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La mia scoperta del Friuli Venezia Giulia prosegue nella serata di sabato 2 e nell’intera giornata di domenica 3 giugno arricchendosi con un nuovo capitolo: la visita di Pordenone ed una piccola sosta nella vicina Sacile. Scelgo questa destinazione per due motivi: il primo è che, dopo essere rimasto piacevolmente sorpreso da Udine, Gorizia e Trieste, non voglio assolutamente interrompere la serie delle locali città-provincia; il secondo è che Pordenone è la “naturale” base di partenza e di arrivo per chi, come me, aveva l’intenzione di andare alla Diga del Vajont. A causa dell’interruzione di tutte le corse extraurbane nei giorni festivi da parte dell’ATAP (l’azienda che gestisce i bus in zona) è saltato tutto ed ho dovuto optare per un giro a Ferrara per ovviare al problema dell’ultimo minuto (vedi post dedicato). Il resto del programma però rimane invariato, e quindi Pordenone sia.
Sabato pomeriggio: il treno su cui mi trovo impiega circa due ore e quindici minuti (con cambio a Venezia Mestre) per compiere la tratta Ferrara-Pordenone. Quando scendo alla stazione del capoluogo friulano sono le 19:15 circa. Di lì a poco avrò un appuntamento con i proprietari della casa dove occuperò una stanza con bagno privato per la notte, trovata e prenotata su Airbnb per una cifra modica. Percorro solo 400 metri (2 deviazioni) ed arrivo; nel frattempo vedo il centro che si avvicina sempre di più. Capisco così come la città sia abbastanza contenuta. Prendo possesso delle chiavi, sistemo le mie cose, mi faccio una bella doccia ed esco sia per trovare qualcosa da mettere sotto ai denti che per dare una prima occhiata generale. Ciò che noto subito è l’ambiente: davvero molto pulito e curato, ma non solo. E’ il momento topico del week-end e sono in una città di provincia, per cui non posso fare a meno di vedere che quasi tutti (diciamo un 99,99% di coloro che incontro) sono vestiti di tutto punto anche per sedersi ad ordinare una pizza. Io che indosso un paio di pantaloncini ed una camicia mi sento fuori luogo per mezzo secondo, per poi tornare subito in me e fregarmene alla grande. La città sembra molto viva ed i locali sono tutti frequentatissimi. Nel frattempo il sole sta calando e l’orologio segna le 21:00; devo individuare anch’io un posto per la cena che non mi spenni. Alla fine trovo una pizzeria che propone un’offerta “margherita+bibita” a cinque euro ed ovviamente non me la faccio scappare. Segue un buon gelato e la ricerca, stavolta infruttuosa, di un market aperto per poter comprare delle bibite. In casi come questi, per fortuna molto rari, acquisto un bottiglione di Coca Cola gelato da un fast food alla “modica” cifra di tre euro. A dire il vero ho adocchiato uno di quei “bar automatici aperti 24 ore” ma, oltre ad essere poco fornito, alla fine mi sarebbe costato anche di più a forza di comprare bottigliette. Torno in stanza e passo la serata a prenotare tutto il tour della Lettonia (voli, hotels e trasferimenti) che farò in luglio e che ho studiato nella notte di ieri al bar della stazione di Bologna. Poi nanna.
Domenica mattina: oggi la sveglia è “comoda”, nel senso che non suona prima delle 8:30. Il mio obiettivo è di fare le cose con la dovuta calma per uscire alle 9:30 circa. Il motivo è semplice: il giro avrà sicuramente diversi punti di interesse da trovare e vedere, ma avrò tempo per farlo nel prosieguo della giornata avendo il treno notturno per Roma alle 22:34. Risolvo il problema del borsone grazie a chi mi ha ospitato per la notte: non hanno ospiti per la giornata, per cui mi lasciano addirittura le chiavi di casa loro dandomi la possibilità di tenere lì la mia roba e di andarla a riprendere quando voglio. Persone più uniche che rare, non ho altro da dire. Decido per spingermi un pochino in periferia, anche se questo termine non è il mio preferito e lo uso raramente perchè troppo spesso viene interpretato male. Una discreta passeggiata mi porta ai Laghetti di Rorai Grande; si tratta di un parco che accoglie alcuni piccoli laghi. Qui il silenzio regna sovrano e l’atmosfera è molto tranquilla. Ci si mette davvero poco a percorrere i viottoli presenti, ma ne vale la pena. Il tutto è condito dalla presenza di un caldo sole e da un’intera famigliola di cigni che abitano queste acque.
