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Credo che, parlando di viaggi, non esista assolutamente niente di peggio delle ferie “obbligate” dall’azienda. Avere giorni prefissati per poter partire toglie il 99% delle possibilità di trovare offerte low-cost perchè vieni bloccato entro un certo lasso di giorni e non puoi permetterti di spaziare. Se poi questo obbligo cade sempre nella settimana di ferragosto diventa un disastro totale. Tutto costa almeno il doppio se non il triplo di quanto viene prezzato negli altri periodi dell’anno (Natale e Capodanno esclusi), per cui chi viaggia con tre occhi sul budget pare già tagliato fuori. Due sono le scelte: restare a casa (ma non è da me…) oppure prenotare con 6-7 mesi di anticipo sperando di trovare un giusto compromesso tra soldi da tirare fuori e, soprattutto, caos bestiale sulle spiagge a causa della mentalità vecchia di un secolo di questa nazione in cui è ormai radicato che “ad agosto si va in ferie”. Ma perchè milioni di persone ed altrettante attività devono fermare un’intero paese per almeno 15 giorni ? Non sarebbe più bello andare in ferie quando ci piace ? Secondo me si, ma questo è un altro muro insormontabile che non permetterà mai all’Italia di diventare grande.
La soluzione trovata per queste ferie/calvario è stata la parte ad est della Provincia di Agrigento. A dire la verità avrei voluto fare un bis (stranissimo per me, ma questa volta necessario) nella Riviera Albanese, ma non ho potuto poichè i voli per Tirana hanno avuto letteralmente un’impennata in ternine di costi per la settimana di mio interesse, per cui ho dovuto deviare ad altra zona. Motivi per cui ho scelto questa parte di Sicilia:
- Non l’avevo mai vista prima
- Ha importantissime testimonianze storiche/artistiche/naturali
- Ha un bellissimo mare
- Ho trovato un appartamento in affitto ad un prezzo ridicolo, visto il periodo
- Ho trovato un volo “relativamente economico”
Tutti questi elementi mi hanno fatto cliccare più volte sul tasto “prenota” e la vacanza ha preso forma. Avrei voluto mettere un punto n. 6 denominato “spiagge deserte” ma, come detto, in Italia ad agosto è letteralmente impossibile. Ma mi devo accontentare.
Volo Ryanair partito con una puntualità disarmante nonostante il periodo ed arrivo a Palermo intorno alle 20:00. Per proseguire l’ottima tradizione e furbizia italiane, lo scalo siciliano ha lavori in corso in questo periodo di vacanze; perchè non farli a gennaio/febbraio ? Sarebbe troppo intelligente per chi ha il potere di decidere, giusto ? Quindi per poter arrivare dal nuovo terminal ai noleggi auto occorre prendere una navetta. 20 minuti di attesa totalmente inutili se le cose fossero state fatte in tempi diversi con problemi causati a meno passeggeri. Alla fine dei giochi ho perso 40 minuti buoni rispetto alla tabella di marcia, ma va bene così, tanto avrei dovuto fare solo quasi due ore di macchina partendo dalle 21:00 e costringendo i proprietari dell’appartamento a consegnarmi le chiavi ancora più tardi del previsto.
Come “base” per la settimana ho scelto la cittadina di Siculiana; a parte il prezzo della sistemazione che definire competitivo è assolutamente riduttivo, ha una posizione molto strategica. E’ infatti situato su una collinetta (quindi non sul mare) ma ha un “suo” spiaggione enorme (con alcuni lidi privati ma con maggior presenza di zone libere) nella frazione di Siculiana Marina che dista appena due minuti di macchina; sarà questo il mare destinato ai momenti di relax per completare le mie giornate. In più, dista davvero pochissimo da tutti i punti di interesse ed ha il vantaggio di evitare totalmente il traffico extra del periodo in questione. Non mi pento assolutamente di aver preso questa decisione.
