Chisinau: una capitale a misura d’uomo

di admin

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Per tanti mesi ho dovuto rinunciare a visitare la Moldavia a causa di orari dei voli non coincidenti con le mie necessità e, soprattutto, a causa di costi dei biglietti abbastanza elevati se confrontati con quelli di altre destinazioni europee. Ho sempre rimandato nella speranza che arrivasse un’occasione che facesse al caso mio e, in questo caso specifico, qualcosa si è mosso. Non proprio tutto però: gli orari restano comunque ancora oggi improponibili per le mie abitudini, ma con una buona combinazione tra città di partenza in andata e di arrivo al ritorno ho almeno superato lo scoglio del prezzo. Non mi andava proprio di aspettare oltre, così ho prenotato questa avventura con mesi di anticipo alla migliore tariffa possibile. Ho usato il termine più appropriato perchè di avventura vera e propria si tratta: le informazioni disponibili in rete su questa nazione non sono illimitate, ma abbastanza scarse. A prima vista non sembra facile da girare come lo è la vicina Romania, pur avendo il sistema di trasporti che funziona più o meno allo stesso modo. Come se non bastasse, cela al suo interno l’affascinante problema della regione secessionista della Transnistria, argomento che aumenta l’alone di mistero che avvolge questa giovane nazione, nata anch’essa dallo sfaldamento della vecchia Unione Sovietica. Una delle tradizioni della Moldavia non fa al caso mio: la produzione vinicola di eccellente qualità. A me il “nettare degli dei” non piace e, di conseguenza, non vado matto nel girare per cantine. A dire la verità proprio qui ci sono aziende produttrici letteralmente incredibili, che hanno kilometri e kilometri di gallerie sotterranee per la corretta conservazione del loro prodotto di punta. E’ infatti di una delle attrazioni più gettonate in assoluto, ma non stavolta…almeno per me. In futuro quasi sicuramente parteciperò ad una visita guidata con piacere. Ma non in questo caso specifico.