Resto in zona e mi metto a sbirciare cosa offre il quartiere. E’ tutto chiuso tranne forse un paio di bar. Alla fine mi imbatto nella Parrocchia di San Lorenzo dove di lì a poco sarebbe iniziata una cerimonia. Lo capisco sia dagli abiti particolari dei presenti nel piazzale, sia da come “gli altri” non coinvolti stiano seguendo la scena dall’esterno senza sapere cosa significhi farsi gli affari propri.
Percorro tutto Viale Michelangelo Grigoletti in direzione del centro per avvicinarmi ad altre attrazioni; le prime che trovo sono la Chiesa Evangelica Battista e la Chiesa di San Giovanni Bosco che in realtà è solo una parte di un grande complesso comprendente anche la Biblioteca ed il Collegio.
Svolto su Via Molinari e poi su Via Concordia. All’inizio di Via Interna trovo il palazzo che ospita l’Auditorium Concordia. Quando arrivo alla Parrocchia del Sacro Cuore ci resto un tantino deluso: un edificio moderno che sembra tutto tranne qualcosa di religioso, ma non potevo saperlo senza andarci.
Torno nella zona dell’Auditorium e scopro con immenso piacere, in questa calda giornata, che Pordenone è ricca di aree verdi e parchi sparsi per tutto il perimetro. Addirittura ne trovo due, uno di fronte all’altro, divisi da Via Colonna. Si tratta del Parco San Valentino (pieno di famiglie) e del Parco San Carlo (totalmente senza persone: sono l’unica anima viva in questo momento). Effettivamente il primo è più carino e soprattutto più adatto ad accogliere visitatori rispetto al secondo; entrambi hanno il proprio laghetto. In zona c’è anche la piccola ed antica Chiesa di San Valentino da vedere: magari sarebbe il caso di curarla un pochettino di più, soprattutto dando una sfoltita alle piante che tra un po’ la faranno sparire.
Percorro via Colonna con direzione centro fino all’intersezione con Via Vallona. Qui trovo la Colonna della Beorchia. Imbocco poi Via Vallona ed arrivo sul Viale della Libertà. La stranissima Chiesa del Beato Odorico da Pordenone è lì che mi attende. Ci metto un po’ ad osservarla come si deve perchè la trovo particolare (sembra più una mega-capanna africana a dire il vero…), ma anche perchè non saprei come fare per fotografarla al meglio a causa dei troppi alberi presenti.
Proseguo dritto nella medesima direzione, verso il quartiere “Torre”. Poco più di un kilometro e mezzo mi separano da altri punti di interesse: il primo che incontro è la Parrocchia dei Santi Ilario e Tiziano, seguita dal Castello di Torre (ubicato nell’omonimo parco e sede del Museo Archelogico del Friuli Occidentale) e da una piccola area archeologica in cui i resti di una Villa Romana sono ben visibili. In mezzo a tutto ciò, il fiume Noncello scorre tranquillo con le sue acque trasparenti come se arrivassero direttamente da delle bottiglie.
Torno indietro (ci metto un po’, data la distanza) ed arrivo fino a Piazza Risorgimento dove trovo una fontana. Mi soffermo un attimo perchè ho una visione su cosa avrei potuto fare in serata tornando qui, dopo cena e prima del treno: vedo che c’è piazzato un “carretto” che serve birra alla spina (l’unica che riesco a sopportare dato che odio quella in bottiglia) ed a pochi metri di distanza intravedo una gelateria. Sarebbe davvero un ottimo modo per salutare la città e ci penso sù più di una volta. Allungo adesso fino a Parco Galvani che ospita la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Poi torno sui miei passi e raggiungo Piazzale Ellero Enea dei Mille dove fotografo un bel Monumento ai Caduti.
