Budapest: come visitare un sogno ad occhi aperti

di admin
Parlamento di Budapest

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Budapest è ufficialmente la capitale dell’Ungheria, ma da tanta gente è considerata come una città-nazione: la convinzione che, tolta questa località, non ci sia null’altro da vedere nella repubblica magiara è diffusissima ed è una cosa sinceramente molto triste. A Budapest c’ero già stato anni fa: quella volta non ero solo e per questo motivo si materializzarono ben due errori in una scelta sola: il primo fu il voler andare a capodanno trovando neve dappertutto, lastroni di ghiaccio galleggianti nel Danubio e punte di -13 gradi capaci di costringere a coprirsi anche l’Omino Michelin, se mai fosse capitato da quelle parti; il secondo fu l’opposta visione del viaggio dei due partecipanti: io avrei voluto vedere anche il più piccolo monumento esistente e l’altra parte avrebbe voluto osservare anche le ragnatele in tutti gli angoli dei centri commerciali. Morale della favola: in quell’occasione ho patito tanto freddo e non ho visto una beneamata mazza. Da quel momento ho promesso a me stesso che a Budapest ci sarei tornato (prima o poi) in primavera o in estate per potermela godere come merita ed appena ho avuto davanti agli occhi una buona offerta Wizz Air non ho potuto far altro che mantenere la parola data. A dire il vero la capitale ungherese è il completamento di un viaggio un pochino più complesso in questa nazione che ha compreso, nel primo giorno di permanenza, la visita alle cittadine di Seghedino (Szeged) e Kecskemet (Vedi post dedicato), quindi il mio racconto stavolta non inizia da casa, ma già in loco. Piccolo cenno: Budapest come la conosciamo oggi è l’unione di due antiche città: Buda era situata sulla riva sinistra del Danubio mentre Pest era situata sulla riva destra del fiume. Col tempo che ho a disposizione (una domenica piena e circa tre quarti di lunedi) decido di dedicare il primo giorno a Pest ed il secondo giorno a Buda senza mai incrociare le due zone. In questo modo credo di aver ottimizzato al meglio le ore di visita.

Sabato pomeriggio: il treno proveniente dal sud mi porta fino alla stazione centrale “Nyugati”; guardo l’orologio e vedo che sono circa le 18:10. Mi dirigo verso la metropolitana numero 3 in direzione “Kobanya-Kispest” e scendo alla fermata “Klinikak” dove, a circa duecento metri da essa, ho una sistemazione per le prossime due notti. L’host è abbastanza puntuale all’appuntamento ed alle 19:10 lo saluto dopo aver preso possesso delle chiavi ed aver terminato di parlare dei dettagli inerenti il futuro check-out. Per oggi ho già visto abbastanza e vengo da una notte quasi insonne trascorsa in aeroporto, così dopo un po’ esco e vado a fare la spesa ad un vicino “Tesco” portando via un bustone che varrà per entrambe le sere di mia permanenza in città poichè domani i supermarkets della zona chiuderanno tutti alle 18:00, per cui mi devo per forza organizzare in anticipo. Ciò significa che tra poco cenerò in camera e che mi rilasserò col mio solito calcio manageriale fino a quando non mi si chiuderanno gli occhi.

Domenica mattina: la sveglia è impostata per suonare alle 8:15, in modo tale da permettermi di uscire al massimo per le 8:45. Avrò tutto oggi e poco più di metà giornata domani per visitare questa grande città. Per molti questo tempo a disposizione è scarso, ma non per me e sono convinto che ce la farò. Nell’esperienza precedente (da dimenticare…) la prima cosa che feci fu acquistare un abbonamento ai mezzi pubblici valido per tre giorni, mentre stavolta voglio riuscire a vedere tutto usando solo i miei piedi; il prossimo mezzo di trasporto sul quale dovrò salire sarà il bus di ritorno verso l’aeroporto. Varco il portone della casa che mi ospita e mi basta girare l’angolo per trovarmi su “Ulloi Utca”, punto di inizio del mio giro. A differenza di ieri (nuvoloso ma senza pioggia) la giornata si mette davvero bene dal punto di vista del meteo: c’è già una discreta luce che spero tenderà ad aumentare nel corso delle prossime ore. Comincio subito con tre attrazioni che sono la Chiesa “Örökimádás Oltáriszentség” (tradotto con Google translate significa “Eterno  culto del sacramento” ma mi sono sempre fidato molto poco di questo strumento e continuo a dubitare…), un centro dedicato alla memoria dell’Olocausto e, udite udite, una statua in onore di tale Bud Spencer, o meglio l’attore italiano Carlo Pedersoli che ci ha lasciati nel giugno 2016. Il motivo di questo riconoscimento? In Ungheria come in tutto l’ex blocco sovietico non era possibile vedere i films americani causa censura, così i “western” più apprezzati erano proprio i nostri. Alla base del monumento c’è la scritta “Non abbiamo mai litigato” in ungherese stretto, parole pronunciate dall’eterno collega Terence Hill.

Chiesa Örökimádás Oltáriszentség

Chiesa Örökimádás Oltáriszentség

Centro in Memoria dell'olocausto (Ingresso)

Centro in Memoria dell’olocausto (Ingresso)

Statua per Bud Spencer

Statua per Bud Spencer

Proseguo incontrando una piccola e graziosa opera che immortala un momento de “I Ragazzi della Via Pal”, probabilmente il racconto ungherese più famoso al mondo scritto da Ferenc Molnar ed ambientato proprio in questa città. Poi…una serie di incazzature una dopo l’altra: la prima è rappresentata dal bell’edificio che ospita il Museo d’Arte Applicata; la seconda è dovuta alla Parrocchia di San Francesco d’Assisi e la terza (ed ultima) mi viene regalata dalla Chiesa di Jozserfvaros: tutti e tre questi luoghi li trovo devastati dalle impalcature dei lavori in corso. Torno a vedere “la luce” con il Monumento al 32° Reggimento di Fanteria, con la Chiesa Gesuita del Sacro Cuore e con la scultura in onore dell’ex politico Zichy Nandor ubicata nella piazzetta antistante l’edificio religioso.

