Bulgaria parte 4: Burgas e la scoperta della piccola Kiten

di admin

Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Burgas ? Clicca qui!

 

Ancora Bulgaria…ancora la nazione europea in cui non c’è nulla di nulla (almeno così si dice). Ebbene si…probabilmente sono masochista al punto da continuare a spendere soldi guadagnati con fatica per non vedere niente. Anche questa volta l’idea e l’occasione arrivano da una buona offerta volo della Wizz Air con itinerario Roma-Bucharest-Roma. Come ho già spiegato in un post precedente, per raggiungere la fascia bulgara del Mar Nero è più semplice atterrare e ripartire dalla Romania anzichè prendere un volo per e da Sofia (tutto questo se si abita a Roma, o comunque non nella zona di Orio al Serio; dal nord-est italiano c’è da qualche tempo una tratta diretta per Varna che, nel mio caso, avrebbe semplificato molto le cose). La realizzazione del viaggio che segue è stancante e questo non oso metterlo in dubbio, ma anche un piccolo capolavoro di organizzazione. Perchè proprio quella zona? Informandomi on-line ho visto due cose: la prima è che non ho ancora visitato Burgas, una delle città più importanti di questa nazione; la seconda è che proprio il Mar Nero, già bellissimo da questa sponda, diventa sempre più fantastico man mano che si va verso il sud e quindi verso il confine con la Turchia. Causa tempi stretti non posso spingermi troppo avanti, ma qualcosa di buono la posso tirare fuori lo stesso. Vediamo come…

