Amburgo ed Hannover mi danno sensazioni opposte

di admin

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E’ Metà gennaio: quale miglior mese per organizzare un week-end nel nord della Germania? Ovviamente sto scherzando…so che troverò un freddo boia, ma non importa. Ormai sono abituato ad un po’ tutte le temperature. Il bello del freddo è che basta coprirsi in maniera adeguata e si va avanti. Preciso: non è che non lo si sente, però se si è attrezzati si va avanti in maniera più o meno tranquilla. Una combinazione di voli in super-offerta che ho trovato a forza di studiare le rotte disponibili ha fatto il resto, così è nato questo viaggio. La difficoltà non la nego (su tre notti da passare fuori, solo una è stata su un letto) però quello che conta è la riuscita degli intenti, cosa che posso confermare. Andiamo a vedere come…

Venerdi sera: La Ryanair mi dà l’opportunità di acquistare un volo da Ciampino a Berlino Schonefeld ad un prezzo super ridicolo, per cui esco dall’ufficio dopo la settimana lavorativa e mi dirigo verso il secondo scalo romano utilizzando come sempre i mezzi pubblici: 1,30 euro di spesa e passa la paura. Arrivo per tempo e devo aspettare un po’, ma non avrebbe avuto senso tornare a casa per rimanerci trenta minuti al massimo considerando il traffico che c’è nella zona. Controlli di sicurezza perfetti, imbarco più o meno puntale e via verso la prima tappa che raggiungo col solito sonno pesante e risveglio all’atterraggio. Ammetto che questa è una vera e propria fortuna: riesco a non accusare gli spostamenti aerei e non è cosa da poco. Quando mi ritrovo nell’area arrivi è quasi mezzanotte; avrò il Flixbus con destinazione Amburgo alle ore 01:50. Di fare una passeggiata fuori neanche se ne parla perchè la temperatura è glaciale, però non c’è neve per terra. Mi piazzo nella saletta riscaldata adiacente alla fermata del pullman che sto attendendo, facendo particolare attenzione a trovare una sedia più vicina possibile ad un termosifone. A Berlino Schonefeld, aeroporto che proprio non mi piace, non esiste neanche lontanamente la possibilità di reperire una presa di corrente per attaccare il portatile, per cui il tempo lo passo col tablet tra giochi e letture varie. All’orario stabilito vedo arrivare il bus verde e mi alzo solo quando vedo che ha parcheggiato nell’area di sosta ed ha aperto le porte: voglio rimanere all’esterno il minor tempo possibile. Mi trovo un posto tutto mio e di lì a poco inizia la seconda tappa che trascorro ad occhi chiusi anche in questo caso, tanto fuori dal finestrino è tutto completamente buio. Ad Amburgo saremmo dovuti arrivare alle 6:45 del mattino, ma guarda caso…proprio stavolta abbiamo un anticipo consistente ed alle 6:15 scendo dal mezzo e ritiro il bagaglio. L’autostazione locale è moderna e ben tenuta; peccato che ci sia solo una minuscola sala d’aspetto con la porta scorrevole che si apre costantemente ad ogni minimo passaggio di una mosca con conseguente ingresso di aria gelida. E’ ovvio che prima delle 8:00 (come minimo) non avrei potuto iniziare nessun giro esplorativo per la città, per cui ho la necessità di trovare un luogo riparato dove sistemare il mio borsone ed aspettare l’orario più consono per andare. So che ciò che cerco è alla stazione dei treni che si trova poco distante, dall’altro lato della strada. Vado lì ed ho una sorpresa poco desiderata: la struttura è senza dubbio originale, ma è tutta aperta; l’unica stanza chiusa è la lounge dedicata ai clienti della prima classe della Deutsche Bahn, altrimenti l’ingresso per i comuni mortali è di 10 euro. Ovviamente questa soluzione è scartata e, ancora incredulo di come venga dedicata zero attenzione alle persone, trovo i lockers e poi decido di tornare all’autostazione: quella saletta sarà pur piccola e piena di spifferi, ma almeno un briciolo di tepore ogni tanto lo dà. Alla fine i minuti scorrono e quindi mi metto a camminare. Amburgo è una realtà strana, almeno secondo i miei parametri: non ha sbocco al mare ma è comunque una città portuale. Il fiume Elba si divide in due rami poco prima di entrare nell’agglomerato urbano che poi si riuniscono dalla parte esattamente opposta, verso il nuovo inizio della campagna. Il centro si sviluppa sulla riva (ed oltre) del ramo che prendere il nome di “Norderelbe” ed è proprio questa parte che mi appresto a visitare. Inizio proprio accanto a dove mi sono riparato vedendo il palazzo che ospita il Museo delle Arti e dei Mestieri (“Museum fur kunst und gewerbe” in lingua locale, testualmente scritto sulla facciata che dà su Adenauerallee) per poi seguire la medesima strada e svoltare su Bockmannstrasse; sono in cerca della Moschea Centrale, ma non ho fortuna: l’ingresso è un edificio normalissimo. Allontanandomi un po’ riesco a vedere sul retro prendere forma una cupola e due minareti. Ricapitolando: il lato “A” sembra un condominio ed il lato “B” diventa una Moschea. A causa di ciò, l’unica magra consolazione che posso portare nell’album dei ricordi è un pannello che indica la presenza proprio lì dell’edificio religioso per i musulmani.

