Vienna: maestosa capitale austriaca

di admin
Hofburg - panoramica

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Questo che sto per raccontare è il mio primo (e per ora unico) viaggio all’estero dopo il lockdown causato dalla diffusione del coronavirus. Per i tempi che corrono, calcolando che i confini UE sono ancora quasi tutti chiusi, lo considero quasi un lusso. Il discorso però  non vale in termini economici: i voli di andata e ritorno mi sono costati in totale venti euro, di cui diciotto non pagati grazie ad un bonus “Ryanair Rooms” che ho riscattato; una singola in hotel a Vienna l’ho rimediata per ventinove euro, quindi un fine settimana nella capitale austriaca mi è costato di base trentuno euro, a cui vanno aggiunte poi le spese per mangiare, per i mezzi pubblici necessari e per gli ingressi per le attrazioni che richiedono un ticket. La città l’avevo già visitata anni fa, ma non ero da solo; chi mi conosce sa bene che c’è una enorme differenza tra il mio stile di viaggio e quello che si deve adottare quando si parte in due o più persone: nel primo caso riesco a vedere una marea di cose in più e, col senno di poi, succede anche stavolta. Non nascondo che ho avuto una paura bestiale che mi cancellassero uno dei voli (o tutti e due…) anche all’ultimo minuto; purtroppo è una consuetudine in questo periodo disgraziato perchè la gente non prenota e le compagnie aeree sono costrette a non far decollare i velivoli in molti casi per carenza di incassi. Fortunatamente è andato tutto liscio, ma non è neanche possibile stare tutto il tempo col magone; sembra quasi che “qualcuno” ci goda a bloccare il turismo, ma non voglio neanche pensarci. Non resta altro da fare che vedere com’è andata…

Venerdi sera: esco dall’ufficio alle 16:00 e corro a prendere la metro a Laurentina; raggiungo Termini e da lì l’aeroporto di Fiumicino col solito congruo anticipo. La situazione qui è più o meno surreale come quando sono partito e tornato da Malta nel week-end che ha preceduto l’inizio del lockdown: poca gente e tutta mascherata. In più c’ l’idiozia tutta italiana degli ingressi separati dalle uscite, poi solo tanta tristezza. Il controllo di sicurezza dura pochi minuti: non c’è quasi nessuno in fila, ma mi tocca aspettare che chi è davanti a me abbia ritirato tutto i suoi effetti personali prima di procedere. La cosa che mi fa incazzare come un’ape è che tra poche decine di minuti sarò su un aereo probabilmente appiccicato ad una marea di estranei, per cui continuo a pensare da oltre quattro mesi che tutto questo non abbia alcun senso. L’imbarco avviene come sempre: prima i prioritari e poi tutti gli altri; una volta a bordo scopro che i passeggeri sono circa un terzo della capienza dell’aereo, per cui tocca ad ognuno una fila da tre posti. Contemplo finalmente un nuovo decollo dopo tanto tempo, ma poi cado in un sonno ristoratore come da tradizione. L’arrivo a Vienna intorno alle 21:30 è altrettanto traumatico: in aeroporto è agibile solo il Terminal 3 e la mia amata postazione con sedia e presa di corrente non si trova li; devo rassegnarmi al fatto che non potrò accendere il mini-pc portatile come ho sempre fatto. Ma non è ancora finita: il supermercato che ha sempre chiuso alle 22:00 adesso serra i battenti alle 19:00, mentre il McDonald che un tempo apriva 24 ore adesso chiude alle 20:00. Se non fosse per una distributore di bevande e snacks a prezzi onesti che mi salva sarei anche senza cena. Avevamo una macchina del turismo perfetta che funzionava a meraviglia messa su dopo decenni di evoluzione del settore ed ecco che basta questa cosa per mandare tutto a rotoli. L’unica nota positiva è che qui in Austria non fanno come in Italia: mentre Fiumicino chiude da mezzanotte alle 5:00 per sanificazione (…), qui si mantiene lo standard dell’apertura continuata giorno e notte. Ovviamente di questo mi ero informato prima di partire, altrimenti non avrei prenotato il viaggio. Mestamente vado nella zona delle sedie e me ne capita una di quelle dove posso allungare le gambe, così la notte (anche se lunga e noiosa senza poter usare le mie cose) passa tranquilla ed abbastanza comoda. Poco dopo le 7:00 apro gli occhi definitivamente e vado in bagno per le classiche esigenze fisiologiche. A quest’ora la Spar è aperta, così faccio colazione. Acquisto l’abbonamento per i mezzi pubblici cittadini valido per 48 ore e poi scendo al binario a prendere la linea S7. Colpo di scena: appena il convoglio esce all’aria aperta mi rendo conto che il meteo fa schifo, che sta piovendo abbastanza e che fuori deve essere pure freddo; così, alla faccia del 18 luglio, sono costretto a mettermi addosso una maglia adatta alla mezza stagione con le maniche lunghe mentre se fossi rimasto a Roma starei boccheggiando! La mia prima destinazione è la stazione di Praterstern perchè il giro inizierà da qui. Faccio benissimo ad usare il verbo al futuro perchè sono le 8:15 e, causa pioggia incessante, riesco a muovermi solo verso le 10:30 dopo oltre due ore di rottura di scatole assurda. Trovarmi in questo punto significa iniziare l’esplorazione di Vienna dal Prater, ovvero dallo storico parco giochi non itinerante. Ricapitolando…è appena smesso di piovere ed è metà mattina, per cui nell’intera area saremo si e no una decina di persone. Mi accoglie il “Planetarium”, poi passo attraverso quella che dovrebbe essere una porta ed ho alla mia destra la vera istituzione tra tutte le giostre qui presenti: la ruota panoramica (o “Wiener Riesenrad” in lingua locale). Una caratteristica tutta sua ce l’ha: costa un’occhio della testa per fare esattamente ciò che fa qualsiasi altra ruota; per me è altamente sconsigliata.

Planetarium

Planetarium

Wien Riesenrad - panoramica

Wien Riesenrad – panoramica

Wien Riesenrad - una cabina

Wien Riesenrad – una cabina

In mezzo a questo mondo di giochi c’è spazio anche per una immane castroneria: una casa a forma di sfera di otto metri di diametro ubicata dentro ad un recinto. Si chiama “Kugelmugel” e nasce dall’idea dell’artista Edwin Lipburger che, forse ubriaco o strafatto da qualche sostanza strana, pensò bene di dichiararla una repubblica indipendente. Nonostante i politici di tutto il mondo sembrino nella stessa condizione fisica e mentale del suddetto artista in ogni secondo della loro vita, nessuno ha osato riconoscere il neonato stato. Adesso è li…parcheggiata ai bordi di un luna park…e io sono senza parole per l’ennesimo balzo all’indietro della razza umana.

Kugelmugel

Kugelmugel

Nella situazione attuale in cui tutto è dannatamente chiuso c’è ben poco da vedere, per cui scatto qualche altra foto e prometto a me stesso di rifare qui un passaggio entro domani sera, prima del tragitto di rientro in aeroporto. Ma ogni paese dei balocchi ha almeno una caratteristica negativa: un po’ come al vecchio Luneur di Roma che ho vissuto in prima persona anni ed anni fa prima che chiudessero definitivamente quella versione, i personaggi che bazzicano questa zona non sono tanto rassicuranti; per rendere l’ambiente più vivibile ci sono in tutto il quartiere cartelli che ricordano il divieto tassativo di vendita di alcolici. Purtroppo conosco abbastanza bene Praterstern per aver usato la stazione come punto di scambio per altri viaggi e c’è poco da stare allegri, soprattutto in determinate ore e non necessariamente di notte.

Prater - una giostra

Prater – una giostra

Prater - saluto all'uscita

Prater – saluto all’uscita

Una lunga passeggiata mi conduce fino alla “Chiesa di San Francesco di Assisi”; si affaccia su una piazza stracolma di vegetazione. Per poter portare con me qualcosa di esaustivo devo scattare due immagini dell’edificio religioso: una frontale e l’altra del retro.

