Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Marsiglia? Clicca qui!
Vuoi vedere il video con tutte le foto più belle di Nizza? Clicca qui!
Ho una strana e personale ricorrenza che mi diverto a portare avanti da sempre: è il viaggio di compleanno. Come recita il nome stesso, si tratta dell’uscita più prossima al “mio” giorno dell’anno tra le tante che prenoto. E’ una stupidaggine e lo so io per primo, però si vive anche di questo e non solo di cose serie. Tutto ciò nell’attesa in cui potrò festeggiare il mio anniversario di nascita su una spiaggia da sogno, cosa che in tutto questo tempo ho sempre sperato ma non ho mai realizzato. Per il 2017 “l’onore” è andato alla città di Marsiglia, o almeno così credevo in partenza. Magari per molta gente il mese di novembre non è il massimo per visitare una località come questa, ma per me invece è il top: prezzi più bassi in generale per raggiungerla e pernottarci, pochissima gente rispetto alle orde di turisti che la assalgono d’estate e dita incrociate per invogliare il meteo a darmi una mano sono gli ingredienti di ciò che sto per fare. Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi: la Vueling ha pensato bene di cancellare il mio volo di rientro che sarebbe dovuto avvenire da Nizza e sono stato costretto a partire il giorno successivo. In questo modo, disagi a parte per l’ufficio e cose varie, ho potuto organizzare alla mia maniera anche l’esplorazione di questa seconda località totalmente spesato. Vediamo come è andata…
Sabato mattina: L’ormai solito volo dell’alba da Roma Ciampino mi aspetta, così raggiungo il secondo scalo romano con l’utilizzo dei mezzi pubblici per contenere i costi. Stavolta il viaggio è particolare perchè il rientro avverrà su Fiumicino, quindi quella che ho fatto è la scelta migliore anche per quest’altro motivo. Tutto ok ai controlli di sicurezza ed all’imbarco: essendo il primo movimento della mattina per il velivolo, un ritardo significherebbe esclusivamente una clamorosa mancanza di organizzazione. Un buon sonno mi accompagna per tutta la breve tratta da percorrere e mi trovo nel sud Francia che è ancora presto. Esco dall’area arrivi e vado subito a prendere il frequente bus navetta che conduce alla stazione ferroviaria di Vitrolles, la più vicina allo scalo marsigliese. Si potrebbe prendere il classico collegamento diretto in bus che però…ha prezzi disumani, per cui scelgo l’opzione più laboriosa ma meno costosa. In pochi minuti sono a destinazione e mi trovo davanti poco più di una banchina sui binari. Acquisto il biglietto ad una macchinetta ed aspetto che arrivi il primo treno. Devo ammettere che fa un discreto freddo pur non essendo ancora inverno; il fatto è che un venticello niente male sta soffiando e non c’è modo di ripararsi. Le poche panchine coperte lasciano passare spifferi da ogni parte. Finalmente il convoglio arriva ed in pochi minuti mi trovo alla stazione centrale “Saint Charles” di Marsiglia. Dopo aver alzato il naso ed aver scoperto che la città non profuma affatto di sapone (…) inizia il calvario del deposito bagagli. Si sà che la Francia è la nazione più presa di mira dal terrorismo in questo periodo, però in nessun posto al mondo ho mai trovato uno scanner che esaminasse il mio borsone come in questo caso. Appena mi trovo dall’altra parte del marchingegno noto che il personale è lì solo per sorveglianza e che non fa nient’altro; all’interno del locale ci sono tantissimi lockers e quindi è tutto fai-da-te. Ecco in arrivo il secondo problema: avendo visto gente che lavorava non mi sono posto il problema delle monete credendo che ci fosse una cassa e che potessero farmi il resto. Ovviamente mi sbagliavo e nel portafogli ho solo due banconote da 50 euro l’una. C’è una macchina cambiasoldi ma prende massimo pezzi da 20 euro, perciò sono fregato. Come ultima chance mi rivolgo agli addetti chiedendo un favore (giuro che è l’ultima cosa che avrei voluto fare) ma naturalmente ottengo picche. Così sono costretto ad uscire nuovamente, ad andare a consumare qualcosa al McDonald locale ed ottenere da loro il resto adatto alle mie esigenze. Torno da dove sono venuto, ripasso il bagaglio nello scanner e finalmente posso depositarlo in una delle tante cassette di sicurezza. La bile bolle già di primo mattino e la voglia di mandare quei quattro sgallettati fannulloni a quel paese è forte, ma la cosa più importante è visitare la città, così’ respiro ed esco. La giornata novembrina è semplicemente FANTASTICA: c’è un sole che spacca le pietre anche se l’aria si mantiene fresca. Devo decidere la prima direttrice da seguire e passo su quella che prende il nome di “Escalier de la Gare Saint Charles”, una bella scalinata ricca di sculture.