"Qui c'è la Moschea...altrimenti non la si vedrebbe neanche"

“Qui c’è la Moschea…altrimenti non la si vedrebbe neanche”

Inutile tentare di fare il giro della strada nella speranza di una sorte migliore perchè sul lato opposto ci sono un supermarket ed abitazioni comuni che fanno da tappo. Prendo ora Danziger Strasse e la percorro per un po’. La musica cambia quando mi trovo di fronte alla bella Mariendom ed alla statua di St. Ansgar ubicata sulla Domplatz. Vedere per credere.

Mariendom

Mariendom

Dedicata a St. Ansgar

Dedicata a St. Ansgar

Dalle immagini si nota senza ombra di dubbio una cosa della quale non ho ancora parlato: la giornata è di quelle chiuse e cupe che non lasciano passare un singolo raggio di sole, però almeno non piove. D’altra parte è inverno e non sono certo ai tropici, quindi va bene così perchè non mi aspetto niente di meglio. Dove mi trovo adesso non c’è molto altro da vedere, così completo il cerchio rientrando verso il piazzale antistante la stazione centrale; per farlo passo da “Koppel” dovo posso osservare la Chiesa Evangelica della Trinità, purtroppo parzialmente in fase di ristrutturazione.

Chiesa Evangelica della Trinità

Chiesa Evangelica della Trinità

Il Teatro Ohnsorg è attualmente martoriato dai lavori in corso e tutta la struttura è coperta da impalcature e teli di protezione: impossibile scattare una fotografia. Subito vicino c’è però visibile il “Deutsche Schauspielhaus”. Il ponte che passa sopra alla ferrovia mi conduce di fronte alla Kunsthalle, composta dall’edificio originale del 1869 più un’estensione costruita all’inizio del ventesimo secolo.

Deutsche Schauspielhaus

Deutsche Schauspielhaus

Scorcio dell'ala "nuova" della Kunsthalle

Scorcio dell’ala “nuova” della Kunsthalle

Il prossimo obiettivo è la via chiamata “Alstertor”: qui trovo la statua dedicata al drammaturgo tedesco “Gotthold Ephraim Lessing” (sulle immagini di Google Maps non è presente, quindi deve essere di recente installazione) con un ambiguo cartello alla sua base che recita testualmente “Selfie Point”; la scena è comunque tutta presa dal Teatro Thalia, mentre l’edificio di fronte ha una strana scultura.

Gotthold Ephraim Lessing

Gotthold Ephraim Lessing

Teatro Thalia

Teatro Thalia

Sull'edificio di fronte al Teatro Thalia

Sull’edificio di fronte al Teatro Thalia

Faccio ora una passeggiata lungo la sponda del vicino “Binneralster”, il più piccolo dei due laghi artificiali che si trovano nel territorio di Amburgo. Raggiungo Stephansplatz e devio verso sinistra per osservare il Teatro dell’Opera, splendido edificio dalla facciata quasi completamente vetrata che immagino dia un effetto ottico pazzesco durante le serate in cui sono previsti spettacoli. Torno indietro ed entro nel Dammtorpark dove trovo immediatamente la scultura “Liegende” dell’artista Edgar Augustin ed un importante memoriale di guerra.

"Liegende" di Edgar Augustin

“Liegende” di Edgar Augustin

Memoriale di Guerra nel Dammtor park

Memoriale di Guerra nel Dammtor park

Io ci passeggio nel parco…però il periodo non è proprio quello più adatto per vedere il verde rigoglioso delle piante, fiori bellissimi sbocciati e fontane che zampillano nei modi più particolari. A gennaio già è un miracolo che non ci sia neve dappertutto, per cui i colori sono pochi ed opachi, di fiori neanche a parlarne e si sà che a queste latitudini le fontane sono chiuse per tutto l’inverno. Purtroppo l’estate dura solo tre mesi ed in certi anni viene pure turbata da pessime perturbazioni; per questo motivo non ci si può muovere solo con la bella stagione e capita di dover sacrificare elementi come questi. Supero il giardino botanico e poi faccio una camminata anche nel famoso “Planten und Blomen” ma la musica non cambia: anzichè essere bellissimo è semplicemente desolante. Esco in strada e mi trovo davanti alla “Messe”, il centro fieristico ed espositivo locale. Spicca in bella vista la classica antenna per le telecomunicazioni (qui battezzata col nome di Heinrich Hertz Turm) che tantissime città tedesche usano come vanto; a me certe cose continuano a sembrare un obrobrio sinceramente.