E’ venerdi sera ed ho giusto il tempo per uscire dall’ufficio alle 18:00 dopo l’ennesima settimana di lavoro.  Prendo la metro in direzione Anagnina e poi aspetto il bus per l’aeroporto di Ciampino dove passerò un po’ di tempo in dolce far niente. D’altra parte non mi conviene tornare a casa per un quarto d’ora per poi dover correre di nuovo nella direzione opposta. Ovviamente arrivo puntuale (anzi…con largo anticipo) ed attendo il mio turno per l’imbarco. Tutto si svolge in maniera regolare e la partenza è in orario; posso quindi dormire tranquillamente per un paio d’ore in volo fino all’atterraggio nella capitale rumena. Una volta sceso e superato il controllo passaporti è passata da un po’ la mezzanotte locale. Primo obiettivo: correre verso l’unica sedia dell’area arrivi dello scalo che ha accanto a sè una presa di corrente. E’ sempre un terno al lotto ed in genere ho circa il 50% di possibilità di trovarla libera in questo orario; stavolta mi va bene e mi ci fiondo. Prendo il pc portatile dal borsone, attacco il cavo di alimentazione e mi cimento per poco più di tre ore col mio gioco preferito. Incredibile come i miei impegni mi permettano di portare avanti questo hobby solo in viaggio e, spesso e volentieri, soltanto in tali momenti della notte. Temo di dover cambiare qualcosa nella mia vita prima o poi. Alle 3:40 del mattino, un po’ assonnato ma soddisfatto, ripongo tutto come stava prima e mi porto all’area partenze; qui, appena fuori dalla porta del settore “D”, il minibus della compagnia Pegasus sta arrivando a prendermi. L’appuntamento scritto sul ticket pre-acquistato da casa riporta le 4:00 come ora di inzio del viaggio con destinazione Varna, prima di tre tappe. Inutile dire che appena mi piazzo sul sedile crollo in uno stato di quasi catalessi. L’autista rispetta le fermate previste (Bucharest Centro e Ruse) ma neanche me ne rendo conto; il solo momento in cui apro gli occhi (e solo perchè lo devo fare senza possibilità di scelta) è al confine tra Romania e Bulgaria: qui gli agenti della dogana esigono di vedere il passaporto di tutti, anche di quelli che vorrebbero dormire.  Arrivo all’autostazione dove già sono stato in passato e mi fiondo come un razzo ad acquistare il biglietto valido per un altro pullman, stavolta diretto a Burgas. Per fortuna l’attesa è poca e salgo anche sul secondo mezzo. Ci metto quasi tre ore per arrivare; durante questo percorso passiamo anche da “Sunny Beach”, la famosa località vacanziera locale che accoglie per lo più turismo molto giovane grazie ai prezzi relativamente bassi e all’organizzazione ricettiva che comprende diversi locali serali e notturni. Personalmente in questo luogo non ci metterò mai piede. All’autostazione di Burgas, sempre con uno scatto da velocista, cambio “stallo” e mi infilo in un nuovo minibus come farebbe un coltello nel burro: non solo sta per partire da lì a due minuti, ma ci sono rimasti solo gli ultimi tre posti disponibili. Una cosa la posso dire, ora che sono a bordo dell’ultimo mezzo di trasporto della giornata: questo viaggio è cominciato come meglio non avrebbe potuto e, per una volta, non ho niente di cui lamentarmi. Non era affatto facile trovare queste coincidenze così risicate, ma è successo ciò che speravo e sono contento. Sto andando a Kiten, luogo sconosciuto al 99,99% degli italiani. A dire il vero anche io ero uno di loro prima di studiare questo viaggio, ma ora non lo sono più perchè ho avuto la voglia di conoscere meglio una nuova parte d’Europa che mi era buia. Senza dubbio si tratta del giusto compromesso tra il tempo a mia disposizione e la voglia di dirigermi più a sud possibile lungo la costa del Mar Nero. Inutile nascondere la verità…anche se chi mi conosce lo ha già capito: più ci si allontana dalle destinazioni classiche (per l’appunto Varna, Sunny Beach e Burgas) e meno possibilità c’è di trovare “marmaglia disturbatrice” in spiaggia. Ormai non manca molto per verificare di persona questa teoria e non sto nella pelle. Sono passate da poco le 13:00 quando scendo nella piccola “autogara” di Kiten; tutto è tranquillo ed il verde è il colore predominante fino a questo momento. Prendo la mia roba e mi metto a cercare la stanza prenotata per la notte, in modo tale da poter sbrigare subito le dovute pratiche e rilassarmi. Sapevo che la sistemazione prenotata da casa era abbastanza vicina all’autostazione, ma me la trovo esattamente al di là della carreggiata: meglio di così si muore! I gestori non parlano una parola di inglese e questo la dice lunga sul tipo di turismo che arriva qua; sono contentissimo perchè già pregusto il pomeriggio di tranquillità che mi aspetta. Un quarto d’ora al massimo e sono pronto con la “sacca per il mare” sulla spalla destra; mi dirigo subito verso il Mar Nero. Ci metto poco ad arrivare ed il sole picchia che è una bellezza: lo spettacolo è ancora migliore di ciò che potessi aspettarmi e di gente a prendere il sole ce n’è davvero poca. La sabbia è morbidissima sotto ai miei piedi e decido di togliermi le ciabatte per l’ultimo tratto. Scelgo un posto vicinissimo alla riva con intorno più spazio possibile. Sono così pronto per ricevere il meritato premio dopo un viaggio tanto lungo ed in orari poco consoni. Ci metto tre secondi a lasciare il telo lì dov’è e ad alzarmi: il mio primo bagno nel Mar Nero non può attendere oltre. Ammetto che a metà giugno l’acqua è ancora bella fresca (ma non fredda), però non c’è niente che possa fermarmi e pian piano mi immergo totalmente. Dopo qualche sassolino iniziale, sotto di me sento un fondo dolcissimo, gioia per i miei piedi. Resto così almeno una trentina di minuti, dato che adoro più stare a mollo che prendere il sole…ma dopo tante chiacchiere è il tempo di vedere se ciò che sto dicendo è verità oppure no. Che ne dite ?

