Ferrara: una bella città ma non mi ha fatto scattare la scintilla

di admin

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Questo viaggio a Ferrara non era previsto; o, per meglio dire, non lo era per oggi. La città estense è da tempo nella mia lista dei luoghi da visitare, ma non c’era alcuna prenotazione programmata per il 2 giugno 2018.  La destinazione sarebbe dovuta essere la Diga del Vajont, ma qualcosa all’ultimo momento è andato storto. In fase di preparazione dell’itinerario ho scoperto con sommo stupore che la ATAP (compagnia che si occupa del trasporto in pullman nella provincia di Pordenone) si permette di interrompere tutte le corse extraurbane nei giorni festivi. Per me è una cosa totalmente inconcepibile perchè la possibilità di spostarsi con i mezzi pubblici dovrebbe essere presente tutti i giorni dell’anno, non solo nei feriali. Resto allibito, ma non è che posso cambiare le cose…per cui mi devo adattare e devo soprattutto cambiare mèta per questa giornata. E’ così che la scelta cade proprio su Ferrara dove arrivo arrangiandomi un po’, dato che il mio biglietto dell’intercity notte recita testualmente “Roma Termini ore 22:34 – Pordenone ore 08:01”. Vediamo cosa è successo…

Venerdi sera: Il solito tragitto composto da macchina e metropolitana mi porta per tempo alla stazione Termini di Roma; qui ho il tempo di andare al mio negozio bengalese di fiducia e comprare un paio di lattine di Coca-Cola fresche che mi avrebbero allietato il viaggio. Mentre mi dirigo verso il binario mi ferma un tizio che mi chiede di aiutarlo a comprare il biglietto per Napoli perchè da solo non lo sa fare. L’orologio mi dice che posso divagare un po’ e non mi tiro indietro: paga 46 euro per andare last-minute nel capoluogo campano; calcolando che io ho sborsato solo 12,90 euro per il mio biglietto…mi sento più che soddisfatto. Finalmente salgo a bordo: il treno è uno di quelli vetusti con gli scompartimenti a sei posti; il vagone “open space” non mi capita più da troppo tempo e questo non va bene. Ci trovo già quattro persone dentro ed io sono il quinto: si prevede l’ennesimo viaggio schiacciati come le sardine. Partiamo puntuali e tutto scorre bene, tranne il fatto che una “simpatica” tedesca opta per togliersi le scarpe. L’aria condizionata non è sufficiente ad eliminare tutta la flatulenza, quindi vi lascio immaginare la fragranza di gorgonzola che si respira. Io sarò anche diventato troppo drastico e questo sono il primo a non negarlo, ma a certa gente gliele farei mangiare le scarpe, o anche un trattamento tipo “Arancia Meccanica” andrebbe più che bene. Forse così non lo farebbero mai più.  Decido di non scendere a Ferrara anche se è una delle fermate previste. Ci sarei arrivato alle 04:32 e, non conoscendo la stazione, quasi sicuramente avrei trovato tutto chiuso. Decido quindi per lasciare il vagone alle 04:00 in punto a Bologna Centrale. Il motivo è semplice: so per esperienza che sotto ai portici lì di fronte c’è un bar aperto tutta la notte dove poter trovare un riparo sicuro. Certo…i casi umani che bazzicano questo posto sono innumerevoli (una volta beccai un tizio che diede un pugno in faccia ad un Carabiniere), però facendo gli affari propri si sopravvive. Ordino un cappuccino ed un cornetto alla crema appena sfornato e mi siedo ad un tavolino. In circa tre ore risolvo un problema che mi stava dannando da troppo tempo: dove passare una settimana di ferie a luglio. E’ proprio qui che invento e preparo il Tour della Lettonia che tra un po’ riempirà altre pagine di questo blog. Alle 7:15 esco dal bar, acquisto il biglietto per la tratta Bologna-Ferrara ed arrivo a destinazione intorno alle 8:00.  Il primo problema è quello di piazzare il borsone da qualche parte in modo tale che non mi rompa le scatole durante la visita della città e questo è in Italia un annoso problema. Qui l’unica soluzione è recarsi presso un ostello che opera questo servizio al costo di 1 euro ogni ora oppure 5 euro per l’intera giornata. Fatto anche questo posso tranquillamente iniziare il giro. Al solito decido di dedicare la fase iniziale alla scoperta delle zone più esterne per poi concentrarmi sul centro successivamente. I primi punti di interesse che trovo sono l’Acquedotto Monumentale ed il Monumento ai Bersaglieri.

