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Questo è il primo dei due post in cui è diviso il mio ultimo fine settimana di settembre; una delle solite combinazioni più o meno folli mi porta prima in Repubblica Ceca e poi in Germania passando sia in andata che al ritorno per l’Austria. In questa sede focalizzo l’attenzione sul sabato in Boemia, precisamente nella località di Cesky Krumlov. A tantissimi questo nome potrà suonare strano, forse del tutto sconosciuto; ma la verità è ben diversa perchè l’intero centro storico è patrimonio UNESCO. Gli abitanti sono circa 13.000, quindi pochissimi; ciò non fa altro che accrescere la mia curiosità, per cui non aspettiamo oltre e andiamo…
Venerdi sera: Esco dal nuovo ufficio intorno alle 16:40 e, dopo un tratto in metropolitana ed un altro in bus, arrivo all’aeroporto di Fiumicino con un buon anticipo. Supero indenne i controlli di sicurezza (ormai li affronto con movimenti standard come se fossi un automa per quanto ci sono abituato) ed attendo il mio turno per l’imbarco. Il volo è quello che negli ultimi mesi ho già preso diverse volte, ovvero il Roma-Vienna delle 20:15 operato dalla Laudamotion. Fino ad oggi ho sempre subìto ritardi al punto da non farmi più sperare nel miracolo della puntualità. Ma non sempre le cose vanno male e, con tempismo perfetto, ci fanno salire tutti a bordo. Ognuno prende il proprio posto, sistema il bagaglio a mano, allaccia le cinture ed aspetta la partenza; personalmente già pregusto gli acquisti per la cena che farò alla Spar dello scalo austriaco e mi immagino tutte le cose buone che potrei comprare mentre il tempo passa senza che il trabiccolo alato si decida a muoversi dall’area parcheggio. Cinque minuti, dieci, quindici, venti…e poi dopo trenta minuti di vuoto assoluto arriva la voce del comandante che si degna di informare i passeggeri di cosa sta succedendo. Pare che nella giornata odierna la torre di controllo di Vienna stia avendo dei problemi, per cui stiamo attendendo che le cose si risolvano per poter decollare in tranquillità. Va tutto bene…ma ce lo vuoi dire prima??? O vogliamo inventare che te lo hanno detto da poco??? Alla fine va come sempre, cioè ritardo di quasi un’ora e Spar chiusa quando esco dalla zona di sicurezza dell’aerostazione. Lo so che sembra una barzelletta, ma è davvero così che è andata. A due passi del market c’è il McDonald, unico negozio che sta aperto giorno e notte e che mi salva di nuovo. Stavolta però mi ingegno e prendo lo smartphone aprendo l’APP del fast food più famoso del mondo; noto che c’è una sezione in cui posso cambiare nazione e lingua, per cui passo dall’Italia all’Austria e dall’italiano all’inglese: vedo che sono disponibili una marea di offerte speciali, per cui scelgo quella che più mi aggrada (McMenù large+Chicken Nuggets da 6 pezzi al costo totale di 8,20 euro) e finalmente mi riempio lo stomaco. Poi viene la volta di andare nella solita area in cui ci sono disponibili sia sedie che prese di corrente, ma i posti che mi interessano sono occupati; ce n’è giusto uno senza elettricità e decido di sedermi lì per essere il primo a scattare se e quando si libererà una sedia più consona alle mie esigenze, cosa che succede addirittura nell’arco dei successivi dieci minuti. Sistemo un po’ di doveri usando il mio computer portatile e poi mi dedico allo svago; purtroppo temo che non riuscirò a chiudere occhio stanotte a causa dell’affollamento che non mi consente di stendermi neanche un po’. Con difficoltà arrivano le 4:45, ora della “sveglia” anche se non ho mai smesso di essere operativo. Un veloce passaggio in toilette e poi, alle 5:00, sono il primo che entra nella Spar dopo la riapertura mattutina; qui compro qualcosa per colazione (schifezze…ma buonissime) e poi prendo il biglietto del treno per il centro città che pago 4,20 euro. Alle 5:17 inizia il trasferimento verso la “Franz-Josef Bahnhof” che raggiungo con la linea suburbana “S7” fino alla fermata di Praterstern e poi con un tram. Tutto è estremamente puntuale