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L’ultimo week-end di marzo programmato per stare a casa si trasforma, per motivi personali, in una mezza uscita. Una “trasferta” di qualsiasi tipo non può non essere da me modulata anche a scopi turistici e questo che segue ne è l’esempio lampante. Domenica mattina dovrò partecipare ad un evento in Sicilia, ma ho il sabato completamente libero e lo organizzo alla mia maniera. In una splendida giornata di sole visiterò la città di Catania che, per mille motivi, non ho mai avuto modo di conoscere prima. Troppo cari i voli last-minute per arrivare per via aerea, per cui mi affido al buon Flixbus che offre comunque una tariffa umana. E’ il momento di partire…
Venerdi sera: Esco dall’ufficio alle 18:00 e vado a casa dove ho giusto il tempo di cenare prima di dover tornare di nuovo in strada e rimettere la macchina al solito parcheggio lasciato non molto tempo prima. Due metropolitane (A+B con cambio a Termini) mi portano all’autostazione Tiburtina dove alle 21:30 mi aspetta il pullman diretto in Sicilia. Durante l’attesa mi informo on-line se il bus farà capolinea qui arrivando vuoto oppure se troverò già persone a bordo e scopro che la tratta è abbastanza strana: Teramo-L’aquila-Roma-Villa San Giovanni-Varie città della Sicilia. Quando arriva il momento di salire si crea il panico a causa della nuova policy della compagnia “verde”: alcuni non hanno il posto assegnato sul biglietto mentre altri (come me) ce l’hanno scritto ben chiaro. Lascio solo immaginare che caos può creare la gente in una situazione come questa: chi non ha il posto assegnato si accomoda dove lo ritiene opportuno per poi veder arrivare il “legittimo proprietario” che pretende di legge quel sedile chiamando l’autista pur di far alzare “l’usurpatore” che si rifiuta di farlo. Pure le pecore danno più ascolto al pastore ed addirittura al cane ed è sempre più una vergogna appartenere a questo mondo. Io ho il posto 20D, ultimissima fila al finestrino; il viaggio passa tranquillamente soprattutto perchè dietro di me non ho nessuno che disturba. Per la prima volta in vita mia mi trovo poco prima dell’alba ad attendere la partenza del traghetto che attraversa lo stretto di Messina. I 20-25 minuti che passiamo fermi in coda sono utilissimi per far sorgere il sole e per farmi vedere la Sicilia subito dietro quello stretto braccio di mare. Nonostante l’imbarco del pullman sul natante mi ricordi molto (pure troppo) la traversata dei due lati di Mombasa in Kenya (e non è una bella cosa nel 2019 in un paese che si ritiene essere la settima potenza economica mondiale…) probabilmente l’idea di costruire un ponte è abbastanza avveneristica. Ricordiamoci che siamo in Italia…non nell’estremo nord dell’Europa, negli Stati Uniti o in Giappone dove certe opere sono all’ordine del giorno; bisogna anche essere onesti con noi stessi ed accontentarci di ciò che abbiamo. Giusto il tempo di prendere una boccata d’aria mattutina e mi ritrovo sull’isola con l’ultimo pezzo di strada da percorrere. Alle 7:50, con circa quaranta minuti di anticipo, scendo alla fermata di Catania situata in Via d’Amico. Fortuna vuole che stavolta ho chiesto ed ottenuto di poter effettuare il check-in anticipato: mi è stato accordato solo perchè il posto in cui dormirò stasera è rimasto libero nella notte appena trascorsa ed è un bene per il prosieguo della giornata. La dieta che ha avuto inizio il 12 novembre 2018 è finita lo scorso 16 marzo con ottimi risultati; ciò significa che, con la dovuta attenzione generale, non devo più rinunciare a tutto e quindi passo un po’ del mio tempo libero in questa zona sorseggiando un cappuccino e…gustando un cannolo classico alla ricotta. E come avrei potuto cominciare altrimenti? Ci sono circa due kilometri dalla stazione centrale di Catania fino alla mia sistemazione e li percorro con la massima tranquillità, senza correre. Arrivo puntuale all’appuntamento con il proprietario della casa vacanze e prendo le chiavi per poi uscire quasi subito dedicandomi immediatamente alla visita programmata. Non posso non iniziare dal bellissimo Castello Ursino perchè ce l’ho a 200 metri di distanza dal letto (forse pure qualcosa di meno). In lontananza riesco a vedere la mastodontica figura dell’Etna che, parzialmente imbiancato sulla vetta, svolge egregiamente la sua funzione di guardiano severo.
