Terzo week-end di novembre dell’anno topico della pandemia. Ancora non si può andare nelle regioni non colorate di giallo, per cui il cerchio delle possibilità di visita si stringe moltissimo (dell’estero non parlo neanche, dato che la situazione è addirittura peggiore). In più, come se tutto ciò non bastasse, ci si mette il maltempo a condizionare le scelte: è infatti previsto l’arrivo di una perturbazione con freddo, vento forte e pioggia (neve in quota) proprio tra venerdi e domenica. Al momento in cui sto scrivendo posso confermare che ciò si è avverato e che ad averne la peggio è stato il crotonese; agli abitanti di questa zona va la mia solidarietà. Riguardo me ho il solo sabato libero e, per tutti questi motivi, non posso fare niente di eclatante…ma di stare a casa proprio non mi va. Nella notte tra venerdi e sabato ho la certezza matematica che il meteo ha deciso di bocciare la prima opzione valutata; così ciò che avevo organizzato va rimandato ed ho massimo due ore (prima di crollare per il sonno…) per trovare un’alternativa tra le pochissime realizzabili e per studiarne itinerario e punti di interesse. Non riesco a nascondere la tristezza che mi prende in momenti come questi, dato che in tempi normali organizzavo ogni minimo dettaglio (prenotazioni e tutto ciò che ne consegue) dai tre ai sei mesi di anticipo rispetto alla data di partenza. Alla fine riesco nell’impresa anche se rimango molto vicino a casa. Le protagoniste di questo post sono Bracciano ed Anguillara Sabazia, due mete storiche che mi regalano qualche ora di svago dandomi la possibilità di tornare ad indossare gli abiti da viaggio e di togliere l’odiosa tuta di pile che porto tra le mura domestiche. Andiamo a vedere com’è andata…
Sabato mattina: la sveglia è alle 7:00 e, dopo i pochi preparativi rimasti ancora da ultimare, esco di casa alle 7:25. Sono diretto prima alla metro Anagnina e poi alla stazione Tuscolana. Durante l’attesa del convoglio ho modo di rendermi conto che il bellissimo sole stampato in cielo non ha alcun potere: viene letteralmente annullato dal gelido vento presente che, prima volta dopo l’estate, torna a tagliare la pelle con le sue sferzate. Alle 8:14 salgo sul treno e mi metto al calduccio, anche se già immagino che sarà una giornata nella quale dovrò sopportare le intemperie previste. Alle 9:31 scendo a Bracciano e non posso non notare le raffiche che si infilano prepotentemente fin dentro ai miei vestiti; mi consolo perchè non ci sono nuvole e per esplorare due località famose per il lago sul quale affacciano è la situazione ideale. Da programma ho a disposizione un tempo che va dalle tre ore alle tre ore e mezzo per vedere tutto, così decido di non perdere tempo. I primi obiettivi si trovano in Piazza IV Novembre e sono il “Palazzo del Municipio”, la “Fontana”, il “Monumento ai Caduti” e la “Chiesa della Visitazione”. Quest’ultima la devo fotografare da posizione obliqua perchè il tendone di un locale ne blocca parzialmente la visuale. Non posso nascondere che in altri tempi lo avrei maledetto, ma in questo momento storico disgraziato ben venga se riesce a lavorare; mi adatto volentieri.
E’ impossibile non vedere l’imponente figura del Castello Orsini-Odescalchi, una bellissima fortificazione di forma pentagonale eretta nella seconda metà del XV° secolo che è ancora oggi pienamente accessibile…sempre che uno dei tanti DPCM sparati quest’anno non ci si metta di mezzo e chiuda tutto (musei e similari) per un intero mese. Ovviamente non sono stato colto di sorpresa e sapevo già che non avrei potuto pregiarmi della visita, ma questo non è sufficiente per frenare il rodimento. Trattandosi di una costruzione enorme non la posso immortalare quando mi trovo a dieci metri dalle sue mura, per cui durante la permanenza in città devo trovare una soluzione: non ho alcuna intenzione di andarmene senza portare via una sua immagine completa. Svolto a sinistra e, costeggiando il Giardino Comunale (area verde senza particolarità), riesco ad osservare la piccola “Chiesa di Santa Maria del Riposo”; da qui ho la possibilità di vedere un primo scorcio del Lago di Bracciano del quale noto chiaramente la superficie agitata dal vento nonostante l’elevata distanza.
Torno sui miei passi e mi dedico alla “Chiesa della Misericordia”, mentre non poso fare lo stesso per la quasi dirimpettaia Chiesa di Santa Maria Novella perchè troppo vicina agli edifici di fronte. Più vado avanti in questa direzione e più mi inoltro nel centro storico della località che mi ospita, interamente formato da stretti vicoli acciottolati dove ogni tanto qualche bel gattone paffuto sembra comportarsi da padrone incontrastato. La “Parrocchia di Santo Stefano Protomartire” mi regala un ottimo colpo d’occhio. Accanto ad essa faccio mio almeno un Torrione del Castello Orsini-Odescalchi che da solo fa capire di che razza di gigante stiamo parlando.
