Albano Laziale, Ariccia e Velletri: un insolito 2 giugno

di admin
Porta Napoletana

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Già…è vero…il 2 giugno non si lavora!!! Questo mi è balenato in mente esattamente alle 23:15 del giorno prima dopo aver terminato di vedere un film. Attenzione: non è colpa della mia negligenza causa mancanza di rispetto per la festa della Repubblica; la verità è che a questo giro i potenti ci hanno già derubato Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1° maggio costringendoci a trascorrerli in casa, così il 2 giugno stava passando in cavalleria come se avesse dovuto avere la stessa sorte. Non è così, anche se poco ci manca: infatti solo dal 3 giugno il confine del lager sarà spostato al territorio nazionale e potremo tornare a spostarci per tutta la penisola senza giustificazione scritta dai genitori. Peccato che la libertà di movimento sia SEMPRE un diritto umano sacrosanto e non qualcosa che può decidere qualcun’altro, chiunque esso sia. In tempi normali (e l’ho fatto anche a fine 2019) nei pressi del veglione di San Silvestro prendo in mano il calendario e studio minuziosamente in che giorni della settimana cadranno le festività dell’anno nuovo per capire se potrò piazzare ponti, week-end lunghi o addirittura tours interi cercando di usare meno ferie possibile; purtroppo il concetto già chiaro è che le decisioni prese per la pandemia rendono il 2020 quasi completamente da buttare nel cassonetto dal punto di vista dei viaggi; sarà un miracolo riuscire ad organizzare qualcosa di buono e, se lo si potrà fare, sarà solo last-minute e non organizzato con mesi di anticipo come mio solito. Comunque sia ho pochissimo tempo per non sprecare il 2 giugno tra le mura domestiche a poltrire, così mi metto al computer e studio un itinerario soft vicino casa che comprende tre località dei Castelli Romani che posso raggiungere con la modica spesa di 4,90 euro di mezzi pubblici per l’intero percorso. Una costo quasi inesistente che mi permetterà di vedere Albano Laziale, Ariccia e Velletri, così vicine ma allo stesso tempo tanto lontane causa mancanza cronica di tempo utile. Il meteo mi ha dato una grossa mano (tranne qualche nuvola passeggera) per cui vediamo cosa è successo…

Martedi mattina: la sveglia è per le 7:30 per quella che si presenta come una giornata intensa, ma anche rilassante. Metto le poche cose che mi servono dentro allo zainetto ed esco di casa raggiungendo a piedi, in circa quindici minuti, la stazione ferroviaria di Ciampino. Da undici anni vivo in zona e non ne avevo mai usufruito prima d’ora; è risaputo che c’è sempre una prima volta. Alle 8:37 salgo sul regionale che avrà come destinazione finale la cittadina di Albano Laziale, famosa tra le altre cose perchè dà il nome ad un bel lago locale che regala buoni scorci già durante il viaggio in treno. La tratta dura una quarantina di minuti, tutti da affrontare con l’ormai famosa “mutanda” stampata in faccia a copertura di naso e bocca (che gran rottura!). Quando scendo dal convoglio la temperatura è perfetta per iniziare il giro e lo faccio salendo delle scale che mi portano dritte alla prima attrazione, vale a dire la “Fontana delle Tartarughe”; il motivo di tale nome è spiegato nelle foto seguenti:

Fontana delle Tartarughe - panoramica

Fontana delle Tartarughe – panoramica

Fontana delle Tartarughe - dettaglio

Fontana delle Tartarughe – dettaglio

Sono già felicissimo perchè le fontane che contengono acqua così limpida mi piacciono in maniera esagerata. Di contro, quelle con acqua lurida di color marrone mi fanno letteralmente schifo. Via Vascarelle mi accompagna di fronte al “Museo della Legione Partica” ubicato in una sede originale. Più avanti, affacciato sull’elegante Corso Matteotti (forse la strada più importante di Albano Laziale) trovo la Chiesa di San Pietro.

