Il bagaglio in viaggio – consigli su come prepararlo

di admin
Bagaglio in viaggio

Questo blog di viaggi sta per compiere quattro anni di vita ed oggi mi rendo conto di aver dato pochissimo spazio a consigli specifici su argomenti “tecnici” che hanno la loro importanza; col tempo, con gli errori e con la logica utilizzata ho costruito una mia personale esperienza che in qualche modo potrebbe essere utile agli altri, sia a chi è alle prime armi e sia ai viaggiatori incalliti perchè, si sa, non si finisce mai di imparare (questo motto è l’asse portante della mia vita, per chi non lo sapesse). Esistono “storytellers” che fanno di questa categoria di scritti il loro cavallo di battaglia, tanto da avere sui loro siti più chiacchiere del genere rispetto ai racconti delle loro avventure. Beh, sia chiaro: io non pubblico questo post perchè nel frattempo ho cambiato idea; sono ancora stra-convinto che certe astuzie si acquisiscano sul campo e non leggendo un testo, mentre per evitare inutili perdite di tempo è utilissimo leggere cosa è successo in maniera strettamente pratica a chi è già stato nei luoghi che reputiamo interessanti, evitando come la peste chi divaga all’inverosimile con minchiate colossali. Direi di cominciare questa serie parlando del bagaglio da portare in viaggio.

C’è una verità che, secondo me, è impossibile da aggirare: LA VALIGIA STANDARD NON ESISTE. Il bagaglio di un viaggiatore è la cosa più personale che ci possa essere e dipende in primis dalle necessità che ognuno ha quando si trova fuori casa. Subito dopo vengono altre cose che ne fanno cambiare (e parecchio) la composizione: la durata del viaggio, la natura ed il clima dei luoghi dove si va, lo stile che ogni essere umano preferisce adottare tra il low-cost ed il total-comfort…e chi più ne ha più ne metta. E’ inutile rimarcare che per una settimana al mare porteremo con noi cose completamente diverse rispetto allo stesso periodo passato a fare trekking in alta montagna perchè si tratta di un dato scontato e non è l’argomento che sto per analizzare.

Prima di procedere oltre è interessante ricordare che la visione di “bagaglio” è cambiata sensibilmente negli ultimi anni ed è anche carino fare un piccolo remind storico. Da quando ne ho memoria, il viaggio era associato alla classica valigia (spesso anche a più di una), ovvero un contenitore molto grande che per sua natura doveva contenere di tutto e di più. Una prima evoluzione c’è stata con l’avvento delle compagnie low-cost: da quando esistono è stato fissato un limite relativamente piccolo rispetto al passato sia in termini di dimensioni che di peso del bagaglio da portare con noi. “Sforare” tali limiti equivaleva a pagare sovrapprezzi ben superiori al costo del biglietto. E’ stato allora che tanta gente (anche se non tutta) ha imparato a capire che partendo con meno cose si poteva economizzare anche tanto su ogni spostamento. Col passare degli anni i limiti si sono ridotti drasticamente perchè le compagnie aeree vogliono quasi costringere i passeggeri ad acquistare servizi extra, che alla fine sono quelli che portano loro il maggior guadagno. Oggi, ad esempio, se sulla Ryanair si vuole pagare solo ed esclusivamente la tariffa base si deve partire con una borsa piccola e lì dentro ci deve entrare ogni cosa. Ma non è tutto: ultimamente anche i grandi nomi dell’aviazione hanno previsto la tariffa chiamata generalmente “economy light” che permette di pagare molto poco un viaggio intercontinentale se si riesce a partire col solo bagaglio a mano. Io sono l’esempio vivente di questa evoluzione essendo passato dalla valigia dei primissimi viaggi (uomo dell’età della pietra) alla ormai famosa unica borsa piccola (uomo dell’era ultra-moderna) che ho utilizzato anche per tours di dieci giorni.