E’ giovedi alle 23:59 quando, dall’Autostazione Tiburtina di Roma, salgo su un bus notturno alla volta di Bologna, città dalla quale alle 11:45 del mattino avrò la partenza del volo diretto a Chisinau, capitale della Moldavia. Il tragitto scorre bene e mi faccio anche una bella dormita. Alle 5:00 arrivo nel capoluogo dell’Emilia Romagna e, non dovendo fare niente oltre che aspettare, faccio la posta ad un bar che avrebbe aperto di li a poco. Gusto la colazione composta da un bel cornetto al pistacchio + cappuccino e, poco dopo, salgo sul mio fedele bus cittadino n. 91 fino alla fermata “Birra”. Da lì all’aerostazione “Marconi” ci sono 900-1000 metri da percorrere a piedi che “macino” a passo lento, godendo volutamente della bella mattinata che sta nascendo. Una volta nell’area partenze mi piazzo su una sedia nella zona delle prese di corrente e lì rimarrò fino al controllo bagagli ed all’imbarco. Il volo è abbastanza puntuale (solo 15 minuti di ritardo) e scorre liscio perchè i miei occhi si chiudono e mi fanno cadere in un sonno profondo. Mi trovo in un sedile centrale (lettera E) e, se non presto la dovuta attenzione, rischio di appoggiare la mia testolina sulla spalluccia di uno dei miei due “vicini”. Essendo entrambi più che sconosciuti, mi sarei vergognato non poco e devo assolutamente evitarlo. L’arrivo in terra Moldava è come mi aspettavo: sole quasi nulla e nuvole tante. Per una volta il meteo ci ha preso. La fila per il controllo passaporti del piccolo aeroporto è lunga ma scorre abbastanza bene. Una volta nell’area arrivi cambio dieci euro per avere a disposizione valuta locale per pagare il passaggio in centro; così poco perchè ovviamente il tasso applicato è terribile anche qui. Proprio alla destra dell’uscita ci sono le “marshrutka”, o meglio i minibus con i quali si raggiunge qualsiasi destinazione nei paesi dell’Europa dell’est. Ormai mi sono talmente familiari che arrivo al punto di adorarli. A me ovviamente tocca quello più scassato che la storia del trasporto pubblico locale abbia mai visto, ma non importa: ho il mio posto a sedere e, durante il tragitto che pago 3 Lei (equivalente forse di 15-16 centesimi di euro…mentre il Leonardo Express ne costa 14 di euro a tratta…) ho modo di dare una prima occhiata a questa capitale. La prima parte della città che si incontra non ha molti punti di interesse e la definirei più come una zona popolar-commerciale. Ci sarei andato solo se mi fosse rimasto del tempo libero alla fine del giro del centro storico. La gente intanto sale e scende in continuazione alle varie fermate ed il conducente, guidando, continua a contare con la bava alla bocca il malloppo di soldi che ha guadagnato fino a questo momento: è una prassi fin troppo usuale a queste latitudini, mentre per i nostri autisti è quasi obbligatorio telefonare dall’inizio alla fine del servizio indossando auricolari che non passano certo inosservati. Non so quale delle due varianti sia la migliore. Una deviazione secca a destra e, dopo poco, si entra nel vivo fino a quando il mezzo si ferma e scarica coloro che sono rimasti a “Strada Ismail”, il capolinea della corsa. Sono praticamente le 16:00; scopro così che per questo percorso occorrono circa 30-35 minuti, dato utile perchè avrei dovuto calcolarlo in fase di ritorno tra due giorni esatti. Qui entro in contatto con una realtà che, oggi come oggi, dopo la caduta del roaming in tanti paesi, è ancora più dura da affrontare di come lo fosse in passato: quando ti abitui a navigare su internet e ad avere il Google Maps sempre a portata di mano in Germania, Francia, Olanda ecc…arrivare in Moldavia e dover disattivare la connessione dati a causa dei costi da ladrocinio che le compagnie telefoniche applicano è quasi terrificante. Primo obiettivo senza tecnologia: trovare il motel prenotato da casa. Prendo quindi la mappa precedentemente stampata su un caro vecchio foglio A4 e cerco di orientarmi. Ironia della sorte, dove mi trovo è a malapena coperto dalla mia cartina e ci rientra per mezzo centimetro. La cosa si complica, ma non mi dò certo per vinto. Alla fine riesco ad orientarmi e raggiungo il punto che proprio il buon “Maps” mi indica. Mi guardo intorno e del numero civico che cerco non ce n’è traccia alcuna. Eppure tutto il resto è proprio qui: vedo con chiarezza (per esempio) il Museo Militare pieno di armi di ogni tipo nel piazzale. Alla fine realizzo che, anche stavolta, il punto indicato dal cervellone elettronico è sbagliato. Uno sbuffo degno della miglior rottura di scatole mi esce dalla bocca, ma non ho tempo da perdere ed ho adesso un problema da risolvere. Guardandomi intorno capisco come sta la situazione e mi oriento usando il ricordo di ciò che avevo visto in fase di programmazione. Alla fine, verso le 16:40 arrivo a destinazione. Incontro la proprietaria del motel (molto gentile) e prendo possesso della stanza. Ah, non ho scritto che la struttura è totalmente sprovvista di indicazioni esterne, frecce indicatrici, cartelli di ogni genere. Si tratta di una porta all’interno di un piccolo vicolo sterrato che ha attaccato il bollino rotondo di valutazione di Booking.com; neanche un falco pellegrino avrebbe trovato una situazione simile in un tempo minore del mio dopo l’errore madornale perfino delle mappe satellitari. Ma nel tempo passato a girare non ho solo cercato la “strada maestra”: ho anche cambiato ulteriori 60 euro in Lei Moldavi ad un tasso decisamente più corretto rispetto a quello praticato in aeroporto. Quando esco dalla stanza sono le 17:15 di una giornata di pieno ottobre. ciò significa che di lì ad un’oretta o poco più, la luce del giorno avrebbe lasciato spazio prima al tramonto e poi alla notte. Questo purtroppo significa prendere un volo di andata ad un’orario tanto terribile ed è per tale motivo che cerco di evitarlo come la peste…ma in questo caso non è assolutamente stato possibile (avrei rischiato di visitare la Moldavia forse nell’anno 2150 o giù di lì…). Inizio comunque la mia passeggiata in cerca dei tanti punti di interesse segnati sul pezzo di carta che mi accompagnerà via per via. Prima di iniziare con l’elenco anche fotografico della città premetto che la zona in cui ho l’alloggio è un mercato a cielo aperto: centinaia di banchetti che vendono cose di ogni tipo (stracolmi di merce in ogni centimetro quadro a loro disposizione) si susseguono uno accanto all’altro senza soluzione di continuità. Addirittura quella che si chiama “Piata Centrala” non è ciò che sembra a prima impressione: io credevo fosse una parte del centro storico ed invece è il fulcro del mercato. Tutto intorno a quest’area ci sono i minibus con cartelli che indicano località assolutamente sconosciute e mai sentite prima neanche dal sottoscritto; chissà che villaggetti sperduti devono essere…; ma, bando alle ciance, inizio la mia passeggiata incontrando la Sinagoga Chabad, un palazzo davvero semplice senza infamia e senza lode: se non avessi saputo cosa fosse non lo avrei mai preso in considerazione.

