Campobasso: un buon mix tra monumenti e Street Art

di admin
Castello Monforte

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Siamo arrivati a settembre 2020: inizio col dire che la situazione generale causata dalla pandemia in corso sta peggiorando (soprattutto a livello mentale…) e, giorno dopo giorno, si sta evolvendo la caccia alle streghe messa in atto da coloro che hanno la presunzione di fermare un’epidemia in cui il 95% dei positivi è composto da asintomatici, quindi elementi numericamente incalcolabili e materialmente invisibili. Per tale motivo stanno tornando restrizioni sempre maggiori alla libertà personale fatte passare come normale gestione degli eventi e, come succede sempre, i viaggi non necessari sono i primi elementi che vengono colpiti. Io ho ben chiara la situazione e non c’è bisogno che me la spieghino nè i virologi (che cambiano idea ogni minuto) nè tantomeno i politici (che non sanno neanche di cosa stiamo parlando): trovo tutto questo solo un enorme sopruso contro i cittadini. Tornando ai viaggi, il problema maggiore sta nel fatto che all’estero, sia in UE che fuori, conviene non andare a causa di tamponi obbligatori e quarantene varie richiesti per un numero sempre maggiore di stati. Non resta altro da fare che esplorare l’Italia per non arrivare a fermarsi del tutto, almeno fino a quando le cose non miglioreranno. E’ con questo triste spirito che mi accingo ad usare l’unico giorno a mia disposizione del primo week-end settembrino  per visitare Campobasso, il capoluogo di quel famoso “Molise che non esiste”…e che invece c’è perchè i piedi ce li ho messi. Non è la città più turistica dello stivale e questo lo sanno anche i sassi, però qualche ora la merita pure lei e quindi colgo questa occasione un tantino forzata per conoscerla a modo mio. Vediamo com’è andata…

Domenica mattina:  Il primo treno disponibile che da Roma Termini arriva a Campobasso è previsto in partenza per le 9:07 e per me è tardissimo perchè il viaggio non sarà proprio breve; così facendo perderei tutta la mattinata. Curiosando tra gli orari del sito di Trenitalia vedo che da domenica prossima sarà attivo un convoglio anche alle 6:15 (lo so…sono tanto fortunato…). Ho quindi due possibilità: aspettare una settimana dovendo cercare in fretta e furia una nuova destinazione per questa volta oppure andare lo stesso. Calcolando che tornerò via abbastanza tardi (c’è a disposizione un passaggio Blablacar già accettato da parte del conducente che partirà dal capoluogo molisano alle 20:30) e che non credo di dover impiegare chissà quante ore per visitare la destinazione decido di non stravolgere i miei piani a causa della scarsità di mezzi pubblici disponibili e confermo tutto quanto. Ma non è finita: a causa dell’avvio di lavori di rifacimento dei binari di quasi tutto il Molise che dureranno più o meno un paio d’anni (almeno questi sono i tempi previsti), i treni fermano il loro percorso nella località di Rocca Ravindola, dalla quale si prosegue in bus. La corsa finisce davanti alla stazione ferroviaria di Campobasso: è una bellissima giornata di sole neanche troppo calda, direi l’ideale per lo scopo che ho. Mappa alla mano e memore dello studio preparatorio fatto a casa, posso dividere idealmente la città che mi ospita in due percorsi: il primo è quello classico (ovvero quello culturale) mentre il secondo è abbastanza atipico ed è rappresentato dalla Street Art: grazie ad un progetto avallato dal Comune, tanti palazzi di zone pressochè periferiche sono stati ravvivati con murales coloratissimi. Il test si è rivelato talmente positivo al punto di aver già previsto un forte ampliamento di tale progetto negli anni a venire. Il primo punto di interesse è già qui e basta attraversare la carreggiata per vederlo bene, ma c’è una stranezza: in Piazza Vincenzo Cuoco (letterato e storico locale) ci si immagina di trovare un ricordo di Vincenzo Cuoco…ed invece c’è una “Statua di Giuseppe Garibaldi”. Mi sono documentato ed ho letto che in passato esisteva una Piazza Garibaldi ed il comandante dei mille era parcheggiato lì; quando poi quello spazio fu eliminato fu deciso di dare una nuova collocazione a quest’opera.