Il Mar Nero a Kiten – 1

Il Mar Nero a Kiten – 2

Il Mar Nero a Kiten – 3

Per me è follia allo stato puro e non aggiungo altro; un posto fantastico e ad un prezzo ridicolo. E’ ovvio che per un pomeriggio o per un paio di giorni non ne valga la pena…ma se qualcuno avesse una settimana a disposizione ed un budget limitato (certe volte succede anche questo) sarebbe un’opzione da considerare pienamente. Ed invece non la conosce nessuno questa località. E’ il momento dell’anno in cui le giornate sono caratterizzate dal maggior numero di ore di sole possibile ed io le sfrutto assolutamente tutte. Tra bagni a ripetizione, un bieco tentativo di tintarella (la mia pelle bianchissima può diventare rossa come un pomodoro, ma mai nera), letture varie ed anche un sonnellino, mi sento veramente bene qui. Purtroppo il tempo vola ed arriva il momento di riporre tutto e tornare in camera: una doccia ed il cambio buono per la sera mi permettono di uscire per vedere cosa offre la zona e per una lauta cena. Il piccolo centro abitato è composto da due strade principali e dalle vie traverse che le intersecano, poi nulla più. Ma garantisco che non manca assolutamente nulla di ciò che ha bisogno un vacanziero. Ampia scelta di luoghi per mangiare di tutti i tipi, dai ristoranti alle pizzerie passando per i fast food e per il cibo di strada. Si può trovare ciò che si desidera. Dopo una passeggiata in cui “spizzo” un po’ tutto mi fermo in una pizzeria. A dire il vero avrei preferito cenare in un locale lì vicino in cui c’è buona musica dal vivo, ma la mancanza del menù all’esterno mi frena: le “sorprese” non mi sono mai piaciute e quando devo pagare voglio sapere in anticipo quanto devo tirare fuori e soprattutto per cosa. Beh…resto lì un’oretta buona in cui mangio antipasto, pizza e birra alla spina da mezzo litro spendendo meno di sette euro al cambio e tutto è di ottima qualità. Mi sta balenando troppe volte in testa la malsana idea di lasciar perdere Burgas e di restare qui anche domani, ma tanto cosa avrei rimediato? Di cene e serate a disposizione non ne avrei avute più…per cui questo pensiero va via tanto velocemente proprio com’è venuto. Alla fine credo sia meglio visitare una città nuova che spalmarmi su una spiaggia. Esco dalla pizzeria ed inizio a passeggiare per il paesino senza una mèta precisa. Gente in quantità giusta in un mix tra famiglie e gruppi di amici va avanti e indietro guardando le classiche bancarelle estive ed i negozi aperti anche di sera, tipici dei luoghi di villeggiatura. Ah, dimenticavo: anche se è tutto in buono stato, bisogna tener conto che si tratta del sud della Bulgaria, per cui la perfezione delle località di vacanza più rinomate d’Europa qui non c’è. Ma con un lieve spirito comprensivo si riesce a stare meravigliosamente. Almeno per me è così. Mi manca solo una compagnia speciale per rendere questa serata totalmente perfetta, ma non si può avere tutto purtroppo; o meglio…se ce l’avessi avuta, molto probabilmente non sarebbe venuta fin qua. Verso le 23:30, quando un po’ tutti se ne vanno, prendo la strada maestra e torno in stanza. Sono stra-soddisfatto di  come sono andate le cose oggi; ho passato un pomeriggio ed una serata incantevoli e mi riprometto di tornare da queste parti con più calma, almeno con tre notti a disposizione. Un’altra bella partita al mio gioco del calcio manageriale completa il tutto, poi arriva il sonno vero che mi chiude gli occhi.