ed alle 6:28, orario di partenza del treno low-cost prenotato da casa, sono seduto al mio posto. Ovviamente non si tratta di un viaggio diretto, ma con due cambi intermedi: il primo è al confine tra Austria e Repubblica Ceca a Ceske Velenice (fino a qui mi faccio un sonno talmente clamoroso da preoccupare un altro passeggero che ha la premura di svegliarmi alla penultima stazione) mentre il secondo avviene a Ceske Budejovice, località che conosco molto bene per averla esplorata a modo mio pochi mesi fa (vedi post dedicato). Inutile dire che a destinazione ci arrivo con una puntualità disarmante, di quelle che in Italia si possono solo sognare. Quando metto il naso nella stazione di Cesky Krumlov stanno scendendo le ultime micro-gocce di una pioggia che ha provveduto a bagnare ben bene il piano strada ma, come aveva previsto il meteo (incredibile…), da questo momento in poi la situazione tenderà a migliorare fino all’uscita del sole. La temperatura è di circa 14-15 gradi e, anche se sono coperto, avrei potuto sicuramente portare uno strato in più; ormai però è così e cerco di fare del mio meglio per sopportare. Mappa alla mano mi incammino puntando verso il centro perchè ciò che lo circonda non ha molto da offrire. L’ingresso lo faccio nello storico quartiere “Latran” e precisamente attraverso la “Budejovicka Gate” che mi aspetta subito dopo il ponte che sovrasta la Moldava. Questa porta è il primo dei pezzi pregiati di Cesky Krumlov e per poter scattare una foto come si deve è necessario attendere il passaggio di gruppi di turisti (o forse è più appropriato dire “orde di barbari”) per lo più asiatici. All’interno la strada è completamente lastricata ed abbastanza stretta; su ambo i lati ci sono edifici bassi e colorati che già danno l’idea di cosa mi aspetterà nel corso della visita.
Faccio una deviazione su “Pivovarska” fino ad arrivare sulla sponde del fiume dove un ponte metallico permette di andare dall’altra parte, cosa che a me al momento non mi interessa. Anche se oggi viene usata come struttura ricettiva, noto una torre molto carina che decido di immortalare. Torno indietro e mi fermo su “Klasterni Dvur” perchè è in corso una rappresentazione di musica e danze tipiche con bambini del luogo vestiti con costumi storici. E’ sempre un piacere assistere a situazioni del genere, ma ciò significa anche che questo posto sa di avere il turismo quasi come unica via di sostentamento e fa di tutto per spremerlo al massimo. C’è da capire solo se le cose rimarranno entro i limiti della decenza o se andranno oltre. Rientro su “Latran” fino a deviare di nuovo a sinistra, stavolta su “Klasterni”; appena supero una soglia mi trovo nel piazzale sul quale affacciano la “Chiesa del Corpus Christi e di Nostra Signora Addolorata” ed il “Minoritsy Klaster” che regalano un buon colpo d’occhio. Appena fatto torno sui miei passi e, voltandomi a destra di nuovo su “Latran” porto via un bellissimo scorcio a conferma che la zona è davvero particolare.
Esattamente di fronte a me ho l’ingresso dell’attrazione per eccellenza della cittadina, vale a dire l’area del Castello. Non me lo lascio certo ripetere due volte ed entro; una breve passeggiata di poche decine di metri mi mostra un piccolo parchetto sulla destra in cui c’è una semplice fontana. Poco più avanti noto un sacco di gente affacciata ad un muretto e mi sbrigo per capire che cosa stanno guardando. Appena riesco a farmi spazio vedo una scena bellissima: ci sono due orsi che, nonostante manchi loro la libertà (e ciò è male), sembrano essere trattati bene ed in salute; uno sta mangiando e l’altro è in una pozza d’acqua immerso per metà della sua stazza e sta giocando con un pallone. Resto finchè l’orso-giocatore non scompare dal mio campo visivo perchè non avrei mai avuto il coraggio di abbandonare quel siparietto di mia volontà. Alzando gli occhi al cielo ho la prima possibilità di una lunga serie per ammirare la stupenda Torre del Castello, cosa che farò più volte e da varie angolazioni nel corso della visita.
