In Costa Azzurra per carnevale

di admin

L’apertura dello scalo di Nizza come destinazione di compagnie aeree low-cost è stata un’occasione davvero troppo ghiotta per non approfittarne. Si è così paventata l’idea di visitare una famosa quanto bella zona della Francia del Sud: la Costa Azzurra. Ho scelto di farlo in un periodo dell’anno particolare in cui è possibile assistere ad un rito molto sentito da queste parti che è il carnevale. Volete la verità? Francamente a me non interessa quasi per niente come tipo di evento, però non posso negare l’evidenza delle cose, e cioè che determinate città assumono connotati davveri unici che un viaggiatore non può evitare col paraocchi. Oltre a questo sono però stati determinanti altri due fattori: il primo è il lato economico (andare in quelle zone “di fascia alta” in piena estate vuol dire lasciarci letteralmente il portafogli) mentre il secondo è il lato dell’affollamento (non che a Carnevale non ci sia nessuno…anzi…ma sicuramente a luglio/agosto sarebbe potuto essere ancora più invivibile). Quindi, con tre punti a favore del “si”, cliccare sui vari tasti “prenota” è stato un gioco da ragazzi, ovviamente appena trovate le offerte giuste.

Volo Easyjet che spacca il minuto ed arrivo in terra francese in un batter d’occhio; stavolta non ho neanche il tempo di addormentarmi. Scendo dall’aeromobile e mi rendo conto subito dell’estrema organizzazione di quello scalo: in 20 minuti circa sono già seduto dentro la macchina noleggiata, al punto che così non c’è quasi neanche gusto. Sto per dire all’impiegata del desk che lo scherzo è stato bello, ma che ora è il momento di tirare fuori qualche problema come succede sempre…ma a causa del mio pessimo francese lascio perdere; avrebbe potuto capire qualsiasi cosa, anche poco carina. Ricapitolando, qui tutto è semplice, rapido ed intuitivo mentre certe volte si beccano degli aeroporti dove per capire la direzione giusta occorre aver prima acceso un cero a qualche Santo del posto. Mi armo di navigatore satellitare e mi dirigo verso la prima tappa della giornata: Menton.

Vista la rapidità delle pratiche in aeroporto, arrivo a destinazione molto presto e va benissimo così; la scelta di venire prima di tutto qui è strategica: le sfilate per il carnevale cominceranno nel primo pomeriggio quando me ne sarò già bello che allontanato evitando il marasma, ma tutto ciò che verrà impiegato per la parata/sfilata è già pronto e messo in strada, per cui alla portata della mia fotocamera. Prima di parlare di cosa vedo, qualche parola per questo comune è d’obbligo: è la patria dei bei giardini poichè ce ne sono tanti e tutti degni di nota; ricordo il Jardin Botanique Exotique du Val Rameh, il Jardine Fontana Rosa, il Jardine de la Villa Maria Serena ed i Jardins de la Serre de Madone. Anche il centro è carino e ben curato: bello passeggiare nella strada pedonale; ma non è ancora tutto perchè troviamo anche la Basilique Saint-Michel Archange e la Chapelle des Penitens Blancs, entrambe realizzate in stile barocco. Per finire manca l’ultimo tassello non da poco che è un bel mare a fare da ciliegina sulla torta a tutto cioè che ho appena elencato.

Scorcio del mare a Menton

Scorcio del mare a Menton

Camminando, oltre ai già citati punti di interesse, riesco a vedere molto nitidamente le testimonianze del particolarissimo carnevale di Menton conosciuto come “la festa del limone”; è un evento davvero unico al mondo in cui sfilano per le vie cittadine quelli che potrei definire dei carri allegorici completamente realizzati con agrumi, dalle tonalità gialle ed arancioni. Posso garantire che trovarsi davanti quei “cosi” è davvero affascinante. Chissà quanti agrumi e chissà quanto tempo ci vuole per realizzare quelle enormi sculture, se calcoliamo quanto sia piccolo un limone. Ma la fantasia e l’abilità umana, si sà, riesce a fare questo ed altro.

Enorme scultura realizzata con agrumi

Enorme scultura realizzata con agrumi

 

Dettaglio della scultura realizzata con agrumi

Dettaglio della scultura realizzata con agrumi

Dopo aver contemplato tali opere frutto di autentica maestria torno verso la macchina; ormai qui ho visto tutto ed una moltitudine di gruppi di persone si sta avvicindando minacciosamente per la sfilata. Saluto la compagnia e mi dirigo verso la seconda importantissima tappa del mio week-end che è il Principato di Monaco.

