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Questo del quale sto per parlare è il quinto week-end fuori del 2020…probabilmente l’ultimo per un bel po’ di tempo perchè la sera stessa del mio rientro a casa il governo ha varato l’ormai famoso decreto che colora di arancione tutta l’Italia, anche se la tonalità più adatta sarebbe il nero più cupo che esiste; tale documento isola di fatto la nostra nazione dal resto del mondo per l’emergenza Corona Virus, come se non bastasse la lista infinita di paesi che ci stanno rifiutando l’accesso o che ci stanno trattando come appestati da una quindicina di giorni a questa parte. Non solo non possiamo più uscire dai confini statali, ma neanche di casa se non per motivi ritenuti validi. L’unica differenza con ciò che ha imposto la tanto odiata Cina (dal punto di vista politico) ai suoi cittadini è la pena di morte per chi viola la norma, da noi sostituita con l’arresto; poi più o meno la solfa è la stessa con pesantissime limitazioni alla libertà personale di tutti. Perciò qualsiasi tipo di viaggio è escluso almeno fino al 3 aprile prossimo, ma per mio personale parere la cosa si spingerà ben più in la. Ovviamente spero per una volta di avere torto marcio, ma da come si stanno mettendo le cose nelle altre nazioni europee non riesco proprio ad essere ottimista. Comunque questo blog parla di viaggi e non di epidemie, per cui chiudo la parentesi che spiega chiaramente il perchè non potrò più pubblicare nuovi racconti e video nell’immediato futuro e vado avanti. Sono già stato a Malta in passato per una bellissima ed intensa settimana di vacanza estiva ed in quell’occasione ho visitato molte località (vedi post dedicato), ma un tarlo mi è rimasto ben impresso: non ho mai setacciato a modo mio la capitale, le famose “3 Città” e gli immediati dintorni. Dato che lasciare le cose a metà non è da me ho approfittato di un’offertona Ryanair (19,90 euro per andata+ritorno) ed Airbnb (18 euro per il pernottamento) per passare due meravigliose giornate fuori spendendo meno di quaranta euro di costi fissi. Per quanto sia carina, La Valletta è una città molto piccola (non tocca neanche i 6.000 abitanti come dice la stima del 2016) e quindi per riempire il tempo ho aggiunto con piacere qualche altra cosuccia arrivando a toccare le limitrofe Floriana, Sliema, Pawla e Tarxien. Ho lasciato volutamente fuori dal mio percorso la località di Saint Julian poichè non c’è praticamente nulla da vedere e perchè è famosa per essere il fulcro di orde di ragazzini che soggiornano sull’isola “per motivi di studio”…e le virgolette sono tutto un programma. Andiamo a vedere cosa è successo…
N.B.: ci tengo a precisare che nel post che segue ho volutamente non interrotto il modo “sarcastico/polemico” che contraddistingue i miei testi. In tutto questo però non dimentico e non sottovaluto assolutamente che siamo nel bel mezzo di un’epidemia mondiale e che la gente sfortunata soffre davvero; a loro (non importa di quale nazione siano) vanno tutta la mia solidarietà ed i miei migliori auspici di pronta guarigione.
Sabato mattina: per una volta ho l’onore e la fortuna di non partire di venerdi sera dopo il lavoro, così passo la notte a casa. Mi sveglio alle 5:30, giusto in tempo per prepararmi a dovere, salire in macchina ed effettuare tutta la trafila che mi porterà dritto all’aeroporto di Fiumicino con tutta calma. Quando arrivo la situazione è surreale: pochissima gente presente e molti con le mascherine al volto dai colori e dalle forme più disparate. Mi colpiscono due casi: una mamma “mascherata” sta spingendo il passeggino con dentro la figlia e quella povera bambina ha anche lei applicata in faccia la medesima protezione; il fatto è che quella cosa è enorme per quel faccino e solo per un pelo le lascia liberi gli occhi facendo sembrare il tutto una enorme mutanda! L’altra stranezza è il genio puro, ovvero il vincitore dei vincitori che assolutamente non si può descrivere, ma solo vedere:
Ai controlli non c’è fila ed in due minuti netti faccio tutto; una volta al gate noto con sorpresa che il mio volo avrà a bordo circa il 60% dei passeggeri sul totale dei posti disponibili; recentemente ho visto foto su facebook di cabine con solo 6-7 persone sedute e mi aspettavo più o meno qualcosa di simile. Mi rincuoro perchè solo per il fatto di essere partito e non aver rinunciato al viaggio mi sono beccato più di qualche offesa dai soliti moralisti da strapazzo, ma evidentemente non solo l’unico a pensarla in questo modo: se le autorità mi permettono di andare non vedo perchè non dovrei farlo. Una volta a bordo, giusto per non farmi mancare proprio nulla, nella mia stessa fila (la numero 11) io ho il posto al finestrino, quello in mezzo è vuoto e quello sul corridoio è occupato da una ragazza asiatica che sta riponendo il suo passaporto…Coreano. Quindi il caso ha voluto farmi giocare ad alta quota il derby dei contagi tra le due nazioni (Italia e Corea) che si giocano la piazza d’onore per numero di casi accertati dopo la Cina, fortunatamente irraggiungibile. I settanta minuti di volo passano in fretta, anche perchè dormo tutto il tempo come un sasso per recuperare un po’ del solito sonno arretrato. Vorrei vedere l’arida ed impervia superficie maltese durante l’atterraggio…ma la fila numero 11 della Ryanair è quella senza finestrino, per cui continuo a ronfare in silenzio. Alle 11:30 mi trovo fuori dal piccolo scalo della località di Luqa e corro alla fermata del bus “X4” che prendo dopo cinque minuti di attesa. Il biglietto si fa a bordo e costa 1,50 euro in inverno e 2,00 euro in estate, valevole sempre due ore. La tratta verso il capolinea (ovvero l’autostazione della capitale “La Valletta”) a quest’ora dura circa 30-35 minuti causa traffico abbastanza intenso. Appena scendo dal pullman sento cadermi sulla testa qualche goccia di pioggia, degna conseguenza di un cielo molto nuvoloso; fortunatamente non è niente di invasivo e sopporto in silenzio. E’ già mezzogiorno passato e mi devo mettere in moto, così inizio subito il mio tour studiato a tavolino dalla bella “Triton Fountain” che mi pregio di fotografare da diverse angolature.
