Dubai: la vera perla del deserto

di admin

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Dubai è senza dubbio una delle destinazioni classiche da prendere in considerazione nel mondo. Da sempre i Tour Operators propongono il “combinato” che permette prima di visitare questa stravagante città e poi di rilassarsi una settimana nel caldo oceano delle Maldive. A chi non piacerebbe un tale mix? Uno dei luoghi più particolari al mondo seguito da un “must” del dolce far niente, da uno dei mari più belli in assoluto. Che cosa può frenare la gente dal correre a prenotare una soluzione del genere? Provate ad indovinare e, se avete pensato ai soldi, ebbene si…ci avete preso. Tutto questo ha un certo costo non proprio alla portata di tutti. La compagnia aerea degli Emirati Arabi, definita la migliore del mondo, non aiuta certo i turisti ad avvicinarsi ai propri usi e costumi perchè il solo volo diretto verso l’Aeroporto Internazionale di Dubai viene fatto pagare ancora oggi un occhio della testa. Nessuna speranza quindi di un low cost? Neanche per sogno perchè la fortuna aiuta gli audaci e premia quasi sempre chi la sa cercare. Lei gioca per un po’ a nascondino e ci sà anche fare, ma ha un cuore d’oro e dopo un po’ decide di uscire allo scoperto; diciamo pure che ha pietà del povero avventore che la insegue. E’ così che, anche per me, ciò che era una cosa impossibile è diventata realtà. Come? Dopo non so quanti giorni ed un numero incalcolabile di “click”, ho trovato una combinazione incredibile che mi ha permesso di pagare i voli di andata e ritorno solo 117 euro in totale. Ad una cifra simile non si può assolutamente dire di no, ed è così che nasce questa avventura che sto per descrivere. Ci tengo a precisare che utilizzerò questo post sia per raccontare, come sempre, ciò che ho fatto ed ammirato durante la mia permanenza, sia per dare qualche dritta ed info utile a chi volesse cimentarsi nello stesso viaggio; navigando in internet in cerca di notizie pre-partenza ho faticato moltissimo a trovare verità e certezze su come organizzare al meglio un soggiorno low-cost a Dubai e mi piacerebbe che i miei lettori non avessero le stesse difficoltà che ho avuto io. Allora iniziamo!

PARTE 1: IL VOLO

Come ho scovato il costo di 117 euro tutto compreso? Semplice: ho seguito l’andamento dei prezzi per diverso tempo sul sito delle compagnie Wizz Air e Ryanair. Attualmente sono le più consone perchè la tratta meno costosa per raggiungere gli Emirati è la Sofia-Dubai. Appena si trova un’andata e ritorno ad un costo “ok”, occorre verificare se c’è la possibilità di raggiungere la capitale bulgara ed anche tornare senza spendere troppo. Il caso vuole che oggi le tariffe per e da Sofia ci vengano quasi regalate (anche 9,90 euro a tratta), per cui basta trovare la combinazione consona di orari ed il gioco è fatto. Nel mio caso ho usufruito di questi operativi:

  1. Roma Fiumicino – Sofia di venerdi mattina con tre ore di scalo nella capitale bulgara (Wizz Air).
  2. Sofia – Dubai nel primo pomeriggio dello stesso venerdi (Wizz Air)
  3. Dubai – Sofia nella tardissima serata del lunedi successivo (Wizz Air). Attenzione: qui l’arrivo in Bulgaria è quasi alle 2:00 di notte ed è una cosa da tenere di conto.
  4. Sofia – Roma alle 6:00 del mattino del martedi con poche ore di soggiorno/pernottamento in aeroporto (Ryanair).

Con questa mandrakata avrei potuto essere in Italia per le 7:00 del mattino e correre direttamente in ufficio senza perdere il martedi di ferie. Ma proprio tutto non poteva girare liscio come l’olio, ed ‘è così che sono finito tra i 2.000.000 di “eletti” cui la Ryanair ha deciso di cancellare il volo causa riprogrammazione invernale. Alla fine ho avuto comunque fortuna perchè ho trovato un volo Alitalia a pochi euro in più che sarebbe decollato alle 19:00 del martedi. Il giorno di ferie alla fine me lo hanno fatto perdere, ma ho colto l’occasione per visitare un’altra città bulgara che mi mancava all’appello (Pleven, vedi post dedicato). Concludo questo mini capitolo dicendo che tali prezzi sono stati agevolati dal fatto che io, volando molto con Wizz Air, fossi già socio del Wizz Discount Club (ho risparmiato almeno 30 euro rispetto alle tariffe tradizionali per i non soci) e dalla scelta di partire con il solo bagaglio a mano, senza così avere alcun costo aggiuntivo per la valigia in stiva. D’altra parte sono rimasto negli Emirati Arabi tre giorni pieni, per cui per tale lasso di tempo non serve portarsi dietro la casa; basta solo un po’ di attenzione nella scelta di cosa non farsi mancare ed il gioco è fatto. Il viaggio di andata fila completamente liscio, durante il quale me la godo alla grande dormendo come un neonato, con l’unica differenza che io non mi sveglio ogni cinque minuti frignando come un’aquila e spaccando i timpani agli altri passeggeri. Purtroppo oggi gli aerei sono diventati dei veri e propri asili nido e l’unico modo per salvarsi sono le care vecchie cuffie sparate “a cannone” nelle orecchie. Sempre più spesso mi pongo un quesito: ma se si vuole vivere la vita viaggiando ed essendo spensierati, perchè si mettono al mondo i figli? Un tempo chi sceglieva la strada della “famiglia felice” ne era consapevole e per i primi anni del bambino faceva delle rinunce. Oggi no: si vuole essere genitori ma anche trascinare una creatura di 18 mesi nella jeep di un safari in Kenya perchè pare non sia giusto farselo mancare (l’ho visto con i miei occhi). Forse sarebbe il caso di ragionare, fare una scelta più oculata e comportarsi di conseguenza, anche per rispetto di chi quei bambini urlanti non li ha messi al mondo e per mille motivi non ha intenzione di farlo.

PARTE 2: L’ARRIVO A DESTINAZIONE

I fortunati (ma poco furbi allo stesso tempo) che possono spendere 600 euro per un volo diretto atterrano al comodissimo Aeroporto Internazionale di Dubai, collegato al centro con poche fermate di metropolitana. Chi invece paga 117 euro viene letteralmente scaraventato al famigerato Aeroporto Dubai Al Maktoum (Già il nome mette i brividi…). Questo “ridente” scalo si trova in pieno deserto, con assolutamente niente intorno. Per dare un’idea della situazione parlo delle distanze: qui si è a 35 kilometri dalla prima fermata della metropolitana ad esso collegata (IBN Battuta), a 51 kilometri dal “Mall of The Emirates” ed a circa 72 kilometri dal centro di Deira, zona nord della città. Insomma…non proprio una passeggiata. Ma per 500 euro di differenza va benissimo così. Dopo aver cambiato 20 euro in Dirhams, la moneta locale che avrei usato per le prime necessità, esco dall’aerostazione. Su internet avevo letto che, ogni ora, il bus F55 di giorno ed il bus N55 di notte coprono la tratta tra Al Maktoum e la fermata della metro IBN Battuta per 5 Dirhams (1,20 euro). On-line si dice però che la fermata del bus pubblico si trova appena giunti all’esterno dell’area arrivi. Bugia enorme: la palina con il capolinea del pullman è locata appena fuori dall’area partenze. L’ho scoperto come sempre da solo ed a mie spese, perchè proprio qui ho incontrato l’unico bastardo di tutti gli Emirati Arabi, o meglio “l’eccezione che conferma la regola”. Chiedo a quello che sembra un gestore di alcuni minibus lì presenti dove poter trovare questa benedetta fermata. Lui, invece di aiutarmi ed indicarmela, mi dice che non esistono autobus, ma solo taxi. Divento nero dalla rabbia, ma poi mi ricordo che mi trovo “a casa sua” e che è meglio non fare mosse azzardate. Una cosa però gliela dico in inglese ed a muso duro, e cioè che è sbagliato prendersi gioco dei turisti, voltandogli le spalle schifato come si fa ad un topo morto. Stava cercando senza pudore di farmi prendere un taxi con quella menzogna per farmi spendere chissà quanti soldi; è verissimo che i taxi a Dubai costano molto meno che in Italia, ma si trattava sempre di minimo 35 km per raggiungere la fermata della metro. Chiedo allora ad un inserviente dell’aeroporto il quale, di contro, addirittura mi accompagna esattamente alla fermata. Attenzione: sempre su internet si dice che i chioschi delle biglietterie dei mezzi pubblici sono ovunque e ben visibili. Forse lo saranno in centro, ma qui al secondo scalo cittadino non è proprio così. Il mini ufficio dove acquistare i tickets si trova nell’area arrivi, alla destra degli autonoleggi; non esiste un’insegna che lo indichi. C’è solo un tizio che sta dietro alla macchina emettitrice e nient’altro, quindi fate molta attenzione se non volete perdere lì ore a cercare questa cosa. Titolo alla mano, aspetto il prossimo mezzo in transito. Essendo passate le 22:00 arriverà il “notturno” (N55) di li a poco ed infatti è così.

