Romania Parte 6: Sibiu ed i suoi tetti con gli occhi, Medias e Sighisoara

di admin

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Il titolo del post parla chiaro: sesta tappa alla scoperta della Romania in un anno dalla prima volta. La verità dopo essere arrivato a questo punto? Il difficile non è trovare altri luoghi da vedere perchè la scelta è davvero ampissima; la cosa complicata è riuscire a costruire collegamenti fattibili per quello che resta perchè più scorrono le destinazioni e più che occorre andare a cercare luoghi sempre più lontani dalla base di partenza. E per “base” intendo nuovamente di Bucharest poichè è lo scalo che ha minori costi da Roma. L’aeroporto attualmente meno caro in assoluto (anche se occorre partire da Bergamo) è Timisoara con tariffe a partire da 2,99 euro, ma purtroppo atterrando lì ci sono varianti di esplorazione limitate rispetto alla capitale. Come già scritto nella quinta tappa (vedi post dedicato), si avvicina sempre di più il momento in cui dovrò necessariamente affittare una macchina perchè i mezzi pubblici da me tanto amati non mi potranno più essere di supporto. Con la solita voglia di scoprire di sempre parto anche per questa avventura.

Il volo di andata è di primissima mattina in partenza da Roma Ciampino. Al gate c’è come sempre una marea di gente e la maggior parte è composta da rumeni che tornano a casa per il week-end. Ma, non calcolando me, gli italiani in visita non mancano. Non posso raccontarvi le sensazioni perchè come al solito ho passato l’intero periodo ad occhi chiusi per recuperare un po’ dell’infinito sonno arretrato che mi porto dietro; ogni giorno che passa ne aggiungo un pezzettino. Per ora reggo…poi chissà? Appena l’aereo tocca terra mi sveglio e parto pimpante. Ormai lo scalo di Otopeni lo conosco meglio di casa mia, per cui scendo dal velivolo e parto sparatissimo verso l’uscita. Anche oggi, tanto per cambiare, ho il tempo contato e devo correre davvero velocemente. La prima destinazione del giro è la famosa Sibiu, conosciuta da molti come la più bella città di questa nazione, per cui la curiosità è tanta. Però per arrivarci servono tante ore in treno o in bus. Opto per la seconda opzione perchè trovo sul solito sito di riferimento delle tratte su gomma diverse possibilità che in circa 5 ore mi avrebbero fatto raggiungere la mèta. Ma il pullman mica parte dall’aeroporto…sarebbe troppo bello. Il punto di incontro è una delle tante autostazioni presenti nella capitale rumena e cioè l’Autogara Militari. Qui inzia il tragitto della speranza. Corro al piano terra e faccio il biglietto per il bus n. 780 che prendo subito perchè disponibile. Con quello arrivo alla Gara de Nord (stazione centrale) dove cambio i soldi dal mio “spacciatore di valuta” di fiducia. Fatto questo mi butto nella metropolitana e prendo la prima linea che mi porta fino alla fermata “Eroilor”; da lì cambio e prendo la seconda linea che mi porta fino alla fermata “Pacii”. Una volta in loco devo trovare l’autogara è vicinissima ma ben nascosta. Ci riesco senza troppa difficoltà basandomi soprattutto sul flusso di minivan che vedo passare quasi sempre in una certa direzione. Arrivo al bus di riferimento (compagnia Alis) che sarebbe partito da li a 4 minuti col fiatone. Faccio il biglietto e mi scelgo uno dei posti doppi a disposizione. Non siamo moltissimi a partire ed a me va bene così. La mia intenzione è quella di guardare, osservare e studiare il panorama durante il percorso, ma il calduccio coccolante di quel mezzo di trasporto mi fa cadere in un sonno profondo almeno per la prima ora. Quando riapro gli occhi non riesco a capire dove sono, però poi mi oriento e da lì la mia attenzione resta massima. Cinque ore non sono poche, soprattutto dopo 2 ore di volo e quasi altrettante per attraversare la città. Però tutto va bene e, dopo una sosta inutile di 30 minuti davanti ad un ristorante disperso nel nulla alle 15:00 (quindi più insulsa non poteva essere) arriva la fermata di Sibiu; siamo puntualissimi perchè sono quasi le 16:30. Percorro a piedi i primi 400 metri e trovo la stanza prenotata. Si tratta di una pensione a gestione familiare molto carina e piena di recensioni positive degli altri ospiti passati. Tutto ciò che avevo letto si dimostra vero. La proprietaria gentilissima parla un inglese fluente al punto da mettermi in difficoltà e la stanza è davvero grande e pulita. Visto il percorso fatto ammetto di essere già un po’ stanco, ma il desiderio di scoprire un posto nuovo è più forte di ogni altra cosa, così ordino alle gambe di non contraddirmi e le metto in moto in direzione del centro storico che si trova a soli 300 metri di distanza dalla camera. Il meteo, che a Bucharest era a dir poco fantastico, qui è cupo, coperto e non promette nulla di buono. La prima cosa che colpisce di Sibiu è una caratteristica molto singolare: tante case sono state costruite in modo tale da sembrare che mi stanno spiando. Ci sono davvero gli occhi sui tetti e la sensazione, credetemi, è davvero strana. Ecco alcuni esempi:

Casa con Occhi - 1

Casa con Occhi – 1

Casa con Occhi - 2

Casa con Occhi – 2

 

Questi...o sono megalomani...o non ci hanno capito una mazza. Opto per la seconda ipotesi

Questi…o sono megalomani…o non ci hanno capito una mazza. Opto per la seconda ipotesi

Quando si riesce a convivere con questa realtà, si può proseguire il tour senza intoppi. L’estensione della parte antica è davvero ridotta, ma nonostante ciò questa cittadina è stata insignita di un premio molto ambito in passato: capitale europea della cultura nel 2007. Senza dubbio non è un riconoscimento da poco o che si dà al primo paesotto che si incontra lungo la strada. Nonostante tutto, il primissimo approccio non è dei migliori. Mi trovo davanti il famoso “Ponte delle Bugie” e resto un po’ a guardarlo per cercare di capire il motivo di tale importanza che, ancora oggi, non ho afferrato. Si tratta di un ponte del tutto normale che acquisterà maggiore particolarità in serata, senza luce del sole.

Ponte delle Bugie illuminato

Ponte delle Bugie illuminato. Così è suggestivo. Altrimenti…niente di speciale

Subito dopo entro in Piata Mica. Qui si trovano alcuni punti di interesse della città come il Museo Etnografico Sassone (conosciuto anche come Casa Artelor), la Casa Luxembourg,  il Museo della Farmacia ed il Museo Etnografico Universale.

Casa Artelor - Museo Etnografico Sassone

Casa Artelor – Museo Etnografico Sassone

 

Casa Luxembourg

Casa Luxembourg

 

Museo della Farmacia

Museo della Farmacia

 

Museo Etnografico Universale

Museo Etnografico Universale

Passando poi dalla porta aperta alla base della “Council Tower” si arriva al vero e proprio fulcro: Piata Mare. Questa piazza davvero molto grande è completamente racchiusa da edifci storici. Le normali case antiche (di cui molte “occhiute”) si fondono in maniera armoniosa con tante altre attrazioni come la Chiesa Romano-Cattolica di Sfanta Treime e l’annessa Casa Parrocchiale, il Municipio, il Museo Nazionale Brukenthal e la Casa Alabastra che ospita la Galleria d’arte rumena; ma ciò che colpisce davvero tanto è il colpo d’occhio in uno spazio troppo esteso per poter essere documentato da un’unica foto in maniera esauriente.

La "Council Tower"

La “Council Tower”

 

Chiesa Romano-Cattolica Sfanta Treime

Chiesa Romano-Cattolica Sfanta Treime

 

Municipio di Sibiu

Municipio di Sibiu

 

A

Museo Nazionale Brukenthal

 

Casa Alabastra - Galleria d'arte rumena

Casa Alabastra – Galleria d’arte rumena

Al centro di Piata Mare c’è oggi un piccolo mercatino composto al massimo da una decina di banchi. Per curiosità mi faccio un giro per vedere che cosa vendono e, tra i diversi oggetti, c’è anche il cono di zucchero alla vaniglia…specialità tipica locale della quale vado letteralmente matto. Ma è davvero troppo grande perchè io lo possa finire da solo senza sentirmi male, per cui guardo ma non tocco riuscendo a resistere. Lascio la bellissima piazza per ammirare cosa altro offre Sibiu. Camminando tra le sue viuzze dal sapore antico mi imbatto nella Chiesa Greco-Cattolica delle Orsoline, nella Sinagoga e nella Chiesa Ortodossa “Nesterea Domnului”.

Chiesa Greco-Cattolica delle Orsoline

Chiesa Greco-Cattolica delle Orsoline

 

Sinagoga

Sinagoga

 

Chiesa Ortodossa Nesterea Domnului

Chiesa Ortodossa Nesterea Domnului

Arrivato a questo punto, ad un limite esterno del centro, posso rientrare nella parte storica da un’altra zona ancora da me non esplorata. Incontro dopo poco, in ordine cronologico, il Museo di Storia Naturale e la Filarmonica di Stato. Immediatamente dopo un pezzo delle antiche mura della città con tre torri ancora ottimamente conservate.