Statua di Giuseppe Garibaldi

Statua di Giuseppe Garibaldi

Si vede benissimo sia che è ora di pranzo e sia che è un giorno festivo: in giro non c’è anima viva; e dalle mie esperienze passate già immagino che anche qui, come in tutte le località del sud Italia, oggi troverò tutto completamente chiuso ad eccezione (forse) di qualche bar. Sapevo già a cosa andavo incontro, quindi non mi sto lamentando; la mia è solo una precisazione. Opto per andare in cerca di fortuna, e quindi vado a caccia di murales. So che sono sparsi in diversi punti, ma molti di loro sono nei quartieri San Giovanni e Vazzieri. Purtroppo nessuno si è mai prodigato a mapparli come si deve, per cui raggiungo le zone appena menzionate conscio del fatto che dovrò esplorare un po’ tutte le vie che mi capiteranno sotto tiro. Durante la passeggiata mi imbatto nella “Chiesa di San Pietro Apostolo”, edificio religioso che non mi piace affatto; se non fosse per la presenza del campanile e della croce mi darebbe più l’idea di un deposito merci o di una palestra tipica di una scuola.

Chiesa di San Pietro Apostolo

Chiesa di San Pietro Apostolo

In lontananza vedo una strana macchia azzurra nella parte alta di un palazzo e la prendo come un indizio; e se quello che sto cercando fosse proprio li? Per saperlo posso solo arrivarci e quando ci sono davanti ho la conferma che la mia intuizione è corretta: all’intersezione tra Via San Giovanni e Via Lombardia vedo le prime due opere.

Tra Via San Giovanni e Via Lombardia - 1

Tra Via San Giovanni e Via Lombardia – 1

Tra Via San Giovanni e Via Lombardia - 2

Tra Via San Giovanni e Via Lombardia – 2

Dover vagare a casaccio è la cosa più difficile che ci sia; decido di seguire per un po’ Via Lombardia ed anche stavolta ho ragione: svoltando nella prima traversa a sinistra (nella zona di Via Marche, per capirci) si apre un mondo. Qui di seguito alcuni esempi:

Zona di Via Marche - 1

Zona di Via Marche – 1

Zona di Via Marche - 2

Zona di Via Marche – 2

Zona di Via Marche - 3

Zona di Via Marche – 3

Zona di Via Marche - 4

Zona di Via Marche – 4

Zona di Via Marche - 5

Zona di Via Marche – 5

Mi sposto su Via Liguria e qui ho un’enorme delusione: avevo letto molti scritti che parlavano del murales qui presente (realizzato dallo street artist conosciuto con il nome di Peeta) come uno dei venti più belli d’Europa e non sto nella pelle nell’attesa di poterlo ammirare. Peccato che nessuno dei siti consultati ha mai scritto che i segni del tempo si sono fatti sentire pure troppo: oggi quell’opera è tristemente sbiadita e non si vede quasi più.

Murales di Via Liguria com'è oggi

Murales di Via Liguria com’è oggi

A migliorare la situazione ci pensa il lato opposto dello stesso palazzo: qui c’è uno dei famosi dipinti di Blu, personaggio conosciuto addirittura a livello mondiale che ci presenta “La Cuccagna”. L’unica pecca in questo caso me la regala un inquilino del condominio che, per sfruttare l’ombra, ha parcheggiato l’auto proprio alla base del dipinto rovinando parzialmente la visione. Ma si sà che questo pianeta è stracolmo di geni…

La Cuccagna - panoramica

La Cuccagna – panoramica

La Cuccagna - dettaglio 1

La Cuccagna – dettaglio 1

La Cuccagna - dettaglio 2

La Cuccagna – dettaglio 2

La Cuccagna - dettaglio 3

La Cuccagna – dettaglio 3

Mi sposto da questa zona e vado in cerca di altro, anche perchè il tempo passa inesorabile. Darò la caccia a nuovi murales più tardi nel prosieguo del giro. Una passeggiata abbastanza lunga in aree completamente anonime mi accompagna fin davanti alla “Chiesa di San Giuseppe Artigiano”. Un altro tratto non breve mi conduce alla Pineta di San Giovannello dove, affrontando una non facilissima salita, raggiungo la sommità di una collinetta dov’è ubicata la “Chiesa di San Giovannello”; è molto molto semplice…al punto da sembrare abbandonata a se stessa.