Heinrich Hertz Turm

Heinrich Hertz Turm

Seguendo Karolinenstrasse arrivo davanti alla Chiesa Ortodossa Russa “St. John of Kronstadt”. Sulla vicina “Sievkingplatz”, oltre ad essere presenti alcune sculture, si affaccia il palazzo che ospita il Tribunale Regionale Anseatico.

Chiesa Ortodossa Russa "St. John of Kronstadt"

Chiesa Ortodossa Russa “St. John of Kronstadt”

Tribunale Regionale Anseatico

Tribunale Regionale Anseatico

Alcune delle statue su "Sievekingplatz"

Alcune delle statue su “Sievekingplatz”

Il viale “Glacischaussee” mi porta dritto davanti al Millerntor-Stadion, casa del club di calcio FC Sankt Pauli, secondo per importanza della città.

Il Millerntor-Stadion

Il Millerntor-Stadion

Da qui arrivo fino alla piazza in cui c’è la fermata della metro che prende il nome dal quartiere in cui mi trovo (St Pauli per l’appunto). Ho due possibilità: svoltare alla mia destra oppure alla mia sinistra. Scelgo per il momento la seconda opzione; a destra ci andrò poi…e spiegherò contestualmente il perchè della scelta. Mi fermo qualche minuto nell’Alter Elbpark, area verde che ospita un sensazionale monumento in onore di Otto von Bismarck, sicuramente il più grande a lui dedicato nel mondo (l’intera struttura supera i 34 metri). Peccato che sia lasciato andare a se stesso in maniera clamorosa: è infatti possibile camminare tutto intorno alla base della statua, ma facendolo non mi sono sentito totalmente a mio agio a causa dell’incuria che vi regna. Cestini colmi di bottiglie di birra che non sono svuotati chissà da quanto, gente poco raccomandabile che vaga quasi senza mèta ed altro ancora mi inducono a scattare le mie foto e poi ad alzare i tacchi. Sarà magari un eccesso da parte mia, ma sinceramente ho più paura di trovarmi davanti delle persone con cattive intenzioni piuttosto che un orso affamato. E poi…lo stato pietoso in cui dei bastardi hanno conciato questo monumento con le bombolette spray parla da solo.

Monumento ad Otto von Bismarck

Monumento ad Otto von Bismarck

Attraverso la strada perchè il parco prosegue anche dall’altro lato. Non avrei potuto fare scelta migliore perchè sul marciapiede trovo una banconota da dieci euro arrotolata per terra; non c’è nessuno, per cui prima che se li metta in tasca qualcun’altro li prendo io: con la cena pagata per stasera, ringrazio e vado avanti. Di fronte ad un laghetto semi ghiacciato vedo il Museo di Storia di Amburgo.

La parte dell'edificio del Museo di Storia che affaccia sul laghetto ghiacciato

La parte dell’edificio del Museo di Storia che affaccia sul laghetto ghiacciato

Prendo Ludwig-Erhard Strasse e posso osservare prima la cosiddetta “Chiesa Inglese” (senza campanile nè campane ed intitolata a St. Thomas Becket) e poi la ben più imponente Chiesa Evangelica di San Michele che ha un monumento a Martin Luther ubicato alla sua base.

Chiesa Inglese

Chiesa Inglese

Chiesa Evangelica di San Michele

Chiesa Evangelica di San Michele

A Martin Luther

A Martin Luther

Potrei continuare nella medesima direzione, ma mi viene in mente che c’è anche la parte opposta da vedere; sinceramente della sua caratteristica principale conosciuta in tutta Europa non me ne importa un fico secco ed è il motivo che mi ha indotto a commettere l’errore di svoltare a sinistra e dover tornare indietro anzichè a destra quando ne ho avuto la possibilità. Arrivo su Reeperbahn ed inizio a percorrerla: da qui ha inizio una delle zone a luci rosse a cielo aperto più famose del continente, seconda in quanto a fama solo a quella di Amsterdam. La differenza fondamentale la fa l’orario in cui ci si trova qui: adesso è qualcosa di più di metà mattinata ed ovviamente tutti i locali sono chiusi tranne forse due-tre stoici che non si accontentano dei bagordi della notte da poco conclusa. Le vetrine sembrano dire tutto, ma ho letto che dal tardo pomeriggio in poi succede ben di più della vendita di articoli “spinti”. L’area è esattamente come me l’aspettavo: uno schifo totale. L’unica cosa decente è Beatles-Platz che, come recita il nome stesso, ha uno strano monumento dedicato ai quattro ragazzi di Liverpool.

Monumento in Beatles-Platz

Monumento in Beatles-Platz

Continuo a camminare ed entro nel distretto di Altona, altro quartiere di Amburgo. Seguendo Konigstrasse mi imbatto nella Chiesa Luterana della Santa Trinità. Passando davanti allo Schleepark noto una nuova statua dedicata ad Otto von Bismarck, decisamente più piccola della precedente.