Mi accoglie la “City Gate”, ovvero la semplicissima porta di accesso alla città (ubicata tra il bastione di Saint John ed il bastione di Saint James) che mi permette di entrare in un mondo quasi interamente edificato usando la pietra calcarea maltese, materiale che fa del giallo-miele il colore dominante. La prima immagine che vedo è quella del “New Parliament Building”. Una cosa mi colpisce subito: c’è davvero tanta gente a passeggio mentre io mi aspettavo di trovare poco movimento perchè questa è, a pieno titolo, una località estiva. Invece mi sbagliavo in pieno.
Sia alla mia destra che alla mia sinistra ci sono due scalinate gemelle; decido per la seconda opzione perchè da quella parte avrò pochi punti di interesse, per cui appena vedrò quelli potrò chiudere il capitolo e tornare indietro. Bastano poche decine di metri per poter entrare nel cancello che delimita l’area verde chiamata “Hastings Garden”, purtroppo ben abbandonata a se stessa; ok…è inverno…ma questa io la definisco incuria. Qui trovo il “Monumento per Lord Hastings” (ex governatore di Malta) all’interno di un tempietto, il “Simbolo dell’Amicizia tra maltesi ed armeni” e la “Ponsoby’s Column” della quale è rimasta poco più della base. Da qui mi pregio di vedere una delle caratteristiche migliori di questa parte di isola, ovvero i panorami. Esco poi dal giardino e mi sposto verso un punto vicinissimo che affaccia sulla città e che mi regala uno scorcio niente male, da ricordare perchè lo menzionerò di nuovo più tardi.
Qui è proprio tutto, così mi dirigo nuovamente davanti al Nuovo Parlamento ed imbocco la scalinata opposta rispetto alla precedente. Una volta in cima devo prendere atto di una realtà che mi accompagnerà per tutto il tour: essendo il parcheggio un problema non da poco, in moltissime delle foto che scatterò ci saranno una o più automobili a rompere le scatole. In uno spazio ristrettissimo ci sono una serie incredibile di punti di interesse, così non mi resta altro da fare che elencarli uno ad uno in sequenza anche se questo sicuramente risulterà noioso; il fatto è che tra l’uno e gli altri la distanza è clamorosamente minima per poter parlare di qualcosa di diverso. Inizio con l’edificio che ospita sia la “Banca Centrale di Malta” che il Museo delle Valute; proseguo con la scultura che prende il nome di “A Flame that Never Dies” progettata da Valerio Schembri. Subito dopo è la volta dei monumenti dedicati a “Manwel Dimech” (scrittore, giornalista e politico) e “Dom Mintoff” (ex primo ministro). Il “The Knot” ricorda il Summit Internazionale delle Migrazioni svolto proprio qui nei giorni 11 e 12 novembre 2015. La cornice di tutto questo è il bellissimo “Castille Palace”. Alla sua destra (per me che ho il palazzo di fronte) c’è la “Statua per Gorg Borg Olivier” (statista locale) che ha alle sue spalle la “Borsa di Malta”. Dalla parte sinistra trovo il “Monumento per Paul Boffa” (politico) e poi due chiese dirimpettaie, ovvero “Nostra Signora delle Vittorie” e “Santa Caterina d’Alessandria). Chiude il cerchio l’omaggio a “Jean de la Valette” (Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri e padre del nome della capitale maltese).
Mamma mia che scorpacciata! mi sembra di essere stato all’ all-you-can-eat quando ti servono tutte le portate ordinate su di un tavolino da 20 centimetri di larghezza nel quale ci devono entrare anche il piattino, la salsa di soia con relativo contenitore e pure la bottiglia d’acqua. Dietro all’ultima scultura c’è il MUZA ( Museo Nazionale delle Belle Arti), mentre dopo pochi passi arrivo su “Pjazza Teatru Rjal”, uno spazio occupato quasi interamente da un teatro all’aperto; è particolare, ma niente di che ed in aggiunta qualsiasi immagine io tenti di portare con me viene uno schifo. Anche se è un po’ appartato, noto il Monumento dedicato agli architetti “Francesco Laparelli e Girolamo Cassara”.
Il programma mi porta di nuovo accanto al New Parliament Building e da qui riparto seguendo per un tratto la strada principale (Triq Ir-Repubblika); ci vuole davvero poco per notare diverse impalcature che ricoprono edifici soggetti a ristrutturazione e già immagino che qualcosa di mio interesse sia coinvolto. Va bene con la “Chiesa di Santa Barbara” (i lavori la sfiorano soltanto) e con il “National Museum of Archaeology”, ma non con la Chiesa di San Francesco d’Assisi che quindi non posso vedere in nessun modo.