Sinagoga Chabad

Proseguo la passeggiata incontrando un botto di gente sulla via da me cercata e trovata: un tot di loro (pochi, per la verità) sono in attesa nella zona del palazzo che mi interessa (la filarmonica) ed un numero di persone ancora più grande sta aspettando fuori da un teatro locato ad una cinquantina di metri.

Palazzo delle Filarmonica (fantastico lo striscione…)

Mi muovo poi in direzione del Teatro Drammatico “AP Chechov”, ma lo trovo in fase di leggera ristrutturazione. In compenso, proprio di fronte, c’è il singolare Palazzo dei Servizi (un distaccamento del Ministero degli Affari Interni) completamente coperto di vegetazione in ogni centimetro e “sorvegliato” da un guerriero in armatura. Vedere per credere.

Palazzo dei servizi

A guardia del Palazzo dei Servizi…

Pochi passi ancora e già mi trovo nel fulcro di Chisinau: davanti a me si apre il Parco della Cattedrale e, dato che si chiama così, un motivo valido ci sarà: qui si trova per l’appunto la Cattedrale “Nasterea Domnului” con di fronte quella che in lingua locale viene chiama la “Clopotnita”. Altri monumenti minori si alternano a questi due “pezzi da novanta”. Conclude l’opera l’Arcul de Triumf che ha al centro una grande bandiera della Moldavia in bella vista.

Cattedrale Nasterea Domnului

Clopotnita

Parco della Cattedrale – 1

Parco della Cattedrale – 2

Parco della Cattedrale – 3

Parco della Cattedrale – Colpo d’occhio

Arcul de Triumf

Bandiera moldava al centro dell’Arcul de Triumf

Purtroppo ci siamo…sta calando la sera ed il buio e preferisco riporre la reflex per non scattare foto con luce sbagliata. Voglio portare via solo ricordi chiari e nitidi dei posti che visito ed in questo momento non mi è possibile. Da ora in poi la mia passeggiata sarà di puro relax in mezzo alla mondanità di questa piccola ma importante realtà. Il corso principale (Strada Stefan Cel Mare) si presenta abbastanza vivo, sicuramente meno frequentato rispetto alla mole di persone presenti durante le ore diurne. Ci sono negozi di ogni tipo, ma anche qui ciò che va per la maggiore sono gli shops dedicati alla telefonia, per me un’esagerazione. Spicca però un edificio, unico della zona, che viene illuminato con una luce blu.

Ministero degli Affari Interni di notte

Una prima rapida impressione però la posso dare: trovo questa città abbastanza povera se confrontata con altre capitali visitate in passato. Tantissimi palazzoni presenti in vero stile sovietico, la maggior parte di loro abbastanza malmessi in quanto a manutenzione, coprono la visuale quasi in ogni direzione. E’ un vero peccato perchè contribuiscono a diminuire l’impatto di ciò che invece è indiscutibilmente bello. Questa camminata serve anche a scovare altri punti di interesse che avrei visto e fotografato domenica (per domani, sabato, è previsto il viaggio in Transnistria, a Tiraspol, del quale parlo nel post dedicato); in questo modo ci metterò meno tempo ad orientarmi. Si fanno quasi le 20:00 e decido di entrare in un market che vedo essere molto fornito: compro le solite bibite, yogurt e qualcosa di dolce che porto in camera. Una volta lì, un rapido collegamento col tablet alla wifi del motel per vedere cosa arriva da casa e poi decido di andare a cena fuori: troppo bassi e ridicoli i prezzi praticati per mangiare qualcosa di freddo. Trovo una pizzeria che non mi sembra male, entro e ci passo un’oretta in santa pace. La spesa finale per pizza diavola + birra alla spina 400ml è di “ben” 5 euro tondi, servito e riverito su di un comodo divanetto ed un largo tavolo da quattro coperti. Unico neo: il rientro in stanza; la strada per arrivarci non è lunga, ma è quella in cui durante il giorno si svolge il mercato diurno. Ora non ‘è nessuno…ma c’è anche poca luce e non si sà mai che tipo di incontri si possono fare dove non si conosce la zona. Io ci metto del mio per apparire invisibile perchè quando vado in questi paesi mi vesto come uno del posto e passo quindi inosservato. Se fossi stato una donna…magari sarebbe stato un tantino rischioso. Ma alla fine non succede nulla e rientro senza problemi. Computer e relax concludono la serata in maniera piacevole.