Museo della Legione Partica

Museo della Legione Partica

Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro

L’esplorazione del centro storico parte quando raggiungo “Porta Pretoria”…o per meglio dire…ciò che ne rimane. Infatti, come moltissime rovine così antiche, è poco di più di un mucchio di sassi che sinceramente non so neanche da che parte fotografare perchè sembrano qualsiasi cosa tranne una porta. A pochi passi ecco Piazza Salvatore Fagiolo che mi mostra un’altra bella fontana. Imbocco Via Aurelio Saffi e poi svolto a destra in Via Don Luigi Minzoni; in una sua traversa osservo la “Chiesa di Santa Maria della Rotonda”. Poi, tornato su via Saffi, ho la conferma di quanto avevo letto da casa: qui ad Albano Laziale si può visitare un imponente Cisternone che, si dice, non ha niente da invidiare alla Basilica Cisterna di Istanbul. Inutile dire che sono curioso e che vorrei entrare, ma è anche superfluo ricordare che il coronavirus colpisce ancora costringendomi a rinunciare perchè il sito è chiuso. Mi consolo arrivando alla fine della strada ed ammirando il “Santuario di San Gaspare del Bufalo” che mi regala un bel colpo d’occhio.

Porta Pretoria - 1

Porta Pretoria – 1

Porta Pretoria - 2

Porta Pretoria – 2

Porta Pretoria - 3

Porta Pretoria – 3

Fontana di Piazza Salvatore Fagiolo

Fontana di Piazza Salvatore Fagiolo

Chiesa di Santa Maria della Rotonda

Chiesa di Santa Maria della Rotonda

Santuario di San Gaspare del Bufalo

Santuario di San Gaspare del Bufalo

Cambio zona superando Porta San Paolo e, svoltando a destra appena possibile, ho la fortuna di ammirare prima “l’Anfiteatro Saveriano” e poi, dopo un centinaio di metri, il “Lago di Albano” dall’alto. Ci sarebbe un sentiero di circa 1,3 kilometri che scende fino alla riva, ma decido di soprassedere e di seguire le indicazioni della mappa preparata da casa.

Anfiteatro Saveriano

Anfiteatro Saveriano

Lago di Albano - panoramica

Lago di Albano – panoramica

Finalmente ho il piacere di affrontare un po’ di discesa quando noto alla mia sinistra quello che sembra essere a tutti gli effetti un edificio religioso; mi domando come sia possibile che manchi del tutto tra i punti di interesse preparati a casa, così una foto la porto via lo stesso perchè non si a mai. Col senno di poi ho scoperto che trattasi di una scuola paritaria; Pochi passi ancora ed ho modo di vedere “l’ex Chiesa delle Grazie”.

Scuola paritaria...

Scuola paritaria…

ex Chiesa delle Grazie

ex Chiesa delle Grazie

Arrivo in Piazza Pia, un discreto spazio cementato che ha il suo culmine in una fontana; il tutto è il preludio al momento in cui ammiro il “Duomo Comunale” che fa la sua bella figura; l’unica nota negativa è che affaccia su un parcheggio. Il “Museo Diocesano” è ospitato da un palazzo non fotografabile a causa della mancanza dello spazio necessario a far entrare tutta la sua mole nell’obiettivo della reflex, così cambio zona e finisco per esplorare il Parco di Villa Doria Pamphili: si tratta di un’area verde molto curata dove tanta gente del posto viene a riposarsi ed a prendere un po’ di fresco sotto agli alberi presenti in quantità. Anche qui il top è rappresentato da una fontana. Torno in strada e sono su Piazza Mazzini” dove ovviamente trovo il candido Monumento al buon Giuseppe.

Fontana di Piazza Pia

Fontana di Piazza Pia

Duomo Comunale

Duomo Comunale

Fontana del Parco di Villa Doria Pamphili

Fontana del Parco di Villa Doria Pamphili

Monumento a Giuseppe Mazzini

Monumento a Giuseppe Mazzini

Rieccomi su Corso Giacomo Matteotti che stavolta percorro nel senso opposto rispetto alla toccata e fuga di prima; l’ennesima fontana la incontro all’incrocio con via Guglielmo Marconi seguita ad una buona distanza dal “Memoriale per il 90° anniversario dell’International Inner Wheel”. E’ il momento di osservare il palazzo che ospita il “Museo di Villa Ferrajoli” e poi la “Parrocchia del Cuore Immacolato della Vergine Maria”. Termino la visita di Albano Laziale con la “Parrocchia di Santa Maria della Stella” (immersa tra gli alberi) e con la “Tomba degli Orazi  Curiazi”.