Una deviazione mirata mi porta davanti alla “St. Andrew’s Scots Church” che faccio una fatica boia a fotografare perchè si trova in una posizione poco felice rispetto alle altre costruzioni che ha intorno. Successivamente sia la “St. Augustine Church” che il “Teatro Manoel” mi sono totalmente interdetti causa lavori in corso, mentre la “Chiesa di Nostra Signora del Carmelo” è talmente grande da non entrare in nessun modo nell’obiettivo della reflex; a tal proposito vi rimando allo scorcio di La Valletta che ho preso subito dopo essere uscito dall’Hastings Garden: la cupolona che si vede lì fa parte dell’edificio religioso appena nominato mentre il campanile è della “Cattedrale Anglicana di San Paolo”. Di fronte a quest’ultimo edificio religioso c’è l’omaggio a “Dun Mikiel Sherri u Shabu” giustiziato il 17 gennaio 1799 dopo aver tentato di smantellare il dominio di Napoleone sulle isole.
Torno indietro e mi riaffaccio sulla strada principale all’altezza di altre cose veramente degne di nota: sto parlando dell’imponente “Palazzo di Giustizia” che ha ai suoi piedi il “Monumento a Guido de Marco” (ex presidente della Repubblica di Malta). Di fronte c’è il “Great Siege Monument 1565” dell’artista Antonio Sciortino che commemora il Grande Assedio di Malta; oggi è usato dalla popolazione come ricordo per Daphne Caruana Galizia, giornalista e blogger che si occupava attivamente di inchieste inerenti la corruzione locale e che, ovviamente, è stata uccisa in un attentato perchè divenuta troppo scomoda. Chiude la piazza la scultura per “Papa Pio V°”. Su Triq San Gwann c’è un vero e proprio gioiello, ovvero la “Concattedrale di San Giovanni” che merita di essere osservata sia internamente che esternamente. Dall’altro lato della via, ubicato tra due blocchi di tavolini di un bar, c’è il “Monumento per Enrico Mizzi” (ex primo ministro).
Allungo qualche minuto per vedere la “Chiesa del Naufragio di San Paolo” che ha una facciata veramente anonima; invertendo la marcia mi ritrovo sotto al portico dell’edificio che ospita la “Biblioteca Nazionale di Malta” che tento di osservare dal miglior punto possibile. Davanti ad esso c’è la candida “Statua per la Regina Vittoria”, anche lei messa a reggere il moccolo tra i tavolini di un bar/caffè.
E’ il momento di entrare in “St. George Square”, una piazza di discrete dimensioni con una fontana di quelle che zampillano acqua dal pavimento ubicata al centro della stessa. Il perimetro è composto da begli edifici: alla mia sinistra c’è il “Main Guard” ed alla mia destra il “Grandmaster Palace”. In fondo c’è spazio per il “Monumento al 7 giugno”, data che per i maltesi è festività nazionale. Anche se ne ho già incontrati molti fino ad ora, colgo l’occasione per fotografare una delle caratteristiche maggiori dell’isola, ovvero i piccoli balconi dei palazzi chiusi con delle verande molto particolari. Ce ne sono di tantissimi tipi e colori diversi e qui ne riporto un esempio.
Prendo Triq L-Arcisqof e trovo quasi subito la “Chiesa Greco-Cattolica Nostra Signora di Damasco”; la foto che segue è di scarsa qualità, ma credo di aver fatto un miracolo a portarla nel mio archivio dato il pochissimo spazio disponibile. Lo stesso discorso vale per la “Chiesa dei Gesuiti” subito dopo l’angolo della medesima strada e per la “Chiesa di Santa Ursula” alcune decine di metri più avanti. Purtroppo le vie di La Valletta sono quasi tutte strette e c’è poco da fare. La storia si ripete con la bellissima “Basilica di Saint Dominic” (peccato perchè è davvero notevole), ma finalmente la tortura finisce con la “St. Nicholas Church” e la semplice “St. Magdalene Church”.
Vado avanti e mi imbatto in una delle tante fortificazioni di Malta: questo in particolare è “Fort St. Elmo” che ospita il Museo Nazionale della Guerra. Da questa posizione si ha una veduta nitida di “Fort Rikasoli” che fa parte della città di Kalkara, separata da La Valletta da un braccio di mare. Dedico qualche secondo anche al “Breakwater Bridge”. Mi diletto poi a scattare qualche istantanea al panorama che offre la “Wuestenwimd Beach” prima di raggiungere ed osservare da vicino il “Siege Bell War Memorial”, la cui campana suona ogni giorno alle 12:00 in onore delle vittime della seconda guerra mondiale. Subito dietro vinco la mia personale scommessa entrando nei “Lower Barrakka Gardens”: questo posto è curatissimo, tutto verde e pieno di vita a differenza dell’Hastings Garden; quindi la colpa o il merito sono della diversa attenzione dell’uomo e non del fatto che siamo in inverno. Qui da vedere c’è il “Monumento a Sir Alexander Ball” (ammiraglio britannico) che mi si presenta davanti con una graziosa cornice (vedi immagine seguente) e la scultura di Ugo Attardi che prende il nome di “Enea”. Da qui la vista sulle “3 Città” inizia a diventare interessante, ma so già che sarà migliore in seguito.