Prendo “Boulevard Voltaire” e trovo poco dopo il monumento chiamato “Vierge Dorèe” il cui nome dice tutto.
Una buona passeggiata mi porta fino ad uno dei capolavori della città: il Palais Longchamp ed il relativo parco. A quest’ora del mattino purtroppo c’è un problema di ombra che rende la visuale un po’ meno spettacolare del normale, ma l’insieme è lo stesso fantastico. Sempre qui si trovano il Museo delle Belle Arti ed il Museo di Storia Naturale; dietro al palazzo c’è il relativo parco.
Dopo una bella scorpacciata di immagini mi rimetto in moto. Da queste parti non c’è più molto da vedere, per cui decido di tornare in zona stazione e cambiare area. Una volta lì prendo “Boulevard Charles Nedelec” e raggiungo Port d’Aix, una specie di arco di trionfo locale.
Mi dirigo verso l’Eglise des Carmes e durante la tratta incrocio anche un bel paio di topi che si mostrano disturbati dalla mia presenza, come se mi fossi permesso di interrompere il loro pasto.
Sono diretto adesso su “La Canebiere”, una delle strade più importanti di Marsiglia che termina la sua corsa sul mare. Prima però osservo la Paroisse Saint-Cannat ed il rinnovatissimo Museo di Storia che comprende anche “le Jardin des Vestiges”. A destinazione trovo il Museo della Marina e dell’Economia all’interno del “Palais de la Bourse et Chambre de Commerce”. Proprio di fronte, ma solo dopo aver superato “Rue Beauvau”, ecco in vista il Teatro dell’Opera.
L’Eglise Saint Charles (situata in una via troppo stretta per una foto decente) ed il bel Palazzo di Giustizia sono i miei prossimi obiettivi.
La vicina “Place de la Corderie” ospita il monumento a Frederic Chevillon, un ex uomo politico. “Cours Pierre Puget” mi conduce fino all’omonima statua che da il benvenuto all’ingresso dell’omonimo parco raggiungibile con una breve rampa di scale; qui trovo la statua dedicata a Louis-Toussaint Dassy, uomo di chiesa ed anch’egli politico locale.
Esco dal parco e sono proprio sulla strada che, ben bene in salita, conduce ad un altro dei punti forti di Marsiglia: la “Basilique Notre Dame de la Garde”. Costruita in stile neobizantino, si trova nel punto più alto della città ed è uno spettacolo che si può ammirare da ogni parte la si guardi.
Come si può ben vedere dall’imagine pubblicata, in cima all’alto campanile vi è una grandissima statua della Madonna col Bambino, opera di Eugene-Louis Lequesne. Anche l’interno è davvero degno di nota; nel complesso c’è anche una scultura dedicata ai missionari partiti per portare la buona novella ai fratelli di tutto il mondo. Da quassù è anche possibile avere una panoramica della città, del mare ed anche dello Stade Velodrome molto suggestiva.
La strada che mi porta fino all’Abbaye Saint-Victoir è abbastanza lunga, ma almeno stavolta è tutta in discesa. Dell’intero complesso costruito addirittura nel V° secolo arriva a noi la sola Chiesa Abbaziale; tutto il resto è andato distrutto durante la Rivoluzione Francese.
Purtroppo il vicinissimo Fort Saint-Nicolas è chiuso per lavori in corso (tanto per cambiare…), così mi dirigo ad ammirare il bel Palais du Pharo e l’antistante parco “Emile Duclaux”. Pare che il palazzo sia stato un regalo di Napoleone alla moglie Eugenia (una cosina da niente…), mentre nel parco sono installate delle sculture monumentali dell’artista Bernar Venet che a me fanno clamorosamente schifo. Se quella è arte io sono il re d’Inghilterra. Il Monumento agli eroi ed alle vittime del mare completa l’offerta.
