Conegliano e Noale: una piacevole domenica nella storia

di admin

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Premessa: questo nuovo post è la conclusione del week-end lungo da me trascorso prima a Salisburgo e poi a Graz, in Austria (vedi racconto dedicato). Come già ho avuto modo di specificare in quella sede, l’unico modo “economico” (poi neanche troppo alla fine…) che ho per tornare nello stivale è un Flixbus notturno con destinazione Mestre.  Calcolando che il rientro a Roma è previsto con un altro bus di colore verde nella tardissima serata di oggi, colgo così l’occasione per visitare qualche altra località di questa splendida regione del nord-est che non finisce mai di stupirmi. Ammetto che, in fase di preparazione del viaggio, ho pensato anche di trascorrere una giornata intera a Venezia, però ho rinunciato quasi subito all’idea. Il motivo principale è presto detto: delle quattro notti di questo tour ne ho passata solo una in una stanza e su un vero letto (tra l’altro una camera privata presa con AirBnb col proprietario dentro casa), mentre tutte le altre sono su mezzi di trasporto (treno e pullman all’occorrenza); per questo sono sia  stanco (al punto da poter “rovinare” la scoperta di una così affascinante località) che non nelle condizioni di vestiario adatte per catapultarmi in una realtà in cui, di domenica pomeriggio e con la prospettiva di un bel sole, avrei trovato in giro una marea di gente. E’ così che sposto il mirino verso Conegliano e Noale, due centri abitati dei quali ho letto info positive e visto on-line bellissime fotografie. Adesso è il momento di vedere cosa è successo…

Ore 07:45 di domenica 25 marzo 2018: il protagonista iniziale è un probabile errore di calcolo da parte di Flixbus avvenuto in questa notte in cui si spostano in avanti le lancette per il solito cambio dell’ora, da solare a legale: scendo alla stazione di Mestre con quasi sessanta minuti di anticipo rispetto a quanto preventivato, cosa più unica che rara. Assolutamente niente di male perchè significa che avrò più tempo da dedicare alle cose da vedere. Ma prima c’è l’annoso problema di dove mettere il borsone. Abituato decisamente bene in Austria nei due giorni precedenti, provo a fare lo stesso anche qui. La differenza è però abissale, sia per organizzazione che per costi. Oltre confine ci sono i “lockers” automatici: si infilano le monete, si prende la ricevuta ed il gioco è fatto per due spicci bucati. Nel “belapese” sembra di essere nel terzo mondo: il deposito è di quelli “manuali” , con l’addetto che ritira e consegna i colli ai clienti; inoltre il prezzo è semplicemente allucinante: c’è una tariffa fissa per un primo periodo e poi un tot da aggiungere ad ogni ora successiva. Con un rapido calcolo noto che lasciare la sacca durante le ore di mia necessità mi sarebbe costato quasi quindici euro: un vero FURTO legalizzato. A costo di portare la mia roba sulle spalle per tutta la giornata, mi fermo da una parte e col tablet provo a trovare una soluzione alternativa. Come sempre la sorte va incontro a chi la sa cercare: scovo un servizio mai conosciuto prima in cui un bar, aperto fino alle 21:30, è disposto a tenere i bagagli dei viaggiatori per cinque euro al giorno. La tariffa non è bassa come in Austria, ma è un buon compromesso. L’unico problema è che l’esercizio si trova a 2,2 kilometri dalla stazione, direzione centro…ma probabilmente è per questo che il destino mi ha fatto arrivare prima a destinazione. Non me lo faccio dire due volte: prenoto/pago on-line e mi dirigo dove devo. Lascio il borsone, faccio pure colazione e poi percorro la tratta inversa per prendere il treno. Qui torno sull’annoso problema italiano (e non solo) dello sfruttamento dei turisti: chi viaggia non ha necessariamente conti in banca che esplodono per quanto sono pieni. Forse un tempo era così, ma non oggi, ed il trend non pare essere destinato a tornare quello di una volta. Perchè voler spennare per forza i turisti con servizi dal costo ingiustificato? Invece di accoglierti con facilitazioni ed invogliarli a visitare una certa zona (dove necessariamente spenderanno per dormire, mangiare, per eventuali souvenirs o altro) continuiamo a massacrarli? E poi…cavolo…nel 2018 ancora il deposito bagagli con l’addetto dietro al bancone??? Ma due soldacci per montare dei lockers proprio non li vogliamo investire? Lo so…sono ancora polemico con la nostra nazione, ma mi fa arrabbiare il fatto che ci sentiamo superiori a molti paesi che reputiamo più poveri di default quando poi alla fin fine siamo totalmente uguali a loro. Le strade sono due: o abbassiamo la cresta oppure facciamo veramente qualcosa per rendere veritiero il nostro pensiero comune. Per fortuna il biglietto con destinazione Conegliano costa poco e basta ciò per riacquistare il sorriso. Il Regionale veloce percorre la tratta in soli trentasei minuti, così mi trovo catapultato nella nuova realtà. Mappa alla mano e senza farmelo dire due volte, inizio il giro. Da Piazza Aldo Moro percorro tutto l’antistante Viale Giosuè Carducci fino alla sua conclusione. Subito una brutta sorpresa mi attende, già a partire dalla Scalinata degli Alpini: un maledetto mercatino di quelli domenicali occupa una buona parte di Contrada Grande: anche qui, come in altre realtà, dovrò fare i salti mortali per scattare foto senza includere inutili banchetti al loro interno. Il primo punto di interesse lo trovo alla mia sinistra: si tratta della Chiesa dedicata ai Santi Rocco e Domenico; sempre seguendo la medesima direzione mi imbatto nella Fontana del Nettuno.

