Firenze: bellissima ma a me lascia l’amaro in bocca

di admin
Firenze da Piazzale Michelangelo - 3

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Per il terzo week-end di giugno (quello che ci traghetta ufficialmente nell’estate del 2020) la situazione generale non vuole saperne di migliorare, così devo continuare a sopportare che gli altri decidano della mia libertà e farmene una ragione. Di espatriare ancora non se ne parla: troppo pochi i voli disponibili e troppo alti sono sia i costi da sostenere che i rischi di veder cancellata anche solo una tratta restando nella cacca. Mi è sempre più chiara una cosa: che il problema sono le persone. Le compagnie aeree ci stanno provando a rimettere in piedi il sistema, ma se la gente non prenota e la domanda è scarsa…è anche logico che molti operativi vengano cancellati. Il ritorno alla normalità dipende da tutti noi, ma più passano i giorni e più mi accorgo di vivere non in un pianeta normale, bensì dentro ad una bolla fatta solo di paura e di mancanza di senso logico; tutti sono schiavi della politica e se gli viene detto qualcosa (qualsiasi cosa…) viene eseguita a comando senza ragionare. Pensiamo di essere superiori agli animali che obbediscono abbassando il capo sotto le minacce, ma alla prova dei fatti si vede che siamo totalmente uguali a loro. Morale della favola: sono costretto ad aspettare ancora, a rimandare le mie vecchie uscite fino a quando questo mondo non riprenderà il senno e perciò sfrutto l’occasione per andare a visitare Firenze, il capoluogo della regione dove sono nato e cresciuto. Il nostro “campanilismo” mi fa ovviamente partire prevenuto e solo chi ha vissuto tale realtà può capire; di sicuro non chiedo agli altri di farlo perchè non sarebbe possibile e non avrebbe nemmeno senso. Scelgo questa località perchè, in un mese che mi sposto per l’Italia forzatamente, mi sono reso conto almeno di un fatto positivo di questo periodo infame: in giro non c’è relativamente nessuno. La quasi totale mancanza di turisti stranieri (altro elemento che sta massacrando la nostra economia oltre al totale errore del lockdown nazionale) e la fobia per il coronavirus lasciano le città semi-deserte. Attenzione a non fraintendere: ciò non significa non trovare anima viva, ma che incontrerò pochissime presenze se paragonate al terzo sabato di giugno 2019, per fare uno dei tantissimi esempi possibili. So di andare sempre controsenso, ma secondo me è proprio questo il momento di girare e di spingere sull’acceleratore. La solfa è la solita: a Firenze c’ero già stato, ma mai da solo e con l’attuale organizzazione che ho, per cui colgo la palla al balzo per tornarci e chiudere un cerchio, stavolta definitivamente. Col senno di poi, la giornata è stata bella tosta, per cui è ora di vedere cosa è successo…

Sabato mattina: Comincio col dire che il rischio di mandare tutto a rotoli c’è stato; la sveglia suona alle 4:10 ed io la spengo. Dato che sono convinto di alzarmi di li a poco annullo anche tutte le altre che avrebbero dovuto suonare ogni cinque minuti in caso di “ricaduta”, poi il buio. Succede che mi sveglio di scatto e vedo che sono le 4:33 conscio che alle 5:00 partirà l’ultimo bus notturno da Anagnina a Termini. Fortuna vuole che la mia organizzazione mi fa preparare sempre il 99% delle cose prima di addormentarmi; resta l’ 1% (andare in bagno per necessità fisiologiche e per darmi una sistemata finale) che non posso anticipare in nessun modo 🙂 . Alle 4:41 metto in moto la macchina e dopo dieci minuti scarsi sono al solito parcheggio sfruttando il fatto che per strada è un deserto. Col passo svelto salgo sul bus in attesa al capolinea con quattro minuti di anticipo e posso finalmente tirare un sospiro di sollievo. Alla stazione centrale ci sono dopo trenta minuti, giusto in tempo per vedere una giovane ragazza seduta per terra con la schiena appoggiata all’auto dei carabinieri che parla da sola mentre il militare scrive qualcosa sui suoi atti. E’ proprio vero che Roma Termini è un microcosmo di situazioni incredibili, soprattutto quando il sole si riposa. Il tabellone elettronico mi dà una sorpresa poco gradita: il mio treno partirà dal binario 1-est, vale a dire circa circa 350 metri dall’ingresso dei viaggiatori. Insomma, l’unica cosa bella di oggi è che si prospetta un meteo coi fiocchi e non è mai roba da poco. Servono tre ore e cinquanta minuti per compiere l’intera tratta (parlo del regionale veloce perchè di spendere cinquanta euro sola andata per il Frecciarossa non se ne parla) e considerando l’inizio del viaggio alle 6:02, poco prima delle 10:00 metto il naso fuori dalla stazione principale. Non c’è neanche bisogno di dire che Firenze ha moltissimi punti di interesse, per cui il mio sarà un tour de force non indifferente. Due cose positive ci sono: la prima è che il centro storico non è enorme come si potrebbe immaginare, mentre la seconda è che ho già visitato in passato elementi salienti come la Galleria degli Uffizi ed alcuni giardini; ciò mi aiuterà tantissimo perchè dovendo setacciare gli interni di tutto quanto non basterebbero tre giorni, figuriamoci uno solo come ho io a disposizione. Ai fini della narrazione cambia poco perchè sicuramente il mio intento non è quello di elencare ogni singolo quadro contenuto in ogni esposizione, bensì di dare un’infarinatura dettagliata su cosa vedere in città. Comunque sia non ho tempo da perdere, per cui metto in moto le gambe e procedo. Il benvenuto me lo dà “l’Obelisco di Piazza dell’Unità Italiana”, poi vado avanti col botto con la bella “Basilica di Santa Maria Novella”. Affaccia sull’omonima piazza ricca di aiuole e fiori colorati; peccato per la presenza di ambulanze che rovinano il colpo d’occhio sulla sinistra, ma essendo strumenti utili ci si passa tranquillamente sopra. Mi ero spaventato perchè il retro dell’edificio religioso è coperto da impalcature, ma stavolta la facciata non mi regala brutte sorprese.

