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Negli ultimi mesi il traffico aereo mi sorprende ogni giorno di più: fortunatamente spuntano come funghi nuovi aeroporti e con essi nuove destinazioni e possibilità di visita. Luoghi che fino a qualche tempo fa erano lontanissimi da raggiungere (e lo si poteva fare solo grazie ad un minimo di una settimana di ferie) da un giorno ad un altro diventano possibili. Il gioco delle tariffe poi ci mette del suo e chi, come me, tiene monitorata la situazione al minuto…prima o poi l’offerta la trova. E’ così che nasce l’idea di scoprire Norimberga e di usarla come base di partenza per esplorare la Baviera, regione tedesca ricca di storia e di tradizioni. Un sogno che diventa realtà, anche perchè la fitta rete del trasporto pubblico in Germania collega qualsiasi tipo di località si desideri. Ho quasi due giorni a disposizione per questa avventura; il primo lo dedico proprio alla città che ospita lo scalo, mentre per il secondo studio un itinerario tra i tantissimi disponibili; informandomi tramite internet ho visto una marea di belle zone degne di qualche ora da dedicare loro, così ho l’imbarazzo della scelta. Alla fine opto per la bella Bamberg (compresa una capatina al Castello di Seehof che si trova un po’ fuori paese) e per la quasi sconosciuta Forchheim.
Volo comodo questa mattina (sabato); anche troppo per i miei gusti perchè parte alle 9:00 da Ciampino. Posso quindi svegliarmi con la dovuta calma e raggiungere l’aeroporto con la massima tranquillità. Questo è il lato favorevole della questione, ma c’è anche quello contrario: decollando tardi…inevitabilmente si arriva tardi. Ma per questa situazione, la città di Norimberga si presta davvero bene. So che ha tanti punti di interesse, ma so anche che sono più o meno tutti racchiusi nel suo centro storico che come estensione non è enorme ed è quindi visitabile in qualche ora. Non è quindi fondamentale arrivare in loco alle 8:00 e cominciare a correre, per capirci. Giungo a destinazione con una puntualità disarmante e faccio l’ennesimo plauso alla Ryanair per questo. Esco dall’aeroporto e subito fuori dalla porta c’è la discesa verso la metropolitana che conduce direttamente in centro: questa si che è comodità. Ma prima di scendere giù occorre munirsi di biglietto. Ci sono tantissime tipologie di tickets, sia di corsa singola che multipla. Addirittura acquistando il “giornaliero” al sabato, la validità è estesa anche a tutta la domenica. Un bel vantaggio per chi si sposta nei week-end come faccio io. Ovviamente compro proprio questo e lo adatto alle mie esigenze: dovendo visitare altre due città non basta la fascia urbana, ma occorre quella totale (Bamberg è abbastanza distante da dove mi trovo). Pago 19,10 euro che per due giorni non sono proprio pochissimi, però facendo due conti capisco di aver risparmiato tanto perchè ho la possibilità per 48 ore di girare ovunque (anche sui mezzi pubblici locali a Bamberg e Forchheim) all’interno di tutto il perimetro dell’area metropolitana di Norimberga e vi assicuro che ne vale la pena. Ora che sono perfettamente in regola posso prendere il primo treno metropolitano che passa e la mia destinazione è la stazione centrale. Purtroppo, per fare un favore al proprietario dell’appartamento affittato con Airbnb, avrò il check-in alle 18:00 e mi trovo a dover girare per tutto il giorno col pesante borsone sulle spalle. Il mio difetto è quello di essere sempre troppo disponibile ad aiutare in caso di necessità, a costo anche di crearmi qualche problema. Devo decidermi a cambiare registro una volta per tutte adattandomi ai tempi in cui vivo. Dopo pochi minuti eccomi alla “Hauptbanhof” ed abbandono la metro. Provo ad orientarmi in quel dedalo di corridoi e memorizzo che lì potrò trovare un paio di supermercati aperti ogni giorno dalle 6:00 del mattino alle 22:00. Mi dirigo verso l’uscita e vedo ciò che mi accompagnerà per l’intera giornata: le mura della città ed i vari bastioni. Molta della vita locale si svolge al loro interno, per cui cerco e trovo il passaggio per poterne far parte. Qui inizia ufficialmente il mio giro per questa importante realtà della Franconia centrale.