Chiesa di San Francesco di Assisi - fronte

Chiesa di San Francesco di Assisi – fronte

Chiesa di San Francesco di Assisi - retro

Chiesa di San Francesco di Assisi – retro

Pochi passi e sono sulla sponda del Danubio, un fiume che ho incontrato in una marea di città europee e che ogni volta mi stupisce; qui è davvero enorme e non me ne accorgo solo con gli occhi: lo attraverso da parte a parte usando la corsia pedonale del “Reichsbrucke” che sembra non finire mai. Alla fine mi aspetta un’area di nuova costruzione, talmente moderna che i lavori sono ancora in corso. Prende il nome generico di DC Towers perchè è composta da più di una torre ed una di loro è senza dubbio la più famosa e rappresentativa.

DC Towers - la Torre più famosa

DC Towers – la Torre più famosa

Raggiungo la singolare “Chiesa Cattolica Cristo Speranza del Mondo”: sembra un parallelepipedo (o anche una grande scatola, se proprio la devo dire tutta) di metallo; se già non sapessi che cos’è non sarebbe del tutto semplice capirlo. Purtroppo il cielo torna a fare i capricci e la pioggia riprende a ritmo battente; per fortuna qui c’è più di una tettoia per riparami e sono costretto a fermarmi di nuovo. Mentre mi giro i pollici succede il classico siparietto: due signore di etnia Rom sono appena uscite da un market qui vicino e proseguono la marcia noncuranti delle precipitazioni che cadono dal cielo con, a testa,  una parte della spesa appena comprata. Quando passano a mezzo metro da me, l’umidità fa squarciare il fondo del sacchetto di carta portato da una delle due ed una decina di panini rotondi finiscono dritti per terra, in un misto di acqua piovana e sporcizia che si solleva tipicamente in queste occasioni. Con una noncuranza degna delle migliori attrici riprendono tutti i panini e li ripongono nella busta di tela ancora intatta. Se avessero atteso come me, tutto ciò non sarebbe successo.

Chiesa Cattolica Cristo Speranza del Mondo

Chiesa Cattolica Cristo Speranza del Mondo

Dopo una ventina di minuti il cielo smette nuovamente di brontolare e riparto. Costeggio l’Austria Center (un grande centro espositivo che però in tempi di Covid-19 è completamente chiuso) con l’obiettivo di avvicinarmi il più possibile alla “Danube Tower” ospitata dal grande DonauPark.

Danube Tower

Danube Tower

Anche se l’ultima immagine non lo dimostra, il meteo generale sembra andare verso un miglioramento abbastanza rapido. Mi girano clamorosamente la palle perchè, in soldoni, la mattinata è quasi finita e l’ho dovuta buttare nel WC avendo visto solo una misera parte di periferia. Per questa zona è tutto, quindi torno indietro e ripercorro il Reichsbrucke sulla sponda opposta rispetto all’andata. Da qui ho modo di scattare una discreta panoramica sulla zona delle DC Towers.

DC Towers - panoramica

DC Towers – panoramica

Torno dalla parte opposta del fiume e mi dirigo verso la “Chiesa della Resurrezione di Cristo”; qui devo fare una nuova pausa per togliermi la maglia a maniche lunghe perchè inizio a sudare. Provo sempre a capire tutto, ma non so come facciano tanti viennesi a camminare in questo preciso momento completamente vestiti e con tanto di giacchetto leggero addosso.

Chiesa della Resurrezione di Cristo

Chiesa della Resurrezione di Cristo

Una tirata mi riporta fino alla ormai famosissima stazione di Praterstern e stavolta la supero per andare nella direzione opposta. Subito mi balza all’occhio il bel “Tegetthoffdenkmal” che prende tutta la mia attenzione.

Tegetthoffdenkmal

Tegetthoffdenkmal

Da qui in avanti vedrò punti di interesse a blocchi e non più uno per volta con distanze anche marcate tra loro. Inizio con la “Pfarre St. Johann Nepomuk” seguita dal tenero “Monumento a Johannes Von Gott”, ovvero Giovanni di Dio tradotto letteralmente in Italiano; fu fondatore dell’ordine ospedaliero Fatebenefratelli. Tocca poi alla “Barmherzigenkirche”, alla “Karmeliterkirche” ed al “Monumento a Julius Ofner” (avvocato e politico). Un edificio molto moderno ospita il Muth, la sala concerti del coro dei ragazzi di Vienna.

Pfarre St. Johann Nepomuk

Pfarre St. Johann Nepomuk

Monumento a Johannes Von Gott

Monumento a Johannes Von Gott

Barmherzigenkirche

Barmherzigenkirche

Karmeliterkirche

Karmeliterkirche

Monumento a Julius Ofner

Monumento a Julius Ofner

Dedico del tempo al parco Augarten: è molto curato con bei fiori in punti selezionati e tanto scenico verde; ma non sono qui per così poco, bensì per qualcosa di particolare: sono presenti due “Flakturm” ancora in piedi, dalle forme diverse ma con un unico scopo comune, ovvero fungere da Torri di Avvistamento Contraeree Naziste nei tempi bui dell’Europa. La prima che incontro è perfettamente visibile, mentre la seconda si trova un po’ più in mezzo alla vegetazione, ma con un minimo di tenacia la si immortala.

Augarten - il verde è molto curato

Augarten – il verde è molto curato

Flakturm - 1

Flakturm – 1

Flakturm - 2

Flakturm – 2

Esco dal parco e faccio marcia indietro fino a superare lo Schwedenbrucke e trovarmi così ad un passo dall’inizio del centro storico; ma oggi ho deciso di dedicare questa tetra giornata ai punti più esterni per poi buttarmi a capofitto nella storia domani sperando che ci possa essere un meteo migliore. Ricordo che quello che scorre sotto al suddetto ponte non è un vero e proprio fiume, bensì un canale del Danubio fatto arrivare fin qua. E’ la “Holy Trinity Greek Orthodox Church” che mi allieta per prima in questa nuova area e fortunatamente me la gusto come si deve (cercando anche l’inquadratura più consona dopo diversi tentativi) perchè entrambi i successivi punti di interesse sono inguardabili causa impalcature: sto parlando della Chiesa dei Gesuiti e dell’Accademia delle Scienze. Purtroppo noto che è un po’ tutto il reticolato di vie che sto visitando ora ad essere interessato da lavori di ristrutturazione e la “Katolische Kirche Maria Rotunda” si salva per miracolo perchè ci sono segni minimi della presenza degli operai interamente circoscritti alla base dell’edificio.

Holy Trinity Greek Orthodox Church

Holy Trinity Greek Orthodox Church

Katholische Kirche Maria Rotunda

Katholische Kirche Maria Rotunda

A proposito di bei palazzi, dove arrivo dopo l’ennesimo breve spostamento ce ne sono due degnissimi di nota: il primo è il “Osterreichische Postparkasse” mentre il secondo, che non ha un nome tutto suo, è usato come sede di ministeri. Tra questi due colossi trovo il “Monumento a Georg Coch”  (economista e fondatore della Cassa di Risparmio Postale austriaca…quindi essendo qui fa casa e bottega) e la “Statua Equestre a Josef Radetzky” (ex feldmaresciallo).