Domenica mattina: sveglia alle 7:30! Così presto perchè ho da sistemare tutto per poi attraversare la strada ed attendere il primo minibus disponibile per andare a Burgas, mèta della mia visita odierna. Come spesso accade arrivo prima alla fermata e mi tocca aspettare. Il mezzo che arriva nell’area di sosta ha sicuramente visto giorni migliori; direi pure MOLTI giorni migliori perchè sembra parecchio datato. Siamo solo in cinque a partire da qui (altri saliranno in località successive) ed una scena fantastica mi si presenta davanti nei dieci minuti successivi. Uno dei passeggeri è un uomo in partenza da solo ed accompagnato per l’occasione da moglie e figlio. Quando giunge il momento dell’addio, lui sale dopo una marea di baci ed abbracci alla famigliola. Una volta a bordo, con il minibus in moto, seguono saluti con la manina da parte di tutti e tre. Ci mancano solo le lacrime quando, alla prima accelerata, il mezzo dell’anteguerra si spegne dopo aver prodotto dei rumori goffissimi. L’autista scende e prova a riparare il danno. Tre minuti di numero e la scena da film ricomincia: la famigliola (con lui al di qua del vetro e gli altri due a terra fuori dal finestrino) riparte con un migliaio di saluti, baci lanciati da una parte ed afferrati dall’altra; il minibus percorre massimo dieci metri e si ferma di nuovo. Nonostante il guasto che rallenta i miei piani mi sto divertendo come non mai. Arrivano tre taxisti ad aiutare il povero autista offrendogli la loro forza di spinta che lui accetta. E siamo a tre: riparte la scena dei saluti della famigliola, il mezzo si mette in moto con i tre energumeni intenti a facilitarne la partenza ma non c’è niente da fare: ci fermiamo per la terza volta poco prima di uscire dal parcheggio. Alla fine i quattro uomini decidono di provare a trainare il bus con una macchina anzichè limitarsi a spingerlo a braccia e, finalmente, dopo la quarta scena in fotocopia del saluto con manine e bacetti, il vetusto mezzo su gomma si decide a funzionare. La mia paura è che possa fermarsi ancora chissà dove (magari in mezzo al niente della campagna bulgara) ma non succede. Godendomi il panorama durante il tragitto, in 40-50 minuti sono all’autostazione di Burgas. Proprio lì, al costo di due Leva (un euro scarso al cambio) un deposito bagagli mi tiene il borsone per tutta la giornata. Mappa alla mano e con un sole che spacca le pietre sopra alla mia testa inizio il tour della città che mi ospita. A pochi passi già c’è Piazza “Tsaritsa Yoanna” che ha una piccola fontana ed una strana scultura di una valigia aperta bruscamente che perde il suo contenuto fatto di conchiglie. Accanto al parco, con solo una strada come divisorio, c’è la Stazione Ferroviaria Centrale.

Fontana in Piazza “Tsaritsa Yoanna”

Monumento originale

Stazione Centrale di Burgas

Imbocco “Ulitsa Aleksandrovska”, un lungo viale pedonale che presenta negozi di ogni genere e posticini per mangiare senza soluzione di continuità e da ambo i lati. Noto subito un bel market grande e ben fornito: ne approfitto per dissetarmi e me lo tengo come punto di riferimento per acquistare qualcosa nel corso delle successive ore. Non ci metto molto a raggiungere altri punti di interesse: all’intersezione con “Bulevard Aleko Bogoridi” c’è un parco in cui si notano subito delle strane statue: rappresentano un gabbiano, un cavalluccio marino, un delfino e persino una fila di pesci stesi, tutto di dimensioni enormi.

Gabbiano enorme

Cavalluccio Marino enorme

Delfino enorme

Ma ovviamente non c’è solo questo. Anche se la cosa è abbastanza originale, allo stesso tempo sarebbe un tantino riduttiva. Su un lato del parco si affaccia la bella Chiesa Armena con il monumento dedicato al terribile genocidio subito da questo popolo tra il 1915 ed il 1916 ad opera dell’impero ottomano.

Chiesa Armena di Burgas

Monumento in memoria del Genocidio degli Armeni

Sempre entro la superficie del parco, però dalla parte opposta rispetto alla chiesa, c’è il “The Clock”, cioè un orologio come recita il nome stesso. Pare che dalla sua costruzione (inizi del XX° secolo) sia uno di punti di incontro preferiti in città. De gustibus…

The Clock

Sull’altro lato di “Ulitsa Aleksandrova” c’è Piazza Svoboda; qui si trova una piccola fontana e, di fronte, l’imponente Palazzo del Municipio.