La prima impressione che ho entrando nel centro storico di Norimberga da questa porta è di trovarmi in un’altra epoca: questo perchè sono nell’Handwerkerhof, un quartiere medievale perfettamente ricostruito nel quale si trovano le botteghe degli artigiani di giocattoli proprio come era in passato. Subito dopo proseguo la passeggiata e prendo la bella Konigstrasse, arteria molto importante lungo la quale si susseguono sia negozi che monumenti. Alle mie spalle però noto subito un primo bastione. Ne vedrò molti altri durante la giornata.
Entro subito nel centro di informazione turistica che si trova proprio alla mia destra e prendo una mappa cittadina davvero ottima con ben marcati i siti più importanti; mi sarà davvero utile per trovare ciò che mi occorre senza troppa fatica e senza perdere tempo prezioso. Proprio lì accanto c’è la “Nurnberg Art Gallery”, ma a me non interessa per niente, per cui soprassiedo e vado avanti. Cerco e trovo dopo pochi passi sia la Chiesa di Santa Martha che la Chiesa di Santa Klara (sono una di fronte all’altra divise solo dalla strada che si trova in mezzo) ma qui vado nel panico: entrambe sono non fotografabili (la prima pure non visitabile) a causa di pesanti lavori in corso; con la memoria torno in un batter d’occhio al viaggio a Francoforte dello scorso gennaio: anche li era tutto distrutto causa ristrutturazioni. Ma com’è possibile che tutta la Germania sia in rifacimento nello stesso periodo? E se anche tutto il resto fosse così ? Cerco di non pensarci e vado avanti. Sulla mia strada incontro quello che fu l’antico Palazzo della Dogana della città imperiale, oggi ovviamente riadattato a scopi commerciali.
L’Itinerario mi porta al primo dei grandi edifici religiosi che incontrerò: la bellissima e maestosa Lorenz Kirche. Per poter fare entrare l’intera chiesa nell’obiettivo della reflex devo allontanarmi abbastanza data la sua imponenza. Davanti, come sempre, una moltitudine di banchetti che vendono qualunque cosa si possa mangiare.
Proprio li accanto ci sarebbe da vedere la Fontana delle Virtù, ma ancora oggi (1° aprile) è coperta causa chiusura invernale; bisognerebbe far notare a questi sapientoni che è già primavera da 10 giorni buoni. Mi consolo vedendo e fotografando la Nassauer Haus, esempio di casa nobiliare del passato.
Arrivo poi al primo dei ponti sul fiume Pegnitz (corso d’acqua che attraversa l’intera città) che prende il nome di Museumbrucke. Ne vedrò ed attraverserò diversi durante il programma di visita. Il colpo d’occhio qui è particolare da ambo i lati, soprattutto dalla parte destra in cui trovo il famoso Ospedale del Santo Spirito.
Prossimo punto di interesse è l’Hauptmarkt, la piazza principale di Norimberga. Una volta qui comprendo perfettamente il perchè si chiami “markt”: è completamente tappezzata da un mercato composto da bancarelle che, a prima vista, mi sembrano fisse e non lì solo temporaneamente. Vendono di tutto, dal cibo all’oggettistica. La cosa terribile è che sono posizionate malissimo perchè coprono parzialmente la bella Chiesa di Nostra Signora. Questa che segue è l’immagine migliore che ho, scattata forzatamente da lontano e dall’alto di una scalinata proprio per non comprendere la moltitudine di ambulanti presenti. Complimenti a questi geni…
Questa chiesa ha una caratteristica: un po’ come a Praga (ma con le ovvie e dovute proporzioni), ogni giorno alle ore 12:00 i personaggi immortalati nel dettaglio seguente prendono vita inscenando un piacevole siparietto.