A Chisinau torno la sera successiva, di rientro da Tiraspol. Quando scendo dalla Marshrutka è già buio e non resta molto da fare che passeggiare (è sabato) in mezzo agli abitanti del posto che vagano senza mèta entrando qua e la nei negozi. Come ventiquattro ore prima, dal market esco con il “refill” di ciò che ho consumato, torno prima in camera e poi a cena nella solita pizzeria: oggi scelgo una “margherita”, una porzione di patatine ed una birra alla spina (oggi scura) da 400ml: 5 euro anche stavolta (la margherita costa meno della diavola e con la differenza ci ho fatto rientrare le patatine). Inizio davvero ad adorare questo paese! Dopo circa un’ora e venti minuti decido che la serata non è ancora conclusa: sarà la mia ultima passeggiata in notturna nella capitale moldava e non me la voglio perdere subito dopo aver cenato. Ma la camminata resterà comunque infruttuosa perchè fuori non c’è praticamente nessuno. Quel poco che trovo bazzica nella zona del McDonald, vicino al Parco della Cattedrale. Ma niente di più. Rientro quindi mestamente in stanza e mi attacco al computer…tanto per cambiare.  Prima di coricarmi sento che fuori sta iniziando a piovere: se avesse continuato anche l’indomani sarebbe stato un disastro. Prego perchè non succeda e mi addormento.

Domenica mattina: mi sveglio verso le 7:45 e preparo tutto il mio borsone perchè devo lasciare la camera e correre a completare la visita di Chisinau entro le 13:00, ora del “non ritorno” in quanto non oltre le 13:30 avrei dovuto riprendere il minibus per l’aeroporto. Anche il volo di rientro, come quello di andata, ha un orario terribile: partirà alla volta di Treviso alle 15:35 rubando letteralmente mezza giornata. Chiedo ed ottengo dalla proprietaria la custodia del bagaglio a mano presso il motel, pago (44 euro per due notti in cui sono stato davvero da Dio) ed esco. In terra è tutto bagnato fradicio, ma fortunatamente non piove adesso. Non c’è sole, ma le nuvole non sembrano minacciose; probabilmente hanno scaricato tutto durante la notte. Mappa alla mano, non ho davvero tempo da perdere ed inizio subito andando nella direzione opposta a quella del primo giorno; inizio cioè dalla zona in cui c’è meno da vedere per poi tuffarmi nel vero centro storico. Di fronte al bel palazzo che oggi ospita l’Hotel Chisinau c’è un monumento del quale però su Google Maps non c’è traccia.

Monumento

Adesso devo attraversare la strada per andare dalla parte opposta, ma non vedo strisce pedonali. Il motivo è semplice: c’è un sottopassaggio. Qual’è il problema? Nessuno…in teoria. Peccato che quando arrivo all’ultimo scalino mi prende un colpo: è lunghissimo e totalmente buio. Non si vede da parte a parte perchè ad un certo punto c’è una curva e la luce che arriva dalla parte opposta è ampiamente insufficiente. Alternative? Nessuna perchè lo stradone è davvero grande e trafficato; non sarei mai passato indenne neanche correndo. Vorrei chiudere gli occhi ed andare avanti senza guardare, ma sarebbe ancora peggio. Un respiro profondo e via: passo dopo passo si intensifica l’odore di pipì umana proporzionalmente alla mancanza di ricambio dell’aria; la pulizia fa veramente pena. Arrivo nel punto centrale e lì davvero non vedo ad un palmo dal naso, ma vado avanti finchè non scorgo l’uscita. Esperienza da non ripetere mai più: in fase di ritorno sarei passato da un’altra parte. Per fortuna la vista che ho di fronte mi restituisce ciò che il tunnel mi ha tolto. Il colore turchese e dorato della Cattedrale Episcopale “Sfantul Teodor Tiron” mi colpisce davvero molto già da lontano. Mi avvicino, entro nel complesso ed arrivo fin dentro al Monastero Centrale. Una funzione religiosa è in corso di svolgimento e voglio comportarmi col massimo rispetto. Osservo l’ambiente e non posso non dire che è spettacolare, tutto a sfondo turchese, ma di tonalità più scura rispetto all’esterno: un vero gioiello.

