Palermo: una città estrema nel bene e nel male.

di admin
Chiesa di San Domenico

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Questo settembre sembra essere il mese delle isole perchè dopo i due giorni in Sardegna nel week-end scorso è la volta della Sicilia: a Palermo c’ero già stato diversi anni fa (neanche ricordo bene quanti, sinceramente), in un periodo in cui giravo “tanto per fare” e non con la consapevolezza ed i mezzi che ho oggi. Per cui non posso considerare questo viaggio come un bis perchè parto comunque da zero e senza punti di riferimento. Sarebbe stato uno scempio ignorare questo capoluogo di regione e non vederlo come si deve, per cui eccomi qui a rimediare agli errori del passato dedicandogli un giorno e mezzo del mio tempo. L’idea mi è venuta sfruttando un’offertona Flixbus che mi ha fatto andare e tornare con pochi euro, cosa assolutamente irrinunciabile. Andiamo a vedere cosa è successo…

Venerdi sera: esco dall’ufficio verso le 18:30 (ho fatto un po’ più tardi causa rara presenza del titolare in azienda) e mi dirigo verso casa per una toccata e fuga: devo solo prendere lo zaino che, a causa di vari appuntamenti in banca uno dopo l’altro, non ho potuto portare con me sin dal mattino come faccio di solito. Ciò significa che le tratte Laurentina-Anagnina (con cambio a Termini) ed Anagnina-Tiburtina (con altro cambio a Termini) occupano tutto il mio tempo libero. Ho solo occasione, una volta alla stazione finale, di acquistare qualcosa ad un supermarket che sgranocchierò durante il lungo percorso che mi aspetta. Il bus verde parte puntualmente: sono il primo ad entrare dalla porta anteriore e grazie all’assegnazione libera del posto scelgo quello di mio gradimento. Il viaggio sarà lungo circa tredici ore, con tanto di attraversamento dello Stretto di Messina  all’alba che è sempre qualcosa di piacevole per chi lo fa una volta ogni tanto; immagino che per i pendolari sia una bella scocciatura. Spettacolo degno di nota lo dà l’autostrada in Sicilia che regala scorci di mare stupendi, soprattutto durante le giornate di sole come quella di oggi. Incredibile ma vero, dopo una traversata di tali proporzioni arriviamo a Palermo con circa dieci minuti di anticipo, quindi un applauso speciale va agli autisti. Sono circa le 10:00 e l’appuntamento con la proprietaria della stanza dove dormirò stanotte è fissato per le 11:00; la distanza da percorrere è esattamente di due kilometri, per cui mi incammino prendendomela comoda ed iniziando a familiarizzare con la città. E’ tutto fin troppo semplice: basta seguire Via Roma senza deviazioni e sono li; nel tempo che ho ancora a disposizione decido di fare colazione nella vicina piazza dove affaccia il Teatro Politeama. Cappuccino e cornetto non sono niente di speciale (la verità è che non mi andava di “attopparmi” di prima  mattina con un maxi-cannolo super ripieno di mascarpone) ma di buono c’è che unisco l’utile al dilettevole: ho modo di capire che in questo momento qui c’è sole contrario e che quindi dovrò iniziare il mio giro altrove. Finalmente prendo le chiavi, sistemo le poche cose dovute e poi mi metto di nuovo su strada. I punti di interesse sono tantissimi e disseminati in ogni angolo, quasi ad ogni metro; il tempo non è poi troppo, per cui cerco di seguire un certo itinerario che potrebbe sembrare anche poco connesso, ma che alla fine dei giochi risulterà efficace. Non posso non iniziare proprio da Via Roma dove trovo la Chiesa Anglicana.

Chiesa Anglicana

Chiesa Anglicana

Proseguo su Via Bentivegna con la “Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli”, poi prendo Via Cavour ed in una sua traversa sulla destra ecco, a pochi passi l’uno dall’altra, il Museo di Palazzo Branciforte (assolutamente non fotografabile causa il pochissimo spazio a disposizione) e la piccola Chiesa di Santa Maria al Piliere (fotografabile solo di traverso per lo stesso motivo). Ci metto poco a notare una terribile caratteristica: un biglietto di ingresso da pagare con l’odioso banchetto del cassiere sarà quasi sempre in agguato con un rapporto di nove entrate con pecunia contro una gratis. Di certo non mi strappo i capelli perchè è risaputo che pago per accedere solo ed esclusivamente dove so per certo che merita, ma così non si fa. La cultura, se è per questo che la si vuole far passare, dovrebbe essere gratuita per tutti. Purtroppo la verità è che la tendenza va esattamente dalla parte opposta.

Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo Apostoli

Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo Apostoli

Chiesa di Santa Maria del Piliere

Chiesa di Santa Maria del Piliere

La stessa storia si ripete per il prossimo obiettivo che è l’Oratorio di Santa Cita; facendo due conti, chi volesse vedere ogni cosa a Palermo si dovrebbe armare di centinaia di euro; giudicate voi. Arrivo a metà di Via Squarcialupo ed ho la  possibilità di andare sia destra che a sinistra; opto per questa seconda soluzione e posso così ammirare nell’ordine la Chiesa di “San Mamiliano”, la “Chiesa di San Giorgio dei Genovesi”, l’Obelisco per le tredici vittime della “Rivolta della Gancia” del 1860 (oggi quasi dimenticato tra le sterpaglie) ed il “Monumento ai Caduti della lotta contro la Mafia” che sta al centro di una rotonda stradale curatissima.

Chiesa di San Mamiliano

Chiesa di San Mamiliano

Chiesa di San Giorgio dei Genovesi

Chiesa di San Giorgio dei Genovesi

Obelisco per le Tredici Vittime della Rivolta della Gancia del 1860

Obelisco per le Tredici Vittime della Rivolta della Gancia del 1860

Monumento ai Caduti della lotta contro la Mafia

Monumento ai Caduti della lotta contro la Mafia

Torno indietro fino al precedente bivio di Via Squarcialupo e proseguo con la restante parte. Bastano pochi passi per avere davanti la “Chiesa di Santa Maria di Valverde” e , poco più in là, l’Oratorio del Santissimo Rosario in San Domenico. Mi sposto di nuovo verso Via Roma perchè è il momento di vedere uno dei “must” del capoluogo siciliano: Piazza San Domenico accoglie l’omonima bellissima chiesa, luogo che ospita la Tomba dell’ex magistrato Giovanni Falcone; la Colonna dell’Immacolata guarda l’edificio religioso, mentre il “Museo del Risorgimento Vittorio Emanuele Orlando” completa l’offerta.