La posizione di questa zona permette di avere una vista su tanti punti di interesse che andrò ad osservare nelle prossime ore. Tra tutte le immagini possibili però me ne rimane impressa una in particolare: una veduta d’insieme del porto e poi della città che si sviluppa alle sue spalle.
Chiudo la mia presenza qui e torno indietro; durante il percorso mi colpisce la presenza di una strana scultura.
Arrivo per la prima volta a passeggiare in riva al porto di Marsiglia, lo stesso della foto pubblicata poco fa. La giornata, che non sembra affatto di metà novembre, mi regala scorci incantevoli. Il Teatro “La Crièe” ed il Museo del Sapone di Marsiglia passano alla mia destra e poi, colpito da una piazzetta, ci vado ed osservo la fontana che scopro in Place Thiars.
Sul piazzale di “Quai des Belges” noto l’installazione di un mini-Mercatino di Natale; con questo sole sembra del tutto fuori luogo, ma il via ufficiale in tutta Europa per questo genere di attività ci sarà il prossimo fine settimana, per cui niente da dire. L’Eglise Saint-Ferreol mi è davanti e non manco certo di osservarla. Più avanti trovo il Palazzo del Municipio con degli striscioni enormi che inneggiano alle Olimpiadi di Parigi del 2024. Cari francesi…sapete cosa vi dico? Ma teneteveli pure! Francamente non ci tengo a far diventare la città dove vivo un casino ingestibile causa presenza di milioni di turisti in aggiunta a quelli che ci vengono già. Almeno in agosto voglio gustarmi Roma “vuota per ferie”. Questa fobia per le manifestazioni sportive proprio non la comprenderò mai. Ben vengano si…ma da un’altra parte.
Mi sposto “sul retro” e vado a vedere per prima cosa la “Maison Diamantèe” (una specie di Palazzo dei diamanti a Ferrara, ma più in piccolo) e poi l’Eglise des Accoules. Proseguo per “Rue Caisserie” e su “Place de Lenche” trovo il monumento ad Henri Tasso (ex sindaco di Marsiglia). Più avanti mi aspetta la particolare Eglise Saint-Laurent.
Una passerella taglia tutta la carreggiata sottostante e mi porta fin dentro a Fort Saint Jean dove un servizio di sicurezza moooolto blando effettua una perquisizione moooolto superficiale permettendo a tutti i presenti un rapido deflusso. Vale a dire che stanno li solo per fare scena. A dire il vero questo posto non mi piace per niente. Si tratta di una fortificazione del VXII° secolo e quindi tanto di cappello, però non mi lascia niente. Le uniche due cose interessanti sono la “Tour du Fanal” ed un’altra passerella che conduce al modernissimo edificio che ospita il Museo della Civilizzazione dell’Europa e del Mediterraneo.
In questo momento mi trovo esattamente di fronte alla fortificazione in cui era il Palais du Pharo che riesco a vedere nitidamente. Lascio anche il Fort Saint Jean e mi dirigo verso un nuovo punto molto bello di Marsiglia: la sua Cattedrale. La vista dalla distanza lascia senza fiato.
Quando arrivo in loco riesco ad entrare all’interno e, una volta fuori, ad osservare nelle immediate vicinanze i monumenti dedicati rispettivamente al “Chevalier Nicolas Roze” (uomo che svolse un ruolo importantissimo durante la peste nel 1720) ed a Fracois-Xavier de Belsunce (vescovo della città sempre ai tempi della peste). In più mi godo anche una bella vista dell’edificio religioso da vicino.
Mi addentro nelle viuzze delle immediate vicinanze e, tra una salita e l’altra, arrivo al palazzo chiamato “La Vieille Charitè”, edificio del VXII° secolo che serviva a dare alloggio ai poveri ed agli indigenti del luogo. Nella stessa zona noto anche un dipinto murale davvero particolare e lo porto nell’album dei ricordi.