Cattedrale Episcopale “Sf. Teodor Tiron” – foto dalla strada

Cattedrale Episcopale “Sf. Teodor Tiron” – Monastero principale

Cattedrale Episcopale “Sf. Teodor Tiron” – cappella

Soddisfatto della visita, esco e torno indietro per proseguire l’esplorazione dell’altra parte della città, quella più ricca di punti di interesse. Escludo ovviamente quello che ho già visto e fotografato due giorni prima. All’incrocio tra Strada Stefan Cel Mare e Strada Ismail fotografo il palazzo sede della Moldtelecom; non per qualche particolare motivo storico o artistico, ma solo perchè è un grattacielo altissimo che stona totalmente con l’ambiente che lo circonda. Il suo stato decisamente poco curato e le note di colore sul celeste verdastro (quasi come il monastero appena visto) lo rendono un pezzo più unico che raro.

Palazzo della Moldtelecom

Più avanti trovo, più o meno alla stessa altezza, la Sky Tower (mastodontico e ultramoderno edificio in vetro sede dell’ambasciata italiana), il Municipio di Chisinau e la Organ Hall che purtroppo è coperta dalle impalcature causa invasivi lavori in corso.

Sky Tower

Municipio di Chisinau

Supero la Piazza della Cattedrale fotografando solo l’enorme Palazzo sede del Governo. Superato questo arrivo di fronte all’ingresso del Parco “Stefan Cel Mare” che ha proprio li la statua dedicata a questo importantissimo personaggio.

Palazzo del Governo

Monumento a Stefan Cel Mare

Mi addentro adesso in strade mai viste prima. Le sorprese sono davvero dietro ogni angolo. Inizio con la grande sala da concerto “Palatul National”; seguono poi un altro monumento situato in una piccola piazza del quale sulle mappe non c’è traccia e, sul lato opposto della strada, c’è la Chiesa “Sfantul Cuvioasa Teodora de la Sihla” che riesco a fotografare solo di lato perchè coperta dagli alberi.

Palatul National

Monumento

Sf.Cuvioasa de la Sihla – vista laterale

Da qui torno pochi passi indietro e svolto a sinistra su “Strada 31 August 1989” che, in questo tratto, è davvero ricca di punti di interesse. Il primo tra tutti è il Museo Nazionale dell’arte. Sullo stesso lato trovo anche il Teatro Licurici ed il Museo Nazionale di Storia che ha…un elicottero parcheggiato in giardino (!?!). Sul lato opposto c’è invece il Palazzo della Biblioteca con davanti la Statua di Vasile Alecsandri. Tutto davvero molto bello.

Museo Nazionale dell’Arte

Teatro Licurici

Biblioteca

Museo Nazionale di Storia

Elicottero…in giardino al Museo di Storia

Adesso è il momento di fare un’altra deviazione: questa volta l’obiettivo è lo “Stadionul Dinamo”, il campo di calcio cittadino. Quando vi arrivo, pur conscio che la Moldavia è un paese con un basso livello tecnico/qualitativo in questo sport, resto deluso da ciò che vedo. Si tratta di un impianto piccolo e tenuto anche poco bene. Al suo interno, guardando da una zona aperta alla vista, qualche lavoro in corso, una tribunetta e nient’altro. Non oso scattare alcuna foto perchè da ricordare qui c’è poco o niente. Andando verso il Parco Valea Morilor arrivo prima al particolarissimo Palazzo che ospita il Museo Etnografico e, successivamente, alla Torre dell’Acqua. Il Parco stesso mi delude un pochino: sarà perchè è autunno avanzato in una giornata cupa nella quale è piovuto fino a poche ore prima, ma a parte la bella “Scara Cascadelor” (una lunga scalinata in cui si trova una fontana che accompagna la discesa) ed il “Teatrul de Vara”…anche qui non c’è molto. Per fare un piccolo confronto, il parco Herastrau di Bucharest (senza allontanarsi troppo dalla cultura locale) mi piacque molto molto di più. Segnalo solo la presenza di un’area giochi chiamata “Aventura Park” al quale però non mi avvicino per totale mancanza di interesse.