Chiesa di San Giuseppe Artigiano

Chiesa di San Giuseppe Artigiano

Chiesa di San Giovannello

Chiesa di San Giovannello

Torno indietro percorrendo tutto Viale XXIV Maggio fino a trovarmi davanti la bella “Chiesa del Sacro Cuore di Gesù” che può vantare la presenza, nello spiazzo di fronte alla sua facciata, della “Statua di San Francesco d’Assisi”.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù

Statua di San Francesco d'Assisi

Statua di San Francesco d’Assisi

Passo nuovamente davanti alla stazione e ci metto poco a trovare il prossimo punto di interesse che è la “Fontana Cacciapesci”. La vicina Piazza Bernardino Musenga ospita qualcosa che è una via di mezzo tra un monumento ed una fontana, poi solo aiuole verdi e vialetti completano lo spazio presente. Subito dopo mi attende Piazza Vittorio Emanuele II° che definirei il salotto buono di Campobasso. Al suo centro è presente una bella fontana, mentre il bel “Palazzo San Giorgio” (attuale sede del Municipio) si affaccia su uno dei quattro lati che compongono il perimetro della piazza stessa; tale edificio ingloba anche la Chiesa di Santa Maria della Libera. Esattamente nel mezzo a quanto appena descritto vedo il “Monumento a San Giorgio”, mentre chiude il cerchio il “Palazzo di Giustizia” che fa angolo con Via Antonio Nobile.

Fontana Cacciapesci

Fontana Cacciapesci

In Piazza Bernardino Musenga

In Piazza Bernardino Musenga

Fontana di Piazza Vittorio Emanuele II° - 1

Fontana di Piazza Vittorio Emanuele II° – 1

Fontana di Piazza Vittorio Emanuele II° - 2

Fontana di Piazza Vittorio Emanuele II° – 2

Palazzo San Giorgio

Palazzo San Giorgio

Monumento a San Giorgio

Monumento a San Giorgio

Palazzo di Giustizia

Palazzo di Giustizia

Mi sposto su Piazza Gabriele Pepe che mi mostra la Statua dedicata all’omonimo personaggio. Pochi passi ed osservo il “Palazzo del Governo” che ospita la Prefettura, per poi maledire la sorte avversa che mi fa trovare la Cattedrale della Santissima Trinità deturpata dalle impalcature dei lavori di restauro. Finito il mio personalissimo rosario che recito tra me e me quando sono incavolato mi dedico alla figura del “Teatro Savoia”.

Statua di Gabriele Pepe

Statua di Gabriele Pepe

Palazzo del Governo

Palazzo del Governo

Teatro Savoia

Teatro Savoia

I prossimi due obiettivi sono “Porta Mancina” e “Porta San Paolo”; varcato uno qualsiasi di questi due accessi inizia il vero centro storico di Campobasso, quella parte della città composta da viuzze strette e vicoletti dal sapore antico.

Porta Mancina

Porta Mancina

Porta San Paolo

Porta San Paolo

La “Chiesa di San Leonardo”, oltre ad essere piacevole da guardare dà il via alla scalinata che mi porterà in cima ad una nuova collina. Gradino dopo gradino si sente sempre di più la fatica, ma allo stesso tempo ci si immerge nella realtà locale. E’ bello vedere che anche se tutto l’ambiente pare essere visibilmente vissuto risulta comunque molto ordinato. Supero il Museo Sannitico e giungo nella zona della “Chiesa di San Bartolomeo”, della “Torre Terzano” e della “Chiesa di San Giorgio”.

Chiesa di San Leonardo

Chiesa di San Leonardo

Inizia la salita...

Inizia la salita…

Chiesa di San Bartolomeo

Chiesa di San Bartolomeo

Torre Terzano

Torre Terzano

Salita San Bartolomeo - colpo d'occhio

Salita San Bartolomeo – colpo d’occhio

Ancora più in alto ci sono ad attendermi la “Chiesa di Santa Maria del Monte” e soprattutto il “Castello Monforte”. Vedo una fontanella attiva e vado a dissetarmi: nonostante sia ancora piena estate l’acqua è freschissima e di una bontà difficilmente provata prima d’ora. Colgo anche l’occasione per dare uno sguardo al panorama sulla campagna molisana che si vede da quassù.