Il primo giorno effettivo, essendo arrivato la sera precedente alle 23:00 ed avendo trovato tutto chiuso (tranne alcuni bar) per poter mangiare qualcosa di serio, lo dedico in parte a fare la spesa per i giorni a venire e per orientarmi nel nuovo luogo in cui mi trovo. Decido quindi di passare le ore successive ai doveri proprio nello spiaggione di Siculiana Marina. La sabbia è dorata e fina, un vero piacere per i piedi ma allo stesso tempo molto appiccicosa; piazzo tutto “l’armamentario” a dovere e mi avvicino al mare: il colore è fantastico e, nonostante il fondo completamente sabbioso e senza neanche un misero sassolino, non si “sporca” troppo a causa del ritmo delle onde; pochi passi in più e scopro la triste verità: avevo letto su internet che la temperatura del mare in questa parte di Sicilia è più bassa della media, ma ho sperato in un miracolo che puntualmente non si è avverato. Primo piede bagnato e colpo secco in arrivo: il mare non è fresco, ma freddo. Mi sarei poi ambientato nei giorni successivi risentendone sempre di meno, ma “il primo piede non si scorda mai…”; Ma non potevo far vincere l’acqua dopo aver fatto il bagno nell’occhio blu in Albania e nelle cascate di Guadaloupe, per cui ho proseguito la camminata fino ad immergermi totalmente: la pelle d’oca mi ha ricoperto in ogni centimetro ma è stato comunque un bagno piacevole e rinfrescante. Purtroppo “orde” di persone, col passare delle ore, hanno riempito l’arenile ma ho comunque retto l’urto fino al tardo pomeriggio. Siculiana Marina ha qualche ristorante, un negozio di alimentari che prepara panini strepitosi e un piccolo bar utile per prendere alcuni cocktails (zona quindi prettamente estiva). Il paese di Siculiana invece è quello in cui si svolge la vita di tutti i giorni e si trovano supermercati e negozi di ogni tipo; di sera però non c’è molto, per cui occorre spostarsi se si vuole passare qualche ora diversa.
Il giorno successivo lo prendo con la massima calma e lo dedico ad alcune visite: oggi niente mare. Vivo un po’ il paese di Siculiana e faccio un giro per la vicinissima Porto Empedocle. Passando con la macchina mi hanno colpito anche qui gli spiaggioni dorati davvero enormi; peccato che lo sfondo sia totalmente rovinato da quella che ha tutta l’aria di essere una centrale elettrica. Ma non avevano proprio altro posto dove costruirla ? Per carità…magari a qualcuno piace, ma secondo me è un vero cazzotto in un occhio che rovina il bellissimo ambiente circostante. Prolungo il giro e vado ad Agrigento: faccio una passeggiata nel centro storico, davvero meritevole, ammirando tra i tanti punti di interesse la Cattedrale di San Gerlando, la Chiesa di Santa Maria dei Greci ed il Monastero di Santo Spirito. Trovo particolare anche l’atmosfera che si vive in città e, in attesa di setacciare al centimetro la parte più bella della zona (ho deciso di farlo in serata), prendo la macchina e mi sposto a Palma di Montechiaro, il paese del Gattopardo.
Anch’esso situato in collina, non è molto grande ma ricco di punti di interesse:
- Monastero delle Benedettine
- Palazzo Ducale
- Palazzo degli Scolopi
- Chiesa Madre
- Chiesa di Sant’Angelo
- Chiesa del Purgatorio
- Chiesa di Santa Rosalia
- Chiesa del Collegio di Maria
Ovviamente, alla fine, non posso dimenticare la parte probabilmente più conosciuta, ovvero il Castello Chiaramontano del “Gattopardo” abbarbicato su uno sperone roccioso. Purtroppo questo comune ha tantissime abitazioni lasciate in balìa di se stesse ed al totale decadimento; esistono in ogni cittadina, ma qui ne ho trovata una grande concentrazione. Devo dire che, nonostante le difficoltà nel quale riversa il nostro paese, è un vero peccato non fare qualcosa per ripristinare e dare decoro addirittura ad interi quartieri come in questo caso.