Ma mentre tutti quanti guardano gli orsi, io adocchio anche un’altra bestia ferocissima che si sta godendo la scena tenendo tutto sotto controllo dall’alto di un muretto. Che cos’è? Vedete la foto perchè merita! Supero una nuova porta ed entro in un ampio cortile chiuso su tutti e quattro i lati ed aperto solo verso il cielo. Un’altra fontana simile alla precedente si trova più o meno al centro; resto approssimativo perchè essendo l’area irregolare è difficile capire dove sia il punto centrale. Il bello di questo posto è girare a 360 gradi su me stesso osservando tutto ciò che mi circonda perchè è davvero uno spettacolo. Quando finisco mi rimetto in marcia e, affrontando una lieve salita, supero un’altra soglia. Stavolta un tetto sopra la testa ce l’ho perchè sono all’interno di una costruzione; mi fermo appena vedo un balconcino alla mia sinistra dal quale mi affaccio ed ammiro un panorama clamoroso, da non credere ai miei occhi: l’intero centro storico di Cesky Krumlov è sotto di me e sembra di guardare la tela di un dipinto con la differenza che è tutto reale. La stessa opportunità capita anche poco dopo, ma in questo caso l’affaccio è una terrazza dalla quale la visuale è ancora più ampia.
Come per gli orsi di poco fa, anche da qui non me ne andrei mai via…ma devo farlo perchè il giro prosegue con l’altrettanto suggestivo Giardino del Castello, ovvero un’area verde molto curata con piante potate ad arte. Due sono le particolarità che lo contraddistinguono: sto parlando della “Fontana a Cascata” e del “Revolving Auditorium”, un teatro girevole all’aperto che con il movimento può adattarsi allo scenario naturale in cui si trova rendendolo parte integrante della sceneggiatura.
Ora è la volta di una passeggiata un po’ più lunga del solito perchè voglio andare a vedere una chicca che pochi conoscono, dato che si trova in mezzo al bosco. Esco dal Giardino del Castello seguendo le indicazioni del navigatore; più vado avanti e più rimango solo: io, la natura e nessun’altro. Lo dico sempre, e non posso non farlo anche stavolta, che il destino è strano quando ci si mette di impegno: mancano 550 metri all’arrivo e mi trovo su un sentiero sterrato; vedo a breve distanza l’inizio del bosco ed una sbarra che ne chiude l’accesso. So che altra gente è arrivata dove sono diretto, quindi suppongo sia un blocco per i soli mezzi a motore e non per i pedoni. Quando sono a cinque metri dalla sbarra vedo una macchina parcheggiata di traverso in mezzo alle piante sulla destra e noto con la coda dell’occhio che ci sono persone (almeno due) all’interno dell’abitacolo. La mia teoria che la gente sia peggio delle piattole perchè è in ogni possibile anfratto si conferma ogni giorno, come anche la mia allergia agli esseri umani. Che minchia ci fanno questi qui nascosti come topi di fogna? Personalmente mi piazzerei come loro solo nel caso in cui dovessi fare qualcosa di losco e, credetemi, non è poi piacevole trovarmi lì con tutte le mie cose nello zaino che porto sulla schiena e con unicamente le mie gambe per poter scappare nel caso in cui qualcosa si mettesse male. Ormai sono qui e sicuramente mi hanno visto; tornare indietro sarebbe inutile, così metto in atto il mio solito piano che consiste nel procedere dritto come i cavalli col paraocchi, noncurante della feccia che mi circonda. Non nego di essere preoccupato perchè sarebbe una bugia ed un eccesso di eroismo che non corrispondono a verità, e per questo motivo cerco di controllare la situazione alle mie spalle stando però attendo a non voltarmi mai. Alla fine i metri passano ed ho davanti il piccolo castello “Ptacy Hradek”, un’opera incompiuta atta a ricordare la vittoria di Austria, Russia e Prussia contro le truppe di Napoleone nella Battaglia di Lipsia del 1813.