I Ragazzi della Via Pal

I Ragazzi della Via Pal

32° Reggimento di Fanteria

32° Reggimento di Fanteria

Chiesa Gesuita del Sacro Cuore

Chiesa Gesuita del Sacro Cuore

In onore di Zichy Nandor

In onore di Zichy Nandor

Passando davanti alla Biblioteca Metropolitana “Ervin Szabo” arrivo su Kalvin Ter: qui mi aspettano la Chiesa Riformata con di fronte la statua dedicata a Kalvin Janos. Basta spostarmi verso destra per poter ammirare il bellissimo palazzo che ospita il Museo Nazionale Ungherese preceduto dall’omaggio al poeta Janos Arany, uno dei massimi esponenti magiari del suo genere.

Chiesa Riformata di Kalvin Ter

Chiesa Riformata di Kalvin Ter

Dedicata a Kalvin Janos

Dedicata a Kalvin Janos

Museo Nazionale Ungherese

Museo Nazionale Ungherese

In onore di Janos Arany

In onore di Janos Arany

La passeggiata mi conduce nella zona della Chiesa Universitaria che ovviamente osservo e fotografo; subito dopo è la volta della Chiesa Serba di San Giorgio Martire, momento per un simpatico siparietto: mi trovo nella zona del cancello di ingresso del piccolo parco antistante nello stesso momento in cui passa una tipica vecchietta dell’est Europa di nero vestita ed armata di bastone; si vede palesemente che l’idea di scendere da sola i pochi gradini presenti la spaventa, per cui mi chiede di aiutarla nella sua lingua incomprensibile ed è così che andiamo a braccetto per qualche secondo. Quando arriviamo in piano ci tiene a farmi presente che da lì in avanti ce la farà benissimo da sola, per cui ci salutiamo. Ci metto un po’ ad inquadrare la chiesetta perchè il poco spazio a disposizione non permette di fissarla al meglio nell’obiettivo della reflex. Ciò che segue è il meglio che ho potuto fare.

Chiesa Universitaria

Chiesa Universitaria

Chiesa Serba di San Giorgio Martire

Chiesa Serba di San Giorgio Martire

E’ la volta di ammirare la Chiesa di San Michele su “Nyary Pal Utca” prima di trovarmi di fronte alla Chiesa dei Francescani e poi alla Chiesa Parrocchiale del Centro Città che, come recita un cartello ben visibile sulla sua facciata, è aperta 24 ore proprio come alcuni Carrefour qui da noi…solo che i Carrefour sono decisamente più utili perchè vendono cose che si possono toccare e non aria fritta alla quale dover credere senza poter avere neanche una minima prova.

Chiesa di San Michele

Chiesa di San Michele

Chiesa dei Francescani

Chiesa dei Francescani

Chiesa Parrocchiale del Centro Città

Chiesa Parrocchiale del Centro Città

Eccolo lì !!! Finalmente ho modo di vedere il Danubio a Budapest in tutto il suo splendore e non in una giornata gelida e cupa di fine dicembre come in passato; per la prima volta torno a posare lo sguardo su “Buda”, ovvero la monumentale parte della città che occupa la sponda opposta del grande fiume ed il colpo d’occhio è davvero incredibile. La statua in onore del poeta Sandor Petofi mi addolcisce la pillola delle impalcature a non finire che trovo sulla successiva Cattedrale Ortodossa di Nostra Signora; non posso non nascondere che queste infinite opere di restauro mi stanno tritando i coglioni in una maniera inenarrabile. Se mi chiedono qual’è per me il significato della parola “odio” mi basta pensare a più di qualcuno che conosco oppure a coloro che mi rovinano la vista dei punti di interesse nei luoghi che visito; ognuno ha il suo modo di interpretare le cose ed il mio è questo. Faccio una deviazione per incontrare la piccola “Hermesz Fountain” che trovo non funzionante, ma soprattutto davanti ad un chiosco ambulante che lì proprio non ci dovrebbe stare…e devo fare carte false per non farlo rientrare nell’immagine che scatto. Ormai mi trovo in quello che è il vero cuore della capitale dell’Ungheria e ciò si nota da due fattori indiscutibili: il primo è la presenza di tantissima gente che sembra come decuplicata rispetto a quella incontrata fino ad ora; il secondo è la presenza di tanti banchetti “mobili” piazzati qui per il gusto di fregare ben bene i turisti rincoglioniti. E’ risaputo che l’Ungheria sia una nazione abbastanza abbordabile dal punto di vista dei prezzi (anche se le cose stanno cambiando abbastanza rapidamente), ma in quest’area non è così: tutto viene venduto come se si fosse in Italia, dagli alimenti al vestiario passando per i souvenirs e le pseudo-creazioni artigianali. Un esempio tra i tanti: il Kurtoskalacs. Anche se nei miei racconti sono molto schietto e vado dritto al sodo, questa non è una delle varie parolacce che scrivo: si tratta del nome di un dolce tipico locale a forma di rotolo che da noi non si trova e che, essendo tipico, fa gola sia per la bontà che per la rarità nel poterlo trovare. Piace moltissimo anche a me e non vedo l’ora di comprarlo, ma non lo farò di certo qui in centro: i banchetti applicano prezzi da ladrocinio andando da un minimo di 1300 ad un massimo di 2000 fiorini al pezzo (cioè da 4 a 6,50 euro circa) mentre so per certo che lo stesso prodotto lo si trova in punti strategici della città a 300 fiorini tondi tondi (cioè 0,90 euro circa). Quindi ecco la domanda: perchè essere tanto idioti e continuare ad ingrassare questi imbroglioni invece di fargli chiudere bottega prima possibile? A questo purtroppo non avrò mai risposta…anche se io ne ho una tutta personale ed è molto meglio non scriverla…

Dedicata a Sandor Petofi

Dedicata a Sandor Petofi

Hermesz Fountain

Hermesz Fountain

Torno al mio giro che da qui si fà più intenso: inizio con il monumento dedicato a William Shakespeare (nella foto ho volutamente cancellato l’insegna di una catena di bar che mi sta sulle scatole perchè statunitense); arrivano poi le statue della “Ragazza con il Cane” e della “Little Princess” (a me sembra più un folletto che una principessina…ma sono punti di vista) e concludo questo spazio con la spettacolare “Vigadò Concert Hall” che ha davanti l’omonima fontana non funzionante.