Obelisco di Piazza dell'Unità Italiana

Obelisco di Piazza dell’Unità Italiana

Basilica di Santa Maria Novella

Basilica di Santa Maria Novella

Il Museo del Novecento è chiuso e davanti ad esso ci sono materiali edili e transenne che fanno capire subito che c’è un restauro in corso; purtroppo non sarà l’unico posto interdetto causa lavori di ristrutturazione da qui a stasera. Faccio ora il mio ingresso nelle vie che compongono il reticolato del capoluogo toscano ed è questa una delle caratteristiche non mi fanno amare la città: le vie sono strette, i palazzi che vi affacciano sono troppo alti e ciò non fa quasi mai passare la luce del sole. Un esempio che mi capita a fagiolo è la “Colonna della Croce al Trebbio” che sta tantissime ore al giorno tra le tenebre. Proseguo incontrando “Palazzo Antinori” (un bell’edificio rinascimentale) e la vicina “Chiesa dei Santi Michele e Gaetano”.

Colonna della Croce al Trebbio

Colonna della Croce al Trebbio

Palazzo Antinori

Palazzo Antinori

Chiesa dei Santi Michele e Gaetano

Chiesa dei Santi Michele e Gaetano

E’ la volta di osservare “Palazzo Strozzi” e non me lo lascio certamente sfuggire. Nel frattempo passa un’idiota vestito da Pinocchio che strilla continuamente qualcosa che ha a che fare con l’ormai famigerata App Immuni, ovvero lo strumento che serve per mettere le persone in quarantena senza motivo per semplice presunzione di contagio: sia l’argomento che la voce terribile del soggetto mi danno un fastidio enorme. Seguono due punti dilaniati dalle impalcature: Il “Museo Marino Marini” lo è solo per metà, mentre il Convento di San Paolino mi è totalmente interdetto. La semplice “Chiesa Parrocchiale di Santa Maria sul Prato” è appena sfiorata dai lavori cui è interessato il palazzo accanto e finalmente con la “Chiesa della Beata Elisabetta Vendramini” torno a vedere la luce. Via Bernardo Rucellai ospita la “Chiesa Anglicana di Saint James” e, a pochissimi passi, la “Chiesa dell’Adorazione Perpetua”.

Palazzo Strozzi

Palazzo Strozzi

Museo Marino Marini

Museo Marino Marini

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria sul Prato

Chiesa Parrocchiale di Santa Maria sul Prato

Chiesa della Beata Elisabetta Vendramini

Chiesa della Beata Elisabetta Vendramini

Chiesa Anglicana di Saint James

Chiesa Anglicana di Saint James

Chiesa dell'Adorazione Perpetua

Chiesa dell’Adorazione Perpetua

Una passeggiata mi conduce verso il prossimo blocco di cose da vedere: iniziano con “Porta al Prato”, il primo dei vari accessi storici alla città che incontrerò da ora in avanti; altro esempio delle mura oggi non più esistenti è la successiva “Torre della Serpe”. Attraverso la strada ed entro nel complesso che ospita il “Teatro del Maggio Musicale Fiorentino” conosciuto anche come l’Opera locale; è una costruzione decisamente molto particolare e moderna. Da Piazza Vittorio Veneto ha inizio il Parco delle Cascine, ovvero la più grande area verde di Firenze; non la percorro perchè non ha attrazioni degne di nota, per cui mi limito ad immortalare la “Statua Equestre di Vittorio Emanuele II°” qui presente per poi concludere l’area con il “Ponte alla Vittoria”.

Porta al Prato

Porta al Prato

Torre della Serpe

Torre della Serpe

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - panoramica

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – panoramica

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino - facciata

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – facciata

Statua Equestre di Vittorio Emanuele II°

Statua Equestre di Vittorio Emanuele II°

Ponte alla Vittoria

Ponte alla Vittoria

La foto appena pubblicata chiarisce in modo inequivocabile che sono in riva all’Arno, il fiume che bagna Firenze. Dato che la maggior parte del mio tragitto si svolgerà sulla sponda in cui mi trovo decido ci non andare dall’altra parte per il momento, bensì di seguire il corso d’acqua su questo stesso lato. Un nuovo capitolo della serie tv “Lavori in corso forever” fa da sfondo al “Monumento a Giuseppe Garibaldi”; ho cercato di stringere e tagliare l’immagine il più possibile ma lo scempio non può sparire del tutto. Ponte Amerigo Vespucci regala un bello scorcio che ha come protagonista una rapida del fiume, poi è la volta della “Chiesa di San Salvatore in Ognissanti” che affaccia sull’omonima piazza dove si trova anche la scultura di Romano Romanelli che prende il nome di “Ercole che lotta con il Leone”.