Guardo l’ora sullo smartphone e noto che il mio programma sta andando alla perfezione. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere piede negli “Upper Barrakka Gardens” per le 15:45 perchè alle 16:00 ci sarà la cerimonia dello sparo a salve del cannone, conosciuto come “Saluting Battery”. Vado avanti ed il prossimo punto segnato sulla mappa è notevole: sto parlando della “Victoria Gate” e, per raggiungerla, ho dovuto scendere una scalinata portandomi quasi al livello del mare. Sempre in questa zona noto uno scorcio interessante e lo metto nel mio album dei ricordi insieme alla vicina “Ta Lisse Church”. Torno al piano di sopra tramite il medesimo percorso e vedo la “Church St. Mary of Jesus”, non fotografabile a causa della posizione disgraziata rispetto agli altri edifici che la circondano.
Alla fine riesco nel mo intento ed eseguo l’ingresso negli “Upper Barrakka Gardens” on time. Come immaginavo la stessa idea non è venuta solo a me e c’è già un bel po’ di gente in attesa: la prima fila che dà sullo spettacolo è tutta occupata. La fortuna però mi aiuta e riesco a mettermi dietro ad una bambina non più alta di un metro e venti centimetri, così non ho nessuno che mi impedisce la visuale. Pagando qualche euro si possono raggiungere le guardie vestite con divisa tipica che spiegano ai turisti come si carica il cannone, ma francamente sto bene qui dove sono. Alla fine inizia il rituale fino allo scoppio che avviene alle 16:00 in punto; se l’avessi perduto mi sarebbe realmente dispiaciuto perchè alla fine la reputo un’esperienza piacevole. Lascio disperdere un po’ la folla e poi mi metto a setacciare il giardino (anche questo tenuto come meglio non potrebbe essere) che di cose da vedere ne ha diverse. Inizio con una bella fontana e proseguo poi con le sculture per “Lord Gerald Strickland” (politico), “Giuseppe Calì” ( pittore detto il diavolo con il pennello), “Winston Churchill” (non ha bisogno di presentazioni) e “Joseph Nicolai Zammitt” (legislatore e giudice). Infine l’opera chiamata “Les Gavroches” di Antonio Sciortino. Tornando ad affacciarmi da quella sorta di meraviglioso balcone che guarda il mare posso finalmente godere del panorama sulle famose “3 Città”, ma anche della vista di una nave molto particolare.
Per la capitale maltese i giochi sono finiti, per cui esco dai giardini, scendo una delle due scalinate gemelle descritte all’inizio del mio giro e mi ritrovo fuori dalla City Gate, proprio davanti alla Triton Fountain. E’ da qui che inizio la seconda fase prevista di oggi, ovvero la visita della località di Floriana. Una delle cose positive di questo tour è che le distanze non sono mai ampissime come invece accade in altre realtà, per cui il primo punto di interesse è a meno di cento metri dal luogo di partenza. La scultura che prende il nome di “Christ the King” apre le danze. Fu installata nel 1913 per ricordare il Congresso Eucaristico Internazionale che si tenne proprio in quell’anno. In un giardino nei dintorni osservo il “Commonwealth Air Forces Memorial”. Una breve passeggiata mi conduce di fronte al bel “War Memorial” caratterizzato da fiaccole che ardono senza sosta; nello stesso luogo, solo al di là della carreggiata, c’è l’omaggio allo scrittore “Dun Karm Psaila”.
Prendo ora Triq Sant’Anna fino ad una piccola piazza che ospita il “Monumento ad Antonio Manoel de Vilhena” (gran Maestro dell’ordine di Malta); poco più avanti la bellissima “St. Publius Church” si affaccia sull’omonima grande piazza che è completamente vuota. Mi dirigo verso “l’Indipendence Monument” che fa da guardiano all’ingresso del “Mall Garden”, un’area stretta e lunga piena di statue e con un paio di piccole fontane.
Esco dal giardino e mi basta superare un solo edificio per trovarmi di fronte a tre nuovi punti di interesse ubicati nell’arco di pochi metri quadri. Sto parlando della “Wignacourt Water Tower”, della “Sarria Church” e della “Robert Samut Hall”. Quest’ultima è un’ex chiesa metodista dismessa e donata allo stato maltese che ne ha fatto un centro per attività culturali.
Entro a curiosare nell’area del Giardino Botanico Argotti ma è chiuso; è un vero peccato perchè pare essere l’unica via d’accesso che porta alla Wignacourt Fountain e dunque dovrò mettermi l’anima in pace. Mi consolo però dando un’occhiata ad altre cose non segnate sulla mia mappa studiata da casa.
Proseguo il tour andando verso la direzione opposta e non ci metto molto a trovare la “Lion Fountain” e poi il “Monumento a Pietro Paolo Floriani” (ingegnere militare che ha dato il nome alla città) . Più avanti faccio un giro nei “Sir Luigi Preziosi Garden” che purtroppo noto essere lasciato un po’ troppo al suo destino; c’è anche da dire che non ha punti di interesse e che l’unica cosa che regala è una vista discreta sulle “3 Città”. Già che ci sono scendo per una discesa e faccio una passeggiata (ma una di numero…) nell’area che prende il nome di Valletta Waterfront. Sicuramente alla gente comune piace, ma a me fa semplicemente vomitare: si tratta di una via con edifici completamente nuovi occupati solo da ristoranti, pubs e roba simile. Magari una coppia in vacanza qui può passare una serata piacevole seduta al tavolino, ma per un viaggiatore singolo è solo una perdita di tempo e soldi perchè immagino che i prezzi di ogni cosa siano gonfiati. Mi mancano ancora due attrazioni e potrò così salutare anche Floriana. Stavolta il percorso da compiere è di circa un kilometro; una volta a destinazione posso osservare prima l’omaggio locale a “Dante Alighieri” e poi la “Porte des Bombes”.