Dedicata a William Shakespeare

Dedicata a William Shakespeare

La Ragazza con il Cane

La Ragazza con il Cane

Little Princess

Little Princess

Vigadò Fountain

Vigadò Fountain

Vigadò Concert Hall

Vigadò Concert Hall

Mi trovo ad un passo da Vorosmarty Ter, ovvero una delle piazze più famose di Budapest, se non quella più conosciuta. Ma quando ci arrivo ho la solita amarissima sorpresa: lavori in corso per il 90% della sua superficie mi impediscono la visuale a 360 gradi degli edifici che la circondano e della bella statua ubicata al centro; cosa dire se non ringraziare l’amministrazione comunale che sta rendendo proprio ora la città più bella per chi ci andrà dopo di me? Mi aspetta poi “Deak Ferenc Ter”, fulcro di altre bancarelle, con la sua Chiesa Luterana; nell’adiacente parco di “Erszebet Ter” vedo la Danubius Fountain (senza acqua…) e la ruota panoramica “Budapest Eye”.

Chiesa Luterana in Deak Ferenc Ter

Chiesa Luterana in Deak Ferenc Ter

Danubius Fountain

Danubius Fountain

Budapest Eye

Budapest Eye

I prossimi passi li muovo verso un obiettivo che definire stratosferico è riduttivo: mi riferisco alla Basilica di Santo Stefano, tanto bella fuori come meritevole della fila da fare per entrare. Un vero capolavoro ubicato come meglio non avrebbe potuto. Fa sorridere la “Statua del Poliziotto Grasso” come viene testualmente chiamata la prossima scultura che incontro sul mio cammino. L’area verde che compone il centro di “Szechenyi Istvan Ter” mi dà modo di vedere altre cose, e cioè il “Deak Ferenc Memorial”, il “Palazzo Gresham” (anche se oggi è un hotel è impossibile non notare la qualità di questo edificio) ed il monumento in onore di colui che dà il nome alla piazza stessa. A pochi metri c’è il “Lanchid” (ovvero il Ponte delle Catene), il più bello e famoso della città, ed osservarlo da vicino rende davvero l’idea. Una menzione merita anche l’Accademia Ungherese delle Scienze che ha davanti il ricordo di Szarvas Gabor, linguista locale.

Basilica di Santo Stefano

Basilica di Santo Stefano

Statua del Poliziotto Grasso

Statua del Poliziotto Grasso

In onore di Deak Ferenc

In onore di Deak Ferenc

Palazzo Gresham

Palazzo Gresham

Memoriale per Szechenyi Istvan

Memoriale per Szechenyi Istvan

Ponte delle Catene - Panoramica

Ponte delle Catene – Panoramica

Leone che difende il Ponte delle Catene

Leone che difende il Ponte delle Catene

Accademia Ungherese delle Scienze

Accademia Ungherese delle Scienze

Dedicata a Szarvas Gabor

Dedicata a Szarvas Gabor

E dopo questo tripudio di punti di interesse…che faccio? Mi fermo? Ovviamente no!!! Il prossimo obiettivo è il parco di “Szabadsag Ter” (tutto questo popo’ di parola per indicare “Piazza della Libertà” 🙂 …) dove noto situazioni contrastanti che provo a spiegare meglio di seguito; il Monumento per le Vittime dell’Occupazione Tedesca è degno di nota ed è preceduto da una particolare fontana che viene utilizzata da TANTA gente come “gioco per portare a casa foto ricordo particolari”. Sul lato opposto della piazza stessa c’è il Memoriale ai soldati sovietici caduti nella seconda guerra mondiale e davanti ad esso non c’è NESSUNO. Un gruppo FOLTO di persone si trova invece a pochi passi per guardare la statua di Ronald Reagan. Cioè, fatemi capire bene: ci si affolla sui ricordi dell’occupazione tedesca (ed è ok…) e su Ronald Reagan mentre si snobbano i caduti sovietici? Ronald Reagan??? Un ex attore che solo in un paese di decelebrati può diventare presidente della repubblica (se penso a chi c’è oggi al suo posto mi viene il voltastomaco…)? Il mondo è veramente andato a scatafascio e su questo non ci piove. Come se non bastasse, su questa piazza si affaccia anche l’ambasciata statunitense e mi tocca sorbirmi quella bandiera, anche se per un micro-secondo, giusto per il tempo di voltarmi dall’altra parte. Provo a lasciar perdere questi pensieri ed a concentrarmi sulla fiamma eterna accesa in onore di Batthyany Lajos (primo capo del governo ungherese condannato a morte e poi ucciso il 6 ottobre 1849) che si trova poco distante.

Monumento per le Vittime dell'Occupazione Tedesca

Monumento per le Vittime dell’Occupazione Tedesca

Memoriale ai Soldati Sovietici

Memoriale ai Soldati Sovietici

Ronald Reagan...

Ronald Reagan…

Fiamma Eterna per Batthyany Lajos

Fiamma Eterna per Batthyany Lajos

Supero adesso un’altra serie di lavori stradali e mi trovo di fronte ad uno degli edifici più imponenti e più belli del mondo, senza alcun dubbio il simbolo di Budapest: il Palazzo del Parlamento. Non riesco a smettere di guardarlo mentre mi avvicino. E camminando verso di esso mi imbatto in un gruppo di italiani come ce ne sono tanti, cioè coloro che partono in masse indefinite e pendono dalle labbra delle guide turistiche. Quel saccente sta dicendo loro che quello che hanno davanti è il Parlamento più grande del pianeta Terra e la notizia è totalmente falsa perchè la verità si trova nel centro di Bucarest, in Romania. Mi raccomando: continuate a servirvi di questi coglioni per i vostri viaggi, così tornerete a casa più colti (!?!); questa è l’ennesima dimostrazione che oggi la professionalità in ogni settore non esiste più e che non c’è miglior cosa del documentarsi ed organizzarsi per conto proprio. Il detto “chi fà da sè fà per tre” vale ogni giorno di più. Di fronte al Ministero dell’Agricoltura noto la statua equestre di Rakoczi Ferenc ed un Memoriale per gli eventi del 25 ottobre 1956, pieno periodo di Rivoluzione Ungherese; purtroppo questo ultimo punto di interesse non riesco ad immortalarlo come si deve.