Parrocchia dei Santi Rocco e Domenico

Fontana del Nettuno

Verso destra affronto una leggera salita e, dopo pochi passi, mi trovo di fronte a quella che sarebbe Porta Dante Alighieri; il condizionale è d’obbligo oggi perchè più che una porta cittadina sembra l’inizio di un mercato rionale.  Entro lo stesso cercando di fare lo zig zag tra la gente perchè voglio andare dritto al soldo. Raggiungo così il Duomo, molto bello e particolare…ma quasi impossibile da includere in una foto decente  a causa della sua posizione rispetto alla strada ed agli altri edifici che ha di fronte. Posso solo provare a portare a casa lo scorcio che ritengo più significativo.

Scorcio del complesso del Duomo di Conegliano

Famosa la “Sala dei Battuti” che precede la Chiesa, di forma rettangolare ed ottimamente affrescata sia internamente che esternamente. Attenzione agli orari di apertura: consiglio di informarvi bene per non incappare in sgradite sorprese. Proseguo la passeggiata e dopo pochi passi arrivo in Piazza Giovanni Battista Cima: qui si affaccia la figura del Teatro Accademia. Sulla sua destra c’è la sede del Municipio.

Teatro Accademia

Oltre questo punto trovo due edifici storici: il primo è Palazzo Sarcinelli, utilizzato oggi come luogo espositivo; il secondo è il Palazzo del Monte di Pietà, attualmente sede di un hotel del quale non farò il nome. E’ un po’ un peccato poichè, proprio sopra la moderna insegna, risaltano bellissimi affreschi che stonano molto con la nuova natura riservata alle aree interne.

Palazzo Sarcinelli

Palazzo affrescato…oggi un hotel…

Torno sui miei passi e, arrivato alla piazza del teatro, salgo in direzione di Via Accademia; entro poi in Via Giovanni Battista Cima dove non fatico a trovare quella che fu la semplice casa (oggi museo) del famoso pittore locale, conosciuto con il nome di “Cima da Conegliano”.

