Bari, Trani e la sorpresa Monopoli

di admin

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Sabato e domenica di metà settembre, periodo dell’anno nel quale dentro di me è ancora fortemente presente la speranza che l’estate non sia ancora finita e che il meteo mi regalerà altri momenti di sole e caldo di lì a venire. Peccato che, con una puntualità estrema, quando penso questa cosa e mi trovo in ufficio, nel giro di 5-10 minuti il cielo passa da un bel colore celeste punteggiato da qualche “pecorella” candida ad un terrificante “nero notte” in cui masse le nuvole sembrano giocare alla macchine a scontro. “Piove!!! Ma com’è possibile ? Fino a pochi istanti fa si boccheggiava dal caldo…”; sono queste le classiche parole che pronuncio senza un interlocutore preciso, al punto che vedo la mia collega col telefono in mano pronta a schiacciare i tasti 1-1-8 per farmi venire a prendere e curare da qualcuno bravo. Ma la mia non è pazzia, bensì la convinzione che l’autunno è arrivato. Per uno come me che adora il caldo torrido, il mare 12 ore al giorno e soprattutto poter andare in giro vestito “leggero”, la prospettiva è funerea: freddo, vento, pioggia, mare da vedere solo su internet in preparazione di viaggi futuri, strati di abiti pesanti che sostituiscono magliette smanicate, pantaloncini corti e ciabatte, bollette del gas a tre cifre…cioè tutto semplicemente terribile. L’unica cosa che amo dell’autunno sono le tariffe aeree che, dopo le impennate estive, toccano livelli inimmaginabili verso il basso. In questo preciso momento, in Italia c’è un tempo da lupi: piove al nord, al centro ed al sud e le previsioni non dicono niente di buono per l’immediato futuro. Che fare per non abbattersi del tutto ? Facile: rischiare e prenotare due giorni fuori alla “O la và o la spacca”. E la destinazione? Ovvio: il mare! (Se proprio devo rischiare…o lo faccio bene o lascio perdere). Con l’obiettivo dichiarato di prendere un po’ di sole e di fare l’ultimo bagno “nazionale” dell’anno. So bene che chi sta leggendo mi sta prendendo per un folle, però è davvero così che è nata l’idea che sto per descrivere.