Chiesa di Santa Maria di Valverde - vista frontale

Chiesa di Santa Maria di Valverde – vista frontale

Chiesa di Santa Maria di Valverde - vista laterale

Chiesa di Santa Maria di Valverde – vista laterale

Oratorio del Santissimo Rosario in San Domenico

Oratorio del Santissimo Rosario in San Domenico

Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

Tomba di Giovanni Falcone

Tomba di Giovanni Falcone

Colonna dell'Immacolata

Colonna dell’Immacolata

Resto su Via Roma per qualche decina di metri ed ho modo di osservare prima il “Teatro Biondo” e poi la “Chiesa di Sant’Antonio Abate”. Successivamente prendo la Discesa Caracciolo e faccio l’ingresso nella Vucciria, ovvero in uno dei mercati più famosi della città. Questa è anche una delle porte di accesso allo storico quartiere arabo della “Kalsa”che è quasi impossibile da raccontare; la verità è che bisogna camminarci metro dopo metro per poterlo apprezzare e valutare, ma non potendo mandarvi tutti lì a vedere provo ad esprimere le mie sensazioni. L’atmosfera è particolarissima, quasi sicuramente perchè è in corso il mercato; ovunque mi giro vedo edifici messi maluccio (spesso anche fatiscenti, se proprio la devo dire tutta), ma allo stesso tempo affascinanti proprio per questo. C’è di tutto, dal pesce alla frutta passando per banchetti di “street food” che cucinano le loro pietanze scatenando odori pazzeschi e fumo quasi senza controllo. Su Piazza Caracciolo ci sono alcuni localini che si fondono perfettamente con l’ambiente che li ospita ed è questa l’ultima cosa che vedo prima di addentrarmi nel cuore del quartiere prendendo Via Argenteria. In Vicolo Paterna (piccola traversa sulla destra) vedo il “Genio del Garraffo”, scultura realizzata da Pietro de Bonitate nel lontano 1483. Dove inizia Via dei Cassari trovo la “Fontana del Garraffello”. Pochi metri avanti mi conducono alla “Chiesa della Madonna del Lume ai Casseri” e qui mi fermo tornando all’incrocio precedente.  Un dedalo di stradine sempre più fitte si pone davanti ai miei occhi e decido di esplorarne il più possibile a cominciare da Via dei Materassai (alla mia destra) per poi proseguire oltre.  La vista dei palazzi con i balconi uno di fronte all’altro spesso colmi di vestiti stesi ad asciugare è uno spaccato di vita quotidiana incredibile. Lasciando il profano per tornare a dedicarmi al sacro, noto la Chiesa di Sant’Andrea; ma la cosa veramente negativa di tutto ciò è l’incuria che dilaga: l’immondizia è dappertutto, in cumuli oppure lasciata un po’ ovunque e questo rende degradato un ambiente che altrimenti sarebbe spettacolare. Ancora una volta si ripete in Italia il problema dello smaltimento dei rifiuti, cosa impossibile soltanto da pensare alla fine del 2019 per una nazione che si vanta di essere la settima potenza economica mondiale (si…forse nel mondo dei sogni…). Ci provo a non guardare ed a far finta di niente, ma è impossibile. La “Chiesa Parrocchiale di Santa Maria la Nova” e la vicina “Chiesa di San Sebastiano” addolciscono la pillola, ma purtroppo non basta a non farmi ripetere che è un vero scempio, oltre che un enorme peccato.

Teatro Biondo

Teatro Biondo

Chiesa di Sant'Antonio Abate

Chiesa di Sant’Antonio Abate

Genio del Garraffo

Genio del Garraffo

Fontana del Garraffello

Fontana del Garraffello

Chiesa della Madonna del Lume ai Casseri

Chiesa della Madonna del Lume ai Casseri

Chiesa di Sant'Andrea

Chiesa di Sant’Andrea

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria la Nova

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria la Nova

Chiesa di San Sebastiano

Chiesa di San Sebastiano

Per la prima volta mi affaccio sul mare, all’altezza di Via Cala (anche detta “Marina di Palermo); sono molte le barche ormeggiate qui e, insieme allo specchio d’acqua azzurra ed alla giornata spettacolare, formano una vista niente male. Sono diretto all’incrocio tra Via Porto Salvo e Via Vittorio Emanuele: qui ci sono la “Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo” (sembra tutto tranne che un edificio religioso stavolta) e la “Fontana del Garraffo”. Entro poi nel “Giardino Garibaldi” perchè, oltre alla statua in onore dell’eroe dei due mondi, avevo letto della presenza di enormi piante di ficus ed è proprio così. Mi trovo di fronte ad un’altra scelta da fare riguardo la direzione e decido di completare questo quadrante per poi fare un pezzo a ritroso; per questo motivo vado a vedere il “Palazzo Galletti di San Cataldo” e la “Chiesa di Santa Maria dei Miracoli”.

Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo

Chiesa di Santa Maria di Porto Salvo

Fontana del Garraffo

Fontana del Garraffo

Statua di Giuseppe Garibaldi

Statua di Giuseppe Garibaldi

Uno dei ficus del Giardino Garibaldi

Uno dei ficus del Giardino Garibaldi

Palazzo Galletti di San Cataldo

Palazzo Galletti di San Cataldo

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli

Proprio qui dietro trovo ciè che definisco “il salvatore”! Dopo tutte queste chiese (ed è solo l’inizio…) verrebbe da pensare che ho ricevuto la vocazione, e invece no: ho adocchiato “San Carrefour” che mi deve categoricamente vendere della Coca Cola Zero gelata perchè sto per fare la schiuma come i cavalli dalla sete. A parte gli scherzi, questo posto mi sarà molto utile per acquistare la cena stasera perchè chiude alle 21:00 e temo che non finirò presto di girare come una trottola. Alla fine la bibita la trovo, ma a che prezzo: i signori applicano 0,30 euro di maggiorazione in cassa per tutto ciò che esce dal frigorifero; di posti nel mondo credo di averne visitati parecchi, ma una cosa del genere succede di rado e la tristezza è che è sempre e solo in Italia, la nazione dei furbi (o dei ladri, se proprio vogliamo dire la porca verità). Incasso il colpo e vado avanti: supero il Museo di Palazzo Mirto (ovviamente a pagamento…) e mi dedico ad osservare un trittico composto dalla Basilica di San Francesco d’Assisi, dall’Oratorio dell’Immacolatella e dall’Oratorio di San Lorenzo; quest’ultimo lo si può vedere solo superando un ingresso soggetto a biglietto, tanto per cambiare.