Museo di Storia Naturale

Museo di Storia Naturale

 

Filarmonica

Filarmonica

 

Prima Torre con inizio delle mura

Prima Torre con inizio delle mura

 

Seconda Torre

Seconda Torre

 

Terza Torre

Terza Torre

Rieccomi di nuovo nel cuore del centro storico. Stavolta prendo una nuova “arteria” che parte da Piata Mare e che va verso l’ennesima nuova direzione. Trovo un capolavoro davanti ai miei occhi: La Cattedrale Luterana di Sfanta Maria. La contemplo per tutto il tempo necessario da ogni angolazione possibile. E’ talmente grande rispetto all’ambiente che la circonda al punto da non permettermi di farla entrare tutta nell’obiettivo della Reflex; questa che segue è l’immagine migliore che sono riuscito a portare a casa.

a

Cattedrale Luterana Sfanta Maria

 

Stuatua di fronte alla Cattedrale Luterana

Statua di fronte alla Cattedrale Luterana

Lascio Piata Albert Huet e mi dirigo con passo spedito verso un’altra chicca degnissima di nota: La Cattedrale Sfanta Treime che a dir poco è meravigliosa sia esternamente che internamente.

Cattedrale Sfanta Treime

Cattedrale Sfanta Treime

Alla fine si fa sera anche qui a Sibiu, per cui devo pensare all’imminente cena, dato che il pranzo l’ho fatto al volo alle 17:00 (!!!) con uno strudel di mele tipico rumeno. Accanto alla Council Tower c’è un supermercato che resta aperto fino alle 22:00 e fa proprio al caso mio. Però mi viene voglia, ogni tanto, di fare qualcosa di diverso per passare meglio il mio tempo libero. Ricordandomi della cena di Craiova (vedi post dedicato) in cui con poco meno di 6 euro mangiai al calduccio di un ristorante una porzione di bruschette al pomodoro, una pizza margherita non proprio male ed una buona birra nazionale, mi guardo intorno in cerca di qualcosa di analogo. Vengo però frenato perchè vedo tutti i locali semivuoti. Addirittura una pizzeria italiana ha i cuochi seduti con la faccia smunta davanti alla vetrina in attesa del primo cliente; è sabato…e la cosa fa tristezza, sinceramente parlando. Non sono del tutto convinto della soluzione di mangiare fuori, per cui mi incammino verso il market, entro e compro il dovuto per una cena fai-da-te da portare in stanza. Con la busta in mano mi muovo verso la pensione che è vicinissima. Arrivo, mi spoglio perchè faranno oltre 20 gradi lì dentro contro i “sotto zero” dell’esterno, preparo tutto e soddisfo il mio stomaco. Verso le 21:00 però decido di uscire di nuovo per esplorare Sibiu illuminata di notte e l’idea risulta essere davvero ottima. Vedere per credere.

Sibiu in notturna - 1

Sibiu in notturna – 1

 

Sibiu in notturna - 2

Sibiu in notturna – 2

 

Sibiu in notturna - 3

Sibiu in notturna – 3

Fa freddo…tanto freddo…ed ormai ho finito tutto. La mia seconda passeggiata non dura più di 40 minuti, così saluto definitivamente la cittadina e faccio marcia indietro. In stanza poi affino il programma del giorno dopo e mi dedico successivamente al mio solito gioco del calcio manageriale; purtroppo con tutti i miei impegni riesco ad andare avanti solo quando sono lontano da casa. Molto tardi, come sempre, vado a nanna.