Casa di G.B. Cima da Conegliano

Di nuovo su Via Accademia, la percorro fino alla fine, dove incrocio Via Edmondo de Amicis. Svolto a sinistra e trovo il Convento San Francesco; la solita fortuna decide di venire a braccetto con me anche stavolta: un cartello recita che proprio oggi (e non ne è indicato alcun motivo specifico) l’edificio è chiuso al pubblico. Non mi resta altro da fare che trovare un punto buono per scattare qualche istantanea degli esterni.

Piazzale del Convento San Francesco

Questa immagine è presa da “Calle Madonna della Neve”, una stradina con fondo sconnesso (dimostra perfettamente tutta la sua antichità) che porta alla zona più alta del comune di Conegliano Veneto. Decido ovviamente di non tirarmi indietro e di salire fino in cima; da qui in poi incontrerò diversi punti di interesse come le Mura Carraresi risalenti al XIV° secolo e la piccola Chiesa “Madonna della neve”, difficile da fotografare per la sua posizione poco agevole.

Scorcio delle Mura Carraresi

Chiesa “Madonna delle Neve”

Mi immetto su di una strada nuova ed asfaltata. Proseguendo verso sinistra arrivo dopo non molto alla “Porta di Ser Belle”. Sulla destra invece c’è il grande cancello che chiude la visuale e l’accesso della storica Villa Gera che, in qualche modo, dovrò riuscire a vedere.

Porta di Ser Belle

Subito dopo eccomi nella zona del Castello di Conegliano. Lo spettacolo dell’antica costruzione lo si nota anche da molto lontano, figuriamoci cosa si prova ed esserci così vicino. Si tratta di un Castello vero e proprio, con la “C” maiuscola totalmente meritata. La splendida giornata di sole mi permette di immortalare il tutto come dico io. Vedere per credere.

Castello di Conegliano

Salgo una scalinata e mi ritrovo in uno spiazzo adibito a parcheggio per le auto: da una parte osservo la Chiesa di Sant’Orsola, mentre dall’altra ho l’ingresso del Parco che ospita il Castello.

Chiesa di Sant’Orsola

Interno del parco del Castello

Un giardino ben curato (ovviamente con punto ristoro…e come poteva mancare una cosa simile?), alcune statue, una buona vista sulla città che si trova “al piano di sotto” ed il museo cittadino ospitato nella torre del castello stesso completano l’offerta. Viene il momento di scendere e lo faccio dalla stessa strada attraverso la quale sono arrivato quassù non molto tempo fa. Una cosa devo portare a termine: fare il possibile per ottenere una foto decente di Villa Gera. Purtroppo però “Calle Madonna della Neve” è un percorso totalmente obbligato e non ha sbocchi praticabili. Quando non ci sono le Mura Carraresi…ci si mettono altre mura ad ostruire la vista ed è un vero peccato. Ciò che riesco a fare è quanto segue. Non è molto…ma sempre meglio di niente.

Una delle peggiori immagini esistenti di Villa Gerra…

Decido adesso di cambiare totalmente zona ed arrivo così alla Porta Monticano che ha dietro di sè la Torre della Rocchetta. Imbocco poi via Cavallotti che, all’altezza di una deviazione, prende il nome di Via Immacolata di Lourdes. Lungo questa passeggiata si possono osservare tre elementi di rilievo: il primo è il lo scorrere silenzioso del piccolo fiume Monticano (eh si, lo stesso nome della precedente porta); il secondo è la Chiesa del Santissimo Nome di Maria delle Vittorie; il terzo è la Chiesa Parrocchiale dell’Immacola di Lourdes, davvero particolare. Il tutto condito da alberi in fiore presenti nei giardini delle abitazioni private che sono sempre un belvedere.

