro di schioppo da casa ed è così che anche questo particolare week-end volge al termine.

La conclusione stavolta è meno scontata rispetto al solito: La Coruna è una città portuale e questo già la rende più disordinata e trasandata rispetto alle località dell’entroterra. Non ha una storia clamorosa ed il suo centro ne risente abbastanza. Le cose però cambiano dalla “a” alla “z” quando ci si affaccia sull’oceano; chi ha letto tutto il racconto si sarà reso conto di quanta enfasi ho messo nel descrivere la seconda parte rispetto alla prima e questo è dovuto esattamente alle sensazioni che ho provato. Quindi, ricapitolando posso dire che La Coruna merita una visita soprattutto per il lungomare; l’importante per non rimanere delusi è non aspettarsi cose eclatanti tra centro storico e periferia.

 

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