Basilica di San Francesco d'Assisi

Basilica di San Francesco d’Assisi

Oratorio dell'Immacolatella

Oratorio dell’Immacolatella

E’ il momento del dietro-front annunciato poco fa che mi riporta in Via Vittorio Emanuele. Da qui proseguo trovando la “Chiesa di San Giovanni dei Napoletani” esattamente all’angolo con la Salita dell’Intendenza ed esattamente contro sole; ho una foto ma è terribile e la tengo per me. Di fronte, dall’altro lato della strada, è la volta della “Chiesa di Santa Maria della Catena”. Qui torno su Via Cala per osservare un bellissimo murale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sorridenti, come ci piace ricordarli. Mi trovo poi davanti a “Porta Felice” che fotografo ed attraverso per vedere la vicina “Fontana del Cavallo Marino” che, completamente senz’acqua, fa abbastanza pena.

Chiesa di Santa Maria della Catena

Chiesa di Santa Maria della Catena

Murale per Falcone e Borsellino

Murale per Falcone e Borsellino

Porta Felice - lato di Foro Italico Umberto I°

Porta Felice – lato di Foro Italico Umberto I°

Porta Felice - lato di Via Vittorio Emanuele

Porta Felice – lato di Via Vittorio Emanuele

Fontana del Cavallo Marino - panoramica

Fontana del Cavallo Marino – panoramica

Fontana del Cavallo Marino - dettaglio

Fontana del Cavallo Marino – dettaglio

Lascio Via Vittorio Emanuele e mi rimetto in vie ben più piccole, ma non meno interessanti. Supero il “Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino” ed ammiro il successivo “Palazzo Chiaramonte Steri”; la stessa sorte non tocca al “Palazzo Abatellis” (sede della Galleria Regionale di Sicilia) causa spazio non sufficiente per poterlo inquadrare nell’obiettivo della reflex. Via di Torremuzza ne ha di cose da offrire, per cui non mi faccio pregare ed inizio con ordine dalla “Chiesa di Santa Maria della Pietà”; proseguo con l’ex-chiesa di San Mattia ai Crociferi e con la bella “Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa”. Finire nel libro dei ricordi è la sorte che tocca anche alla “Porta dei Greci” (che immortalo dal lato interno) ed alla Statua di Vincenzo Florio, un imprenditore di primissimo piano che in Sicilia ha fondato le Cantine del vino Marsala e le Tonnare di Favignana solo per citare le iniziative più importanti.

Palazzo Chiaramonte Steri

Palazzo Chiaramonte Steri

Chiesa di Santa Maria della Pietà

Chiesa di Santa Maria della Pietà

ex-chiesa di San Mattia ai Crociferi

ex-chiesa di San Mattia ai Crociferi

Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa

Chiesa di Santa Teresa alla Kalsa

Porta dei Greci - lato interno

Porta dei Greci – lato interno

In onore di Vincenzo Florio

In onore di Vincenzo Florio

Udite udite!!! l’Oratorio dei Bianchi, prossimo punto di interesse che cerco, è GRATUITO!!! A questo punto tocca capire se questo clamoroso gesto di altruismo non rischi di portare l’economia cittadina allo sfascio, ma forse non è così. La situazione degenera clamorosamente quando anche il successivo “Complesso Monumentale di Santa Maria dello Spasimo” (nome altisonante per qualcosa che non mi colpisce affatto) si visita senza sborsare un centesimo e qui inizio a preoccuparmi seriamente. Chiedo scusa per il sarcasmo ma credo ci stia tutto senza che nessuno si offenda; purtroppo i primi ad essere offesi in casi come questi sono i portafogli dei visitatori ma di ciò nessuno se ne preoccupa. Mi sposto su Via Lincoln dove ammiro un particolare edificio che fa parte del qui presente Orto Botanico; dedico poi il giusto tempo al Parco di Villa Giulia, curatissima area verde che ospita la “Fontana del Genio di Palermo”. Discorso a parte merita il “Palazzo Zingone Trabia”: ho capito che ospita delle mostre temporanee e che magari sono pure interessanti, però non riuscivo a trovarlo in nessun modo perchè a prima vista sembra l’appartamento di una mia vicina di casa; almeno diamogliela una certa parvenza perchè non è sufficiente appiccicare un poster o un manifesto su una parete e via…

Oratorio dei Bianchi

Oratorio dei Bianchi

Palazzo all'interno dell'Orto Botanico

Palazzo all’interno dell’Orto Botanico

Nel Parco di Villa Giulia

Nel Parco di Villa Giulia

Fontana del Genio di Palermo

Fontana del Genio di Palermo

Palazzo Zingone Trabia

Palazzo Zingone Trabia

Una breve deviazione mi porta a vedere il “Museo di Zoologia Doderlein” (costruzione anonima) e la “Chiesa Parrocchiale della Sacra Famiglia” che è senza infamia e senza lode. A rallegrare quest’ultimissimo tratto ci pensano due cose: un’edicola religiosa che riporta la scritta tipo stadio “W Santa Rosalia” ed il mitico Ristorante Cinese “Profumi d’incenZo”… (Eh si…proprio con la lettera Z al posto della S) i cui proprietari, insieme con i realizzatori dell’insegna, devono aver sicuramente conseguito la laurea in lingua italiana all’università…di Tunisi. Mentre mi sposto verso la Stazione Centrale intravedo dal lato opposto di Corso dei Mille la Chiesa di Santa Maria dei Naufraghi e la immortalo. Arrivo in Piazza Giulio Cesare e trovo il Monumento Equestre a…Vittorio Emanuele II°. Che cosa c’entrano questi due personaggi insieme? Mistero…

W Santa Rosalia

W Santa Rosalia

Chiesa di Santa Maria dei Naufraghi

Chiesa di Santa Maria dei Naufraghi

Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II°

Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II°

Adesso il momento goliardico è finito e si torna al giro serio: cerco per un po’ la “Chiesa di Santa Venera sulle mura della pace”, ma dopo aver scrutato ogni possibile ingresso mi devo arrendere e lasciar perdere; probabilmente è chiusa. Maggior fortuna ce l’ho con la vicina “Chiesa della Magione” all’interno della quale si sta celebrando un matrimonio proprio ora. La piccola “Chiesa di Sant’Euno e San Giuliano” chiude quest’area.