Parlamento di Budapest

Parlamento di Budapest

Statua Equestre per Rakoczi Ferenc

Statua Equestre per Rakoczi Ferenc

In quanto a bellezza architettonica, anche il Museo Etnografico non scherza. Davanti ad esso non si può non notare il candido monumento a Kossuth Lajos e, un pochino più indietro, tocca a quello in onore di Tisza Istvan. Girando intorno al Parlamento arrivo a vedere prima la Statua Equestre per Gyula Adrassy e poi la scultura dedicata ad Attila Jozsef. Infine, una breve passeggiata a ritroso lungo il Danubio mi porta davanti ad un punto davvero toccante: una serie di scarpe di metallo di uomo, donna e bambini si trovano proprio qui, affacciate sul fiume; rappresentano le tante persone che, in tempi non sospetti, vennero condotte fino a questo punto, fucilate dopo essere state obbligate a togliersi le scarpe e poi gettate nelle acqua del fiume. Si tratta di uno dei tanti momenti bui della storia che ha dovuto subire questa città, che però è stata capace sempre di rialzarsi più forte di prima. Lo dimostra il bus che diventa un natante per sollazzare i turisti del quale ho sempre sentito parlare e che vedo ora per la prima volta in azione.

Museo Etnografico

Museo Etnografico

Monumento a Kossuth Lajos

Monumento a Kossuth Lajos

Dedicato a Tisza Istvan

Dedicato a Tisza Istvan

Statua Equestre per Gyula Adrassy

Statua Equestre per Gyula Adrassy

Attila Jozsef

Attila Jozsef

Scarpe sul Danubio

Scarpe sul Danubio

Bus Anfibio

Bus Anfibio

Una passeggiata mi porta a vedere il ricordo dedicato a Kethly Anna (ex politico locale) e mi fa passare davanti all’Olimpia Park, ovvero un’area verde dove non trovo altro tranne i cinque cerchi “colorati di Ungheria” e simbolo delle olimpiadi. Appena raggiungo il “Margit Hid” svolto a destra e prendo “Szent Istvan Krt.” e ci trovo…il Tenente Colombo col bassotto: questa città non finisce mai di stupire; si passa dal sacro al profano in pochi metri. La mia vista viene poi colpita poi dall’edificio che ospita il Comedy Theatre, davvero degno di nota. Il prossimo punto di interesse mi è familiare: si tratta della stazione centrale “Nyugati”, esattamente il punto in cui ho raggiunto Budapest nel tardo pomeriggio di ieri. L’area si conclude un bel pezzo più avanti con l’osservazione della Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita.

Dedicata a Kethly Anna

Dedicata a Kethly Anna

Di fronte all'Olimpia Park

Di fronte all’Olimpia Park

Monumento al Tenente Colombo

Monumento al Tenente Colombo

Comedy Theatre

Comedy Theatre

Stazione Centrale Nyugati

Stazione Centrale Nyugati

Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita

Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita

Proseguo nel mio giro fino a raggiungere un altro “must” della capitale magiara, vale a dire il Parco Varosliget. Ne ho un ricordo vaghissimo e terribile della visita precedente, o meglio nella mia mente c’è solo una distesa infinita di neve e ghiaccio in quello che era un posto senza anima viva e quasi totalmente impraticabile. Oggi non è neanche lontanamente così: un’area verdissima e curata in ogni dettaglio con tanta gente presente a passare il tempo si pone ai miei occhi regalandomi un magnifico colpo d’occhio. Qui i punti di interesse sono tanti ed inizio subito da ciò che di bello offre “Hosok Ter” (Piazza degli Eroi): alla mia sinistra ho il Museo delle Belle Arti, al centro il Millennium Monument con le statue sia dei capi delle sette tribù che fondarono l’Ungheria nel IX° secolo sia dei maggiori eroi locali, ed alla mia destra ho la Galleria d’Arte “Mucsarnok”; tutto questo è completato dalla solita scritta a caratteri cubitali che indica il luogo in cui troviamo, oggetto di culto per i selfie e le foto ricordo dei turisti.

Museo delle Belle Arti

Museo delle Belle Arti

Piazza degli Eroi - Panoramica

Piazza degli Eroi – Panoramica

Galleria d'Arte Mucsarnok

Galleria d’Arte Mucsarnok

I Love Budapest

I Love Budapest

Superando questa piazza si ha l’accesso vero e proprio al parco dove mi aspetta una fontana a getto nel bel mezzo di un laghetto (tipica dell’Europa dell’est) sulla sinistra e la vista sul Castello Vajdahunyad sulla destra. Verde e fiori coloratissimi in ogni dove rendono l’ambiente gradevolissimo. Faccio il mio primo incontro con quelli che sono una delle caratteristiche di Budapest più conosciute nel mondo: i centri termali. Ce ne sono tantissimi e sono iper-frequentati, ma non da me: anche se vorrei tanto potermi rilassare in quelle calde acque, il poco tempo a disposizione non me lo consente. Qui, per esempio, ci sono i Bagni Szechenyi. L’ingresso al parco del Castello appena citato è gratuito, così non me lo faccio dire due volte ed entro a curiosare: trovo la Jaki Chapel e la Statua di “Anonymous”, ovvero un misterioso scrittore che pare abbia vissuto nel XIII° secolo lavorando per Re Bela (quale dei tanti…?). Un signore anziano comodamente seduto su una panchina mi rivolge la parola e mi dimostra ancora una volta che l’ignoranza galoppa…eccome se galoppa: mi chiede se parlo inglese e, al mio “si, un po’” mi chiede di tradurre il testo scritto alla base della statua. Lo faccio…ma non manco di fargli notare che la lingua usata per quelle quattro parole è il latino, non certo quella di sua maestà la regina.