Stanchezza o non stanchezza, mi sveglio di nuovo presto. Prima della partenza avevo studiato due diverse soluzioni da adottare a seconda dell’andamento della visita. Arrivando a Sibiu alle 16:30 non ero sicuro di riuscire a finire tutto nello stesso pomeriggio/sera. In caso negativo sarei rimasto lì anche il mattino seguente per poi andare dritto a Sighisoara all’ora di pranzo; in caso positivo avrei potuto prendere un bus partente alle 08:35 del mattino ed avente come destinazione la cittadina di Medias. Come avete potuto vedere anche voi dalle esaurienti foto pubblicate, la scelta cade sulla seconda opzione. Sibiu mi ha dato già tutto e restare altre ore sarebbe davvero controproducente. E’ così che prendo “armi e bagagli” e mi dirigo per tempo all’autostazione. Ora, come già testato in un’altra avventura, i pullman rumeni non sono poi del tutto affidabili. Gli orari qualche volta lasciano a desiderare, ma stavolta va tutto liscio come l’olio. Alle 08:30 il bus si presenta nel piazzale, acquisto il ticket dall’autista per qualcosa meno di 3 euro e salgo. Il meteo che ieri era cupo, oggi è ancora peggio. Nuvoloni chiaroscuri aleggiano sopra alla mia testa con fare molto minaccioso e ciò trova la sua conferma durante il tragitto che dura circa un’oretta, forse poco di più: in un determinato tratto si vede scendere neve in quantità industriale e la cosa non è rassicurante. Visitare una località con quella precipitazione non sarebbe stato facile, ma dentro di me penso che la neve è sempre meglio della maledetta pioggia. La strada è tutta un saliscendi tra paesini e villaggi, alcuni più caratteristici ed altri meno. Mi accorgo dell’avvicinarsi della fermata solo perchè inizio a vedere in lontananza dei bellissimi monumenti; unendo questo particolare al fatto che l’orario di arrivo previsto coincide con quello del momento, mi faccio una domanda e mi dò una risposta da solo: sono arrivato! La verità è che scendo per puro caso, perchè qualche abitante di Medias ha suonato il campanello ed ha fatto fermare l’autobus. Infatti, quella dove abbandono il bus non è un’autostazione come mi aspettavo, ma una semplice fermata a richiesta lungo la strada. Della serie “se non la conosci non la azzeccherai mai e tirerai dritto”. Felicissimo perchè tutto ciò non è successo, prendo atto che ho circa 3 ore di tempo per visitare la città ed inizio senza sprecare secondi preziosi. Quello che noto subito è che la cittadina che mi ospita ha il suo cuore pulsante racchiuso dentro solide mura sorvegliate da diversi bastioni; ma poco prima di entrare li mi aspetta la bella Cattedrale Ortodossa che mi fa capire di voler essere fotografata; decido poi di entrare: spingo il portone di ingresso e cerco di fare meno rumore possibile perchè è già in corso una delle tante funzioni religiose dalla giornata. Ma esco dopo poco; sono troppo osservato da chi di turisti armati di reflex è abituato a vederne davvero pochi al punto da non capire non chi, ma che cosa fossi e chi mi avesse mandato.

Cattedrale Ortodossa

Cattedrale Ortodossa

Avrei davvero voluto pubblicare una foto migliore, magari di lato, in modo da far vedere la vera imponenza di questo edificio che così non ha giustizia, ma fronde di alberi in ogni dove rendono inutile qualsiasi tipo di ripresa diversa da questa. Proprio di fronte si trova la prima torre/bastione che incontro: la Turnul Forkesch, porta di ingresso della “Cetatea” da una parte e ben salda alle mura dall’altra.

Turnul Forkech

Turnul Forkesch

Superata quella mi dirigo verso Piata Mare (detta anche Piata Regele Ferdinand I°), la piazza più estesa di Medias. Dopo qualche minuto ci arrivo e noto subito qual’è l’edificio più caratteristico tra quelli che racchiudono questo spazio: sto parlando di Casa Guggenberger, già attiva e presente sin dal 1736 che mi colpisce con le sue tinte a tono celeste.

Casa Guggenberger

Casa Guggenberger

Qui nasce un problema non da poco: oggi è domenica ed in tasca non mi sono rimasti molti “lei” rumeni. Di li a qualche ora avrei dovuto acquistare un biglietto del treno, ma la cosa più preoccupante sarebbe stata dopo. Infatti sarei dovuto tornare verso Bucharest sempre col treno e quella tratta di circa 6 ore non sarebbe costata pochi spicci. Come fare a cambiare in una località in cui la gente sta solo dentro le chiese e dove in giro ogni forma attiva di commercio si limita ad un paio di bars aperti ed un market che, non si sa davvero come, sta lavorando fino alle 13:00 ? Per una volta mi affido alla provvidenza e vado nel negozio ad usare qualche soldino per acquistare la colazione. Fra me e me penso che ciò che ho in tasca mi basterà sia per mettere qualcosa sotto ai enti sia per il ticket verso Sighisoara; quella è una località decisamente più turistica e lì avrei risolto. Addentando il solito strudel di mele locale e bevendo la mia fedele Coca Cola (che bello poterla trovare ovunque nel mondo!) torno ad esplorare Medias. Ciò che già avevo letto a casa viene confermato: le maggiori attrazioni sono composte dai bastioni che, sparsi un po’ ovunque, fanno capire l’orgine medievale di questa località. Ricordo la Turnul Steingasser, la Turnul Pietrarilor, la Turnul Rotarilor, la Turnul Funarilor, la Turnul Mariei, la Turnul Clopotelor, la Turnul Croitorilor e la Turnul Aurarilor. Di seguito ne riporto solo due in foto, per non annoiarvi; sono tutte più o meno simili.

