Ferragosto 2017 – Tappa 2 di 5: Danzica e Gdynia

di admin

*** Prosegue dalla Tappa n. 1 ***

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Scendo dal Terravision e mi trovo fuori dell’area partenze dello scalo di Orio al Serio. Ho tempo prima del volo e decido di fare la mia solita capatina al mega-centro commerciale “Orio Center” per comprare qualcosa da mangiare e per fare una passeggiata vedendo qualcosa di insolito (non sono un appassionato di shopping, per cui stare in mezzo a così tanti negozi uno dopo l’altro è sempre una novità).  Dopo il pranzo veloce torno indietro perchè l’orario dell’imbarco si sta avvicinando. Arrivo davanti al mio gate e vedo un ritardo riportato già adesso di circa 50 minuti. Il mio pensiero è più che scontato: quando si segnalano cose di questo tipo con così tanto anticipo c’è da aspettarsi di tutto e di più. Infatti i minuti scorrono, fino a quando la voce dell’altoparlante informa tutti i passeggeri del volo Bergamo-Danzica presenti all’appello che alla porta “A7” ci saranno degli addetti che distribuiranno sia informazioni utili che buoni per un pasto da consumare in loco. Alla fine l’aereo partirà con 4 ore e 55 minuti di scarto rispetto all’orario previsto. Lascio immaginare il disagio che questo evento comporta: avevo prenotato un appartamento per due notti a Danzica tramite AirBnb…; non trattandosi di un albergo, bensì di un privato cittadino che mi presta una sua proprietà in cambio di un corrispettivo, ho dovuto informarlo dell’accaduto scusandomi in sei/sette lingue per l’accaduto, anche se la colpa non è da imputare a me. Una cosa è arrivare all’aeroporto di destinazione alle 19:30 e tutt’altra cosa è farlo a mezzanotte e mezzo. Calcolando anche il tempo per raggiungere il centro città, il mio “host” opta per venirmi e prendere personalmente senza supplemento (è convenuto anche a lui perchè se avessi preso il bus sarei giunto all’appuntamento dopo le 2:00 del mattino come minimo). Voglio fare una piccola nota sul servizio di assistenza ricevuto per tutte le ore di snervante attesa subìte: il “buono” ricevuto è da consumare presso il fast food McDonald e comprende tassativamente un panino tra quelli classici (guai a sforare con uno di quelli un po’ più ricchi), una porzione di patatine piccola (non sazierebbe neanche in bambino di 3 anni) ed una bibita piccola (diciamo la quantità di un bicchiere). Quindi per chiunque leggesse, sperate sempre di partire in perfetto orario per mille motivi e questo mezzo schifo di organizzazione è uno dei tanti. Raggiungo la casetta e la trovo di mio gradimento, così saluto il proprietario che può finalmente tornare dalla famiglia. Adesso sorge un altro problemino: è circa l’una di notte e mi trovo in una città mai vista prima senza un goccio d’acqua (o di Coca-Cola…) da bere in pieno agosto. Non posso restare in queste condizioni, per cui chiudo a chiave la porta alle mie spalle ed esco. Passando con la macchina già avevo adocchiato il centro, a circa una decina di minuti a piedi da dove mi trovo. Seguo la direzione e ci arrivo senza difficoltà. Una volta lì, estate o non estate che sia, c’è pochissima gente in giro. Mi immetto sul corso principale e già vedo lo spettacolo che avrei visitato a partire dal mattino seguente, però ho una cosa più importante da fare: trovare un market 24 ore per alleviare la mia sete. Dopo poco vengo fermato da un simpatico ragazzo che mi offre di passare le prossime ore nel locale di spogliarelliste più vicino; ovviamente ringrazio e vado avanti. Se anche avessi avuto questa intenzione non sarebbe potuto succedere stasera perchè sono in condizioni poco migliori di quelle di un senzatetto, vista la giornata trascorsa e non ancora finita. Fortunatamente più avanti noto gente che entra e che esce da una botteguccia e lì c’è la mia salvezza: acquisto cosa mi serve (lo stretto necessario) e torno in appartamento tramite la stessa strada dalla quale sono arrivato. Finalmente posso riposarmi e chiudere occhio come si deve. Ah…dimenticavo, ma era scontato: ovviamente il programma di passare una tranquilla serata passeggiando nel centro di Danzica è saltato grazie al regalo della compagnia aerea; fortunatamente avrò anche domani per poter rimediare.