Fontana nel Laghetto del Parco Varosliget

Fontana nel Laghetto del Parco Varosliget

Castello di Vajdahunyad dall'altra sponda el laghetto

Castello di Vajdahunyad dall’altra sponda el laghetto

I Bagni Termali Szechenyi

I Bagni Termali Szechenyi

Castello di Vajdahunyad dall'interno del parco

Castello di Vajdahunyad dall’interno del parco

Jaki Chapel

Jaki Chapel

Statua di Anonymous

Statua di Anonymous

Vorrei tanto andare a vedere anche il Memoriale per la Rivoluzione del 1956, ma gli ennesimi lavori in corso bloccano l’accesso proprio al luogo in cui si trova la commemorazione. Ci provo ad aggirare l’ostacolo e ad intrufolarmi furtivamente nel cantiere, ma alla fine devo arrendermi perchè impossibile. Giunto a questo punto mi trovo nella zona più estrema che il mio percorso odierno prevede di toccare, per cui non mi rimane altro da fare che tornare indietro seguendo altre strade rispetto all’andata, ovviamente per trovare attrazioni ancora non raggiunte. Inizio con la “Fasori Lutheran Church” e con la “Fasori Reformed Church” ubicate a poche decine di metri l’una dall’altra. Più avanti, superato il “Franz Liszt Memorial Museum”, trovo la “Casa del Terrore”, ovvero un museo molto particolare, toccante e crudo che ricorda il male fatto sia dal regime nazista che da quello comunista in quest’area; davanti all’ingresso ci sono il Memoriale del Muro di Berlino ed il Memoriale della Cortina di Ferro.

Fasori Lutheran Church

Fasori Lutheran Church

Fasori Reformed Church

Fasori Reformed Church

Casa del Terrore

Casa del Terrore

Memoriale della Cortina di Ferro

Memoriale della Cortina di Ferro

Continuo oltre e trovo l’edificio che ospita l’Operetta, mentre per il Teatro dell’Opera (ovvero ciò che mi interessa di più tra i due) devo attaccarmi al tram perchè le impalcature se lo stanno divorando tutto intero: grazie ancora all’amministrazione comunale. Fortunatamente la Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa d’Avila mi ridà il sorriso e mi spinge a proseguire oltre. Faccio il mio ingresso in quello che è un quartiere ad alta presenza ebraica: sulla mia mappa trovo segnate ben tre sinagoghe nell’arco di poche centinaia di metri. Peccato che, aggiungerei un bel “come al solito”, solo una di esse è visibile e fotografabile come si deve (Sinagoga Grande con annesso Museo Ebraico) mentre le altre due sono praticamente nascoste (“Sasz-Chevra Orthodox Grand Synagogue” e ” Rumbach Street Synagogue”). L’ingresso alla Sinagoga Grande ovviamente si paga (poteva essere il contrario?), e pure tanto; on-line ho letto qualcosa come 4.500 fiorini, cioè circa 14-15 euro; poi si definiscono inspiegabili certi giudizi e trattamenti, dico bene? A parte casi del tutto eccezionali, nelle chiese si entra gratis. Proprio sulla via in cui si affaccia la Sinagoga noto un paio di personaggi che stanno girando per la città con dei mezzi di trasporto che definirei poco ortodossi; vedere per credere.

Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa d'Avila

Chiesa Parrocchiale di Santa Teresa d’Avila

Sinagoga Grande

Sinagoga Grande

Museo Ebraico - un'opera

Museo Ebraico – un’opera

Veicolo poco ortodosso...

Veicolo poco ortodosso…

Vado oltre in cerca di altri punti di interesse e li trovo su “Rakoczi Utca”: mi riferisco all’Urania Movie Theater ed alla Cappella di San Rocco. Proprio qui adocchio una catena di fast food che mi ispira e vado a pranzo…alle 16:45 come mio solito. Quando esco ho la pancia piena di un ottimo menù kebab e mi sento sazio, così mi rimetto in marcia. Due chiese in pochi metri mi aspettano: la bella Chiesa di Santa Elisabetta e la piccola Chiesa Greco-Cattolica. Ancora più avanti, dopo aver sfiorato il “Puskas Ferenc Stadion”, ecco la bellissima Chiesa della Regina del Rosario e, tornando indietro, l’imponente edificio che ospita la Stazione Est di Keleti. Davanti ad esso si staglia il monumento in memoria di Gabor Baross, ex politico.

Urania Movie Theater

Urania Movie Theater

Cappella di San Rocco

Cappella di San Rocco

Chiesa di Santa Elisabetta

Chiesa di Santa Elisabetta

Chiesa della Regina del Rosario

Chiesa della Regina del Rosario

Stazione Est Keleti

Stazione Est Keleti

Monumento a Gabor Baross

Monumento a Gabor Baross

E’ il momento di fare una toccata e fuga all’Erkel Theater e di passare davanti al Cimitero di Kerepesi, dove però non mi posso fermare perchè è troppo tardi e molto probabilmente sta chiudendo i battenti. A questo punto succede una cosa che fortunatamente è più unica che rara: il kebab che ho mangiato non molto tempo fa era buonissimo, ma probabilmente le salse contenute hanno “smosso” qualcosa a livello intestinale; quando sento il problema ho la fortuna di trovarmi ad 1,5 kilometri dalla stanza dove dormo e che quel punto è esattamente di passaggio per la prosecuzione del giro. Ci arrivo e faccio una dovuta sosta per poi tornare fuori a finire il programma che avrebbe dovuto continuare con l’edificio che ospita il Museo di Storia Naturale, ma non merita molto attenzione. Ce n’è uno molto più bello alla sua destra ed è quello dell’Università Nazionale per il Servizio Pubblico. Subito dietro c’è l’ingresso per L’Orczy Garden dove non disdegno di fare una passeggiata trovando alcune sculture interessanti, senza contare la tanta gente presente a fare jogging e ad allenarsi sfruttando una palestra all’aria aperta messa a disposizione gratuitamente dal comune.