PARTE 3: COME MUOVERSI IN CITTA’.

Inizio dai taxi dei quali ho appena accennato. Come saprà chi mi legge e chi ha sbirciato nella pagina del “chi sono” di questo blog, odio questo tipo di trasporto alla follia, causa prezzi abnormi. Quando vedo una cosa che costa 1 euro (ipotesi) e me ne vengono chiesti 10…non mi si regge più perchè questo è un furto in piena regola. Quindi non mi soffermo oltre se non a ripetere che a Dubai i taxi sono numerosi e molto più economici rispetto all’Italia ed all’Europa occidentale in generale. I mezzi pubblici sono a dir poco spettacolari e variegati: ci sono autobus, Metropolitana, Tram e la monorotaia sulla Palma di Jumeirah (ma ne parlerò successivamente). Tutti questi mezzi sono uniti da un unico comune denominatore: l’aria condizionata. Fuori fanno 35 gradi adesso che è novembre e si gira in pantaloncini e t-shirt con ottime probabilità di sudare da fermi. Dentro a qualsiasi mezzo è grasso che cola se si toccano i 10 gradi di “massima”: fa un freddo bestiale e non sto scherzando. L’escursione termica del dentro-fuori e viceversa è allucinante. I bus sono numerosi, frequentissimi  e tutti toccano sempre almeno una stazione della metro; ogni fermata ha la palina con l’indicazione delle linee che transitano da lì e le singole fermate evidenziate. Il tram si trova solo nella zona di Dubai Marina; non mi è mai capitato di prenderlo. Infine il capolavoro: la metropolitana è totalmente senza conducente. Ciò significa che i macchinisti (ammesso che ce ne siano) possono scioperare quanto vogliono, ma tanto quel mezzo di trasporto circolerebbe comunque. Sarebbe da pensare anche qua da noi ad un bell’aggiornamento del sistema, così qualcuno che danneggia i poveri cittadini in media una volta ogni 15-20 giorni si attaccherebbe al tram (o anche peggio…) una volta per tutte. Due sono le linee della metro di Dubai: rossa e verde. La prima è quella principale che taglia in due la città verticalmente e tocca tutti i punti più importanti. La seconda invece è per me secondaria e serve soprattutto la parte nord della città, Deira compresa. Tutti i mezzi pubblici sono regolati da delle tessere chiamate “Nol Cards”, dove Nol significa “tariffa” in lingua locale, quindi niente di più semplice e diretto. Si acquistano presso tutte le fermate della metro (biglietterie interne) e presso appositi chioschi sparsi in città. Sono di quattro tipi e si scelgono in base alle esigenze che si hanno in loco. Per i turisti è sempre consigliata la “Red Card”: costa 2 Dirhams (meno di 50 centesimi) e può essere caricata una sola volta. Le altre tessere (silver, gold e blue) invece sono pensate per chi vive in città e sono ricaricabili quante volte si vuole. Il mio consiglio è quello di acquistare il “Day Pass”: con 20 Dirhams (neanche 5 euro) si possono prendere metro e bus per tutto l’arco della giornata senza limiti (il tram e la monorotaia non sono compresi e vanno pagati a parte). Attenzione: le Nol Cards vanno obliterate sia quando si sale su un mezzo che quando si scende; per chi compra il “day pass” è solo una semplice prassi, ma per chi carica soldi nelle schede è il metodo col quale viene fatto pagare il costo corretto per il tragitto effettuato; nel caso in cui non si obliteri all’uscita verrà addebitata in ogni caso l’intera corsa. Ma la cosa più pittoresca riguarda la composizione dei vagoni della metropolitana e l’organizzazione dello spazio sui bus. La metro è composta da un buon numero di carrozze “normali” nel quale l’accesso è possibile a tutti. C’è poi sempre una carrozza “gold” che può essere usata solo da coloro che hanno la “Gold Card” (il costo è il doppio della corsa semplice) e ci sono anche due carrozze “rosa”, cioè dove possono sostare solo donne e bambini. Questa settorizzazione è fatta per permettere alle donne musulmane di non avere contatti con gli uomini, ma questa è una scelta del tutto soggettiva. Dubai, per essendo gli Emirati Arabi uno stato di religione musulmana, è un vero e proprio mix di culture: si va dalla moglie che gira tutta vestita di nero con solo la fessura degli occhi in vista fino alle donne che se ne fregano e girano vestite come vogliono senza che nessuno dica loro qualcosa. Non ci crederete, ma ho visto qui più fondoschiena femminili in mostra che in Italia. Quindi, tornando al discorso di partenza, la maggior parte delle donne sosta nei vagoni della metro a loro dedicati solo per un motivo logistico: senza uomini in mezzo alle scatole c’è il 50% di possibilità in più di trovare un posto a sedere. Stessa cosa sui bus: la parte dove sta il conducente è chiusa da una specie di sbarra: quella è la zona riservata a donne e bambini mentre il centro/retro del mezzo è dedicato a tutti senza distinzione. Nota di colore: anche i taxi hanno questa stessa caratteristica; ogni tanto se ne vede uno passare col tettuccio rosa: questo è dedicato alle sole donne ed è rigorosamente guidato da un’autista del gentil sesso. Ma, come per la metro, ho visto personalmente donne salire su vetture guidate da uomini senza alcun problema. Il tutto (alcuni taxi compresi) è gestito dal governo tramite la società RTA che, devo dire, fa egregiamente il suo lavoro. Altra nota di colore: incredibilmente i nomi di due capolinea della metro sono stati venduti a società private, cioè Etisalat (compagnia telefonica) e UAE Exchange (azienda che si occupa di cambio valuta). E la voce che annuncia le varie fermate ed i vari convogli (prima in arabo e poi in inglese) recita chiaramente che sono in arrivo i treni in direzione Etisalat e UAE Exchange. E’ come se, prendendo la metro a Roma, la voce registrata annunciasse che il treno in direzione Telecom Italia, Vodafone o Wind che sia…è in arrivo al binario.  Cosa non si fa per i soldi…

PARTE 4: IL CAMBIO VALUTA.

Operazione molto semplice che può essere eseguita pressochè ovunque: ci sono sportelli cambio sparsi in tutta la città. Consiglio vivamente di non cambiare soldi negli hotels perchè il tasso applicato è da ladrocinio. Aeroporto ed uffici cittadini invece hanno più o meno lo stesso “change rate”, anche se non è mai quello reale. Al momento del mio soggiorno, il cambio ufficiale stava a 1 Euro = 4,28 Dirhams mentre il cambio migliore che mi hanno offerto è stato 1 Euro = 4,17 Dirhams. Purtroppo è un furto di uso comune più o meno ovunque e, se si vuole vedere il mondo, bisogna accettarlo in silenzio. Per fare un esempio, il “mio” hotel praticava 1 Euro = 3,50 Dirhams, cioè un furto.

Bene, detto questo torno alla mia avventura che ho interrotto dopo aver appena preso il bus N55 con destinazione metropolitana. E’ tardi ed in giro non c’è nessuno; dopo circa trenta minuti giungo alla fermata convenuta (IBN Battuta), scendo e mi dirigo verso le scale mobili. Il mio arrivo in albergo si sta avvicinando, anche se manca ancora molto da percorrere. Entro nel vagone in direzione Rashidiya e mi siedo: sarà una delle rarissime volte che poggerò le mie chiappe su qualcosa perchè la metro qui è stracolma di gente ad ogni ora. Dopo poco comincia il primo spettacolo: la fermata Jumeirah Lake Towers è la prima dalla quale si raggiunge Dubai Marina, zona in cui ci sono grattacieli meravigliosi che, a quest’ora della sera, sono pieni di luci. Passato questo punto mi rendo conto di quanto sia vasta ed estesa questa città: tra una fermata della metro e l’altra a Roma ci sono 5 minuti a piedi mentre qui ci sono fermate distanti anche 5 kilometri l’una dall’altra…una cosa disumana. Un esempio: tra Noor Bank e Business Bay il percorso sembra non finire mai. Provare per credere. Alla fine, dopo 40 minuti, scendo al punto di scambio tra le linee rossa e verde alla stazione di Burjuman. Da qui cambio treno e scendo ad Al Fahidi, la “mia” fermata. Dato che le varie uscite su strada sono ben segnate da appositi cartelli, seguo quella che indica “Dubai Museum” ed azzecco la direzione. Da lì sono 650 metri a piedi per arrivare all’hotel che percorro con passo svelto: è tardi (mezzanotte circa) e sono senza pranzo e senza cena. Faccio un giro a 360 gradi su me stesso e noto con piacere che ci sono ristoranti e fast food ancora aperti, così non resterò a bocca aciutta di li a poco. Raggiungo la hall dove prendo la chiave e vado in stanza. Ho ancora addosso i pantaloni lunghi ed il maglioncino col quale sono partito e mi sbrigo a togliermeli più velocemente di Speedy Gonzales perchè sto letteralmente grondando sudore da ogni poro: fa un caldo bestiale nonostante l’ora. Mi metto abiti nettamente più leggeri e vado fuori per cena. La scelta è ardua, ma alla fine ricade su una paninoteca che fa però di tutto e di più. Chiedo un Kebab+Coca Cola immaginandomi chissà quale meraviglia, dato che mi trovo in un paese arabo…ed invece arriva la delusione: mi portano un cosetto rinsecchito e piccolo, tutto piadina e poco “ripieno”. Capisco subito che c’è qualcosa che non va, così indago e scopro che quello che io chiamo Kebab, qui si chiama Shawarma; mi viene servito perchè, vedendomi occidentale, avevano già capito che cosa intendessi. Però quel coso è davvero striminizito…cavolo! Abituato in Italia dove le piadine scoppiano per quanto sono piene, me ne vado con un po’ di amaro in bocca. Ultima tappa della serata: un market per comprare qualcosa da bere per la stanza. E’ passata da poco l’una e nonostante il caldo, mi si gela il sangue:tutti i mini-market visti passando hanno chiuso i battenti. Panico! Non so come fare perchè, con questo caldo, restare senza bere non lo auguro davvero a nessuno (o meglio…a qualcuno che se lo merita lo auguro in ogni minuto…chissà che prima o poi io venga ascoltato…). Alla fine, cammina cammina, vedo un’insegna luminosa venire da una viuzza della città vecchia. Non mi importa chi potrò incontrare; mi fiondo e basta. Compro così la solita bottiglia di Coca Cola da un litro ed un succo di frutta fresco al mango. Consiglio a tutti coloro che leggono di comprare questo particolare tipo di succo di frutta perchè è una cosa sublime, non sto scherzando. Nei tre giorni di permanenza che mi aspettano ne tracannerò a litri interi. Rientro in stanza, sistemo un po’ il bagaglio a mano tirando fuori i vestiti per non farli spiegazzare troppo e poi mi butto in un sonno davvero ristoratore. Il mattino seguente sarebbe davvero iniziata la mia esplorazione di Dubai e l’emozione è grande.