Lunedi 14 agosto: la sveglia è verso le 8:15. Fuori dalla finestra c’è un sole già alto e la giornata si prospetta ottima. Devo assolutamente godermela perchè sono in ferie e, cosa da non sottovalutare, perchè per tutti i restanti giorni sono previste condizioni meteo disastrose come pioggia, burrasca, freddo e chi più ne ha più ne metta. Esco dal palazzo che mi ospita ed inizio la passeggiata;  il primo punto degno di una fotografia che incontro è l’inizio di un parco che diventerà poi molto esteso man mano che lo si percorre: qui c’è un laghetto con una fontana al centro e l’arcobaleno che si vede di seguito spero sarà di buon auspicio. Raggiungo poi la zona di Gora Gradowa dove c’è un punto panoramico sulla città, per poi tornare indietro.

Arcobaleno a Danzica

Arrivo ad un bivio importante: a sinistra si va “verso fuori” ed a destra si va in direzione del centro storico. Giò che sono lì, non ci penso due volte e mi gusto il palazzo del Nuovo Municipio e solo dopo svolto a sinistra. Come mio solito mi dedico prima ad eventuali parti periferiche per poi buttarmi a capofitto nel cuore delle città. E’ così che fotografo anche la Dworzec Glowny (“stazione centrale” in lingua locale), ma prima mi soffermo ad osservare la Chiesa di Santa Elisabetta che si trova lungo la strada e la Chiesa di St. Joseph che si trova immediatamente dietro quest’ultima.

Nuovo Municipio

Chiesa di Santa Elisabetta

Stazione Ferroviaria di Danzica

La strada mi porta in un ampio spiazzo che ospita il Centro Europeo Solidarnosc, museo/biblioteca inaugurato nel 2014 dedicato al sindacato e movimento di resistenza civile che ha svolto un ruolo fondamentale per la nascita della democraziona polacca nei decenni scorsi. Al centro della piazza c’è un imponente monumento eretto nel 1980 e dedicato ai lavoratori dei cantieri navali morti durante le operazioni di protesta/scioperi del 1970 che il governo di allora represse con la violenza mietendo vittime. Alto 42 metri, si possono notare all’estremità superiore tre croci alle quali sono fissate delle ancore.

Monumento ai caduti dello sciopero del 1970

Centro Europeo di Solidarietà “Solidarnosc”

Per non dimenticare…

Un elemento molto importante nella storia di Danzica è rappresentato dagli “shipyards”, ovvero i cantieri navali. Questa fu una città operaia e la costruzione/riparazione delle navi era una delle attività principali. Oggi quindi gli ambienti in cui veniva svolta questa funzione con ritmi incessanti restano testimoni del passato e si materializzano nelle enormi gru utilizzate proprio per questo tipo di lavorazioni. Eccone alcuni esempi:

Shipyards – 1

Shipyards – 2

Il panorama di queste macchine giganti “mi prende”, al punto che vorrei spingermi più avanti…ma c’è una sbarra che blocca l’accesso alle macchine; sul marciapiede però non c’è alcun ostacolo, per cui mi avvicino facendo il vago e guardando in qua e là, ma il mio piano diabolico non funziona: ad un certo punto esce un energumeno da una guardiola che si mette a parlare nella sua lingua incomprensibile. Temo di aver capito che non posso varcare quel limite, così giro le spalle e me ne vado. Questa zona di Danzica è completata, per cui rientro in direzione del centro. Lagiewniki: questo è il nome della strada che ospita i prossimi tre punti di interesse: la Biblioteca dell’Accademia delle Scienze, la Chiesa Cattolica Romana di San Giacomo (foto pessima a causa dell’esposizione “difficile” dell’edificio)  e la Chiesa di San Bartolomeo che affaccia su un piccola area verde in cui si trova anche la statua dedicata a Wlodzimierz Wielki (Santo della Chiesa Ortodossa e della Chiesa Cattolica).