Adesso nell’atmosfera novembrina mi ci devo calare eccome: l’orologio segna ancora pomeriggio, ma noto che il sole inizia a tramontare. Logico: con il cambio dell’ora di fine ottobre ci diamo ogni anno la zappa sui piedi da soli, come se non bastasse il naturale diminuire della quantità della luce che l’avvicinarsi al solstizio di inverno provoca. Di tempo utile per la visita diurna non ne ho più molto, però devo fare il possibile perchè domani avrò mezza giornata scarsa per terminare il tutto. Devo però fare mente locale su cosa manca ed è così che decido di andare verso il palazzo che ospita la Prefettura; quando ci arrivo riesco a scattare una foto che ne prende solo una parte (quasi tutto per la verità) poichè è molto grande. Un bel monumento alla Pace, la giustizia, la libertà, il diritto ed il lavoro si trova lungo la strada che mi porta alla “Paroisse Notre Dame du Mont”.
Termino il mio giro per oggi andando a vedere la zona di “Course Julien” che si trova vicinissima. Avevo letto on-line che si tratta di un’area molto particolare perchè interamente tappezzata da dipinti murali moderni ed in effetti è vero. Non c’è un singolo muro che sia stato risparmiato dai writers. Visto questo si avvicina l’ora dell’appuntamento per la consegna delle chiavi della stanza dove dormirò stanotte. A dire il vero è un monolocale che ho prenotato ad una cifra ridicola e sono anche curioso di vederlo. Passo dalla stazione a prendere il mio borsone ed aspetto. La signora è abbastanza puntuale e mi accompagna di sopra (quinto ed ultimo piano); effettivamente è una stanza sola, però è talmente organizzata bene da riservare lo spazio necessario ad ogni attività. Certo…un mese o più non ci si potrebbe vivere, però per una notte va più che bene. Ringrazio, saluto e subito dopo esco per un rapido giro in notturna e per la cena. Che è novembre lo si vede anche dal fatto che, nonostante questa sia la seconda città della Francia, c’è poca gente in giro anche in centro. Decido quindi di trovare un kebab per mangiare ed un market per le solite bibite da consumare nelle ore prima di dormire. A stomaco pieno rientro definitivamente e, dopo aver sistemato un po’ di cose, mi addormento.
Domenica mattina: la sveglia l’ho impostata abbastanza presto; è di basilare importanza per me terminare il giro di Marsiglia prima di dover prendere il Flixbus con direzione Nizza aeroporto da dove partirà il volo di rientro per Roma nel pomeriggio. Se proprio dovrò farlo, vorrò lasciare non visto il meno possibile. Guardo fuori dalla finestra ed anche oggi è una giornata bella quasi come quella di ieri. Peccato che oggi io sia costretto a portare con me tutta la mia roba. Pagare di nuovo la custodia ai lockers non ne varrebbe la pena, così mi armo di pazienza (perchè certe cose a volte succedono) e vado. Arrivo in “Place Stalingrad” ed osservo una fontana lì presente; poco dopo la mia vista viene riempita dalla bellissima “Eglise Saint Vincent de Paul”.
Proprio di fronte osservo il “Monument des Mobiles” eretto in onore dei soldati che combatterono la guerra franco-tedesca nel 1870 e 1871. Di lato c’è invcece il Teatro Municipale “Odeon”, nome importante ma locale scadente almeno dall’esterno. Nello stesso spiazzo vedo anche due giraffe (madre e figlioletto) ovviamente “finte”.
“Allèe Leon Gambetta” mi conduce fino alla “Fontaine Fossati”; da qui mi sposto di fronte alla storica Biblioteca Alcazar. Poco lontano trovo la “Halle Puget”, luogo oggi ristrutturato in cui si svolgeva il mercato della carne e del pesce nel XVII° secolo. Nella stessa area vedo anche uno strano ombrello di metallo che, se è vero ciò che sembra, è in balìa della ruggine e quindi pure pericoloso.
Il prossimo obiettivo è la Grande Sinagoga, però prima di arrivarci passo davanti a “Cours-Honorè-d’Estienne-d’Orves” dove osservo una copia della statua “Milon de Crotone” di cui l’originale è conservato al Louvre di Parigi. Come spesso avviene, l’edificio religioso ebraico è nascosto dietro ad una enorme cancellata di colore nero che lo copre almeno per metà. Prima o poi smetterò di andare a vedere certe cose perchè sono quasi sempre delusioni enormi.