Uno dei fili conduttori del giro di oggi è lo scoprire, uno dopo l’altro, i tantissimi edifici religiosi che punteggiano la città. Nella mappa preparata da casa sembrano quasi non finire mai. Ecco che, in un fazzoletto di terra, trovo i primi quattro: Chiesa di San Sebastiano, Chiesa di San Giuseppe al Transito, Chiesa Valdese e Chiesa Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto. Inizio con un bel poker e vado avanti.
Mentre osservo i punti di interesse appena nominati arrivo su Via Garibaldi (una delle arterie principali) dove ci metto poco a perdermi letteralmente nella vita quotidiana di questa zona d’Italia composta da tanti piccoli negozietti al piano strada e dalla particolare architettura dei palazzi presenti, le cui imperfezioni dovute allo scorrere del tempo concorrono a rendere vero ed autentico questo posto. Porta Garibaldi (o Fernandinea) è il luogo più a ovest che toccherò in questo itinerario, per cui appena la osservo a dovere faccio marcia indietro e mi dirigo verso la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, situata su di una piazzetta i cui tanti (troppi…) alberi ne ostruiscono la visuale frontale costringendomi a fotografarla in obliquo come possibile.
E’ ora la volta della Chiesa della Santissima Trinità di Via Vittorio Emanuele II, altra strada importante che poi mi mostrerà ulteriori bellezze nel prossimo futuro. Ma prima una doverosa deviazione per ammirare il complesso che ospita il Monastero dei Benedettini e l’adiacente Chiesa di San Nicolò l’Arena.
Anche se è ancora mattino, il sole è già altissimo nel cielo e sono costretto ad alzarmi le maniche del maglioncino leggero che ho addosso per non sudare: una giornata così è il sogno di qualsiasi viaggiatore. Il prossimo blocco di cose da vedere inizia col Complesso Archeologico delle “Terme della Rotonda” e con la Chiesa di San Filippo Neri. Prosegue con la visita a pagamento (6 euro…tranne la prima domenica del mese in cui l’ingresso è gratuito) del bellissimo Teatro Romano (costruito per una capienza di circa 7.000 spettatori) e dell’Odeon (più piccolo e destinato a musica e danza). E’ la volta del Santuario di Santa Rita in Sant’Agostino che non mi perdo. Scovo anche la piccolissima e quasi invisibile Chiesa di Santa Maria delle Grazie, seguita a pochissimi metri dalla Chiesa di Santa Chiara e, in Via Sant’Anna, dalla Casa-Museo dell’illustre scrittore Giovanni Verga.
In una sola piazza trovo altri quatto punti di interesse, ovvero la Casa Natale del compositore Vincenzo Bellini ed il Museo Emilio Greco (entrambi ubicati nello stesso Palazzo “Gravina Cruyllas”), il monumento in onore del Cardinale Dusmet e la bella Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata.
Superando l’arco di San Benedetto si entra nella strada che viene definita “del barocco catanese”: sto parlando della monumentale Via dei Crociferi. In circa 350 metri sono presenti moltissime cose degne di nota, ovviamente a tema religioso. Essendo una via storica ha i suoi “pro” (che sto per elencare) ed i suoi “contro”: le dimensioni dei punti da fotografare sono come sempre troppo grandi rispetto allo spazio a disposizione ed occorre fare i salti mortali per ricavare immagini di scarsa qualità. La Chiesa di San Benedetto apre le danze, seguita dalla Chiesa di San Francesco Borgia e dalla Chiesa di San Giuliano. Conclude in bellezza la Chiesa di San Camillo.
Lascio Via dei Crociferi e mi dirigo verso altre direzioni. Poco dopo mi trovo davanti alla Chiesa della Purità seguita dalla Chiesa di Sant’Agata La Vetere; tocca ora alla Chiesa di San Vito ed alla Chiesa di San Domenico…ma non è ancora finita (lo avevo scritto all’inizio che avrei trovato un tripudio di edifici religiosi e non sono uno che racconta balle). La Chiesa di Sant’Agata al Carcere e la Chiesa di San Biagio in Sant’Agata alla Fornace chiudono questo mini tour-de-force della fede. E’ proprio così: ogni tanto Dio onnipotente lascia spazio anche al resto e posso quindi fare un intermezzo osservando i resti dell’Anfiteatro Romano e la Statua dedicata a Vincenzo Bellini.