La sveglia ha pure suonato un paio di volte (alle 7:30 ed alle 7:45), ma il mio dito indice ha pensato bene di premere il tasto di spegnimento di quel marchingegno infernale ed è così che mi sono alzato dal letto alle 8:45 locali (ci sono 3 ore di fuso orario in avanti rispetto all’Italia nel mese di novembre). Mi preparo alla svelta e scendo a fare colazione in hotel perchè compresa nel prezzo della stanza, ma la mia sosta lì dura decisamente poco: ai tavoli ci sono solo indiani in famiglie numerosissime e, sui banconi, roba da mangiare di qualità pessima che non avrebbe fatto gola neanche ad un affamato cronico dopo un mese di sciopero della fame. Faccio retro front ed esco dall’albergo abbastanza indignato. La mia pianificazione prevede di iniziare dal punto più lontano in assoluto per poi, pian piano, risalire. La mia prima destinazione è quindi l’estremo sud della città, dopo un tragitto di quasi un’ora in metropolitana. Una cosa la noto subito ed è l’attaccamento di questa gente alla propria nazione: ci sono bandiere degli Emirati Arabi Uniti appese un po’ ovunque e soprattutto di qualsiasi dimensione; si va infatti da quelle classiche che si mettono comunemente fuori dalle finestre fino ad arrivare ad enormi pezzi di stoffa capaci di coprire un’ampia parte di facciata dei palazzi. Ecco un esempio visivo per permettere di capire meglio:

Mega Bandiera degli Emirati Arabi

Il sole è già alto nel cielo quando scendo alla fermata “Energy” della linea rossa. Dopo di essa c’è solo il capolinea UAE Exchange del quale ho già parlato poco fa. Col cappello sempre in testa per coprire il viso dai raggi che picchiano imperterriti, mi metto in cammino verso il primo punto di interesse. Si tratta di una zona molto particolare della città perchè racchiude, uno accanto all’altro, diversi luoghi di culto di differenti religioni; una sorta di “mall della spiritualità”, per capirci meglio. C’è davvero di tutto, ad iniziare dal Tempio Sikh “Gurunanak Darbar” per proseguire poi (tra i tanti che non sto ad elencare) con la Chiesa Greco-Ortodossa “Nostra Signora dell’Annunciazione”, con la Chiesa Ortodossa Copta, La Chiesa Evangelica, la Chiesa Filippino-Cristiana e, per finire, con la Chiesa Cattolica dedicata a “San Francesco da Assisi”. Qui, unico posto per me ospitale (tutti gli altri si trovano dietro a mura o portoni ben accostati o chiusi) decido di fare una visita all’interno. Una sala abbastanza grande piena di panche accompagna un altare decisamente semplice, senza grossi fronzoli. Qui non sembrano esserci ricchezze. E’ il momento della Messa in francese; francamente non so dire se vengono alternate messe in diverse lingue perchè non sono rimasto più di dieci minuti, però questa cosa mi incuriosisce molto. Quando inizia il rito della comunione decido di uscire e di tornare a dedicarmi alla città; è stata comunque un’esperienza particolare quella di aver visitato questo luogo considerando che la  religione nazionale degli Emirati è quella islamica e che, si sà, spesso e volentieri la tolleranza non è il massimo.

Tempio Sikh “Gurunanak Darbar”

 

Chiesa Greco-Ortodossa

Ritorno sui miei passi e mi dirigo sparato verso la fermata “IBN Battuta”, la stessa che mi aveva ospitato la sera precedente dopo la tratta in bus. Durante la mia passeggiata mi fermo ad ammirare la bellissima moschea “Jabel Ali Masjid” prima e la IBN Battuta Gate, una mastodontica porta in stile arabo che dà il benvenuto a Dubai.

Moschea “Jabel Ali Masjid” – fronte

Moschea “Jabel Ali Masjid” – retro

IBN Battuta Gate

Arrivo così alla stazione e salgo sul primo convoglio utile; il viaggio è però brevissimo perchè scendo due fermate più tardi, cioè a “Jumeirah Lake Towers”. Qui di cose da vedere ce ne sono molte perchè, come già detto, è l’ingresso Sud di Dubai Marina. Altra info utile: tutte le fermate della metropolitana locale sono costruite su un vialone. In particolare, quelle della linea rossa seguono la direttrice della “Sheikh Zayed Road”. Per questo motivo tutte hanno due uscite: una dalla parte destra del vialone e l’altra ovviamente dalla parte sinistra. Da una zona all’altra si accede tramite un comodissimo passaggio sopraelevato dal quale si gode una vista niente male sul caotico traffico cittadino. Decido di concentrare la mia attenzione sulla parte delle “Lake Towers”. Uscendo dalla stazione, a parte la botta di calore che mi investe in un secondo, noto subito la presenza di un gran numero di grattacieli uno più particolare dell’altro e, soprattutto, uno rigorosamente accanto all’altro. Sono altissimi (decine di piani per ciascuno) e nell’insieme formano un colpo d’occhio molto particolare, anche per me che non amo questo genere di eccesso di modernità. Camminando in mezzo a quelle vere e proprie torri di vetro mi imbatto in un bel laghetto urbano.

Grattacieli affacciati sul laghetto

Altri grattacieli…

…e ancora grattacieli a perdita d’occhio.

Credo non si possa fare a meno di notare che in molte di queste foto c’è la presenza immancabile di una o più gru. Credetemi: non avete mai visto in nessuna parte del mondo così tanti cantieri aperti come qui a Dubai. L’ho definita “la città che non si ferma mai” (se qualcuno lo avesse già fatto prima di me…chiedo scusa) perchè, realmente, ogni pochi metri c’è qualcosa in costruzione o un’enorme buca nel terreno pronta ad accogliere le fondamenta di qualsiasi altro palazzo/complesso. Sono del parere che, se dovessi tornarci tra dieci anni, la troverei totalmente diversa. I lavori in corso e le deviazioni alla circolazione sono pressochè ovunque e gli operai spesso lavorano anche di notte con la luce artificiale. Percorro adesso a piedi la strada che si vede nell’ultima foto pubblicata ed arrivo nei pressi di una zona residenziale chiamata “Jumeirah Islands” perchè le abitazioni sono poste su quelle che sembrano isolette locate su di un lago artificiale, con tanto di sbarra che ne blocca l’accesso e guardiano dedicato. Poco prima posso osservare liberamente la Moschea “Masjid Bani Hashim”.

Moschea “Masjid Bani Hashim”

Mi avvicino il più possibile alla zona controllata e noto che l’acqua del lago è molto sporca perchè “ferma” e non movimentata almeno in questa parte: non proprio un toccasana. Dietro ad un uccello che scappa dopo che mi sono avvicinato troppo, ammiro e fotografo da lontano la Moschea “Ali Amraan” resa ancora più bella dal riflesso che riesco ad immortalare.

Devo averlo spaventato a morte…

Moschea “Ali Amraan”

Quest’area giunge così al termine, per cui torno indietro decidendo di camminare dalla parte opposta rispetto a quella dalla quale sono arrivato; così facendo riesco ad osservare meglio e più da vicino i grattacieli tipici di questo scorcio della città. Quando torno alla fermata della metro, questo è lo spettacolo che mi si prospetta davanti:

Vista dalla fermata “Jumeirah Lake Towers”

Salgo sulle scale mobili e percorro tutta la sopraelevata fino ad arrivare dalla parte opposta dove proseguo il mio giro. Prima di tutto entro nel primo supermarket della giornata dove faccio il pieno di succo di mango fresco e mi disseto come si deve; il sole picchia davvero forte e l’arsura si fa sentire. Passa tutto però quando arrivo sul ponte che affaccia sulla “Marina” ed il colpo d’occhio che mi si presenta davanti è davvero spettacolare.