Sia il sole che sta calando che lo smartphone mi informano che sono quasi le 18:00. Non che sia tardi in condizioni normali, ma non in quella nella quale mi trovo io. Spiego: ho letto che i supermercati di Malta chiudono alle 19:00 (parlo di quelli come Cristo comanda, non le bottegucce che hanno in vendita una scarpa ed una ciabatta) e devo percorrere circa due kilometri fino a L-Imsida, località dove avrò la stanza prenotata per la notte. Sono quasi al limite del tempo utile perchè, una volta li, dovrò prima trovare un market e poi avere il tempo utile per acquistare le solite cose per la cena che farò in camera con tutta la calma del mondo. Imposto il navigatore e mi metto in marcia attraversando la zona chiamata “Pietà” dove ho modo di fermarmi per un minuto per fotografare la “Chiesa della Madonna di Loreto”, totalmente inattesa.
Arrivo dove volevo alle 18:25 circa; intorno a me ci sono kebab come se non ci fosse un domani, una pizzeria a portare via e ristorantini vari, ma niente supermercato. Mi riaffido al navigatore e riesco a trovare qualcosa a 500 metri di distanza. Inutile dire che corro e che raggiungo il posto in tempo utile. Il negozio si trova al primo piano di un palazzo, sopra ad un autosalone. Appena entro mi dò un’occhiata in giro e purtroppo ho la conferma che a Malta i generi alimentari costano molto rispetto ad altre parti d’Europa: per le stesse cose che altrove compro spendendo dai sei ai nove euro, qui pago qualcosa di più di undici euro. Appena torno in strada riesco ad orientarmi da solo e vado all’indirizzo dell’appartamento prenotato con Airbnb. Sono in perfetto orario rispetto all’appuntamento fissato, così suono il campanello ma nessuno risponde al citofono. Provo a chiamare il numero indicato sull’itinerario, ma niente. Mando un messaggio whatsapp ed ancora niente. Mando un messaggio tramite la posta di Airbnb…ed ancora nulla di nulla. Comincio a vederla nera ed a pensare che forse il proprietario ha visto che sono italiano (e quindi un untore autorizzato di corona virus, come ci vedono ora nel mondo) ed ha deciso di punto in bianco di lasciarmi fuori. Decido di pazientare fino alle 20:00 (orario massimo che avevo dato per il mio arrivo) e faccio bene: alla fine qualcuno legge i miei messaggi e mi apre scusandosi del fatto di non aver sentito il campanello. Smetto di sudare freddo e finalmente vado in camera dove mangio le cose che ho comprato da poco mentre gioco al mio fedele calcio manageriale prima di addormentarmi a notte inoltrata.
Domenica mattina: la sveglia è intorno alle 8:00, quindi abbastanza comoda rispetto alle mie abitudini. Oggi dovrò vedere diverse località, ma tutte abbastanza piccole. Al check-out parlo due minuti col padrone di casa che mi fa presente come la situazione attuale in Italia sia critica e non posso fare altro che confermare. Dopo averlo salutato esco e comincio il mio itinerario proprio dalla zona in cui mi trovo: L-Imsida è un piccolo agglomerato di case che ha una graziosa baia al centro. Su di essa si affaccia la bella “Msida Parish Church” e, a distanza di pochi passi, c’è il “Workers Monument”, poi più nulla.
Quello che principalmente mi colpisce è che la giornata è quasi estiva: in cielo c’è un sole da paura e sono costretto a togliermi il giaccone per non sudare come un maratoneta quando giunge ad un passo dal traguardo. Comincio così a spostarmi verso Sliema che raggiungo dopo una passeggiata un po’ più lunga rispetto alla media. Il giro è studiato ad arte per terminare in un preciso punto, per cui non posso sgarrare. Mi accoglie la “Holy Trinity Church” seguita dalla “Parish Church of Sacro Cuore”; quest’ultima è degna di nota, ma allo stesso tempo troppo grande per poter essere fotografata come si deve rispetto allo spazio d’azione disponibile, così faccio del mio meglio ma il voto che dò all’immagine che segue è insufficiente.
Altra camminata e via così; stavolta l’obiettivo è la “Parish Church of St. Gregory the Great” e non me la lascio certo sfuggire. La “Church of Our Lady of Mount Carmel” affaccia su una spiaggia sabbiosa (Balluta Bay, per la precisione) dove il sole batte indisturbato regalando ai miei occhi un mare dal colore sublime; la voglia di fare il bagno lì è tanta, ma è comunque inizio marzo e ringrazio il fatto di non essere attrezzato per l’occasione. Piazza Tal-Balluta è ubicata al di là della carreggiata: mi mostra una graziosa fontana ed il “Monumento per Censu Tabone”, ex presidente della Repubblica di Malta.