E’ logico che per poter arrivare a tale livello non bisogna avere menti superiori (anzi, io resto sempre molto umile), ma solo avere grande spirito di adattamento. Viaggio dopo viaggio ho cercato di ridurre sempre di più ciò che portavo con me, spinto dalla volontà di pagare il meno possibile. Ma attenzione: questa mia bramosia non è dettata dall’essere tirchio o dall’avere il braccino corto come mi sono sentito dire troppo spesso, bensì dal fatto che meno spendo per ogni viaggio e più ne potrò organizzare. Esempio pratico: se io ed un’altra persona avessimo entrambi un budget di 1.000 euro all’anno da spendere per il turismo, io potrei arrivare a partire per dieci week-end mentre l’altro ne farebbe solo due o tre al massimo a forza di sommare extra su extra. Personalmente adoro la qualità delle cose che visito, ma non mi importa quasi niente dei servizi dei quali usufruisco. Quelli possono essere anche basici se tale rinuncia mi permette di aumentare le mie possibilità. L’altra persona invece non si abbasserebbe mai ai miei standard, per cui preferirebbe vedere meno cose ma avere tutti i comfort possibili nelle rare occasioni che si potrà permettere. Tutte queste chiacchiere portano sempre allo stesso concetto: LA VALIGIA STANDARD NON ESISTE ed è inutile che leggiate su internet consigli su come prepararla perchè dipende solo da chi siete e da cosa volete dai vostri viaggi.

Ma è anche vero che qui siete “a casa mia”, per cui è anche giusto che vi dia i miei punti di vista. Personalmente ho questo genere di bagagli a disposizione per le varie partenze:

  • Borsa piccola, ottimale per gli standard Ryanair e Wizzair (40x30x20 centimetri – massimo 10kg)
  • Bagaglio a mano per le tariffe “Economy Light” (50x40x25 centimetri – peso massimo da 8 a 12kg)
  • Bagaglio grande da imbarcare per le tratte intercontinentali che lo includono nel biglietto (borsone da trekking con capienza 70 litri). Attenzione: non lo aggiungo mai se non è espressamente previsto nel costo iniziale.

Scelgo una di queste tre soluzioni in base a dove vado, a ciò che prevedo di fare nel luogo di destinazione ed a quanto tempo passo fuori casa. Ma resta sottinteso che tutto ciò è sempre subordinato alla tariffa della compagnia aerea, quindi sono io che mi adatto alle situazioni e mai il contrario. Come esempio pratico mi piace ricordare il mio tour del Guatemala del novembre 2019: ho vissuto undici giorni fuori casa col solo bagaglio medio (seconda soluzione tra quelle appena descritte) passando dalla scalata del vulcano Acatenango (4000 metri di altitudine ed un freddo boia in vetta) alle temperature tropicali ed umide della parte sud del paese con in mezzo il clima degli altopiani (molto fresco mattina e sera ed abbastanza caldo al centro della giornata); oltre a ciò non mi sono fatto mancare relax con bagni e tuffi nei laghi e fiumi locali. So che alla maggior parte di coloro che stanno leggendo può sembrare impossibile, ma vi assicuro che ce l’ho fatta con la massima tranquillità e senza sforzi (vedi post dedicato per ulteriori dettagli). Come anche per il tour della Bielorussia del luglio 2019 in cui sono stato undici giorni fuori casa con la sola borsa piccola (prima delle tre soluzioni elencate qui sopra). Col tempo e con l’esperienza ho imparato a viaggiare portando con me solo lo stretto necessario e, vi assicuro, non mi manca mai niente. Anzi, la gente che incontro si sorprende di tutto ciò che riesco a tirare fuori  da quei piccoli involucri. Non mi dimenticherò mai le prime partenze: avevo con me talmente tanta roba che il 70% di essa la riportavo a casa ancora piegata e pulita perchè mai utilizzata, però l’ho comunque dovuta scorrazzare ovunque andassi con un fastidio enorme. Non succederà mai più, questo è certo.