Scorcio di Dubai Marina

Cerco di immaginare come possa essere di sera, dopo il calare del sole…ma poi mi domando perchè farlo dato che ci sarei sicuramente passato per una passeggiata pre-cena. Appena riesco a schiodarmi da quella vista vado avanti in direzione spiaggia. Prima di arrivarci però noto che quasi tutti i grattacieli di questa zona sono mega-alberghi, ovviamente costosissimi (altro che il mio “povero” alloggio a Dubai Vecchia…). Finalmente mi trovo sulla famosa “Beach” locale e, dando un’occhiata in giro, noto subito sia aree con lettini a pagamento che zone dove è possibile sostare liberamente. Prima di mettere il primo piede sulla sabbia mi soffermo a leggere il cartello che indica le regole: è buffo perchè oltre ai soliti “non gettare cartacce”, “non giocare a palla” ecc c’è anche il pittoresco “vietato fare effusioni”, tipico dei paesi musulmani. Quindi, ricapitolando, porta pure la tua donna al mare col bikini e non ti diciamo nulla, ma guai a te se provi a darle un bacetto o a sfiorarla! Io sono solo ed il problema non si pone neanche, per cui soprassiedo dopo aver sorriso tra me e me per poi andare dritto alla mèta. Davanti ho il cantiere della “Ain Dubai”, la ruota panoramica destinata a diventare la più alta del mondo; peccato che non sia ancora funzionante perchè un bel giro mi sarebbe piaciuto proprio farlo.

“Ain Dubai” ancora in costruzione

L’acqua in quel punto ha un colore chiarissimo sulla riva per poi diventare più scura già pochi metri a largo, ma mi attira in una maniera tale da non poter resistere. Calcolando che indosso “casualmente” il costume da bagno a pantaloncino e che nello zaino ho “casualmente” il telo mare…non me lo lascio certo dire due volte ed approfitto di tutte queste “casualità”. Neanche faccio in tempo a piazzarmi che mi trovo già a mollo. La temperatura è spettacolare: non caldissima come mi era stato detto (ma forse perchè è comunque novembre) ma al punto giusto per poter tranquillamente entrare senza mai fermare il passo. Si tratta di una liberazione vera e propria perchè di mare ne ho visto davvero poco nel corso di quest’anno. Dopo il bagnetto, niente di meglio che stendermi ed asciugarmi sotto al caldo sole. Rimango a rilassarmi circa un’ora in tutto, durante la quale sicuramente un pisolino ci è scappato. Poi però vedo che il tempo stringe e capisco che per visitare la città alla mia maniera potrebbero non essere sufficienti i tre giorni a disposizione, per cui ripongo tutto e riparto. Tornando verso la metropolitana non posso non notare i palazzoni situati praticamente sulla battigia; successivamente mi fermo ad ammirare la Moschea “Al Rahim” che, secondo me, in questo contesto ci stona proprio. Non realizzo come si faccia a piazzare un luogo di culto in mezzo a tutti questi grattacieli. Successivamente resto stupìto dall’ultima immagine che mi si prospetta davanti prima di risalire in metro.

Proprio dietro alla “mia” spiaggia

Moschea “Al Rahim”

Altra sfilata di grattacieli

Tocca adesso alla visita di un classico della zona, una costruzione pazzesca se si pensa che si trova proprio in mezzo al mare: sto parlando della famosa “Palma Jumeirah”. E’ talmente vasta che non si può visitare a piedi; non sarebbe neanche conveniente farlo in termini di tempo. Per poterla attraversare ed arrivare fino all’ultima parte si prende una monorotaia non compresa nel ticket giornaliero. Il costo è di circa 5 euro a tratta, centesimo più-centesimo meno. Sinceramente torno via un pochino deluso da questa esperienza: è vero che il tragitto viene fatto in sopraelevata, ma l’altezza è comunque relativa e non permette di godere appieno della grandiosità dell’opera realizzata dall’uomo. Si vedono i rami della palma con le varie villette che si affacciano su tratti di spiaggia praticamente privati; si vedono i continui ed infiniti lavori in corso che non hanno intenzione alcuna di terminare…ma servirebbe qualcosa di più come un volo in elicottero. Sinceramente questa possibilità esiste, ma non mi sono neanche avvicinato a chiedere informazioni sul prezzo perchè avrei potuto rischiare l’infarto secco. Il percorso termina alla stazione dell’Hotel Atlantis, la mastodontica costruzione col buco in mezzo proprio come le caramelle “Polo”, ma senza menta intorno. In questa zona c’è davvero di tutto: si va dal Parco Acquatico “Aquaventure” alla “Dolphin Bay” (dove è possibile nuotare con i delfini) passando per l’acquario. Inutile dire che tutto è davvero bello e particolare…solo che sono venuto qui per ammirare la “Palma” ed invece mi propinano, come al solito, una serie infinita di servizi a pagamento. Motivo questo per cui non mi dilungo molto nella visita e torno indietro cercando di dedicare ad altro di più interessante il mio prezioso tempo. Decido di saltare alcune zone (che ovviamente recupererò all’indomani) per far visita ad un altro “must” di zona: il famoso hotel “Burj El Arab”, quello a forma di vela per capirci; o anche quello in cui occorre prendere un mutuo per dormire una notte, per capirci ancora meglio. Scendo alla fermata “Mall of the Emirates” e prendo il bus n. 81 che mi porta proprio nella zona di mio interesse in pochi minuti, solo il tempo di superare il solito infernale traffico che si crea ad ogni ora del giorno. Quando scendo decido di visitare prima il famoso “Souk Madinat Jumeirah”, ma anche questo è una delusione totale. Altro che souk autentico: qui è tutto ricostruito! Fanno da aggiunta i vari locali esterni dove mangiare e bere, se lo si vuole. Ma ripeto: nulla di autentico.

Ingresso del Souk Madinat Jumeirah

Dato che mi trovo lì decido di andare a fare un giro ad un’attrazione molto particolare, ma che stuzzica molto la mia curiosità. Avevo letto su internet a casa che all’interno dell’Hotel “Jumeirah Al Naseem” si trova un centro per il recupero delle tartarughe marine in difficoltà. L’ingresso è incredibilmente gratuito e mi sembra un’ottima occasione per poter vedere queste bellissime creature da vicinissimo. In passato ho avuto la fortuna di nuotarci insieme a Marsa Alam, ma per me che adoro questo genere di animali è sempre un enorme piacere rivederli ogni tanto. Ma faccio i conti senza l’oste stavolta ed in più la fortuna mi gira totalmente le spalle. I motivi? Eccoli: Come detto, sono abbigliato con costume nero a pantaloncino e t-shirt (tipici vestiti da mare); l’Hotel Jumeirah Al Naseem è di categoria 5 stelle lusso…davvero una cosa abominevole per me. Nel parcheggio ci sono solo Ferrari, Jaguar ed altre marche di automobili stra-costose. Il vestito femminile meno succinto rasenta il giro-culo ed ovviamente si nota la qualità dei tessuti che è ben diversa da ciò che si vede tutti i giorni; quando poi ho davanti gli sceicchi vestiti con abiti tipici arabi talmente bianchi lindi (come neanche l’additivo “Omino Bianco” riesce a fare) e talmente stirati senza un grinza da nessuna parte…capisco di essere io il pesce fuor d’acque e non le tartarughe. Ma ormai sono li e mi pare brutto alzare i tacchi ed andarmene; anche perchè un tizio alla reception (la cui divisa vale più del riscatto che si può chiedere in caso di mio rapimento) mi ha visto e mi chiede se può essermi utile. Gli spiego che sono li per il centro di recupero delle tartarughe e, senza battere ciglio, mi indica con gentilezza dove andare. Seguo le indicazioni e, aspettandomi una vasca in cui nuotano le tanto agognate creaturine, davanti a me trovo quella che sembra più una piscina attorniata da decine di tavoli tutti stracolmi di gente, anche in questo caso vestita di tutto punto, intenta a gustarsi un aperitivo. Guardo la vasca…ma dentro non c’è nulla. Alla fine mi dirigo verso un maitre e gli chiedo spiegazioni; mi risponde che proprio in quel momento è in corso il cambio dell’acqua e che quindi le tartarughe sono state messe in una zona interna ovviamente inaccessibile ai non addetti ai lavori; mi invita anche a restare ed a prendere qualcosa perchè di lì a poco il tutto si sarebbe sistemato. Ovviamente rispondo “no grazie”, anche se non so più da dove sia venuta fuori la mia voce in una situazione di particolare imbarazzo come quella. Con questo capisco che è l’ora di andare e che le tartarughe le avrei riviste in futuro, durante un bel bagno in mare come piace a me e non in un posto strapieno di fighetti e figli di papà pronti a giudicare chiunque non porti un rolex d’oro al polso. Lo schifo e lo sdegno per le differenze di questo mondo che mi si stanno palesando davanti agli occhi minuto dopo minuto è arrivato a livelli impensabili: ci sono milioni di persone che muoiono di fame o che, nel migliore dei casi, lavorano come somari per un tozzo di pane secco al giorno…e qui questa massa di viscidi vive nello sperpero più totale accompagnati da quello che chiamo letteralmente, senza alcuna paura, l’esercito delle vendute, cioè donne con un cartellino del prezzo stampato in fronte. Vivissimi complimenti a tutti! Una volta fuori da lì ricomincio finalmente a respirare e torno al mio giro. A poche decine di metri c’è ciò che stavo cercando, cioè il Burj El Arab che fotografo sia di fronte che da una spiaggia pubblica poco distante. Proprio accanto all’ingresso dell’hotel più famoso di Dubai c’è il parco acquatico “Wild Wadi”.