Arrivo a Montecarlo con una convinzione: devo stare attento a come mi muovo per non farmi spennare. Questa parte del tragitto è bellissima ma costruita per gente abbiente, categoria della quale francamente non faccio parte, altrimenti non ruberei preziose ore al sonno quasi ogni notte per cercare offerte low-cost. Faccio subito un giro di orientamento e mi dedico prima alla visita della parte “bassa” della città. Con la macchina percorro le strade e le curve del circuito cittadino su cui ogni anno si svolge il prestigioso Gran Premio di Formula 1; lì dove sto passando con la mia iper-utilitaria presa a noleggio ci corrono a 300 km/h i migliori campioni della categoria più prestigiosa dell’automobilismo, e devo dire che fà davvero un effetto strano…nel senso che quando si vede il GP in televisione sembra quasi un altro luogo a causa delle tribune, delle transenne e della massa di persone che vi accorrono; però la strada asfaltata è quella ed è ciò che conta.  Parcheggio l’automobile ovviamente a pagamento (c’era da dubitarne?) e percorro a piedi la distanza che mi separa dalla Piazza del Casinò. Vi arrivo ed il colpo d’occhio è davvero molto bello: tutto curato alla perfezione con palazzi tenuti come oggetti sacri, l’erba tagliata come neanche “Edward mani di forbice” avrebbe saputo fare, fiori coloratissimi, un hotel in cui le stelle non entrano nell’insegna per quante sono e poi lui, il Casinò di Montecarlo.

Ingresso del Casino di Montecarlo

Ingresso del Casino di Montecarlo

 

Bellissimo scorcio della Piazza deò Casino

Bellissimo scorcio della Piazza deò Casino

 

Riflesso della scultura al centro della Piazza del Casino

Riflesso della scultura al centro della Piazza del Casino

Premetto che non sono un giocatore d’azzardo, non compro gratta&vinci, non gioco al superenalotto e gli unici soldi che regalo alla fortuna (e puntualmente vengo derubato) da quando il Totocalcio è diventato un gioco insignificante li metto nelle scommesse sportive con scarsissimi risultati; è come se qualcosa fosse contro di me perchè se gioco il Real Madrid vincente contro il Rocca Spugna vince puntualmente il Rocca Spugna. Ma è anche vero che mi trovo lì e decido, una volta tanto, di strafare, così vado tutto baldanzoso alla cassa a cambiare un intero foglio da 10 (dieci…) euro per poter giocare alle slot machines. Com’è andata? Alle solite, nel senso che il mio vicino di giocata, puntando anche lui 10 euro, ne ha vinti 80 ed è andato a riscuotere, mentre il mio “deca” si è volatilizzato dentro a quelle macchinette dopo 3 nanosecondi. Comunque contento perchè le tradizioni sono e restano importanti (mannaggia a quel Casinò…) esco fuori nella splendida terrazza e mi godo il bellissimo panorama che offre. Torno all’esterno e proseguo la passeggiata per un po’ ammirando sontuosi palazzi tra cui Le Theatre Princesse Grace. Decido quindi di dirigermi verso la parte alta di Montecarlo, quella sicuramente più antica e degna di interesse. Il percorso a piedi passa in mezzo a vicoli pieni di negozi di souvenirs ed altri generi davvero suggestivi. Premetto di nuovo che non ho fatto in tempo ad arrivare per il cambio della guardia previsto per le 11:55 in punto (seconda arrabbiatura dopo la fregatura al gioco) ed è questo il motivo per cui non ne posso parlare e non la posso documentare; è un vero peccato, ma non tutte le ciambelle riescono col buco. L’attrazione maggiore è senza dubbio la Residenza Grimaldi, ma non ècertamente l’unica.

Facciata della Residenza Grimaldi

Facciata della Residenza Grimaldi

Oltre alla splendida vista sul porto sottostante della quale si gode da così in alto, cito la Cattedrale in stile romanico-bizantino (i siti di gossip aggiungerebbero “dove è stato celebrato il matrimonio tra il Principe Ranieri e Grace Kelly” come se fosse quell’insignificante dettaglio a rendere omaggio a quell’opera), il Museo Oceanografico, le Jardin Exotique (spettacolare giardino che ha al suo interno moltissime piante esotiche e addirittura grotte naturali con stalattiti e stalagmiti) e, ritornando nella parte bassa, il Porto.