Fontana in Piazza Svoboda

Municipio di Burgas

Più avanti trovo invece il “Kilometro Zero”: si tratta di una specie di bussola piazzata nel bel mezzo della pavimentazione di Burgas. Niente di entusiasmante, ma qua pare essere una cosa importante.

Kilometro Zero

Proseguo la mia marcia nella medesima direzione fino ad arrivare a Piazza Troykata, composta da uno spazio molto ampio che continua ad essere pedonale. Posso osservare qui una strana fontana che sembra più un abbeveratoio per animali per quanto è bruttarella. Ciò che sicuramente troneggia è l’Alyosha Monument, tipico delle città bulgare. In questo caso è rappresentato da un soldato sovietico alto circa 18 metri. Alla sua destra si trova il Palazzo di Giustizia locale e, dietro a questo imponente edificio, una piazzetta accoglie il Monumento ai Liberatori Russi.

Stranissima fontana…

Alyosha Monument di Burgas

Palazzo di Giustizia

Monumento ai Liberatori Russi

Prossimo punto di interesse in questa direzione è la Chiesa “Sveti Ivan Rilski”; quando mi ci trovo vedo che è situata all’interno di un parchetto e gli alberi non permettono una foto decente della struttura, bensì solo di una parte distaccata.

Parte della Chiesta “Sveti Ivan Rilski”

Adesso devo camminare un po’ per arrivare al prossimo step, così colgo l’occasione per guardarmi un po’ intorno. Più mi allontano dal centro e più che incontro vie e case sempre più spartane, ma è normale. Mi piace vivere i posti che visito sia nel loro top che nella vita quotidiana. Alla fine giungo dove mi indica la mappa. La “Holy Trinity Church” è anche lei ubicata nel bel mezzo di un parco; c’è troppa gente per i miei gusti…ma calcolando che è domenica mattina ci può anche stare. Purtroppo l’edificio religioso ha solo il nome di altisonante perchè non si rivela certo una cosa imperdibile.

Holy Trinity Church

Ormai sono quassù e non mi sembra intelligente tornare indietro sulla medesima strada per effettuare le deviazioni che ho volutamente saltato, attratto com’ero da quella importante via piena di cose interessanti e di tanta originalità. Decido quindi di andare in direzione del Sea Garden. Chi avesse letto il mio racconto di viaggio dedicato a Varna sa già di cosa si tratta: un parco molto grande che si estende lungo un buon tratto della spiaggia che affaccia sul Mar Nero; una specie di zona d’ombra e di fresco prima della grande insolazione. Ci metto un po’ a percorrere la strada che mi divide dall’accesso al parco, ma alla fine ce la faccio nonostante la calura stia aumentando la sua intensità. La parte iniziale, che definisco una specie di pre-parco, è molto aperta e punteggiata spessissimo con sculture particolari che ben poco c’entrano con ciò che le circonda; eccone alcuni esempi:

Scultura-1

Scultura-2

Ma da qui in poi si fa sul serio ed inizia la parte alberata; come sempre la curiosità inizia a mordicchiarmi e non posso fare a meno di correre subito verso il Mar Nero; è una specie di attrazione e, anche se sembra peggiore che a Kiten, la voglia di fiondarmi all’autostazione e prendere il telo da mare nel borsone è tantissima. Mannaggia…perchè non l’ho portato con me???

Piccolo assaggio di Mar Nero a Burgas

La prima cosa che trovo passeggiando per i viali del Sea Garden è l’Expo Center Flora: un centro espositivo in grado di ospitare, in una buona location, qualsiasi tipo di evento come mostre, congressi, cultura…ma anche semplici matrimoni. Un monumento che mi piace molto è il Pantheon “Ethernal Fire”, ovviamente dedicato alla lotta antifascista. Lo trovo davvero bello e resto ad ammirarlo da diverse angolazioni per tutto il tempo necessario.