Osterreichische Postparkasse

Osterreichische Postparkasse

Monumento a Georg Coch

Monumento a Georg Coch

Statua Equestre a Josef Radetzky

Statua Equestre a Josef Radetzky

Edificio Governativo

Edificio Governativo

Faccio un salto ad osservare il “Wiener Urania Puppentheater” (il Teatro delle Marionette) e poi resto deliziato dalla particolarità dell’edificio che ospita la Kunst Haus che però non posso immortalare perchè coperto da troppi alberi. Di difficoltà ce ne sarebbero anche per ciò che viene dopo, ma qui non posso proprio non fotografare: la “Hundertwasserhaus” è forse l’opera più conosciuta dell’architetto Friedensreich Hundertwasser; è stato il progettista di questo e di altri trentasei edifici tutti stravaganti (ricordo di averne già ammirato uno durante il mio tour di Magdeburgo, in Germania). Credo che ciò che ho di fronte non si possa descrivere a parole, per cui pubblico direttamente le immagini.

Wiener Urania Puppentheater

Wiener Urania Puppentheater

Hundertwasserhaus - 1

Hundertwasserhaus – 1

Hundertwasserhaus - 2

Hundertwasserhaus – 2

Hundertwasserhaus - 3

Hundertwasserhaus – 3

Hundertwasserhaus - Fontana

Hundertwasserhaus – Fontana

Torno in movimento e stavolta punto la bella “St. Othmar Unter den Weissgerbern”, mentre resto un po’ deluso della “Elisabethinenkirche” perchè senza infamia e senza lode: si potrebbe tranquillamente confondere con una costruzione qualsiasi se non fosse per il campanile.

St. Othmar Unter den Weissgerbern

St. Othmar Unter den Weissgerbern

Elisabethinenkirche

Elisabethinenkirche

Altra passeggiata fino al prossimo mini-blocco: per poter portare nel mio album dei ricordi la “Minervabrunnen” devo fare i salti mortali perchè il solito parcheggiatore bastardo ci piazza davanti un bel SUV nero, ma io lo frego. Va meglio con l’edificio che ospita il “Museo delle Arti Applicate” e col “Monumento a Karl Lueger”. Quest’ultimo soggetto fu un politico austriaco ed in particolare ex sindaco di Vienna; ciò che lo contraddistingue è la sua idea guida basata sul razzismo. Bene…ad un elemento del genere si erige una statua; spero che sia per quella famosa teoria del vedere per non dimenticare…ma i dubbi restano. Temo che la mia stessa idea ce l’abbiano avuto anche alcuni writers che hanno lasciato dei ricordini sulla base della scultura.

Minervabrunnen

Minervabrunnen

Museo delle Arti Applicate

Museo delle Arti Applicate

Monumento a Karl Lueger

Monumento a Karl Lueger

Entro nel Wiener Stadtpark, un’altra area verde della capitale d’Austria; a differenza della precedente, qui le cose da vedere sono molte; sicuramente per chi legge sarà un noioso elenco, ma non posso fare altrimenti. Nell’ordine osservo il “Monumento ad Andreas Zelinka” (altro ex sindaco), “l’Omaggio a Franz Schubert” (famoso compositore),  il “Ricordo per Friedrich von Amerling” (pittore),  la “Statua per Hans Makart” (pittore), la “Scultura per Robert Stolz” (compositore), il “Monumento per Anton Bruckner” (ancora un compositore…),  la “Statua per Emil Jakob Schindler” (pittore), la “Scultura per Johann Strauss” (non c’è bisogno di presentazione per lui), “l’Omaggio a Franz Lehar” (compositore) ed il “Monumento ad Hans Canon” (pittore). Ad intervallare questa lunga serie di opere ci sono la semplice “Labetrunk Brunnen”, un laghetto con classica fontana a zampillo, un “Orologio Floreale” ed una “Stazione Meteo”.

Monumento ad Andreas Zelinka

Monumento ad Andreas Zelinka

Omaggio a Franz Schubert

Omaggio a Franz Schubert

Ricordo per Friedrich von Amerling

Ricordo per Friedrich von Amerling

Statua per Hans Makart

Statua per Hans Makart

Scultura per Robert Stolz

Scultura per Robert Stolz

Monumento per Anton Bruckner

Monumento per Anton Bruckner

Statua per Emil Jakob Schindler

Statua per Emil Jakob Schindler

Scultura per Johann Strauss

Scultura per Johann Strauss

Omaggio a Franz Lehar

Omaggio a Franz Lehar

Monumento ad Hans Canon

Monumento ad Hans Canon

Labetrunk Brunnen

Labetrunk Brunnen

Fontana a zampillo nel laghetto

Fontana a zampillo nel laghetto

Orologio Floreale

Orologio Floreale

Stazione Meteo del Wiener Stadtpark

Stazione Meteo del Wiener Stadtpark

Mamma mia che scorpacciata…erano tutte piccole cose, ma numericamente tantissime racchiuse in uno spazio fin troppo contenuto. Passo oltre e dirigo la mia direzione verso altri lidi. I prossimi obiettivi sono già lì che mi aspettano: sto parlando di ben due “Monumenti a Beethoven” (uno più serio e l’altro più goliardico) che stazionano nei pressi del palazzo che ospita la “Wiener Royal Orchester”. Sull’altro lato della carreggiata è la volta della “Wiener Konzerthaus”; li vicino trovo anche “l’Akademietheater”.

Monumento a Beethoven - 1

Monumento a Beethoven – 1

Monumento a Beethoven - 2

Monumento a Beethoven – 2

Wiener Konzerthaus

Wiener Konzerthaus

Akademietheather

Akademietheather

La colorata “Marokkanerbrunnen” mi fa venire in mente il mio viaggio a Marrakech, mentre la “Cattedrale Russo-Ortodossa di St. Nicholass” mi ricorda la mia amata Europa dell’Est (chissà quando la rivedrò…). La “Salesianerkirche” fa parte di un complesso davvero molto bello, ma purtroppo è chiuso all’interno di una cinta muraria e la foto migliore che posso prendere non ne esalta pienamente le caratteristiche. Pochi passi e c’è l’ingresso per lo stupendo giardino che comprende lo Schloss Belvedere; una parte di quest’ultimo punto di interesse è soggetta a lavori in corso che dureranno almeno fino all’estate 2021. Segue la “Chiesa Cattolica di Santa Croce” che vanta su di un lato il “Monumento a Giovanni Paolo II°”.

Marokkanerbrunnen

Marokkanerbrunnen

Chiesa Russo-Ortodossa di St. Nicholas

Chiesa Russo-Ortodossa di St. Nicholas

Salesianerkirche - dettaglio

Salesianerkirche – dettaglio

Chiesa Cattolica di Santa Croce

Chiesa Cattolica di Santa Croce

Monumento a Giovanni Paolo II°

Monumento a Giovanni Paolo II°

Su Schwarzenbergplatz devo necessariamente fotografare il “Monumento in onore dei Soldati dell’Esercito Sovietico” da posizione obliqua (mentre dritto per dritto sarebbe stato il top) perchè di sabato pomeriggio c’è parcheggiato davanti un furgone con due tizi del servizio di pulizia che ne stanno lucidando gli elementi; complimenti, il tempismo perfetto è una delle vostre caratteristiche migliori. Tocca poi alla “Statua per Eduard Suess” (geologo) finire nel mio album dei ricordi prima della bella “Hochstrahlbrunnen”. L’edificio barocco che prende il nome dalla piazza stessa, ovvero il Palazzo Schwarzenberg, è in fase di restauro (peccato…) per cui sono costretto a passare oltre.

Monumento in onore dei Soldati dell'Esercito Sovietico

Monumento in onore dei Soldati dell’Esercito Sovietico

Statua per Eduard Suess

Statua per Eduard Suess

Hochstrahlbrunnen

Hochstrahlbrunnen

Altre due opere d’arte allietano la mia vista: sto parlando del “Monumento di Georg Raphael Donner” (scultore) e della “Statua Equestre per Carlo I° di Schwarzenberg” (feldmaresciallo austriaco). Poche decine di metri mi conducono ad osservare la “Musikverein” (sala concerto) e la Kunstlerhaus, meglio conosciuta come “Albertina Modern”.