Ingresso del Museo Etnografico

Torre dell’Acqua

Lascio anche questa parte di città per tornare verso “Strada Stefan Cel Mare”. Durante il cammino incontro il “Palatul Republicii” che merita senza dubbio una fotografia. Poi, attraversato il vialone, sono davanti alla piccola (ma graziosa) Chiesa “Schimbarea la Fata a Mantuitorului”.

Palatul Republicii

Chiesa “Schimbarea la Fata a Mantuitorului”

Tengo la sinistra e seguo la direzione per uscire fuori città e, lungo la mia strada, incontro la Chiesa Ortodossa “Sfintul Ierarh Nicolae”; per fotografarla al meglio devo però attraversare il viale. Tanto sull’altro lato ci sarei dovuto andare comunque perchè la prossima tappa, ritornando verso il centro, è l’enorme edificio del Parlamento della Moldavia che ha, tra le altre cose, il nome della giovane nazione che gestisce scritto usando le piante.

Chiesa Ortodossa “Sfintul Ierarch Nicolae”

Palazzo del Parlamento

Se non si fosse capito dove sono…

Di fronte c’è, in fase di ristrutturazione, il Palazzo della Presidenza della Repubblica: peccato per i soliti maledetti lavori in corso. Prendo una traversa ed arrivo alla Cattedrale Romano-Cattolica della “Providenta Divina”. Come spesso accade, questo edificio religioso è un po’ troppo “incassato” tra altre costruzioni/mura/cancelli per poter scattare una foto almeno decente, ma non mi dò per vinto. La “Moldova National Opera Ballet” completa l’offerta di questa zona di Chisinau.

Palazzo Presidenziale in ristrutturazione

Cattedrale Romano-Cattolica “Providenta Divina”

Moldova National Opera Ballet

Costeggiando il lato più vicino del Parco della Cattedrale, da me già visitato in precedenza, arrivo ad un singolarissimo “monumento”: si tratta della moneta da un centesimo di Leu Moldavo, il cuo nome è  “Ban”, in bella mostra in formato gigante.

Monumento “1 Ban” – Fronte

Monumento “1 Ban” – Retro

Arrivo così al “Bulevardul Grigore Vieru”, uno stradone molto grande ed esteso che è tagliato in mezzo da uno spartitraffico totalmente pedonale nel quale ci sono alcuni monumenti: uno su tutti è di sicuro interesse e sto parlando del “Monument Comsomolului Leninist”; gli altri sono invece di importanza ben minore. Percorro questa via per un bel po’ fino a dopo il ponte che passa sopra all’autostrada. Lì trovo prima l’edificio chiamato “Il Circo” e poi la Chiesa Ortodossa “Sfintii Constantin Si Elena”, talmente coperta dagli alberi che l’unica immagine che riesco a prendere è quasi terribile.

Monument Comsomolului Leninist

Ancora su Bulevardul Grigore Vieru…

“Il Circo”

Chiesa Ortodossa “Sfintii Constantin Si Elena”

Qui arriva una piccola delusione: nonostante le provi di tutte, non riesco ad arrivare alla Chiesa Ortodossa “Mazarachi”: si trova in un punto rialzato della città che, causa lavori in corso (sempre siano maledetti) sembra non dare punti di accesso all’edificio religioso. Devo necessarimente lasciar perdere. Peccato perchè quel poco che si può vedere da sotto è davvero degno di nota. Tornando verso il centro, stavolta arrivo e mi imbatto nella Chiesa Armena Apostolica.

Chiesa Armena Apostolica

Soddisfattissimo per il proficuo giro fatto, guardo l’orologio e vedo che mancano solo trenta minuti circa all’ora in cui avrei dovuto andare al Motel per ritirare il borsone lasciato in custodia. Le cose da vedere rimaste sono pochissime, ma perchè non fare l’ultima corsa per terminare? Non me lo lascio dire due volte e torno sul lato di “Strada 31 august 1989” ancora non visitato e trovo prima la Chiesa Ortodossa “Sfantul Pantelimon” e poi il Palazzo che ospita il Centro Culturale di Storia Militare con annesso museo tematico.