Erkel Theater

Erkel Theater

Università Nazionale per il Servizio Pubblico

Università Nazionale per il Servizio Pubblico

Orczy Garden - Scultura n. 1

Orczy Garden – Scultura n. 1

Orczy Garden - Scultura n. 2

Orczy Garden – Scultura n. 2

Come si nota dalle ultime immagini pubblicate, ormai il sole mi sta salutando per oggi. Ma la verità è che ho ancora un po’ di energia nelle gambe e voglio continuare perchè manca davvero poco all’esaurimento delle cose da vedere. Peccato che la passeggiata che mi aspetta sia di ulteriori tre kilometri a tratta…ma me ne faccio una ragione. La Chiesa della Memoria si fa largo nel buio sfruttando l’illuminazione pubblica, mentre lo stadio del Ferencvaros (Groupama Arena) va avanti da sè con la sua particolare luce verde. Concludo il tutto con la Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio, con la Sala Concerti chiamata “M.U.P.A.” e col Teatro Nazionale che affaccia sul Danubio.

Chiesa della Memoria

Chiesa della Memoria

Groupama Arena

Groupama Arena

Stemma del Ferencvaros

Stemma del Ferencvaros

Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio

Chiesa dei Santi Cirillo e Metodio

Sala Concerti M.U.P.A.

Sala Concerti M.U.P.A.

Teatro Nazionale

Teatro Nazionale

Sembra incredibile, ma per oggi è davvero tutto. E’ stata una giornata lunghissima e faticosa che si conclude dopo tredici ore di passeggiata (interrotte solo da una sosta per il kebab) per le vie di Pest. Alle 21:45 faccio il mio ritorno in stanza dove ceno con ciò che ho ancora a disposizione dalla spesa di ieri e mi rilasso davanti al mio calcio manageriale. Domani sarà sicuramente un giorno più breve, ma non meno intenso.

Lunedi mattina: La sveglia suona esattamente come ieri, cioè alle 8:15 per uscire alle 8:45; oggi dovrò lasciare la stanza seguendo le modalità di check-out pattuite con l’host e così faccio. Mentre ieri ho iniziato il giro praticamente da subito vedendo la prima chiesa su “Ulloi Utca”, stamattina visiterò l’intera parte di Buda come da programma e dovrò prima raggiungerla. Dò il via alla mia passeggiata inaugurale che è lunga 2,5 kilometri e, se il buongiorno si vede dal mattino, il mio non sembra affatto male. C’è da dire che, dal punto di vista del meteo, anche le prossime ore si prospettano sotto un caldo sole e quindi non avrei potuto chiedere di meglio. Decido di prendere un po’ di energie fermandomi a comprare il Kurtoskalacs per colazione, ovvero il dolcetto tipico ungherese a forma di rotolo. Quando raggiungo l’obiettivo (L’Università di Tecnologia e di Economia) trovo davvero un bell’edificio ed è un piacere osservarlo. Vado avanti e vedo alla mia sinistra l’hotel che ospita i Bagni Termali “Gellert” (altra struttura famosissima in tutto il mondo), mentre il Liberty Bridge si trova alla mia destra. La Chiesa nella Roccia è l’ultima cosa che vedo prima di iniziare la salita, a tratti anche discretamente faticosa,  nel parco della Cittadella.

Università di Tecnologia e di Economia

Università di Tecnologia e di Economia

Liberty Bridge

Liberty Bridge

Chiesa nella Roccia

Chiesa nella Roccia

Quando arrivo in cima trovo un gruppo di turisti asiatici intenti a scattarsi l’uno con l’altro milioni di foto oscene come al solito, la “Liberty Statue” (purtroppo lo spazio a disposizione è poco per poterla fotografare come si deve), una vista stupenda della città dall’alto ed ovviamente la Cittadella. Appena posso vengo via da quella bolgia che sicuramente peggiorerà di minuto in minuto poichè nel parcheggio antistante stanno arrivando pullman a non finire, ma non prima di aver immortalato da quassù l’Elisabeth Bridge. Prossima tappa prima di scendere a valle è il Giardino dei Filosofi: si tratta di una zona poco conosciuta ed infatti non ci trovo anima viva. Provo a spiegarne il senso con parole mie: scolpite dall’artista Nandor Wagner ci sono le sculture dei cinque leaders delle maggiori religioni al mondo che fissano una sfera luminosa; essa rappresenta il punto che tutti i credo hanno in comune. Non è quindi importante il nome che viene dato ad una dottrina poichè l’essenza di tutte quante è la stessa; inutile inventare guerre se le differenze non ci sono. Completa l’opera la presenza di tre filosofi (San Francesco D’Assisi, Daruma e Gandhi), cioè coloro che hanno ricevuto “il dono” e che lo hanno saputo trasmettere alla gente che li ha seguiti. Direi un’idea ed un concetto molto interessanti. Ciò che apprezzo di più è una piccola rappresentazione di quella che presumo sia l’unificazione delle due città nate sulle sponde del Danubio (Buda e Pest) in quella che oggi conosciamo come un’unica realtà. P.S.: questa interpretazione è totalmente personale e non ho avuto fonti al riguardo; magari ho toppato in pieno…

Liberty Statue

Liberty Statue

Elisabeth Bridge

Elisabeth Bridge

Giardino dei Filosofi

Giardino dei Filosofi

L'unione di Buda e Pest

L’unione di Buda e Pest

Rieccomi al piano strada, dove ci metto un attimo a trovare prima la Statua in Onore della Regina Elisabetta e poi la Chiesa di Taban, semplice ma graziosa. Poco dopo mi imbatto in un palazzo che ospita una mostra inerente la Prima Guerra Mondiale; ciò che mi colpisce di più è la presenza di statue enormi sul marciapiede che precede la facciata. Più verso destra varco l’ingresso e salgo le scale che portano al Giardino del Castello, un’area verde abbastanza piccola che ha al centro una fontana non funzionante. Prima di parlare del complesso che sto per visitare preferisco pubblicare l’immagine che si cattura se si è sulla riva destra del Danubio: semplicemente spettacolare.