Non ho specificato una cosa: le tre tipologie di bagaglio elencate qui sopra sono tutte RIGOROSAMENTE morbide. Non esiste che io porti con me un contenitore rigido, tantomeno un trolley. I motivi sono infiniti, ma riporto quelli più importanti:

  • Il trolley va trascinato sulle rotelle o sorretto con una mano dalla maniglia quando la prima soluzione non è praticabile. Dato che io viaggio spesso in zone del mondo che non hanno l’asfalto extra-liscio come una pista di Formula 1 mi è molto più facile partire con cose che posso trasportare comodamente sulle spalle senza quasi accorgermene. Questo mi permette anche di avere entrambe le mani sempre libere per scattare foto, consultare mappe ecc ecc.
  • A meno che non lo si compri in fibra di carbonio (prezzi esorbitanti…) o fatto di un materiale extraterrestre (se lo trovate fatemi un fischio…), un trolley avrà sempre una tara di 1,5 – 2kg. Questo peso è letteralmente gettato al vento quando si vuole stare al di sotto di limiti massimi imposti dalle compagnie aeree e vi farà portare meno roba con voi. Un bagaglio morbido scelto come si deve ha una tara di 200 miseri grammi.
  • Le compagnie aeree godono in maniera inverosimile quando al gate vedono arrivare un trolley che (anche per colpa delle ruote) supera i limiti massimi imposti. Fino ad oggi (stando ovviamente nelle dovute misure e sforando solo di pochissimi centimetri) non ho mai visto far pagare sovrapprezzi ai bagagli morbidi perchè sono più facilmente adattabili quando ci verrà chiesto di farli entrare nell’apposito misuratore, a meno che non vengano riempiti all’inverosimile. Io nel 99,99% dei casi passo e via senza che nessuno mi dica niente.

Detto ciò, ribadendo fino alla morte che non è possibile dare consigli definitivi su cosa portare in viaggio proprio perchè ognuno deve personalizzare il proprio bagaglio a sua immagine e somiglianza, segue l’elenco nudo e crudo di ciò che ho sempre con me ovunque vado (ripeto: SEMPRE):

  • Mini Computer portatile completo di caricabatterie e cavo di collegamento alla rete elettrica + mini mouse. C’è chi lo ritiene una cosa superflua, ma non io; sono della “vecchia guardia” e odio a morte usare gli smartphones per determinate cose. Col piccolo PC mi collego da remoto con l’ufficio in caso di necessità, mi rilasso giocando ai miei giochi preferiti quando sono in stanza dopo una giornata lunga e faticosa, navigo su internet ecc ecc…tutto ciò potendo contare su uno schermo più grande di quelle caccole di telefonini coi quali la gente tra non molto ci cucinerà anche la cena.
  • Busta pieghevole e resistente per la spesa. Altra cosa ritenuta inutile, ma anche no. Dato che viaggio tanto, il ristorante è un lusso che nove volte su dieci non mi voglio concedere. Vado al supermercato e, spendendo molto meno di un pasto a tavola servito e riverito, riesco a mangiare quantità di cibo ben maggiori. Per poter portare via le cose dal negozio (mi riferisco soprattutto alle bottiglie) serve però una busta capiente e forte; quasi sempre quelle di plastica finissima dei markets non sono sufficienti e potrebbero regalare sgradite sorprese.
  • Posate di plastica. Ho sempre con me almeno tre forchette e tre cucchiai di plastica utili per mangiare ciò che compro al supermercato senza dover acquistare in loco i pacchi preconfezionati da cento pezzi ciascuno ogni volta che ne ho bisogno.
  • Reflex con almeno una batteria di scorta, ma all’occorrenza anche due per i viaggi più lunghi.
  • Caricabatterie per la reflex.
  • Batteria di scorta per lo smartphone (interna). Ho smesso da tempo di preparare mappe cartacee e le consulto più facilmente su Google Maps; questo però richiede molta carica disponibile, per cui rimedio in questo modo.
  • Powerbank da 40mAh (praticamente un mezzo mattone) utile per caricare fino a 3-4 volte uno smartphone o 1,5 volte un tablet. E’ utile per ricaricare il telefonino durante lunghi spostamenti in bus/treno/mezzi vari in assenza di presa di corrente.
  • Caricabatteria con presa elettrica e cavo USB. Lo uso per ricaricare il telefonino mentre dormo durante le ore notturne.
  • Mini-lucchetto. E’ utile per chiudere il bagaglio quando sono costretto a lasciarlo in custodia da qualche parte. Fidarsi è bene ma NON FIDARSI E’ MEGLIO…(secondo motto sul quale baso la mia vita).
  • Impermeabile per me. Se dovesse piovere, senza sarebbe un bel casino.
  • Impermeabile per il bagaglio. Eh si…a casa ne ho più di uno per ogni misura di zaino. Avendo al suo interno una marea di congegni elettronici non posso assolutamente permettere che ci piova dentro rovinando tutto. E’ più facile che metta l’impermeabile al bagaglio piuttosto che a me stesso. Io posso sopportare qualche minuto, lui nemmeno un secondo.
  • Adattatori di corrente. Ho sempre con me ciò che mi serve a seconda del paese che sto per visitare. Trovarsi lontani da casa e dover supplicare il receptionist del posto dove si dorme affinchè mi presti un adattatore ed avere paura che non ce l’abbia mettendomi in guai seri non me lo posso e non me lo voglio proprio permettere.
  • Mini-asciugamano. Si tratta di un comune asciugamano da bidet che ovviamente dedico solo e sempre al viso ed a nient’altro. Scelgo questo perchè occupa meno spazio, anche se sorge spontanea la battuta che ce l’ho perchè ho la faccia da culo. Neanche potete immaginare quanto sia utile quando l’itinerario prevede notti in aeroporto, in treni o bus notturni.
  • Federa personale da usare per poggiare la testa sui cuscini che sembrano “poco curati”. Non prende quasi spazio e spesso salva la vita.
  • Mini-kit con i “liquidi” strettamente necessari e lo spazzolino da denti. Tutto ciò che si porta in più è superfluo e porterà via spazio e peso inutilmente. Se serve un docciaschiuma o uno shampoo conviene comprarli una volta arrivati a destinazione.
  • Cartella porta-documenti dove metto il passaporto e tutte le stampe delle prenotazioni effettuate. Sempre per il discorso che ho un animo vecchio stampo, non mi fido affatto dei biglietti e delle prenotazioni digitali. Ne faccio uso solo ed esclusivamente quando non mi è possibile stampare in nessuna maniera. La natura mi odia per questo, ma una volta mi sono trovato con lo smartphone bagnato fradicio causa pioggia improvvisa (e quindi non più funzionante) qualche ora prima di un volo di rientro e, non so con quale miracolo, ce l’ho fatta ad asciugarlo ed a rimetterlo in funzione in tempo prima di dover pagare l’esosa penale richiesta per il check-in in aeroporto. Quindi, anche se Greta Thunberg mi farebbe la pelle, io stampo su carta ogni cosa possibile ed immaginabile prima della partenza.
  • Infine, ma non meno importanti, portafogli (con contanti e carte) + chiavi di casa e della macchina.