Adesso ha inizio la fase numero due: devo andare via per tornare in paese e posso farlo solo ripassando davanti a quei parassiti. Ho scelta? No, nessuna…per cui muovo le gambe e tengo dritta ed alta la testa. Man mano che mi avvicino dò una controllata, ma quei rompicoglioni hanno parcheggiato la macchina molto bene, proprio dove non si vede se non ad un attimo di distanza. Alla fine ci arrivo e, senza battere ciglio, non mi volto mai verso di loro che nel frattempo sono scesi e stanno con le chiappe appoggiate alla carrozzeria. Continuo a non voltarmi indietro, ma cerco sempre di aguzzare le orecchie per sentire eventuali rumori sospetti; alla fine va tutto liscio e quei tizi erano innocui. Mi hanno solo fatto prendere un bello spavento perchè in un posto in cui non c’è nessuno non può succedere niente di male, mentre dove c’è qualcuno c’è sempre un pericolo in agguato. Preferisco di gran lunga la solitudine all’incertezza, questo è poco ma sicuro. Ricomincio il mio giro raggiungendo il “Cloak Bridge”, il ponte che poco fa ho usato per scattare immagini meravigliose di Cesky Krumlov mi si mostra dal piano stradale ed anche lui fa la sua figura.
Una vista eccezionale del fiume che bagna il centro storico mi accoglie, seguita poi dal terzo capitolo (anch’esso superbo) dell’osservazione della Torre del Castello. Supero il ponte di legno ed inizio la visita vera e propria del cuore di Cesky Krumlov. Inizio andando sull’estremità della penisola alla mia sinistra dove vedo il “Labeznicky Most” che percorrerò più tardi. Torno sui miei passi ed ecco l’antico Mulino, oggi locale di intrattenimento e punto di ristoro come la maggior parte delle attività di zona. Se c’è una cosa che incanta sono i colori degli edifici, ognuno diverso dall’altro e tutti molto intensi.
Camminando vedo un’attrazione che vorrei tanto provare, ma decido di rimandare a dopo per non rubare tempo all’esplorazione della città e, come sempre accade in questi casi, la cosa va in cavalleria: si tratta di tre labirinti di specchi in un’unica location ed ancora oggi che sto scrivendo questo racconto mi sto rammaricando per non essermi fermato. Poco più avanti c’è il Museo dedicato al pittore ed incisore Egon Schiele, mentre il seguente edificio che ospita il Museo delle Cere è degno di nota. Un’altra costruzione cattura la mia attenzione: è quelle dell’attuale scuola di musica, la cui storia è sicuramente più interessante della conformazione del palazzo. Si narra che un insegnante si arrabbio talmente tanto con uno studente da arrivare al punto di ucciderlo; i genitori del ragazzo lo maledissero e lui dopo pochi mesi morì; pare che ancora oggi l’edificio sia infestato, ma ovviamente sono solo leggende che servono solo a rendere questo posto ancora più turistico di quanto già è. Appiccicata alla scuola di musica c’è l’imponente Chiesa di San Vito. N.B.: l’immagine che posto non l’ho presa da questo punto esatto (sarebbe impossibile causa mancanza di spazio utile), bensì da dove la visuale è decisamente più ampia.