Fontana in Via Guglielmo Marconi

Fontana in Via Guglielmo Marconi

Memoriale per il 90° Anniversario dell'International Inner Wheel

Memoriale per il 90° Anniversario dell’International Inner Wheel

Museo di Villa Ferrajoli

Museo di Villa Ferrajoli

Parrocchia del Cuore Immacolato della Vergine Maria

Parrocchia del Cuore Immacolato della Vergine Maria

Parrocchia di Santa Maria della Stella

Parrocchia di Santa Maria della Stella

Tomba degli Orazi e Curiazi

Tomba degli Orazi e Curiazi

Per la prima delle tre cittadine previste per oggi è davvero tutto. Adesso devo spostarmi ad Ariccia, seconda località del mio tour…ma non è poi così difficile perchè dalla posizione in cui sono adesso basta voltare lo sguardo ed il cartello di benvenuto è già lì che mi aspetta. Non ci sono confini naturali, campagna o altro: si traccia una linea immaginaria e via…niente di più facile. Per chi non lo sapesse, Ariccia è famosa nel Lazio (ma non solo) per essere la patria della porchetta; la si mangia insieme ad altri piatti tipici a base di carne in locali alla buona (le definirei osterie) che prendono il nome di fraschette. Quando il coronavirus non rompeva le scatole bastava venire qui, scegliere uno di questi ristorantini (sperando di trovare posto perchè la cosa non era mai facilissima) e si poteva passare una serata diversa in mezzo a tanta gente festante e goliardica bevendo fiumi di Romanella, un vino rosso abbastanza pesante ma che accompagna benissimo questo genere di portate. Potete fidarvi perchè l’ho provato personalmente: ebbene si, io ci ho fatto niente popo’ di meno che il mio addio al celibato; c’è chi va a Riga, a Tallin, a Vilnius o in una qualsiasi altra magica località dell’est Europa a vedere i monumenti (…) ed invece io l’ho passato…ad Ariccia. Poi ci si lamenta se le cose finiscono male, vero? Ma ora è molto meglio pensare al giro previsto senza sviare oltre. Il primo punto di interesse che avrei dovuto vedere è il Parco Comunale Menotti Garibaldi, ma lo trovo chiuso a causa delle restrizioni idiote in vigore ancora oggi. Questo non mi impedisce però di osservare a modo mio la fontana del parco stesso ed anche il “Monumento a Menotti Garibaldi”. Attenzione: non si tratta di un gioco di parole nato dall’incrocio tra i personaggi storici Ciro Menotti e Giuseppe Garibaldi, bensì di un ex militare e politico realmente esistito che si chiamava in questa bizzarra maniera. Ma non è finita qui: la cosa buffa è che ebbe sei figli e due di loro ebbe il coraggio di chiamarli Giuseppe ed Anita Garibaldi. Mi sa che aveva bevuto un po’ troppa Romanella anche lui. Dall’altro lato della carreggiata trovo “l’Omaggio di Ariccia ai suoi Caduti”.

Fontana del Parco Comunale Menotti Garibaldi

Fontana del Parco Comunale Menotti Garibaldi

Monumento a Menotti Garibaldi

Monumento a Menotti Garibaldi

Omaggio di Ariccia ai suoi Caduti

Omaggio di Ariccia ai suoi Caduti

Tutto è pronto per uno dei pezzi forti del piccolo comune che mi ospita, ovvero lo “Storico Ponte Monumentale” inaugurato nel 1854. Percorrendolo passo dopo passo ci si avvicina sempre di più al borgo e, dopo varie prove, mi fermo per scattare una fotografia nel punto che mi regala la panoramica migliore. Questa bella costruzione nasconde però anche una storia molto macabra: è stato un trampolino di lancio per molti suicidi fino a quando, nel 2000, sono state messe delle apposite reti metalliche su ambo i lati per impedire la caduta delle persone che tentavano di togliersi la vita. Tale misura di sicurezza è visibile nella foto che segue.