Biblioteca dell’Accademia delle Scienze

Chiesa Cattolica Romana di San Giacomo

Chiesa di San Bartolomeo

Wlodzimierz Wielki

Mi sposto ora lungo la strada che prende il nome di “Rajska”; anche qui ho diverse cose da vedere. E’ presente un canale perpendicolare alla via, lungo il quale si trovano due strutture: il Mulino Grande da un lato della strada ed il Mulino Piccolo dal lato opposto. Dietro al Mulino Grande c’è un’edificio storico oggi adibito a…ristorante (?!?) ; accanto trovo un’area verde con al suo interno la statua dedicata all’astronomo polacco Jan Heweliusz e la Fontana Heweliusza. Dietro alla statua c’è il Palazzo del Vecchio Municipio.

Edificio Storico/Ristorante

Monumento a Jan Heweliusz

Fontana Heweliusza

Vecchio Municipio

Mulino Piccolo

Nel bel mezzo di tutto ciò, proprio sulla strada, c’è l’imponente Chiesa Cattolica di Santa Caterina. Alla sua immediata sinistra trovo un negozio di souvenirs che ha un “padrone di casa” davvero speciale, direi molto attento ai suoi affari. Vedere per credere.

Chiesa Cattolica di Santa Caterina

Lui si che pensa agli affari…suoi

Immediatamente dietro alla già grande Chiesa di Santa Caterina c’è la Basilica di Santa Brigida che ha di fronte il monumento dedicato a Henryk Jankowski (sacerdote polacco membro del movimento Solidarnosc)  e, su di un lato, la statua di Giovanni Paolo II.

Henryk Jankowski

Giovanni Paolo II

Dirigendomi in direzione dell’ingresso del centro storico, costeggiando il canale dove ho trovato i mulini, fà angolo un edificio storico chiamato “Casa degli Abati di Pelplin” che ha una singolare caratteristica: uno dei suoi lati (proprio quello sul canale) è coperto di vegetazione dando un bellissimo effetto ottico.

Casa degli Abati di Pelplin

Eccomi qua, finalmente ci sono: di fronte ho l’accesso al vero centro di Danzica. E’ qui che capisco la reale situazione di questa giornata. C’è qualcosa che sta tramando “contro di me” perchè ci sono troppi strani banchetti in giro; una rapida occhiata al tablet e scopro la verità: domani, 15 agosto 2017, c’è in programma la XXIII° edizione della Maratona Gdynia-Sopot-Danzica, evento organizzato sempre per commemorare le vittime della repressione operaia del 1970. E’ quindi una specie di festa in città che richiama una marea di persone e che trasforma parte dell’area urbana in un mercato. Sinceramente per oggi un po’ mi dispiace trovare più calca del normale, ma non so chi ringraziare poichè quando inizierà la corsa sarò già in un’altra nazione (pericolo semi-scampato). Comunque, tornando a bomba sul mio tour polacco, prima di percorrere la via principale mi guardo intorno e vedo nell’ordine: la “Porta Wyzynna”, il Complesso Przedbramy (passato dalla funzione di carcere della morte all’uso odierno di sede del Museo dell’Ambra), l’albero del millennio, la Torre di Paglia, L’Accademia delle Belle Arti ed il Teatro Wybrzeze.