Ore 23:10 del venerdi sera: partenza del bus notturno con destinazione Bari. Sedie belle scomode per una compagnia che, rispondendo ad una mia lamentela su tariffe troppo esose, ha fatto del comfort il suo punto di forza, nonchè uno dei motivi principali per non voler calare i prezzi (Caro pullman blu scuro con l’autista giallo che sorride…quanto mi manchi!!!). Dopo circa 6 ore e mezzo in cui dormo a tratti più per la stanchezza mortale che per la situazione in cui mi trovo, arrivo nel capoluogo pugliese. Per me è una “prima volta totale”. E’ buio pesto, fuori non c’è nessuno tranne un paio di taxisti che ovviamente tentano di accaparrarsi il cliente; non ho nulla da fare per il momento e quindi tento il tutto per tutto. Mi dirigo in hotel (che avevo comunque preavvisato il giorno precedente) nella speranza di un vero miracolo, cioè poter trovare una camera libera dello standard prenotato ed un receptionist talmente buono da aiutare un povero viaggiatore distrutto dalla stanchezza. Il buon San Nicola, anche se io non sono credente, stavolta ci ha messo lo zampino: camera assegnata alle 5:45 del mattino, con ovvio pisolino immediato per riprendere le forze.  Mi sveglio alle 9:00 ancora intontito, ma devo farlo perchè l’ultimo treno regionale (gli intercity e le frecce costano troppo e non li considero neanche come esistenti) che mi porterà a Monopoli partirà tra una quaratina di minuti. Quindi ho il tempo di riprendermi, lavarmi, vestirmi ed uscire di corsa. Toh! Sopresa: fuori c’è davvero un bel cielo limpido solamente macchiato da qualche nuvoletta. Faccio in fretta ed arrivo in tempo, salendo a bordo dopo aver fatto il biglietto alla macchinetta automatica. In altrettanti quaranta minuti circa sono a destinazione. Ho scelto Monopoli per tre motivi: 1) Mi occorreva una località di mare vicino a Bari per non doverla raggiungere con un viaggio troppo lungo, per cui la scelta era fondamentalmente tra Polignano e Monopoli; avendo già visitato la prima delle due, ho optato per la seconda. 2) in fase di preparazione del viaggio avevo letto della presenza di un centro storico davvero bellissimo e ricco di punti di interesse. 3) credevo che la famosissima spiaggia di Polignano che tutti conosciamo fosse stracolma di persone. Esco dalla stazione e taglio letteralmente la città per oltre un chilometro fino ad arrivare al mare attraversando volutamente la zona moderna ed arrivando alla sinistra dell’area portuale; questo perchè la visita delle bellezze del luogo è prevista dopo pranzo e non voglio assolutamente rovinarmela con una semplice toccata e fuga. N.B: so bene che la spiaggia migliore di questa zona si ha nella località “Capitolo”, ma non avendo un mezzo proprio a disposizione avrei dovuto prendere un bus per l’andata ed uno per il ritorno, cosa che avrebbe limato tantissimo il già risicato tempo a disposizione. Dopo un’altra lunga passeggiata mi scelgo un posto tutto per me e stendo l’asciugamano per poi togliermi la maglietta e rimanere in costume: pare un sogno ma sono lì…mentre poco prima un messaggio dalla mia famiglia mi aveva informato che una autentica bomba d’acqua era scesa sulla costa Toscana solo pochissime ore prima. Non perdo tempo perchè proprio non ce n’è, così rompo gli indugi e, senza neanche toccare l’acqua per sentirne la temperatura, mi tuffo e mi faccio il tanto agognato bagno. Resto lì circa tre ore, giusto il periodo per entrare ed uscire 4-5 volte e per scottarmi leggermente la pelle; risultato dopo il primo tempo: Giorgio 1 – meteo 0. Alla fine arriva però il momento di riporre tutto ed andare a pranzo, per cui è proprio il caso di dire che dò il “primo assaggio” al centro storico di Monopoli cercando qualcosa di economico; alla fine decido di fare uno stravizio e di concedermi un ristorantino con prezzi nella media al posto del solito panino; avrei poi “rimediato” a cena con un aperitivo e nulla di più. La scelta si rivela azzeccata e dopo un antipasto ed un primo abbondanti sono pronto finalmente per l’esplorazione.

La parte antica di Monopoli è un agglomerato di vicoli, viuzze e stradine che vanno dallo strettissimo allo stretto: non c’è praticamente niente che sia più largo di una corsia; il colore che domina è senza dubbio il bianco, tipico dei paesi pugliesi. Mi sento orgoglioso dei miei connazionali (una volta tanto può succedere anche questo…) perchè il servizio di pulizia è talmente attivo da non far trovare per terra la solita pletora di cartacce e rifiuti misti che caratterizza la maggior parte del Belpaese.  Come ormai consuetudine sulle pagine di questo blog, non sto a riportare l’itinerario compiuto passo per passo, ma solo a descrivere ciò che ho visitato senza un ordine preciso. Ciò che non manca assolutamente in questa parte del comune sono le testimonianze religiose: sia in termini di numero di Chiese che di “Edicole” (credo si chiamino così quei “mini altari” piazzati agli angoli delle strade che riportano immagini sacre ed in cui i fedeli lasciano fiori e candele accese), ma non solo:

  • Chiesa di San Domenico
Chiesa di San Domenico

Chiesa di San Domenico

  • Chiesa di San Pietro e Paolo
Chiesa Santi Pietro e Paolo

Chiesa di San Pietro e Paolo

  • Chiesa di Santa Teresa
Chiesa di Santa Teresa

Chiesa di Santa Teresa

  • Chiesa di San Salvatore
  • Chiesa di Sant’Angelo
Chiesa di Sant'Angelo

Chiesa di Sant’Angelo

  • Basilica Cattedrale Santuario Maria Ss. della Madia
Basilica - Foto n. 1

Basilica – Foto n. 1

 