Arriva così il tardo pomeriggio; sono circa le 18:45 e dirigo la macchina al parcheggio del punto di interesse più particolare dell’intera zona che sto visitando: la Valle dei Templi di Agrigento. L’apertura serale ha inizio alle 19:30 e fuori c’è già la fila. All’ingresso da me scelto non c’è una biglietteria vera e propria con personale preposto come nella maggir parte dei siti come di enorme importanza come questo; ci sono solo due macchinette automatiche che (per fortuna) sono presidiate da un addetto che prende i soldi ed emette i biglietti per tutti. Se le avessero lasciate in balìa di loro stesse…credo che ci sarebbero voluti secoli per entrare. Appena dentro scelgo il percorso in autonomia e non quello con la guida. Credo e confermo che è la soluzione migliore; i templi si raggiungono tranquillamente a piedi ed è molto meglio documentarsi prima (se uno ne ha tempo e voglia) piuttosto che dover seguire un gruppo. Ho scelto la visita serale per poter ammirare la meraviglia di quel luogo dal tramonto fino a notte e, fortunatamente, anche questa volta la decisione si rivela azzeccata. Indescrivibile l’atmosfera che si vive passeggiando tra le rovine e, diciamola tutta, in quel momento della giornata escono delle foto che sono sia bellissime che davvero particolari. Il percorso è abbastanza lungo, ma l’eventuale fatica non si sente: si è letteralmente persi nel guardare da una parte all’altra della strada poichè ogni passo ha qualcosa da offrire. Dopo aver visto il Partenone di Atene posso confermare che i templi sono più belli qui ad Agrigento. E’ ormai buio quando arrivo alla fine del tragitto; tornare indietro con le luci basse che indicano la via e con i templi illuminati ad arte è davvero fantastico. Si riesce ad immergersi almeno un pochino in quella che avrebbe potuto essere la realtà di quelle epoche lontanissime. Arrivo al parcheggio che sono quasi le 22:00 ed ho un “leggero” buco allo stomaco. Decido di andare a cena ad un ristorantino sul mare a Siculiana Marina (uno dei rari sfizi che mi concedo solitamente in vacanza) e poi a nanna.
Eccomi arrivato ad uno dei due giorni più terribili dell’anno: Ferragosto. In questa ricorrenza pare sia obbligatorio andare al mare in gruppi di minimo 10 persone alla volta. Il perchè non l’ho mai capito sinceramente. L’unica possibilità per evitare un po’ di caos è provare ad andare all’oasi WWF di Torre Salsa, una spiaggia raggiungibile dopo aver percorso uno sterrato non proprio breve e neanche perfettamente agibile per tutte le automobili, dato che sarebbe consigliato avere un fuoristrada. Ma purtroppo neanche questo ha fermato il marasma totale. Come sempre, mi reco a destinazione abbastanza presto per godermi un po’ di relax: arrivo al parcheggio e trovo una decina di macchine. Fra me e me penso di aver avuto fortuna, per cui lascio l’auto, pago i 3 euro per l’intera giornata e corro in spiaggia. C’è il deserto più totale: l’arenile è lunghissimo a forma di quarto di luna e completamente vuoto. Piazzo la mia roba in un punto che mi è sembrato migliore e mi metto a fare foto, ad ammirare lo splendido panorama che questa porzione di mare sà offrire (davvero magnifico) ed a rilassarmi con una lettura che mi sto portando dietro da un po’, dato che non ho mai il tempo di terminarla.