Ponte Monumentale di Ariccia

Ponte Monumentale di Ariccia

Ariccia - Vista panoramica dal Ponte Monumentale

Ariccia – Vista panoramica dal Ponte Monumentale

Subito dopo la fine del ponte si apre Piazza della Repubblica che regala al visitatore due cose bellissime: la prima è la facciata dell’imponente “Palazzo Chigi”, mentre la seconda è la “Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo”. Bene…sin da quando ho preparato questo tour nella tarda serata di ieri ho atteso questo momento perchè il colpo d’occhio su questo edificio religioso mi è sempre piaciuto moltissimo. Io non sono credente, però certe cose colpiscono comunque la mia sensibilità ed una è proprio questa. Pensate alle bestemmie che escono una ad una ad effetto mitragliatrice quando proprio li davanti trovo il mercatino del 2 giugno con banchetti che vendono cianfrusaglie di ogni tipo… Cerco di calmarmi ed il fatto che io non fumi (e che quindi non abbia con me un accendino che avrei potuto usare per dare fuoco a tutte quelle stramaledette tende candide) è cosa buona e giusta. Devo distrarmi e lo faccio osservando la vicina “Porta Napoletana”.

Palazzo Chigi

Palazzo Chigi

Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo

Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo

Porta Napoletana

Porta Napoletana

Fortuna vuole che il prossimo obiettivo sia abbastanza lontano e che lo si raggiunge con una camminata abbastanza lunga, così ho tempo e modo di sbollire dopo la delusione appena patita. Durante la tratta passo nella zona delle fraschette (alla mia sinistra), ma non mi attirano più di tanto. Mi volto sulla destra e vedo l’insegna di un sushi all-you-can-eat: questo si che mi attira e devo usare tanta della mia forza interiore perchè è proprio ora di pranzo. Ebbene si, so da solo di essere strano, e neanche poco: ma giuro su me stesso che baratterei tutto questo ben di Dio a kilometro zero per sedermi a quel ristorante giapponese. Alla fine mi appare “Padre Pio” e mi invita a rifiutare i piaceri del riso, del pesce e della salsa di soia. Alla fine arrivo a destinazione, cioè davanti al “Santuario di Santa Maria di Galloro”.

Padre Pio

Padre Pio

Santuario di Santa Maria di Galloro

Santuario di Santa Maria di Galloro

Torno indietro fino a Piazza della Repubblica, ma poco prima di metterci piede svolto a sinistra entrando nella parte storica del borgo fatta di viuzze strette e pavimentate con sampietrini. Da qui in avanti ho una serie di obiettivi ed inizio con “l’Horatorium”; un degno ringraziamento va al tizio che ha parcheggiato la macchina esattamente davanti alla struttura di mio interesse. Il vicino Corso Giuseppe Garibaldi mi conduce fino ad uno slargo veramente ricco: in uno spazio abbastanza piccolo ci sono il “Palazzo del Municipio”, la “Statua-Fontana della Bella Flora ed il “Teatro Bernini”. Più avanti, più precisamente sul Belvedere (dal quale si ha un’immagine completa della campagna sottostante), vedo un obelisco che ha in alto solo il collo e la testa di Giuseppe Mazzini. Concludo l’area ed il tour di Ariccia con la “Porta Romana”