Nella stessa piazza vedo e fotografo una fontana che si chiama “Schoner Brunner” che significa letteralmente Fontana Bella. Dopo aver sottolineato l’impareggiabile fantasia di colui che ha deciso tale nome (…) faccio notare un aneddoto: sul lato ovest si trovano due anelli di ottone; si dice che farli girare su loro stessi porti fortuna. Assisto a scene di ogni genere con persone che letteralmente si allungano e si arrampicano pur di compiere quel gesto; altre scattano foto ad amici e parenti che si mettono in posa come si fa ad un matrimonio ecc ecc. Resto un po’ a guardare questi poveretti senza parlare. Bastano i miei occhi a dire più di mille parole. Quando la pietà raggiunge limiti assurdi decido di proseguire oltre.
Da qui entro nella grande Rathausplatz che si chiama così perchè ospita il Municipio (Rathaus), un palazzo enorme che entra in foto solo se preso di lato.
Mi dirigo poi verso il Castello Imperiale, ma prima incontro la Fembo’s House che ospita il Museo cittadino.
Finalmente arrivo davanti al Kaiserburg. Per raggiungerlo occorre salire fino in cima alla piccola collina sulla quale è ubicato. La passeggiata è piacevole ma allo stesso tempo non semplicissima. Arrivo lassù e trovo altri lavori in corso a non finire. La pazienza inizia a vacillare, non posso nasconderlo. Qui si sta letteralmente deturpando una nazione intera fregandosene di chi paga per essere li a visitarla. Ammiro e fotografo ciò che non ha impalcature da ogni lato.
Da questa altezza si ha anche una vista completa e molto suggestiva della città. Decido di andare via da qui e di tornare al piano strada e lo faccio passando da una parte diversa rispetto a quella dalla quale sono arrivato. Tutto ad un tratto scende un bellissimo scoiattolo da un albero ed inizia a correre per la strada lastricata agitando una coda stupenda; ad un certo punto si ferma e mi guarda. Quale occasione migliore per una bellissima foto? Non faccio neanche in tempo a prendere in mano la reflex che un bambino rompiscatole lo vede, si mette ad urlare per lo stupore e lo fa scappare via (il tutto in un nanosecondo netto) con i genitori che si mettono pure a fargli i complimenti; da tempo immemore ho dimenticato quanto sia bello essere piccoli: basta qualsiasi gesto idiota, parola senza senso o espressione malata per far compiacere qualcuno. Da grande puoi essere anche l’inventore del moto perpetuo che salverà il mondo, ma tanto non ti si filerà mai nessuno in quella maniera. Quando penso a quale sia la caratteristica più comune degli esseri umani mi viene in mente solo la stupidità al quadrato. Un’altra cosa che mi viene in mente è la differenza tra questo posto e la città in cui vivo: a Norimberga, in centro, scendono gli scoiattoli dagli alberi mentre a Roma, sul Lungotevere, si incontrano topi più grandi dei gatti (le famose pantegane). Ogni commento aggiuntivo può risultare solo superfluo. Capisco che pensare troppo mi fa male, per cui torno al mio giro ed è meglio così. Cammino ed arrivo nella zona della bella Tiergartnertor e della Albrecht Durer Haus, la casa del più importante artista tedesco del rinascimento che sia nato qui.
Riesco poi a trovare una piccola chicca: entro in una porticina dalla quale accedo al Burgmeistergarten, un bellissimo e curato giardino situato proprio dietro al Kaiserburg.
Proseguendo per la mia strada incontro il secondo bastione della giornata.