Chiesa Ortodossa “Sfantul Pantelimon”

Circolo Culturale e Museo Militare

Adesso è veramente tutto. Ho meno di dieci minuti per correre a prendere la mia roba e scappare. Non ho mai avuto la fortuna di decollare da questo aeroporto e, anche se credo sia abbastanza semplice perchè piccolo, non conosco la durata delle procedure di sicurezza; dopo essere rimasto quasi impantanato a Nis in Serbia…meglio non rischiare troppo. Arrivo al Motel e saluto i proprietari, gentilissimi quanto assolutamente non invasivi: è stato come non ci fossero affatto e per me è una situazione ideale. Attraverso il mercato sempre di corsa (stavolta carico di bagagli come un somaro libanese) ed arrivo alla fermata della Marshrutka n. 165 su Strada Ismail: è li che mi aspetta e non posso non salire al volo. Pago i 3 Lei Moldavi per il passaggio, arrivo allo scalo ed in pochi minuti sono nell’area partenze. Tutto si svolge regolarmente ed il volo per Treviso è puntuale. Appena arrivo nella città veneta (tra l’altro…visitata la settimana precedente) trovo una bella pioggia ad attendermi; quella che in Moldavia mi ha graziato…me la prendo tutta in Italia. Arrivo alla stazione centrale, ma da lì al treno notturno per Roma ci sono circa quattro ore. Circa una e mezzo ne passo in loco ad aspettare che il meteo sia clemente con me. Quando succede vado verso il centro a cercare la cena. Avrei voluto mangiare la pizza all’aperto al solito posto di sette giorni prima (menù fisso a 6 euro totali), ma le condizioni non me lo permettono. Quando arrivo sotto ad alcuni portici, l’acqua ricomincia a scendere di brutto. Tablet alla mano, mi cerco una pizzeria economica in centro da poter raggiungere in pochi passi. La trovo e mi infilo là dentro dove consumo una buonissima cena. Il viaggio in treno è poi puntuale in partenza e con la solita ora di ritardo in arrivo causa perenni lavori di manutenzione alla rete ferroviaria. Mi domando perchè si dice ogni santa notte che si arriverà ad una certa ora e poi si tarda sistematicamente. Ma un po’ di furbizia uniformando gli orari considerando la sosta forzata sarebbe troppo difficile per quelle menti bacate ? Ma se un disgraziato non lo sapesse ed avesse un appuntamento importante appena sceso dal treno, cosa dovrebbe fare? Spararsi? Oppure sparare a quelle menti bacate che se ne stra-fregano degli utenti perchè tanto l’importante è solo prendere lo stipendio a fine mese? Meglio lasciar perdere, altrimenti ricomincio il discorso della Repubblica delle Banane e non finisco più. Fatto sta che questo paese è COMPLETAMENTE RIDICOLO. Punto.

Come mia prima avventura in Moldavia resto un po’ in chiaro-scuro. Il motivo del “chiaro” è che ho visitato un nuovo paese iniziando ad apprezzarne usi, costumi, cultura ecc. Il motivo dello “scuro” è che è abbastanza difficile spostarsi e soprattutto mi pare di non aver saputo trovare una adeguata programmazione delle partenze dei mezzi pubblici. A dire il vero, un sito che tratta dei minibus moldavi con tanto di orari c’è on-line, ma una volta in autostazione non ho trovato i riscontri pratici di ciò che avevo letto. Quindi per la prossima volta…meglio partire ancora più preparati. Come già detto, la povertà di questa nazione non la scopro certo io. E’ però composta fortunatamente da gente volenterosa che si rimbocca le maniche e che, in silenzio, cerca di ovviare giorno dopo giorno con fatica ed orgoglio.  Chisinau è una capitale a misura d’uomo, proprio come il titolo del post che non è mai scelto a caso. I casermoni ex-sovietici non possono non essere notati, ma dall’altro lato della medaglia c’è anche tanta storia ed arte locale: le tradizioni sono difficili da sradicare anche dai regimi più duri. Resteranno sempre indelebili nei palazzi ancora in piedi e nell’animo degli abitanti. Sicuramente tornerò in Moldavia non appena troverò un volo a prezzo decente, stavolta per un nuovo itinerario che mi spingerà in realtà più piccole di questa capitale “quasi per caso”.

 

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