Chiesa della Magione - ingresso all'area

Chiesa della Magione – ingresso all’area

Chiesa della Magione - facciata

Chiesa della Magione – facciata

Chiesa di Sant'Euno e San Giuliano

Chiesa di Sant’Euno e San Giuliano

La “Fontana del Genio di Piazza Rivoluzione” mi accoglie in una parte di città ancora da esplorare; il “Regio Teatro di Santa Cecilia” è vicinissimo, ma affaccia su una stradina che, a causa soprattutto di vandali del parcheggio che piazzano le proprie auto in ogni dove, non mi permette di scattare una foto decente. La successiva “Galleria d’Arte Moderna Sant’Anna” e soprattutto la bellissima “Chiesa di Sant’Anna della Misericordia” (affaccia sull’omonima piazza) mi riportano su Via Roma, segno che il mio itinerario sta funzionando.

Fontana del Genio di Piazza Rivoluzione

Fontana del Genio di Piazza Rivoluzione

Chiesa di Sant'Anna della Misericordia

Chiesa di Sant’Anna della Misericordia

Da qui in avanti si cambia zona; il primo obiettivo che ho però è vicinissimo: al numero 23 di Via Giovanni da Procida c’è la “Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti”. Prendo ora Via dei Calderai, ancora oggi parte del quartiere ebraico con altre vie adiacenti. Questa strada sbocca su Via Maqueda, una delle arterie più belle e conosciute di Palermo. Ci sono cose da vedere sia a destra che a sinistra, ma scelgo la seconda opzione e trovo immediatamente la “Chiesa di San Nicolò da Tolentino” (la foto che segue è stata presa di sera perchè al momento del mio primo passaggio avevo il sole esattamente contro l’obiettivo della reflex). La passeggiata prosegue allietata dalla “Chiesa di Sant’Orsola dei Negri”, dallo storico “Palazzo Comitini” e dalla “Chiesa dell’Assunta”.

Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti

Chiesa di Santa Maria degli Agonizzanti

Chiesa di San Nicolò da Tolentino

Chiesa di San Nicolò da Tolentino

Chiesa di Sant'Orsola dei Negri

Chiesa di Sant’Orsola dei Negri

Lascio questa via per fare rientro nei vicoletti perchè lì si trova il semplicissimo Oratorio del Carminello (sembra più una civile abitazione) seguito dalla vicina Porta Sant’Agata…o ciò che ne rimane oggi. Percorro un tratto di Corso Tukory e svolto a destra all’altezza del Museo di Geologia “GG Gemmellaro”: qui vedo svolgersi un altro mercato, però stavolta più particolare di quelli incontrati fino ad ora; i banchetti sono pochissimi e ciò che riempie lo spazio sono distese di teli poggiati per terra con cianfrusaglie in vendita. L’ambiente non è per palati fini, ed è in questo posto che è ubicata la bellissima “Chiesa di San Francesco Saverio”, che da una parte rende la situazione più gradevole, ma dall’altra sa tanto di spreco; fosse stata in un altro punto della città sarebbe una delle massime attrazioni. Andando avanti ecco davanti a me la “Chiesa di San Giuseppe Cafasso” accompagnata dallo storico campanile nella quale è appena finita la celebrazione di un matrimonio con gli sposi che stanno per affrontare la scalinata di uscita e gli ospiti che stanno tendendo il più possibile gli elastici delle fionde per il consueto lancio del riso (sto scherzando…). Dietro di me c’è un particolare dipinto murale che porto nell’album dei ricordi, mentre immediatamente sulla destra osservo l’antica “Chiesa di San Giovanni degli Eremiti”. Infine, all’angolo della strada, ecco la “Chiesa di Santa Maria dell’Itria”.

Oratorio del Carminello

Oratorio del Carminello

Porta Sant'Agata

Porta Sant’Agata

Chiesa di San Francesco Saverio

Chiesa di San Francesco Saverio

Chiesa di San Giuseppe Cafasso

Chiesa di San Giuseppe Cafasso

Dipinto murale

Dipinto murale

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti

Chiesa di San Giovanni degli Eremiti

Avreste dovuto vedere come parto sparato per poter visitare il Parco d’Orleans del quale ho tanto sentito parlare; vado così sparato che…lo trovo chiuso per manutenzione; non mi resta altro da fare che ringraziare il Comune in “imprechese” (una lingua che conosco meglio dell’italiano) e metterci una pietra sopra. E’ la volta prima del Monumento ai Caduti di Piazza Indipendenza e poi del Convento dei Carmelitani Scalzi. Una buona passeggiata mi porta a vedere la “Fontana dei Due Draghi” che mi attende avvolta da impalcature (segue seconda serie di “grazie” al Comune per questa saggia decisione) e poi la “Cubula”, un piccolo edificio arabo-normanno molto molto carino. A dire il vero, a metà strada tra i due ultimi punti di interesse ci sarebbe il “Castello della Cuba”, ma l’ennesima stramaledetta cassa con l’ennesimo biglietto da pagare mi frenano.