Porta Wyzynna

Sede del Museo dell’Ambra

L’Albero del Millennio

Accademia delle Belle Arti

Visto tutto questo, varco la Porta d’Oro ed entro nella visa più importante della città: Dluga. Insieme all’altro tratto immediatamente successivo chiamato “Dlugi Targ” (un tempo usato come piazza del mercato) compone la storica “Strada Reale”. Ovviamente qui le macchine non possono entrare e si tratta di zona esclusivamente pedonale. Il panorama che ho di fronte agli occhi è semplicemente spettacolare, complici la bella giornata di sole, il cielo limpido e tutti gli edifici che racchiudono questa via, perfettamente conservati.

Porta d’Oro

Panorama di un tratto della “Strada Reale”

Andando avanti con la passeggiata trovo una via orizzontale completamente piena di bancarelle: questo è il primo dei due punti davvero incasinati che troverò durante la giornata. Decido di tagliare la testa al toro e di dirigermi proprio in mezzo al mercato. Cammino a rilento causa presenza massiccia di persone, però mi imbatto in un bellissimo palazzo che, in passato, aveva funzioni di armeria; oggi invece è l’arte che la fa da padrona, dato che ospita mostre e scuole artistiche.

Palazzo della Grande Armeria

Proseguendo in questa direzione, incontro prima la Basilica di St. Nicholas, subito dopo un importante mercato coperto (la “Hala Targowa”) e poi la Jacek Tower. Qui sono presenti molti uffici cambio e ne approfitto per prendere un po’ di valuta locale, nonchè per fare una bella pausa pranzo con un kebab+bibita seduto su una panchina all’aperto. Mi spingo poi fino alla grande statua dedicata a Jan III Sobieski (re polacco del XVII° secolo che sconfisse l’esercito turco salvando l’Europa dall’invasione delle orde ottomane) e poi torno in verso “Dluga”, ma mi fermo comunque a metà strada.

Jacek Tower

Monumento a Jan III Sobieski

L’imponente edificio della Basilica di Santa Maria, di colore scuro con rifiniture verde chiaro, è ora davanti a me. E’ stato costruito in una posizione molto poco favorevole alle fotografie, cosa che, unita alla sua mole, rende difficile lo scatto. Ciò che segue è il meglio che io abbia potuto fare.

Basilica di Santa Maria

Come se non bastasse, da qui inizia anche una zona invasa dai lavori in corso. Come si dice? Ah già…le disgrazie non vengono mai sole! Sto parlando della zona dietro alla Basilica, dove (per esempio) c’è la Cappella Reale purtroppo completamente transennata. L’unica cosa che si salva è la Fontana dei quattro quarti. Già che sono qui, non mi faccio mancare una passeggiata per “Ulica Mariacka”, una strada elegante contornata da palazzi storici che è conosciuta come “la via dell’ambra”: quasi tutti i negozi vendono oggetti realizzati con questa pietra, molti di essi con banchetti lungo la strada per attirare probabili acquirenti. Decido ora di fare una deviazione che probabilmente allungherà i tempi, ma voglio chiudere anche questo settore della città, così mi spingo fino alla Chiesa di St. John e la ammiro. Adesso posso finalmente dedicarmi a camminare su “Dluga” da cima a fondo.

Fontana dei Quattro Quarti

Chiesa di St. John

Se non vado errato…ero rimasto più o meno qui (splendida vista globale su parte della Strada Reale) e sempre da qui riparto.

Sarà pure un “memo”…ma resta uno spettacolo

La torre che si vede stagliare, simbolo di potenza nel tempo che fu, appartiene alla sede storica delle autorità di Danzica (in lingua locale “Ratusz Glownego Miasta”). Si può salire fino alla sommità, se lo si vuole. Il costo del biglietto è irrosirio; un po’ meno da prendere sotto gamba sono gli scalini da percorrere…davvero tantissimi. Ma una volta lassù, la vista sulla città è incredibile. Oggi questo palazzo è sede del Museo Storico ricco di sale e reperti.

Il “Ratusz Glownego Miasta” da un’altra angolazione

Segue poi un altro piccolo capolavoro: la Fontana del Nettuno. C’è talmente tanta gente intenta a scattare selfie e foto normali che, per trovare un attimo di relativa quiete e campo quasi libero, occorre attendere qualche minuto.