Chiesa di Santa Maria del Monte

Chiesa di Santa Maria del Monte

Castello Monforte

Castello Monforte

Vie alternative non ne esistono, per cui pian piano devo tassativamente tornare alla Chiesa di San Leonardo per poi proseguire la mia passeggiata. Trovo la Chiesa di Santa Maria della Croce ma non è fotografabile perchè troppo appiccicata alle case che ha di fronte. Quella che viene chiamata “Porta San Nicola” è un mezzo insulto perchè sembra un buco nel muro insignificante; magari avrà un valore storico inestimabile ed in questo caso sarei ignorante io a non saperlo, ma esteticamente equivale ad un pugno in un occhio e nulla può cambiare questa realtà. Va decisamente meglio con la “Porta Sant’antonio Abate” (anche se la luce del sole non del tutto favorevole rovina un po’ l’immagine contenuta nel blocco seguente con la complicità di un albero che in tale punto ci sta bene come il cavolo a merenda…), mentre apprezzo nella sua semplicità la successiva “Chiesa di Sant’Antonio Abate”.

Porta San Nicola

Porta San Nicola

Porta Sant'Antonio Abate

Porta Sant’Antonio Abate

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Chiesa di Sant’Antonio Abate

Una passeggiata un pochino più lunga mi accompagna fino al Museo dei Misteri e poi alla “Domus della Cultura”, edificio in stile razionalista detto anche Palazzo ex GIL. A due traverse a sinistra da qui c’è la Sala Alphaville che in se per se non avrebbe importanza. C’è un però: proprio quest’anno l’artista Blu (già nominato poco fa) ha realizzato su una delle pareti di questa costruzione un nuovo apprezzatissimo murales che, guarda caso, prende il nome di “Pandemia”. Giocando molto con tale parola rappresenta la sua personalissima visione del caos che stiamo vivendo proprio in questo maledetto periodo storico. Il dipinto è talmente grande da non entrare tutto in uno scatto unico, per cui di seguito propongo alcuni dettagli.

Domus della Cultura

Domus della Cultura

Pandemia - 1

Pandemia – 1

Pandemia - 2

Pandemia – 2

Pandemia - 3

Pandemia – 3

Pandemia - 4

Pandemia – 4

Pandemia - 5

Pandemia – 5

“Palazzo Magno” (sede istituzionale della Provincia di Campobasso) è il prossimo step della mia visita, seguito dal “Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre” e dai due “Ricordi per Alessandro di Lisio” ubicati nell’omonimo giardino. “Villa de Capoa” è un’area verde descritta da molti come imperdibile, così vado a vedere che cosa offre e non ne rimango molto soddisfatto: se togliamo la vegetazione abbastanza curata noto un paio di statue di numero ed una fontana che potrebbe tranquillamente essere snobbata. Esco dopo esserci rimasto lo stretto necessario.

Palazzo Magno

Palazzo Magno

Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre

Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre

Ricordo per Alessandro di Lisio - 1

Ricordo per Alessandro di Lisio – 1

Ricordo per Alessandro di Lisio - 2

Ricordo per Alessandro di Lisio – 2

Villa de Capoa - statua

Villa de Capoa – statua

Villa de Capoa - fontana

Villa de Capoa – fontana

Do un’occhiata all’area dello Stadio Vecchio Romagnoli: ci sono dei murales anche qui ma mi sembrano di qualità ben inferiore a quelli visti fino ad ora e quindi lascio perdere. Mi dirigo verso le ultimissime fatiche per oggi che sono il “Conservatorio Statale Lorenzo Perosi”, la “Chiesa di Sant’Antonio da Padova” e la “Chiesa Mater Eccleasiae”. Qui ci trovo una rompiscatole che mi fissa, come se le dessi fastidio mentre scatto la foto; non c’è problema perchè mi allontano un po’ uscendo dal suo campo visivo e procedo lo stesso. Il mondo è di tutti e quelli che vogliono fare i padroni non mi sono mai piaciuti. La verità è che quando chiunque si siede sul WC fa le stesse cose che faccio io, e questo vale dai Presidenti della Repubblica e governanti vari fino alla persona più semplice della Terra: siamo tutti uguali. L’unica differenza è che qualcuno si è preso con la forza o con l’inganno un potere che non gli spetta; peccato che io non lo riconosco.