Finalmente giunge il momento di vedere il centro storico di Pordenone e lo faccio tagliando per Piazzale XX Settembre. Noto subito con grande rodimento di scatole che è in corso una manifestazione di carattere sportivo, con una marea di stands che deturpano la vista. Purtroppo questa è l’unica caratteristica terribile dell’arrivo dell’estate: la gente inizia ad esaltarsi e crede di fare del bene riempiendo le città di cazzate come questa che mi trovo davanti. Sinceramente non ho bisogno che qualcuno organizzi tali eventi per passare del tempo in maniera diversa; so farlo benissimo (e decisamente meglio senza scadere nel ridicolo) da solo, soprattutto senza dare fastidio a chi certe cose le trova deprimenti. Comunque…davanti a me ho il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”. Oltre alla mole non indifferente ed all’architettura moderna, noto che di fronte ci sono delle aiuole fiorite con piante tagliate sapientemente a forma di note e strumenti musicali. Idea davvero geniale!
Salgo fino a Piazza Cavour, dalla quale inizia Corso Vittorio Emanuele, una bellissima strada interamente porticata piena di negozi, caffetterie, palazzi storici e chi più ne ha più ne metta. Come se non bastasse, lungo il percorso si possono effettuare delle deviazioni per raggiungere angoli di città più nascosti, ma non meno interessanti. Per adesso mi dedico alla via principale, poi vedrò il resto. Senza ombra di dubbio è la parte finale del corso che interessa di più: il Palazzo del Municipio è qualcosa di bello e particolare; subito accanto trovo Palazzo Ricchieri che ospita il Museo Civico d’Arte. Poco più avanti il Duomo ed il Campanile di San Marco si prendono la scena.
Proseguo dritto fino al Ponte di Adamo ed Eva che trovo davvero carino e degno di una foto; il fiume Noncello gli scorre sotto mantendo la trasparenza incredibile già vista prima. Di fronte, senza possibilità di sbagliare, arrivo fino alla Chiesa della Santissima. Prendendo Viale delle Grazie e poi Viale Treviso arrivo al Santuario della Madonna delle Grazie. Da qui torno indietro direttamente a Piazza San Marco.
Mi trovo di nuovo su Corso Vittorio Emanuele, deciso più che mai a percorrere le stradine delle quali ho scritto poco fa. La prima di mio interesse è “Via del Castello”; un po’ per il nome accattivante, ma anche perchè sulla mia mappa ho proprio il Castello come attrazione da vedere. Supero spavaldo il palazzo che ospita il Museo Civico di Storia Naturale “Silvia Zenari” e l’Ex Convento di San Francesco per poi sgonfiarmi come un palloncino bucato quando giungo a destinazione: con sommo stupore scopro che l’intera struttura è adibita a…carcere. Ebbene si, zona ovviamente invalicabile e che sinceramente non ci tengo a visitare. Un vero spreco…
Già che mi trovo qui, non ha molto senso tornare su Corso Vittorio Emanuele per poi riprendere un’altra via traversa; basta proseguire con l’esplorazione di questa zona ed il gioco è fatto. E’ così che trovo la Chiesa del Cristo, resa ancora più bella dalla luce del sole che la illumina a dovere.
Credo di essere quasi pronto e di poter dichiarare terminato il giro di Pordenone. Mi manca solo una cosa e per raggiungerla mi dirigo lungo Corso Garibaldi dove, ad un certo punto, svolto a destra e mi trovo di fronte alla Parrocchia di San Giorgio .
E’ metà pomeriggio quando decido di andare alla stazione e prendere il primo treno utile per Sacile, graziosa cittadina che si trova a pochi kilometri dal suo capoluogo di provincia. Tutto scorre liscio e, da quando salgo sul convoglio, servono una decina di minuti scarsi per arrivare. Tutto nei dintorni è chiuso e sprangato, ma è normale essendo domenica pomeriggio. Mi dirigo verso il centro e non ci metto molto ad accorgermi che qualcosa di brutto mi sta aspettando. Pian piano, passo dopo passo, realizzo che anche qui come a Pordenone è in corso qualche maledetta manifestazione. Il problema è che lo spazio a disposizione è più ristretto e addirittura pare che l’evento sia di quelli tosti ed importanti. Lo noto sia dalle macchine che stanno occupando tutto il parcheggio del centro commerciale anche se il market è chiuso, sia dalla musica che sento in lontananza. Quando mi trovo sul ponte che attraversa il fiume Livenza…tutte le mie paure diventano realtà: un botto di gente è appostata poco distante da me e sul successivo ponte. Spinto da uno speaker (siamo addirittura a questo punto…) un tizio sta eseguendo uno spettacolo su di una tavola spinta dalla forza dell’acqua.