Mi sposto ora, con una buona passeggiata, presso Place Castellane dove posso osservare la “Fontaine Cantini”. Più lontana “l’Eglise du Sacre Couer” che trovo un po’ troppo coperta dagli alberi per quelli che sono i miei gusti. Mi sposto poi sul “Parc du 26eme centenaire” ma ne rimango deluso: a parte un laghetto e gente che corre non c’è altro.
Riesco al volo a passare davanti al “Theatre des Bernardines”, che a dire il vero sembra più una chiesa, e poi faccio ritorno alla stazione Saint Charles. Li acquisto qualcosa da mangiare ed attendo che arrivi il mio Flixbus.
Salgo sul pullman verde che ha Genova come destinazione finale e percorro la tratta fino a Nizza Aeroporto. Quando mancano trenta minuti all’arrivo ricevo un sms. Generalmente non dò importanza a queste cose nell’immediato, ma la domanda sorge spontanea: nell’era di whatsapp…chi è che manda un sms? Faccio bene a guardare perchè il mittente è la Vueling che mi informa della cancellazione del mio volo. Mi reco al banco informazioni e capisco subito cosa è successo. Saremo si è no in 20-30 persone in coda, per cui alla compagnia è convenuto imbarcare tutti nell’aeromobile in partenza domani…lunedi…giorno del mio compleanno, anzichè far partire due aerei. Ovviamente mi faccio dare tutto il possibile, cioè notte in hotel e cena a spese altrui; quando la trafila finisce prendo la stanza e, senza aver potuto preparare niente, mi fiondo sul primo autobus locale in direzione del centro per non perdere tempo prezioso. A dire il vero a Nizza c’ero già stato anni prima durante un giro più ampio in Costa Azzurra, per cui non sono proprio allo sbaraglio totale. Ricordo bene che quella volta non mi piacque per niente, ma la colpa non fu della città, bensì della situazione: era il periodo di carnevale e la trovai stracolma di gente; in più eravamo in quattro, le ore a disposizione erano poche e bisognava accontentare le volontà di tutti. Fu’ un modo assolutamente pessimo di viaggiare quello, ma se le cose non si provano almeno una volta non si possono conoscere. Fatto stà che non l’ho mai più ripetuto e mai lo ripeterò in futuro. Meno teste ci sono a decidere e più una visita riesce bene, questo è poco ma sicuro. Percorro la “Promenade des Anglais”, il famoso vialone che, tra le altre cose, è stato macchiato di sangue da uno degli attentati effettuati utilizzando macchine e furgoni che investono i passanti. Scendo alla fermata “Gambetta” e, dopo aver osservato a dovere il fantastico mare qui presente, mi dirigo verso il primo punto di interesse conosciuto che è Ville Massena: costruita tra il 1898 ed il 1901 venne donata pochi anni dopo alla città di Nizza dalla famiglia proprietaria; da allora è stata aperta al pubblico che ancora oggi può ammirare il bellissimo giardino ed un museo di storia al suo interno. Percorro poi Boulevard Gambetta e trovo l’Eglise Saint-Pierre d’Arene.
Vado sparato verso “Place du Palais de Justice”, una piazza il cui perimetro è composto da una serie di bellissimi edifici storici; i due più particolari sono in assoluto il Palazzo di Giustizia ed il Palais Rusca.
Da qui si entra nei vicoli che compongono il centro storico di Nizza; negozietti che vendono merce di ogni tipo, ristorantini e tavernette restringono ancora di più lo spazio a disposizione dei soli pedoni. E’ un ambiente davvero unico e caratteristico che va goduto con una passeggiata a ritmo lento. Arrivo fino a Place Garibaldi dove posso vedere l’edificio che ospita la Chapelle du Saint-Sepulcre e, davanti ad essa, la statua dedicata all’eroe dei due mondi.