Conservatorio Statale Lorenzo Perosi

Conservatorio Statale Lorenzo Perosi

Chiesa di Sant'Antonio da Padova

Chiesa di Sant’Antonio da Padova

Chiesa Mater Ecclesiae

Chiesa Mater Ecclesiae

Rientrando verso il centro (che da qui non è poi così vicino) passo davanti all’Università degli Studi del Molise ed al PalaUnimol; poi supero non senza un certo timore un cavalcavia pedonale composto più da ruggine che da metallo sano che mi conduce in Via dei Novelli. Mi fermo a camminare su questa strada perchè avevo letto on-line che è ricca di altri murales e passo dopo passo ne ho piena conferma. Eccone una carrellata:

Murales di Via dei Novelli - 1

Murales di Via dei Novelli – 1

Murales di Via dei Novelli - 2

Murales di Via dei Novelli – 2

Murales di Via dei Novelli - 3

Murales di Via dei Novelli – 3

Murales di Via dei Novelli - 4

Murales di Via dei Novelli – 4

Murales di Via dei Novelli - 5

Murales di Via dei Novelli – 5

Murales di Via dei Novelli - 6

Murales di Via dei Novelli – 6

Murales di Via dei Novelli - 7

Murales di Via dei Novelli – 7

Il sole sta calando e la mia mappa è satura di “x” che segnano i punti di interesse visti; a mio parere anche Campobasso è terminata. Nel poco tempo che mi rimane faccio un nuovo giro in Piazza Vittorio Emanuele II° e a quest’ora la trovo piena di gente mentre al mio primo passaggio c’ero solo io e forse altre sei-sette persone. Mi verrebbe da pensare che i locali siano tutti vampiri, dato che escono col buio…ma ovviamente sto scherzando. Anzi, sono certo che gli altri pensano che sia io quello strano, dato che esploro le città d’estate all’ora di pranzo. Alle 20:45, con un pochino di ritardo, il Blablacar prenotato si presenta all’appuntamento in Piazza Guglielmo Pepe bello carico: sono il quinto passeggero su cinque posti disponibili (conducente, marito e tre ospiti tra cui io). Per strada non c’è traffico anche se è una domenica sera di possibile rientro dalle vacanze, ma quest’anno va così. Egoisticamente non è affatto un male, ma pensandoci bene è una vera tristezza quello che ci hanno fatto subire quelli delle alte sfere. Poco dopo le 23:00 scendo all’altezza della stazione Anagnina dove ho la macchina parcheggiata. Ringrazio e saluto tutti i compagni di viaggio per il passaggio ricevuto e me ne torno a casa soddisfatto come sempre per non aver sprecato una meravigliosa giornata dando ascolto ai fessi.

In conclusione…Campobasso non è una località turistica; si, è vero: questo l’ho già scritto nella premessa, ma col senno di poi non posso fare altro che ribadirlo. La città è abbastanza piccola e si gira tutta in poche ore. Se non ci fosse stata la trovata dei murales sarebbe servito addirittura meno tempo, però devo ammettere che le poche cose che ha sono carine e non meritano affatto di essere snobbate. A proposito della street art ci tengo a precisare una cosa: dato che (ripeto) non ho trovato on-line una mappa di tutti i dipinti credo di averne scovati tanti, ma probabilmente non tutti. Potrei essermi perso qualcosa di bello e se è successo non l’ho voluto. Non è assolutamente facile orientarsi senza avere delle minime basi. Tornando a noi, non posso certamente consigliare a chi legge di organizzare un’intera vacanza qui, però se siete di passaggio ed avete un po’ di tempo libero non sbaglierete fermandovi a fare un giro. Il detto “ogni lasciata è persa” non vale solo per le relazioni sentimentali ed in questo caso calza a pennello. Ah…dimenticavo: ricordatevi che il Molise esiste 🙂