Pantheon – Panoramica

Pantheon – Dettaglio

Memorie della Seconda Guerra Mondiale

La mappa mi indica di andare a vedere il “Fairy Tales Wall”; io obbedisco, ma non faccio un grande affare. Si tratta di una zona per lo più dedicata ai bambini e proprio non “mi prende” per niente. Prima di raggiungere il prossimo pallino segnato sulla carta mi godo i pochi attimi senza raggi solari sparati addosso (per fortuna ho il cappello sempre in testa altrimenti sarebbe rosolata al punto giusto). Se c’è qualcosa che non manca qui sono i monumenti: ce ne sono a bizzeffe, sia commemorativi di personaggi storici che opere di fantasia.

Todor Aleksandrov (rivoluzionario)

Scultura-1

Quale miglior posto per un gabbiano?

Mi avvicino di nuovo alla spiaggia: adesso la si raggiunge solo scendendo un buon numero di scale mentre, al momento della primissima foto, il “piano” era il medesimo. Ciò che trovo davanti ai miei occhi, oltre ad un vero spettacolo, è il molo di Burgas, uno dei punti sicuramente più conosciuti della città bulgara.

Il Molo di Burgas

Forse sono io che sono fissato per queste zone, ma la sorpresa per certi colori e per questi panorami resta tanta. Devo cambiare posizione e scovare altro ancora.

Il Mar Nero a Burgas – 1

Il Mar Nero a Burgas – 2

Il Mar Nero a Burgas – 3

Più guardo quell’acqua e più mi tiro pugni in faccia da solo per non aver messo nello zainetto il telo da mare. Ormai è andata così, per cui torno a dedicarmi a ciò che c’è ancora nel Sea Garden. Colgono la mia attenzione prima il Monumento al Marinaio e poi il Sea Casino.

Monumento al Marinaio

Sea Casino

Catturo le ultime immagini prima di uscire da questo polmone verde. Devo dire, col senno di poi, che l’omologo della sorella a nord (Varna) è migliore.

Monumento del periodo comunista

Monumento nel Sea Garden

Un altro punto di interesse abbastanza originale si trova in una strada vicinissima al luogo che ho appena lasciato. Si tratta del “Grammophone” e rappresenta esattamente il motivo per cui è stato chiamato così. Un po’ dopo, proseguendo in questa stessa direzione, trovo il Museo Archeologico, un simpatico edificio dal colore rosa “maialino”.

Il “Grammophone”

Museo Archeologico di Burgas

Una deviazione fatta di proposito mi porta fino alla Piazza dei Santi Cirillo e Metodio dove ho di fronte la bellissima omonima Chiesa: applausi veri stavolta. Nella stessa zona, diciamo poco dietro, c’è il Museo Etnografico: la sua particolarità è di essere coperto dalla vegetazione e dal discutibile cartello che, a mio modesto parere, sembra più adatto ad una cioccolateria.

Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio

Quel che si vede del Museo Etnografico di Burgas

Rieccomi di nuovo su “Ulitsa Alekandroska”, stavolta per un motivo ben preciso: ho una fame da lupi e mi voglio gustare qualcosa comodamente seduto; visti i prezzi che ci sono qui spendo la stessa cifra sia facendomi servire e riverire (si fa per scherzare ovviamente) che acquistando qualcosa di fresco al market. Perchè non approfittarne? Scelgo un locale che ha i tavoli all’aperto sistemati ben all’ombra. Il solito antipasto+pizza+birra alla spina da 500ml a circa 7,50 euro al cambio. Qui spendo quasi un euro di più rispetto a ieri sera a Kiten…ma anche vero che sono in città e le differenze si fanno sentire 🙂 . Sazio e leggermente barcollante causa alchol al quale non sono affatto abituato (per me una birretta ghiacciata vale come una grappa purissima a livello di conseguenze) mi fiondo nel market che avevo visto in mattinata per comprare una lattina di Coca Cola a temperatura polare: lei si che avrebbe eliminato il problema, ormai lo so per esperienza. Riprendo il mio tour, stavolta dirigendomi verso l’Arco di St. Nicholas.