Chiesa Luterana della Santa Trinità

Chiesa Luterana della Santa Trinità

Otto von Bismarck nel distretto di Altona

Otto von Bismarck nel distretto di Altona

Avanti ancora fino al punto in cui svolto a destra (Schillerstrasse) per raggiungere la Chiesa Luterana St. Petri di Altona; segue poi Platz der Republik dove affaccia l’Altonaer Museum ed infine il palazzo che ospita il Municipio locale di Altona, davvero degno di nota.

Chiesa Luterana St. Petri di Altona

Chiesa Luterana St. Petri di Altona

Municipio locale di Altona

Municipio locale di Altona

Il prossimo obiettivo è la Parrocchia Ottensen che si trova a brevissima distanza; entro poi nel Parco “Altonaer Balkon” dove vedo una particolare scultura dedicata ai pescatori: sono arrivato sulla sponda del ramo del fiume Elba chiamato “Norderelbe”.

Parrocchia Ottesen

Parrocchia Ottesen

Monumento ai pescatori

Monumento ai pescatori

Di fronte a me non c’è uno spettacolo del tutto edificante: si sa che io adoro i fiumi di alta montagna che scorrono veloci portando acqua talmente limpida da superare in purezza quella delle bottiglie del supermercato…quindi quando vedo un fiume color marrone che ha addirittura l’intero panorama occupato da fabbriche ed aree portuali non ci rimango proprio bene.

Scorcio dell'area industriale fluviale sull'Elba

Scorcio dell’area industriale fluviale sull’Elba

Per questo motivo non occupo troppo tempo a guardare perchè è sufficiente il minimo sindacale: queste cose non fanno per me. Saranno pure utili per mille motivi, perchè danno posti di lavoro e tutto il resto, ma ciò non cambia i miei gusti in fatto di panorami. E’ il momento di rientrare verso il centro dove manca ancora la parte principale di ciò che Amburgo può offrire e lo faccio passando lungo la strada che costeggia il fiume. Arrivo prima davanti all’edificio che ospita il Mercato del Pesce e poi al sottomarino con L’U-Bootmuseum al suo interno. La Madonna della Marina completa l’offerta di questa zona.

Il Fishmarkt di Amburgo

Il Fishmarkt di Amburgo

U-Bootmuseum

U-Bootmuseum

Madonna della Marina

Madonna della Marina

Una deviazione mi porta prima ad osservare la St. Pauli Kirche e poi di nuovo su Reeperbahn che, pian piano, si sta riempiendo di gente. Per il momento ancora abbastanza sobria e normale, dopo non so cosa succederà. L’importante è che io abbia già levato le tende quando comincerà il clou.

St. Pauli Kirche

St. Pauli Kirche

Dopo una discreta passeggiata rieccomi alla Chiesa di San Michele che stavolta supero nella direzione consona. Mi imbatto quasi subito nella Chiesa Cattolica dei Santi Ansgar e Bernhard; nel piazzale antistante c’è una statua dedicata a Carlo Magno.

Chiesa Cattolica dei Santi Ansgar e Bernhard

Chiesa Cattolica dei Santi Ansgar e Bernhard

Statua di Carlo Magno

Statua di Carlo Magno

La passeggiata mi porta verso uno dei punti più significativi di Amburgo: la Chiesa di San Nicola…o ciò che ne resta. Si perchè la costruzione originale andò semi-distrutta durante la seconda guerra mondiale. La struttura era talmente messa male che fu decisa la demolizione del corpo centrale ed il restauro del campanile che arriva così ai giorni nostri. In queste condizioni non è una vera e propria Chiesa, bensì un monumento tenuto in vita per ricordare l’idiozia delle guerre. Curiosità: fino al 1877 la torre campanaria è stata l’edificio più alto del mondo.

Torre Campanaria della ex Chiesa di San Nicola

Torre Campanaria della ex Chiesa di San Nicola

Nel complesso della ex Chiesa di San Nicola - 1

Nel complesso della ex Chiesa di San Nicola – 1

Nel complesso della ex Chiesa di San Nicola - 2

Nel complesso della ex Chiesa di San Nicola – 2

Proseguo il mio giro osservando la St. Katharinen Kirche, talmente alta rispetto allo spazio a mia disposizione al punto da non riuscire ad entrare interamente nella foto che scatto. Sono diretto ad Hafencity, un altro quartiere di Amburgo. Ma perchè proprio lì? Semplice: voglio vedere con i miei occhi ciò che moltissime persone dicono a proposito del progetto di riqualificazione urbana messo in atto dall’amministrazione comunale locale. Il distretto era un tempo poco raccomandabile, degradato, abbandonato, pieno zeppo di magazzini portuali e similari. Oggi pare essere una zona che mantiene viva la sua storia , però moderna, sicura e vivibile per tutti con servizi vari e funzionanti. Io ci faccio una passeggiata e vedo esattamente tutto questo…però non ci abiterei neanche se una casa me la regalassero. Tutta questa bellezza io non la noto proprio; probabilmente sono ottuso e legato a certi standard, ma è così. Non nego che sia stato fatto un lavorone per bonificare tutto, però non è di mio gusto, nè il panorama nè l’atmosfera che si respira. La verità è che lo sapevo già perchè le zone portuali, nonostante io sia vissuto quasi vent’anni a 25 kilometri da una realtà italiana molto importante da questo punto di vista, non mi piacciono neanche un po’; io adoro il bel mare, non i porti che lo cementano. Camminando a fianco dei canali (pieni di acquaccia che più marrone non si potrebbe) mi trovo davanti alla Elbphilarmonie, una bellissima Koncert Haus. Questa sì che vale la pena; mi dispiace solo che la foto non sia venuta troppo bene.