Fontana del Nettuno

Dietro alla fontana c’è il palazzo della “Dwor Artusa”, o meglio della Corte di Artù. Ha avuto varie funzioni nel corso della storia: è stato un centro sociale (non come quelli che intendiamo adesso in Italia, bensì ben altra cosa), una “borsa” ed oggi un ramo del Museo di Storia. Di seguito posto un paio di foto che mostrano come i palazzi che si trovano a bordo della Strada Reale siano belli.

Palazzi Strada Reale – 1

Palazzi Strada Reale – 2

L’ultimo atto di Dlugi Targ è la Green Gate. Da qui esco lungo la riva della “Motlawa” (ramo del delta della Vistola), esattamente sul “Ponte Verde”: un’altra zona di Danzica tutta da esplorare ha inizio. Lungo la sponda del fiume più vicina alla Green Gate c’è un altro mega-ingorgo composto da persone e bancarelle, esattamente come sul ponte stesso di fronte a me. Sinceramente continuo a non capire perchè vengano concessi i permessi per organizzare questi obrobri che hanno come unico risultato quello di congestionare il traffico e soprattutto coprire in tutto o in parte le cose da vedere con le loro terribili strutture. Però succede e tocca starci, e pure in silenzio. Il colore dell’acqua della Motlawa, purtroppo, è marrone sporco; come già detto in altre occasioni, preferisco di gran lunga i corsi d’acqua di montagna che permettono di vedere il fondo e che hanno tonalità pazzesche. Le solite imbarcazioni porta-greggi-di-pecore (detti anche turisti) sono ancorate da una parte in attesa di fare il carico dell’arca di Noè; quando tutti i posti saranno stipati a dovere potranno partire.

Danzica e la Motlawa dal Ponte Verde.

Attraverso il ponte fino all’altra estremità e mi trovo davanti prima una ruota panoramica, poi posso ammirare Porta Stagiewna, “parcheggio” (non so se ufficiale o abusivo) per taxi e veicoli somiglianti alle macchinette che viaggiano sui campi da golf adibite a trasporto di persone.

Ruota Panoramica

Porta Stagiewna

Proseguo ancora oltre: trovo qualcosa che mi aspetto e qualcosa di non previsto. La Chiesa di Santa Barbara è lì in posa, pronta per farsi immortalare; per il resto, noto che questa zona è ricca di supermarkets e decido di fermarmi a prendere qualcosa da bere e da sgranocchiare. Calcolando che ho già pranzato col kebab nella zona della Torre Jacek, ciò che mi porto dietro dopo la cassa non può essere niente di salutare.

Chiesa di Santa Barbara

Arriva il momento di tornare indietro: da questa parte non c’è più nulla. E ‘così che rientro sulla riva della Motlawa nella zona di Ponte Verde e mi metto a passeggiare costeggiando il fiume. La prima cosa che vedo è la presenza di due imbarcazioni che definire ridicole è riduttivo. Anche se ogni tanto ci vuole un attimo di goliardia (c’è modo e modo per divertirsi e lo dice uno che spesso e volentieri cade per terra dalle risate), la stupidità non conosce confini.

Sarà Raikkonen? Non Credo…

Con l’arrivo dei pirati abbiamo completato l’opera

La frase “Non ti curar di loro, ma guarda e passa” ci sta a pennello. La mia passeggiata mi porta nei pressi di uno slargo del corso d’acqua che, per essere superato, va camminato lungo tutto il suo perimetro senza alternative. Alla fine di tale percorso mi trovo di fronte allo Zuraw, un singolare palazzo che è adibito a filiale del Museo Marittimo Nazionale. Proprio di fronte si ha invece l’edificio centrale dello stesso museo.

Lo Zuraw

Da ora in poi i prossimi punti di interesse si trovano sulla “mia” sponda. Inizio con una piccolissima scultura chiamata “il Marinaio” che rappresenta un leone in abiti marittimi. Si tratta di una delle tante opere dell’artista locale Tomasz Radziewicz che si è sbizzarrito a disseminare la città con varianti di questo simpatico personaggio, ogni volta in sembianze diverse, pur sempre mantenendo il leone come base.