Istituto Oceanografico

Istituto Oceanografico

 

Cathedral Saint Nicolas

Cathedral Saint Nicolas

 

Porto di Montecarlo visto dall'alto

Porto di Montecarlo visto dall’alto

Non mi aspettavo così tanta bellezza sinceramente; credevo fosse più una situazione costruita a regola d’arte mentre mi rendo conto visitando ciò che ho appena elencato che la storia, passando, si è fermata anche qui. Torno alla macchina e riparto alla volta della prossima tappa: Nizza. Ma non prima di aver mostrato un’immagine inquietante 🙂

Il colpo d'occhio non promette nulla di buono...

Il colpo d’occhio non promette nulla di buono…

E qui, purtroppo anche se atteso, succede l’inevitabile: causa carnevale in corso (il più grande e seguito evento di tutta la Costa Azzurra) vedo masse di persone e di carri allegorici in ogni dove, ma non posso assolutamente dire di aver visto la città.

Carnevale di Nizza: Carri Allegorici (1)

Carnevale di Nizza: Carri Allegorici (1)

 

Carnevale di Nizza: Carri Allegorici (2)

Carnevale di Nizza: Carri Allegorici (2)

 

Ecco da dove il gabbiano assiste alla parata. Mi scemo...

Ecco da dove il gabbiano assiste alla parata. Mi scemo…

Ogni angolo è tappezzato da gente accorsa lì per l’evento dell’anno. Ma questo è ovviamente il motivo per cui ho piazzato questa visita (più doverosa che altro) a questa città come terza tappa della giornata e non come prima. Sapevo cosa avrei trovato e che, mettendola come base di inizio, avrei potuto rovinarmi tutto il resto del giro; così utilizzo quel mezzo pomeriggio per mescolarmi in quell’atmosfera di festa, per viverne le sensazioni e per fare tutti gli scatti possibili con la fotocamera.

Basilica di Notre Dame - Nizza

Basilica di Notre Dame – Nizza

Nizza la vedrò con calma un’altra volta. Lascio quel caos comunque quando già è buio pesto intorno a me, per cui significa che del tempo ce l’ho speso. Mi dirigo verso l’hotel prenotato da casa che è situato a Vence, tappa strategica per il tour che avrei iniziato il giorno successivo. Arrivo nel grazioso paesino e trovo l’albergo non senza difficoltà: ovviamente ho l’indirizzo ma il navigatore lo toppa in pieno, così andando a sensazioni finalmente lo trovo; mi accorgo poi che un cartello a bordo strada lo indica, ma sinceramente lo trovo invisibile al 95% della sua estensione , per cui sono soldi spesi molto male, secondo me. A proposito della sistemazione giunge il momento di calare un vero e proprio velo pietoso. Non so perchè (sicuramente c’è una ragione) il mio fiuto da segugio che mi permette di trovare sistemazioni e camere coi fiocchi spendendo poco/pochissimo non funziona in Francia; è come se ci fosse una specie di jattura quando visito questo paese. Non vorrei fraintendere nessuno: non è che trovo hotels sporchi, con insetti, topi o decandenti. La verità è che sono anche puliti, ma davvero vecchi e brutti. Anche stavolta non è da meno: memore di altre esperienze passate decido di dedicare qualche euro in più alla camera, così prenoto una nota catena internazionale che non mi ha mai deluso prima. Appena entro nell’albergo mi prende un colpo ed il secondo bello forte e secco arriva entrando in camera. Ma come cavolo è possibile che un paese come la Francia lasci in piedi ‘sti tuguri e gli affibbi pure un noto marchio ? O meglio: come fa quel marchio a tenersi una cosa del genere ? Dentro a quella stanza la tristezza regna sovrana: mobili vecchi, letto che sicuramente ha visto le due guerre mondiali e copriletto osceno. Io non sono affatto un purista di queste cose e quando so di dovermi adattare non ho alcuna pretesa se non quelle di base e della buona igiene, ma in questi casi non riesco proprio a tenere ferme le dita dal continuare a scrivere obrobri su quella struttura. Ma ora viene il bello: proprio pochi minuti fa mi sono collegato al sito dell’hotel per ricordarne meglio i trascorsi: le foto delle camere sono a dir poco ottime: è stato completamente ristrutturato, forse subito dopo la mia partenza, ed oggi è un gioiellino. Grrrrr!!!! Ringrazio la proprietà di questo bello scherzetto, incasso e vado avanti. Per fortuna avrei dovuto passare li solo una notte. Esco in cerca di qualcosa per la cena e trovo davvero poco, se non due-tre ristoranti tipici francesi ultra-cari in cui si può mangiare solo una carota del giorno prima, un fungo porcino malandato e per dessert una mela…bacata se si vole spendere meno di una trentina di euro a persona. A parte gli scherzi, entro davvero nel meno caro dei locali e mangio qualcosa di sufficiente, ma mi fanno piangere comunque quando arriva il conto. Torno in stanza e non ho neanche il coraggio di chiedere in reception se hanno la wi-fi, così dormo e chi si è visto si è visto.