Horatorium

Horatorium

Palazzo del Municipio

Palazzo del Municipio

Statua-Fontana della Bella Flora

Statua-Fontana della Bella Flora

Obelisco per Giuseppe Mazzini

Obelisco per Giuseppe Mazzini

Porta Romana

Porta Romana

Per dirigermi alla fermata del bus che mi porterà a Velletri, terza ed ultima località del mio giro odierno, passo per la metà di Corso Giuseppe Garibaldi non percorsa prima e noto che la strada è tutta spaccata causa lavori in corso. Arrivo nel luogo convenuto ed attendo l’orario indicato sull’applicazione della Cotral, la società che si occupa del trasporto extra-urbano nella Regione Lazio. Appena vedo arrivare il mezzo colorato di blu noto che c’è qualcosa che non va: sulla parte alta, dove generalmente c’è riportata la destinazione finale della tratta, sta lampeggiando la scritta “Bus Completo”. Li già immagino che ci sarà da litigare e pure pesantemente con l’autista perchè a me del virus non me ne importa un accidente e se la capienza dei mezzi di trasporto è ridotta al 50% non è un problema mio. Io devo andare a Velletri ad ogni costo, punto e basta. Il prossimo passaggio è previsto tra un’ora e nessuno mi garantisce che anche in quel momento la situazione non sarà la stessa. Fortuna vuole che scendano qui tre persone, così nonostante quella scritta continui a imperterrita a lampeggiare salgo lo stesso. Il guidatore si alza a controllare che tutto sia ok (secondo i suoi canoni, peccato che siano totalmente diversi dai miei) e quando vede che il posto c’è non può fare altro che rimettersi seduto in silenzio. Ma guarda un po’ come ci tocca campare nel 2020 per colpa dei fobici!!! Servono circa trenta minuti prima che il 90% dei passeggeri presenti scenda in quel di Piazza Giuseppe Garibaldi in Velletri ed io sono con loro. C’è da dire che questi paesini dei Castelli Romani abbiano una fantasia fuori dal comune in quanto a nomi di vie e piazze…una cosa mai vista prima. Inizio subito con i punti di interesse perchè proprio qui c’è sia una bella fontana che il “Monumento ai Caduti per la Patria”.

Fontana di Piazza Garibaldi

Fontana di Piazza Garibaldi

Monumento ai Caduti per la Patria

Monumento ai Caduti per la Patria

Poche decine di metri ed anche qua inizio l’esplorazione del dedalo di stradine antiche come nei due casi precedenti; una cosa però la noto senza difficoltà: a differenza di Albano Laziale ed Ariccia qui è tutto chiuso ed in giro non c’è praticamente nessuno. Non fraintendete…la cosa non mi dispiace affatto; sto solo dicendo che è strano. Probabilmente questo non è un luogo a vocazione turistica, ma semplicemente un centro abitato. E’ la volta di osservare la “Parrocchia di Santa Lucia” e non mi tiro indietro. La successiva “Chiesa del Santissimo Salvatore” affaccia su una piccola piazza adibita a parcheggio ed ha la particolarità del campanile distaccato dal corpo centrale. Provo a fare una foto d’insieme perchè non è niente male, ma lo spazio a disposizione non è sufficiente per un pelo e si vede…

Parrocchia di Santa Lucia

Parrocchia di Santa Lucia

Chiesa del Santissimo Salvatore - corpo centrale

Chiesa del Santissimo Salvatore – corpo centrale

Chiesa del Santissimo Salvatore - campanile

Chiesa del Santissimo Salvatore – campanile

Chiesa del Santissimo Salvatore - panoramica

Chiesa del Santissimo Salvatore – panoramica

Vado avanti spedito e concedo il dovuto spazio alla bella (anche se un po’ defilata) “Parrocchia Santa Maria in Trivio” accompagnata dall’omonima Torre. Qui si apre Piazza Cairoli ed alla fine della stessa ho modo di ammirare la “Fontana del Bernini”. Via Luigi Novelli è una stradina larga pochi metri ed è la sede della “Chiesa di Santa Apollonia”: a causa dello spazio risicato a disposizione sono costretto ad una foto obliqua.

Parrocchia di Santa Maria in Trivio e Torre del Trivio

Parrocchia di Santa Maria in Trivio e Torre del Trivio

Fontana del Bernini

Fontana del Bernini

Chiesa di Santa Apollonia

Chiesa di Santa Apollonia

Nella solitudine generale (ogni tanto passa qualche anima, ma parlo davvero di poco o niente per essere pomeriggio di un giorno festivo) passo a vedere la “Parrocchia di San Martino” ubicata proprio davanti al commissariato di polizia. Una salita breve ma faticosa mi accompagna fino ad una zona che ha ben quattro attrazioni nel giro di pochi metri quadri: sto parlando del “Palazzo del Comune” (che dal lato opposto ospita il “Museo Civico Archeologico O. Nardini”), “dell’Oratorio di Santa Maria del Sangue” e della “Chiesa di San Michele Arcangelo” (questi ultimi due edifici religiosi sono praticamente attaccati, separati solo da una stretta viuzza). Conclude l’area la “Chiesa di San Lorenzo” che incontro seguendo via Francesco Crispi.