Adesso è il momento di un’altra bella chiesa, stavolta dedicata a San Sebaldo. Nella foto che segue è fantastica la gru che si vede dietro all’edificio. Ennesimo ringraziamento al comune di Norimberga per questi gentili omaggi.
Entro poi nella Weissgerbergasse, una via piena delle bellissime (secondo me) case a graticcio. Ce ne sono tante a Norimberga ma qui se ne concentra un numero non indifferente.
Torno poi lungo le rive del fiume Pegnitz per attraversare e fotografare il Ponte Sospeso, ma anche per ammirare degli scorci molto particolari.
Rimetto i piedi sulla terraferma per andare a vedere la “Torre dei Sensi”. Eccola qua:
Giungo poi nella zona di Luswigsplatz dove trovo la Weisser Turm e una bella fontana ancora non rimessa in funzione dopo il periodo invernale che viene usata dalla gente come se fosse una panchina. Sono costretto qui di seguito a postare la foto che ho scattato durante la serata perchè, se avessi messo quella fatta di giorno, si sarebbero viste più chiappe appartenenti all’orda di barbari li presenti che la fontana stessa.
Poco più avanti ammiro prima altre due chiese (Santa Elisabetta e San Giacomo) e poi il terzo bastione che incontro in città.
Scendo di nuovo verso il punto di partenza e mi soffermo qualche minuto nella “Strada dei diritti umani”. Si tratta di una via pedonale nella quale sono presenti delle colonne equidistanti con incisi tutti i 30 articoli della dichiarazione universale dei diritti umani in una moltitudine di lingue.
Cambio ora totalmente zona ed arrivo in una parte ancora inesplorata di Norimberga. Il primo punto di interesse che incontro è la Kunsthalle, o meglio la “Galleria d’arte contemporanea”. Purtroppo la foto è condizionata dalla luce del sole che si trova proprio dietro alla struttura.
Di strada ci sono anche le rovine della Chiesa di Santa Caterina
Cammino ancora un po’ attraversando nuovamente il fiume Pegnitz per raggiungere la Chiesa di Sant’Egidio, ma prima incrocio un monumento molto singolare del quale non comprendo il significato.
Decido ora di fare una pazzia e di tornare dall’altra parte della città, tanto ho ancora tempo prima dell’appuntamento con il proprietario dell’appartamento affittato su Airbnb. E’ il 1°aprile e so che il Giardino delle Esperidi riapre i battenti proprio oggi. Perchè me lo dovrei perdere, dato che ho letto che è molto particolare? Non calcolo la stanchezza e vado sparato, anche perchè col senno di poi mi sarei sicuramente pentito di non esserci andato.
A questo punto è il momento di tornare verso la stazione centrale. Da lì avrei raggiunto l’ultimo edificio da vedere e poi avrei preso la metro verso la stanza…finalmente; il borsone sulle spalle per ore ed ore comincia a farsi sentire. E’ così che ammiro il Teatro di Norimberga.