Burj El Arab – fronte

Burj El Arab – dalla spiaggia

Accanto all’ingresso del “Wild Wadi Park”

Insomma…alla fine mi ritrovo nuovamente su una spiaggia, ben più a nord di quella già “battezzata” all’ora di pranzo. La voglia di concludere la giornata in bellezza e di fare un altro bagno è davvero enorme, ma stavolta decido di dare un freno alle mie pulsioni e di resistere. Non posso però fare a meno di notare e fotografare la sorpresa che qualcuno sta per regalare ad una persona cara per il suo compleanno: una autentica cena in riva al mare con sei coperti. Non oso neanche immaginare quanto ciò sia potuto costare.

Mare in cui non mi sono tuffato

Cena di compleanno sulla spiaggia

Come si nota dalle immagini, ormai l’ora del tramonto per oggi è vicina. Ma la giornata non è ancora finita. Approfitto delle ultime decine di minuti di luce per passeggiare un po’ in questa zona a caccia di altri punti di interesse. Dubai è particolare perchè nasconde sorprese ad ogni metro: in fase di pianificazione avevo trovato un numero di cose da vedere che poi, stando sul posto, si sono moltiplicate come i funghi. Mi imbatto così prima nella Moschea della quale non riesco a trovare a chi sia intitolata e poi nella Moschea “Humaid Al Tayer”.

Moschea

Moschea “Humaid Al Tayer”

Mi fermo qui per la fase diurna; aspetto di nuovo che passi il bus n. 81 e torno alla metro. Stavolta dono diretto in camera per farmi una doccia e soprattutto per mettermi abiti puliti e più consoni alla serata che sta per iniziare. Ci metto un po’ a fare tutto, anche perchè con il solo bagaglio a mano ho con me un unico paio di scarpe ed ovviamente devo pulirle a fondo prima di uscire di nuovo. Alla fine riesco a fare tutto e ad assere fuori dalla struttura per la 19:00. Altro giretto in metro di trenta-quaranta minuti rigorosamente in piedi e schiacciato come una sardina (è sabato sera) mentre le donne stanno belle spaparanzate nelle carrozze a loro dedicate. Il piano prevede di passare il resto di oggi nei due centri commerciali più grandi e famosi della città. Scendo quindi alla fermata del “Dubai Mall”, ma chi si aspetta di uscire dalla stazione e trovarsi dentro ai negozi si sbaglia di grosso. Per arrivare a destinazione c’è da superare una serie di corridoi infinita; per fortuna la camminata è aiutata da diversi nastri trasportatori che diminuiscono il tempo di percorrenza. Finalmente arrivato, le mie narici vengono invase da un piacevolissimo mix di profumi: è come se fosse stata liberata nell’aria una spruzzata di tutte le boccette di profumo del mondo in versione light; una cosa davvero piacevole. Davanti ai miei occhi si staglia una vera e propria città coperta: quattro piani enormi pieni zeppi di negozi di ogni tipo; c’è tantissima gente ed ovviamente la maggior parte di loro è agghindata di tutto punto (guai ad andare fuori dagli schemi…non sia mai!). Ma si sà che io odio lo shopping, soprattutto quando il mio bagaglio a mano quasi urla quando lo chiudo per tutte le cose che mi sono dovuto portar dietro; se anche avessi voluto comprare qualcosa non avrei saputo come portarla via. Questo è un ottimo aiuto per evitare spese idiote. Quindi che cosa ci sono venuto a fare qui dentro? Il mio obiettivo è assistere allo spettacolo offerto dalle fontane musicali (indicate col nome “Dubai Fountains”). Per raggiungerle devo seguire un percorso indicato da cartelli veri e propri, come se fossimo in macchina su un’autostrada e non all’interno di una struttura commerciale. Mi trovo al piano più alto del palazzo e, ovviamente, ciò che cerco è al piano terra. Trovo le tre rampe di scale mobili che mi separano dalle fontane e scendo. Una volta fuori dal “Mall” vedo due enormi vasche e, in una delle due, noto l’attrezzatura che avrebbe dato vita allo spettacolo. Mi diletto a fare qualche foto mentre mi cerco un posto in prima fila ed immortalo sia l’ambiente in cui mi trovo che il fantastico Burj Khalifa: l’edificio più alto del mondo (829 metri) è lì davanti a me, tutto illuminato nel buio di questa magica serata. La bocca si apre per lo stupore…

Esterno del Dubai Mall

Vista dall’esterno del Dubai Mall

Il Burj Khalifa in tutto il suo splendore

Alcune info sulle fontane danzanti: ogni giorno, dalle 18:00 alle 21:00 con cadenza di trenta minuti l’uno dall’altro, ha inizio una spettacolo di giochi d’acqua, luci e musica araba. Su internet descrivono questo evento come molto bello, ma ho letto commenti di qualcuno che asserisce che non sia niente di che. Non resta altro che vedere con i miei occhi e decidere con la mia testa. Finalmente il momento arriva e, con l’inizio della musica, partono i getti illuminati. Lo dico a chiunque stia leggendo: le Fontane Danzanti del Dubai Mall sono un evento assolutamente da non perdere per alcuna ragione plausibile. Credo si debba rinviare anche un eventuale infarto per poterle ammirare. Si tratta di 7 minuti di puro spettacolo, come non ne avevo mai viste prima. Ebbene si…lo ammetto…mi hanno emozionato tantissimo al punto da farmi uscire anche una timida lacrimuccia dall’occhio sinistro. Questo non è proprio il mio primo viaggio e di cose particolare sicuramente ne ho avute di fronte, ma questa rientra nelle primissime posizioni in assoluto. Il modo in cui si fondono gli elementi è pazzesco. Certi movimenti dell’acqua sembrano modellati con le mani o compiuti da un corpo umano…e non fatti da una struttura computerizzata. Davvero emozionante, e non aggiungo altro.

Fontane Danzanti – 1

Fontane Danzanti – 2

Avrei davvero voglia di assistere ad un bis, ma non ho il tempo di farlo; a malincuore torno sui miei passi ad arrivo alla metro in maniera spedita. Stavolta scendo alla fermata “Mall of the Emirates”, che si chiama così perchè si trova proprio di fronte all’ingresso del secondo centro commerciale più famoso della città. Qui lo “squallore” si ripete: mentre io me la faccio a piedi, appena fuori dalle porte scorrevoli ci sono parcheggiate le solite macchine da centinaia di migliaia di euro cadauna con un addetto in livrea pronto a controllarle e, nel caso, anche a parcheggiarle. Augurando e tutti quei bei signori che gli si possa forare una gomma mentre affrontano la prima curva, entro nel “Mall” e, anche qui, la stessa sensazione di profumi pazzeschi mi invade i sensi. Cerco di orientarmi: la struttura di questo centro mi appare più bella di quello precedente; è quantomeno più “arabeggiante”. Anche qui cerco e trovo una cosa sola, la maggior stranezza che la città può offrire, ovvero lo “Ski Dubai”. Si tratta di un’area ben chiusa da vetri spessissimi, in cui è stato ricostruito un ambiente montano con tanto di neve e possibilità sia di sciare che di praticare lo slittino. Quindi, ricapitolando, fuori ci sono 35 gradi ed il deserto…e dentro quello spazio si sta in tuta invernale a -5 gradi; incredibile cosa possa fare un muro, non è vero? Non mi viene proprio la voglia di entrare e vedo che ci sono più che altro famiglie con bambini all’interno. Resto così, insieme ad altri curiosi che vanno e vengono, ad osservare questo “scherzo”. Le foto che seguono sono di pessima qualità perchè, per l’appunto, sono state scattate ad un ambiente separato da un vetro. Però rendono comunque l’idea.