Ma il paradiso dura poco. Dopo neanche un’ora cominciano ad arrivare i plotoni. Si, è proprio questo il termine giusto. Difficilmente arriva una coppia mano nella mano perchè il 99% dei presenti si presenta “a blocchi”. Ma le cose belle non finiscono qui perchè la tendenza non è quella di cercare un bel posto largo e libero dove poter stare in santa pace. Assolutamente no! Si piazzano a due centimetri da dove finisce il tuo telo montando gazebo, tende da campeggio ed un minimo di 3-4 ombrelloni e cominciano a tirare fuori un parco giochi: racchettoni, palloni, trombette…e quando questo non basta più iniziano a tirarsi la sabbia “stile palle di neve”, assolutamente incuranti del fatto che rompono decisamente il cavolo. Sono riusciti a trasformare un’oasi del WWF nella spiaggia di Copacabana. Nonostante tutto riesco a sopportare poichè ciò che ho davanti è davvero superlativo, ma anche perchè in qualsiasi altro posto della zona avrei trovato ancora più casino. Alle 13:00 arriva un carrettino con gelati, bibite e poco altro poichè, in un’ambiente protetto, non possono certo esserci costruzioni in muratura con bar e/o cose simili. Singolare questo meraviglioso listino prezzi qui di seguito in cui, alla terza voce dei gelati, scopro per la prima volta come si scrive quella che ho sempre saputo chiamarsi “brioche”.
Lascio la riserva per tornare in appartamento a fare una doccia e passare una serata tranquilla, magari sorseggiando un cocktail. Il giorno successivo (16 agosto) decido di dare un’altra opportunità a Torre Salsa e provo a tornarci sperando che arrivi meno gente. In effetti è così, nel senso che arrivano molte più coppie e piccole famigliole. Si presenta solo un gruppo di quelli bestiali che, ovviamente, non si mette troppo lontano da dove sto io. Mi sà tanto che ho la calamita da qualche parte per attirare ciò che è terribile. In una spiaggia di forse 1,5 km si sentono solo loro, ovviamente. Comunque la giornata scorre via più tranquilla e serena rispetto al ferragosto. Riesco anche ad allontanarmi ed a seguire un sentiero che si arrampica su una collina per fare delle foto dall’alto che, come si vede nelle immagini pubblicate qui, rendono piena giustizia al luogo in cui mi trovo e motivano ampiamente il fatto che ci sono andato per ben due giorni di seguito.
Il fondale digrada molto dolcemente andando a largo e, in due punti ben distinti, si formano delle “secche” bellissime in cui, dopo aver nuotato per arrivarci, si può tranquillamente camminare con l’acqua che arriva poco più su delle caviglie: da questa prospettiva si vedono dei colori invisibili dalla normale spiaggia; peccato non aver potuto portare fin qui la fotocamera. Torno alla macchina nel tardo pomeriggio e trovo una gomma forata, sicuramente accaduto nel tratto di sterrato decisamente poco invitante che occorre fare sia in andata che in uscita dall’oasi. Mi guardo intorno e vedo decine e decine di macchine di ogni tipo, dalle più piccole utilitarie fino ai “macchinoni”. Nessun’altro ha avuto la mia stessa sorte e quando ho chiesto al responsabile del parcheggio dove poter trovare un gommista rientrando verso Siculiana è rimasto pure sorpreso. Incasso anche questa, monto il ruotino e vado verso l’indirizzo che mi è stato indicato. Lo trovo abbastanza facilmente e, nonostante fossero le 18:30, lo trovo aperto. “Miracolo!!!”