Nota di colore: al centro del fiume Pegnitz si trova un’isoletta collegata al resto della città da dei ponti di cui uno coperto e fatto interamente di legno; è una zona molto molto carina con casette ben tenute, negozi interessanti e tutto ciò che rende un posto degno di nota anche se non ha spunti tali da giustificare una foto. Allora perchè scrivo questo? Semplice: perchè questo posto prende il nome ancora oggi di Trodel Markt che rappresenta la destinazione d’uso che aveva in passato: letteralmente era il mercato dei maiali. Incredibile da credere trovandocisi in mezzo. Adesso è veramente finita: la città è terminata. Scendo nel sottosuolo e mi dirigo verso il punto in cui avrei fatto la spesa per la cena e dove mi sarei riposato per qualche ora. Prendo la camera e le chiavi ed esco poco dopo. Proprio in quella zona c’è un market che chiude alle 20:00, per cui vado a scegliere qualcosa da mangiare e poi mi metto a sorseggiare un’intera bottiglia di the alla pesca su una panchina di un parco situato li di fronte. Verso le 20:15 decido di rientrare alla base, ma faccio un giro diverso per continuare ad esplorare ancora. Non l’avessi mai fatto: passo davanti ad un ristorante giapponese; si sà che in Germania questo genere di specialità costa un occhio della testa rispetto all’Italia e che mai mi sarei sognato di mangiare in un posto del genere. Leggo il cartello lì fuori e recita testualmente così: “All you can eat Sushi – € 12,90 from 18:00 to 21:00”. Cacchio!!! Mi viene una voglia matta di gettare la busta del market in un cassonetto ed andare a cenare lì, ma poi mi ricredo…non senza mordermi le mani. Ormai le cose le avevo acquistate ed è un peccato mortale buttare il cibo. Personalmente non lo farò mai. Col muso lungo salgo in stanza e “mi gusto” la cena. Nonostante le gambe che risentono della lunga giornata decido di non restare li a sonnecchiare. E’ sabato sera, si sta benissimo anche senza giacchetto e senza pensarci due volte mi fiondo prima al piano terra e poi di nuovo nel sottosuolo per prendere la metropolitana in direzione del centro. La città l’ho vista tutta, per cui si tratta in ogni caso di un bis per passare una serata diversa e per ammirare i monumenti illuminati con la luce artificiale. Una cosa la noto e la condivido con chi legge: passeggiando tra le vie senza una mèta precisa vedo che i locali non sono poi così pieni come mi aspetto; quando poi entro sulla piazza della Tiergartnertor capisco perchè: una marea di gente sta seduta lì per terra a parlare ed a bere; un vero tappeto umano, quasi da non credere. Sono praticamente tutti li, seduti come dei barboni. Dalla mia bocca scappa l’espressione “Oh Madonnina…” per lo stupore del momento e, come sempre succede in casi come questi, la sparo dritta in faccia ad un ragazzo che sta dietro l’angolo seduto su uno scooter e che non ho fatto in tempo a vedere; mi guarda senza dire una parola, mentre divento piccolo piccolo e sgattaiolo via nel buio. Non è colpa mia se non esiste un centimetro quadro di mondo senza una persona che ci staziona. Il rientro definitivo avviene verso le 23:30 con grande soddisfazione dentro di me. Sono stato davvero bene, anche se solo soletto. Mentre tiro fuori il portatile per andare un po’ avanti al mio gioco del calcio manageriale, posto qui le immagini più suggestive di questa ultima uscita a Norimberga.
Il mattino successivo, dato il giro bello tosto, inizia molto presto. Mi sveglio alle 5:40 per uscire dalla camera alle 6:00. Riesco nell’intento e vado a prendere la metro in direzione della stazione centrale. Il mio abbonamento valido per l’intera area metropolitana e per l’intero week-end mi consente di prendere i treni regionali ed i treni suburbani, ma non quelli superveloci (chiamati ICE). La mia destinazione è Bamberg ed il percorso per raggiungerla durerà circa un’ora. Il primo convoglio utile parte alle 6:49; io sono già sul binario da tempo, per cui lo prendo senza problemi. Il tragitto passa tranquillamente ed ogni tanto gli occhi mi si chiudono a causa dello scarso riposo . Non ho paura di mancare la