A questo punto avrei tre opzioni: la prima (e più ovvia) è quella di scendere per Via Etnea e vedere il meglio del centro storico della città; la seconda è prendere Via San Gaetano alla Grotta, ma la boccio in partenza perchè ci vedo le bancarelle di un mercato e rinvio la visita alle ore successive; la terza è quella di cambiare completamente zona e spostarmi verso la periferia. Quindi…calcolando che la seconda scelta è scartata a prescindere e che io non sono un tipo ovvio neanche per un nano-secondo, alla fine opto per l’ultima possibilità e mi incammino. Mi fermo qualche secondo ad osservare i Ruderi del Tempio di Sant’Euplio: l’accesso è chiuso da un cancello invalicabile, per cui mi devo accontentare di vedere il possibile attraverso le sbarre metalliche. Faccio adesso il mio ingresso in Via Etnea e mi trovo di fronte alla statua di Giuseppe Garibaldi. Questo è anche il punto dal quale accedo al Parco “Villa Bellini”: si tratta di un’oasi verde che racchiude diverse sculture, un’area con giochi per i più piccoli ed uno di quei cosi che generalmente all’estero chiamano “Pavillion”.
Esco dal parco dal lato di Piazza Roma dove troneggia la Statua Equestre di Umberto I°. Cammino su Viale Regina Margherita, strada caratterizzata dalla presenza di diverse bellissime ville. Dopo aver immortalato la semplice fontana di Piazza Maria del Gesù mi dedico ad osservare l’omonima chiesa. Il mio “io” interiore finalmente respira: era troppo tempo che non vedevo un’edificio religioso e iniziavo a sentirne la mancanza 🙂
Mi rimetto in marcia cambiando direzione; passo accanto all’Orto Botanico di Catania che gode di ottima reputazione a livello nazionale. Per coloro che fossero interessati c’è da fare attenzione agli orari: è visitabile solo il sabato mattina; nel pomeriggio ed in tutta la giornata della domenica è chiuso. Andando ancora avanti trovo la Chiesa del Santissimo Sacramento al Borgo, la Fontana di Cerere e la Chiesa di Sant’Agata al Borgo.
Da qui mi aspetta una passeggiata abbastanza lunga che mi porterà fino al mare, ma la faccio più che volentieri perchè la giornata è semplicemente spettacolare e sto benissimo. Nel frattempo colgo l’occasione per immortalare la bella Fontana dei Malavoglia. Mi spingo fino alla Chiesa di Santa Maria della Guardia e poi inverto la marcia. Dopo aver visto il Monumento ai Caduti del Mare dedico dieci minuti di pausa seduto su un muretto dal quale osservo il Mar Mediterraneo che si infrange sulla spiaggia vulcanica di questa zona. Per quanto sia bella ed abbia arenili stupendi, la Sicilia è anche questo e va apprezzata in ogni sua sfaccettatura. Cammina cammina mi ritrovo a passare di fronte alla Stazione Centrale e qui osservo la Fontana del Ratto di Proserpina: è un’opera d’arte…peccato che sia usata come cestino dei rifiuti dai passanti più indisciplinati perchè, nonostante la mia buona volontà, non riesco a non mostrare il cumulo di immondizia che galleggia indisturbato su una parte della superficie dell’acqua presente.
Stavolta è il momento di buttarmi nel centro di Catania e lo faccio rientrando dal lato opposto di Via Vittorio Emanuele II° rispetto a a quello già visitato questa mattina. In Piazza Cutelli, proprio di fronte all’edificio che ospita l’omonimo Convitto Nazionale, trovo la Fontana delle Conchiglie che non mi piace neanche un po’. E’ poi la volta della Moschea della Misericordia, seguita dalla Chiesa di San Gaetano alla Marina. Arrivato alla Chiesa di San Placido, la supero e raggiungo la vicina Statua di Ferdinando I° di Borbone (decapitata dai garibaldini durante il 1860 e rimasta tale fino ai giorni nostri); eseguo poi una deviazione per poter ammirare (ed è proprio il termine giusto) il “Teatro Vincenzo Bellini”; davanti ad esso vedo anche la Fontana dei Delfini e l’edificio storico che prende il nome di “Casa del Mutilato”.
Passando dalla Chiesa di Santa Maria all’Ogninella raggiungo Piazza Stesicoro e da lì inizio a scendere lungo via Etnea; trovo un corso pedonale classico, simile a quello di tante altre località perchè pieno dei soliti negozi di sempre (le famose “catene” che non mi va di nominare). Da un certo punto in poi inizia il bello: la Chiesa di San Michele Arcangelo ai Minoriti apre le danze seguita dalla superba Basilica della Collegiata. Entro in Piazza dell’Università dove osservo il Palazzo dell’Università (sede del rettorato) ed il dirimpettaio Palazzo San Giuliano.