Poche decine di metri e spunto su “Namesty Svornosti”, ovvero la piazza principale di Cesky Krumlov; disastro!!! E’ in corso una manifestazione folkloristica e l’intero spazio è occupato da stramaledette bancarelle, mentre un palcoscenico enorme copre quasi tutto il Municipio, uno dei punti di interesse segnati sulla mia mappa che va così a farsi benedire. C’è uno striscione dove leggo che questa budinata prenderà tutto oggi e domani…ed io ci sono finito in mezzo con tutte le scarpe. La sensazione di essermi fatto una notte in aeroporto ed un viaggio in treno di sei ore con due cambi intermedi per trovarmi in questa marmaglia non ha prezzo, e stavolta non mi salverebbe nemmeno Mastercard. Cerco di unire l’utile al dilettevole osservando la “Colonna della Peste” ed i palazzi colorati che si trovano alla sua destra, il tutto cercando di inquadrare meno persone possibile nell’obiettivo della reflex. I vicini Musei della Moldavite e del Commercio sono due cazzate per turisti, tipiche dei posti più famosi dell’Europa dell’Est (basta rendersi conto che a Praga c’è un museo per qualsiasi stupidaggine, utili solo a spillare soldi ai visitatori…ma così funziona da queste parti). Noto che praticamente tutti si mettono in fila per comprare una specie di cannolo che sembra avere della crema all’interno. Tra me e me penso che se c’è tutta quella richiesta deve essere buono, così investo le 25 corone richieste e lo assaggio: il consiglio che do a chi legge è quello di lasciar perdere; l’esterno è un filo impalpabile di pasta sfoglia mentre l’interno è una cosa leggera come l’aria e quasi insapore che non ha neanche lontanamente il gusto della crema. Da parte mia è bocciato totalmente. Una passeggiata in una delle viuzze che si diramano dalla piazza mi regala l’ennesima vista della Torre del Castello; lo avevo detto all’inizio del racconto che sarebbe stata una costante.
Se prima ho visto e fotografato il “Labeznicky Most”, è arrivato il momento di attraversarlo. Nonostante tutte le peripezie raccontate, camminare per le viuzze di Cesky Krumlov continua ad essere molto suggestivo. Incontro sulla mia strada il “Museo delle Marionette” e la storica “Rozenberg Horse House” prima della “Chiesa di San Giorgio”. Prendo una stradina che mi porta a bordo fiume, ma prima (sulla destra) noto un muro pieno di opere d’arte stranissime delle quali riporto forse l’esempio più estremo e rappresentativo. Lungo il corso d’acqua c’è un vialetto pedonale che i locali usano per fare passeggiate rilassanti; le panchine presenti (tra le quali ce n’è una delimitata da due grandi piedi di metallo) sono gettonatissime e tutte occupate.
Riattraverso “Labeznicky Most” ed imbocco “Parkan” svoltando a sinistra; la percorro tutta finchè raggiungo una scalinata che salgo fino in cima: ho come premio immediato la vista del “Teatro Municipale”. Proseguo verso sinistra ed ecco il palazzo che ospita il “Museo Regionale”, l’attuale Hotel Ruze (lo ricordo perchè in passato fu un importante collegio gesuita) ed un’altra superba terrazza-giardino dalla quale ho la possibilità di catturare altri bellissimi panorami della città che mi ospita.
Cambio completamente zona e lo faccio passando attraverso il Parco Cittadino: si tratta di un’area verde senza infamia e senza lode che all’interno ha un gazebo, un monumento del quale non so praticamente nulla e la piccola “Cappella di San Martino” coperta per una discreta parte dagli alberi presenti. Vicinissima e decisamente più bella è la Sinagoga locale che non mi posso perdere assolutamente. Poi inizio una passeggiata tonificante tutta in salita, parzialmente da fare in mezzo a sentieri sterrati. Alla fine il gioco vale la candela perchè la “Cappella de”Esaltazione della Santa Croce” merita, così come la vista che si ha da quassù di tutta Cesky Krumlov che in questo momento si trova ai miei piedi.
Quando torno al “piano strada”, la cittadina non ha altro di nuovo da mostrarmi; posso dire di aver visto veramente tutto. Mi resta ancora un po’ di tempo prima di andare via e lo passo a zonzo vagando senza obiettivi (dimenticandomi dei labirinti di specchi…mannaggia a me). Vado sul lungofiume a sedermi su una panchina, torno a fare un giro sommario prima al castello e poi lungo “Latran” per osservare per l’ultima volta le case storiche. Quando giunge l’ora “X” prendo la strada verso l’autostazione; per raggiungerla devo attraversare il ponte di metallo su “Pivovarska”: mi fermo un minuto perchè c’è un ultimo scorcio da fotografare che, grazie alla luce soffusa che il tramonto sta portando, acquista punteggio.