Avevo letto che Sliema è una località un po’ più mondana e turistica rispetto alle altre e ne ho conferma iniziando a camminare sul suo lungomare perfettamente pavimentato. Nonostante sia domenica mattina c’è già un buon numero di persone, complice la bella giornata ed i molti bar intenti a servire la colazione. Dopo quella piccola zona sabbiosa si estende per un bel po’ una spiaggia completamente rocciosa, cosa che a me piace meno. Lungo il mio cammino trovo la “Statua per Sri Chinmoy” (filosofo e poeta) prima di essere fermato da un italiano che lavora per un tour operator locale e che mi vuole vendere a tutti i costi una crociera di due ore; ci metto un po’ per scrollarmelo di dosso, ma alla fine ce la faccio. Non è cattiveria, ma ciò che mi piace è organizzare tutto da solo e se c’è qualcosa che mi serve me lo cerco autonomamente. E’ la volta del “Cat Monument”, una particolare opera multicolore che ha un gatto come protagonista; nella medesima zona c’è anche una vera e propria colonia felina con ospiti belli, grassi e pasciuti che oziano 24 ore al giorno. Dopo aver visto la “Torre di St. Julian” lascio il lungomare per qualche minuto.
Cerco con curiosità la St. Patrick’s Church ma quando ci sono ne rimango molto deluso perchè si trova all’interno di un palazzone anonimo che sembra tutto tranne un edificio religioso. Anche il “Teatru Salesjan” non ha niente di differente rispetto alle normali case che si trovano comunemente in giro. Torno indietro e proseguo lungo la promenade incontrando i “Bagni Romani”, ovvero delle vere e proprie vasche scavate nella roccia ed alimentate direttamente dal movimento del mare. Taglio nuovamente per il centro in cerca di maggior fortuna rispetto a prima e finalmente posso smettere di lamentarmi perchè la “Parish Church of Stella Maris” merita davvero. Entro nell’area pedonale (attualmente tutti i negozi sono chiusi) per cercare il “Ceramic Monument” e poi concludo anche la visita di Sliema osservando la “Parish Church of Jesus of Nazareth”.
Beh…dire che osservo solamente quest’ultima chiesa è un eufemismo: nel giro di pochi minuti il cielo della giornata estiva si oscura coprendosi di nuvole e lascia partire prima una discreta pioggia e poi una grandinata, così tanto per gradire; per tale motivo uso spudoratamente l’edificio per ripararmi. Dopo poco le precipitazioni smettono e torna il sole. Sono vicinissimo al punto di partenza del traghetto pubblico che per 1,50 euro compie la tratta Sliema-Valletta, per me indispensabile per la prosecuzione del giro. Acquisto il biglietto, salgo a bordo e dal ponte della piccola imbarcazione scatto una foto di La Valletta che ancora mi riempie d’orgoglio.
La traversata dura pochissimi minuti e non c’è neanche il tempo di accorgersi di essere in movimento che già è finita; la discesa è sotto alla Cattedrale Anglicana di San Paolo. Da qui taglio a piedi la capitale di Malta fino alla parte diametralmente opposta dove prendo al volo un secondo traghetto pubblico che, sempre al medesimo costo, mi porta nell’area delle “3 Città”. Ma perchè è famosa e da visitare questa zona? Semplicemente perchè è una grande fetta della storia di Malta, dato che fu la parte che affrontò il grande assedio del 1565 e solo successivamente fu costruita la nuova capitale La Valletta. Cospicua, Vittoriosa e Senglea sono i nomi onorifici delle tre località (hanno anche nomi maltesi, ma è molto più affascinante chiamarle così…credetemi…perchè Bormla, Birgu e Isla non regalano le stesse sensazioni) e tutte insieme arrivano circa ad 11.000 abitanti; il natante con me a bordo attracca nella terza città del mio elenco. Date le dimensioni abbastanza ridotte di queste zone, i punti di interesse sono pochi, ma non bisogna calcolare solo quelli perchè è molto bello il solo passeggiare per le strette stradine che compongono gli agglomerati urbani, anche col naso all’insù. Inizio con la “Senglea Main Gate”, luogo che fungerà da riparo di fortuna perchè il cielo decide di mandare una seconda scarica di pioggia proprio adesso; poco male perchè colgo l’occasione per scattare una foto che ritengo molto suggestiva.
Quando madre natura decide di smettere di farsi i propri comodi posso uscire di nuovo all’aria aperta; pochi passi ed eccomi di fronte alla “Chiesa di Maria Bambina” (della quale lascio parlare le immagini) che ha ai suoi piedi il “Monumento per le vittime di Senglea della Seconda Guerra Mondiale”. La successiva “St. Julian’s Church” è decisamente più piccola, ma comunque carina. Discorso diverso per la “St. Phillip’s Church” poichè è totalmente incassata tra altri edifici e nessuna foto riesce a rendere bene. La punta finale di Senglea, quella che affaccia sul mare, è occupata dal Gardjola Garden, uno spazio verde che di bello ha una fontana al centro (purtroppo al momento non funzionante) ed una guardiola che fissa La Valletta. Torno poi indietro passando per una viuzza porticata molto carina (peccato che qualche abitante del luogo la usi spesso come parcheggio rovinando l’atmosfera) e per il lungomare dove si possono vedere sia tantissime barche di varie dimensioni che la scultura dedicata “ai Pescatori ed alle loro Famiglie”.