Turnul Steingasser

Turnul Steingasser

 

Turnul Croitorilor

Turnul Croitorilor

Ma questa piccola cittadina rumena racchiude nella sua sommità una bellissima Chiesa contornata anch’essa da altre mura invalicabili: si tratta della Biserica Evanghelica Sfanta Margareta, un vero gioiello che prende ancora più valore se comparata con il “poco più che normale” ambiente che la circonda. E’ davvero imponente ed inserita in un contesto davvero ristretto, così la sola immagine che entra nell’obiettivo della macchina fotografica è il suo coloratissimo campanile.

Biserica Evanghelica Sfanta Margareta

Biserica Evanghelica Sfanta Margareta

Possibile che gli antichi non abbiano pensato che, un giorno, ci sarebbe stata la necessità di fotografare e che incastonare le opere d’arte in quel modo ne avrebbe tolto la possibilità? Battute a parte (ovviamente), questo monumento lo si raggiunge da due vie: una salita ed una scala coperta (la cosiddetta Scara Acoperita che proverò personalmente a percorrere in forma molto più massacrante di questa nella prossima località). Alla fine scendo di nuovo nella centrale Piata Mare e questo è il colpo d’occhio che si può osservare da li:

Medias vista da Piata Mare

Medias vista da Piata Mare

Ho ancora tempo, per cui decido di vagare senza mèta per le vie che mi restano da percorrere. Ad un certo punto vedo un miraggio: una porticina aperta in mezzo a decine di negozi chiusi…ed è proprio quella che ha l’insegna Western Union; un sorriso si stampa sul mio volto: finalmente ho risolto il problema della valuta rumena mancante! Entro tutto baldanzoso già col portafogli in mano e chiedo: “Please, could you change money?”. Tre secondi; tanto è durato il sorriso sul mio volto. La risposta è lapidaria: “No, we don’t change money”. Qui la domanda sorge spontanea: ma che cavolo ci stai a fare in quel bugigattolo quando intorno a te non c’è un esercizio aperto ed io sono quasi il solo essere umano vagante? La risposta ce l’avevo già sin da quando ero entrato, cioè quando ho notato subito di aver disturbato quella persona durante l’apposizione di “mi piace” a raffica su facebook…; esco da lì e torno alla mia passeggiata, sicuro che avrei scovato qualche altro bel punto di interesse che mi avrebbe fatto dimenticare l’accaduto. Cammina cammina mi imbatto in un parco per bambini che ha una piccola chicca che fotografo: Hansel e Gretel fungono da misuratori di altezza. Molto originale!

Hansel e Gretel misurano la vostra altezza

Hansel e Gretel misurano la vostra altezza

Poi mi imbatto nel mezzobusto di tale Stephan Ludwig Roth; mi sono documentato ed ho scoperto che si tratta di un’umanista pensatore, professore e pastore luterano. Alle sue spalle si erge il liceo teoretico a lui dedicato.

Statua di Stephan Ludwig Roth

Statua di Stephan Ludwig Roth

 

Liceo Teoretico Stephan Ludwig Roth

Liceo Teoretico Stephan Ludwig Roth

A questo punto mi viene da fare un commento: questo signore, come altri del passato, aveva tutte queste belle caratteristiche. Certamente nel corso dei secoli ci sono state “grandi” menti che si sono distinte, ma è anche vero che era abbastanza facile farlo in mezzo ad anche il 90% o più della popolazione analfabeta che zappava i campi per vivere e che non aveva i mezzi per dedicarsi allo studio. Infatti il 99,99% di coloro che si sono distinti nei secoli scorsi per tali motivi, gurda caso, era benestante. Certo, se però penso che oggi si idolatra la De Filippi, lunga vita a Stephan Ludwig Roth ed a tutti gli altri grandi del passato. Con questa verve proseguo il mio tour che mi porta a scovare ancora tre edifici religiosi: la Chiesa Greco-Cattolica “Inaltarea Domnului”, la Biserica Reformata e la Sinagoga. Quest’ultima, a dire il vero, non è messa tanto bene. Infatti penso addirittura che sia abbandonata a se stessa, ma mi ricredo perchè mentre scatto le foto di rito noto persone al suo interno. Chiedo scusa e vado avanti.