Monumento di Georg Raphael Donner

Monumento di Georg Raphael Donner

Statua Equestre per Carlo I° di Schwarzenberg

Statua Equestre per Carlo I° di Schwarzenberg

Musikverein

Musikverein

Albertina Modern

Albertina Modern

Faccio il mio ingresso in Karlsplatz, una delle zone più conosciute di Vienna. Mi accoglie il “Monumento a Johannes Brahms”, ma un clamoroso colpo d’occhio me lo regala la “Karlskirche” affacciata su una vasca piena d’acqua, vedere per credere. Quando riesco a togliere lo sguardo da tanta meraviglia riesco ad osservare quattro nuove sculture: il “Monumento a Josef Ressel” (inventore), la “Statua di Sigfried Marcus” (ingegnere), “l’Omaggio a Josef Madersperger” (sarto ed uno degli inventori della macchina da cucire) e la tenera “Mutter und Kind” di Georg Ehrlich. Il tutto intervallato dalla “Tilgner-Brunnen”.

Monumento a Johannes Brahms

Monumento a Johannes Brahms

Karlskirche

Karlskirche

Monumento a Josef Ressel

Monumento a Josef Ressel

Statua di Sigfried Marcus

Statua di Sigfried Marcus

Omaggio a Josef Madesperger

Omaggio a Josef Madesperger

Mutter und Kind di Georg Ehrlich

Mutter und Kind di Georg Ehrlich

Tilgner-Brunnen

Tilgner-Brunnen

Lascio anche questo luogo e torno a camminare ancora un po’ in direzione della “Paulanerkirche” seguita dalla “Mozartbrunnen” e dalla “Chiesa Cattolica di Santa Elisabetta”. Qui mi siedo su una delle panchine presenti e faccio il punto della situazione: prima di tutto vedo che ore sono e mi rendo conto che stanno per scoccare le 19:00. Per finire i punti di interesse programmati per oggi non manca molto, ma devo ancora procurarmi la cena ad un market e poi andare in hotel. Una caratteristica della capitale austriaca, ottima per i lavoratori ma un calcio nelle palle per i viaggiatori, è che alle 18:00 il 99% dei negozi chiudono i battenti. Gli unici posti dove poter fare spesa dopo quell’ora sono nelle stazioni; in mattinata ho adocchiato un Billa a Praterstern aperto fino alle 22:00 e decido che andrò proprio lì a fare compere, ma non adesso perchè c’è ancora luce e voglio sfruttare fino alla fine il tempo a mia disposizione.

Paulanerkirche

Paulanerkirche

Mozartbrunnen

Mozartbrunnen

Chiesa Cattolica di Santa Elisabetta

Chiesa Cattolica di Santa Elisabetta

Il prossimo obiettivo è abbastanza lontano, ma dato che ho fatto trenta non vedo perchè non fare anche trentuno; raggiungo la “Majolikahaus” , ma non è pienamente impressionante causa la pessima illuminazione attuale. La “Haus des Meeres” ospita un acquario ed è l’ultima tappa che mi separa dalla commercialissima Mariahilfer Strasse; di gente in giro ce n’è ben poca perchè lo shopping è finito da un pezzo. Ho modo di vedere, senza rotture di balls, la “Chiesa Cattolica Mariahilf”, la “Stiftskirche” e la “Gansemadchenbrunen”.

Majolikahaus

Majolikahaus

Haus des Meeres

Haus des Meeres

Chiesa Cattolica Mariahilf

Chiesa Cattolica Mariahilf

Stiftskirche

Stiftskirche

Gansemadchenbrunen

Gansemadchenbrunen

Gli ultimi sforzi mi permettono di vedere la bella scultura che prende il nome di “Triumphwagen”, il vicinissimo “Secession Building” e la “Statua di Alexander Girardi”, ex tenore.

Triumphwagen

Triumphwagen

Secession Building

Secession Building

Statua di Alexander Girardi

Statua di Alexander Girardi

Mi trovo a pochi passi dalla metro di Karlsplatz, capolinea della linea U2 che ha Praterstern come fermata. In pochissimo tempo vado, compro e torno indietro con la tanto agognata busta della cena tra le mani, scendendo stavolta alla stazione di Rathaus. Da qui ho un kilometro a piedi prima di giungere in hotel dove mi aspetta il self check-in che mi permette di fare come mi pare a 360 gradi. Finalmente posso riposare la gambe, riempire lo stomaco e giocare col mio amato calcio manageriale prima di addormentarmi, non dimenticando che oltre alla fatica di oggi devo recuperare anche la notte trascorsa in aeroporto.

Domenica mattina: la sveglia suona alle 8:30, piazzata con l’intenzione di uscire dalla stanza intorno alle 9:00; mi pare un orario consono per poter disporre del giusto tempo dopo aver ricaricato le batterie a dovere. Fuori dalla finestra è nuvoloso, ma per terra è asciutto; sinceramente non so che pensare e l’unico mio desiderio è che non si ripeta l’inizio di giornata di ieri. Fatto tutto, scendo in strada ed eseguo il self check-out; ribadisco ciò che ho scritto altre volte, e cioè che questo servizio è una manna dal cielo: evita di dover rispettare appuntamenti fissati o di sottostare ad orari di apertura e chiusura di certe receptions che spesso costringono chi viaggia a fare inutili deviazioni al programma. Cinque miseri minuti: questo è quanto cammino prima che mi cada in testa la prima goccia di pioggia. Cinque miseri minuti…; inutile dire che sono incazzato nero e che parte il rosario in eurovisione, cosa ormai più che nota. Riesco a fotografare solo la “Wachsamkeitsbrunnen” e poi sono costretto a ripararmi sotto ad una terrazza.

Wachsamkeitsbrunnen

Wachsamkeitsbrunnen

Fortuna vuole che le precipitazioni non durino molto e soprattutto che pian piano il cielo tenderà a schiarirsi fino a far uscire un caldo sole (questo col senno di poi); ma non nascondo che la paura di non riuscire a finire la visita di Vienna causa meteo è stata grande. Da adesso tocca solo alle mie gambe far quadrare il cerchio. Il vicino Theater in der Josefstad è senza infamia e senza lode, per cui lo guardo e vado oltre. La foto alla bella “Basilica Maria Treu” la faccio eccome, ma è sporcata dai tavolini esterni di un ristorante italiano (e chi altri poteva essere in mezzo a dar fastidio? Sono sempre più convinto che il primo uomo che ha messo piede sulla Luna ci ha trovato un italiano col banchetto intento a vendere cianfrusaglie…). Questo blocco lo concludo osservando la “Alserkirche”.

Basilica Maria Treu

Basilica Maria Treu

Alserkirche

Alserkirche

Mi sposto fin davanti all’edifico che ospita il museo “MUSA”; alla sua base, in un angolo, è esposto il “Wehrmann in Eisen”(il soldato di ferro, tradotto letteralmente): si tratta di una scultura realizzata originariamente in legno di tiglio; oggi però è coperta da circa mezzo milione di teste di chiodo perchè fu data la possibilità, a chiunque lo volesse, di piantare un chiodo nel legno in cambio di un’offerta da destinare alle vedove ed agli orfani della prima guerra mondiale. Fu una bizzarra raccolta fondi che però ebbe pienamente i suoi frutti.