Il resto dello spazio viene occupato dagli abiti necessari per la tipologia di viaggio che devo affrontare, partendo ovviamente dall’intimo e finendo con accessori come guanti, scaldacollo, maglia termica, cappello ecc. E’ logico che, avendo capienza limitata, porto solo e sempre lo stretto indispensabile prevedendo anche di lavare in corso d’opera ciò che potrei sporcare durante i primi giorni. Sempre ricordando il mio tour del Guatemala del novembre 2019, mi è capitato di lavare i vestiti sporchi dove avevo previsto una sosta di due notti anzichè una sola e tutto è andato liscio come l’olio. L’importante è che la cosa sia studiata a tavolino, congrua con le tempistiche a disposizione e fattibile in termini di luoghi e tempi.

A questo punto credo di aver detto proprio tutto e ci tengo a concludere questo discorso abbastanza lungo (anche se spero interessante) con questo concetto: ogni volta che le compagnie low-cost imponevano un nuovo limite di dimensione e peso al bagaglio passavo giornate intere ad inveire contro di loro, a mandarle a quel paese e ad augurargli il peggio. Oggi invece mi prostro letteralmente davanti ai loro piedi perchè con quelle restrizioni mi hanno insegnato cosa portare in viaggio. E’ così che ho imparato cosa è necessario da portare e cosa è superfluo da lasciare a casa. Anche perchè, se proprio ci pensate bene, tutto ciò che vi caricate in un bagaglio ve lo dovete sorbire per tutto il soggiorno. Così mentre il 95% dei turisti deve includere nell’organizzazione di un viaggio anche la gestione del proprio bagaglio, per me questo problema non si pone più perchè porto talmente poco da avere sempre bisogno di tutto quanto ho sempre con me, tranne casi eccezionali. Buon viaggio!

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