In Onore della Regina Elisabetta

In Onore della Regina Elisabetta

Chiesa di Taban

Chiesa di Taban

Statue Enormi per una mostra sulla prima guerra mondiale

Statue Enormi per una mostra sulla prima guerra mondiale

Ingresso del Giardino del Castello

Ingresso del Giardino del Castello

Fontana del Giardino del Castello

Fontana del Giardino del Castello

Castello di Buda

Castello di Buda

Il Castello di Buda è una splendida costruzione fortificata che domina dall’alto l’intera area. Oggi racchiude tantissimi punti di interesse, anche se limitati a causa di lavori in corso che anche qui, imperterriti, rompono le palle. Ma direi di andare con ordine perchè di carne al fuoco ce n’è davvero tanta. Salgo delle scale e raggiungo il camminamento sulle mura che porta ad una “piazza”;  per prima cosa non posso non fermarmi a fotografare il Ponte delle Catene (Lanchid) che da quassù entra totalmente nell’obiettivo della mia reflex. Al centro dello slargo c’è la Statua Equestre al Principe Eugenio di Savoia che ha alle spalle lo splendido edificio ospitante la Galleria Nazionale Ungherese (troppo poco lo spazio per uno scatto decente, così mi devo accontentare di ciò che passa il convento). Osservo e supero la Fontana di Re Matthias (anche lei senza una misera goccia d’acqua) ed entro in una nuova piazza interamente racchiusa da quattro stupende facciate di palazzi: una di esse ha al suo interno il Museo Storico di Budapest.

Ponte delle Catene visto dall'alto

Ponte delle Catene visto dall’alto

Statua Equestre per il Principe Eugenio di Savoia

Statua Equestre per il Principe Eugenio di Savoia

Galleria Nazionale Ungherese

Galleria Nazionale Ungherese

Fontana di Re Matthias

Fontana di Re Matthias

Salgo una piccola serie di scale e mi trovo in un punto che ha accanto l’ingresso della stazione superiore dell’inutile funicolare di Budapest (spendere soldi per evitare una passeggiata è la solita idiozia per turisti) e di fronte il Palazzo Sandor, residenza ufficiale del Presidente della Repubblica ungherese dal 22 gennaio 2003 con tanto di guardie presenti. Dopo aver visto la statua equestre per il Generale Gorgey Artur decido di scendere tante tante scale per vedere da vicino la “Havas Boldogasszony Church”. E poi…si sà…dopo una discesa c’è sempre una salita, per cui prendo armi e bagagli e torno nello stesso punto in cui ha avuto inizio la mia deviazione.

Palazzo Sandor

Palazzo Sandor

Statua Equestre al Generale Gorgey Artur

Statua Equestre al Generale Gorgey Artur

Havas Boldogasszony Church

Havas Boldogasszony Church

La strada che mi trovo a percorrere adesso è un’autentica meraviglia perchè ornata da tantissimi alberi in fiore; una svolta a destra in “Mora Ferenc Utca” mi porta nella zona in cui si trovano sia la “Casa di Houdini” che un Memoriale alla Guerra di Indipendenza. Scendere una rampa di scale coperte mi porta a vedere il Museo dell’Ospedale nella Roccia e, dopo essere risalito, trovo il Monumento Equestre ad Hadik Andras (Conte Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero).

Strada piena di alberi in fiore

Strada piena di alberi in fiore

Casa di Houdini

Casa di Houdini

Memoriale della Guerra di Indipendenza

Memoriale della Guerra di Indipendenza

Museo dell'Ospedale nella Roccia

Museo dell’Ospedale nella Roccia

Monumento Equestre ad Hadik Andras

Monumento Equestre ad Hadik Andras

Ad aspettarmi alla fine della via ci sono altri quattro capolavori ed il primo in ordine di distanza è rappresentato dalla Colonna della Santissima Trinità; seguono poi la Chiesa di Mattia, la Statua di Stefano I° d’Ungheria ed il Complesso dei Bastioni dei Pescatori. E’ da qui che ho scattato la foto del Parlamento che ho pubblicato in precedenza. Termino poi quest’area osservando la Chiesa Luterana di Buda, la Chiesa di Santa Maria Maddalena ed il Museo di Storia Militare ubicati poco lontano.

Colonna della Santissima Trinità

Colonna della Santissima Trinità

Chiesa di Mattia

Chiesa di Mattia

Stefano I° d'Ungheria

Stefano I° d’Ungheria

Bastioni dei Pescatori - 1

Bastioni dei Pescatori – 1

Bastioni dei Pescatori - 2

Bastioni dei Pescatori – 2

Chiesa Luterana di Buda

Chiesa Luterana di Buda

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Chiesa di Santa Maria Maddalena

Quassù ho finito, per cui scendo al piano strada e mi riavvicino man mano al Danubio; nella mia mappa non c’è, ma l’edificio che prende il nome di “Hagyomanio Haza” e che pare essere un centro culturale mi piace e lo fotografo; lo stesso discorso varrebbe anche per la vicina Parrocchia di Santa Elisabetta della Casa di Arpad, ma non c’è lo spazio sufficiente per uno scatto di qualità e decido di lasciar perdere. Per la bella Chiesa Calvinista di Buda lo spazio c’è eccome, per cui non me la lascio scappare. Arrivo su “Batthyany Ter” dove si affacciano la Chiesa di Sant’Anna (da una parte) ed il Monumento per il poeta Kolcsey Ferenc (dalla parte opposta). Seguendo “Fo Utca”, ricca di punti di interesse, il primo che incontro è la Chiesa “Szent Ferenc”.