MUSA

MUSA

Wehrmann in Eisen

Wehrmann in Eisen

Non sto nella pelle perchè, durante la visita precedente avvenuta anni fa nel mese di dicembre, non potetti ammirare a dovere il Rathaus (Municipio) perchè la piazza sulla quale affaccia fu sede dei famosi mercatini; ora sono a pochi passi dal palazzo e penso tra me e me che in tempi di Covid-19 niente e nessuno potrà ostacolarmi…ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi perchè trovo due problemi: il primo è la presenza , proprio in questi giorni, di un film festival cittadino che vieta l’accesso alla parte del Rathauspark di mio interesse, mentre il secondo è una terribile colonna di impalcature piazzata esattamente al centro dell’edificio. Ormai è chiaro: io ed il Rathaus di Vienna non ci prendiamo, o per meglio dire è lui che fa di tutto per evitarmi. Oltre a questo c’è da dire che il blocco degli accessi non mi permette di vedere una serie di statue che avevo segnato sulla mappa preparata da casa. Con ben più di un pizzico di delusione mi dedico al resto qui presente partendo dalla parte sinistra, ovvero una simpatica fontana, il “Monumento a Ferdinand Georg Waldmuller” (pittore e scrittore), la “Statua di Ernst Mach”(fisico) e “l’Omaggio ad Adolf Scharf” (ex presidente austriaco).

Fontana del Rathauspark

Fontana del Rathauspark

Monumento a Ferdinand Georg Waldmuller

Monumento a Ferdinand Georg Waldmuller

Statua di Ernst Mach

Statua di Ernst Mach

Omaggio ad Adolf Scharf

Omaggio ad Adolf Scharf

Da questa parte c’è L’Università cittadina e sarebbe uno dei miei obiettivi, solo che devo desistere dal fare una foto perchè la facciata è coperta da troppi alberi che la nascondono in maniera eccessiva. Mi dedico a ciò che c’è di fronte, vale a dire il “Liebenberg Denkmal”. Il successivo “Burgtheater” è grandissimo: gli occhi riescono a vederlo in tutta la sua magnificenza ma la reflex non ha abbastanza spazio necessario per inquadrarlo completamente, così mi devo accontentare di uno scatto alla parte centrale. La seconda metà del Rathauspark mi regala il “Monumento a Theodor Korner” (poeta), la “Statua di Josef Popper Lynkeus” (Studioso ed inventore; da notare quanto sia brutta questa scultura…se fossi il soggetto mi rivolterei nella tomba), il classico cartello turistico con scritto in tedesco “Stadt Wien” (ovvero Città di Vienna), il “Monumento a Strauss e Lanner” (compositori), una “Stazione Meteo” ed il singolare “Omaggio a Karl Renner” (es presidente austriaco).

Liebenberg Denkmal

Liebenberg Denkmal

Burgtheater

Burgtheater

Monumento a Theodor Korner

Monumento a Theodor Korner

Statua di Josef Popper Lynkeus

Statua di Josef Popper Lynkeus

Cartello Turistico Città di Vienna

Cartello Turistico Città di Vienna

Monumento a Strauss e Lanner

Monumento a Strauss e Lanner

Stazione Meteo del Rathauspark

Stazione Meteo del Rathauspark

Omaggio a Karl Renner

Omaggio a Karl Renner

Sorpresa delle sorprese: il Parlamento e la Pallas-Athene-Fountain sono oggetto di massicci lavori di ristrutturazione e sono quindi irraggiungibili; purtroppo li devo depennare entrambi come non pervenuti. Da qui in poi i punti di interesse diventano tantissimi e molto molto fitti; per questo motivo devo decidere di seguire alla lettera un percorso ed è esattamente ciò che provo a fare. Dopo aver visto il particolare “Monumento a Julius Raab” (ex politico) tutt’uno con una cancellata, entro nel bellissimo e curatissimo Volksgarten che, oltre a tanti fiori colorati (basta dire che proprio qui c’è il Rosengarten), ha molte cose da vedere. Inizio con la “Statua di Sissi” (all’imperatrice è stata dedicato un’intero angolo con tanto di vasca e piccole fontane) per proseguire con il “Tempio di Teseo”, con due fontane e con il “Grillparzerdenkmal”.

Monumento a Julius Raab

Monumento a Julius Raab

Statua di Sissi - da vicino

Statua di Sissi – da vicino

Statua di Sissi - da lontano

Statua di Sissi – da lontano

Tempio di Teseo

Tempio di Teseo

Volksgarten - Fontana 1

Volksgarten – Fontana 1

Volksgarten - Fontana 2

Volksgarten – Fontana 2

Grillparzerdenkmal

Grillparzerdenkmal

Entro in Heldenplatz e sono quasi nel cuore del centro di Vienna, ma non è il momento per spingersi oltre perchè c’è ancora molto da vedere prima. Qui ammiro due Statue Equestri: la prima è per “Erzherzog Karl” (arciduca d’Austria e Duca di Teschen) e la seconda è per il “Principe Eugenio di Savoia”. Bellissimo l’edificio del “Neue Burg” che ha all’estrema destra il “Welt Museum”. Concludono l’area il Denkmal der Exekutive e la “Burgtor” che mi permette di uscire ed allontanarmi momentaneamente da qui.

Statua Equestre per Erzherzog Karl

Statua Equestre per Erzherzog Karl

Statua Equestre per il Principe Eugenio di Savoia

Statua Equestre per il Principe Eugenio di Savoia

Neue Burg

Neue Burg

Welt Museum

Welt Museum

Burgtor

Burgtor

Sull’altro lato della carreggiata rispetto a quello dove mi trovo si apre Maria-Theresien Platz, un’area che si preannuncia ricchissima di cose da vedere; appena scatta il semaforo verde mi metto in moto. L’enorme “Monumento a Maria Teresa d’Austria” troneggia al centro della piazza, attorniato da quattro fontane simili ma non uguali. Rispettivamente alla mia sinistra ed alla mia destra ammiro due splendidi palazzi che ospitano uno il “Kunsthistorisches Museum” e l’altro il “Naturhistorisches Museum”; davanti a quest’ultimo noto anche la tenera scultura di un Elefantino. Tutto davvero molto bello.

Monumento a Maria Teresa d'Austria

Monumento a Maria Teresa d’Austria

Maria-Theresien Platz - Fontana 1

Maria-Theresien Platz – Fontana 1

Maria-Theresien Platz - Fontana 2

Maria-Theresien Platz – Fontana 2

Maria-Theresien Platz - Fontana 3

Maria-Theresien Platz – Fontana 3

Maria-Theresien Platz - Fontana 4

Maria-Theresien Platz – Fontana 4

Kunsthistorisches Museum

Kunsthistorisches Museum

Naturhistorisches Museum

Naturhistorisches Museum

Statua dell'Elefantino

Statua dell’Elefantino

Lascio questo spazio con dispiacere, ma devo farlo perchè il giro continua. Altra strada da attraversare ed altre storie che si alternano: entro nel MuseumsQuartier, ovvero un grandissimo complesso che racchiude diverse ed importanti esposizioni. Le più conosciute sono senza dubbio il “Leopold Museum” ed il “Mumok – museo d’arte Moderna”.

Museumsquartier - Ingresso Principale

Museumsquartier – Ingresso Principale

Leopold Museum

Leopold Museum

Mumok - Museo d'arte Moderna

Mumok – Museo d’arte Moderna

Esco e torno sul marciapiede puntando stavolta il vicino Volkstheater, ma non sono fortunato perchè i lavori di ristrutturazione stanno ricoprendo anche la sua figura. Mi accontento quindi del “Monumento a Ferdinand Raimund” (drammaturgo) e di un nuovo edificio ministeriale molto interessante. Faccio una deviazione per non perdermi la St. Ulrich Kirche ma le impalcature sono anche qui…in compenso però trovo la “Mechitharistenkirche”: non essendo segnata sulla mia mappa scopro in loco che si tratta di una chiesa armena.

Monumento a Ferdinand Raimund

Monumento a Ferdinand Raimund

Edificio Ministeriale

Edificio Ministeriale

Mechitharistenkirche

Mechitharistenkirche

Il “Palais Auersperg” è indubbiamente un bell’edificio, ma non facile da immortalare per intero a causa della troppa vicinanza agli alberi che popolano il parchetto di fronte; quest’ultimo ospita “l’Omaggio a Ludwig Anzenbruger” (altro drammaturgo) quasi fuso col verde che lo circonda. Dedico il giusto tempo anche per vedere il “Justizpalast” prima di passare al “Monumento all’Istituzione della Repubblica” (Errichtung der Republik in lingua locale).