Monumento ai Caduti in Piazza Indipendenza

Monumento ai Caduti in Piazza Indipendenza

Convento dei Carmelitani Scalzi

Convento dei Carmelitani Scalzi

La Cubula

La Cubula

Percorro a ritroso tutto Corso Calatafimi fino a raggiungere “Porta Nuova”, ovvero l’accesso al centro storico da questa parte della città. Cerco per qualche minuto senza successo la “Chiesa Santa Maria Maddalena”; mi chiedo dove cavolo possa essere, dato che la mappa la indica esattamente dove mi trovo. Poi prendo informazioni più dettagliate e scopro che è gelosamente custodita in un’area militare e che quindi è raramente visitabile. Mi consolo (si fa per dire) con la vista magnifica del Palazzo dei Normanni, la più antica residenza reale d’Europa. Come si vede dalla luce che caratterizza le foto, ho raggiunto la tarda serata di questo sabato intenso e potermi gustare questo posto senza nessun’altro intorno non ha eguali. Nelle aree verdi di Piazza della Vittoria posso ammirare il “Teatro Marmoreo” e la scultura per “Gaetano Bucceri”, tenente che combattè la Prima Guerra Mondiale. Un dubbio chiude l’area: la “Chiesa dei Santi Elena e Costantino” indicata da Google Maps corrisponde in realtà ad un edificio oggi non più adibito a luogo di culto. Magari sarebbe il caso di dare un’aggiornata, vero?

Porta nuova - lato esterno

Porta nuova – lato esterno

Porta Nuova - lato interno

Porta Nuova – lato interno

Palazzo dei Normanni - panoramica

Palazzo dei Normanni – panoramica

Teatro Marmoreo

Teatro Marmoreo

In onore di Gaetano Bucceri

In onore di Gaetano Bucceri

Ex Chiesa dei Santi Elena e Costantino

Ex Chiesa dei Santi Elena e Costantino

Guardando la mappa noto che manca ancora tantissimo da vedere, per cui faccio un accordo con me stesso: finchè ci sarà un singolo raggio di luce non mi fermerò. Per questo rimetto in moto i piedi e vado verso la “Chiesa di Santa Annunziata alle Balate”; quando la trovo è incastonata in una viuzza piccola ma piena di vita: ci sono bambini che giocano a pallone e, proprio davanti all’edificio religioso, un buon numero delle famose “comari” sta passando il momento che precede la cena spettegolando e sparlando del più e del meno in siciliano strettissimo. No…non posso puntare la fotocamera contro di loro per riprendere la chiesa perchè probabilmente andrei incontro a problemi di natura relazionale (potrebbero riempirmi di vaffanculo se non andare a chiamare i mariti, per capirci), così desisto. Però assistere a quel siparietto è stata di per sè un’esperienza. Anche il vicino “Palazzo del Conte Federico” non mi aiuta: posso solo guardare ma non toccare, nel senso che è ubicato in una posizione che non mi dà campo necessario per scattare istantanee. La “Chiesa di San Nicolò” ha la facciata spiaccicata contro una costruzione interamente contornata da impalcature, quindi posso solo documentare la Torre Campanaria. Pochi passi e faccio il mio ingresso in un’altra zona storica di Palermo, ovvero il Mercato di Ballarò. Nonostante l’ora, i banchetti ci sono ancora ma anche qui la delusione è tanta: i venditori sono praticamente tutti extracomunitari, proprio come i gestori dei negozi “classici”. Il quartiere è estremamente popolare ed anche per questo molto particolare. In tutto questo caos amato dai turisti che affollano le strade spunta una chicca: la bella Chiesa del Carmine Maggiore. Per poter scattarle una foto devo includere alla base anche una serie di banchetti/baracche, ma fa parte del gioco. L’ultimo punto di interesse per oggi è la vicina “Chiesa del Gesù”, detta anche di Casa Professa.

Torre Campanaria di San Nicolò

Torre Campanaria di San Nicolò

Chiesa del Carmine Maggiore

Chiesa del Carmine Maggiore

Chiesa del Gesù

Chiesa del Gesù

Ormai è buio ed ho mantenuto la promessa, per cui imposto il navigatore verso il Carrefour trovato qualche ora fa e, una volta lì, acquisto la mia solita ricca cena che mi permetterà di recuperare le energie perdute. Nel frattempo, sia prima che dopo la spesa, mi godo le vie di Palermo illuminate come si deve e piene di gente che passeggia al fresco dopo una giornata bella calda. Alla fine torno in stanza e metto le bibite di corsa in frigo; la serata davanti al calcio manageriale non me la leva nessuno, anche perchè domani non sarà migliore per quanto dovrò camminare nuovamente. Le ore in camera passano tranquille, tranne per due situazioni: la prima (pittoresca) è il mio vicino di casa per oggi che si mette ad urlare a squarciagola “Pinaaa…Pinaaa non mi lasciare! Non mi lasciare Pinaaaa…! Ti prometto che cambieròòòò”; ciò va avanti per una buona decina di minuti, poi probabilmente Pina si è decisa a rimanere e l’uomo è sicuramente tornato a farsi i cazzi propri esattamente come prima. La seconda situazione (snervante) riguarda il modo di divertirsi di alcuni ragazzi locali che passano per i vicoletti del centro storico con i finestrini della macchina aperti sparando musica a volume clamoroso; in questo modo i palazzi, che sono uno vicino all’altro, diventano delle vere e proprie casse di risonanza. Il problema è che ciò accade fino alle 4 del mattino e neanche riesco a contare i decibel raggiunti da quei maleducati. Nonostante tutto riesco a passare una buona nottata.

Domenica mattina: la sveglia è impostata per suonare abbastanza presto perchè, come detto più volte, manca ancora molto sia da vedere che da camminare. Non ci tengo proprio ad andarmene senza aver finito il giro, per cui preparo la mia roba, lascio le chiavi nella stanza, tiro la porta a me e riparto. Il via alle danze lo dà la “Chiesa Evangelica Valdese”, seguita da Piazza Ruggero Settimo dove affaccia l’enorme “Teatro Politeama Garibaldi” e dove si trova il monumento dedicato all’ex politico che dà il nome all’area pedonale. La dirimpettaia Piazza Castelnuovo accoglie invece la statua per Carlo Cottone (anche lui ex politico che mi piace definire come “beato tra le frasche”) ed il “Palchetto della Musica”.