Ski Dubai – 1

Ski Dubai – 2

Basta così per oggi. E’ davvero ora di dire stop. Sono fuori dalle 9:00 e sono passate poco più di 12 ore. Ovviamente devo ancora cenare, ma l’ho fatto per scelta. Per prima cosa volevo assistere alle Fontane Danzanti e l’ultimo spettacolo va in scena alle 21:00. Poi, una volta lì, non potevo tornare indietro a mangiare (volevo farlo nello stesso posto della sera prima, vicino all’hotel) per poi tornare a vedere la pista da sci. Per cui saluto tutti virtualmente e mi faccio l’ultimo viaggetto in metro della giornata. Mi siedo al solito tavolino, ma oggi non chiedo il kebab in piadina, bensì un piatto con kebab visto nel menù. L’avessi mai fatto! Come sapore tutto perfetto…ma è un piattone enorme stracolmo di carne e faccio fatica a terminarlo. Quando poi pago e saluto (ormai sto prendendo una certa confidenza col gestore, curioso di sapere da dove viene questo essere con la pelle bianco latte) mi dirigo nella stessa mini-botteguccia che la notte prima mi aveva salvato dall’arsura al mio arrivo in ore piccole; nonostante adesso ci siano tante scelte in più e pure di migliore qualità visiva, io tendo sempre a ringraziare chi mi aiuta e torno dal mio “spacciatore ufficiale di bibite” per questa avventura a Dubai. Comprata una bottiglia di Coca Cola da 1 litro ed il solito sublime succo di mango, torno in stanza e mi metto comodo davanti al portatile finchè non crollo dal sonno.

Sveglia ripiazzata alle 7:30 perchè questa volta sono sicuro di farcela. Purtroppo le mie dita sembrano godere di vita propria e pure oggi toccano il tasto che interrompe la suoneria…così mi sveglio alle 8:30, un pochino prima rispetto al giorno precedente. Cerco di sbrigarmi ad uscire e per le 9:00 sono fuori. Oggi è una giornata un po’ particolare: molti punti salienti della città li ho toccati nelle ore precedenti, per cui tocca passare a qualcosa di meno battuto, come mio solito. Però, per prima cosa, torno con la metro alla fermata “Mall of the Emirates” per terminare di studiare quella zona nella quale mi ero concentrato solo sul centro commerciale. Inizio la passeggiata notando sin da subito che la parte che intendo visitare per prima è quasi completamente chiusa da pesantissimi lavori in corso; sembra quasi che ci debba nascere il gemello del Mall per quanto è estesa l’area interessata. Ma non demordo e, anche in mezzo alle difficoltà ed allo squallore che dà la vista di moltissime gru e di pannelli divisori per non far vedere lo scempio che viene consumato a quella povera terra, raggiungo la Moschea “Fatima Abdullah Mohammed Rasheed”, rovinata da un parcheggio per automobili proprio davanti all’ingresso.

Moschea Fatima Abdullah Mohammed Rasheed

Torno alla metro e qui inizia il mio giro di Dubai “insolita”. Scendo alla fermata successiva chiamata FGB. Proprio passando avanti ed indietro con i vari convogli presi, avevo notato che da dove mi trovo fino alla fermata successiva (Noor Bank) si ergono una serie di minareti uno più particolare dell’altro. Motivo questo per fare una deviazione dagli schemi ed esplorare questi quartieri. Calcolando che tra le due fermate ci sono circa 3,5 km e che, per arrivare a vedere un po’ tutto, non potrò procedere in maniera lineare…capisco che mi aspetta una bella camminata sotto al sole degli Emirati. Ci metto un bel po’ a compiere l’intero percorso, ma così facendo ho modo di osservare ed assaporare forse quella che è la vera vita di Dubai; trovo davanti a me tantissime belle case (anche “stupende” come aggettivo rende l’idea…), ovviamente ognuna a sè stante e zero condomini. Vedo quelli che noi chiamiamo “asili” fatti appositamente per accogliere figli di stranieri, in particolar modo tantissimi centri francesi e poi inglesi a seguire. Vedo e percorro strade sia perfettamente asfaltate sia fatte solo di sabbia desertica, roba che se sfiorata colora le scarpe di bianco che è una bellezza. Vedo passare su quelle vie pochissime macchine, quasi da contarle tutte sulle dita di una mano. Sarà anche il fatto che è domenica mattina, ma non c’è quasi nessuno che si affaccia dalle finestre di tutte queste belle costruzioni. Vedo quindi la “Dubai silenziosa”, quella che nessuno conosce. E poi ci sono loro, l’oggetto del contendere: le moschee minori di cui non si parla da quasi nessuna parte. Io ne ho portate a casa molte nell’obiettivo della mia reflex e qui di seguito ne propongo una carrellata completa:

Giungo a questo punto davanti al cartello che mi indica “Metro Noor Bank – 400 metri”. Significa che l’obiettivo è raggiunto. Arrivo a destinazione salendo le scale mobili ed entro nel primo convoglio utile. Durante il tragitto mi accorgo che, sulla parte destra fino alla stazione di “Business Bay” ci sarebbero almeno altre 3-4 meraviglie da visitare; tra me e me mi ripropongo di farlo nel caso in cui domani (ultimo giorno) mi avanzerà del tempo, conscio però che la distanza da percorrere a piedi sarebbe davvero enorme. Il treno si ferma bloccando i miei pensieri; scendo stavolta alla fermata “Dubai Mall”. E’ vero che ci sono già stato ieri, ma era di sera ed ora, con la luce solare, ci sono altre attrazioni che meritano di essere viste. Con passo che più svelto non si potrebbe faccio lo slalom tipo sciatore tra coloro che si dirigono verso il centro commerciale (la famosa traversata lunghissima con tappeti scorrevoli + tre rampe di scale da scendere) e raggiungo l’area dello spettacolo delle fontane. Sono qui per osservare il tutto con un’ottica diversa e soprattutto per fotografare in modalità diurna quel capolavoro architettonico che è il Burj Khalifa.

Esterno del Dubai Mall di giorno

Burj Khalifa di giorno

Sempre mantenendo il solito passo da corridore professionista mi reco di nuovo fuori dal “mall” ed inizio ad esplorare la zona. Qui trovo un particolare quanto semplice monumento chiamato “Together” e delle fontane zampillanti poste alla base dell’ingresso del Burj Khalifa.

Singolare Monumento

Fontane all’ingresso del Burj Khalifa

A questo punto, anche quest’area della città è stata setacciata. Anche qui lavori in corso a non finire deturpano un panorama altrimenti particolare. Rieccomi in metro e stavolta scendo alla fermata “Emirates Tower” dove ovviamente fotografo ciò che dà il nome a questa stazione.

 

Emirates Towers

Nuova toccata e fuga sui vagoni cittadini e scendo alla fermata “World Trade Center”. Qui le cose da fare/vedere sono abbastanza. Inizio dal lato destro dove, dopo una camminata che passa davanti al parco giochi “Garden Glow” (ovviamente a pagamento come tutto ciò che si trova a Dubai) trovo la bellissima Moschea “Zabeel Masjid”. Ci tengo a spendere una parola in più sul Garden Glow, perchè non vedo nessuno entrare dagli ingressi; vedo pure che gli addetti sono intenti a bivaccare in zona biglietteria senza ricevere clientela alcuna; eppure oggi è domenica… Ma ben gli sta, così prima o poi quando vedranno profitti zero forse la smetteranno di mettere tickets da pagare ovunque.

Moschea “Zabeel Masjid”

Adesso mi aspetta una lunghissima camminata da qui fino all’obiettivo finale di oggi: La grande Moschea Jumeirah. Sono stanco e questo è innegabile, ma prometto a me stesso che il tragitto di ritorno lo avrei fatto comodamente seduto all’interno di un bus con l’aria ghiacciata. Prima tappa, dopo aver attraversato a livello strada ed a piedi l’immensa Sheikh Zayed Road con file di macchine rombanti pronte a piombarmi addosso se non avessi fatto in tempo a passare prima del loro semaforo verde, è la Moschea “Abu Hubaida Bin Jarrah”.

Moschea “Abu Ubaidah Bin Jarrah”

Dopo un bel po’ mi trovo in un quartiere molto popolato che scopro essere la zona di Satwa. Negozi di ogni genere la fanno da padrone, gente in giro in quantità incalcolabile e traffico pazzesco caratterizzano l’ambiente in cui muovo i miei passi. Faccio una deviazione per arrivare prima alla Moschea che prende il nome del quartiere e poi alla vicina Moschea “Masjid”.

Moschea Satwa

Moschea “Masjid”

I piedi mi fumano letteralmente, ma per i miei viaggi questa non è affatto una novità. Proseguo quindi il cammino e raggiungo prima l’Etihad Museum e poi, finalmente, la Grand Mosque Jumeirah…fine di questo pomeriggio.