Biserica Greco-Cattolica "Inaltarea Domnului"

Biserica Greco-Cattolica “Inaltarea Domnului”

 

Biserica Reformata

Biserica Reformata

 

Sinagoga di Medias

Sinagoga di Medias

Qui arriva il momento di raggiungere la stazione, sapientemente a due passi dalla Sinagoga, mio ultimo stop del giro. Entro nella vecchia struttura ed acquisto il biglietto; come calcolato, i soldi mi bastano per questo ma non per il successivo viaggio. Salgo ai binari ed anche qui, come in altre realtà già visitate in Romania, è in corso di rifacimento la rete ferroviaria. Funziono solo i binari 5 e 6 mentre quelli dal numero 1 al numero 4 sono completamente divelti. Come da prassi di questa nazione, guardo in entrambe le direzioni e poi vado a piedi; i sottopassaggi sono un lusso riservati alle città/stazioni più importanti. Con un po’ di ritardo dovuto a questa situazione di “lavori in corso” arriva il treno in cui salgo. Il tragitto dura poco e non riesco a far riposare le mie gambe come vorrei. Arrivo a Sighisoara col convoglio che recupera qualche minuto perso, ma non tutti quanti. Ho comunque tempo perchè davanti a me ho quasi 4 ore per un percorso abbastanza limitato; la cittadina è piccola e racchiusa. Questo luogo è famoso per aver dato i natali al personaggio più conosciuto di Romania, Vlad III Dracul, meglio ricordato ai giorni nostri come il Conte Dracula. Ma non solo questo: è patrimonio dell’umanità UNESCO come città-fortezza perfettamente conservata. Con queste premesse la curiosità continua ad essere tanta. La stazione ferroviaria è abbastanza lontana dal centro storico, per cui mi armo di pazienza e mi affido ai miei piedi che si mettono in marcia uno dopo l’altro. Prima di raggiungere la mia mèta principale (la città “alta”) trovo due punti degni di nota: il primo è una specie di cimitero (ma sembra più un monumento alla memoria) di cui non c’è traccia sulle guide che ho consultato da casa; ci sono svariate tombe ed al centro di esse un mini-obelisco; le scritte sono in caratteri cirillici e c’è il simbolo rosso della falce e del martello. Non sono riuscito a capirne l’importanza ma posso dire che è comunque particolare.

Monumento al centro del "cimitero"

Monumento al centro del “cimitero russo”

 

Tombe nel "cimitero" russo

Tombe nel “cimitero” russo

Il secondo punto di interesse è davvero stupefacente, da togliere il fiato. Si tratta della Biserica Sfanta Treime. Magari ci sono persone cui queste cose non piacciono o che non vengono colpite, ma io sono rimasto ad osservarla e fotografarla almeno una decina di minuti. Anche se la foto è una delle migliori tra quelle che conservo, non potrà mai dare lo stesso effetto della vista di persona.

Biserica Sfanta Treime

Biserica Sfanta Treime

Volto lo sguardo e vedo la collina ormai a pochi passi. Pochi…ma pesanti perchè la salita pare bella tosta. Supero il ponte sul fiume che sembra tagliare la parte nuova da quella antica e mi imbatto in un monumento forse insignificanta ma che riporto lo stesso per dovere di informazione:

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La prima rampa di accesso alla cittadella vede alla base la presenza di due figuri molto molto loschi, vestiti male e probabilmente emananti odori altrettanto pessimi. Decido di proseguire dritto in cerca di una seconda possibilità. Mai scelta fu più azzeccata: pochi passi ancora e la mia supposizione di quando ero a Medias si fa realtà: una porta aperta ed un cartello “Exchange” mi salvano letteralmente la vita. Senza questo negozio non avrei avuto altre possibilità che provare a pagare il biglietto del treno per Bucharest con la carta di credito, rischiando ovviamente che non venisse accettata. Il tasso applicato è pure decente (certo, non proprio come nella capitale, ma è comprensibile), così metto in tasca una quantità sufficiente di “lei rumeni” per il ticket di viaggio e per la cena spartana da consumare durante il tragitto all’interno del vagone. A questo punto noto che la strada sale naturalmente, senza l’ausilio di scale. Fregati anche i due pseudo-malviventi di prima, con un po’ di normale fiatone riesco a raggiungere il mio obiettivo principale ed inizio il giro. La “cetatea” si presenta più o meno come me l’aspettavo: il pavimento è tutto vecchio stile, vale a dire con pietroni incastrati non si sa bene come (infatti se non si sta attenti a dove si mettono i piedi si può rischiare una frattura della caviglia); Sembra di essere tornati a secoli addietro, se non fosse per i soliti rompiballe che vendono souvenirs che immancabilmente ci riportano alla triste realtà odierna. Le casette colorate da ambo i lati delle strade che avevo visto su internet sono li davanti a me e l’effetto è davvero particolare.