“Il Marinario”

Segue poi il palazzo della Filarmonica; sul retro del medesimo c’è una particolare opera che riporta tanti calchi di mani. Una specie di “walk of fame”, però messa in verticale.

Palazzo della Filarmonica

“Walk of fame” in…verticale

Attraverso il ponte che mi porta sulla sponda opposta e lì trovo la suggestiva Torre del Cigno. Poco più avanti ho anche una ottima vista della nave/museo “SS Soldek”; ovviamente è visitabile (il giro dura circa un’ora) e si possono ammirare ben cinque livelli del mercantile interamente costruito in Polonia ed adibito in passato al trasporto di minerali e carbone).

Torre del Cigno

Nave/Museo SS Soldek

A questo punto il tour del centro storico di Danzica e delle zone immediatamente limitrofe si può dire terminato. Adesso ho del tempo a disposizione che però, data la conformazione della città che si estende su di un territorio molto ampio, non è sufficiente per fare proprio tutto. Devo scegliere se andare nella zona del Mar Baltico per vedere il Westerplatte (in passato sede di una fortezza che ha opposto resistenza all’invasione tedesca durante l’inizio della seconda guerra mondiale) e le spiagge locali…oppure se prendere un treno ed andare fino a Gdynia che, insieme proprio a Danzica ed alla località di Sopot forma la cosiddetta “tripla città” (tra esse vige dal 2007 un accordo di collaborazione su molte tematiche). Alla fine vince questa seconda ipotesi, anche perchè sono curioso di vedere questa località marittima abbastanza giovane, fondata dove fino a dopo lìnizio del XX° secolo c’era solo un piccolo villaggio di pescatori. Mi reco quindi alla stazione centrale e, appena entro, ho una sorpresa poco piacevole: alla biglietteria c’è una fila abnorme ed il convoglio da me scelto partirà tra neanche trenta minuti. Non vedo possibilità di fare acquisti alle macchinette, per cui non mi resta che mettermi tranquillo, aspettare e sperare. Alla fine acquisto il ticket quando mancano quattro minuti all’orario prefissato, così una bella corsa al binario non me la toglie nessuno. Riesco a salire ed il viaggio ha inizio. Duarante il tragitto vorrei scendere due volte: alla stazione di Oliwa per ammirare da vicino la splendida e famosa cattedrale ed a Sopot (la cittadina di cui parlavo proprio poco fa) perchè mi incuriosisce molto. Quando arrivo a Gdynia è ancora presto rispetto al tramonto ed il sole è altissimo nel cielo. Dovrei riuscire a farcela a fare un giro abbastanza completo. Mi metto subito in marcia, anche perchè il 70% dei punti di interesse è racchiuso nella zona del Mar Baltico. Dalla scelta che ho fatto all’ultimo minuto si intuisce che tale “escursione” sia un extra non preparato da casa, per cui prendo il tablet ed inizio a studiare al volo la mappa del posto e cosa vedere (potere della fine del roaming nei paesi UE dello scorso 15 giugno…). Durante la passeggiata, lunga oltre un kilometro sulla strada chiamata “10 Lutego”, arrivo nel Parco “Skwer Kosciuszki” dove, tra panchine e verde (seppur relativamente poco) c’è una bellissima Fontana.

Fontana

Proseguo la camminata e mi trovo adesso sul lungomare, esattamente su “Nabrzeze Pomorskie”; qui molta gente sta passeggiando sotto al sole, anche perchè si possono osservare diverse navi ancorate molto scenografiche. Una cosa mi colpisce negativamente: il colore dell’acqua. E’ davvero particolare in senso negativo, scuro come non mai e soprattutto stracolmo di meduse. Mai viste così tante insieme in vita mia. So che Gdynia è una buona località balneare durante l’estate (ovviamente per gli standard del Mar Baltico) e quindi dò la colpa di questo scempio al fatto che mi trovo a tutti gli effetti nel bel mezzo di un porto…però non posso nascondere che tutto l’insieme faccia un po’ impressione.