Al mattino seguente mi sveglio presto e lascio la camera prima possibile (per fortuna la colazione non è compresa, così andrò a farla fuori scegliendo il miglior croissant di tutta la Costa Azzurra). Prima tappa odierna è una vera chicca: Saint Paul de Vence.

Questo paesino si trova a pochissimi chilometri da dove ho alloggiato fino a poco fa e da solo ripaga la desolazione della notte. Si tratta di un borgo medievale arroccato su di una collinetta in cui vivono stabilmente non più di 40 persone. Anche se un po’ costruito per il turismo, lo reputo comunque una piccola bomboniera in cui passeggiare senza tempo ammirando la fortificazione che funge da perimetro, ma anche vicoli, botteghe artigiane, atelier di artisti, vedute stupende della valle sottostante, piccoli angoli storici e piazzette romantiche.

Sain Paul de Vence - una fontana

Sain Paul de Vence – una fontana

 

Saint Paul de Vence - uno dei vicoli

Saint Paul de Vence – uno dei vicoli

Nonostante ci siano persone a passeggiare ed a scoprire quel luogo, il silenzio regna quasi sempre sovrano e sembra di essere ben lontani degli sfarzi della vicina costa. Ricordo volentieri che qui si trova la Chapelle du Rosaire dipinta niente meno che da Matisse. Durante la mia permanenza a Saint Paul de Vence ci passo tutto il tempo possibile in considerazione della prosecuzione del tour, ma prima di andare via non posso non notare una bizzarra scultura che penzola letteralmente tra due case: si tratta di un uomo sdraiato a riposarsi, quindi niente di particolarmente interessante, ma la foto che segue mostra il motivo per cui lo trovo semplicemente fantastico 🙂

Singolare scultura a Saint Paul de Vence

Singolare scultura a Saint Paul de Vence

Saluto il borgo medievale e mi dirigo verso quella che sarà una grande delusione: la cittadina di Grasse, famosissima per essere la capitale mondiale dei profumi. Arrivo a destinazione e posteggio l’auto in un parcheggio coperto vicino al centro. Prima di iniziare il giro faccio la colazione, della quale parlavo prima, in un bar: quassù il freddo si fa pungente e non è proprio come il giorno precedente a Menton…; mi metto in cammino alla scoperta di quella che avrebbe dovuto essere una delizia. E’ un piacere passeggiare nel dedalo di vicoli che formano la parte storica di Grasse, ma è l’atmosfera che si respira a rendere tutto davvero normale e scontato. Mi sembra di essere in un luogo come ce ne sono tanti; il vero fulcro è Place aux Aires, piazzetta di forma allungata che annovera la presenza di portici, alberi, negozi e di una fontana. Il colpo d’occhio è buono, ma davvero niente di più. Un altro punto di interesse degno di nota è la Place di Petit Puy dove si affaccia la Cattedrale “Notre Dame de Puy”.

Cattedrale di Grasse con auto parcheggiata davanti: Bravi !!!

Cattedrale di Grasse con auto parcheggiata davanti: La foto ringrazia !!!

Per il resto ricordo che il maggiore patriminio della città riguarda i profumi: c’è infatti un importante museo ed essi dedicato e fabbriche da poter visitare in momenti prestabiliti. Ma per tutti coloro cui non piace questo tipo di turismo, a Grasse c’è poco altro da restare allegri. Lascio anche questo luogo al quale assegno il voto 6 in una scala da uno a dieci. Sinceramente non mi ha entusiasmato neanche un po’ e la sufficienza in questi casi è quasi sempre per incoraggiamento a fare meglio. Torno al parcheggio, riprendo l’auto e riparto. Mi aspetta la terza tappa del giro quotidiano: Cannes.