Chiesa Evangelica Valdese

Chiesa Evangelica Valdese

Teatro Politeama Garibaldi

Teatro Politeama Garibaldi

Monumento a Ruggero Settimo

Monumento a Ruggero Settimo

Statua di Carlo Cottone

Statua di Carlo Cottone

Palchetto della Musica

Palchetto della Musica

Prendo Via Nicolò Garzilli per vedere da vicino la “Chiesa di Sant’Espedito” e poi, dopo aver percorso un tratto di Via della Libertà, trovo la solita immancabile budinata della domenica: anche qui è in corso di svolgimento una corsa podistica che blocca alcune strade, con tanto di tv, giornalisti ed autorità presenti in cerca di voti dopo aver sollazzato a dovere la comunità. La mia domanda è sempre la stessa: ma proprio non avete una minchia da fare la domenica per dover organizzare cose del genere? Io sogno giornate di 48 ore perchè ho talmente tanto da portare avanti che le classiche 24 ore non mi bastano e gli altri hanno tempo da perdere con stupidaggini di questo tipo. E poi con tutta la campagna che abbiamo per correre che bisogno c’è di bloccare le città? Purtroppo non capirò mai certi meccanismi umani…; l’unica cosa decente è che stavolta le transenne non intralciano la mia visita, quindi basta non guardare e passare oltre. Mi aspetta la scultura per Francesco Crispi che attualmente sta dietro a due bagni chimici installati per l’occasione; sicuramente il personaggio storico che partecipò alla spedizione dei mille si starà chiedendo che cosa abbia fatto di male per svolgere oggi la funzione di guarda-cessi. Basta girare l’angolo per trovare la “Chiesa Parrocchiale di Santa Maria di Monserrato”. Faccio un salto nel “Giardino Inglese” che mi delude abbastanza in quanto con quel nome mi aspettavo di meglio; prima di cambiare nuovamente area manca da vedere la “Fontana della Ninfa”, così la raggiungo.

Chiesa di Sant'Espedito

Chiesa di Sant’Espedito

Scultura per Francesco Crispi

Scultura per Francesco Crispi

Fontana della Ninfa

Fontana della Ninfa

Una discreta passeggiata mi serve per arrivare alla “Chiesa di Sant’Ernesto”, ma prima (non segnata sulla mappa) ho modo di vedere anche la particolare “Chiesa Parrocchiale di San Francesco di Sales”: ha il tetto spiovente come gli edifici di montagna; tale soluzione la si adotta per evitare che il peso della neve lo faccia crollare…mentre qui in Sicilia temo abbia unicamente funzione decorativa. Sempre nel corso della strada osservo anche il Monumento per Giacomo Cusmano, detto “il Padre dei Poveri” per tutto il bene che ha fatto ai bisognosi durante la sua vita.

Chiesa Parrocchiale di San Francesco di Sales

Chiesa Parrocchiale di San Francesco di Sales

Monumento a Giacomo Cusmano

Monumento a Giacomo Cusmano

Chiesa di Sant'Ernesto

Chiesa di Sant’Ernesto

Altra bella camminata ed altra bella delusione alle porte: ho l’intenzione di visitare “Villa Malfitano-Whitaker” ma, quando ci arrivo, un gentile custode mi fa segno che è chiusa. In verità avevo letto su internet tanta gente lamentarsi per questo motivo, ma ho sperato lo stesso di non essere io una delle vittime, cosa che invece succede puntualmente. Il “Villino Florio” un passaggio lo merita e non glielo nego durante il mio avvicinamento a qualcosa di molto più particolare, ovvero il “Castello della Zisa”, preceduto dalla “Cappella della Santissima Trinità” e seguito dalla “Chiesa di Santo Stefano Protomartire alla Zisa”. La “Parrocchia Madonna di Lourdes” chiude l’offerta.

Villino Florio

Villino Florio

Cappella della Santissima Trinità

Cappella della Santissima Trinità

Castello della Zisa visto dall'omonimo giardino

Castello della Zisa visto dall’omonimo giardino

Chiesa di Santo Stefano Protomartire alla Zisa

Chiesa di Santo Stefano Protomartire alla Zisa

Parrocchia Madonna di Lourdes

Parrocchia Madonna di Lourdes

Vado avanti spedito e stavolta raggiungo un luogo che concentra diversi punti degni di nota: il primo è la particolare “Chiesa di San Stanislao Kostka”; si affaccia su “Piazza della Memoria”, ovvero uno spazio pedonale posto di fronte al Palazzo di Giustizia cittadino che serve per ricordare i magistrati vittime della Mafia strappati alle loro vite nel corso degli anni. Il Tribunale (che ospita anche un Museo dedicato a Falcone e Borsellino) è enorme e non fotografabile causa mancanza di spazio che possa garantire un’immagine decente. Mi piacerebbe tanto vedere come si deve “Porta Carini” ma è sede del famoso Mercato del Capo, quindi una miriade di banchetti mi ostacolano la vista; nonostante tutto provo lo stesso a portare con me un ricordo, anche se di pessima qualità. Via di Porta Carini avrebbe alcune chiese da osservare, ma la carreggiata è stretta al punto che i palazzi dirimpettai potrebbero persino baciarsi, quindi mi devo limitare a guardare la Chiesa dell’Immacolata Concezione. Mi va meglio poco dopo quando ho modo di ammirare la “Chiesa di Sant’Anna al Capo”. Alla fine della strada, che nel frattempo ha cambiato nome ed ora si chiama Via dei Beati Paoli, si presentano davanti a me la “Chiesa dei Santi Cosma e Damiano” e la “Chiesa Santa Maria di Gesù al Capo”.

Chiesa di San Stanislao Kostka

Chiesa di San Stanislao Kostka

Scultura in Piazza della Memoria

Scultura in Piazza della Memoria

Porta Carini durante il Mercato del Capo

Porta Carini durante il Mercato del Capo

Chiesa di Sant'Anna al Capo

Chiesa di Sant’Anna al Capo

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Chiesa dei Santi Cosma e Damiano

Chiesa Santa Maria di Gesù al Capo

Chiesa Santa Maria di Gesù al Capo

Il giro tra le stradine prosegue senza sosta prima con la “Chiesa dei Santi 40 Martiri alla Guilla” e poi con la “Chiesa di Sant’Agata alla Guilla”. Ed ora ecco l’apoteosi: poche decine di metri dopo, la “Chiesa della Madonna di Monte Oliveto” fa da apripista per la magnifica Cattedrale di Palermo. Inizialmente la osservo nella parte posteriore (stupenda anche questa), ma poi faccio tutto il giro ed arrivo nel piazzale in cui affaccia e che ospita al suo centro la Statua di Santa Rosalia, patrono della città. L’insieme è un vero capolavoro. Nella medesima zona ci sono anche il “Museo Diocesano” e l’Oratorio dei Santi Pietro e Paolo, quest’ultimo però non visitabile perchè posto dietro ad una cancellata chiusa.