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2 Commenti

Andrea Grosso 30/10/2020 - 13:42

Un paio d’ore solo per visitare il museo sannitico. Cmq ti sei perso Palazzo Pistilli pinacoteca, dove sono conservati capolavori dell’arte partenopea che va dal 700 al 900. Ti sei perso la cappella e i saloni del convitto nazionale Mario Pagano, dove sono esposti dei capolavori dell’arte molisana e tre pregevoli tele provenienti dalla “Galleria Pitti” di Firenze: “La natività”, “L’Assunta” e “La Vergine col Bambino”. Ti sei perso Palazzo Cannavina, palazzo ducale – oggi residenza d’autore – noto per essere stato appartenuta alla famiglia Gonzaga. Ti sei perso la vista da Ferrazzano, borgo medioevale attaccato alla città moderna (Vazzieri/SanGiovanni). Ti sei perso, a soli 15 minuti di macchina dal centro, l’antica città sannita e romana di Altilia I (Sepino). Ti sei perso la via Matris immersa nella natura del Monte San Antonio (o collina Monforte) con i suoi panorami e vedute mozzafiatoa. Ti sei perso il duomo di Ripalimosani altro borgo medioevale attaccato alla città, dove è conservata una delle pochissime copie della Sacra Sindone. Ti sei perso Monte Vairano – che oltre ad essere una riserva naturale, conserva gli scavi dell’unica città sannita ritrovata in archeologia e di cui sono emerse tutte le “novità” su questa antica civiltà – comunitarista e protocomunista – italica. Per quanto riguarda la street art, ti sei perso ben due capolavori, che portano la firma di Andrea ‘Ravo’ Mattoni (artista varesino di caratura internazionale, che può vantare nel proprio curriculum anche una collaborazione con il Louvre di Parigi) e di Luis Gomez. Opere realizzate su due palazzine del quartiere che si articola intorno alla “Fontana Vecchia”, l’antica fontana/lavatoio della città. Ti sei perso le opere del Terminal Bus, tra i più belli, dove spicca “Il Soldato” di Blu e “La Carcassa” di Roa…
Cmq ti ripeto, un paio di ore solo per visitare, seriamente, il Museo Sannitico di palazzo Marzarotta.

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admin 31/10/2020 - 0:32

Apprezzo il commento perchè ricchissimo di preziosi spunti, ma tutti quei “ti sei perso” sono abbastanza fuori luogo e ti spiego le mie ragioni: prima di tutto ciò che è fuori città (ed hai fatto un elenco abbastanza lungo) non è assolutamente raggiungibile da chi non ha una macchina ma si sposta con i mezzi pubblici; prendo sicuramente i tuoi consigli come importantissimi se in futuro tornerò in zona ed avrò modo di muovermi in autonomia. Riguardo i palazzi che citi, non sono un cultore dell’arte all’ennesima potenza e soprattutto non sopporto i musei. Li trovo noiosi e monotoni, anche i più decantati al mondo; non faccio distinzioni. Probabilmente il mio è un modo sbagliato di visitare i posti e non lo metto in dubbio, ma il mondo è bello perchè è vario e tutte le opinioni sono degne di rispetto. E poi…se dovessi sostare in ogni museo/palazzo esistente per tutte le località che ho visto e che vedrò in futuro mi occorrerebbero settimane di permanenza ovunque e purtroppo non ne ho a disposizione; devo necessariamente fare una cernita (spesso anche drastica) e, come avrai notato, preferisco le cose all’aria aperta. Prima di andare a Campobasso mi sono letto racconti su altri blog come faccio sempre cercando di documentarmi meglio possibile, e mi pare che nessuno dei vari autori abbia fatto l’elenco dei “must see” che ho letto poco fa nel tuo commento; tutti si limitano ad indicare 7, 8, 10 punti e poi si fermano li. Infine, riguardo ai murales ho fatto una precisazione nella parte conclusiva del post scrivendo che non esiste (o forse non l’ho trovata io) una mappa con tutte le opere segnalate come succede per le chiese, i monumenti o i musei; quindi dover girare tutta una città a casaccio, per quanto non sia enorme, diventa complicato e porta via sempre quel prezioso elemento che non ho in abbondanza: il tempo. A mio modo di vedere ho fatto un giro abbastanza esauriente e sono comunque contento di averlo potuto riportare qui.

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