Nave sul lungomare di Gdynia – 1

Nave sul lungomare di Gdynia – 2

Meduse a josa…

Giungo così alla fine di questo “blocco di cemento”; dopo di che c’è solo il mare. In questa zona ci sono varie attrazioni: la prima che vedo è il monumento a Jozef Korzeniowski-Conrad. E’ stato un romanziere polacco poi naturalizzato inglese. Risparmio il nome completo perchè è veramente una cosa oscena, infinita ed impronunciabile. Diversi suoi scritti sono poi stati trasposti su pellicola tramite la realizzazione di films. Adesso è qui, in cima al porto di Gdynia.

Monumento a Jozef Korzeniowski – Conrad

Dietro ad esso, sulla sinistra, vedo il Monumento dedicato ai marinai caduti in mare: una simil-imbarcazione metallica a vele spiegate. Superato questo…c’è il mare aperto ma,entro una piccola scogliera, c’è una gradita presenza.

Monumento ai marinai caduti in mare

Anche loro in vacanza sul Mar Baltico

Il mio mini tour del perimetro di questa area portuale si conclude sul lato destro: posso affacciarmi da questa parte e vedere in lontananza una vera e propria spiaggia stracolma di gente; molti di loro sono in acqua a fare il bagno…ma io abbasso gli occhi e qui sotto vedo lo stesso colore marrone con meduse di contorno come poco prima. Possibile che sia così anche lì ? La curiosità è tanta, per cui decido di mettermi in cammino in quella direzione. Prima però osservo la struttura qui presente che ospita l’acquario locale e le file di barche parcheggiate in porto. Quando arrivo in zona mi sento un pesce fuor d’acqua (non avrei potuto scegliere espressiome migliore): sono tutti ovviamente in costume e senza nulla ai piedi, mentre io sto sì con t-shirt e pantaloncini…ma ai piedi ho gli scarponi da trekking, scelta obbligata poichè da oggi a domenica prossima sono previsti dai 15 ai 20 km al giorno di camminata (oltre 100 in totale nel corso della vacanza). Se mi fossi solo azzardato a mettere delle “comode” ciabatte, a quest’ora avrei già le piante dei piedi colme di vesciche e potrei unicamente dire addio ai miei programmi. Alla fine me ne sbatto degli altri (colui che avesse qualcosa da ridire, può girarsi dall’altra parte) ed inizio a muovermi lo stesso sulla sabbia in direzione della battigia: ormai voglio vedere da vicino la qualità dell’acqua nella quale si stanno tuffando tutte queste persone. Durante la tratta sento anche una coppia parlare italiano: significa che non sono il solo abitante dello stivale in questo angolo d’Europa. Finalmente arrivo a destinazione: effettivamente il colore del mare qui è diverso da quello del porto e sopratttutto non vedo ombra di meduse, ma non si può certamente dire che sia come stare ai Caraibi o in Grecia, per fare solo due esempi a caso. Certo…in mancanza di altro mi sarei adattato anch’io e l’assenza di un asciugamano nel mio zainetto…un po’ mi secca. Ormai è noto che a me piaccia tuffarmi un po’ in tutti i mari del mondo che trovo sulla mia strada, ma qui proprio non posso farlo per questa volta. Peccato.

Panoramica della Spiaggia di Gdynia

L’acqua del mare a Gdynia

Dico basta per questa parte di città, per cui saluto metaforicamente la spiaggia ed inverto la marcia. La direzione è quella della stazione ferroviaria, ma ci arriverò facendo più soste durante il mio percorso. Il primo punto di interesse che incontro è il Teatro Musicale “D. Baduszkowej”.