Monumento a Giuseppe Garibaldi

Monumento a Giuseppe Garibaldi

Scorcio dal Ponte Amerigo Vespucci

Scorcio dal Ponte Amerigo Vespucci

Chiesa di San Salvatore in Ognissanti

Chiesa di San Salvatore in Ognissanti

Ercole che lotta con il Leone

Ercole che lotta con il Leone

All’altezza del “Ponte alla Carraia” trovo il candido “Monumento a Carlo Goldoni”; poi dal successivo Ponte della Santa Trinità ho la prima veduta di “Ponte Vecchio”, sicuramente il più famoso di Firenze che ospita tante botteghe di orafi; a primissima vista sembra una specie di accozzaglia irregolare di elementi, ma questa strana idea lascia presto il posto all’ammirazione. Dedico una capatina veloce alla vicina “Chiesa dei Santi Apostoli” e poi rientro in centro dove vengo subito allietato della “Chiesa della Santa Trinità” e dalla “Colonna della Giustizia”.

Ponte alla Carraia

Ponte alla Carraia

Monumento a Carlo Goldoni

Monumento a Carlo Goldoni

Ponte Vecchio - 1

Ponte Vecchio – 1

Ponte Vecchio - 2

Ponte Vecchio – 2

Chiesa dei Santi Apostoli

Chiesa dei Santi Apostoli

Chiesa della Santa Trinità

Chiesa della Santa Trinità

Colonna della Giustizia

Colonna della Giustizia

Prendo Via di Porta Rossa e mi ritrovo davanti al “Museo di Palazzo Davanzati” per poi dover sostare a tempo indeterminato nei pressi del prossimo obiettivo: la “Fontana del Porcellino” qui presente (è una copia in bronzo poichè l’originale di marmo è custodito gelosamente agli Uffizi) è uno di quei punti oggetto di leggende che attirano tonnellate di persone alla volta; si dice infatti che mettere una moneta nella bocca del porcellino (dopo averne accuratamente strofinato il naso) e lasciarla cadere oltre la grata di raccolta dell’acqua porti fortuna. Una cosa è sicura: tale credenza popolare fa del bene a qualcuno perchè il ricavato va tutto in beneficenza. Ma non è ancora tutto: una targa ricorda ai lettori che qui nacque la fiaba dal titolo “il Porcellino” dell’autore danese Andersen ecc. ecc. ecc.; per tutti questi motivi è difficilissimo avere l’opera tutta per me per una fotografia, ma la santa pazienza che mi ritrovo mi permette di uscire vincitore anche stavolta. Ah, dimenticavo: quel coso è un cinghiale…altro che un porcellino!

Museo di Palazzo Davanzati

Museo di Palazzo Davanzati

Fontana del Porcellino - Targa Commemorativa

Fontana del Porcellino – Targa Commemorativa

Fontana del Porcellino

Fontana del Porcellino

Eseguo un passaggio inutile presso “l’Auditorium Santo Stefano al Ponte” perchè ovviamente è coperto dalle impalcature (ho perso il conto di quante volte sia già accaduto in così poco tempo) poi torno sui miei passi ed entro nel primo dei due salotti buoni fiorentini: Piazza della Signoria non ha bisogno di presentazioni e l’unica cosa che si può fare qui è un lento giro a 360 gradi su noi stessi per ammirare le bellezze che racchiude. In primis nomino Palazzo Vecchio, attuale sede del Municipio, che si pregia di avere la Torre di Arnolfo come decorazione; la “Loggia dei Lanzi” custodisce una lunga serie di sculture come Perseo con la Testa di Medusa, Patroclo e Menelao o il Ratto delle Sabine, solo per fare degli esempi. La “Fontana del Nettuno” con accanto il “Marzocco” (leone che un tempo era simbolo del potere popolare) e la “Statua Equestre di Cosimo I° de’ Medici” completano il quadro. Ci tengo a precisare che la maggior parte delle opere qui presenti sono copie. Passo davanti alla “Galleria degli Uffizi” e torno lungo l’Arno: qui ho modo di vedere l’altro lato di “Ponte Vecchio”, il vicino “Museo Galileo” e l’edificio che ospita la “Camera di Commercio”.

Palazzo Vecchio

Palazzo Vecchio

Loggia dei Lanzi

Loggia dei Lanzi

Fontana del Nettuno

Fontana del Nettuno

Il Marzocco di Donatello

Il Marzocco di Donatello

Statua Equestre di Cosimo I° de' Medici

Statua Equestre di Cosimo I° de’ Medici

Galleria degli Uffizi

Galleria degli Uffizi

Museo Galileo

Museo Galileo

Camera di Commercio

Camera di Commercio

Onore e gloria spettano adesso ai “Caduti nella Battaglia di Mentana” ai quali è dedicato il monumento che incontro durante la prossima passeggiata; la piccola “Chiesa di San Remigio” è incastonata in mezzo a quelle stesse stradine delle quali parlavo in maniera poco entusiasmante all’inizio di questo racconto.  Mi sposto di qualche via per osservare il “Complesso di San Firenze”, un edificio in stile barocco che oggi ospita la Chiesa di San Filippo Neri e la Fondazione Franco Zeffirelli Onlus. Di fronte vedo “Palazzo Gondi” e, sulla stessa piazza, il “Museo Nazionale del Bargello”. Nel dedalo che segue ho l’occasione solo di guardare (ma non di fotografare causa mancanza di spazio utile)  la Chiesa di San Martino al Vescovo, il Museo Casa di Dante e la Chiesa di Santa Margherita dei Cerchi.