Parrocchia di San Martino

Parrocchia di San Martino

Palazzo del Comune di Velletri

Palazzo del Comune di Velletri

Oratorio di Santa Maria del Sangue

Oratorio di Santa Maria del Sangue

Chiesa di San Michele Arcangelo

Chiesa di San Michele Arcangelo

Per far capire la distanza misera tra i due edifici religiosi

Per far capire la distanza misera tra i due edifici religiosi

Chiesa di San Lorenzo

Chiesa di San Lorenzo

E dopo la salita posso regalare alle mie ginocchia un buon pezzo di sana discesa; sicuramente mi stanno ancora oggi mandando a quel paese, ma va bene così. In Piazza Mazzini succede il miracolo: c”è un bar aperto con più di qualcuno che sta consumando seduto ai tavolini: allora questo non è un paese fantasma! Appurato ciò punto la reflex nella direzione della Fontana che adorna questo spazio e poi imbocco via Fabio Filzi dove, nel suo punto finale, trovo il piccolo “Monumento ai Caduti sul Lavoro”. Di fronte a me c’è la particolare “Basilica Cattedrale di San Clemente” che merita del tempo per l’osservazione.

Fontana di Piazza Mazzini

Fontana di Piazza Mazzini

Monumento ai Caduti sul Lavoro

Monumento ai Caduti sul Lavoro

Basilica Cattedrale di San Clemente

Basilica Cattedrale di San Clemente

Mi restano solo due cose da vedere qui e poi avrò terminato anche Velletri, e con essa la mia giornata studiata all’ultimo secondo. Il “Monumento alle Vittime Civili” è molto strano; in più ci si mette anche il sole totalmente contrario rispetto alla mia posizione: non fa riuscire come vorrei la foto di questo sito. Va molto meglio, e ne sono anche felice, con la vicinissima ed imponente “Porta Napoletana” che come tocco finale ci sta a meraviglia. Vedere per credere.

Monumento alle Vittime Civili

Monumento alle Vittime Civili

Porta Napoletana

Porta Napoletana

Ho un’unica direzione da seguire adesso, ed è quella che mi accompagna dritto alla stazione ferroviaria poichè il viaggio di ritorno lo farò in treno. Ci arrivo alle 16:40, giusto in tempo per acquistare il biglietto al distributore automatico ed entrare nel vagone perchè alle 17:00 in punto è prevista la partenza del convoglio che, dopo una cinquantina di minuti, mi fa scendere a Ciampino. Una cosa la voglio dire: la tratta Velletri-Ciampino è molto meno scenica di quella Ciampino-Albano Laziale. Alla fine eseguo anche la passeggiata fino a casa e dopo questi ultimi quindici minuti ho il tempo per riordinare le idee e scaricare le tante fotografie scattate in questo 2 giugno che è stato sì “arrabattato” all’ultimo minuto, ma assolutamente non banale.

In conclusione, i paesini che formano i Castelli Romani hanno tutti qualcosa di particolare che li contraddistingue. In questo periodo di blocco quasi totale del turismo ne ho approfittato per setacciarne quattro in tre giorni (questi del presente post più Frascati del post immediatamente precedente) e non mi sono pentito affatto della scelta. Purtroppo certe località pagano la troppa vicinanza ad una metropoli come Roma che ruba loro tutti i visitatori, o quasi. La maggior parte di coloro che capitano da queste parti sono corregionali che vogliono passare del tempo in maniera diversa, ma senza allontanarsi troppo da casa. E’ un vero peccato, ma non ci si può fare nulla. Da parte mia consiglio a chi capitasse in zona ed avesse tempo a disposizione di fare una capatina ai Castelli Romani perchè, come ho dimostrato nuovamente, c’è tanto da guadagnare.

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