 

Porta Monticano

Chiesa del Santissimo Nome di Maria delle Vittorie

Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata di Lourdes

Primavera in arrivo? Quest’anno proprio no…

Ripercorro i miei passi e mi trovo ancora di fronte a Porta Monticano; mi fermo sul ponte a scattare qualche bella immagine del fiume illuminato dal sole, poi proseguo fino a raggiungere la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie.  Torno indietro per la medesima strada e stavolta tiro dritto fino a Piazza IV Novembre dove posso ammirare il bellissimo monumento ai caduti qui ubicato. Supero poi il Ponte San Martino e mi ritrovo sull’altra sponda del corso d’acqua. Qui ho la possibilità di vedere, a pochissima distanza l’una dall’altro, la Chiesa dei Santi Martino e Rosa ed il Museo degli Alpini, ospitato da uno stabile che lascia forse un po’ a desiderare.

Il Fiume Monticano

Monumento ai Caduti

Chiesa dei Santi Martino e Rosa

Museo degli Alpini

Guardo l’orologio ed ho la conferma di avere tempo a sufficienza per spingermi anche nell’ultima parte di Conegliano ancora non esplorata, per cui mi metto in marcia con la dovuta calma. Oggi non si fanno corse.  Una passeggiata di media lunghezza viene intervallata in un paio di occasioni: la prima per osservare il Convento dei Frati Minori Cappuccini e la seconda per la Parrocchia di San Pio X.

Convento dei Frati Minori Cappuccini

Parrocchia di San Pio X

Guardo la mappa e capisco che ho esaurito tutti i punti di interesse segnati a casa. Non mi resta altro da fare che tornare alla stazione e vedere a che ora passerà il treno per la prossima destinazione di oggi. Non sono fortunato, ma questa non è affatto una novità. Il motivo è semplice: ci sono treni all’incirca ogni quaranta minuti o massimo un’ora tra Conegliano e Mestre, ma questo non vale nella fascia oraria in cui mi trovo: sono le 13:45. Ho perduto il convoglio precedente per una decina di minuti scarsi ed il prossimo ci sarà alle 15:05. Mi si prospettano ottanta minuti di attesa in una località che ho appena terminato di visitare. Faccio di necessità virtù e mi trovo un posto dove mangiare nella solita maniera economica; il resto del tempo è relax all’aperto col mio fedele tablet. La tratta per raggiungere Noale-Scorzè (questo il nome esatto della fermata) prevede, come già detto, un cambio a Mestre. Il tutto porta via circa un’ora e venti minuti. Arrivo nella nuova cittadina alle 16:26. Come prima tappa decido di dedicare il mio tempo all’Oasi WWF “Cave di Noale” della quale avevo letto cose positive in fase di programmazione. Beh…la verità fino in fondo? L’esperienza si rivela deludente. Attenzione a non fraintendere: sono stra-sicuro che quest’area umida serva tantissimo a preservare le specie che ci vivono, ma chi non è totalmente appassionato di certe cose (come me) rischia seriamente di non cogliere la reale essenza. Quindi consiglio a tutti quanti di fare qui una visita partendo preparati. Muovo le gambe in direzione del centro storico che so essere abbastanza contenuto, ma non per questo senza cose da vedere. Un primo assaggio lo si ha già da Piazza XX settembre: un’area abbastanza grande che ha una zona parcheggio per le auto nella parte centrale ed una serie di bei palazzi porticati a fare da perimetro. Ma è col Palazzo della Loggia, situato poco più avanti, che iniziamo a fare sul serio. Costruito nel 1848, è oggi usato come sede della Pro Loco, del Consiglio Comunale e della Pinacoteca “Egisto Lancerotto”. Oltre a questo, la foto parla da sola.

Palazzo della Loggia

Subito dietro si erge la Torre dell’Orologio, detta anche “Torre Est” , altro bello spettacolo per gli occhi. Peccato che l’imminente Piazza Castello sia usata parzialmente come parcheggio per le autovetture. Sicuramente è una cosa comoda per i locali e per i visitatori, ma non rende certo autentica l’atmosfera. Qui presente c’è un monumento dedicato a Pietro Fortunato Calvi, uno tra i Martiri di Belfiore.