Arco di St. Nicholas

Più avanti trovo il Teatro dell’Opera in Piazza “Burgaska Komuna”, un luogo davvero strano in cui si ci sono tre sculture a me ignote, ma particolari.

Piazza “Burgaska Komuna” – 1

Piazza “Burgaska Komuna” – 2

Piazza “Burgaska Komuna” – 3

Piazza “Burgaska Komuna” – Panoramica globale

Nella stessa via (andando in direzione della Stazione Centrale) posso vedere anche la Chiesa Cattolica della Vergine Maria Madre di Dio, il Palazzo dell’Amministrazione Distrettuale e l’edificio che ospita la Posta Centrale.

Chiesa Cattolica della Vergine Maria Madre di Dio

Palazzo dell’Amministrazione Distrettuale

La Posta Centrale di Burgas

Già che sono qui allungo qualche metro e vado a prendere il mio borsone dal deposito bagagli. Si perchè la mia partenza alla volta di Varna non avverrà da questa autostazione, bensì da un’altra che si trova ad una buona distanza di cammino. Decido quindi di non gettare tempo prezioso e di vedere le ultimissime cose col mio “caro e dolce” peso sulla spalla destra. Ripercorro la via appena lasciata superando la Piazza col Teatro dell’Opera. Poco dopo trovo il Club Militare locale che ha davanti a se un cannone (sulla destra) ed un monumento (sulla sinistra). In una stradina secondaria trovo la piccolissima Chiesa del Vangelo.

Club Militare – il Cannone

Club Militare – il Monumento

Chiesa del Vangelo

Arrivo all’Autogara Ovest di Burgas abbastanza sudato: questo perchè mi sono accorto di aver fatto un po’ tardi ed ho accelerato molto il passo in quest’estate che si annuncia torrida. Sono comunque in tempo e salgo sul bus verso Varna, città che già conosco bene. A dire il vero, proprio al di là di questa stazione ci sarebbe da vedere il Lago di Burgas, addirittura il più grande “naturale” di tutta la Bulgaria, sito davvero a pochi metri dal Mar Nero. Però il tempo stringe e, francamente, con lo spettacolo che ho gustato fino a poco fa…vedere questo specchio d’acqua non è che mi interessi poi tanto. La tratta scorre via bene su un sedile abbastanza comodo; sopratutto l’aria condizionata fa il suo dovere. Ripassiamo di fronte a Sunny Beach dove carichiamo un bel po’ di gente per poi riprendere il cammino. Scopro con mia stupore che una delle fermate previste a Varna è in centro: avendo circa un’ora e venti minuti liberi decido di non fossilizzarmi ad aspettare il minibus della Pegasus, ma di fare un giro in questo posto che mi ha letteralmente stregato poco più di un mesetto fa. Una tranquilla passeggiata (anche se col borsone) e del tempo dedicato ad acquistare qualcosa da mangiare in negozi di fiducia completano l’attesa. Viaggiare è stupendo anche per questo: ricapitare dove si è già stati ed andare sparati verso ciò che ci serve mentre gli altri sarebbero perduti non ha prezzo. Però per poter fare questo in tanti posti bisogna partire molto spesso ed io lo sto facendo; sempre meno città per me hanno segreti. Arrivano le 22:45 e l’autista è puntualissimo. Mi aspetta una tratta di quasi cinque ore in notturna e quindi al buio con niente da vedere fuori dal finestrino. So già che passerò l’intero viaggio a dormire pesantemente per recuperare le energie utilizzate. Devo svegliami di nuovo per passare il confine tra Bulgaria e Romania (unico forzato momento di veglia) ed alle 4:00 del mattino in punto entro nell’aeroporto di Bucharest dove alle 6:00 ho il volo per Roma Ciampino. Essendo il primo della giornata riesce a partire in orario; una volta atterrato e con le solite corse, riesco a fare una capatina a casa (quindici minuti di numero) prima di fiondarmi in ufficio per una nuova pallosissima settimana di lavoro. E’ amore ed odio il mio verso l’ufficio: odio perchè mi toglie tempo prezioso per viaggiare ed amore perchè, senza quello stipendio sudato, non potrei mangiare neanche una pizza surgelata…figuriamoci se potrei partire.