…ma nuovamente non è tutto oro quel che luccica. L’officina è completamente aperta, ma dentro non c’è nessuno. Devo cambiare la gomma assolutamente perchè non posso certo circolare con quel “coso di scorta”, per cui, dopo aver chiamato più volte qualcuno, bussato e fatto rumore, mi rassegno e decido di aspettare. Dopo 2 minuti si affaccia una signora dal terrazzo che mi chiede di cosa ho bisogno. Mi pare ovvio che sto cercando un gommista e le rispondo educatamente. Mi dice con la una tranquillità disarmante che il titolare non c’è perchè è andato a fare una commissione; è quindi “tutto normale” secondo lei. Mi invita a ripassare più tardi, non prima delle 20:00. Le chiedo se è sicura perchè ho paura di trovare chiuso. Mi conferma che le 20:00 sono perfette (a Roma a quell’ora ti lasciano con la gomma a terra fino al mattino successivo fregandosene di chi sei o di chi non sei) e mi saluta. Abbastanza perplesso, ne approfitto per una doccia (sono abbastanza sporco dopo un’intera giornata di mare, ma anche e soprattutto per aver cambiato la ruota) e per fare un po’ di spesa. Quando torno scopro che la signora aveva ragione: mi presento alle 19:50 sperando in un colpo di fortuna, ma niente da fare: officina aperta come non mai e titolare ancora in giro. Alle 20:00 in punto si presenta il gestore. Vede cosa è successo e la fortuna continua: danno non riparabile con un semplice tassello come si fa nella maggior parte dei casi; il buco è su un lato e va cambiata tutta la gomma al modico prezzo di 65 euro. Ma ovviamente, essendo passate le 8 di sera, al momento non può procurarmi un nuovo pneumatico (se fossi rimasto a lavorare invece di farti i comodi tuoi probabilmente avrei risolto in serata…); per cui, a malicuore, ci diamo appuntamento al mattino seguente non prima delle 10:30 – 11:00.
Se avessi avuto dei programmi per la nuova giornata, grazie a questo episodio sarebbero andati letteralmente “a donnine”. Di tornare a Torre Salsa non ci penso proprio, dato che non posso rischiare di forare di nuovo. Con la giornata quasi dimezzata (il gommista mi ha restituito l’auto messa a posto poco prima di mezzogiorno) decido di andare alla spiaggia di Siculiana Marina per poi, in serata, andare a vedere un altro paese nei dintorni. E’ così che, dopo una bella doccia, mi dirigo verso Naro. Quando arrivo, parcheggiata la macchina, mi accorgo di essere capitato in una autentica bomboniera: il paese è davvero molto bello e ricco di storia e punti di interesse. E’ un mix di antico (ottimamente conservato) e moderno. La vita infatti scorre perfettamente e, mentre in altre realtà ho faticato a vedere gioventù per strada, qui a Naro ce n’è davvero tanta. Scopro queste bellezze durante il mio percorso decisamente in salita e contornato da un tramonto meraviglioso:
- Duomo Normanno
- Chiesa di Santa Caterina
- Porta d’oro
- Castello di Chiaramonte
- Chiesa di Sant’Agostino
- Chiesa di San Calogero
- Chiesa di San Niccolò
- Chiesa di San Salvatore
- Chiesa Madre
- Chiesa di San Francesco
Sono rimasto letteralmente sorpreso ed estasiato da come, in un comune di 8.500 abitanti circa, ci siano tante bellezze da ammirare. Alla fine si è fatto abbastanza tardi e per il rientro a Siculiana occorre quasi un’ora. Mi metto in macchina e percorro un breve tratto quando, prima una macchina, poi una seconda ed un’altra ancora di seguito mi fanno dei cenni con i fari. Credo che siano avvertimenti per un posto di blocco delle forze dell’ordine, un autovelox mobile, un incidente…ma quando arrivo poco più avanti a velocità molto ridotta, nella corsia opposta non mi trovo di fronte una autovettura, bensì una mucca con tanto di campanaccio al collo che, tranquilla e beata, se ne va verso il paese. Chissà da quale stalla o recinto è riuscita a scappare 🙂 Alla fine di tutto posso dire di aver passato una serata davvero bella. Se Naro fosse stata vicina al mare come Siculiana, molto probabilmente avrei voluto prendere lì l’appartamento poichè avrei trovato modo migliore per passare le ore serali.