Palais Auersperg

Palais Auersperg

Omaggio a Ludwig Anzenbruger

Omaggio a Ludwig Anzenbruger

Justizpalast

Justizpalast

Monumento all'Istituzione della Repubblica

Monumento all’Istituzione della Repubblica

Il Burggarten mi attende e non gli dico certamente di no; in parole poverissime si tratta di un’altra area verde ripiena di opere d’arte. Quasi non faccio in tempo ad entrare che ho già di fronte il “Monumento per Mozart”, personaggio che qui in Austria è di casa. Seguono la “Statua Equestre di Francesco I° di Lorena”, la “Hercules and the nemean lion Fountain” che però non ha neanche una goccia d’acqua al suo interno, la “Statua di Francesco Giuseppe I° d’Austria” e, poco fuori, la “Scultura in onore di Goethe”. Concludo la zona vedendo “l’Omaggio a Franz Werfel” (scrittore e drammaturgo) ubicata più avanti.

Monumento per Mozart - Panoramica

Monumento per Mozart – Panoramica

Monumento per Mozart - Dettaglio

Monumento per Mozart – Dettaglio

Statua Equestre di Francesco I° di Lorena

Statua Equestre di Francesco I° di Lorena

Statua di Francesco Giuseppe I° d'Austria

Statua di Francesco Giuseppe I° d’Austria

Scultura in onore di Goethe

Scultura in onore di Goethe

Omaggio a Franz Werfel

Omaggio a Franz Werfel

L’edificio che ospita la “Wiener Staatsoper” non si può tralasciare in nessun modo; purtroppo le sue dimensioni poco vanno d’accordo con l’organizzazione della città in questo preciso punto: tram che passano in continuazione, pensiline per i viaggiatori in attesa piazzate ovunque e chi più ne ha più ne metta danno difficoltà incalcolabili e chi tenta di far entrare il palazzo dell’opera nell’obiettivo della sua reflex. Sia a destra che a sinistra posso vedere le due “Opernbrunnen”delle quali tra poco ne mostrerò solo un’immagine. Mi arrabbio come una iena quando trovo i bus turistici hop-on hop-off che stazionano proprio di fronte alla “Albrechtsbrunnen”, ma alla fine riesco nel mio intento di portarla nel mio album dei ricordi. Do un’occhiata fugace anche alla “Statua di Abraham a Santa Clara” (predicatore e scrittore) e poi salgo sulle scale mobili che portano ad una famosissima esposizione di opere d’arte ospitata da un palazzo asburgico, ovvero “l’Albertina”. Avrei voluto scattare una foto dal piano strada ma un orrenda tettoia rovina completamente la vista. Per fortuna tutto ciò non succede con la “Statua Equestre dell’Arciduca Albrecht”. Dopo tutte queste note positive, il qui presente Memoriale contro la guerra ed il fascismo è a dir poco orrendo; quasi mai ho visto una cosa tanto brutta ed inutile ed ovviamente lascio perdere.

Wiener Staatsoper

Wiener Staatsoper

Opernbrunnen

Opernbrunnen

Albrechtsbrunnen

Albrechtsbrunnen

Statua di Abraham a Santa Clara

Statua di Abraham a Santa Clara

Albertina - Originale scalinata

Albertina – Originale scalinata

Statua Equestre dell'Arciduca Albrecht

Statua Equestre dell’Arciduca Albrecht

Mi butto ora su Karntner Strasse, una delle vie più conosciute e popolate di Vienna. Il “Casinò Wien” è la prima attrazione che vedo prima di svoltare nelle stradine strette del centro storico. La porzione del quartiere che imbocco è senza dubbio interessante, ma proprio la mancanza di spazio utile ai miei scopi non mi permette di scattare foto nè alla Chiesa di Sant’Anna e nè alla Haus der Musik. Torno sulla strada pedonale con l’intenzione realizzata di vedere la “Chiesa Maltese”.

Casinò Wien

Casinò Wien

Chiesa Maltese

Chiesa Maltese

Colpo di scena negativo: il Neuer Markt è completamente sventrato dai lavori di rifacimento della pavimentazione; l’intera piazza non esiste momentaneamente più perchè coperta dai classici pannelli che non vogliono far vedere il casino che gli operai stanno combinando dall’altra parte. Qui avrei dovuto osservare la Donnerbrunnen, ma soprattutto la Chiesa dei Cappuccini che ospita il Kaisergruft, ovvero la cripta imperiale dove sono sepolti tantissimi membri della famiglia Asburgo. Ma, come ho già scritto nella presentazione di questo post, a Vienna ci sono già stato in passato (esattamente quando come fotografo facevo ancora più schifo di oggi…)  e rovistando tra le immagini di quel viaggio ho ripescato solo un paio di scatti che fanno proprio al caso mio. Non mi prendo la colpa del fatto che qualcuno abbia deciso di devastare l’area proprio adesso e, dato che posso farlo, rimedio alla mancanza  usando solo per stavolta il piano B.

Kaisergruft - la Tomba di Francesco Giuseppe I° d'Austria

Kaisergruft – la Tomba di Francesco Giuseppe I° d’Austria

Kaisergruft - la Tomba di Sissi

Kaisergruft – la Tomba di Sissi

Cerco di mandare giù il boccone amaro e vado avanti dando attenzione alla semplice ma carina “Chiesa dei Francescani”. Nel prossimo tratto a piedi noto scendere da un’ambulanza un paramedico completamente coperto da una tuta protettiva che, dato il momento storico che stiamo vivendo, sta sicuramente andando a prendere qualche potenziale malato di Covid-19. Poco dopo faccio il mio ingresso in quello che è il vero cuore della capitale austriaca, vale a dire Stephansplatz. Tra tutta la storia che c’è e che si respira qui, la sorte vuole che il primo click della reflex vada sull’unica cosa moderna: la “Haas-Haus” è una costruzione futuristica interamente fatta da cemento e vetro; c’è chi la definisce come fuori luogo per il contesto che la ospita ed anche chi dice che spezza la monotonia dell’ambiente. Io mi schiero col primo gruppo senza se e senza ma. Lo “Stephansdom” può essere definito usando una grande varietà di espressioni; io che vado sempre controcorrente mi permetto di scegliere per primo forse il meno atteso: secondo me è uno degli edifici più difficilmente fotografabili al mondo. E’ troppo grande per lo spazio in cui si trova e non c’è mai e poi mai campo da nessuna angolazione che io possa provare, ed è un vero peccato. Detto questo…che si può aggiungere se non che è meraviglioso? E che i dettagli cromatici del tetto (e non solo) sono unici?

Chiesa dei Francescani

Chiesa dei Francescani

Haas-Haus

Haas-Haus

Ci metto un po’ a togliere lo sguardo di dosso al Dom, ma alla fine ci riesco. Passo davanti al suo museo e vado oltre fino a raggiungere il “Monumento a Johannes Gutenberg”, l’inventore della tecnica di stampa moderna in Europa. Sarei anche curioso di chiedere se è buono il gelato che stanno mangiando quei due tizi seduti sulla panchina di fronte alla statua, ma lascio perdere. Arrivo in Hoher Markt ed ho il piacere di vedere prima “l’Anker Clock” e poi la “Vermahlunsbrunnen”. Passo poi dalle parti della Sinagoga locale e ci trovo le solite guardie come in ogni città del mondo; sinceramente mi piacerebbe sapere chi paga lo stipendio di tutte queste persone, ma temo sia la classica domanda che non avrà mai risposta. La “Chiesa di San Ruprecht” non è molto fotogenica, ma faccio lo stesso del mio meglio.