Etihad Museum

Gran Mosque Jumeirah

Camminando ancora sarei arrivato fino ad una spiaggia balneabile; oggi non ho fatto soste “ludiche” come ieri, per cui l’idea mi balena in testa. Poi però mi rendo conto della mia reale situazione fisica e decido di soprassedere mettendomi ad aspettare il pullman. Noto con estremo piacere che il C10 mi avrebbe portato direttamente alla metro di Burjuman, cioè il punto di cambio tra metro rossa e metro verde (la “mia”). Come da programma trovo un sedile vuoto e lo occupo coattivamente per l’intero tragitto. Arrivo così in camera e ripeto esattamente le operazioni di rito della sera precedente: doccia, lavaggio accurato delle scarpe e cambio con abiti puliti e degni dell’occasione. Esco di nuovo dall’albergo e torno sulla metropolitana per un altro lunghissimo viaggio fatto al 95% del tempo di percorrenza in piedi. Inutile pregare (se ci credessi…ovviamente) perchè tanto non c’è trippa per gatti; quando la sfortuna ci si mette di storto non si può fare nulla. Scendo alla fermata “Jumeirah Lake Towers”, mia vecchia conoscenza, e percorro la strada che mi porterà di lì a poco sul lungomare della Marina. Ma, una volta arrivato sul ponte principale vengo bloccato dalla vista pazzesca che ho davanti:

L’incanto di Dubai Marina di sera

Lascio questo posto stupendo ed arrivo sulla vera e propria passeggiata in riva al mare. E’ bella e questo è innegabile, ma non vedo tutta la calca di gente che mi aspettavo di trovare (meglio così…) e soprattutto è strapiena di ristorantini e posti per mangiare; tra i tanti c’è anche un locale italiano specializzato in pizze che si trova in tante parti del mondo. Mi fermo qui perchè non intendo fare pubblicità a nessuno penalizzando altri. Resto lì un’oretta per osservare il posto e respirare (forse) un pochino d’aria di mare. Non sono pienamente soddisfatto da questa passeggiata; sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio per essere sul lungomare di Dubai Marina. Alle 21:15 riprendo per l’ultima volta per oggi il convoglio metropolitano. In circa 40 minuti sono di nuovo ad Al Fahidi e colgo l’occasione per andare a cenare dal mio solito “amico”. Oggi prendo un ottimo riso con pollo ed una porzione di patatine di quelle col cuore tenero (non le “stilo” che sono tutte rinsecchite, per capirci). Da bere evito la Coca Cola ed opto per una specie di frullato alla frutta che qui va tantissimo di moda e che intendo assolutamente provare. Tra l’ampissima scelta disponibile, alla fine la vince il gusto “cocomero”. E’ fantastico vedere l’addetto al bar che non prende uno dei soliti infusi in polvere per preparare la mia bevanda, bensì un bel “watermelon” freschissimo che finisce  per buona parte nel frullatore. Finalmente arriva la cena, con la cucina oggi un po’ più lenta del solito: il riso è una specie di cofana enorme e le patatine sono tantissime, al punto che mangio con fatica quando mi avvicono alla fine; effettivamente qui le porzioni sono abbondantissime ed è un dato di cui dobbiamo sempre tenere di conto in caso di necessità futura; ordinare troppo è altamente sconsigliato; secondo me la cosa migliore è, per l’appunto, ordinare un primo piatto per poi passare al secondo tenendo sempre a mente che sprecare è un peccato mortale ed un’offesa per chi il cibo non ce l’ha. La bevanda al gusto cocomero è sublime e va giù che è un piacere lasciando un favoloso retrogusto tipico di quel particolare frutto;  essendo stata preparata senza aggiunta di coloranti/conservanti, è frutta allo stato liquido. Segue la sosta alla mia botteguccia notturna di fiducia per fare il pieno di bibite e poi di corsa in camera per finire di organizzare il giorno seguente, giocare un po’ col mio fidato ” Calcio Manageriale”.

La terza ed ultima giornata negli Emirati Arabi inizia…in ritardo, tanto per cambiare; la sveglia la imposto sempre, ma faccio esattamente come mi pare premendo il tasto di spegnimento fino a quando gli occhi non si decidono ad aprirsi. Poco male comunque, perchè oggi il giro sarà decisamente più soft dei due giorni precedenti. Infatti mi resta da visitare la zona di Dubai Vecchia e la parte di Deira, quindi l’area esattamente fuori dall’hotel dove alloggio e poco più lontano. Mi guardo intorno e vedo che ancora devo preparare il borsone per poi lasciare la stanza. Faccio tutto alla velocità di un razzo e scendo già al piano terra ad effettuare il check-out. Chiedo la cortesia di poter lasciare il bagaglio da loro in custodia e mi viene detto di riporlo nell’angolo basso alla mia destra, in un luogo alla portata di tutti. Resto un po’ perplesso perchè quel punto non è visibile dai membri della reception e, effettivamente, chiunque passasse di li potrebbero prenderlo e portarlo via. Sembra però che tutto sia ok e la decisione con la quale mi danno l’indicazione è molto sicura e decisa, per cui mi fido ed inizio il giro. Davanti alla porta scorrevole già mi trovo il Forte di Dubai, oggi risistemato ed adibito a Museo. La mia allergia a questo genere di strutture mi dice di osservare e fotografare da fuori e così faccio.  Anche perchè vedo arrivare un bus carico di giapponesi e sinceramente di infilarmi dentro ad un museo con cinquanta “pecoroni” non mi scompiffera molto. Poco dietro si trova la “Bur Dubai Grand Mosque”, sinceramente niente a confronto di ciò che ho visto sabato e domenica.

Ingresso del Dubai Museum

Dubai Museum

Dubai Museum

Proseguo la passeggiata per le vie di Dubai Vecchia, la parte storica di quella città che oggi si è sviluppata per kilometri e kilometri e che è diventata una metropoli nel deserto. La verità ? Resto molto molto molto deluso. Vedo solo negozi, uno dopo l’altro, senza soluzione di continuità e senza niente di interessante. Per le strade sfrecciano macchine da ogni lato ed ogni tanto vengo fermato dai gestori delle attività commerciali che mi chiedono se voglio comprare qualcosa. Io che posso fare se non dire loro la verità? Ho il solo bagaglio a mano ed è stracolmo di roba da non far entrare neanche una cartolina. E’ fortissimo il tizio che vuole a tutti i costi vendermi per una settantina di euro una copia di un rolex…io che guardo l’ora sul telefonino e non porto un orologio al polso forse da vent’anni, di punto in bianco mi presento in Italia con la copia di un rolex….mah! Non riesco a togliermelo di torno e così la metto sul ridere: gli dio che di una cosa avrei urgentemente bisogno, ma probabilmente lui non l’avrebbe avuta. Quando mi chiede di che si tratta con gli occhi sgranati che già pregustano una vendita gli dico che mi servono un paio di gambe nuove perchè a forza di camminare…le mie le ho consumate. Scoppia a ridere (per fortuna), mi dà il cinque e mi saluta. Anche stavolta va come meglio non avrebbe potuto. Provo ad incunearmi nelle stradine più strette e nei vicoli…ma questo posto proprio non mi dà “la scintilla” che fa cambiare il mio stato d’animo da normale a stupefatto. Durante il percorso mi imbatto in tre moschee, ovviamente costruite in uno spazio talmente risicato da non poterle fotografare neanche in maniera sufficiente. Tra l’altro, quella più bella (La “Ali Ibn Abi Taliq”) è coperta per metà dai lavori di restauro ed è un cazzotto in un occhio a causa di un lenzuolone gigante che copre la parte interessata dal “maquillage”.

Dubai Vecchia – Moschea

Dubai Vecchia – Moschea

Mi addentro a questo punto anche nei mercati tipici che qui sono posti sotto ad una tettoia di legno per riparare persone e merci dal sole cocente. Mi sembra tutto terribilmente già visto ed anche abbastanza triste, così mi limito ad una passeggiata rapida e poi torno di nuovo alla luce del sole. Arrivo così nella zona del Terminal dei traghetti; oltre alle imbarcazioni che percorrono tratte medio/lughe, ci sono i barcaioli che per pochissimi spicci fanno la spola da una parte all’altra del canale. Io avrei raggiunto la riva opposta tramite la metropolitana, così mi diverto solo a vedere chi parte e chi torna.

Scorcio del terminal dei traghetti di Dubai

Raggiungo così nuovamente la zona della metro di “Al Fahidi” e scendo alla fermata “Salah Al Din”. Qui chiedo a tutti coloro che leggono di prendere abbondantemente nota di quanto sto per scrivere: una delle attrazioni della città, segnalata sul Maps ed addirittura da un cartello in loco che ne indica il nome, è la Fish Roundabout: è la più grande cavolata del mondo, almeno secondo me. Una cosa da bypassare totalmente per quanto è brutta ed insignificante. In parole poverissime, si tratta di una piazzetta situata nel centro di una “rotonda” in cui transitano le auto. Per questo motivo non ci si può assolutamente avvicinare, tanto più nel momento in cui mi trovo lì perchè due operai sono intenti a sistemare le piante. All’interno della rotonda c’è una fontana ridicola composta da due pesci che si incrociano, ma sono talmente piccoli in confronto a ciò che li circonda che quasi non si vedono. Da qualunque angolazione io provi a piazzarmi, la foto viene uno schifo totale. Insomma, uno spettacolo ampiamente patetico. A poca distanza, dentro ad un parcheggio, la Moschea “Fish Roundabout” non è da meno in quanto è la più insignificante tra le tantissime viste qui.

Fish Roundabout: evitatela!!!