Basilica - Foto n. 2

Basilica – Foto n. 2

  • Chiesa di Santa Maria Amalfitana
Chiesa di Santa Maria Amalfitana

Chiesa di Santa Maria Amalfitana

  • Chiesa di San Leonardo
Chiesa di San Leonardo

Chiesa di San Leonardo

  • Chiesa di San Francesco d’Assisi
Chiesa di San Francesco d'Assisi

Chiesa di San Francesco d’Assisi

  • Castello di Carlo V
Castello di Carlo V

Castello di Carlo V

  • Torre Civica
Torre Civica

Torre Civica

  • Porto Antico
Porto Antico

Porto Antico

  • Cinta Muraria

C’è talmente tanto da vedere che sicuramente mi sono dimenticato qualcosa, però il tempo è tiranno ed è già ora di rientrare in stazione. Durante il percorso non faccio altro che pensare a quanto sono rimasto sorpreso da questo comune che, sinceramente parlando, conoscevo più come località balneare che per motivi culturali. Ma è anche questo il bello di viaggiare: non c’è mai niente di scontato.  Il treno mi riporta in una quarantina di minuti a Bari, prossima mèta della giornata. Faccio un rapido rientro in hotel per una doccia post-mare e per indossare qualcosa di più decente della seppur fantastica accoppiata costume/maglietta. Esco dalla stanza e percorro a piedi la strada che mi separa da Corso Vittorio Emanuele, direttrice che divide teoricamente la parte nuova della città da quella detta “vecchia”, anche se personalmente preferisco definirla antica. E’ sabato pomeriggio di una bella giornata di metà settembre in cui fuori casa si sta “da paura”: per tali motivi bastano pochi passi per capire che la macchina fotografica mi sarebbe servita a ben poco: praticamente il 90% degli abitanti si trova lì insieme a me; fiumi di persone in ogni angolo mi fanno desistere dallo scattare foto per quanto sia impossibile non includere orde di sconosciuti dentro ogni istantanea. Decisione drastica: in quel tardo pomeriggio/serata avrei assaporato Bari in mezzo alla sua gente, godendo della sua atmosfera senza alcun “obbligo” poichè al mattino seguente mi sarei svegliato alle 6:30 per rifare il giro e, senza nessuno presente, scattare le tanto amate fotografie. Per cena mi mantengo ligio alla promessa fatta lo stesso mattino: cerco e trovo un locale che effettua l’apericena in Piazza Mercantile (rigorosamente all’aperto) e passo lì quasi un’ora e mezzo in totale relax. Dopo aver pagato ed aver lasciato il tavolo mi rimetto a camminare ancora senza avvertire la stanchezza, per quanto mi sento a mio agio. Ad un certo punto mi ricordo di non essere fatto di ferro, bensì di carne ed ossa come tutti; decido così di deviare la passeggiata in direzione dell’hotel e di concluderla con un tuffo carpiato…nel letto. Ebbene sì, la stanchezza è arrivata. E davanti a me si prospetta una levataccia per immortalare Bari; non avendolo fatto durante quella serata sento il dovere morale di non cambiare idea. Dopo poche ore suona la sveglia e lì ho la conferma di quanto un viaggio possa essere potente: quando sento quel rumoraccio a casa ho una voglia matta di scaraventare quell’oggetto del demonio sulla parete più vicina con una forza inaudita, faccio una fatica incredibile per alzarmi e per andar in ufficio. Ma quando si è fuori è diverso: mi sveglio alla prima tornata di musica e chiudo la suoneria in maniera delicata, quasi per ringraziare quello strumento che mi aiuta a togliermi di mezzo il torpore della notte per dedicare tutte le mie energie a scoprire cosa mi aspetta li fuori. A dire il vero “scoprire” è un parolone non adatto a questo caso, dato che poche ore prima ho effettuato lo stesso giro o giù di lì; diciamo che esco dall’albergo con l’incredulità del receptionist che quasi si stropiccia gli occhi come nei migliori cartoni animati dei bei tempi che furono. Cosa ci fa questo matto fuori dalla stanza alle 6:45 di domenica mattina ? Questo avrà pensato…ma “chi se ne frega” non lo diciamo 🙂 ?