Monumento a Johannes Gutenberg

Monumento a Johannes Gutenberg

Anker Clock - panoramica

Anker Clock – panoramica

Anker Clock - dettaglio

Anker Clock – dettaglio

Vermahlunsbrunnen

Vermahlunsbrunnen

Chiesa di San Ruprecht

Chiesa di San Ruprecht

Mentre mi dirigo verso la chiesa “Maria am Gestade” supero l’edificio che ospita l’Altes Rathaus (il vecchio municipio). Faccio un salto a guardare anche la “Hannakenbrunnen” e poi torno indietro per raggiungere Judenplatz dove trovo la “Statua per Gotthold Ephraim Lessing” (scrittore) ed il “Memoriale alle Vittime ebree austriache della Shoah” (ovviamente con un’altra guardia che gli gira intorno).

Maria am Gestade

Maria am Gestade

Hannekenbrunnen

Hannekenbrunnen

Statua per Gotthold Ephraim Lessing

Statua per Gotthold Ephraim Lessing

Memoriale alle Vittime ebree austriache della Shoah

Memoriale alle Vittime ebree austriache della Shoah

Il prossimo obiettivo è la piazza chiamata Am Hof e ci arrivo in pochissimo tempo, data la breve distanza dal luogo di partenza. Qui i punti di interesse sono tre: la “Mariensaule”, la “Kirche Am Hof” e la “Bürgerliches Zeughaus”, un palazzo degno di nota usato un tempo come arsenale.

Mariensaule

Mariensaule

Kirche Am Hof

Kirche Am Hof

Bürgerliches Zeughaus

Bürgerliches Zeughaus

Freyung è un’altra piazza famosa di Vienna; qui si affacciano il “Bank Austria Kunstforum” e “l’Abbazia di Nostra Signora degli Scozzesi”; tra le due attrazioni appena citate c’è “l’Austriabrunnen”. Ma non è tutto: il “Freyung Passage” è una storica galleria commerciale che ha un ingresso qui e l’altro su Herrengasse; una rapida passeggiata mi mostra un ambiente d’altri tempi e molto curato che custodisce al suo interno la “Danube Mermaid Fountain”. Consiglio una sosta anche a chi non piace lo shopping come me.

Bank Austria Kunstforum

Bank Austria Kunstforum

Austriabrunnen

Austriabrunnen

Abbazia di Nostra Signora degli Scozzesi

Abbazia di Nostra Signora degli Scozzesi

Freyung Passage - interno

Freyung Passage – interno

Danube Mermaid Fountain

Danube Mermaid Fountain

Raggiungo il bel “Palazzo Mollard-Clary” che ospita un Museo di Mappamondi e poi, nello spazio di pochi metri, osservo il “Monumento a Leopold Figl” (ex politico), la “Statua per Rudolf von Alt” (pittore) e la “Minoritenkirche”. Ad un tiro di schioppo non mi lascio sfuggire prima la particolare “Lapis Lazuli Brunnen” e poi il “Memoriale per le Vittime della Giustizia Militare Nazista”.

Palazzo Mollard-Clary

Palazzo Mollard-Clary

Monumento a Leopold Figl

Monumento a Leopold Figl

Statua per Rudolf von Alt

Statua per Rudolf von Alt

Lapis Lazuli Brunnen

Lapis Lazuli Brunnen

Memoriale per le Vittime della Giustizia Militare Nazista

Memoriale per le Vittime della Giustizia Militare Nazista

Potrei prendere la scorciatoia, ma non voglio assolutamente entrare nel luogo più bello di Vienna da una specie di porta di servizio, anche se so bene che questo termine è totalmente fuori luogo; lo uso solo per far capire meglio la situazione a chi legge. Una volta giunto a destinazione, prima di voltarmi nella direzione tanto attesa ho modo di vedere la “Looshaus” (uno storico edificio) e la “Chiesa di San Michele”. Ma tutta la mia attenzione è per “l’Hofburg”, il principale palazzo del potere dell’impero austriaco dove risiedevano gli Asburgo. La facciata è a dir poco stupenda, ricca di sculture, fontane e perfettamente incastonata con l’ambiente in cui si trova. Non si può non restare basiti davanti a ciò, e se succede è segno che c’è più di qualcosa che non va. Questo è uno dei luoghi per i quali vale la pena di pagare un biglietto, uno dei pochi che consiglio perchè la maggior parte sono solo trappole per turisti dove si vedono sempre le stesse identiche cose o giù di lì. Sicuramente i nazionalisti diranno che anche in Italia ci sono residenze del genere e più o meno è vero; ma c’è una differenza enorme: mentre da noi le vediamo vuote perchè nel corso della storia sono state saccheggiate di quasi tutto ciò che contenevano, qui c’è ancora ogni più piccolo particolare che ricorda totalmente la vita di chi ha abitato queste stanze. Una visita all’Hofburg è quanto di più completo ci possa essere nel suo genere: si possono vedere gli appartamenti imperiali (addirittura completi di piatti, bicchieri, posate e chi più ne ha più ne metta), il Museo di Sissi ed il Museo delle Argenterie. Credetemi, si tratta di un tour incredibile. Il piazzale interno della struttura è invece di libero accesso: degni di nota ci sono la “Schweizertor” (ovviamente disturbata da alcuni lavori di ristrutturazione) e la “Statua Equestre di Kaiser Franz I°”.

Looshaus

Looshaus

Chiesa di San Michele

Chiesa di San Michele

Hofburg - panoramica

Hofburg – panoramica

Hofburg - una fontana

Hofburg – una fontana

Schweizertor

Schweizertor

Hofburg - Piazzale Interno

Hofburg – Piazzale Interno

Hofburg - Statua Equestre di Kaiser Franz I°

Hofburg – Statua Equestre di Kaiser Franz I°

Voltare le spalle a tutto questo è molto molto difficile, ma devo proseguire e lo faccio raggiungendo Josefplatz; qui i quattro lati del perimetro sono formati da due edifici fenomenali: il primo (di fronte a me) è la sede della “Biblioteca Nazionale d’Austria” mentre il secondo (alle mie spalle) è il “Palais Fries-Pallavicini”. Al centro della piazza c’è la “Josefs-Statue”. C’è anche la Chiesa di Sant’Agostino, ma si fonde completamente con il palazzo della Biblioteca ed è pure di difficile individuazione, però guardando bene si vede qual’è l’ingresso.

Biblioteca Nazionale d'Austria

Biblioteca Nazionale d’Austria

Josefs-Statue

Josefs-Statue

Imbocco Dorotheergasse e mi metto nella giusta posizione (l’unica possibile) per fotografare la “Reformed City Church”. Poi passo davanti al Museo Ebraico (altre guardie stazionano qui…) ed entro finalmente nel Graben. Qui, in mezzo a tanta gente, si possono osservare la “Leopoldsbrunnen”, la “Colonna della Peste”,  la “Peterskirche” e la “Josefsbrunnen”.

Reformed City Church

Reformed City Church

Leopoldsbrunnen

Leopoldsbrunnen

Colonna della Peste

Colonna della Peste

Peterskirche

Peterskirche

Josefsbrunnen

Josefsbrunnen

Guardo l’orologio e sono contentissimo perchè il programma sta andando a gonfie vele; ho quindi il tempo per poter allungare verso una zona messa volutamente da parte in attesa di conoscere gli sviluppi della giornata. Muovo le gambe nella giusta direzione e, dopo un bel po’, mi soffermo a dare un’occhiata al “PaN-Tisch”: all’apparenza è un semplice tavolo attorniato da sedie interamente realizzato in granito piazzato nel bel mezzo di un prato (verrebbe addirittura voglia di farci un pic-nic…), ma in realtà è una commemorazione per l’ingresso di dieci nuovi stati (proprio come il numero delle sedute) all’Unione Europea avvenuto a maggio 2004. La maledizione continua ed anche la Votivkirche non è fotografabile causa impalcature selvagge; mi devo così accontentare del “Monumento ad Antonio Vivaldi” ubicato lì vicino. La stessa impietosa sorte tocca al Josephinum che devo unire alle attrazioni saltate di netto, mentre il “Wiener Volksoper” ha solo un albero che ne copre parte della facciata: se non ci fosse sarebbe il top, ma meglio questo che gli operai!