Acquedotto Monumentale

Monumento ai Bersaglieri

Coloro che conoscono già Ferrara sicuramente staranno obiettando questo: “la foto dell’Acquario Monumentale è del retro e non della zona anteriore”. Avete pienamente ragione…ma come avrei potuto fare diversamente quando il comune ha dato l’ok affinchè il davanti venisse barbaramente occupato dalla super-mega-idiota festa del finger food riempiendo l’intera piazzetta di bancarelle, stands e striscioni? Il rodimento c’è tutto perchè l’inizio non è dei migliori. Con un magheggio fotografico riesco almeno a scattare una foto alla fontana che si trova sul davanti senza includere i festoni della manifestazione.

Dettaglio dell’Acquedotto Monumentale

Qui vicino si trova una struttura che non si può considerare un vero e proprio monumento storico, ma che di questi tempi per molti locali lo è diventato eccome: sto parlando dello Stadio “Paolo Mazza”, teatro delle gesta della SPAL (la squadra della città) che in tre anni ha realizzato quella che si può definire una vera e propria impresa: promozione dalla serie C alla serie B, Promozione dalla Serie B alla serie A ed infine, proprio pochi giorni fa, la salvezza nella massima divisione contro ogni pronostico iniziale. Dell’impianto sportivo non pubblico foto perchè si trova piazzato proprio in mezzo alle case e lo spazio a disposizione non consente immagini decenti. Euforia a parte per un miracolo che una piccola società ha saputo compiere nell’era dei petroldollari, devo dire che questo stadio necessita di una seria ristrutturazione in tempi brevissimi. Spero che l’amministrazione comunale metta mano al portafogli quanto prima. In questa stessa zona fa capolino la Parrocchia della Beata Vergine Addolorata.

Parrocchia della Beata Vergine Addolorata

Inzio adesso un percorso che probabilmente non piacerà ai più, ma a me è filato abbastanza liscio. Riesco a vedere prima la piccola Chiesa del Monastero di Santa Giustina, poi la Parrocchia di Santa Maria Nuova e San Biagio; infine il palazzo che ospita il M.E.I.S. (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah).

Chiesa del Monastero di Santa Giustina

Edificio che ospita il M.E.I.S.

Da qui, una non breve passeggiata mi porta a costeggiare le mura della città fino a raggiungere l’imponente Basilica di San Giorgio ed il suo famoso Campanile. Purtroppo il sole gioca un pessimo scherzo alla mia foto che non risulta di eccelsa qualità.

Basilica e Campanile di San Giorgio

Oltre non c’è altro in questa direzione, per cui sono costretto a tornare sui miei passi per un po’ e ad infilarmi nel dedalo delle vie che compongono la zona. Noto immediatamente una cosa: tantissime strade non hanno il fondo asfaltato: la pavimentazione è quella di una volta, composta da innumerevoli pietre. Da una parte sembra di essere tornati indietro nel tempo, ma dall’altra…non è quello che si può definire “il paradiso per coloro che hanno una macchina”.

La Pavimentazione storica di molte vie di Ferrara è ancora presente.

La mappa parla chiaro: da ora in poi ci sono una marea di punti di interesse anche a pochissima distanza l’un dall’altro. Sono davvero tanti, per cui devo necessarimente procedere per blocchi. Osservo così il Complesso di Sant’Antonio in Polesine, l’Ex Chiesa di Santa Apollonia, il Palazzo Costabili (detto “di Ludovico il Moro”) che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara e l’Arco della Prospettiva della Ghiara.

Sant’Antonio in Polesine

Ex Chiesa di Sant’Apollonia

Ingresso di Palazzo Costabili

Arco della Prospettiva della Ghiara

Proseguo il tour de force con la Chiesa di Francesca Romana, la Chiesa dei Santi Giuseppe, Tecla e Rita e la Chiesa di San Gregorio Magno…anch’essa baciata dal sole in maniera eccessiva per i miei gusti e, come se non bastasse, posizionata in maniera molto poco fotogenica…ma si fa quel che si può.

Chiesa di Santa Francesca Romana

Chiesa dei Santi Giuseppe, Tecla e Rita

Chiesa di San Gregorio Magno

Altra zona, peraltro vicinissima da raggiungere, ed altro blocco: stavolta ho di fronte l’Oratorio dell’Annunziata, la Basilica di Santa Maria in Vado (il complesso sarebbe enorme, ma impossibile da fotografare nell’insieme) ed il famoso Palazzo Schifanoia che ospita l’omonimo museo.