E’ il momento della solita conclusione: ribadisco il fatto che la parte sud del Mar Nero è letteralmente SPETTACOLARE e degna almeno di 3-4 giorni di puro relax. Ci tornerò di nuovo e questa è una promessa che faccio a me stesso. Non ricordo di essere stato così bene negli ultimi mesi come è successo a Kiten questo sabato. Peccato essere stato da solo a godere di quel posto e di quella calma. Burgas è una città piacevole, abbastanza organizzata e non caotica. Come ho già detto, rispetto alla “vicina” Varna perde il confronto, ma non per questo va dimenticata. Se proprio non piacciono monumenti che ha da offrire, la spiaggia non è che sia proprio malaccio 🙂 . E’ senza dubbio una città strana ed originale che compensa con qualche stramberia la mancanza di qualcosa di più che la renderebbe speciale. Passeggiare per le sue strade e per il suo Sea Garden è comunque piacevole. Non mi pento affatto di esserci venuto e di aver sacrificato una giornata di dolce far niente. Il motivo è semplice: presto la recupererò! A presto Bulgaria, ci sono ancora tante cose di te che devo vedere.

 

You may also like

2 Commenti

Lara 16/07/2019 - 22:29

Ciao! Avrei da chiederti un’informazione. Io e dei miei amici stiamo pianificando il viaggio per una vacanza studio a Kiten, lungo la costa. Il nostro volo di ritorno parte da Varna. Mi sapresti dire come riuscire a trovare gli orari degli autobus o dei treni Kiten-Varna? Non sappiamo come raggiungere l’aeroporto e su Internet non trovo nulla.
Grazie!

Reply
admin 21/07/2019 - 23:03

Ciao. Scusa per il ritardo di questa risposta ma sono tornato oggi da un tour della Bielorussia molto pesante (tante città in pochi giorni) che non mi ha dato modo di controllare la posta.
Permettimi di iniziare dicendo che si tratta di un’ottima scelta. Kiten è un piccolissimo paesino sufficientemente attrezzato per il turismo (c’è poco di tutto, ma non manca nulla per un buon soggiorno) dove il Mar Nero è una favola.
A quanto ricordo non c’è modo di andare direttamente da Kiten a Varna. Devi arrivare a Burgas (“grande” città più vicina) e puoi farlo solo in bus, poi da li dovrai cambiare mezzo ed arrivare a Varna.
Non spaventarti perchè è fattibilissimo.
Adesso veniamo ai dettagli: in Bulgaria gli orari dei bus si reperiscono sui siti delle singole autostazioni; esempio: se vuoi partire da Sofia vai sul sito dell’autostazione di Sofia e vedi gli orari delle partenze.
L’autostazione di Kiten però è un misero piazzale di 30 metri quadri…per cui non ha un proprio spazio su internet. Dando un’occhiata on-line ho trovato questo sito che potrebbe fare al caso tuo: https://www.busexpress.bg/en/
Quando ho girato io la Bulgaria, questo servizio non c’era e mi sono ammazzato pere trovare i dati che mi servivano, ma il trascorrere del tempo spesso aiuta.
Da Burgas a Varna invece puoi spostarti sia in bus che in treno. Consiglio personale: vai in bus perchè i treni in Bulgaria sono lentissimi. Detto ciò, per i bus puoi usare il sito che ti ho scritto poco fa, mentre questo che segue è il sito delle ferrovie bulgare:
http://www.bdz.bg/en/
Se hai altri dubbi chiedi pure.

Reply

Scrivi un commento