Mi ritrovo al punto di attracco del traghetto pubblico e, poco dopo, attraverso un ponte per poter proseguire il mio giro verso la località di Vittoriosa che mi accoglie con il “Malta at War Museum” e poi con la “Main Gate”. Le scritte che si vedono nelle immagini commemorano i 200 anni da quando la Chiesa di San Lorenzo è diventata “Collegiata” (1820-2020).
La Annunciation Church non è fotografabile per il solito motivo di sempre; credo sia totalmente inutile costruire simili edifici quando lo spazio tra essi e quelli di fronte è di forse tre metri. Andando avanti trovo una piazza fin troppo grande calcolando la località che mi ospita e la sua conformazione; qui ci sono la candida “Statua per San Lorenzo” ed il “Victory Monument”…questo un po’ meno candido. Una stradina mi porta davanti a due oratori ubicati uno accanto all’altro: sono quello di “San Giuseppe” e quella della “Santa Croce”. Già che ci sono vedo anche la vicinissima “Chiesa di San Lorenzo” ed il “Freedom Monument” piazzato proprio di fronte.
Le immagini delle successive “St. Phillip Church” e “Church of Our Lady of Mount Carmel” risultano non pervenute…mentre ho maggior fortuna con la “Chiesa di Sant’Anna” e con la “Holy trinity Chapel”. Continuo la passeggiata verso “Forte Sant’Angelo” che è accessibile internamente solo tramite pagamento di un ticket; esternamente invece si può arrivare addirittura fino a toccare il mare e da lì c’è una vista niente male su La Valletta. La zona sul lato sinistro di Forte Sant’Angelo è usata come parcheggio per yachts e ce ne sono tanti e di qualsiasi dimensione. Quando torno indietro inizia la terza raffica di pioggia della giornata e stavolta mi riparo all’entrata di un parcheggio sotterraneo. Quando riparto ho modo di vedere l’ultimo punto di interesse di Vittoriosa, ovvero il “Maritime Museum”. Per cause di forza maggiore la foto che segue è stata scattata dal lungomare di Senglea in quanto unica posizione disponibile per poter fare un lavoro decente.
Anche la seconda città giunge al termine, così mi dirigo verso la terza ed ultima, ovvero Cospicua. Ma oggi purtroppo sembra che io non possa avere pace perchè parte la quarta raffica di pioggia, stavolta più potente delle altre. L’unico punto utile che trovo nelle vicinanze per potermi coprire è la tenda minuscola di un negozio chiuso; il problema vero nasce quando le precipitazioni si mettono a cadere “a vento” e quel misero pezzo di stoffa da quel momento non è del tutto sufficiente, ma tengo duro ed ottengo una meritata onorificenza morale: le mie imprecazioni sono talmente tante ed articolate da essere insignite del titolo di sinfonia. Passa anche questa e per fortuna, col senno di poi, posso dire che non ci saranno più tali rotture di scatole. Finalmente posso vedere la “Chiesa di Santa Tereza”, per poi spostarmi in salita verso la “Chapel of St. Joseph” e la “St. Margareth Church”. Una passeggiata più lunga del solito mi accompagna verso il prossimo punto di interesse e colgo l’occasione per scattare un’istantanea ad una delle viuzze locali delle quali parlo sempre ma che non mostro mai. Adesso c’è anche lei all’appello.
Tramite una scalinata scendo nuovamente al piano strada ed incontro il “Monumento per Dom Mintoff” che ha davanti una fontana con l’acqua che esce a zampillo dal pavimento, come tanto piace da queste parti perchè non è il primo caso che noto. La “Immaculate Conception Church” è bellissima, ma la posso fotografare solo parzialmente: si trova più in alto rispetto a me e se salgo alla sua altezza non entra tutta nell’obiettivo della reflex…mentre se scatto la foto da dove sono adesso esce l’immagine non completa. Purtroppo tra i due mali scelgo quello minore, cioè meglio un po’ che niente. Tocca poi alla “Statua della Madonna” seguita dalla “St. Paul’s Church”. Infine saluto anche Cospicua dopo aver osservato la bella “St. Helen’s Gate”. Ci tengo però a chiudere questo cerchio postando due panorami dell’area delle 3 Città che mi sono rimasti a cuore.
Giunge così il momento di spostarmi verso una nuova località che dista un paio di kilometri abbondanti da qui. Non è affatto un problema e mi metto in marcia su una strada che offre zero cose da vedere proprio perchè di semplice collegamento. Arrivo a Pawla e già a prima vista questo posto mi piace un sacco. Non che il resto mi abbia fatto schifo (anzi, tutt’altro), ma trovo questa zona molto più ordinata; forse è solo una sensazione mia, ma è così e non lo nascondo. Inizio il giro con una sfida amichevole tra due religioni diverse: solo una strada divide la “Chiesa di Sant’Antonio da Padova” dalla “Mariam Al-Batool Mosque”.
Lo spostamento successivo è allietato nuovamente da un’immagine tipica di Malta che porto nel mio album dei ricordi, ovvero una serie di balconcini chiusi da tipiche verande. La “Pawla Parish Church” è enorme, come quasi tutte le chiese locali. E’ poi la volta della “St. Ubaldeska Church” e del “SDC Museum” ospitato da un palazzo totalmente anonimo. A breve distanza ci sarebbe una cosa molto interessante da vedere (l’Ipogeo di Hal Saflieni) ma durante la preparazione del tour sono rimasto a bocca aperta per un’ora: l’ingresso costa 35 euro se comprato on-line oppure 40 euro se acquistato sul posto; nonostante l’altissimo prezzo del ticket occorre prenotare con larghissimo anticipo perchè la richiesta è tanta. Per quanto mi riguarda ho pagato i voli+la sistemazione neanche 40 euro (come scritto nell’introduzione del racconto) ed attrazioni sicuramente più belle nel mondo hanno richieste molto molto meno esose di questa, quindi i miei soldini non li vedono. Sono convintissimo che ci sia un limite a tutto e questo posto lo supera ampiamente.