Teatro Musicale “D. Baduszkowej”

Alla destra del teatro c’è una funicolare che porta (udite udite…) totalmente GRATIS ad un punto panoramico in collina. Ci si arriverebbe anche a piedi seguendo un percorso di scale nella natura…ma io sono in giro da poco dopo le 8:00 con una sosta kebab per pranzo e niente più, per cui mi metto in coda ed attendo il mio turno. La cabina porta solo otto persone per volta ed una, sempre fissa, ed è il manovratore. Per arrivare al mio momento devo aspettare che il marchingegno vada e torni almeno quattro volte. Il tragitto è davvero breve e dura pochi secondi. Appena in cima posso ammirare una grande croce eretta al centro di uno spiazzo con fondo in cemento e la vista su Gdynia…che però non mi soddisfa a tal punto da pubblicarne una foto.

Funicolare GRATIS…

Al centro dello spiazzo nel punto panoramico

Non c’è molto altro da fare quassù, tranne osservare il solito e rompiscatole ristorante “Panorama” che si trova in tutti i posti del mondo quando si ha a che fare con una vista. Lo dico sempre io che la fantasia è morta e sepolta da decenni. Quando mi appresto a prendere la funicolare per scendere noto altra fila e stavolta mi rifiuto di attendere oltre. Decido di andare a piedi e faccio la cosa migliore della giornata: in due minuti di numero sono nuovamente al piano strada. Proseguo il mio tour: adesso è la volta di osservare la Chiesa Cattolica Romana “Sacro Cuore del Signore Gesù”; è un edficio davvero particolare e poco usuale per le usanze polacche, ma dato che Gdynia è una città abbastanza moderna (forse troppo per i miei gusti) non mi stupisco più di tanto.

Chiesa Cattolica Romana del Sacro Cuore di Gesù

Termino qui la mia esperienza in questa cittadina del nord della Polonia che si è dimostrata più zona portuale che turistica. Temo che Sopot sia la località balneare per eccellenza tra le realtà della “Tripla Città”; la sua visita non è cancellata, bensì solo rimandata a data da destinarsi. Alla biglietteria trovo di nuovo una fila assurda e solo due casse aperte, ma anche stavolta faccio in tempo ad acquistare il ticket ed a prendere il convoglio che mi riporta a Danzica giusto in tempo per la cena e per fare quel giro serale in centro che ieri una certa compagnia aerea, col suo ritardo di quasi cinque ore, mi ha rubato. Decido di tornare nella zona di Dluga e rispettive traverse poichè durante il giorno avevo visto diversi ristrorantini all’aperto, carini ed a buon mercato: mi conviene fare scorta oggi perchè da domani a domenica sarò in nazioni ultra-costose come la Norvegia, la Germania e la Svizzera e di cene fuori non se ne parlerà neanche. Incredibilmente, in giro non c’è quasi più ombra delle bancarelle, tranne qualche stoico ed impavido venditore che non vuole proprio saperne di levarsi dai c…ehm…di abbandonare il campo (meglio…). Mangio bruschette al pomodoro, una buona pizza ed una birra alla spina (ottima qualità) da mezzo litro seduto ad un comodo tavolo nel centro di questa graziosa cittadina. Poi mi rimetto in moto e faccio ovviamente il tanto agognato giro della “Strada Reale” con le luci artificiali. Questo che segue, senza didascalie perchè ormai le cose le conosciamo a memoria, è ciò che posso ammirare:

A questo punto non ho più niente da fare e vedere; l’ultima foto è quella del Nuovo Municipio, primo monumento che ho incontrato arrivando dall’appartamento questa mattina e quindi anche quello che conclude la mia permanenza a Danzica. Faccio rientro in stanza e sistemo le mie cose perchè stanotte si riparte. Faccio in tempo a finire tutto ed a godermi una bella doccia, poi mi metto a domire il massimo del tempo possibile (neanche un paio d’ore) perchè la sveglia è impostata per le 2:15 del mattino. Sarà una giornata dura la prossima.

*** Prosegue con la Tappa n. 3 ***

 

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