Oratorio dell’Annunziata

Scorcio della Basilica Santa Maria in Vado

I prossimi obiettivi comprendono in primo luogo il Monastero del Corpus Domini: qui si trovano le tombe di alcuni componenti della famiglia estense. Un cartello sul portone avverte che le visite sono consentite solo di pomeriggio dal lunedi al venerdi: è facilissimo che un non ferrarese possa trovarsi qui in certi giorni della settimana chiamati appositamente “lavorativi”. Poco dopo mi rifaccio gli occhi con la bella Chiesa di San Girolamo.

Monastero del Corpus Domini

Chiesa di San Girolamo

Mi sposto su Corso della Giovecca: ci sono punti di interesse da una parte e dall’altra. Da un lato trovo la Palazzina/Museo “Marfisa d’Este” e l’Arco della Prospettiva della Giovecca. Dal lato opposto ci sono la Chiesa di Santa Chiara e la Casa della Patria “Pico Cavalieri”.

Palazzina/Museo “Marfisa d’Este”

Arco della Prospettiva della Giovecca

Chiesa di Santa Chiara

Casa della Patria “Pico Cavalieri”

Tagliando per Via Coramari raggiungo nuovamente Via Savonarola; svolto a destra e trovo la Basilica di San Francesco all’angolo con Via Terranuova: peccato che alcuni lavori in corso ne stiano deturpando la facciata. Proseguendo la passeggiata mi imbatto nel bel palazzo che ospita la Biblioteca Ariostea. Quest’altro blocco si conclude con l’osservazione della Chiesa di Sant’Agnese.

Basilica di San Francesco

Biblioteca Ariostea

Chiesa di Sant’Agnese

Poco dopo svolto a destra ed accedo nella storica “Via delle Volte”, strada medievale che prende il nome dai molti archi presenti sul suo percorso. Passeggiare qui è davvero particolare e fa tornare ancora più indietro nel tempo. Con una brevissima deviazione ho modo di vedere anche la Chiesa di San Giacomo e, a destra su Corso Porta Reno, anche la Chiesa di San Paolo; purtroppo la visuale di quest’ultima è ostruita da un furgone del mercato mattutino che si è svolto qui e che è alla fase dello smantellamento.

Indicazione di Via delle Volte

Piccolo scorcio di Via delle Volte

Chiesa di San Giacomo

Chiesa di San Paolo

Eccomi ora finalmente nel cuore di questa città: mi trovo nel punto in cui si incrociano Piazza della Cattedrale e Piazza Trento e Trieste. Come si capisce dal nome stesso, ho davanti a me l’imponente edificio della Cattedrale di Ferrara; peccato che la facciata sia totalmente coperta da impalcature super-invasive che la coprono totalmente. Devo quindi spostarmi fino all’inizio di Via Giuseppe Mazzini per poter fare una foto panoramica dal corpo centrale e del retro. Per lo meno riesco ad includere anche il particolare Campanile. Torre della Vittoria e Torre dell’orologio completano il quadro qui presente.

Retro della Cattedrale e Campanile

Torre della Vittoria

Torre dell’Orologio

L’ingresso di Piazza Municipale è sempre “controllato” (tipo guardie giurate) dalle statue di Borso d’Este sul trono e di Niccolò III d’Este a cavallo. Varcata la soglia, la caratteristica principale di quest’area è lo Scalone d’Onore realizzato in marmo bianco.

Borso d’Este sul trono

Niccolò III d’Este a cavallo

L’interno di Piazza Municipale

Corso Martiri della Libertà ospita senza alcun dubbio l’attrazione maggiore di Ferrara, ovvero il Castello Estense. La sua imponenza ed il fatto che sia solcato da un fossato lungo l’intero perimetro rendono il tutto molto speciale. A far calare l’atmosfera ci pensano i soliti ambulanti che, con le loro stramaledette bancarelle, stanno contribuendo in maniera determinante sia a far perdere di valore il contesto che, in questo caso, ad ostruire la statua di Savonarola che però riesco lo stesso a fare mia con uno dei soliti magheggi fotografici.

Il bellissimo Castello Estense

Semplici giochi d’acqua nel fossato del Castello Estense

Monumento a Savonarola

Ad un lato di Piazzetta del Castello si trova la piccola Chiesa di San Giuliano che affaccia sul Parco della Luna; Poco più in là, lungo Viale Cavour, c’è il Parco 20 e 29 maggio 2012 che ospita un monumento dedicato a Garibaldi, oggi usato come sedia a sdraio dai presenti.