Passeggiare per le stradine è piacevole, ma non offre scorci particolari. E’ così che esco all’aria aperta nei pressi del “Bastione della Sentinella”, punto panoramico sul Lago di Bracciano da non tralasciare assolutamente. Proprio qui incrocio un operatore ecologico che mi vede con la reflex in mano e si fa avanti per darmi indicazioni sui luoghi da vedere; è di una gentilezza disarmante e non posso negargli una breve chiacchierata. Approfitto della situazione e gli chiedo dove potrei andare per avere la vista migliore possibile del castello: mi dice che ci sarebbe la zona dell’ospedale, ma che secondo lui è lontana da raggiungere senza una macchina. E’ logico che non mi conosce perchè se c’è una cosa sulla quale non ho problemi è camminare. Lo saluto e faccio tesoro di questa preziosissima informazione.
Nonostante le indicazioni ricevute provo ad orientarmi anche a modo mio per trovare locations particolari e, come recita il detto, chi la dura la vince: lungo via Carlo Cattaneo ho una visione del borgo davvero niente male.
Già che è di strada passo a dare un’occhiata alla “Chiesa del Divino Amore”, poi affronto la fattibilissima salita verso l’imprevista ed ultima destinazione suggeritami poco fa. Beh…che dire se non che il mio nuovo amico aveva ragione piena? Certo…bisogna entrare nel cortile di un ospedale nei panni di un turista e la cosa non è proprio il massimo di questi tempi, però ciò che mi appare davanti agli occhi è spettacolare. Finalmente capisco benissimo quanto il Castello Orsini-Odescalchi sia maestoso ed a questo punto posso dire di aver raggiunto tutti i miei obiettivi.
Posso così tornare verso la stazione per l’unico trasferimento di oggi; una marea di collegamenti giornalieri uniscono Bracciano alla vicina Anguillara Sabazia tramite treno (la linea è la Roma-Viterbo) e qualcuno anche tramite bus extraurbano della compagnia Cotral. Basta un quarto d’ora per raggiungere la nuova località che ha subito una particolarità non proprio positiva: il centro ed il lago si trovano a poco meno di quattro kilometri di distanza, e non è poco. Dato il disagio c’è una convenzione tra Trenitalia ed il gestore del trasporto pubblico di Anguillara Sabazia (la ditta Schiaffini): aggiungendo un euro alla tariffa base c’è la possibilità di prendere un minibus urbano che in dieci minuti scarsi evita la traversata, il tutto con un unico ticket. In fase di programmazione dell’itinerario ho visto che in quel buon pezzo di strada non c’è assolutamente nulla di rilevante, per cui almeno all’andata aderisco all’iniziativa usando la combinazione appena descritta. Se a Bracciano c’era un vento molto forte, qui è qualcosa di disumano. Proprio tre giorni fa mi sono tagliato i capelli molto corti come faccio ogni volta che vado dal barbiere, per cui il freddo pungente lo sento tutto senza possibilità di difesa. Per spiegare meglio la situazione posso dire che il lago, sempre calmissimo e piatto come una tavola, adesso ha le onde come il mare. Faccio subito una passeggiata sulla lunga striscia di sabbia scura qui presente: siamo solo io ed una coppia con un cane. C’è poi un pazzo che sta facendo wind-surf sfruttando in pieno la forza della natura…mentre la compagna è seduta su di un telo e lo guarda con la stessa espressione di Jack Nicholson nella scena finale di Shining quando il protagonista muore assiderato facendomi tanta tanta tenerezza. Per un attimo penso che se avessi chiesto io a qualunque delle mie ex un gesto simile mi avrebbero tutte sputato in faccia per direttissima (come dar loro torto?). Noto la “Chiesa della Madonna delle Grazie”, ma è voltando le spalle che arriva lo spettacolo migliore, ovvero la “Panoramica del Centro Storico di Anguillara Sabazia” che ruba prepotentemente un pezzo di terra all’acqua.
Inverto la marcia e vado verso il piccolo promontorio; nella zona dove ci sono ristorantini e posti per mangiare si prende il suo spazio il “Monumento ai Caduti del Mare”; poco distante c’è il pontile dal quale in estate è possibile usufruire del classico battello turistico che naviga toccando Bracciano e Trevignano Romano. Ora ovviamente non ce n’è traccia. Sul lato sinistro del pontile leggo una frase che mi piace tantissimo perchè mi rispecchia molto: “Vivere ardendo e non bruciarsi mai” è il testo riportato alla lettera. Una breve passeggiata su via del Molo mi permette di portare con me altri scorci carini.