Monumento ai Caduti nella Battaglia di Mentana

Monumento ai Caduti nella Battaglia di Mentana

Chiesa di San Remigio

Chiesa di San Remigio

Complesso San Firenze

Complesso San Firenze

Palazzo Gondi

Palazzo Gondi

Museo Nazionale del Bargello

Museo Nazionale del Bargello

Una camminata mi conduce fino a via dei Calzaiuoli dove basta un minimo di orientamento per trovare e vedere la “Chiesa di San Carlo dei Lombardi”; impossibile da immortalare per lo stesso motivo di sempre è la Chiesa-Museo di Orsanmichele, mentre ho più fortuna col successivo “Palazzo dell’Arte della Lana”, davvero degno di attenzione. Svolto a destra e mi affaccio su Piazza della Repubblica, un’area di medie dimensioni che sarebbe caratterizzata da bellissimi edifici come perimetro, ma se uso il condizionale significa che qualcosa non va per il verso giusto: che ve lo dico a fare? Le impalcature tornano a farsi vive e comincia a salire più di un quantitativo tollerabile di bile. Osservo la “Colonna dell’Abbondanza” e poi cambio aria.

Chiesa di San Carlo dei Lombardi

Chiesa di San Carlo dei Lombardi

Palazzo dell'Arte della Lana

Palazzo dell’Arte della Lana

Piazza della Repubblica - parte senza impalcature

Piazza della Repubblica – parte senza impalcature

Colonna dell'Abbondanza

Colonna dell’Abbondanza

Il secondo salotto buono mi accoglie con tutta la bellezza che ha da offrire: sto parlando della Piazza di San Giovanni. Qui sono ubicati capolavori come la “Cattedrale di Santa Maria del Fiore” (che si vanta di avere due pezzi unici al mondo come la Cupola del Brunelleschi ed il “Campanile di Giotto”), il “Battistero di San Giovanni” e la “Colonna di San Zanobi”. Faccio del mio meglio, ma come fotografo amatorial-dilettante non valgo molto e spero solo di aver portato a casa il miglior risultato possibile per le mie scarse capacità. La cosa certa è che vedere certe cose coi proprio occhi è decisamente meglio che farlo tramite una o più immagini. Raggiungo anche il “Museo dell’Opera del Duomo” mentre è totalmente non pervenuto il Museo/Loggia del Bigallo coperto inesorabilmente da quella rottura di palle che sono i lavori di ristrutturazione. Adesso la pazienza è finita ed un sentito vaffa va a chi ha deciso di eseguire tutte queste cose nello stesso periodo.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Campanile di Giotto

Campanile di Giotto

Battistero di San Giovanni

Battistero di San Giovanni

Colonna di San Zanobi

Colonna di San Zanobi

Museo dell'Opera del Duomo

Museo dell’Opera del Duomo

La successiva “Chiesa di Santa Maria Maggiore” è circondata da transenne: no comment. Va meglio poco dopo con le “Cappelle Medicee” locate sul retro della “Basilica di San Lorenzo” che ammiro senza grossi intoppi anche se, guardandola nella foto panoramica, mostra anch’essa i segni della presenza degli operai. Annoto nel mio registro anche il “Monumento a Giovanni dalle Bande Nere” e la vicina “Chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi”. Chiude il cerchio la “Chiesa di San Michele Arcangelo Visdomini”.

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Chiesa di Santa Maria Maggiore

Cappelle Medicee

Cappelle Medicee

Basilica di San Lorenzo - facciata

Basilica di San Lorenzo – facciata

Basilica di San Lorenzo - Panoramica

Basilica di San Lorenzo – Panoramica

Monumento a Giovanni dalle Bande Nere

Monumento a Giovanni dalle Bande Nere

Chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi

Chiesa di San Giovannino dei Padri Scolopi

Chiesa di San Michele Arcangelo Visdomini

Chiesa di San Michele Arcangelo Visdomini

Via del Castellaccio mi guida fino alla strana “Chiesa di Santa Maria degli Angeli”: sembra essere stata costruita con la base rotonda proprio per poter entrare ad incastro tra gli edifici qui presenti; fotografarla interamente è impossibile a causa della sua conformazione e posizione, per cui salvo il salvabile e proseguo. E’ la volta di un altro concentrato di punti di interesse: la “Chiesa della Santissima Annunziata” fa da padrona di casa sull’omonima piazza che ospita le “Fontane dei Mostri Marini” (sono due simmetriche ed io pubblicherò la foto di una sola), la “Statua Equestre al Granduca Ferdinando I° de’ Medici”, la “Loggia dei Servi di Maria” e “l’Istituto degli Innocenti”.

Chiesa di Santa Maria degli Angeli

Chiesa di Santa Maria degli Angeli

Chiesa della Santissima Annunziata

Chiesa della Santissima Annunziata

Una delle due Fontane dei Mostri Marini

Una delle due Fontane dei Mostri Marini

Statua Equestre al Granduca Ferdinando I° de' Medici

Statua Equestre al Granduca Ferdinando I° de’ Medici

Loggia dei Servi di Maria

Loggia dei Servi di Maria

Istituto degli Innocenti

Istituto degli Innocenti

L’appuntamento per me è con la vicina Piazza San Marco, così mi dirigo nella sua direzione. Quando sono lì noto alla mia sinistra l’edificio che ospita “l’Accademia di Belle Arti” e subito dopo dedico la mia attenzione prima al “Monumento al Generale Manfredo Fanti” e poi alla bella “Basilica di San Marco”. Su via Camillo Cavour trovo il piccolo “Chiostro dello Scalzo” mentre su Via Pier Antonio Micheli è la volta della “Chiesa Evangelica Valdese”. Piazza della Libertà mi regala due cose buone ed una meno buona: di positivo ci sono la “Porta San Gallo” e “l’Arco di Trionfo dei Lorena”, mentre la nota stonata è la fontana che è completamente senza una goccia d’acqua.