fermata perchè sarà l’ultimissima, così mi lascio un po’ andare una volta tanto. Nonostante l’ora piccola della domenica mattina, c’è abbastanza gente insieme a me. Arrivo così a Bamberg, esco dalla stazione e grazie al navigatore mi oriento puntando dritto verso il centro. Avevo letto davvero tante belle cose su questa località e mi aspetto molto. Come spesso accade in casi come questo, resto parzialmente deluso. Di bellissimi monumenti ed edifici ce ne sono, ma non come mi aspettavo. Anche qui, come a Norimberga e come il precedente viaggio in gennaio a Francoforte, trovo lavori in corso molto invasivi addirittura sul monumento principale della città. Ormai sono rassegnato e capisco che in Germania la crisi economica non è mai neanche transitata. Troppe opere monumentali in corso, troppi soldi spesi, troppi migranti accolti per aver subìto anche un solo contraccolpo in tutti questi anni. Da noi abbiamo il sito storico di Pompei che sta cadendo letteralmente a pezzi per fare un esempio…oppure il restauro del Colosseo pagato da una ricca famiglia di produttori di scarpe anzichè dallo Stato, e questi si permettono il lusso di ristrutturare tutta la nazione contemporaneamente. Mah…Comunque sia, inizio la mia lunga passeggiata mattutina (non sono ancora le 8:00 quando muovo il primo piede) e, tra le cose che ammiro, alcuni esempi sono quelli che seguono:
- Erloserkirche
- Chiesa di San Martino e, nella stessa piazza, Fontana di Nettuno
- Monumento di Igor Mitoraj – Centurione I
- GesundheitsZentrum am Alten Rathaus
- Statua della Regina Cunegonda
- Blaues Haus
- Chiesa di Santa Elisabetta
- Cattedrale (Dom) con impalcature…
- Neue Residenz
- Obere Pfarre
- Chiesa di San Michele (con lavori in corso)
- Chiesa di S. Otto
- Maximilianplatz con la bella fontana ed il palazzo alle sue spalle
- Chiesa di S. Gangolf (con lavori in corso)
- Lungofiume di Bamberg
Quando guardo l’orologio mi rendo conto che è abbastanza tardi, per non dire addirittura molto tardi. Probabilmente dovrò rivedere il programma perchè potrei non riuscire più a portarlo tutto a termine. Bamberg mi ha portato via davvero tante risorse. La città è più grande di quanto mi aspettavo e coprirla completamente a piedi non è nè semplice nè immediato. Con passo svelto torno verso la stazione provando a recuperare: non mi dò per vinto e per mandare in fumo un itinerario preparato ci vuole la certezza matematica di doverlo fare. Il prossimo obiettivo si trova un po’ fuori città e per raggiungerlo devo prendere un bus locale che ferma non distante dal piazzale della stazione. Ci arrivo alle 12:03 e guardo gli orari: per oggi, giorno festivo, il prossimo mezzo è previsto per le 12:15 e la frequenza è di uno ogni ora. E’ davvero un disastro, ma il mio mestiere di contabile e la mia vocazione per i numeri mi portano a pensare ad una soluzione dell’ultimo secondo. Decido di aspettare il bus che arriva puntuale e lo prendo. In 16 minuti sono alla fermata del castello e scendo. Corro dall’altro lato della strada a leggere a che ora sarebbe passato il primo pullman per il ritorno e scopro di avere 20 minuti netti a disposizione: ce la posso fare! Mi dirigo verso il castello e varco il cancello di ingresso del parco che lo precede. A passo svelto, fotografando anche alcune statue che incontro nel tragitto, mi fermo ad una perfetta distanza per poter far entrare l’intero maniero nella mia reflex. Appena fatto inizio a girare intorno alla struttura scattando altre foto da angolazioni diverse. Dal lato sud decido di entrare e vedere cosa nasconde l’interno: c’è solo un bel cortile, ma niente di più. Nessun’altra parte è accessibile oltre a questo. Esco e mi dirigo sul lato est, quello che ha la luce migliore. Qui vedo una bella fontana (non ancora in funzione) e scendo dei gradini per fotografarlo. A quel punto cerco l’ultima inquadratura per il castello e da li inizio una mezza corsa vero l’uscita del parco. Morale della favola: ho visto tutto, ho con me le immagini che volevo ed arrivo alla fermata del bus con un minuto di anticipo, quindi addirittura devo aspettare