Cammina cammina entro nella località di Tarxien dove, lo premetto, non andrò a vedere i templi perchè nel precedente viaggio a Malta setacciai a mio modo quelli di Mnajdra e di Hagar Qim (vedi post dedicato), per cui sono sicuro che siano la stessa cosa. Il tour si esaurisce presto perchè da vedere ci sono solo la “Chiesa San Nikola da Tolentino” e la “Tarxien Parish Church”.
E’ pomeriggio inoltrato e non ho più punti di interesse da vedere, così imposto il navigatore in direzione La Valletta per poter girare nella capitale dopo il tramonto e vederla con le luci artificiali prima di andare via. Il navigatore mi dice che la distanza da percorrere è di circa cinque kilometri, così mi metto l’animo in pace e vado. Potrei prendere un bus e risparmiarmi la fatica, però così arriverei troppo presto e mi perderei la vita che scorre in quel tratto di Malta. A dire il vero, col senno di poi, non mi sarei perso moltissimo. Ho anche un po’ di difficoltà perchè dei lavori stradali molto invasivi non mi permettono di seguire il percorso indicato dallo smartphone obbligandomi a trovare una soluzione alternativa totalmente a naso che però si rivela vincente. Passo attraverso la località di Marsa che scopro essere il ghetto dove questa piccola nazione ha piazzato i migranti che si è presa per soddisfare le quote imposte dalla Comunità Europea e devo dire che essere l’unico di pelle chiara quando so bene di trovarmi nel vecchio continente no me gusta mucho. L’unica cosa degna di nota che osservo qui è la “Holy Trinity Church”.
La capitale ormai la conosco a menadito, così sfrutto l’ultimo momento di sole della giornata per riposarmi e ricaricare la batteria dello smartphone tramite powerbank sedendomi su una comoda panchina in St. George Square. Quando cala il sole mi rimetto in moto, ma devo dire che rimango abbastanza deluso perchè poche cose sono illuminate come si deve, ed anche spingendomi fino a Floriana il risultato non cambia.
Cerco e trovo un Convenience Shop dove compro qualcosa da mangiare e da bere: uno stuzzichino lo faccio fuori subito mentre il resto lo lascio per allietare il tempo che dovrò passare in aeroporto più tardi. Inizio così una passeggiata senza meta per le vie di La Valletta in cerca di qualcosa di particolare, ma alla fine riesco solo ad arrivare alle 20:00 in tranquillità, ora in cui entro al McDonald e ceno sfruttando un’offerta trovata sull’App del telefonino. A pancia piena vado all’autostazione ed aspetto il bus “X4” delle 20:55 che alle 21:20 circa mi porta dritto all’aeroporto. Sul pullman sono spettatore silenzioso della conversazione tra quattro extracomunitari che avranno ripetuto forse 50-60 volte in un quarto d’ora che gli italiani sono dei bastardi (riporto testuali parole)…poi ci si chiede il perchè di tante cose. Aspetto le 23:00, ora di chiusura dei punti di ristoro del piccolo scalo di Luqa, e poi mi piazzo lungo e disteso su uno dei divanetti qui presenti dove passerò la notte. Succede una cosa mai accaduta prima, nonostante io abbia “soggiornato” tante volte in questo modo: verso le 4:00 passa la sicurezza a chiedere il passaporto e la carta di imbarco a tutti i presenti e non posso non notare che il mio “vicino di letto di fortuna” si alza e va con noncuranza a nascondersi altrove fino a check ultimato; evidentemente non avrà nessun volo in mattinata ed è lì solo per non pagare un hotel. La sveglia suona poi alle 6:25 e procedo verso i controlli di sicurezza che mi aprono le porte al volo verso Roma Fiumicino delle 8:00 in punto. Una volta in Italia vado a prendere il bus verso l’ufficio ed uscendo dall’area arrivi guardo l’aeroporto per l’ultima volta chissà per quanto tempo perchè già immagino che cosa starà per succedere da qui a poche ore per colpa di questo STRACAZZO DI CORONA VIRUS! Mi scuso per l’irruenza, ma nella mia vita non faccio altro oltre che lavorare e viaggiare e adesso mi toccherà rinunciare anche al mio unico svago per un periodo indefinito.
In conclusione, di Malta avevo già un ricordo bellissimo proveniente dalla settimana di vacanza trascorsa in passato e questo giro non ha fatto altro che confermare le mie sensazioni. In un posto tanto piccolo ci sono una marea di cose da vedere e lo dimostrano sia la lunghezza di questo post che la tantissime foto pubblicate. L’unico mio rammarico è che ormai con questa piccola isola ho dato tutto e, a meno che non mi venga in mente di passarci un’altra settimana di relax al mare, temo non ci rivedremo poi tanto presto. A tutti coloro che hanno letto fin qui consiglio un tour a Malta sia per ciò che offre d’estate che per la cultura che ha da regalare. Finisco in bellezza mostrando altre chicche fotografate qua e là…