Elbphilarmonie

Elbphilarmonie

Chiudo il cerchio della visita di questa zona arrivando su Deichstrasse; lo faccio perchè è una via che, addentrandomi lungo il canale dietro alle case, offre uno scorcio della città più o meno come sarebbe potuta essere in passato: case affacciate sull’acqua, strette ed alte. Alla fine non è niente di che, dato che si tratta davvero di uno scorcio di poche decine di metri al massimo, però non lo volevo perdere.

Uno scorcio di Deichstrasse

Uno scorcio di Deichstrasse

Punto dritto alla Rathausmarkt, la piazza principale dove affaccia il Municipio. Lo spettacolo finalmente inizia a decollare, anche grazie al palazzo che ospita la Camera di Commercio locale.

Camera di Commercio di Amburgo

Camera di Commercio di Amburgo

Nel Piazzale interno del Municipio

Nel Piazzale interno del Municipio

Il Municipio Amburgo

Il Municipio

Sulla stessa piazza si trova anche il Monumento ai caduti di entrambe le guerre mondiali. Prendo poi Mockbergstrasse e mi trovo davanti alla Kirche St. Petri; Successivamente la Hauptkirche St. Jacobi la vedo, ma la sua facciata è praticamente spalmata sugli edifici che ha di fronte; impossibile una foto del lato anteriore, per cui la riprendo dalle terga. Purtroppo non ho altra scelta.

Monumento ai caduti di entrambe le guerre mondiali

Monumento ai caduti di entrambe le guerre mondiali

Kirche St Petri

Kirche St Petri

Hauptkirche St. Jacobi

Hauptkirche St. Jacobi

Si vede benissimo anche dalle immagini pubblicate: gennaio colpisce anche sulla durata della luce giornaliera. Influisce molto anche il fatto che da quando sono qui non ho visto un singolo raggio di sole, però la realtà dei fatti è che in inverno fa buio molto presto. Mi rimane solo tempo e modo di osservare l’edificio della “Alte Post”, il più grande edificio amministrativo della città all’epoca della sua costruzione.

Alte Post

Alte Post

Concludo la mia visita di Amburgo con una foto di uno scorcio su un canale. Forse illuminato artificialmente acquista un po’ più di fascino, ma di centri urbani con questa caratteristica ne ho visti decisamente di migliori durante i miei viaggi.

Scorcio su un canale di Amburgo

Scorcio su un canale di Amburgo

E’ davvero tutto; ho giusto il tempo per tornare all’autostazione che si trova a breve distanza (ma non prima di aver ripreso il mio borsone dai lockers) ed attendere il Flixbus per la prossima destinazione che sarà Hannover. Il pullman verde è puntuale e finalmente posso sedermi e scaldarmi ben bene. La tratta dura due ore esatte durante le quali sprofondo in un sonno assoluto: sono molto molto stanco stavolta ed il freddo ha dato il colpo di grazia. All’arrivo succede per la seconda volta in vita mia una cosa abbastanza imbarazzante: qualcuno mi tocca la spalla più volte e lo fà per svegliarmi: sono rimasto solo io sul mezzo di trasporto a dormire come un sasso e se l’autista non mi avesse notato e “disturbato” sarei rimasto lì ad oltranza. Con gli occhi ancora appiccicati recupero il bagaglio, ringrazio e saluto. Il primo obiettivo che ho è quello di andare a prendere possesso della stanza, anche se la giornata non è ancora finita: dopo aver fatto ciò dovrò uscire di nuovo e cercare qualcosa da mangiare. Fortunatamente l’hotel si trova a 400 metri dalla stazione, per cui ci metto poco a raggiungerlo. Espletate le formalità mi trovo ancora fuori. Sono le 21:00 di questo interminabile sabato e non mi va di sbattermi a destra ed a manca in una città che ancora non conosco, per cui vado sparato dove poco prima ho visto un market ed acquisto ciò che mi serve per una cena fai-da-me in camera. So bene che mi avrebbe fatto meglio un pasto caldo, ma il motivo della mia scelta l’ho scritto poco fa. Dopo mangiato generalmente mi metto a fare alcune cose prima di arrivare all’ora dedicata al riposo, ma stasera riesco solo a mettere le foto odierne in sicurezza e tutti i dispositivi in carica. E dopo? Buonanotte.