Tornando di nuovo su Corso Vittorio Emanuele, entro nel dedalo di vicoli di Bari Vecchia, nella quale decido volutamente di perdermi. Riesco a vedere quanto segue:

  • Basilica di San Nicola
Basilica di San Nicola

Basilica di San Nicola

  • Chiesa di San Nicola
  • Cattedrale di San Sabino
Cattedrale di Sam Sabino

Cattedrale di Sam Sabino

  • Castello Svevo
  • Piazza Mercantile col Palazzo Sedile e con la Colonna Infame della Giustizia
  • Chiesa di San Gregorio
  • Chiesa del Carmine
  • Chiesetta San Marco
  • Chiesa di San Giacomo
Chiesa di San Giacomo

Chiesa di San Giacomo

  • Chisa Santa Maria degli Angeli
Chiesa Santa Maria delgli Angeli

Chiesa Santa Maria delgli Angeli

  • Chisa del Gesù
Chiesa del Gesù

Chiesa del Gesù

  • Chiesa di Santa Teresa dei Maschi
Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

Chiesa di Santa Teresa dei Maschi

  • Chiesa San Marco dei Veneziani con i suoi affreschi esterni
Chiesa San Marco dei Veneziani

Chiesa San Marco dei Veneziani

 

Affreschi esterni alla Chiesa San Marco dei Veneziani

Affreschi esterni alla Chiesa San Marco dei Veneziani

Metto per ultimo il Lungomare perchè ci capito proprio di domenica mattina, giorno in cui si celebra il mercato del pesce appena pescato. Devo dire che la cosa è da una parte suggestiva e da vedere, ma dall’altra è una barbarie assurda: osservare energumeni di ogni forma e dimensione che si divertono a scaraventare sul cemento i poveri polpi con il solo intento di ammorbidirne la carne fa venire il voltastomaco; inutile dire che si potrebbe vivere anche dei soli frutti della terra senza far male agli animali, ma tanto l’essere umano non capirà mai un’acca su questo tema e continuerà ad usare delle vite che assolutamente non gli appartengono a suo piacimento. Sto ancora aspettando il giorno in cui saranno quei polpi a scaraventare sul cemento quegli esseri immondi (perchè di umano hanno veramente poco…) per essere il primo spettatore che si sganascia dalle risate a quella vista; ma non è tutto: toccherebbe poi a tutti coloro che mettono gli animali negli allevamenti nati solo per essere macellati ed ancora a tutti coloro che si divertono a fare del male per puro “sport”; godrei veramente e non poco del tanto sperato rovescio della medaglia, ma ciò purtroppo non accadrà mai. A parte questo deplorevole particolare, la vista che si ha del mare è davvero bella e degna di nota; riesco a trovare anche il sole ed una splendida luce mattutina, per cui mi sento totalmente appagato. Alla fine di quel giro mi dirigo verso l’hotel dove mi aspetta la colazione, ma per arrivarci passo al setaccio anche alcuni punti di interesse della zona più moderna come il Teatro Petruzzelli, Il Teatro Piccinni ed il Palazzo della Prefettura.

Lungomare

Lungomare

 

Teatro Petruzzelli

Teatro Petruzzelli

 

Teatro Piccinni

Teatro Piccinni

Dopo aver mangiato (poco per la verità causa scarsa scelta) e lasciato i bagagli alla reception dell’hotel, mi incammino verso la stazione dalla quale conto di raggiungere l’ultima tappa di questo viaggio: la città di Trani.