Chiesa di San Giuliano

Monumento a Garibaldi

Dalla parte opposta di Viale Cavour trovo la Chiesa di San Carlo e, sul lato opposto della strada, la Chiesa dei Teatini. Imbocco poi la via di fronte ed ho davanti il Complesso dell’Antico Ospedale Sant’Anna che affaccia sull’omonima piazzetta. Dopo aver visto anche la Chiesa del Gesù arrivo su Corso Ercole I° d’Este.

Chiesa di San Carlo

Chiesa dei Teatini

Antico Ospedale Sant’Anna

Chiesa del Gesù

Questa strada è ricca di palazzi antichi, di musei ed esposizioni varie (Pinacoteca Nazionale, Museo di Paleontologia e Preistoria e Museo del Risorgimento e della Resistenza ne sono alcuni). L’edificio più conosciuto è senza dubbio il Palazzo dei Diamanti. Il nome deriva dal fatto che gli esterni sono stati realizzato in “bugnato” a forma di punte di diamante. Proseguendo dritto arrivo fino alla Porta degli Angeli.

Palazzo di Diamanti

Dettaglio dei “diamanti”

Purtroppo non ho tempo di andare nel Parco Urbano “G. Bassani” che si trova oltre questo punto, così torno sui miei passi per svoltare verso la zona del cimitero. Non ho però fortuna perchè la Chiesa di San Cristoforo alla Certosa è tempestata di lavori in corso. Devo quindi limitarmi ad una passeggiata in direzione dell’uscita. Sbuco su Corso Porta del Mare, a pochissimi passi da Piazza Ariostea che ha al suo centro il monumento dedicato all’artista che dà il nome a questo spazio.

Monumento a Ludovico Ariosto

Proseguo la mia camminata alla scoperta della città e mi trovo davanti alla Chiesa di San Giovanni Battista; imboccando la strada immediatamente di fronte ci sarebbe da visitare il Cimitero Ebraico, ma avendo io usato il condizionale…significa che l’ho trovato chiuso da un mega-cancello.

Chiesa di San Giovanni Battista

Cancello che custodisce il Cimitero Ebraico

Non potendo fare molto qui…torno sulla strada principale e la percorro nel senso opposto fino al Parco Massari; faccio un giro all’interno ma vedo che, oltre ad una fontana posta poco dopo l’ingresso e qualche statua, non c’è poi molto da vedere. E’ uno spazio verde abbastanza grande che i ferraresi usano per rilassarsi all’ombra degli alberi e per…fare i loro bisogni lontono da casa: è qui presente un bagno pubblico molto frequentato durante il mio passaggio.

Fontana del Parco Massari

Quando esco e torno sull’asfalto capisco che sono quasi alla fine della visita di Ferrara. Anche con l’orario sono messo abbastanza bene. Prossimo punto di interesse che vedo è la Chiesa di Santa Maria dei Servi (di nuovo il sole non mi aiuta a fotografare come si deve); seguono poi la Chiesa di Santa Lucia, la Casa-Museo di Ludovico Ariosto e la Chiesa di San Maurelio.

Chiesa di Santa Maria dei Servi

Chiesa di Santa Lucia

Casa di Ludovico Ariosto

La mia posizione attuale è a poche decine di metri da dove ho il borsone in custodia, per cui entro nell’ostello, pago il servizio, saluto ed esco. Prossima tappa è la stazione, ma prima c’è spazio per l’ultima “chicca”: la Chiesa di San Benedetto Abate è tutta coperta da impalcature; rimane fuori solo il campanile che sembra pure sentirsi solo. Con ennesimo giramento di scatole, raggiungo l’obiettivo dopo una quindicina di minuti ed acquisto il  biglietto per la prossima destinazione di questo week-end che sarà la cittadina di Pordenone.

In conclusione devo spiegare il perchè del titolo di questo post: nonostante Ferrara sia città patrimonio UNESCO e nonostante abbia un’infinità di punti di interesse disseminati in un territorio neanche molto vasto, non mi ha entusiasmato più di tanto. Non è mai uscita dalla mia bocca la parolina magica “wow”…quella che mi fa rimanere di sasso. Potrebbe essere lo stile degli edifici che più o meno è sempre lo stesso senza significative differenze a rendere “standard” un qualcosa che invece non lo sarebbe? Sicuramente è la mia ignoranza artistica ad aiutare questo mio giudizio, però preferisco scrivere le cose come stanno anzichè idolatrare qualcosa che non ha fatto scattare in me “la scintilla”. Ferrara va visitata almeno una volta nella vita e questo non ci piove, però mi ha trasmesso meso di ciò che mi aspettavo.

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