Già so che la mia idea di visitare Sacile in lungo ed in largo si rivelerà un disastro a causa di questa budinata. Faccio comunque il possibile perchè, anche tornando subito a Pordenone, non avrei altro da vedere. Per fortuna il Duomo (Parrocchia di San Nicolò Vescovo) non è colpito dai festeggiamenti e posso fotografarlo, anche se ci si mette il sole dietro all’edificio religioso a darmi fastidio. Poco lontana trovo anche la Chiesa di Santa Maria della Pietà.
Il primo vero casino arriva quando provo ad entrare in Piazza del Popolo: è completamente transennata in attesa che inizi chissà quale stupido show. Provo quindi a defilarmi ed a cambiare zona prima possibile superando Ponte della Libertà. Ciò che trovo sul mio cammino è la Chiesa di San Gregorio che ovviamente non lascio passare inosservata. Poi da questa parte…più nulla.
Mi tocca di nuovo l’agonia di attraversare Piazza del Popolo per raggiungere il lato opposto, quello che ancora mi manca. Calcolate che ci metto almeno una decina di minuti a causa dell’affollamento che c’è. Appena arrivo di là, lo spettacolo riesce ulteriormente a peggiorare: si parte con gli stands alimentari, quelli che propinano una birra terribile servita dentro a bicchieri di plastica a sei euro ogni mezzo litro, per fare un esempio; il genere di “esercizi commerciali” che, se fosse per me, chiuderebbero bottega. L’area di Palazzo Ragazzoni e tutto il parco che segue è stra-piena zeppa di altre bancarelle, stands e giochi vari. Particolarmente terribile l’arrampicata con corde sul fusto di un povero albero. Fortunatamente proseguendo la passeggiata noto che la folla diminuisce e che, in fondo alla strada, c’è qualcosa di bello e libero da vedere. E’ così che incontro prima il Teatro Zancanaro e poi la particolare Chiesa di San Liberale.
Un plauso a Sacile però glielo devo fare nonostante la poco piacevole sorpresa che ho trovato: questa che segue è l’immagine del palazzo che ospita una scuola. Calcolando che quella che ho frequentato io è stata abbattuta per pericolo di crollo dopo poco tempo dal mio diploma, tanto di cappello e complimenti.
Sono convinto che senza questo caos organizzato avrei visto molto di più, ma non posso farci nulla. E’ il momento di tornare alla stazione e prendere il primo treno per Pordenone. E’ vero che chi mi sta custodendo il borsone mi ha detto di fare come voglio senza problemi, ma assolutamente non vorrei bussare alla loro porta dopo le 19:30 circa. Almeno un minimo di educazione è obbligo dimostrarla. Una volta superata la bolgia di Piazza del Popolo si scorre con tranquillità e tutto fila liscio come l’olio. Recuperato il peso in eccesso metto in pratica il piano per la serata: cena con kebab, patatine e Coca Cola in Via Mazzini, poi dritto a Piazza Risorgimento per una birra alla spina ed un gelato finale. Faccio tutto usufruendo di una panchina proprio in piazza e mi accorgo che questo luogo è il ritrovo degli stranieri locali che fanno una passeggiata in famiglia prima di andare a nanna. Il tempo scorre anche per me ed arriva l’attimo di rimettermi in marcia con mooolta calma per prendere l’intercity notte che mi riporterà a Roma con ben 16 minuti di anticipo rispetto al preventivato (un miracolo, considerando che la Repubblica delle Banane colpisce sempre e che fa molto male…). Ho così il tempo di andare a casa, fare una doccia, cambiarmi, sistemare già foto e documenti di viaggio nel mio archivio e poi mettermi per strada verso l’ufficio.
In conclusione posso dire che la città di Pordenone non l’ho mai sentita rammentare come meta turistica neanche per una giornata. Secondo me, e lo scrivo col senno di poi, si tratta di un errore di valutazione bello e buono perchè ho trovato una località viva e con diversi punti di interesse al suo attivo. Certo…non pullula di meraviglie ad ogni centimetro quadro della sua area, però un sabato o una domenica sono piacevolissimi da passare qui, provare per credere. Ah, un’ultima cosa: se ci andate di sabato sera non dimenticate di vestirvi molto bene, non fate come me 🙂