Trovo la mia destinazione col solito anticipo e tutto è ok; alle 19:00 il Flixbus parte strapieno con me a bordo diretto a Praga, ma io scenderò alla prima fermata, quella della ormai conosciutissima Ceske Budejovice. Ci torno per passare la notte all’hotel della volta scorsa per diversi motivi: costa solo sedici euro, ha di fronte un mega-market aperto fino alle 22:00 che mi permetterà di comprare la cena con tutta calma ed è la stazione di partenza del treno che domani mattina all’alba mi condurrà in Germania. Dopo una tratta di soli 35 minuti scendo dal bus; l’autostazione locale sta al piano più alto dell’edificio che ospita il mega-market, per cui scendo due rampe di scale mobili per trovarmi…in mezzo alla cacca. Com’è possibile che un negozio del genere all’interno di un centro commerciale sia chiuso alle 19:40 di sabato sera??? Prendo lo smartphone per capirci qualcosa di più e la verità viene presto a galla: oggi è San Venceslao, patrono dell’intera Repubblica Ceca. Pare sia usanza che in questo giorno i negozi (tutti quanti…) chiudano massimo alle 18:00. Adesso sono davvero fregato…però non mi dò per vinto perchè in pullman già pregustavo le squisitezze che di li a poco avrei comprato per cena ed io sono una delle teste più dure che esistano al mondo. Fortuna vuole che conosco già la città, per cui vado sparato dove so che potrei trovare qualcosa, ma la sorte pare essermi avversa: il McDonald ha la chiusura alle 20:00 e ci arrivo davanti alle 20:05, il fast food che vende kebab di fronte è sprangato così come il market “Billa” ed il 90% dei ristoranti che incrocio. Sto per rassegnarmi a mangiare aria stasera quando, rientrando verso la stanza tramite una strada mai percorsa prima, vedo una luce provenire da un negozio ed un buon via-vai di gente. Corro per evitare che mi chiuda in faccia anche quello, ma una volta lì tiro un sospiro di sollievo: la cassiera è cinese e mi viene in mente in un istante Roma nei giorni in cui ci sono festività religiose: è tutto chiuso e sprangato tranne i negozi dei cinesi. Certo…non ho la scelta che avrei avuto al mega-market di mio gradimento, ma alla fine trovo un po’ tutto ciò che cerco ed abbondo pure perchè devo festeggiare il fatto di aver trovato qualcuno che in questo maledetto giorno va in culo a San Venceslao e a chi lo venera!!! Mi scuso con i lettori più “fini” ed impressionabili, ma io queste cose non le concepisco e quando si verificano esce fuori tutto il livornese che è in me; coloro cui questa cosa non piace possono accomodarsi altrove perchè sono fatto così. Alla fine ho vinto io e, baldo e fiero con la mia busta della spesa nella mano destra, vado a prendere la stanza dove mi godo la cena davanti al mio amato calcio manageriale. Adesso è il momento di andare a nanna perchè domattina la sveglia sarà alle 5:15 ed ho anche una notte insonne passata in aeroporto da recuperare. Buonanotte San Venceslao…oh, a proposito: la cenetta era squisita.
Conclusioni: Cesky Krumlov è una piccola località con circa 13.000 abitanti, ma credo di aver scelto il titolo più appropriato per questo post poichè è realmente uno scrigno che, una volta aperto, è lieto di svelare tutti i suoi meravigliosi segreti. Mai avrei pensato che fosse così bella e non finirò mai di ripeterlo. Ero un po’ scettico al riguardo ma mi sbagliavo in pieno. Certo…occorre scremare le budinate per turisti classici, ma se lo si sa fare diventa tutto incredibile. Purtroppo per noi italiani non è facilmente raggiungibile, soprattutto per chi parte dal centro come me. Però, se state pianificando un giro in Repubblica Ceca, questa è una tappa assolutamente irrinunciabile.