il suo arrivo. Che ho lasciato tutti e due i polmoni sul brecciolino del parco poco prima è solo un dettaglio in questo momento. So di essere riuscito nel mio intento quando vedo, fermo ad un semaforo poco lontano, il bus che sta per arrivare. Ma le corse non sono finite: salgo sul mezzo pubblico ed incrocio le dita; arrivo poco fuori dalla stazione di Bamberg alle 13:07. Attraverso la strada quasi senza guardare e corro dentro alla struttura; il mio treno per Forchheim partirà dal binario n. 5 alle 13:11. Ultima traversata folle prima in discesa e poi in salita per le scale ed ingresso nel convoglio che si muove dopo neanche 60 secondi. Con un po’ di sana organizzazione e grazie all’estremo rispetto degli orari tedeschi, sono dove avrei voluto essere. Mi siedo su una delle tante poltrone libere e mi godo quel breve viaggio di circa 30 minuti per riprendere fiato, sistemare al meglio le mie cose e preparare l’ultima visita del giro. Ah…in tutta questa fretta stavo dimenticando le foto del Castello di Seehof. Eccole:
La stazione di Forchheim è piccolina; ci metto un attimo ad uscire in strada e ad iniziare ad orientarmi. Vedo che le cime dei campanili sono tutte nella stessa direzione, per cui non ci penso sù due volte e punto dritto da quella parte. Non ci metto molto ad incontrare il primo edificio degno di nota: la Chiesa evangelica-luterana di San Giovanni.
Proseguo la passeggiata tranquilla in direzione del centro e trovo il Monastero di St. Anton.
Un palazzo mi colpisce e cerco di capire che tipo di edificio sia ed a quale uso viene adibito. Ci resto di stucco quando scopro che è una scuola (ginnasio). Ripensando alle pari strutture italiane divento piccolo piccolo per la vergogna.
Una delle caratteristiche di questo paesotto della Baviera è rappresentata da una serie di canali che la attraversano. Singolare però il fatto che la zona pedonale del centro è a sua volta tagliata da un rigagnolo di acqua limpidissima; ovviamente è una scelta architettonica dell’amministrazione comunale carina e singolare; certo…passeggiare per questa via e distrarsi qualche secondo per pensare ad altro potrebbe voler dire infilarsi in quell’insenatura con tutte le scarpe. Alla fine di tale corso si apre una piazza sulla quale, da una parte, affacciano bellissime case a graticcio ed una di esse è la Rathaus (Municipio); completa l’opera la presenza di una fontana
Ma questa piazza racchiude dietro di se un’altra piazza, anch’essa colma di belle case a graticcio con al centro la Chiesa di San Martino.
Proseguo il giro e raggiungo una piazzetta in cui si trova il Kaiserpfalz e la Marienkapelle.
Poco più in là riesco a scovare anche la Saltoturm.
Successivamente incontro la struttura del Katharinenspital che ricorda quella di una chiesa. O forse quella che vedo è la cappella dell’ospedale dedicata alle preghiere dei pazienti.
Dopo che la Marktplatz si rivela spoglia di qualsiasi interesse, resta da dare uno sguardo ai canali di cui ho parlato poco fa. Di seguito un’immagine che serve da esempio, e poi…una singolare scultura a forma di pesce. Inutile per me provare a leggere la targa li presente perchè è scritta completamente in tedesco. Moral della favola: rimango col dubbio.
Prima del rientro dedico la mia attenzione ad un forno che oggi, domenica, è incredibilmente aperto. Entro e ne approfitto per il pranzo. Acquisto un paio di panini alle olive, uno strudel di mele come dolcetto ed una bottiglia di quello che sembra buon succo di frutta. Da perfetti tedeschi mi sparano 6,50 euro per quella miseria. Accetto e vado avanti. Esco e già pregusto quei sapori, ma ci resto di stucco: i panini alle olive sono così duri che sembrano in esposizione da una settimana e quello che avrebbe dovuto essere un nettare prelibato (dato che me lo hanno fatto pagare come tale) risulta fatto con l’acqua gasata…quindi si rivela uno schifo come mai assaggiato prima. Decido di tenermi lo strudel per il viaggio in treno, per cui mi muovo in direzione della stazione. Percorro la strada che mi permette di osservare ed immortalare anche la Nuremberg Tor.