Chiesa dei Santi 40 Martiri alla Guilla

Chiesa dei Santi 40 Martiri alla Guilla

Chiesa di Sant'agata alla Guilla

Chiesa di Sant’agata alla Guilla

Chiesa della Madonna di Monte Oliveto

Chiesa della Madonna di Monte Oliveto

Cattedrale di Palermo - vista frontale

Cattedrale di Palermo – vista frontale

Cattedrale di Palermo - vista posteriore

Cattedrale di Palermo – vista posteriore

Statua di Santa Rosalia

Statua di Santa Rosalia

Museo Diocesano

Museo Diocesano

Rieccomi quindi su Via Vittorio Emanuele; mi rendo conto che è tutto un prendere, lasciare e riprendere le arterie principali, ma l’unico modo per vedere proprio tutto è effettuare delle deviazioni quando dovuto per esplorare anche le zone più nascoste. Una stranezza: la “Biblioteca Centrale della Regione Siciliana” è dentro un edificio a forma di Chiesa; ce ne sono talmente tante che le usano nei modi più disparati. Vista la successiva “Chiesa del Santissimo Salvatore” abbandono di nuovo la strada con l’obiettivo di osservare la “Chiesa di San Giovanni dell’Origlione” e la individuo con facilità. Mi spingo oltre ed ecco, nello stesso piazzale, sia la “Chiesa di Santa Chiara” che la “Torre d’Acqua delle Sette Fate” (ringrazio il simpatico automobilista che l’ha scambiata per un parcheggio…). Qui noto chiaramente una comunità di abitanti africani (presumibilmente senegalesi) perchè sono davvero tanti.

Biblioteca Centrale della Regione Siciliana

Biblioteca Centrale della Regione Siciliana

Chiesa del Santissimo Salvatore

Chiesa del Santissimo Salvatore

Chiesa di San Giovanni dell'Origlione

Chiesa di San Giovanni dell’Origlione

Chiesa di Santa Chiara

Chiesa di Santa Chiara

Torre d'Acqua delle Sette Fate

Torre d’Acqua delle Sette Fate

Sono diretto in Piazza Bologni dove vedo lo storico “Palazzo Alliata di Villafranca” alla mia sinistra, seguito dalla “Statua di Carlo V” e da “Palazzo Riso”, oggi sede del Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia. Un altro vicolo mi riporta altrove: sono alla ricerca della Moschea di Tunisia. Andando avanti, diciamo che dalla “Chiesa dei Tre Re” mi aspettavo qualcosa di più; un re ci può stare…due re anche, ma se ti chiami dei tre re non puoi essere così insignificante. Allungo un pochino per vedere anche la “Chiesa Montevergini” e poi mi dedico alla successiva “Chiesa di Sant’Onofrio”. Il prossimo punto di interesse sarebbe la “Chiesa di Sant’Agostino”: la trovo, ma non riesco a fotografarla nuovamente a causa del poco spazio a disposizione per un’immagine di qualità decente. Spostandomi verso altri lidi lego su un cartello “Via delle Sedie Volanti” e mi prende un colpo: meglio levarsi subito di torno prima che me ne cada una in testa!

Statua di Carlo V°

Statua di Carlo V°

Palazzo Riso

Palazzo Riso

Moschea di Tunisia

Moschea di Tunisia

Chiesa dei Tre Re

Chiesa dei Tre Re

Chiesa Montevergini

Chiesa Montevergini

Chiesa di Sant'Onofrio

Chiesa di Sant’Onofrio

Paura Paura!!!

Paura Paura!!!

E’ ora la volta di un altro “must” della città di Palermo: sto parlando dell’imponente “Teatro Massimo” che mi godo da ogni angolazione possibile. Mi infilo poi in Via Bara All’Olivella, ma faccio un grande errore: per un lungo tratto il passaggio è completamente ostruito dai tavolini dei ristoranti di zona; ce ne sono tantissimi, se rapportati alla superficie disponibile. E la gente è contenta di occupare del suolo pubblico mangiando in mezzo alla strada. Resto basito perchè per fare cinquanta metri ci metto diversi minuti a causa di coloro che si fermano a guardare i menù bloccando il passaggio, dei lumaconi da passeggiata domenicale e chi più ne ha più ne metta. Alla fine ce la faccio ad arrivare in Piazza Olivella dove vedo, uno accanto all’altro, il “Museo Antonio Salinas”, la “Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella” e l’Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria.

Teatro Massimo - vista frontale

Teatro Massimo – vista frontale

Teatro Massimo - vista laterale

Teatro Massimo – vista laterale

Museo Antonio Salinas

Museo Antonio Salinas

Chiesa di Sant'Ignazio all'Olivella

Chiesa di Sant’Ignazio all’Olivella

Oratorio di Santa Caterina d'Alessandria

Oratorio di Santa Caterina d’Alessandria

Avanti ed ancora avanti: la “Chiesa del Santissimo Crocifisso all’Olivella” è senza infamia e senza lode e non è meritevole di una foto; vedo dunque la “Chiesa della Madonna della Mazza” (in che senso…?) e poi ritrovo Via Maqueda. Qui proseguo da dove avevo lasciato nella giornata di ieri ed il primo punto di interesse che trovo è la “Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi” seguita da quelli che vengono chiamati i “Quattro Canti”: Piazza Villena sorge all’incrocio tra Via Maqueda e Via Vittorio Emanuele; su tutti e quattro i punti cardinali ci sono elementi decorativi superbi composti da fontane e sculture rappresentanti le stagioni, regnanti e santi. Per l’appunto prendono il nome di “canti”.  Sembra anche che questo posto sia il parcheggio dei poveri cavallini che devono trainare le carrozze per i turisti, nonchè di una pattuglia composta da due vigili urbani intenti a controllare per l’intera giornata che nessuno combini casini. Sempre Via Vittorio Emanuele ospita la “Chiesa di San Matteo” e la “Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini”.