Chiunque stia dedicando del tempo per leggere questo racconto e vuole sapere il mio punto di vista è subito accontentato: questo posto è totalmente sopravvalutato e reso celebre solo dalla festa del cinema (importante a livello mondiale) che si tiene ogni 365 giorni al modernissimo Palais du Festival. Oltre a questo, passeggiare sull’altrettanto famoso Viale de la Croisette è come camminare su un lungomare qualunque con la  sola differenza che, dal lato a monte, ha una caterva di hotel pluristellati, di negozi grandi firme, casinò e caffè dai costi inarrivabili neanche col pensiero. Sinceramente dò pieni voti solo al mare che trovo veramente bello e con un colore stupendo dove oggi trovo anche una meravigliosa scultura di sabbia.

Pazzesca scultura di sabbia a Cannes

Pazzesca scultura di sabbia a Cannes

Ma permettetemi di dire che lusso estremo non vuol dire bellezza nè tantomeno concorre a fare la storia. Per me che mi trovo a mio agio quando viaggio nei paesi del terzo mondo proprio perchè le persone sanno valorizzare al massimo il niente che hanno, trovarmi qui significa subìre un vero e proprio schiaffone morale alla povertà dilagante. Non capisco cosa ci si trovi di bello in tutto questo, ma a sentire i cosiddetti critici pare di trovarsi in paradiso qui. Signori, sveglia!!! I paradisi sono ben altri e non stanno certo a Cannes. Oltre a questo “niente” si può vedere e visitare la fortezza sulla vicina Ile Sainte Margherite: oggi al suo interno c’è istituito un bel museo marittimo mentre vi sarebbe stato prigioniero “Maschera di Ferro” nel racconto di Dumas; infine degni di nota anche la Cappella e museo Bellini (che ospita molti dipinti del pittore Bellini) e La Malmison (altro edificio che raccoglie quadri contemporanei). Arrivato a questo punto guardo l’orologio e vedo che non ho più molto tempo a disposizione prima del volo di rientro dall’aeroporto di Nizza. Devo ancora prendere la macchina, uscire da Cannes, fare il pieno, arrivare all’aerostazione, riconsegnare il veicolo e correre al terminal; se fossi stato in piena estate non ce l’avrei mai fatta a causa del traffico che congestiona la zona, ma sono sempre più dell’idea di aver scelto bene il periodo in cui visitare questi luoghi. Infatti, quando arrivo nei pressi di Antibes vedo che non ci sono particolari problemi alla circolazione e decido di fare una”mattata” delle mie: toccata e fuga anche in quel centro che a casa avevo segnato tra quelli da visitare. Per fortuna parcheggio quasi subito (ovviamente a pagamento…e come sennò?) e mi incammino. I minuti sono davvero contati. L’area comunale si divide di fatto in due parti ben distinte: La Vieille Ville (città vecchia) racchiude praticamente tutto ciò che di bello c’è in città. Ci sono strade da girare a piedi senza una mèta precisa, ristoranti e negozi di ogni genere. Degni di nota sono i bastioni sul mare e la cattedrale. Antibes Juan-les-Pins è invece la zona nuova e più viva: è infatti il fulcro della vita notturna, c’è il casino, spiagge sabbiose e negozi di classe ed alta moda. Ovviamente, avendo poco tempo a disposizione, mi concentro solo sulla Vieille Ville e poi riparto.

Arrivo all’aeroporto di Nizza senza alcun problema e come previsto. Anche al ritorno, come in andata, la riconsegna dell’auto a noleggio è facile e rapida. Mi trovo al terminal col solito buon anticipo, cosa non da poco che mi consente di essere tra i primi a salire a bordo del velivolo ed avere i soliti zero problemi col borsone nelle cappelliere. Ad esperienza terminata, togliendo Nizza che, ripeto, non ho potuto visitare causa previsto caos per il carnevale, il giudizio finale sulla parte toccata è in chiaro/scuro. La partenza è stata davvero “in discesa”: bella Menton, ottimo il Principato di Monaco, bellissima Saint Paul de Vence. Poi la dura “salita” con le piccole delusioni date da Grasse, da Cannes (soprattutto) ed anche da Antibes che mi aspettavo migliore di come l’ho trovata. Ma comunque ho fatto decisamente bene a prenotare ed organizzare questo giro perchè non potevo proprio continuare a non avere la Costa Azzurra tra il mio bagaglio di destinazioni.

 

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