Moschea “Fish Roundabout”

Mi sento meglio solo quando torno sul treno metropolitano. Mamma mia che delusione! La prossima fermata è di quelle che quasi sicuramente rimetteranno a posto l’equilibro perchè scendo a “Stadium”, un nome ed un perchè. A dire il vero lo stadio che sto cercando già lo si vede dall’alto raggiungendo il punto di arresto del treno, ma non è sufficiente e decido di avvicinarmi di più; magari potrei essere fortunato una volta tanto. Seguo il perimetro del muro di recinzione in cerca dell’ingresso e, siccome nei viaggi vale sempre la regola del “chi cerca trova”, alla fine lo raggiungo. Vedo che si tratta del campo in cui gioca abitualmente il club del “Shabab Alahli Dubai” ed il nome dell’impianto è “Rashid Stadium”. Ammetto che il nome della squadra sembra più uno scioglilingua che altro, ma si tratta comunque di una compagine di medio livello per il calcio degli Emirati Arabi. Il cancello che dà sul cortile è aperto e non c’è nessuno all’interno. Intravedo un parcheggio con qualche auto,  una moschea interna e lo stadio ovviamente chiuso. Decido di entrare con noncuranza; al massimo mi avrebbero cacciato a calci…che ci sarebbe stato di male? Invece non accade niente di tutto ciò, anzi, il contrario: intravedo un altro cancello in lontananza che permette di osservare chiaramente il rettangolo di gioco. Sempre facendo finta di niente mi avvicino passo dopo passo. Quando mi trovi a 5 metri, accanto a me noto una persona dentro una macchina che sta parlando al telefonino mentre mi guarda. “Ops…tanato!” penso tra me e me, ma non è così: quel tizio si sta abbondantemente facendo gli affari propri. Decido di proseguire alla “o la va o la spacca” e faccio bene: quando arrivo a destinazione trovo il cancello addirittura aperto. Dò una trentina di sguardi intorno a me ma continua a non esserci nessuno, così entro proprio in campo e salgo perfino in tribuna.

Stemma dello Shabab Alhali Dubai

Esterno del Rashid Stadium

Tribuna Centrale

Il terreno di gioco

Beh…a questo punto direi di aver visto anche più di ciò che mi aspettavo e che sarebbe meglio non osare troppo. “Chi si accontenta gode” termina la sfilza di detti per la giornata odierna e, con la solita noncuranza di prima, esco dall’impianto e torno sulla strada. Li decido di non risalire subito sulla metro perchè, in fase di arrivo, avevo intravisto diversi minareti interessanti e mi metto a cercarli uno per uno. E’ così che mi imbatto poco dopo nella Moschea “Al Islah”.

Moschea “Al Islah”

Ma non è finita qui: una dopo l’altra ne trovo almeno altre tre nel raggio di poche centinaia di metri.

Moschea “Masjid Nad Al Qusis”

Moschea

Moschea “Al Noor”

Qui mi rendo conto di trovarmi in periferia non solo perchè sono vicinissimo al capolinea della metro, ma anche dai prezzi praticati nei negozi. Entro in un market per comprare da bere e una lattina di Coca Cola costa 1,50 Dirhams contro i 2,50 Dirhams della zona centrale. Parliamo di quasi la metà del prezzo per lo stesso prodotto. Il giro deve proseguire ed anche questa parte l’ho “strizzata” a dovere. Prossima fermata: “Al Rigga”. Qui l’attrazione principale è senza dubbio la “Clock Tower”, ma cercando quella mi imbatto in una moschea particolare, molto diversa dalle altre viste fino ad ora; peccato che il sole non la baci come dovrebbe. Cammina cammina arrivo anche alla torre dell’orologio.

Moschea particolare

Dubai Clock Tower

Altro giro ed altra corsa: stavolta scendo alla fermata “Oud Metha” ed inizio a passeggiare; qui ci sono infatti diversi punti di interesse. Il primo che incontro (sarà un caso…?) è lo stadio+centro sportivo del famoso club Al Nasr Dubai, il più vecchio della città. Si tratta di una squadra  che prova a competere anche nelle coppe asiatiche, ma senza enorme successo. Qui non ho la stessa fortuna di prima perchè il campo da gioco ha dei lavori in corso e qualcuno che sorveglia l’accesso c’è. Devo quindi accontentarmi di vedere l’impianto da una distanza di sicurezza.

Stemma del Al Nasr Dubai

Mi metto così a passeggiare su “Oud Metha Road”, ma mi trovo al posto sbagliato nel momento sbagliato, cioè “controcorrente” durante l’uscita da scuola di ragazzini locali. Facciamo un esempio: se i bambini italiani sono un fiume in piena quando suona la campanella (e da noi le nascite sono nettamente in calo rispetto al passato) figuratevi che cosa può significare l’uscita da una scuola in un paese arabo. Non so quanti fossero quei “cosi”, ma erano davvero tanti, quasi da non riuscire a proseguire il mio cammino avendo davanti un muro composto da mini-esseri umani che viaggia nella direzione opposta alla mia. Tra slalom e spintoni, alla fine il torpedone finisce e torno a respirare. In questa zona ci sarebbe da vedere una chiesa indiana (La Saint Thomas indian Orthodox Church), ma uso il condizionale perchè il cancello è sprangato e l’accesso interdetto. Su questa via c’è di tutto un po’ e le cose più strane che ricordo sono un club di iraniani e, udite udite, un club di norvegesi! La Moschea “Oud Metha” non merita un’istantanea, così come la Trinity Church che vedo tornando indietro dal lato opposto della strada. Ciò che invece trovo interessante è dato dalla Moschea Pakistana e dall’Accademia di Educazione Pakistana.

Moschea Pakistana

Parte del complesso dell’Accademia per l’educazione Pakistana

Giunto a questo punto, decido di arrivare fino al capolinea della metro verde che prende il nome di “Creek”. Voglio vedere il famoso “harbour” di Dubai, ma non faccio in tempo a scendere dal convoglio che ho già voglia di ripartire perchè ciò che osservo da lontano non mi ispira neanche un po’. A questo punto non resta altro da fare che tornare in zona “Al Fahidi” e così faccio. Una volta lì ho trenta minuti scarsi per consumare la cena di oggi (alle 17:00 ora locale) perchè poi tra trasferimenti e voli non avrei più avuto modo di poterlo fare. Torno ovviamente nel solito locale di ogni giorno e stavolta consumo un mega hamburger di pollo con dentro due cotolette + il frullato di cocomero. Purtroppo saluto coloro che hanno allietato le mie ultime quattro serate e torno in hotel a prendere il borsone: incredibilmente lo trovo ancora lì, esattamente come lo avevo messo io. Dopo un bel sospiro di sollievo liberatore parte il mio ultimo viaggio in metro con direzione”IBN Battuta”. Arrivo lì dopo un tragitto di quasi un’ora rigorosamente in piedi tranne che nelle ultime due fermate e poi attendo il bus F55 che mi riporta allo scalo di Al Maktoum. Colgo l’occasione per guardare il tabellone delle partenze degli autobus e noto subito quello per Abu Dhabi che fa scattare la scintilla: al prossimo volo super economico sarei tornato a Dubai ed avrei preso immediatamente il collegamento per il resto del paese per una nuova bellissima avventura. Una volta arrivato in aeroporto mi rendo finalmente conto che sarei atterrato in Bulgaria a notte fonda, per cui mi cambio rapidamente gli abiti in bagno (dicendo addio per il 2017 a pantaloncini corti e t-shirt) e mi imbarco. L’avventura a Dubai ha così termine.

Prima di passare alle conclusioni di rito, ci tengo a dire che ho un unico grande rammarico: avrei voluto tanto vedere il “Miracle Garden” (stupendo nelle foto su internet) ma l’apertura stagionale sarebbe avvenuta solo il giorno dopo rispetto a quello della mia partenza. Un colpo di sfortuna clamoroso stavolta. Peccato davvero. Non ho invece visitato per scelta nessuno tra i diversi parchi a tema qui presenti.

Detto questo, è stata per me un’esperienza vissuta in un luogo pieno di contrasti, sia tangibili (edifici ultramoderni, monumenti particolari, luoghi di culto di ogni genere) che morali (usi e costumi del mondo arabo atti rispettare in maniera molto blanda rispetto alla media). Sinceramente ancora oggi non so dire con certezza se questo posto mi sia piaciuto o meno. L’unica cosa che ritengo vera è che una volta nella vita vada visitato, per poi dirgli definitivamente addio (se non per usarlo come scalo per raggiungere altre mète). Non merita una seconda visita, anche se ho letto di persone che ci sono state 7-8 volte e che ritornerebbero anche subito se potessero. Personalmente non sono di questo avviso. Ho visto cose bellissime e su questo non c’è dubbio, ma io non faccio mai bis come regola generale e per farlo servirebbe ben altro. Difficilmente potrò togliermi dalla mente il Burj Khalifa, lo spettacolo pazzesco delle fontane danzanti del Dubai Mall, la bellezza di Dubai Marina sia con la luce del sole che “al calare delle tenebre”: queste sono cose davvero uniche. Di contro però ho già dimenticato la stupidaggine della pista da sci nel centro commerciale, i milioni di lavori in corso perenni che deturpano il panorama in ogni dove e la parte vecchia che non è assolutamente niente di che. Contrasti, come ho già detto altre volte. Belli da vedere e da conoscere, ma basta così. Sono stra-convinto che l’essenza degli Emirati Arabi sia ben altra, che il deserto vero sia più affascinante e che la vita delle altre località di questa nazione sia ben più affascinante rispetto a questo posto che non è altro che costruito ad arte per apparire esattamente così com’è. Andate a Dubai e scopritela, ma poi usate il vostro tempo per altre destinazioni. I bis sono inutili. Almeno così la penso io…

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