Il giorno seguente vado a vedere quello che è un “must” della zona dal punto di vista naturalistico: mi reco prestissimo nel comune di Realmonte ad ammirare la famosa “Scala dei Turchi”. Si tratta di una insolita e singolare falesia costituita da una sperone di marna bianca che digrada dolcemente a strati verso il mare di color celeste chiaro, così da creare un contrasto cromatico incredibile. Davvero una rarità degna di nota.
Decido però, dopo aver fatto le dovute fotografie, di non andare in quel punto di mare perchè sicuramente sarebbe arrivata una calca pazzesca nel giro di poche decine di minuti. Avevo letto su internet che il vicino “Lido Rossello” non è da meno dal punto di vista del mare; inoltre, camminando in acqua, si avrebbe avuto anche da lì una vista stupenda proprio della Scala dei Turchi. E’ ancora presto, per cui trovo un parcheggio tra due strisce bianche in un luogo stracolmo di strisce blu a pagamento. Piazzo le mie cose in spiaggia e sto di incanto. Mi godo il mare che digrada verso il largo ancora più dolcemente del solito e mi rilasso. Dopo neanche un’ora mi ritrovo contornato in ogni angolo da persone, persone, persone ed ancora persone; guardo verso le scale di accesso alla spiaggia ed altre decine di persone le stanno scendendo inarrestabili, come Terminator che, quando cammina, non si ferma neanche davanti alle bombe. Non ci penso sù due volte: ripongo tutto e me ne vado via per non soffocare. In pochi minuti di permanenza in quella bolgia scopro che i miei vicini di destra hanno problemi con il cane del dirimpettaio, che i miei vicini di sinistra hanno un figlio malandato e che coloro che ho davanti hanno comprato un mare di verdura al supermercato prima di chiudere casa e venire qui. E io dico: Ma chi se ne frega??? Sono in ferie o al bar sotto casa a sentire i pettegolezzi ? Ma poi…da dove viene tutta quella gente ? E dove ha parcheggiato ? Sono domande retoriche, per le quali non esiste risposta. Sono lì e basta. Comunque, tornando a me, fuggo e mi rifugio ancora a Siculiana Marina. Gente ce n’è anche qui, ma l’immenso spiaggione fà sì che ci sia meno densità; in più ci metto la sosta all’alimentari per il panino mega-galattico. Che potrei chiedere di più ? Forse un prolungamento delle ferie…perchè quella che si appresta ad arrivare è l’ultima notte a Siculiana; domani avrei dovuto partire per lasciare l’appartamento ad altri ospiti dopo di me. Finisco la serata davanti ad un buon cocktail e poi via a fare le valigie, col muso lungo come sempre in questi casi.
Ultimo giorno. Non vado via alle 10:00, bensì alle 8:00. Il programma siciliano non è ancora finito perchè sono solito godermi questo genere di uscite fino all’ultimo minuto. Decido di avvicinarmi all’aeroporto di Palermo e di trascorrere una giornata sulla spiaggia di un comune che ho visto chissà quante volte passando sull’autostrada senza mai essermi potuto fermare: Balestrate. Ho sempre ammirato un mare stupendo dalla carreggiata, per cui avrebbe dovuto essere ancora più bello se visto da vicino. Non avrei potuto fare scelta migliore: ennesimo spiaggione, stavolta con sabbia più chiara rispetto alla zona di Agrigento. C’è molta meno gente e l’atmosfera è nettamente più tranquilla. L’acqua anche qui è chiarissima, il fondale è morbidissimo senza neanche un sassolino.
Tutto intorno non c’è niente, solo la via in cui tutti i presenti hanno parcheggiato la macchina, più un venditore ambulante di bibite e panini che ho scoperto essere molto simpatico quando ci ho comprato il pranzo. Un’altra bella differenza è che qui l’acqua è quasi calda, a differenza della parte a sud in cui la bassa temperatura del mare la fa da padrone. La giornata vola via troppo veloce, dato che mi trovo davvero molto bene. Per di più, all’ora di pranzo la spiaggia si svuota per due terzi poichè le persone vanno a mangiare a casa per poi tornare nel pomeriggio: 19 agosto al mare in Sicilia con un lido enorme e bellissimo quasi completamente a disposizione. Non me lo sarei mai immaginato e, anche per questo, me lo godo fino alla fine.