Casette Colorate a Sighisoara

Casette Colorate a Sighisoara

Ovviamente qui tutto ha a che fare con Dracula; c’è il Bar di Dracula, l’albergo di Dracula, la casa di Dracula (dove non sono stato perchè sicuramente si tratta di qualche méra trovata turistica) e chi più ne ha più ne metta. Ma, tolti questi insipidi particolari, le cose da vedere ci sono ed anche in buona quantità. Trovo subito la Turnul Fierarilor.

Turnul Fierarilor

Turnul Fierarilor

A brevissima distanza seguono poi la Torre con l’Orologio (famosissima e presente in tutte le foto di Sighisoara), la Casa de Cultura, la Biserica Manastiri, il Museo di Storia, la statua di Vlad Tepes ed il Municipio.

Torre con l'orologio vista da dentro la cittadella

Torre con l’orologio vista da dentro la cittadella

 

Biserica Manastiri

Biserica Manastiri

 

Statua di Vlad Tepes

Statua di Vlad Tepes

 

Municipio - Fronte

Municipio – Fronte

 

Municipio - Retro

Municipio – Retro

Proseguendo mi imbatto nella Statua dedicata a Petofi Sandor (poeta e patriota ungherese), nella Biserica romano-Cattolica e nel “Bastione”, o meglio nella Turnul Cizmarilor. Per fare una foto decente a quest’ultimo ci sono dovuto tornare una seconda volta perchè, durante la prima, una coppia aveva deciso di monopolizzare questo monumento baciandosi per minuti e minuti interi in cima alle scale. Beati loro…

Stuatua di Petofi Sandor

Statua di Petofi Sandor

 

Biserica Romano-Catolica - Fronte

Biserica Romano-Catolica – Fronte

 

Biserica Romano-Cattolica - Lato

Biserica Romano-Cattolica – Lato

 

Turnul Cizmarilor

Turnul Cizmarilor

Passando in mezzo a diverse case ed edifici storici arrivo alla famosissima e “tostissima” da percorrere “Scara Acoperita”. Si tratta di una scala coperta costruita interamente in legno addirittura nel 1642 che conduce nella parte più alta in assoluto di Sighisoara. I gradini non sono pesantissimi da percorrere uno ad uno, ma sono tanti ed arrivo in cima nuovamente col fiatone. Lì, due musicisti si esibiscono cercando di avere qualche spiccio oppure sperando che io mi metta a comprare il loro CD. Con quella carenza di aria dovuta alla salita ci è mancato poco non solo che non gli dessi un centesimo, ma che li mandassi anche a quel paese in un nanosecondo. Mi sono trattenuto data la mia educazione, ma cavolo…c’è situazione e situazione. Proprio lì si dovevano mettere ???

Ingresso "basso" della Scara Acoperita

Ingresso “basso” della Scara Acoperita

 

Una volta dentro alla Scara Acoperita, la fine sembra un misero puntino di luce...

Una volta dentro alla Scara Acoperita, la fine sembra un misero puntino di luce…

Lassù in alto posso ammirare subito la “Scoala Veche” e poi la biserica Din Deal; di fronte ad essa si entra nel monumentale cimitero tedesco che possiede la propria cappella. Passeggiare all’interno di questo cimitero dà una sensazione particolare: tutte quelle tombe così diverse e di una bellezza macabra hanno due cose in comune: la morte e la storia che fu. Queste due sensazioni, passo dopo passo, si percepiscono entrambe.

Scoala Veche

Scoala Veche

 

Biserica Din Deal null'unica foto decente che il poco spazio concede

Biserica Din Deal null’unica foto decente che il poco spazio concede

 

Cimitero tedesco

Cimitero tedesco

Inizio così la discesa della Scara Acoperita e, devo dire, anche se tale movimento richiede l’uso di muscoli diversi delle gambe rispetto alla salita, scendere è tutta un’altra cosa. Quando supero l’ultimo scalino imbocco una via che prima non avevo percorso e vedo alla finestra una faccia cattiva che sembra quella del padrone di Sighisoara che testualmente mi dice “Ehi, che ci fai qui? Hai finito o no di guardare? Gira il muso dall’altra parte e vattene!”

La cosa paurosa è lo sguardo arrbbiato verso di me...

La cosa paurosa è lo sguardo arrbbiato verso di me…ma che gli ho fatto?

Durante il mio percorso in discesa verso il “piano terra” della cittadina rumena incontro altre “Turnul” (torri) e case storiche. Decido però che è davvero tutto e mi dedico un pochino anche alla “parte nuova”, se così la si può definire. Mi piace fotografare anche qui le case in tinta colorata e la Sinagoga che scovo in un vicolo ben poco indicato.