Metto piede in Piazza del Duomo, vero fulcro di questa città. Ogni suo lato nasconde un punto di interesse ed il panorama a 360 gradi è superbo. Non posso non iniziare dalla Cattedrale di Sant’Agata che trovo bellissima ed imponente come immaginavo; sulla sinistra vedo la Chiesa della Badia di Sant’Agata che è fotografabile solo da questa piazza perchè si trova in una via troppo stretta da non dare sufficiente campo a chi volesse tentare l’impresa. Sulla sinistra ho il Palazzo dell’Elefante mentre sulla destra ho sia il Palazzo dei Chierici che la Fontana dell’Amenano che perde un po’ della sua qualità a causa la troppa ombra che la avvolge. Al centro dell’area spicca la Fontana dell’Elefante e, poco lontana, c’è Porta Uzeda. Non c’è che dire: un vero tripudio!
Tra me e me penso che ormai sia fatta e mi metto a passeggiare con tutta la calma del mondo ed a perdermi nelle vie della città che mi ospita. Anche se è tardi trovo un fast food e faccio il solito pranzo-merenda fino a quando, poco prima di invertire la marcia alla ricerca di un market per comprare qualcosa per la cena da portare in stanza esclamo: “Minchia!!!” (sono a Catania…cos’altro avrei potuto far uscire dalla mia bocca se non questo?)…mancano ancora un paio di punti di interesse che ho dovuto tralasciare qualche ora fa a causa del mercato!!!”. Mentre mi dirigo da quella parte guardo l’orologio e vedo che sono le 18:00 passate. Inizio a pensare che sicuramente a quest’ora non troverò più le bancarelle perchè generalmente verso le 14:00 o giù di lì inizia lo sbaracco. Ebbene, non mi sono mai sbagliato in vita mia più di così: il mercato è ancora lì ed i commercianti stanno pian piano iniziando a riporre le loro cose solo adesso. Stavolta me ne frego e inizio a farmi spazio tra la gente perchè non è possibile bloccare le strade per dodici ore, soprattutto per vendere cianfrusaglie. E che diamine! La Basilica Santuario di Maria Santissima Annunziata al Carmine la ammiro come si deve, mentre per la piccola Chiesa di San Gaetano alle Grotte faccio un po’ più di fatica per la presenza di diversi ostacoli tra me e l’edificio religioso.
Adesso sì che è davvero tutto. Questa ultima camminata risulta fruttuosa anche per un altro motivo: proprio in questa zona sono presenti due supermarket che mi danno modo di acquistare qualcosa di leggero per cena insieme alle solite bibite che allieteranno la mia serata. Dopo una giornata così intensa è proprio il momento di rientrare ed è ciò che faccio concludendo questa meravigliosa giornata col mio fedele calcio manager.
Il giorno dopo partecipo all’evento per il quale sono venuto da queste parti e poi, dato che ho del tempo libero e che c’è di nuovo un sole che spacca le pietre, decido di dedicarmi al relax puro (cosa che non faccio da una marea di tempo) andando a sdraiarmi sulla magnifica spiaggia di Giardini Naxos che raggiungo col treno. Non avrei potuto fare scelta migliore, anche perchè il 31 marzo non ci trovo anima viva che ha fatto la mia stessa scelta e la pacchia me la godo proprio tutta. In serata rientro a Catania dove, alle 21:00, parte il nuovo Flixbus che mi porterà a Roma Tiburtina alle 7:00 del mattino del giorno successivo; stavolta lo Stretto di Messina è meno scenico perchè lo attraverso quando fuori dal pullman è buio pesto. L’importante è che tutto è andato liscio come l’olio, così posso fare giusto una capatina a casa per darmi una sistemata e poi correre a lavorare: proprio stamattina ho un appuntamento in banca per andare a tirare le orecchie al gestore che non vuole proprio saperne di darmi retta 🙂
In conclusione posso solo confermare ciò che sapevo e che immaginavo: Catania è una città splendida che racchiude una marea di tesori. Purtroppo l’ho visitata troppo tardi, ma non si può certo fare tutto insieme e qualche posto deve attendere il suo momento. Adesso che ci sono stato la consiglio proprio a tutti augurando che possiate trovare una giornata di sole meraviglioso come è successo a me, elemento non determinante ma che senza ombra di dubbio ha la sua influenza positiva. La Sicilia è tutta bella ed ora che conosco anche Catania lo è ancora di più.