Vi arrivo dopo un’altra quarantina di minuti (mi sà che avrei dovuto giocare il 40 sulla ruota di Bari, ma non l’ho fatto ed ormai è troppo tardi) e, come per Monopoli, devo camminare per parecchie centinaia di metri prima di raggiungere la parte più ricca di testimonianze storiche, cioè il lungomare. Passeggiare per quella cittadina è comunque piacevole anche in assenza di monumenti di rilievo; la vita scorre tranquilla e, nel frattempo, il cielo si colora di grigio. Minacciosi nuvoloni sono in arrivo e la mia buona sorte sembra essere arrivata al capolinea. Decido di accelerare il passo: come sempre non ho con me l’ombrello, dato che credo sia uno strumento poco utile se rapportato alla immensa rottura di scatole che si prova portandolo in giro senza usarlo solo per la paura che possa piovere. Sono abituato a calcolare le possibilità su quasi tutto, ma non quando devo trascinarmi un ombrello ovunque: preferisco non portarlo e sperare. Si nota anche che questa località è di un livello medio-alto, in quanto nessuno è in giro in tuta o vestito male; anzi…a dire la verità sono io ad essere “addobbato” peggio. Tra me e me penso che non ci sia nulla di male: gli altri sono in famiglia pronti per il pranzo della domenica, mentre io mi trovo li per camminare e forografare a più non posso. Sicuramente nel mio caso il frac non è d’obbligo…e poi sono del parere che se a qualcuno non vado bene fa prima a non guardarmi ed a girarsi dall’altra parte.

Ma eccomi finalmente lì dove posso ammirare:

  • Fortino
  • Villa Comunale
  • La famosissima Cattedrale
Cattedrale vistda dal Fortino

Cattedrale vistda dal Fortino

 

Cattedrale di Trani

Cattedrale di Trani

  • Castello Svevo
Castello Svevo

Castello Svevo

  • L’immancabile Porto

Dopo essere rimasto stupefatto a sufficienza da tanta bellezza arriva l’ora di un fugace pranzo per poi tornare di corsa alla stazione con destinazione Bari. Nel frattempo il cielo grigio è diventato quasi nero per quanto carico di nuvoloni. Mi trovo sotto la tettoia della banchina della stazione quando inizia a piovere con una certa intensità. Tornando alla sfida “amichevole” tra Giorgio e meteo descritta all’inizio di questo racconto, stavo ancora in vantaggio perchè l’acqua che cadeva dal cielo non mi aveva ancora sfiorato. Il treno arriva e viaggia veloce più del maltempo. A Bari la situazione non è molto diversa rispetto a Trani ma ancora non piove. Vado così in hotel a prendere il bagaglio lasciato in custodia al mattino e rifaccio il percorso inverso: l’autostazione degli autobus è proprio dietro alla stazione dei treni. Ci arrivo con corca 30 minuti di anticipo ma è meglio così: avrei avuto la possibilità di prendere un posto decente stando davanti all’eventuale fila di nuovi passeggeri. All’arrivo dell’autobus ripongo le mie cose nella parte di sotto e salgo. Dopo essermi seduto succede l’impensabile: una goccia, due gocce, tre gocce…un’infinità di gocce iniziano a sbattere con i finestroni. Sono talmente tante ed hanno una frequenza così elevata da allagare le strade in pochissimi minuti. Per terra non c’è più l’asfalto che ricordavo, bens’ un fiume in piena. L’autobus con i suoi mega-pneumatici procede con cautela, mentre le macchine che incrocia vengono sposso sommerse fino a metà della loro altezza. Lo spettacolo non è niente di bello, purtroppo. Ad un certo punto, in prossimità di una discesa sotto ad un cavalcavia, il mezzo si ferma ed inizia l’inversione ad “U”: due macchine ferme nell’avvallamento stavano letteralmente galleggiando per tutta l’acqua che era scesa da poco da ambo i lati della discesa. Da lì non si può passare. Usciamo finalmente da Bari con un po’ di ritardo dovuto alla deviazione e dopo poco la pioggia smette. Ci ha provato in tutti i modi a pareggiare (anche usando mezzi scorretti…) ma alla fine ho mantenuto il risicato vantaggio iniziale.

Conclusione: sono davvero contento di aver visitato anche queste località dove prima d’ora non ero mai stato. Sono tre luoghi degni di nota ed un week-end forse è troppo poco per capire proprio tutto ciò che hanno da offrire. La Puglia non è solo Gargano o Salento; non è solo mare pulito e belle spiagge. C’è anche tanta cultura che attende i visitatori per stupirli senza usare effetti speciali: basta ed avanza quello che la storia gli ha regalato e quello che i suoi abitanti hanno saputo realizzare nel corso dei secoli. Buona Puglia a tutti coloro che decideranno di farci una visita.

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