Accademia delle Belle Arti

Accademia delle Belle Arti

Monumento al Generale Manfredo Fanti

Monumento al Generale Manfredo Fanti

Basilica di San Marco

Basilica di San Marco

Chiostro dello Scalzo

Chiostro dello Scalzo

Chiesa Evangelica Valdese

Chiesa Evangelica Valdese

Porta San Gallo

Porta San Gallo

Arco di Trionfo dei Lorena

Arco di Trionfo dei Lorena

Prendo viale Giacomo Matteotti per un buon tratto e svolto a destra su Borgo Pinti; quando arrivo sul punto dove la mappa mi indica la “Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi” vedo solo un muro e niente di più; dato il nome del punto di interesse penso subito alla burla di qualche buontempone, ma guardando meglio vedo un portone aperto. Mi avvicino e noto che si può entrare e mi trovo davanti all’immagine davvero inattesa di un edificio religioso notevole con tanto di convento; se penso che stavo per tirare dritto e passare al prossimo obiettivo mi viene la voglia di prendermi a schiaffi da solo. Raggiungo poi il “Teatro alla Pergola” e capisco il perchè si chiami in tal modo senza dovermi porre domande aggiuntive (vedi immagine seguente). La piccola “Chiesa di Santa Maria di Candeli” mi introduce sulla strada che mi porta prima ad ammirare la bellissima “Sinagoga” (peccato che, come al solito, sia nascosta dietro ad un fitto cancello e tenuta sotto controllo militare) e poi la “Chiesa di Sant’Ambrogio” dalla candida facciata.  Chiude il quadro di questa zona la “Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe”.

Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi

Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi

Teatro alla Pergola

Teatro alla Pergola

Chiesa di Santa Maria di Candeli

Chiesa di Santa Maria di Candeli

Sinagoga di Firenze

Sinagoga di Firenze

Chiesa di Sant'Ambrogio

Chiesa di Sant’Ambrogio

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe

Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe

E dopo tutto questo giro faccio ritorno lungo l’Arno, in primis per vedere la “Torre della Zecca”, ma anche perchè è il momento di passare al di là del corso d’acqua per continuare il mio personale tour. Prima di arrivare a tanto ho modo di osservare l’edificio che ospita la “Biblioteca Nazionale Centrale” ed il “Ponte delle Grazie” del quale mi servo per raggiungere l’attuale scopo. Una volta lì, svolto a sinistra: Piazza Nicola Demidoff ospita un monumento che mi resta ignoto perchè completamente coperto dalle impalcature: ebbene si…era da troppo tempo che non ne vedevo più e la città che non si smentisce mai mi accontenta di nuovo. Raggiungo la “Torre-Porta di San Niccolò” e, osservando la prima di una serie di fontane (dette “delle Rampe del Poggi”) che incontrerò di qui a poco, inizio la salita verso Piazzale Michelangelo. Non è nè lunga nè faticosa, anche perchè ad ogni piano mi fermo per osservare nuove fontane che diventano ogni volta sempre più belle.

Torre della Zecca

Torre della Zecca

Scorcio sull'Arno all'altezza della Torre della Zecca

Scorcio sull’Arno all’altezza della Torre della Zecca

Biblioteca Nazionale Centrale

Biblioteca Nazionale Centrale

Ponte alle Grazie

Ponte alle Grazie

Torre-Porta di San Niccolò - 1

Torre-Porta di San Niccolò – 1

Torre-Porta di San Niccolò - 2

Torre-Porta di San Niccolò – 2

Fontane delle Rampe del Poggi - 1

Fontane delle Rampe del Poggi – 1

Fontane delle Rampe del Poggi - 2

Fontane delle Rampe del Poggi – 2

Fontane delle Rampe del Poggi - 3 panoramica

Fontane delle Rampe del Poggi – 3 panoramica

Fontane delle Rampe del Poggi - 3 dettaglio

Fontane delle Rampe del Poggi – 3 dettaglio

Quando giungo a destinazione si apre qualcosa di inimmaginabile: tutta la città è visibile in un unico colpo d’occhio da una terrazza che più perfetta non potrebbe essere; in una giornata estiva come questa e con la bellissima luce odierna non potrei chiedere di meglio. Gli scatti della reflex sono innumerevoli e qui ne scelgo solo alcuni da mostrare; ma il panorama è talmente bello al punto da cimentarmi in uno dei miei ormai soliti e mostruosi fotomontaggi amatoriali. Serve tanta fantasia, ma se non si è troppo schizzinosi si percepisce il giovamento di vedere tutta la panoramica in una sola immagine.

Firenze da Piazzale Michelangelo - 1

Firenze da Piazzale Michelangelo – 1

Firenze da Piazzale Michelangelo - 2

Firenze da Piazzale Michelangelo – 2

Firenze da Piazzale Michelangelo - 3

Firenze da Piazzale Michelangelo – 3

Panoramica da Piazzale Michelangelo

Panoramica da Piazzale Michelangelo

Fatto ciò occorre resettare tutto perchè qualsiasi cosa vedrò dopo sarà senza dubbio meno bella; ci provo e vado avanti. Alle mie spalle ci sono i soliti venditori di souvernirs e cianfrusaglie che ovviamente dribblo meglio di un calciatore professionista e guardo di passaggio l’ennesima copia del David di Michelangelo, stavolta di colore verde. Diretto verso altri lidi passo accanto ad una simpatica fontana che ovviamente fotografo (niente e nessuno passa senza lasciare traccia…). Con questo criterio sempre ben fissato nella mia testa mi dedico alla “Chiesa di San Salvatore al Monte”, ma il mio vero obiettivo è il prossimo, vale a dire “l’Abbazia di San Miniato al Monte” che è un nuovo tripudio per gli occhi. Anche da questa posizione è possibile ammirare l’ennesimo scorcio totale di Firenze; visto questo inizio la discesa verso il piano terra.