Sono in paese da meno di due ore ma già mi oriento a meraviglia. Sembro essere un abitante del posto (chissà come si chiameranno, dato il nome impronunciabile di questa cittadina…); dopo pochi minuti vedo l’ingresso della stazione ed attendo il convoglio delle 15:03 diretto a Norimberga. Quella particolare corsa ha proprio Forchheim come capolinea, per cui il treno si mette nel binario 1 una decina di minuti prima. I miei piedi infuocati ringraziano quando entro e mi siedo. Il viaggio passa senza intoppi (nel frattempo divoro lo strudel) e mi ritrovo di nuovo alla Hauptbanhof che mi aveva visto arrivare il mattino precedente. Vado ad uno dei markets presenti e sempre aperti per prendere un paio di bibite e poi via nella metro verso l’aeroporto. Il volo parte con una puntualità disarmante ed atterro a Verona dopo cinquanta minuti, addirittura in anticipo rispetto all’orario previsto. E’ la prima volta che mi trovo qui e metto in pratica il piano studiato per non regalare alla società di trasporti locali i 6 euro del ticket dell’aerobus. Mi incammino e percorro a piedi i circa 2 kilometri che mi separano dalla stazione di Dossobuono e, una volta lì, acquisto il biglietto del treno regionale che mi porta a Verona Porta Nuova per la modica cifra di 1,80 euro alla faccia di chi mi vuole fregare. Ceno con un kebab ad un simpatico locale nel quale scopro subito di essere l’unico europeo e poi aspetto che arrivi l’intercity notte in direzione di Roma. Salgo e mi metto comodo al mio posto (ovviamente l’unico rotto che non mi permette di sdraiarmi mentre tutti gli altri passeggeri riescono a trasformare le loro poltrone in semi-letti) ed arrivo a Termini con quasi 30 minuti di ritardo. Domanda: ma come cavolo è possibile che un treno che viaggia di notte praticamente da solo senza il traffico delle ore diurne riesca ad accumulare così tanto ritardo da Verona a Roma? Queste cose accadono solo in Italia ed il bello è che al mio dubbio non esiste risposta. Di corsa torno a casa e, dopo una bella doccia rinfrescante, disfo prima il bagaglio per poi andare in ufficio a ricominciare la settimana.
In conclusione sono siddisfatto del giro compiuto. Ho rischiato di saltarne un pezzo, ma ho rimediato in corsa. Norimberga è bella ma si gira in qualche ora; Bamberg ha tesori nascosti che il 99,9% degli italiani non conoscono e Forchheim si è rivelata una bella scoperta, tanto più che oltre a me c’erano anche turisti tedeschi armati di macchina fotografica. Vale a dire che proprio a casaccio non avevo scelto. Piccolo consiglio: a Norimberga esiste un “piatto” tipico che prende il nome di “Drei im Weckla”. Sembra chissà cosa, ma non è altro che un mini mini mini panino in cui mettono all’interno tre mini mini mini wurstels. Il tutto ve lo faranno pagare dai 2,5 ai 3 euro. Io sono stato fregato come un allocco. Chi di voi legge questo appunto si faccia furbo e vada a prendere un normale panino con i wurstels che in Germania si trova ovunque e che vale davvero di più di questa immensa stupidaggine. Come già detto all’inizio del post, Norimberga dovrà sopportare abbastanza spesso la mia presenza perchè è un’ottima base di partenza per visitare la parte di Baviera compresa nella sua area metropolitana; quindi, se gli sono rimasto simpatico…ben venga; se invece gli sono rimasto sulle scatole fa bene ad attaccarsi perchè tornerò presto 🙂