Se da una parte l’effetto ottico adesso è stupendo, dall’altra parte il calar del sole è implacabile ed il buio impiega un attimo ad arrivare. Ormai non posso più fotografare niente in modalità diurna e sono sottoposto all’orario della cena imposto dall’hotel dove alloggio. Decido quindi di fare ancora due passi e poi rientrare. Sicuramente in stanza avrei passato il resto della serata a studiare questa inaspettata destinazione. Passando per Place Charles Felix osservo la “Chapelle de la Misericordie”, anche se lo spazio utile per poterla far entrare tutta nell’obiettivo della reflex sembra non esserci.
Arrivo così in “Place Massena” dove fotografo la “Fontaine du Soleil” ed un’altra fontana ancora, stavolta di quelle che zampillano acqua dal pavimento, situata proprio all’inizio della “Promenade du Paillon”. Il mio giro si conclude con la “Basilique Notre Dame de l’Assomption”.
Torno alla fermata sulla “Promenade des Anglais” ed arrivo in hotel dove mangio; il costo del menù a buffet sarebbe stato di 27 euro per portate insignificanti. Se lo avessi dovuto pagare di tasca mia sarei stato sicuramente a digiuno prima di farmi derubare da questi ladri autorizzati. Vado poi in stanza per studiare cosa avrei potuto e dovuto vedere domani con l’ausilio del mio portatile. Elaboro anche le mie solite mappe e chiedo ad una receptionist se può farmi la cortesia di stamparle, ma quando me le consegna capisco che non ne è capace perchè sono totalmente inutilizzabili, dato che non ha fissato bene i margini e che tutto è tagliato; non vedo altra scelta che procedere col tablet, nella speranza che la batteria regga. Alla fine dei giochi però…nel male della cancellazione subìta, ho ricevuto un regalo in anticipo: un giorno in più in Francia in una città diversa senza dover tirare fuori un soldo e soprattutto con un meteo che promette sole pieno anche domani.
Lunedi mattina: mi sveglio abbastanza presto perchè il tempo che avrò a disposizione potrebbe non essere sufficiente per esplorare il resto della città, ma ce la metterò tutta. Intanto in testa auto-canto il “tanti auguri a me” ecc ecc. Pensandoci bene, a parte mia madre ed i colleghi, chi lo avrebbe fatto? La risposta è nessuno. Conscio del fatto che non sia affatto un giorno speciale, faccio il check-out e lascio il bagaglio in custodia all’hotel; poi prendo lo stesso autobus di ieri e torno in centro. Come mio solito provo a vedere prima le parti periferiche, così il primo obiettivo che mi pongo e che raggiungo è la Chiesa Ortodossa Russa di San Nicola.
Quando trovo il Monumento a Charles de Gaulle significa che sono arrivato nell’omonima piazza; li vicino vedo anche l’edificio della “Gare du Sud”.
Proseguo l’esplorazione della città con la vista “dell’Eglise Saint Nicolas et Sainte Alexandra” e poi trovando una “vecchia” conoscenza della sera precedente: posso adesso ammirare la Basilique Notre Dame de l’Assomption illuminata dal sole e non dalle luci artificiali.
Ovviamente non posso non raggiungere anche Place Massena e la “fontana zampillante”.
Decido di proseguire sulla Promenade du Paillon e trovo prima la statua dedicata al Generale Andrea Massena e poi una copia del David di Michelangelo. Alla fine, sulla sinistra c’è “l’Eglise Saint-Jean Baptiste Le Voeu” (il vero e proprio bosco di alberi presente mi costringe ad una foto quasi orribile), mentre di fronte vedo il Theatre National de Nice che ha nel piazzale una strana fontana.
Attraverso Place Garibaldi e mi dirigo verso il Porto che però è interessato da una serie di lavori in corso. Avrei potuto non trovarli? Esiste al mondo una città senza qualche buca per terra? Prima o poi mi capiterà…forse. Almeno l’Eglise Notre Dame du Port è libera da impedimenti.