Il David verde di Piazzale Michelangelo

Il David verde di Piazzale Michelangelo

Fontana di Piazzale Michelangelo

Fontana di Piazzale Michelangelo

Chiesa di San Salvatore al Monte

Chiesa di San Salvatore al Monte

Abbazia di San Miniato al Monte - 1

Abbazia di San Miniato al Monte – 1

Abbazia di San Miniato al Monte - 2

Abbazia di San Miniato al Monte – 2

Continuo ancora senza sosta cercando di raggiungere “Porta San Miniato”: ci riesco senza particolare difficoltà; da qui potrei proseguire su Via di Belvedere grazie alla quale sarei potuto arrivare a Villa Bardini, al Forte Belvedere ed al Giardino di Boboli, tutte cose già viste in una precedente esperienza ma che consiglio di non mancare a chi sarà qui per la prima volta. Opto quindi per la direzione della “Chiesa di San Niccolò Sopr’Arno” perchè il tempo comincia davvero a stringere; sono ad un punto ottimo se rapportato alla tabella di marcia stilata, ma non ho modo di divagare. Nel successivo Giardino Martin Lutero scorgo la “Chiesa Evangelica Luterana” seminascosta da un albero ormai troppo folto; poi la “Statua di San Giovanni Battista” mi fa un po’ pena perchè è ad un metro dai tavolini di un bar e con quella mano protesa in avanti sembra chiedere qualcosa da bere senza mai avere successo. Mi accorgo di essere su Via dei Bardi e qui ci metto una piccola nota di colore personalissima: al civico 32 di questa strada è esattamente dove i Litfiba hanno cominciato la loro carriera nella loro prima sala prove; magari interessa a qualcun’altro oltre che a me.

Porta San Miniato

Porta San Miniato

Chiesa di San Niccolò Sopr'Arno

Chiesa di San Niccolò Sopr’Arno

Chiesa Evangelica Luterana

Chiesa Evangelica Luterana

Statua di San Giovanni Battista

Statua di San Giovanni Battista

Sono di nuovo nella zona di Ponte Vecchio, stavolta dal lato opposto rispetto al primo avvicinamento avvenuto stamattina; ma ancora non è il momento di attraversarlo. Mi dedico invece alla “Chiesa di Santa Felicita” seguita dalla “Torre dei Berlfredelli” (XII° Secolo e quasi completamente coperta da vegetazione) e dalla “Fontana dello Sprone” che mi regala la visione delle ottime cassettate di frutta di un negozio ubicato subito dietro all’opera d’arte; anche in questo caso faccio tutto il possibile per tagliare lo scempio, ma più di questo proprio non posso limare. Tocca adesso alla “Basilica di Santo Spirito”, fin troppo semplice per come me l’aspettavo; la piazza antistante è occupata per buona parte dai tavolini di un bar dove fortunatamente c’è tanta gente che consuma nonostante le fobie che stanno attanagliando almeno metà della popolazione italiana mantenendomi basso con la stima.

Chiesa di Santa Felicita

Chiesa di Santa Felicita

Torre dei Belfredelli

Torre dei Belfredelli

Fontana dello Sprone

Fontana dello Sprone

Basilica di Santo Spirito

Basilica di Santo Spirito

Adesso devo dire tanto di cappello per l’incredibile “Palazzo Pitti”: è davvero un edificio mastodontico e curato come meglio non potrebbe; non a caso ha avuto inquilini illustri nel corso della storia: Medici, Asburgo-Lorena e Savoia sono solo alcuni esempi. Oggi ospita una serie di esposizioni museali di primissimo interesse che superano abbondantemente il milione di visitatori all’anno. Beh…passare da questo alla piccola “Chiesa di San Felice in Piazza” ed alla vicinissima “Colonna di Cosimo I°” è un bel salto all’indietro, ma se voglio finire il giro lo devo pur fare.

Palazzo Pitti

Palazzo Pitti

Colonna di Cosimo I°

Colonna di Cosimo I°

Chiesa di San Felice in Piazza

Chiesa di San Felice in Piazza

Proseguo per un bel po’ su via Romana, poi trovo tre punti di interesse in pochi metri, ovvero la “Chiesa di San Giovanni Battista della Calza”, “Porta Romana” e la scultura dell’artista Michelangelo Pistoletto che prende il nome di “Dietrofront” ubicata al centro di una rotonda stradale. Per quanto mi riguarda dò retta alla statua ed inverto la marcia avendo come destinazione la “Chiesa di Santa Maria del Carmine”; nell’omonima piazza noto ed apprezzo un leone realizzato incrociando legname in maniera singolare. Da non perdere è anche la successiva “Chiesa di San Frediano in Cestello” affacciata sull’Arno. La successiva “Porta san Frediano” è da mettere nell’elenco delle cose viste, così come la “Chiesa Santa Maria al Pignone”. Non posso dire lo stesso per il Torrino Santa Rosa perchè (rullo di tamburi…) è dilaniato dai lavori in corso, ma ormai non ci faccio più caso per assuefazione totale.