Rientro mestamente in macchina (stavolta è davvero finita) ed esco a Cinisi per mettere benzina, ultima possibilità di rifornimento per chi viene da Trapani/Mazara (consiglio; non fermatevi al primo distributore che, data la posizione, se ne approfitta; proseguite ancora un po’ e troverte un gestore IP che applica un buon prezzo al self-service pagando però solo con i contanti oppure, appena entrati in paese, c’è un Q8 che pratica lo stesso prezzo anche pagando con carte e bancomat. Boicottiamo tutti chi pratica prezzi troppo alti, per favore). Arrivo ai parcheggi “rent a car”, lascio la macchina e prendo la solita odiosa navetta che mi porta al terminal. Mancano due ore esatte al volo e succede l’apoteosi: al check-in per la consegna del bagaglio c’è una fila che va oltre l’immaginabile. Alla fine ci resto 75 minuti, per poi perderne altri 30 al controllo di sicurezza. Il volo, alla fine, è partito con 30 minuiti di ritardo circa per permettere a tutti di salire, ma questa è stata l’unica sbavatura di un rientro italiano di metà agosto; direi che ci si può stare.
Per i moltissimi punti di interesse ciò che la zona offre, consiglio a tutti di passare qualche giorno nella zona est della provincia di Agrigento. La zona ovest la vedrò sicuramente in un prossimo viaggio nel quale unirò anche il sud del trapanese.
Un appunto però lo devo fare alle solite istituzioni italiane che non funzionano. Avrei voluto tanto visitare i Vulcanelli di Macalube ad Aragona, molto vicino a dove ho alloggiato. Il sito, davvero molto interessante, è chiuso al pubblico da oltre due anni perchè, in quello che è stato classificato come un incidente, due bambini hanno perso la vita ed il loro padre ha rischiato molto di seguirli. Non sono un geologo e non mi va di scopiazzare qua e la da internet, per cui provo a spiegare a modo mio: I vulcanelli sono un fenomeno molto particolare ed affascinante in cui un terreno prevalentemente argilloso viene “spinto” da fenomeni gassosi presenti nel sottosuolo formando dei veri e propri mini-vulcani di fango. L’incidente: a causa di una esplosione sotterranea di anormale entità, una massa di fango si è alzata per circa 20 metri seppellendo i tre malcapitati, due totalmente ed uno parzialmente. Ora, valutato questo, dò la mia massima solidarietà, il mio massimo rispetto e le mie condoglianze alla povera famiglia colpita da questa tragedia, ma ribadisco che si è trattato di un fatto eccezionale. Perchè chiudere l’accesso ai non addetti ai lavori in questo modo ? Facciamo degli esempi:
- Anni fa lo tsunami che si è abbattuto su Thailandia ed Indonesia ha fatto centinaia di migliaia di vittime. Oggi quei luoghi sono aperti al turismo più floridi di prima. Mica li hanno chiusi, o sbaglio ?
- Vogliamo restare in Italia? Quante gente muore ogni anno seppellita dalle valanghe di neve ? Per caso le montagne sono state chiuse ? Ovviamente no.
- Sempre in Italia, per caso i luoghi in cui sono avvenuti i terremoti (mi viene da pensare all’Abruzzo, all’Umbria, Allo stesso Belice in Sicilia) sono oggi interdetti oppure c’è stata la ricostruzione ed il ritorno alla vita normale ?
Bene, alla fine di tutto questo, durante il mio soggiorno in provincia di Agrigento, a causa di una decisione incomprensibile delle autorità, non ho potuto visitare i Vulcanelli di Macalube di Aragona. Grazie tante a chi ha fatto questa folle scelta ai danni dei cittadini.