Faccio una magnifica passeggiata lungomare; a differenza di ieri pomeriggio quando sono arrivato per la prima volta in città, il sole è altissimo nel cielo e non in fase di tramonto. Inutile dire che il colore dell’acqua è favoloso; solo l’assenza di attrezzatura balneare mi impedisce di tentare un rapido bagno anche se è metà novembre. Giuro su me stesso che ciò che vedo rasenta la bellezza dell’estate, ma con zero persone in spiaggia: un paradiso. Lungo la strada incontro il Monumento in onore di Carlo Felice di Savoia e, poco dopo, la bella commemorazione ai caduti per la patria. Tra le varie cose noto anche il logo tridimensionale “I LOVE NICE”; mi viene una domanda: come mai gli ultranazionalisti francesi non hanno creato questa scritta nella loro lingua? La risposta è semplice: perchè il dio denaro è più forte di qualsiasi altra cosa ed orgoglio anche oltralpe. Siamo tutti uguali e fatti con lo stesso stampo. I confini sono solo delle illusioni.
La piccola Cappella della Santissima Trinità mi dà nuovamente il benvenuto tra le viuzze del centro. Proprio di fronte, dove ieri sera c’ero quasi solo io, adesso c’è un mercato con decine di bancarelle e persone dappertutto in cerca dell’affare della giornata.
Ovviamente non ci penso neanche ad entrare in quel carnaio umano e quindi cambio strada. Il mio obiettivo attuale è quello di provare a setacciare ciò che queste stradine hanno da offrire. L’atmosfera l’ho già scoperta ed assaporata ieri pomeriggio/sera, per cui la ricerca si fonda su monumenti ed edifici. La Cathedrale Sainte-Reparate, l’Eglise Saint-Jacques-le-Majeur, la Chapelle Saint-Croix (con lavori di restauro in atto) e la Chapelle de la Visitation Sainte Claire entrano a far parte del mio album dei ricordi prima di salire le scale e trovarmi sulla strada che, ancora in salita, mi porterà fino alla collina del castello.
La passeggiata regala più che altro un po’ di relax in mezzo al verde, una zona archeologica e tanti panorami sulla città sottostante. Di più non c’è nè da fare nè da vedere, anche perchè l’accesso alla sommità è interdetto causa lavori in corso e…soprattutto…perchè non c’è nessun castello: ciò che prima era considerato come una fortezza inespugnabile è stato prima espugnato e poi distrutto. Ricordo comunque che, durante il precedente viaggio negli anni passati, ci ho potuto accedere alla sommità e sono tornato giù con poco più di un nulla di fatto.
Scendo dalla collina e mi imbatto nell’Eglise Saint-Augustin che devo fotografare da posizione laterale causa la sua vicinanza con altri edifici di fronte. Tornando verso il mare, il Municipio cittadino mi aspetta tutto nascosto (e con le guardie che mi osservano in cagnesco, mortacci loro) in “Rue de l’Hotel de Ville”.
Da qui raggiungere la Promenade des Anglais è un gioco da ragazzi. Secondo i miei calcoli manca solo questa parte da vedere e quindi procedo. Inizio con una rappresentazione in piccolo della Statua della Libertà di New York, messa lì per celebrare il legame di lunga data tra Francia e Stati Uniti (sai che affare che è…)
Una serie di lavori in corso non permettono la totale fruizione del parco situato poco dopo, così ho modo di osservare a dovere almeno il Monumento del Centenario. Poi concludo il tutto (purtroppo il tempo a mia disposizione è terminato) con due chicche: il “monumento” ad una sedia da spiaggia e l’immagine simbolo che mostra chi usa i lettini a novembre.
Direi che con questo è tutto, anche perchè il mio tempo è scaduto. Attendo quindi il bus verso l’hotel e, quando arrivo, prendo il borsone e vado a piedi in aeroporto che si trova dall’altra parte dello stradone. Alcuni miei compagni di sventura si stanno facendo accompagnare col minibus della struttura: una vera vergogna. Oggi il volo c’è ed a casa ci torno; giusto in tempo per andare a prendere mia madre all’autostazione tiburtina e cenare con le candeline sulla torta.
Conclusioni: Marsiglia e Nizza sono assolutamente due città che meritano di essere visitate e su questo non ho dubbi. Sicuramente aiutato da un meteo folle e fuori stagione ho passato tre giorni intensi come neanche io mi aspettavo. Non capita tutti i giorni una cancellazione aerea “positiva” (nel gruppo dei colpiti c’era una ragazza disperata perchè sarebbe dovuta andare per forza a lavorare il giorno successivo ed è scoppiata in lacrime), ma una volta tanto che un danno non diventa anche una beffa è bene goderselo.