Domenica mattina: mi sveglio ad un orario normale, nè troppo presto ma neanche troppo tardi. Raduno le mie cose, eseguo il check-out e chiedo (ed ottengo) la cortesia alla reception di poter lasciare il borsone in custodia; con le mani libere si esplora meglio. L’inizio della visita di Hannover non può che iniziare dall’unico punto che conosco già, ovvero il piazzale della stazione. Trovo il monumento equestre dedicato ad Ernst-August; ovviamente non si tratta di quel “coso insignificante” che ogni tanto vediamo sui rotocalchi televisivi che si diverte a sposarsi più volte, bensì dell’ex sovrano del Regno di Hannover del diciannovesimo secolo.

Dedicato ad Ernst-August

Dedicato ad Ernst-August

Proseguendo la passeggiata su Bahnhofstrasse si nota subito la modernità che dilaga in questa zona, segno tangibile che la seconda guerra mondiale rase quasi completamente al suolo la città e che ciò che ho davanti è il segno della ricostruzione successiva. Quando raggiungo la prima piazza posso notare tre cose: in primis il Kropke-Uhr, storico orologio che è diventato un punto di incontro e di riferimento per i locali; seguono poi due simpatiche statue che prendono il nome di “L’uomo con l’ombrello” e “La donna con l’ombrello”. Il motivo di questi nomi si spiega da solo.

Kropke-Uhr

Kropke-Uhr

L'uomo con l'ombrello

L’uomo con l’ombrello

La donna con l'ombrello

La donna con l’ombrello

Decido di andare avanti nel mio giro imboccando Georgstrasse. l’imponente “Niedersachsische Staatstheater” precede di poco il Monumento per le vittime dell’olocausto e tre successive statue, piazzate una vicina all’altra; rappresentano nell’ordine Louis Stromeyer (chirurgo), Karl Karmarsch (educatore) e Heinrich Marschner (compositore).

Niedersachsische Staatstheater

Niedersachsische Staatstheater

Monumento per le vittime dell'olocausto

Monumento per le vittime dell’olocausto

Louis Stromeyer

Louis Stromeyer

Karl Karmarsch

Karl Karmarsch

Heinrich Marschner

Heinrich Marschner

Torno indietro e supero Kropke andando verso la direzione opposta. Posso così vedere prima il monumento a Friedrich Schiller (poeta e drammaturgo tedesco) e poi la Ganseliesel Brunnen, ovviamente spenta perchè siamo a metà gennaio. Prima di incontrare Celler Strasse e di proseguire oltre in cerca del prossimo obiettivo vedo ciò che resta della Nikolaikapelle ed alcune tombe situate proprio accanto ad essa.

Dedicato a Friedrich Schiller

Dedicato a Friedrich Schiller

Ganseliesel Brunnen

Ganseliesel Brunnen

Nikolaikapelle

Nikolaikapelle

Tombe accanto alla Nikolaikapelle

Tombe accanto alla Nikolaikapelle

La bella Christuskirche chiude la mia passeggiata in questa zona: opto infatti per tornare da dove sono venuto per poi prendere un’altra direttrice.

Christuskirche

Christuskirche

Camminando arrivo su “Am Markte”, l’unica parte antica di Hannover risparmiata dai bombardamenti. Il ruolo da protagonista lo fa senza dubbio la Martkirche; vorrei fotografarla per interno ma il poco spazio a disposizione non me lo permette, così devo prendere solo la facciata. Subito accanto c’è l’edificio dell’Altes Rathaus.

Facciata della Martkirche

Facciata della Martkirche

Scorcio dell'Altes Rathaus

Scorcio dell’Altes Rathaus

Osservo due semplici fontane, una proprio su Am Markte e l’altra sulla vicina Grupenstrasse. Ci metto pochissimo a raggiungere il Leineschloss, edificio che fu la residenza dei re di Hannover mentre oggi è la sede del Parlamento regionale della Bassa Sassonia.

Fontana su "Am Markte"

Fontana su “Am Markte”

Fontana su Grupenstrasse

Fontana su Grupenstrasse

Leineschloss

Leineschloss

Nei pressi del fiume Leine c’è il monumento in onore dei “sette di Gottingen”; erano sette professori universitari della facoltà di Gottingen che si opposero all’abolizione dell’allora vigente costituzione del Regno di Hannover per volontà e mano del sovrano Ernst-August. La protesta fu molto sentita anche a livello nazionale, ma ovviamente non portò a nulla di buono. Figuriamoci…non serve a una beneamata mazza protestare oggi che ci dicono che siamo tanto in democrazia (bugia totale), figuriamoci allora che venivano usati ben altri metodi. Oltre a non aver ottenuto ciò che volevano, i sette dotti furono allontanati dai loro incarichi e tre di loro furono costretti ad andare in esilio.