Chiesa di San Giovanni Battista della Calza

Chiesa di San Giovanni Battista della Calza

Porta Romana

Porta Romana

Dietrofront

Dietrofront

Chiesa di Santa Maria del Carmine

Chiesa di Santa Maria del Carmine

Il Leone singolare

Il Leone singolare

Chiesa di San Frediano in Cestello

Chiesa di San Frediano in Cestello

Porta San Frediano

Porta San Frediano

Chiesa di Santa Maria al Pignone

Chiesa di Santa Maria al Pignone

Arrivato a questo punto controllo la mappa e confermo ciò che già so: mi manca da attraversare Ponte Vecchio, da vedere un’ultima zona in centro e qualche altra cosuccia nei pressi della stazione di Santa Maria Novella. L’orologio mi fa credere che potrei farcela, per cui anche se sono stanco rimetto in moto le gambe. Come già scritto prima, Ponte Vecchio non mi fa impazzire: le botteghe orafe presenti saranno anche belle, storiche e tutto ciò che vi pare, ma per me l’aria fritta vale nettamente di più. Diciamo che oltre ad osservare il “Monumento a Benvenuto Cellini” uso spudoratamente questo, che per molti è un punto incredibile, come un semplice passaggio per l’altra sponda del fiume. Mi dirigo sparato su Via dei Benci dove non fatico a trovare il “Palazzo-Torre degli Alberti”; peccato solo che a quest’ora del tardo pomeriggio il sole cominci ad essermi ostile se unito alle ormai famose stradine strette e semibuie di Firenze.

Monumento a Benvenuto Cellini

Monumento a Benvenuto Cellini

Palazzo-Torre degli Alberti

Palazzo-Torre degli Alberti

Proseguo oltre, e passo dopo passo noto una sensazione sempre più strana: è come se qui vicino ci fosse un mucchio di gente tutta insieme. Tra me e me dico qualcosa tipo “no…impossibile…in questi tempi in cui le persone sono fobiche sarà un mix tra la mia voglia di tornare alla vita di prima e la stanchezza che avanza”. Invece non mi sbaglio e davanti ai miei occhi si spalanca il paradiso: Piazza di Santa Croce è totalmente tempestata di persone che violano ogni stupida regola anti-assembramento quasi tutte senza mascherina. Mi stropiccio gli occhi perchè continuo a non crederci. Com’è possibile soprattutto che nessuno intervenga? La coda dell’occhio va alla mia sinistra dove vedo una/due camionette della polizia a debita distanza che si guardano bene dal fare irruzione. Rimango un paio di minuti cercando di capire che sta succedendo; lo giuro: io sono qui per puro caso mentre è palese che la maggior parte dei presenti era al corrente della situazione già da molto tempo. Capisco che si tratta di una sorta di nuovo movimento che prende il nome di 3V e del quale non so altro perchè francamente non mi interessa. Sono coloro che si sono rotti le palle delle quarantene, dei lockdown, delle mascherine, dei tamponi, del potere imposto con la forza e con le denunce penali e soprattutto dei vaccini. In tempi non sospetti ho detto una cosa ai miei colleghi speranzosi dell’imminente fine di questo periodo nero dal punto di vista sia sanitario che sociale: “Ragazzi, quando sarà disponibile il vaccino non si risolverà nulla perchè vi state dimenticando i no-vax; come potrà cambiare la situazione se mezzo mondo si rifiuterà di vaccinarsi?”. Bene…eccoci al dunque; temo di averci azzeccato anche stavolta e rimango del parere che non ci sia niente da fare se non tornare oggi stesso a vivere come prima, perchè tanto è tutto inutile e l’unica cosa certa è che stiamo continuando ad ammazzare l’economia ed a rendere povera la gente che da settembre in poi perderà il lavoro per l’arrivo dei veri effetti della crisi generata dalle scelte sbagliate della politica di tutto il mondo. Come al solito nessuno mi ascolterà e poi ci sarà solo da piangere. Detto ciò mi crogiolo un po’ in questo mini universo nel quale i pochi che portano la mascherina vengono presi per il culo in maniera abominevole e poi torno al motivo per il quale sono qui, ovvero il giro turistico di Firenze. La “Basilica di Santa Croce” è bellissima ed ha alla sua base la “Statua per Dante Alighieri”; vedo anche tra le teste dei presenti lo storico “Palazzo dell’Antella” mentre non posso fotografare la locale fontana perchè includerei nello scatto un bel po’ di estranei che potrebbero irritarsi più di come già lo sono. Chiude il cerchio la vicina “Chiesa dei Santi Simone e Giuda”. Per finire il discorso, ciò che fa più male è che di questa manifestazione non mi risulta abbia parlato alcun telegiornale, eppure  non mi pare sia andata deserta. Ciò significa una cosa sola: che qualcuno ha dato ordine di insabbiare la notizia perchè certe “sommosse” potrebbero essere copiate da altre parti d’Italia facendo scattare la scintilla nella testa della gente e questo il vertice non lo vuole. E’ molto meglio definire pubblicamente come sciagurati i tifosi del Napoli che GIUSTAMENTE hanno da poco festeggiato la vittoria della Coppa Italia dopo mesi di prigionia. Sarò anche ripetitivo, ma purtroppo non c’è altra via che tornare a vivere esattamente come prima cercando di limitare i troppi danni che sono stati già fatti per una paura ingigantita all’inverosimile.