"Livello strada" a Sighisoara

“Livello strada” a Sighisoara

 

Sinagoga di Sighisoara

Sinagoga di Sighisoara

Il tempo passa tiranno e decido quindi di andare a fare le ultime due “commissioni”: la prima è prettamente tecnica e consiste nel trovare un market aperto che mi consentisse di acquistare qualcosa di buono e fresco da sgranocchiare durante le ore del viaggio di rientro verso la capitale e ciò si concretizza in un Penny Market. La seconda è vedere e fotografare altre tre chiese fuori dal circuito classico. Sto parlando della Biserica Reformata, della Biserica Ortodoxa “Inaltarea Sfintei Cruci” e della Biserica Unitariana.

Biserica Reformata

Biserica Reformata

 

Biserica Ortodoxa "Inaltarea Sfinti Cruci"

Biserica Ortodoxa “Inaltarea Sfinti Cruci”

 

Biserica Unitariana

Biserica Unitariana

Dopo ciò arrivo alla stazione con una ventina di minuti di anticipo rispetto all’orario di partenza. Tutto è filato liscio fortunatamente. La sala d’attesa è stracolma di gente: quello che sto per prendere è l’ultimo treno che porta a Bucharest della giornata ed arriva in tempo utile per poter prendere una delle ultime corse della metro prima del meritato riposo notturno. Mi sbrigo ad andare alla cassa per non rischiare di non trovare posto. Sarebbe stato un disastro incalcolabile ma non succede. Col ticket in mano esco e vado sul binario indicato; non importa se fa freddo: in quella caciara umana non ci voglio stare un secondo di più. Anche qui, in ritrardo causa lavori in stazioni precedenti, arriva il convoglio ed anche in questo caso recupera qualche minuto in viaggio ma non proprio tutti. Ciò significa che manca davvero pochissimo allo stop della metropolitana, per cui alla Gara de Nord c’è un fuggi fuggi generale, me comprenso, verso la discesa nel sottosuolo. Alla fine ce la faccio anche in questo caso e scendo poco dopo a Piata Victoriei, dove aspetto il bus 783 che mi porta verso l’ultima notte al mio ostello preferito in questa zona. Ultima perchè proprio pochi giorni fa ho scoperto che nell’aeroporto di Bucharest non fanno storie se ci si passa qualche ora notturna, per cui la prossima volta non getterò al vento quasi 20 euro di “pernotamento” che, in questi casi, si traduce in 4-5 ore scarse di permanenza. Andrò direttamente allo scalo aeroportuale e mi accaparrerò una sedia dove trascorrere in santa pace il poco tempo che manca all’imbarco del primo volo mattutino, per me comodissimo perchè mi permette di arrivare puntuale in ufficio dopo addirittura essermi fatto una bella doccia a casa (questo vuol dire vivere praticamente appicicato a Ciampino…). Il bus tarda ad arrivare, ma è normale perchè è quasi mezzanotte e le corse sono molto limitate (durante il giorno la frequenza è di una ogni 15 minuti). Arrivo in ostello e, nonostante li abbia avvertiti durante la giornata del mio arrivo in notturna, non mi aspettavano più. Poco importa, ho il foglio di Booking.com che attesta la prenotazione, così mi danno la camera in pochi minuti. Mi riposo un po’, sistemo il bagaglio a mano dopo due giorni di camminate infinite e poi alle 4:15 scendo per prendere la navetta verso l’aeroporto Internazionale Henri Coanda. Il volo parte ed arriva puntuale, così termino anche questa sesta avventura in terra rumena.

Concludo dicendo che questa tappa è stata davvero voluta, vite le 5 ore del collegamento Bucharest-Sibiu del sabato e le 6 ore del collegamento Sighisoara-Bucharest della domenica. Tante ore sui mezzi pubblici, ma sono davvero valse la pena. Sibiu, ripeto, mi ha un po’ deluso: da una capitale europea della cultura mi aspettavo qualcosa di più. Però alla fine Medias è stata una piccola sorpresa e Sighisoara una bellissima realtà. La Romania è fantastica come sempre e, anche se a volte ci sono delle difficoltà di carattere tecnico-organizzativo, non la cambierei in nessun modo con i bus Cotral che collegano le città del Lazio, per esempio. Un caso clamoroso di ritardi, corse soppresse, scioperi, tabelle di marcia totalmente stravolte e mezzi che si rompono. E noi siamo quelli che fanno parte del G8 mentre la Romania è povera? Ma iniziare a tenere i piedi per terra e dire “mi vergogno” (che è la verità…) fà così tanto schifo? Quando le guardie aeroportuali che mi controllano il passaporto mi dicono che non sembro italiano gli rispondo con un bel “grazie del complimento”. Meditate gente…meditate.

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