Monumento ai sette di Gottingen - 1

Monumento ai sette di Gottingen – 1

Monumento ai sette di Gottingen - 2

Monumento ai sette di Gottingen – 2

Seguo il corso del piccolo fiume per un po’ e raggiungo prima la Duve-Brunnen (fontana piazzata al centro della carreggiata a fungere quasi da spartitraffico) e poi tre simpatiche sculture. Si tratta delle “Nanas” (parola spagnola che significa ragazze basse) opera dell’artista Niki de Saint Phalle che si ispirò alle creazioni di Gaudì al Parc Guell di Barcellona. Posso definirle in due modi: il primo è “un tocco di colore in una grigia giornata invernale”; il secondo è “un cazzotto in un occhio che col contesto di Hannover non c’entra niente”. Decidete voi quale si addice di più.

Duve Brunnen

Duve Brunnen

Nanas - 1

Nanas – 1

Nanas - 2

Nanas – 2

Nanas - 3

Nanas – 3

Attraverso la carreggiata e con una breve passeggiata mi trovo davanti alla Neustadter Kirche St. Johannes. Svolto verso destra su Rote Reihe e mi imbatto nella commemorazione della Sinagoga che fu, una delle tante che rase al suolo nel 1938 dal regime tedesco. Alla fine della strada si apre un piazzale nel quale si trova la Basilica Cattolica di St. Clemens.

Neustadter Kirche St. Johannes

Neustadter Kirche St. Johannes

In memoria della Sinagoga distrutta

In memoria della Sinagoga distrutta

Basilica cattolica di St. Clemens

Basilica cattolica di St. Clemens

Torno poi dall’altra parte dello stradone attraversato poco fa e cambio lato del fiume Leine grazie ad uno dei ponti presenti. La scultura “uomo con cavallo” mi si presenta davanti e la osservo. A questo punto non posso non notare come qui ad Hannover gli artisti siano molto sbrigativi e semplicisti con i nomi da dare alle loro sculture. Se penso a questa ed all’uomo ed alla donna con l’ombrello non posso fare altro che dire che tutto ciò non fa una piega. Attraversando la Marstalltor mi ritrovo in pieno centro storico.

Uomo con cavallo

Uomo con cavallo

Marstalltor

Marstalltor

Dritto per dritto arrivo a Ballhofplatz, luogo in cui durante l’estate si svolgono eventi di piccole dimensioni, che ospita una particolarissima fontana a tre palle. Da qui inizia Kreuzstrasse che mi conduce alla Kreuzkirche. Anche qui devo capitolare: troppo grande l’edificio religioso per poter essere fotografato come vorrei, per cui mi devo arrangiare ed immortalarlo di lato.

Fontana a Ballhofplatz

Fontana a Ballhofplatz

Scorcio della Kreuzkirche

Scorcio della Kreuzkirche

Quando arrivo su “Holzmarkt” posso osservare la Oskar-Winter-Brunnen e l’edificio che ospita il Museo cittadino. Tipiche case a graticcio allietano la mia vista qua e là.

Oskar-Winter-Brunnen

Oskar-Winter-Brunnen

Hannover Museum

Hannover Museum

Case a graticcio nel centro storico di Hannover

Case a graticcio nel centro storico di Hannover

A questo punto serve un cambio di zona e non me lo faccio dire due volte. Percorro “Lavesalee” dove trovo, nell’ordine, un monumento in onore del Generale Graf Carl von Alten (militare e statista) che ha come sfondo una “magnifica” serie di impalcature, la Sternkirchen e più avanti la Waterloosaule.

Dedicata al Generale Graf Carl von Alten

Dedicata al Generale Graf Carl von Alten

Dedicata al Generale Graf Carl von Alten

Stenkirche

Stenkirche

Waterloosaule

Waterloosaule

Altro Dietro-front e nuovo cambio di area. Sono su Trammplatz stavolta e resto a bocca aperta: il bellissimo palazzo che ospita il Neues Rathaus è qui di fronte ai miei occhi. Devo fare lo slalom tra gli alberi per poter portare a casa un’istantanea almeno di qualità sufficiente. Nello stesso luogo trovo anche una singolare scultura che prende il nome (tradotto letteralmente) di “la testa ferita”-

Neues Rathaus

Neues Rathaus

La Testa Ferita

La Testa Ferita

Poco lontano, su Breite Strasse, trovo la singolarissima Aegidienkirche: si tratta di un edificio religioso con un normale campanile ed il resto del corpo senza tetto. Proprio come l’omologa ad Amburgo, anche questa non è mai stata ricostruita e serve da memoriale per non dimenticare l’idiozia di qualunque guerra.

Aegidienkirche - il campanile

Aegidienkirche – il campanile

Aegidienkirche - visione d'insieme

Aegidienkirche – visione d’insieme

Aegidienkirche - l'interno a cielo aperto

Aegidienkirche – l’interno a cielo aperto

Imbocco Willy-Brandt-Allee che seguirò per un buon tratto. Durante il percorso posso osservare il Mashpark alla mia destra (c’è anche un laghetto, ma l’insieme non è niente di che) ed il Landesmuseum alla mia sinistra, dietro ad altri stramaledetti lavori in corso. Segue poi lo Sprengel Museum che mi adagia sulle sponde del Maschsee, il lago artificiale di Hannover, vera e propria mèta turistica per chi ama gli sport acquatici e le passeggiate da queste parti.