Chiesa della Madonna della Mazza

Chiesa della Madonna della Mazza

Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi

Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi

Quattro Canti - 1

Quattro Canti – 1

Quattro Canti - 2

Quattro Canti – 2

Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini

Chiesa di San Giuseppe dei Padri Teatini

Pochi passi mi separano dalla bellissima “Fontana Pretoria”, detta anche Fontana della Vergogna a causa delle nudità che mostrano le decine di statue che la compongono. E’ molto grande e pare sia una delle fontane più conosciute d’Italia. Nella stessa piazza posso vedere anche il palazzo del Municipio ed il corpo centrale della “Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria”. Mi sposto di pochi metri in Piazza Bellini dove posso ammirare, una accanto all’altra, la particolarissima “Chiesa di San Cataldo” e la “Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio”; il “Teatro Bellini” e la facciata della “Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria” concludono la ricca offerta.

Fontana Pretoria

Fontana Pretoria

Municipio di Palermo

Municipio di Palermo

Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria - facciata

Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – facciata

Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria - vista laterale

Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria – vista laterale

Chiesa di San Cataldo

Chiesa di San Cataldo

Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio

Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio

Teatro Bellini

Teatro Bellini

Dò una rapida occhiata alla mappa per capire che cos’altro manca e soprattutto cosa riuscirò a fare col tempo a disposizione che sinceramente non è moltissimo. Muovo le gambe per fare in modo di raggiungere il più possibile nonostante si tratti di cose non proprio vicinissime: la prima in ordine cronologico è la “Chiesa di San Francesco da Paola” che trovo discretamente coperta dagli alberi, particolare questo che mi costringe a fotografarla lateralmente. Più avanti ecco anche la “Parrocchia dello Spirito Santo”. Sulla strada del ritorno riesco a scovare la scultura in onore dello scrittore “Giuseppe Pitrè”.

Chiesa di San Francesco da Paola

Chiesa di San Francesco da Paola

Parrocchia dello Spirito Santo

Parrocchia dello Spirito Santo

Scultura per Giuseppe Pitrè

Scultura per Giuseppe Pitrè

Mi rendo conto adesso, a giro praticamente ultimato, di non aver dato lo spazio necessario al lungomare, così mi riporto su Via Cala ed ancora su quello che viene chiamato “Foro Italico”, ovvero una zona abbastanza estesa con verde pubblico e vialetti pedonali dove si può godere di una vista niente male dove la città incontra il Mediterraneo. L’orologio mi dice che posso ancora tentare un’ultima avventura ed obbligo i miei arti inferiori a darmi retta; mi dirigo nel punto più lontano che possa ancora raggiungere, cioè la “Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi” ubicata all’interno di un’area recintata e col cancello chiuso, per cui mi devo accontentare di un’istantanea dall’esterno. L’ultimissima cosa che mi resta da vedere è il “Ponte dell’Ammiraglio”. monumento di epoca normanna oggi patrimonio UNESCO.

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi

Chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi

Ponte dell'Ammiraglio - 1

Ponte dell’Ammiraglio – 1

Ponte dell'Ammiraglio - 2

Ponte dell’Ammiraglio – 2

Metto il punto definitivo e mi riavvicino alla Stazione Centrale; ho giusto lo spazio per fare un salto al vicino Lidl per comprare qualcosa da sgranocchiare in pullman per la traversata che inizierà tra poco. Infatti, ritrovata l’autostazione che mi aveva accolto solo ieri mattina, alle 17:45 il Flixbus riparte puntuale verso la capitale e quindi verso casa. Stavolta non sono al capolinea (era Marsala) per cui all’interno c’è già qualcuno ed il mio posto preferito non è libero, quindi devo accontentarmi di ciò che resta. Per fortuna non c’è il pienone e mi toccano comunque due sedili senza nessuno che mi dia fastidio. Un po’ di fila causa lavori in corso rallenta la marcia e mi impaurisce non poco perchè perdere il traghetto a Messina vorrebbe dire stare fermi anche due ore in porto aspettando la partenza successiva, ma ciò non accade per pochissimi minuti. Dopo una notte passata dormendo come un sasso raggiungiamo Tiburtina con un quarto d’ora di ritardo, ma stavolta non è un problema per due motivi: il primo è che è ancora prestissimo (sono le 6:45 del mattino), mentre il secondo è che il mio nuovo telelavoro iniziato da pochissimi giorni mi consente di andare a casa ad adempiere ai miei doveri e non in ufficio, quindi avrò modo anche di darmi una rinfrescata come si deve nel mio bagno ben prima delle 19:00.

Anche questa avventura è arrivata alla fine e siamo alle conclusioni di rito: da tutto ciò che ho raccontato e dalle 140 fotografie pubblicate spero si sia capito il motivo del titolo del post; Palermo è una città meravigliosa, piena di punti di interesse ad ogni metro soprattutto di natura religiosa (ma non solo). Purtroppo però la troppa incuria di molte aree del centro storico (la spazzatura regna sovrana, ma ci sono anche tanti…troppi edifici da sistemare) fanno da contraltare a quanto c’è di buono. Alla fine il bilancio è comunque positivo, però resta l’amaro in bocca perchè, dalle mie moltissime esperienze all’estero, ho visto e documentato luoghi meno interessanti ma tenuti a regola d’arte. Inutile dare la colpa allo stato italiano, alla regione siciliana, alla provincia di Palermo ed ai cittadini perchè ormai la storia è trita, ritrita e noiosa all’inverosimile. Purtroppo siamo alle solite: l’Italia potrebbe vivere di solo turismo ed essere il paese più ricco del mondo, ma  la realtà non è affatto questa soprattutto nel meridione e Palermo non è un’eccezione. Rimarcato ciò, questa città non può assolutamente mancare nella lista di quelle da vedere. per cui invito tutti a programmare una visita prima possibile.

 

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