E’ il momento di buttarmi a capofitto tra le viuzze del centro, così inizio ad affrontare le prime salite. I vicoli sono quasi sempre molto stretti e, devo ammettere, tenuti abbastanza bene nonostante abbiano un discreto passato alle spalle. Già dalle prime battute capisco che non avrò modo di fotografare i punti di interesse segnati sulla mappa proprio per mancanza di spazio utile; ne ho conferma appena raggiungo prima la “Chiesa di San Biagio” (che ha una stella cometa sulla facciata) e poi la “Collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo”. Le due immagini che seguono non sono scattate direttamente, ma solo estratte da panoramiche più ampie. Ciò per riuscire a mostrare gli edifici religiosi appena descritti.
Cerco e trovo un’abitazione molto particolare: sulla parete esterna l’artista Luis Gomez de Teran ha eseguito l’opera chiamata “La Bella che Guarda il Lago”; secondo me è un’idea molto originale perchè differenzia questa casa da tutte le altre in maniera positiva. Proseguo la passeggiata ed entro nei Giardini della Rocca Medievale; qui noto la parte alta del Torrione che vedrò tra poco nella sua interezza, oltre ad un’altra spettacolare vista sullo specchio d’acqua sottostante.
Scendo in Piazza del Comune ed osservo il “Palazzo del Municipio” e la “Fontana della Terra”. Godo nuovamente di una vista che stavolta unisce un panorama di tetti che si fondono col blu del lago in lontananza. Poi attraverso e porto nel mio album dei ricordi la “Porta Maggiore (o di Castello)”.
Poche decine di metri ancora ed ho la possibilità di vedere il “Monumento ai Caduti per la Patria” (purtroppo completamente oscurato dall’ombra degli alberi presenti nei dintorni) ed il “Torrione della Rocca Medievale”. Resta soltanto una cosa da trovare ed è nella direzione della stazione ferroviaria. Quando raggiungo la “Chiesa di San Francesco” termina il mio giro e non posso fare altro che salutare questa località.
E’ ancora presto, così decido di non aspettare il minibus della Schiaffini come all’andata; mi metto a camminare per tutti i 3,8 kilometri che mi separano dal treno ed ho conferma che la zona nuova di Anguillara Sabazia non offre spunti interessanti, tranne la piccola Chiesa della Santissima Trinità che è messa maluccio ed usata attualmente come parcheggio dal vandalo di turno, la cui auto ne copre quasi interamente la facciata. A destinazione osservo una specie di centro espositivo che dovrebbe ospitare il Museo del Neolitico: sinceramente vedo solo uno strano edificio che sembra più un capannone e che non dà l’idea dell’uso che ho letto. Nelle vicinanze c’è la moderna “Chiesa Parrocchiale della Regina Pacis”, mentre a due passi dai binari noto la sede di un Centro Anziani che sfoggia un bel Murales. Da informazioni prese on-line scopro troppo tardi che questo disegno non è qui per caso, ma che fa parte di un progetto regolarmente approvato dal Comune che comprende altre locations simili. Mi sarebbe piaciuto poter vedere tutte le varie opere, ma ormai è troppo tardi e pago così l’aver dovuto organizzare l’itinerario in due ore scarse durante la notte prima della partenza. Anche se mi ritengo ampiamente soddisfatto del giro che ho fatto, il risultato finale è sacrosanto: l’espressione “la fretta è una cattiva consigliera” è molto più che un semplice detto.
Il convoglio passa in orario, così salgo e mi metto a sedere godendomi il calduccio del riscaldamento. Come mia consolidata abitudine, quando percorro la Roma-Viterbo in direzione della capitale scendo a Valle Aurelia da dove posso prendere la linea A della metropolitana e raggiungere direttamente la stazione Anagnina nel minor tempo possibile. La macchina completa il tragitto portandomi a casa.
In conclusione sono contento della scelta fatta; vivo a Roma da vent’anni e da queste parti c’ero passato solo una volta quasi per sbaglio senza fermarmi abbastanza e senza essermi documentato come si deve. Ho sfruttato in pieno la giornata di sole nonostante sia fine novembre, anche se il vento non mi ha risparmiato affatto se non nel tardo pomeriggio. Una cosa è certa: certi panorami vanno visti tassativamente col cielo sereno perchè con nuvole e pioggia non danno le stesse sensazioni. Bracciano è carina ed ha un castello che è la fine del mondo, peccato solo non averlo potuto visitare internamente. Nonostante ciò, tra le due località ho preferito Anguillara Sabazia, probabilmente perchè affacciata direttamente sul lago. Mi sento quindi di consigliare un giro da queste parti se passate nei dintorni, magari non in piena estate quando la zona si riempie di turisti e perde la sua naturale calma e tranquillità, caratteristiche tipiche di borghi così antichi.