Landesmuseum Hannover

Landesmuseum Hannover

Ingresso dello Sprengel Museum

Ingresso dello Sprengel Museum

Nelle immediate vicinanze vedo il monumento che rappresenta un tedoforo olimpico ed una scultura in cui quello che sembra un bambino cavalca un pesce. Buona fortuna…

Monumento al tedoforo olimpico

Monumento al tedoforo olimpico

Bambino sul pesce

Bambino sul pesce

Il mio giro in questa zona finisce quando, raggiunta l’altra sponda del lago, posso vedere solo dall’esterno la HDI-Arena, il bello e moderno stadio in cui gioca la squadre locale (Hannover 96) che milita attualmente nella massima divisione tedesca con discreti risultati, anche se con pochissime ambizioni. Guardo l’orologio ed ho ancora del tempo utile, per cui rimetto in moto i miei piedi e mi preparo ad una camminata che sarà bella lunga, ma redditizia: devo raggiungere i Giardini Reali di Herrenhausen che si trovano a circa 4,2 kilometri di distanza. Durante il percorso, poco dopo l’ingresso nell’enorme Georgengarten, ammiro sulla destra il Palazzo dell’Università di Hannover che sembra un castello; davanti ad esso c’è una scultura in onore del destriero sassone.

Università di Hannover

Università di Hannover

Monumento al destriero sassone

Monumento al destriero sassone

Arrivo a destinazione, pago il biglietto (ovviamente ridotto perchè un giardino in inverno, per quanto reale sia, è sempre un’altra cosa rispetto alla stagione calda) ed entro. L’ambiente è davvero immenso: ci sono piante, statue, gazebo, fontane e chi più ne ha più ne metta. Nonostante il periodo ed il freddo pungente è un piacere esserci.

Giardini Reali di Herrenhausen - scorcio

Giardini Reali di Herrenhausen – scorcio

Giardini Reali di Herrenhausen - fontana a cascata

Giardini Reali di Herrenhausen – fontana a cascata

Giardini Reali di Herrenhausen - statue

Giardini Reali di Herrenhausen – statue

Ovviamente di foto ne ho portate via molte altre ma ne ho pubblicate tre tra quelle che mi sembrano più significative. Esco dal complesso e posso ammirare quasi subito un edificio che fa parte dell’area del Giardino Botanico; serve un biglietto a parte e decido di non andare a vedere altre piante durante l’inverno perchè sarebbero soldi più o meno sprecati.

Un edificio del Giardino Botanico

Un edificio del Giardino Botanico

Non mi resta altro da fare che rientrare verso il centro, però decido che prima voglio esplorare un po’ di più il Georgengarten rispetto al precedente passaggio. Non sbaglio perchè ammiro prima il Leibnitz Tempel (che a quest’ora della sera e con il vicino laghetto forma un insieme decisamente piacevole) e poi il palazzo che ospita il Museo Tedesco delle Caricature e del Disegno Artistico.  P.S.: all’interno del Leibnitz Tempel c’è una statua; mi sono avvicinato per fotografare l’insieme da vicino, ma i vandali con le bombolette spray hanno danneggiato tutto. No comment.

Leibnitz Tempel

Leibnitz Tempel

Museo Tedesco delle caricature e del disegno artistico

Museo Tedesco delle caricature e del disegno artistico

Manca ancora un po’ al prossimo volo, così passo il tempo rimanente a fare un altro giro in centro senza grandi risultati ed a riposarmi in un caffè dove sorseggio qualcosa di finalmente caldo. All’ora corretta raggiungo l’aeroporto di Hannover e mi imbarco verso Bucharest dove arrivo a notte fonda. Passo poche ore giocando al mio solito calcio manageriale sul portatile che alimento all’unica presa di corrente elettrica dello scalo rumeno e poi sfrutto l’ormai collaudato e comodissimo aereo verso Roma Ciampino che parte all’alba (anche se stavolta gli addetti hanno dovuto scongelare le ali del velivolo ghiacciate durante lo stallo delle ore notturne); in men che non si dica mi ritrovo a casa, pronto per un’altra settimana lavorativa.

Ebbene si, anche per questo giro sono alle conclusioni. Delle due città tedesche visitate ho apprezzato sicuramente di più Hannover. Amburgo non mi è piaciuta e non mi ha lasciato praticamente niente. Certo, ha tante cose da vedere altrimenti non avrei potuto spenderci tutte queste parole, però si è trattato di un giro “freddo”, e stavolta il meteo non c’entra nulla. La zona industrial-portuale proprio non c’è modo di farmela piacere e…il quartiere di Sankt Pauli poi…meglio lasciar stare e calare un velo pietoso. Hannover non ha poi molto di più; anzi, dal punto di vista prettamente numerico ha addirittura di meno. Però nell’insieme l’ho preferita.

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