Hagyomanio Haza

Hagyomanio Haza

Chiesa Calvinista di Buda

Chiesa Calvinista di Buda

Chiesa di Sant'Anna

Chiesa di Sant’Anna

In onore di Kolcsey Ferenc

In onore di Kolcsey Ferenc

Chiesa di Szent Ferenc

Chiesa di Szent Ferenc

Proseguo la passeggiata seguendo “Fo Utca” e mi imbatto nella Chiesa di “Szent Florian” che ha alla base la statua per Taras Shevchenko, ma questo solo dopo aver visto la sede degli storici Bagni Termali Kiraly che mi hanno sempre affascinato quando vedevo su internet le foto dei vari punti di relax sparsi per tutta la città di Budapest; il palazzo appare quasi fatiscente, ma immagino che all’interno si respiri tutta la storia che questo luogo ha vissuto. Segue nell’omonima piazza il ricordo del generale Bem Jozsef. Nella giornata di ieri sono arrivato al “Margit Hid” e lì ho effettuato una deviazione sulla destra; oggi invece raggiungo il ponte, osservo il Memoriale per l’Assedio di Przemysl e vado avanti. Lascio il Danubio per qualche minuto perchè sono alla ricerca di una particolarità che pochissimi conoscono: sto parlando della Tomba di Gul Baba; alla fine la trovo, però scopro con amarezza che il lunedi il sito è chiuso e non sono permesse visite. Noto comunque un discreto via-vai e decido di capire se ho una possibilità oppure no. Appena mi affaccio al corridoio di ingresso trovo i preparativi in corso d’opera per una sfilata di moda o un servizio fotografico che si sarebbe svolto di lì a poco approfittando proprio dell’inaccessibilità del luogo per l’intera giornata. Inutile dire che mi basta guardare lo spettacolo per tre secondi per capire che se fossi rimasto lì mi sarei fatto tanto tanto male da solo a qualsiasi livello, per cui alzo i tacchi e me ne torno da dove sono venuto.

Bagni Termali Kiraly

Bagni Termali Kiraly

Chiesa di Szent Florian

Chiesa di Szent Florian

Per Taras Shevchenko

Per Taras Shevchenko

Generale Bem Jozsef

Generale Bem Jozsef

Memoriale per l'Assedio di Przemysl

Memoriale per l’Assedio di Przemysl

Sono quasi agli sgoccioli delle cose da vedere, ma anche del tempo a disposizione prima di dover fare marcia indietro e tornare in aeroporto. Qualcosa ancora mi rimane, per cui opto per andare avanti tenendo d’occhio l’orologio. E’ così che osservo la Chiesa Parrocchiale “Ujlak Sarlos” ed è così che raggiungo il ricordo che gli ungheresi hanno dedicato a Ferenc Puskas, il miglior calciatore che questa nazione abbia mai avuto. Quando ho davanti lo strano e bizzarro Memoriale per il Massacro di Katyn e vedo le rovine di un anfiteatro alla mia destra devo dire stop. Mi trovo a 8,2 kilometri dalla fermata del bus numero 200E…e purtroppo devo saltare gli ultimi due punti segnati sulla mia mappa: la Sinagoga Obuda e la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Sono davvero troppo lontani per rischiare di trovarmi senza mezzo pubblico che possa raggiungere lo scalo della capitale magiara in tempo.

Chiesa Parrocchiale Ujlak Sarlos

Chiesa Parrocchiale Ujlak Sarlos

Ricordo di Ferenc Puskas

Ricordo di Ferenc Puskas

Memoriale per le vittime del Massacro di Katyn

Memoriale per le vittime del Massacro di Katyn

La camminata fino a destinazione, come già scritto, è abbastanza lunga. Ma non è tutto: dopo ben sette uscite (tra ferie e fine settimana fuori) di sole pieno e caldo fuori stagione, in quest’ultima ora del week-end lungo in Ungheria decide di piovere. In pochi minuti il cielo passa da soleggiato a nuvolosissimo ed i rovesci si fanno sentire. In altre circostanze sarebbe partito un bestemmione da competizione, ma non è questo il caso: non posso affatto lamentarmi per i tre mesi invernali favolosi dei quali ho goduto. Mi basta prendere il set di impermeabili dalla borsa (per me e per lo zaino) ed il gioco è fatto. Da vedere non c’è rimasto più nulla e, una volta coperto come Cristo comanda, può scendere tutta l’acqua che vuole perchè mi farà sempre un baffo. Alla fine, con le gambe a pezzi per questi tre giorni di sole camminate, arrivo al punto convenuto, pago i 450 fiorini per la corsa e raggiungo il Terminal 2 dell’aerostazione dove supero agevolmente i controlli di sicurezza ed attendo l’imbarco per tornare a casa. Il volo è puntualissimo e mi trovo a Fiumicino in tempo per prendere il primo Terravision utile che partirà di lì a dieci minuti e che mi porterà a Termini in tempo per tornare alla macchina con la metropolitana e non usufruendo del bus notturno sostitutivo, molto molto più rognoso. Alle 23:45 circa faccio il mio ingresso nel portone di casa stra-convinto che stavolta mi occorrerà più tempo del solito per far riposare i miei arti inferiori e tornare arzillo come sempre.

La conclusione di questo lungo post non può essere che scontata: Budapest entra di diritto nella classifica delle cinque città più belle che io abbia visto fino ad ora. E’ perfetta, completa sotto ogni punto di vista al punto che non sarebbe male neanche viverci. E scrivo questo senza aver mai provato le terme, quindi il giudizio può ulteriormente migliorare. La volta scorsa, complice il periodo e la compagnia, non l’avevo vista così. Avevo promesso a me stesso di tornare per rendere giustizia a questo luogo, ma proprio quell’esperienza mi ha sempre frenato e fatto scegliere altre destinazioni. Ora so di aver fatto benissimo a mantenere la parola perchè Budapest è un vero gioiello. Ovviamente consiglio a tutti di visitarla; lo scempio bello e buono sarebbe perderla. Fate attenzione al periodo: l’inverno in Ungheria è molto molto rigido ed anche la qualità delle cose che si vedono ne risente tantissimo. E’ vero anche che certi ambienti e panorami si esaltano con la neve, ma io l’ho adorata ad inizio primavera ed è questa la mia idea.

 

 

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