Torre dell’Orologio vista da fuori del centro storico

Torre dell’Orologio vista da Piazza Castello

Monumento a Pietro Fortunato Calvi

Il lato pedonale della piazza è composto da altri palazzi storici porticati dove sono presenti caffè, gelaterie e piccoli negozi. Sulla sinistra si trova la Chiesa Arcipretale dei Santi Felice e Fortunato mentre, poco più avanti, incontro la Torre delle Campane, detta “Torre Ovest” o ancora “Torre Padovana”.  Tagliando per il piazzale della Chiesa si arriva in pochissimi passi alla Piazzetta Giacomo dal Maistro dove si affaccia il Municipio.

I Portici di Piazza Castello

Chiesa Arcipretale dei Santi Felice e Fortunato

Torre delle Campane

Municipio di Noale

Il piccolo centro storico della cittadina veneta si chiude con la visita al perimetro esterno della famosa Rocca dei Tempesta, nome che deriva da quelli che erano i signori di Noale ai tempi della sua costruzione. La struttura che arriva ai giorni nostri non è affatto completa, anzi…ne mancano ampissime sezioni. Sia lo scorrere inesorabile del tempo che la mano dell’uomo (demolizioni volontarie al fine di ricavarne materiali da costruzione nei momenti di bisogno) l’hanno ridotta così come si presenta. L’intera area dove è ubicata la rocca è accessibile tramite ponticelli; infatti si trova su un isolotto interamente circondato da un piccolo corso d’acqua. Definirlo “fossato” mi pare eccessivo, ma probabilmente è questo il nome più appropriato. Tra le altre cose, ci trovo quasi più fango che acqua e lo spettacolo non è dei migliori. Purtroppo il sole ha deciso di piazzarsi in una posizione che mi impedisce di scattare foto decenti dall’angolazione che avrei preferito, per cui mi devo accontentare di riprendere ciò che resta della Rocca da un lato in cui è parzialmente coperta dagli alberi.

Resti della Rocca dei Tempesta a Noale

Adesso una cosa molto interessante: mi prendo un po’ di relax in uno dei caffè di Piazza Castello, tanto per concludere il pomeriggio in bellezza. Fatto ciò, torno alla Stazione ed acquisto il biglietto per il primo treno disponibile con destinazione Mestre. La tratta dura poco più di venti minuti e così mi ritrovo al punto in cui questa domenica è cominciata. Sono quasi le 20:00 ed ho ancora tempo. Pian piano mi incammino verso il bar in cui ho lasciato in custodia il borsone e, dando un’occhiata alla terraferma di Venezia (che un giorno visiterò come merita), arrivo a destinazione per le 21:00. Prendo ciò che è mio, ringrazio e saluto. Sempre con andatura tranquilla scelgo una pizzeria gestita da un extracomunitario e con cinque euro tondi tondi mangio sul posto una pizza margherita niente male accompagnata da una Coca Cola gelata. In questo modo mi avvicino alla conclusione del mio week-end lungo diviso a metà tra Austria e Veneto; non mi resta altro che attendere il Flixbus che mi riporterà a Roma in nottata.

In conclusione, Conegliano e Noale sono altri due punti da prendere in considerazione come mète da visitare per chi si trova in zona e vuole passare una giornata diversa e positiva. Ovviamente non consiglio di partire di proposito da Roma (nel mio caso) solo per loro perchè sarebbe obiettivamente una scelta riduttiva e non varrebbe il viaggio. Per ciò che mi occorreva in questa particolare occasione è stata una decisione totalmente azzeccata che, se potessi tornare indietro, ripeterei senza doverci pensare. Ormai è risaputo che preferisco visitare l’estero fino a quando ne avrò le possibilità (si tratta sempre di spostamenti ed itinerari più impegnativi), però non nego assolutamente che l’Italia sia da meno. Anzi, se davvero fosse sfruttata turisticamente come merita saremmo tutti più ricchi.

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