PaN-Tisch

PaN-Tisch

Monumento ad Antonio Vivaldi

Monumento ad Antonio Vivaldi

Wiener Volksoper

Wiener Volksoper

Altro giro ed altra corsa: stavolta sono interessato ad ammirare il “Palais Liechtenstein” ed il relativo giardino e lo trovo al primo tentativo; pochi passi ancora ed ecco davanti a me la “Servitenkirche”. Quando raggiungo il “Deutschmeister-Denkmal” noto la presenza di un edificio enorme e particolarmente bello non presente sulla mia mappa. Una rapida ricerca mi dice che si tratta del “Ministero della Difesa”, ma fotografarlo tutto è impossibile, per cui ne scelgo una parte che probabilmente non è quella di maggior rappresentanza, ma che di certo fa capire la natura del palazzo perchè non presenta troppi alberi che lo coprono ed anche perchè c’è un bellissimo sole che lo illumina come si deve.

Palais Lichtenstein - fronte

Palais Lichtenstein – fronte

Palais Liechtenstein - retro

Palais Liechtenstein – retro

Servitenkirche

Servitenkirche

Deutschmeister-Denkmal

Deutschmeister-Denkmal

Ministero della Difesa - dettaglio

Ministero della Difesa – dettaglio

Mi trovo a pochi passi dalla fermata Schottenring, per me estremamente congeniale in questo preciso momento perchè è punto di collegamento tra le linee metropolitane U2 e U4. Sono le ultime che mi serviranno da ora in poi per finire questa visita che definire strapiena è riduttivo. Scendo sotto terra e prendo la linea U4 che mi accompagna al secondo luogo per il quale consiglio vivamente di pagare il biglietto di ingresso: Schonbrunn. Si tratta della residenza estiva della famiglia imperiale austriaca, quindi altro luogo di potere a tutti gli effetti. Attraversare il cancello esterno permette di ammirare la facciata che definisco più semplice rispetto all’Hofburg, ma comunque molto bella. Prima di raggiungere l’ingresso principale ci sono due fontane che non possono essere ignorate. Come nell’altro palazzo, anche qui è possibile visitare le sale interne complete veramente di ogni dettaglio ed il giro è davvero coinvolgente. A meno che non siate degli inguaribili amanti delle favole e delle pricipessine sconsiglio di buttare soldi nel Museo delle Carrozze (sempre qui presente): è particolare, ma non imperdibile; alla fine sono carrozze e niente più.

Schonbrunn - la fermata della metro

Schonbrunn – la fermata della metro

Schonbrunn - facciata

Schonbrunn – facciata

Schonbrunn - Fontana 1

Schonbrunn – Fontana 1

Schonbrunn - Fontana 2

Schonbrunn – Fontana 2

Infine, la vera chicca di questo posto è il maestoso giardino curato alla perfezione che l’amministrazione comunale lascia con ingresso libero fino alle 21:30 se non ricordo male. A me non interessa molto l’orario preciso perchè sicuramente andrò via prima. Entro e comincio a godere di questa meraviglia; lo fanno anche i viennesi perchè c’è tanta gente che fa jogging tra i viali del parco…e pensare che io le poche volte che riesco ad andare a correre devo farlo in due strade di campagna mooooolto spartane per vicinanza e praticità, dato che formano un percorso ad anello con saliscendi a me congeniale; ma certamente non c’è paragone. Tornando a questo luogo, a dire il vero le aiuole me le aspettavo un po’ più ricche di fiori. Tra le cose più importanti cito la “Fontana di Nettuno” e la “Gloriette”; quest’ultima si raggiunge affrontando una discreta salita che mette in difficoltà i meno allenati, ma non è niente di impossibile. Da lassù si gode di una vista impareggiabile sia sull’intera residenza estiva che sulla città, anche se quest’ultima è un po’ troppo lontana. Segue una carrellata delle immagini più belle dello Schlosspark perchè in luoghi come questo vincono loro, non le parole.

Schonbrunn - retro

Schonbrunn – retro

Schonbrunn - panoramica del giardino

Schonbrunn – panoramica del giardino

Fontana del Nettuno - panoramica

Fontana del Nettuno – panoramica

Fontana del Nettuno - dettaglio

Fontana del Nettuno – dettaglio

Gloriette

Gloriette

Schonbrunn - vista dalla Gloriette

Schonbrunn – vista dalla Gloriette

Schonbrunn - Fontana del Giardino 1

Schonbrunn – Fontana del Giardino 1

Schonbrunn - Fontana del Giardino 2

Schonbrunn – Fontana del Giardino 2

Schonbrunn - Serra

Schonbrunn – Serra

Schonbrunn - Fontana del Giardino 3

Schonbrunn – Fontana del Giardino 3

Schonbrunn - scorcio

Schonbrunn – scorcio

Sono abbastanza stanco e le gambe non le sento quasi più dopo due giorni tanto intensi, ma la consapevolezza di aver terminato tutto ciò che volevo vedere non mi fa pensare ad altro. Dopo essermi voltato per l’ultima volta verso questo parco stupendo esco e cammino verso la metro. Appena possibile cambio la linea U4 con la linea U2 (ovvero a Karlsplatz) e torno a Praterstern, dove tutto è cominciato ieri mattina con quel meteo da schifo. Ho ancora una quarantina di minuti e devo mantenere una promessa fatta a me stesso: tornare al parco giochi del Prater in condizioni atmosferiche e di orario più consone per un ambiente simile. Fuori dalla stazione già noto la presenza dei personaggi negativi dei quali ho parlato in precedenza…ce ne sono fin troppi a dire la verità. L’ingresso al Prater è come una liberazione per me: non per le giostre perchè alla fine non me ne frega un accidente, ma per la situazione generale. C’è un mare di gente che gira libera senza preoccupazioni e senza mascherarsi la faccia, tutte le attrazioni sono aperte e le persone se la godono in tutte le maniere possibili; si tratta di un temporaneo ritorno alla normalità prima di rimettere piede nella nazione dei controsensi (l’Italia) che ha percorsi obbligati per qualsiasi cosa ed un terrore assolutamente ingiustificato. Qui hanno capito che il virus c’è, ma che allo stesso tempo la vita non può essere bloccata più di tanto; si accontentano di obbligare le mascherine sui mezzi pubblici, ma poi basta perchè la gente si è rotta i coglioni di tutto questo casino. E’ dal 9 marzo che viviamo nell’ansia e sarebbe anche il caso di finirla una volta per tutte. Torno indietro in tempo per rientrare nel Billa locale e comprare la spesa per la cena, poi prendo la metropolitana leggera S7 e rientro in aeroporto dove mi trovo una sedia, mangio e passo la notte. Alle 6:40 parte puntuale il volo per Roma Fiumicino seguito dai soliti mezzi per tornare a casa dove comincia una nuova settimana di lavoro.

La conclusione sarebbe riassumibile in tre sole parole: Vienna è meravigliosa. Basterebbe questo per far capire a chi legge che stiamo parlando di una capitale europea con una marea di punti di interesse da offrire che ho sia raccontato che mostrato con tantissime fotografie. L’avevo vista male la prima volta (ero in compagnia…) e questo secondo passaggio è stato assolutamente doveroso. Non avrei potuto lasciare le cose come fui costretto la volta scorsa. Quando questo maledetto virus se ne andrà tornerò ad usare Vienna come scalo per i miei famosi viaggi multi-volo, ma per il momento la devo salutare per chissà quanto ancora. Inutile dire che consiglio a tutti di visitare la capitale austriaca perchè è una di quelle esperienze da fare assolutamente nella vita.

 

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