Basilica di Santa Croce

Basilica di Santa Croce

Statua per Dante Alighieri

Statua per Dante Alighieri

Palazzo dell'Antella

Palazzo dell’Antella

Chiesa dei Santi Simone e Giuda

Chiesa dei Santi Simone e Giuda

Giro le gambe nella direzione della stazione centrale dove ho l’obiettivo di completare quel poco che mi resta. Ci arrivo in una manciata di minuti, quasi come se sapessi dove andare conoscendo la città da anni…ma la verità non è questa; il mio è solo sesto senso dopo una giornata passata qui a sfacchinare da una parte all’altra. Mi fermo ad osservare il “Tabernacolo delle Fonticine” per poi concentrarmi su Piazza Indipendenza: si tratta di un’area pedonale divisa esattamente a metà da una strada asfaltata. Una parte è chiusa causa lavori in corso (!!!) mentre l’altra è accessibile; ognuno dei due settori ha una statua al suo centro: in quello interdetto gli operai hanno pensato bene di parcheggiare due escavatori proprio davanti al “Monumento per Ubaldino Peruzzi” e mi tocca sistemare la foto nel migliore dei modi per non far comparire lo scempio; in quello libero noto invece il “Monumento per Bettino Ricasoli”. Segue la “Chiesa Parrocchiale Nostra Signora del Sacro Cuore” che sinceramente non mi dice niente di positivo, cosa che invece fa (e pure tanto) la bellissima “Chiesa Ortodossa Russa della Natività di Cristo”; purtroppo anche in questo caso la luce del sole intenta a tramontare mi gioca un brutto scherzo. Sulla via del ritorno costeggio la Fortezza da Basso che mi fa rimanere davvero male: come si fa ad usare tale spazio storico solo ed esclusivamente per eventi fieristici? Definirlo un pugno nello stomaco è poco. Concludo ufficialmente la visita di Firenze vedendo il “Palazzo dei Congressi”.

Tabernacolo delle Fonticine

Tabernacolo delle Fonticine

Monumento per Ubaldino Peruzzi

Monumento per Ubaldino Peruzzi

Monumento per Bettino Ricasoli

Monumento per Bettino Ricasoli

Chiesa Parrocchiale Nostra Signora del Sacro Cuore

Chiesa Parrocchiale Nostra Signora del Sacro Cuore

Chiesa Ortodossa Russa della Natività di Cristo

Chiesa Ortodossa Russa della Natività di Cristo

Palazzo dei Congressi

Palazzo dei Congressi

Allora, è tempo di ricapitolare: ho scattato la prima foto questa mattina intorno alle 10:00 e l’ultimo click appena pubblicato è delle 20:15; vale a dire che ho camminato dieci ore ed un quarto tutte di fila senza una misera sosta intermedia e ne vado fiero. Adesso che è tutto finito riattivo i miei sensi e mi accorgo che lo stomaco sta gorgogliando come un bufalo inferocito, ma la sorte stavolta mi è amica: a pochi passi vedo un Conad City ancora aperto e mi fiondo a comprare la cena che poi mangerò in treno con calma. Alle 21:14 è prevista la partenza, ma un ritardo di sedici minuti non poteva mancare in questa repubblica delle banane dove non funziona un accidente. L’ennesimo esempio della stupidaggine di questo periodo ce l’ho in stazione: fino alle 21:00 chiunque vuole superare i varchi di accesso ai binari viene controllato dagli addetti; non capisco se si tratta solo dei controlli per il biglietto o anche per la tanto temuta temperatura, ma comunque un check viene completato. Dalle 21:01 tutto lo staff “evapora” e chiunque ha un treno da quel momento in poi (compreso me) può passare senza problemi. Allora ditemi: è così che si ferma un contagio? Fino alle 21:00 il virus circola e dopo non lo fa più? Ma fatemi il piacere! Io le regole le rispetterei pure in silenzio se solo avessero un senso logico; il problema è che non esiste uno straccio di senso logico in tutto questo. E intanto chi sta bene oggi ha già buttato tre mesi di vita nel cesso e la prospettiva per il futuro non è rosea. Il viaggio di ritorno dura poco più di tre ore e mezzo e subito dopo la partenza consumo le vivande comprate poche decine di minuti prima. Verso l’una di notte scendo al binario 1-est della stazione Termini e mi fiondo nella metro A che chiuderà in circa trenta minuti. Infine, ad Anagnina ho la macchina che mi dà uno strappo a casa mettendo fine a questa lunga, intesa e positiva giornata.

La conclusione stavolta è meno scontata rispetto ad altre località: se dicessi che Firenze è una brutta città mi auto-eliminerei dalla faccia della Terra perchè sarebbe totalmente falso. Al contrario è molto bella e lo dimostrano sia i giudizi di miliardi di persone che il lungo racconto da me scritto, pieno di punti di interesse mostrati dettagliatamente con tante immagini. Il titolo del post però parla chiaro: mi aspettavo di tornare via con l’amaro in bocca e puntualmente è successo: a Firenze non ci abiterei neanche se mi regalassero una casa in pieno centro. Nonostante io abbia adorato la vista d’insieme che si gode da Piazzale Michelangelo (e non ho mancato di farlo notare anche al momento opportuno) non mi piace per niente la conformazione urbanistica generale; non mi trovo a mio agio neanche un po’. Probabilmente la presenza delle troppe strade strette, con edifici troppo alti e quindi con buio quasi permanente durante tutta la giornata è solo la motivazione più visibile…ma la verità è che camminare in queste vie non mi ha dato l’emozione o le sensazioni provate in altri luoghi di ben minore importanza ed è una cosa che sento a pelle. E’ successo in passato quando c’era un mare di gente ed è successo di nuovo oggi che di gente ne ho trovata un centesimo. Sono sicuro che tornandoci altre mille volte questo giudizio non cambierebbe di una virgola. Chi vuole farlo può definirmi pazzo, ma io la penso così e non sono certo il tipo che per un click in più accetta di raccontare il falso; dico le cose come le penso ed è questa la mia visione. Chiedo umilmente scusa ai puristi, ma a me non è sembrato di essere nella culla del rinascimento. Se lo è davvero, probabilmente il mondo ha visto periodi migliori.

 

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